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Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 37° anno
Indice Pagina Rapporto sulla politica monetaria 4 1 Decisione di politica monetaria del 19 settembre 2019 5 Strategia di politica monetaria della BNS 6 2 Contesto economico mondiale 7 3 Evoluzione economica in Svizzera 13 4 Prezzi e aspettative di inflazione 18 5 Evoluzione monetaria 21 Segnali congiunturali 28 Cronologia della politica monetaria 34 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 3
Rapporto sulla politica monetaria Rapporto sottoposto alla Direzione generale della Banca nazionale svizzera per l’esame trimestrale del settembre 2019 della situazione economica e monetaria Il presente rapporto descrive l’evoluzione economica e monetaria ed espone la previsione di inflazione. Esso illustra come la BNS valuta la situazione economica e quali implicazioni ne trae per la politica monetaria. Il primo capitolo («Decisione di politica monetaria del 19 settembre 2019») riprende il comunicato stampa pubblicato in seguito all’esame della situazione economica e monetaria. Il rapporto tiene conto dei dati e delle informazioni disponibili fino al 19 settembre 2019. Salvo indicazione contraria, tutti i tassi di variazione rispetto al periodo precedente si basano su dati destagionalizzati e sono annualizzati. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
1 sarà aggiornato mensilmente, rispecchiando l’evoluzione nel tempo dei bilanci bancari. Decisione di politica L’adeguamento della base di calcolo tiene conto del fatto che monetaria del il contesto globale di bassi tassi di interesse si è ulteriormente consolidato negli ultimi tempi e potrebbe protrarsi ancora 19 settembre 2019 a lungo. L’adeguamento ha per effetto di aumentare l’importo in franchigia per il sistema bancario e diminuire gli introiti per interessi negativi della BNS. Il nuovo calcolo dell’importo in franchigia entrerà in vigore il 1º novembre 2019. La Banca nazionale mantiene invariata la propria politica La BNS verificherà regolarmente l’adeguatezza della base monetaria espansiva e adegua la base di calcolo per di calcolo per il tasso di interesse negativo, provvedendo l’interesse negativo applicato agli averi a vista presso all’occorrenza alle modifiche necessarie per preservare i suoi conti anche in futuro il margine di manovra della politica monetaria. La Banca nazionale svizzera (BNS) mantiene invariati, L’onere per interessi negativi sarà limitato allo stretto a – 0,75%, il tasso guida BNS e il tasso di interesse sugli indispensabile. averi a vista detenuti sui suoi conti. Essa ribadisce la propria disponibilità a intervenire all’occorrenza sul La nuova previsione condizionata di inflazione si situa mercato dei cambi, considerando la situazione valutaria a un livello inferiore rispetto a quella formulata in giugno complessiva. La BNS adegua inoltre la base di calcolo (grafico 1.1). Ciò è principalmente riconducibile per l’interesse negativo applicato agli averi a vista detenuti all’indebolimento delle prospettive di crescita e di inflazione sui suoi conti. all’estero e al rafforzamento del franco. Per l’anno in corso, la previsione si colloca allo 0,4%, ossia a un livello di poco Alla luce dei recenti sviluppi internazionali e delle prospettive inferiore allo 0,6% dello scorso trimestre (tabella 1.1). Per il inflazionistiche in Svizzera, la politica monetaria espansiva 2020, la BNS si attende ora un’inflazione dello 0,2%, contro è tuttora necessaria. La situazione sul mercato dei cambi lo 0,7% di tre mesi fa. Per il 2021 il tasso di inflazione sale rimane fragile e il franco si è apprezzato su base ponderata allo 0,6%, anziché all’1,1% come previsto nel secondo per il commercio estero. Esso continua a presentare una trimestre. La previsione condizionata di inflazione si basa valutazione elevata. sull’assunto che il tasso guida BNS rimanga pari a – 0,75% lungo l’intero orizzonte previsivo. Il tasso di interesse negativo e la disponibilità a intervenire sul mercato dei cambi sono importanti per contrastare In seguito alle accresciute tensioni commerciali e incertezze l’attrattività degli investimenti in franchi e quindi ridurre politiche, i segnali congiunturali globali si sono deteriorati la pressione sul franco. La BNS stabilizza così l’evoluzione negli ultimi mesi. La crescita dell’economia mondiale ha dei prezzi e sostiene l’attività economica. rallentato nel secondo trimestre e la produzione industriale mostra da allora segni di debolezza. La perdita di vigore La BNS adegua la base di calcolo per l’interesse negativo. della congiuntura si accompagna a una riduzione della spesa Quest’ultimo continuerà ad applicarsi a quella porzione per investimenti e dell’interscambio mondiale di beni. Anche degli averi a vista delle banche presso la BNS che eccede un l’aumento dell’occupazione nei paesi industrializzati ha determinato importo in franchigia. D’ora in poi tale importo rallentato rispetto ai trimestri precedenti. Sullo sfondo dei Grafico 1.1 previsione condizionata di inflazione del settembre 2019 Variazione percentuale dell’indice nazionale dei prezzi al consumo rispetto all’anno precedente 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 –0,5 –1,0 –1,5 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Inflazione Previsione del settembre 2019, Previsione del giugno 2019, tasso guida BNS –0,75% tasso guida BNS –0,75% Fonti: BNS e UST. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 5
maggiori rischi congiunturali e della modesta dinamica Il deterioramento del contesto internazionale potrebbe inflazionistica, diverse banche centrali hanno adeguato determinare un temporaneo indebolimento della crescita. il proprio indirizzo monetario e abbassato i tassi di interesse Per l’intero 2019 la BNS si attende un progresso del PIL di riferimento. compreso tra lo 0,5% e l’1%, contro l’1,5% circa della previsione di giugno. Questa correzione è in gran parte Nel suo nuovo scenario di base per l’economia mondiale la riconducibile alla revisione al ribasso dei tassi di crescita BNS rivede al ribasso la propria previsione di crescita per i del PIL per la seconda metà del 2018 e il primo trimestre prossimi trimestri. Nel breve periodo la dinamica internazionale del 2019. dovrebbe risultare modesta. Per il medio termine la BNS si attende però che la congiuntura globale riprenda vigore, Sul mercato ipotecario e immobiliare persistono gli squilibri. anche per effetto delle misure di allentamento monetario. Sia i prestiti ipotecari che i prezzi delle case unifamiliari L’inflazione dovrebbe poi tornare ad aumentare gradualmente. e degli appartamenti di proprietà hanno continuato a crescere leggermente negli scorsi trimestri. I prezzi degli immobili I rischi per l’economia mondiale permangono orientati al residenziali a reddito sono invece lievemente scesi. Tuttavia, ribasso. Fra questi continuano a figurare in primo piano le in particolare in questo segmento sussiste il rischio di una incertezze politiche e le tensioni commerciali, che potrebbero correzione, a seguito del forte incremento dei prezzi negli portare a nuove turbolenze sui mercati finanziari e deteriorare ultimi anni e dell’aumento delle abitazioni sfitte. La BNS ulteriormente il clima di fiducia degli operatori economici. accoglie pertanto con favore la recente revisione delle direttive in materia di autodisciplina delle banche L’economia svizzera ha continuato a crescere a un ritmo nell’ambito degli immobili a reddito. Essa continuerà moderato nel secondo trimestre. Anche il mercato del lavoro a seguire attentamente gli sviluppi sul mercato ipotecario ha mantenuto un andamento positivo. L’occupazione e immobiliare ed esaminerà regolarmente la necessità è ancora aumentata e il tasso di disoccupazione è rimasto di un aggiustamento del cuscinetto anticiclico di capitale. stabilmente basso. Strategia di politica monetaria della BNS all’inflazione di oscillare lievemente durante il ciclo La Banca nazionale svizzera (BNS) ha il mandato legale congiunturale. In secondo luogo, la BNS elabora ogni di assicurare la stabilità dei prezzi, tenendo conto trimestre una previsione di inflazione che riassume la dell’evoluzione congiunturale. sua valutazione riguardo alla situazione e alle misure di politica monetaria necessarie. Tale previsione, basata Per assolvere tale mandato, la BNS ha elaborato una sull’assunto di un tasso di interesse a breve termine strategia di politica monetaria costituita da tre elementi. costante, mostra l’evoluzione dell’IPC attesa dalla BNS In primo luogo, essa assimila la stabilità dei prezzi a per il triennio successivo. In terzo luogo, per l’attuazione un incremento annuo dell’indice nazionale dei prezzi al della propria politica monetaria la BNS fissa il tasso consumo (IPC) inferiore al 2%. In tal modo essa tiene guida BNS, mirando a mantenere in prossimità dello conto del fatto che l’IPC sovrastima leggermente stesso i tassi a breve termine del mercato monetario l’inflazione effettiva e, nello stesso tempo, consente garantito in franchi. Tabella 1.1 inflazione osservata, settembre 2019 2016 2017 2018 2019 2016 2017 2018 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ Inflazione – 1,0 – 0,4 – 0,2 – 0,2 0,5 0,4 0,5 0,8 0,7 1,0 1,1 0,9 0,6 0,6 – 0,4 0,5 0,9 Fonte: UST. previsione condizionata di inflazione del settembre 2019 2019 2020 2021 2022 2019 2020 2021 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. 1 tr. 2 tr. 3 tr. 4 tr. ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ Previsione del giugno 2019, tasso guida BNS – 0,75% 0,6 0,5 0,5 0,7 0,7 0,7 0,8 0,9 1,0 1,2 1,4 1,5 0,6 0,7 1,1 Previsione del settembre 2019, tasso guida BNS – 0,75% 0,3 0,1 0,2 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,8 0,9 1,1 0,4 0,2 0,6 Fonte: BNS. 6 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
2 Grafico 2.1 Contesto economico commercio mondiale di beni Media del periodo illustrato = 100 mondiale Indice 120 115 110 105 100 95 90 Per effetto delle accresciute tensioni commerciali 85 e incertezze politiche internazionali, negli ultimi mesi 80 i segnali congiunturali globali si sono deteriorati. Dopo un andamento solido nei primi tre mesi dell’anno, la crescita 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 dell’economia mondiale ha visibilmente rallentato nel Mondo Paesi emergenti secondo trimestre. Anche nei mesi estivi la produzione Paesi industrializzati nell’industria ha mostrato segni di debolezza in molte Fonti: CPB Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis (CPB) e Thomson regioni e ciò si è accompagnato a una riduzione della spesa Reuters Datastream. per investimenti e del commercio globale di beni (grafico 2.1). I livelli occupazionali nei paesi industrializzati sono ancora saliti, ma a un ritmo inferiore rispetto ai trimestri precedenti. La disoccupazione è calata ulteriormente. Sullo sfondo dei maggiori rischi congiunturali e della modesta dinamica inflazionistica, diverse banche centrali hanno adeguato il proprio indirizzo monetario e abbassato i tassi di interesse di riferimento. Sui mercati finanziari le aspettative sui tassi di riferimento per i paesi industrializzati sono nettamente diminuite. Nel suo nuovo scenario di base per l’economia mondiale, la BNS ha rivisto al ribasso la previsione di crescita di quasi tutti i paesi per i prossimi trimestri. Nel breve periodo la dinamica internazionale dovrebbe risultare modesta. Nel medio termine la BNS si attende però che la congiuntura globale riprenda vigore, per effetto delle misure di allentamento monetario. L’inflazione dovrebbe poi tornare ad aumentare gradualmente. Tabella 2.1 scenario di base per l’evoluzione dell’economia mondiale Scenario 2015 2016 2017 2018 2019 2020 PIL, variazione percentuale sull’anno precedente Economia mondiale 1 3,5 3,5 4,0 4,0 3,4 3,5 Stati Uniti 2,9 1,6 2,4 2,9 2,3 2,0 Area dell’euro 2,0 1,9 2,7 1,9 1,1 1,1 Giappone 1,3 0,6 1,9 0,8 1,0 0,1 Prezzo del petrolio al barile in USD 52,5 43,8 54,3 71,0 63,7 61,0 1 Ponderazione in base alle PPA (Stati Uniti, area dell’euro, Regno Unito, Giappone, Cina, Corea del Sud, India, Brasile e Russia). Fonti: BNS e Thomson Reuters Datastream. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 7
Grafico 2.2 mercati azionari I rischi per l’economia mondiale permangono orientati Indice Indice al ribasso. Fra questi continuano a figurare in primo piano 140 45 le incertezze politiche e le tensioni commerciali, che 130 40 potrebbero portare a nuove turbolenze sui mercati 120 35 finanziari e deteriorare ulteriormente il clima di fiducia degli operatori economici. 110 30 100 25 Le previsioni della Banca nazionale circa l’economia 90 20 mondiale sono fondate su ipotesi relative al prezzo del 80 15 petrolio e al tasso di cambio euro-dollaro USA. Per il 70 10 greggio di qualità Brent la BNS ipotizza un prezzo di 60 5 61 dollari USA al barile, ossia 11 dollari in meno rispetto 2015 2016 2017 2018 2019 allo scenario di base di giugno; per il tasso di cambio euro-dollaro ipotizza invece come in giugno un valore MSCI World (scala sinistra; inizio periodo = 100) di 1.12. Entrambi i valori corrispondono a una media Volatilità implicita (VIX) (scala destra) su 20 giorni, calcolata nel momento dell’allestimento Fonte: Thomson Reuters Datastream. dell’attuale scenario di base. MERCATI INTERNAZIONALI FINANZIARI Grafico 2.3 E DELLE MATERIE PRIME tassi di interesse a lungo termine internazionali Gli sviluppi sui mercati finanziari a partire dalla metà di Titoli di Stato decennali giugno sono stati caratterizzati dal conflitto commerciale % tra Stati Uniti e Cina, dalle incertezze politiche in alcuni 4 paesi industrializzati e dal deterioramento dei segnali congiunturali globali. La volatilità attesa delle azioni 3 statunitensi desunta dai prezzi delle opzioni (VIX) ha registrato un temporaneo forte aumento in agosto, per poi 2 tornare recentemente su livelli normali (grafico 2.2). 1 Anche i mercati azionari hanno mostrato un andamento 0 volatile. Tuttavia, a metà settembre l’indice azionario globale MSCI World si attestava su livelli superiori –1 a quelli di metà giugno. 2015 2016 2017 2018 2019 Stati Uniti Giappone Germania I rendimenti dei titoli di Stato decennali nei paesi Fonte: Thomson Reuters Datastream. industrializzati hanno evidenziato una temporanea flessione, raggiungendo talora nuovi minimi storici come ad esempio in Germania, per poi riprendersi in settembre. Grafico 2.4 In Italia il differenziale di rendimento rispetto agli altri paesi UE si è nettamente ridotto a partire dalla metà tassi di interesse a lungo termine europei dell’anno (grafici 2.3 e 2.4). Titoli di Stato decennali % 5 4 3 2 1 0 –1 2015 2016 2017 2018 2019 Germania Italia Portogallo Francia Spagna Fonte: Thomson Reuters Datastream. 8 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
Lo yen giapponese, considerato una moneta rifugio, si Grafico 2.5 è apprezzato su base ponderata per il commercio estero. Anche il dollaro statunitense ha leggermente guadagnato tassi di cambio Ponderati per il commercio estero valore. L’euro ha mostrato un andamento tendenzialmente piatto, mentre la sterlina britannica ha oscillato per effetto Indice, inizio periodo = 100 della Brexit, ma a metà settembre si situava nuovamente 130 allo stesso livello di metà giugno (grafico 2.5). Sullo sfondo delle tensioni di politica commerciale il renminbi 120 cinese si è ulteriormente deprezzato e, per la prima volta 110 dal 2008, si è attestato al di sopra della soglia di 7 yuan per dollaro statunitense. 100 Il clima di accresciuta incertezza e i timori di un 90 rallentamento della congiuntura mondiale hanno in un primo tempo pesato sul prezzo del petrolio. Tuttavia, 80 le preoccupazioni per le forniture di greggio seguite alla 2015 2016 2017 2018 2019 drastica riduzione della produzione petrolifera in USD JPY EUR GBP Arabia Saudita hanno determinato a metà settembre una ripresa delle quotazioni. I prezzi per i metalli industriali Fonte: Thomson Reuters Datastream. hanno evidenziato forti oscillazioni e recentemente si collocavano su livelli superiori a quelli di tre mesi prima Grafico 2.6 (grafico 2.6). prezzi delle materie prime STATI UNITI Indice, inizio periodo = 100 USD/barile Nel secondo trimestre l’economia statunitense 130 90 è progredita del 2,0% (grafico 2.7). La crescita è stata 120 80 sostenuta da un andamento solido dei consumi privati e da 110 70 un aumento della spesa pubblica, mentre gli investimenti 100 60 e le esportazioni hanno accusato una flessione. Il mercato del lavoro ha mantenuto un’evoluzione favorevole. Il 90 50 numero degli occupati è infatti cresciuto ancora, sebbene 80 40 a un ritmo più lento rispetto allo scorso anno. In agosto 70 30 il tasso di disoccupazione risultava pressoché invariato, al 3,7% (grafico 2.10). 60 20 2015 2016 2017 2018 2019 Secondo gli indicatori mensili, i consumi privati hanno Materie prime Petrolio: Brent (scala destra) di nuovo registrato un forte dinamismo nel terzo trimestre. Metalli industriali Nell’industria l’attività è apparsa tuttavia sottotono. Fonte: Thomson Reuters Datastream. Anche i segnali provenienti dai sondaggi congiunturali sono rimasti deboli (grafico 2.9). La BNS si attende una crescita del PIL del 2,3% per il 2019 e del 2,0% per il Grafico 2.7 2020 (tabella 2.1), ipotizzando che nei prossimi trimestri l’attività industriale riprenda gradualmente slancio. Gli pil reale: paesi industrializzati effetti dell’inasprimento del conflitto commerciale con la Variazione rispetto al periodo precedente Cina sono tuttavia molto incerti. % 6 L’inflazione annua misurata in base all’indice dei prezzi 5 al consumo è apparsa stabile negli ultimi mesi, attestandosi 4 in agosto all’1,7% (grafico 2.11). Il rincaro dei prezzi 3 energetici ha rallentato, mentre l’inflazione di fondo è aumentata al 2,4% (grafico 2.12). L’inflazione misurata 2 in base al deflatore dei consumi è risultata in luglio 1 pressoché invariata all’1,4% e quindi ancora al di sotto 0 dell’obiettivo della Federal Reserve (Fed). –1 –2 2015 2016 2017 2018 2019 Stati Uniti Giappone Area dell’euro Fonte: Thomson Reuters Datastream. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 9
Grafico 2.8 Con due interventi di 25 punti base ciascuno in luglio e in settembre, la Fed ha ridotto la fascia obiettivo per il pil reale: paesi emergenti tasso di interesse di riferimento all’1,75%-2,0%, dopo Variazione rispetto al periodo precedente averla aumentata per l’ultima volta nel dicembre 2018 % % (grafico 2.13). Con i recenti interventi la Fed intende 15 7,5 contrastare il rischio di un indebolimento congiunturale. 10 7,0 La Fed ha inoltre interrotto la riduzione del proprio bilancio già in agosto, ovvero due mesi prima del previsto. 5 6,5 0 6,0 AREA DELL’EURO –5 5,5 Nell’area dell’euro la crescita del PIL nel secondo trimestre è stata pari allo 0,8%, collocandosi nuovamente –10 5,0 al di sotto del suo potenziale, dopo il netto progresso 2015 2016 2017 2018 2019 del primo trimestre (grafico 2.7). Il rallentamento è in gran India 1 Russia parte riconducibile alla Germania, dove l’attività Brasile Cina 1 (scala destra) economica è diminuita. L’industria tedesca è stata infatti 1 Destagionalizzazione: BNS. fortemente colpita dal calo del commercio globale Fonti: CEIC e Thomson Reuters Datastream. di beni. L’andamento sul mercato del lavoro è rimasto complessivamente positivo; il tasso di disoccupazione è sceso ancora in luglio, al 7,5%, avvicinandosi così ai Grafico 2.9 minimi storici dalla creazione dell’area dell’euro (7,3%). indici dei responsabili degli acquisti dell’industria Le inchieste condotte presso le aziende e le economie domestiche indicano per il breve periodo un’evoluzione Indice della congiuntura ancora contenuta. A causa della 62 maggiore incertezza, probabilmente le aziende adotteranno 60 un approccio più cauto negli investimenti e i consumatori 58 risparmieranno di più. Nell’industria le aspettative circa 56 l’attività di esportazione restano deboli. Alla luce di ciò, 54 la BNS rivede al ribasso le previsioni di crescita per l’area 52 dell’euro, all’1,1%, sia per il 2019 che per il 2020 50 (tabella 2.1). La BNS si attende tuttavia che nel medio 48 termine la crescita economica si consoliderà grazie 46 a una politica monetaria più espansiva e a un andamento 2015 2016 2017 2018 2019 favorevole dei redditi delle economie domestiche. Stati Uniti Area dell’euro Le prospettive di crescita sono però esposte a rischi Giappone Cina accentuati, correlati alle tensioni commerciali Fonti: Institute for Supply Management (ISM) e Markit Economics Limited. internazionali e alla Brexit. Negli ultimi mesi l’inflazione dei prezzi al consumo Grafico 2.10 nell’area dell’euro è diminuita, attestandosi all’1,0% in agosto (grafico 2.11). Tale flessione è riconducibile tassi di disoccupazione prevalentemente ai prezzi energetici più bassi. Anche % l’inflazione di fondo si è mantenuta su livelli modesti, 14 oscillando, come già da alcuni anni, intorno all’1,0% (grafico 2.12). 12 A metà settembre la BCE ha ridotto il tasso di interesse 10 sui depositi di 10 punti base a – 0,50%. Essa si attende 8 che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché le dinamiche 6 dell’inflazione non risulteranno sufficientemente consolidate. La BCE ha inoltre stabilito di riprendere gli 4 acquisti netti a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro 2 a partire da novembre 2019. La BCE si attende che il programma di acquisto di attività terminerà poco prima 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 dell’innalzamento dei propri tassi di riferimento. Stati Uniti Giappone Area dell’euro Fonte: Thomson Reuters Datastream. 10 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
GIAPPONE Grafico 2.11 prezzi al consumo In Giappone il PIL è aumentato dell’1,3% nel secondo Variazione rispetto all’anno precedente trimestre dopo il progresso del 2,2% nei tre mesi precedenti (grafico 2.7). Nel primo semestre l’economia % nipponica è quindi cresciuta nettamente al di sopra del 3,0 potenziale. Sostenuta da un periodo festivo straordinario 2,5 di dieci giorni, la domanda interna ha messo a segno un 2,0 forte incremento nel secondo trimestre. Le esportazioni 1,5 sono invece ristagnate e ciò si è rispecchiato in una debole 1,0 dinamica dell’attività industriale. 0,5 0,0 Mentre l’andamento è risultato complessivamente –0,5 migliore rispetto alle aspettative nel primo semestre, le –1,0 prospettive congiunturali si sono offuscate. Soprattutto 2015 2016 2017 2018 2019 nell’industria il clima di fiducia è nettamente peggiorato Stati Uniti Area dell’euro negli ultimi mesi. Le aziende esportatrici temono tra Giappone Cina l’altro una fase di debolezza degli investimenti a livello Fonte: Thomson Reuters Datastream. globale, di cui risentirebbero fortemente in seguito al loro marcato orientamento proprio ai beni di investimento. Al contempo anche la fiducia dei consumatori è diminuita, Grafico 2.12 in parte a causa dell’aumento dell’IVA previsto per ottobre 2019. L’adozione di misure congiunturali per un importo inflazione di fondo 1 pari all’1% del PIL, tra cui investimenti infrastrutturali Variazione rispetto all’anno precedente e un programma per l’istruzione gratuita, dovrebbe % tuttavia mitigare gli effetti negativi di tale aumento fiscale. 4 A seguito dell’atteso rallentamento della crescita nel secondo semestre, la BNS si aspetta per il 2019 una 3 crescita del PIL dell’1,0% e quindi leggermente al di sopra 2 del potenziale; per il 2020 è invece attesa praticamente 1 una stagnazione (tabella 2.1). 0 L’inflazione dei prezzi al consumo è diminuita per effetto –1 del minore rincaro dei prodotti energetici, attestandosi in –2 luglio allo 0,5% (grafico 2.11), mentre l’inflazione di fondo 2015 2016 2017 2018 2019 è rimasta pressoché invariata allo 0,3% (grafico 2.12). Stati Uniti Area dell’euro Il programma di istruzione gratuita previsto dal governo Giappone Cina attenuerà in parte l’effetto inflazionistico comportato 1 Esclusi prodotti alimentari ed energetici. dall’aumento dell’IVA. Le aspettative per l’inflazione Fonte: Thomson Reuters Datastream. a più lungo termine, basate sulle indagini condotte presso le aziende, hanno mostrato un andamento tendenzialmente piatto, rimanendo nettamente al di sotto dell’obiettivo del 2% perseguito dalla banca centrale nipponica. Alla luce della dinamica inflazionistica modesta, la Bank of Japan intende mantenere l’attuale basso livello dei tassi di interesse per un periodo esteso e comunque almeno fino alla primavera del 2020. La banca centrale nipponica ha inoltre ribadito di essere pronta ad adottare ulteriori misure di allentamento in caso di necessità. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 11
Grafico 2.13 CINA tassi di interesse ufficiali In Cina la crescita del PIL è rallentata al 5,8% nel secondo % % trimestre (grafico 2.8). L’attività industriale ha perso 2,5 6,0 ulteriormente slancio, mentre il settore dei servizi ha 2,0 5,5 registrato una forte espansione. 1,5 5,0 1,0 4,5 Nei prossimi trimestri la crescita economica dovrebbe 0,5 4,0 rimanere stabile grazie a un andamento tuttora solido dei servizi. La dinamica nel settore industriale dovrebbe 0,0 3,5 indebolirsi ancora leggermente, anche a causa dell’acuirsi –0,5 3,0 delle tensioni di politica commerciale con gli Stati Uniti. 2015 2016 2017 2018 2019 Il governo statunitense intende infatti imporre un dazio Stati Uniti 1 Area dell’euro 3 supplementare del 15% su determinate esportazioni cinesi Giappone 2 Cina 4 (scala destra) per un valore annuo di 300 miliardi di dollari USA, in due 1 Tasso sui federal funds (soglia superiore della fascia obiettivo). fasi successive in settembre e dicembre. È inoltre previsto 2 Tasso obiettivo sui crediti overnight. 3 Tasso di interesse sui depositi. un aumento dal 25% al 30% dei dazi già applicati sulle 4 Tasso sui prestiti a un anno. esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti per un valore Fonte: Thomson Reuters Datastream. di circa 250 miliardi di dollari USA. Il governo cinese ha annunciato da parte sua l’applicazione di dazi supplementari tra il 5% e il 10% su determinate Grafico 2.14 importazioni dagli Stati Uniti. base monetaria In rapporto al PIL Dalla politica economica potrebbero provenire impulsi di stimolo per la congiuntura. Già in primavera il governo % ha deciso di aumentare sensibilmente la spesa in 100 infrastrutture per l’anno in corso e di ridurre l’imposizione 90 fiscale per aziende e privati. In settembre l’istituto centrale 80 ha abbassato il coefficiente della riserva minima di 70 50 punti base al fine di mantenere sostanzialmente stabile 60 la liquidità nel sistema bancario. La BNS prevede per 50 la Cina una crescita del PIL del 6,2% per il 2019 e del 5,9% 40 per il 2020. 30 20 BRASILE, INDIA E RUSSIA 10 2015 2016 2017 2018 2019 Negli altri grandi paesi emergenti la congiuntura è rimasta Stati Uniti Giappone Area dell’euro priva di slancio (grafico 2.8). La politica economica Fonte: Thomson Reuters Datastream. in questi paesi sta divenendo visibilmente più espansiva e dovrebbe quindi sostenere la crescita del PIL nei prossimi trimestri. In India la banca centrale ha ridotto i tassi di interesse di riferimento già quattro volte quest’anno, prospettando altresì ulteriori ritocchi. A beneficiarne dovrebbero essere in particolare gli investimenti privati, che da diverso tempo risentono della stagnazione dell’attività creditizia. Impulsi positivi dovrebbero inoltre continuare a provenire dalla spesa pubblica in infrastrutture. Anche in Brasile la politica monetaria è già espansiva. In Russia i prezzi petroliferi più bassi rallenteranno la congiuntura per l’anno in corso. Il varo di progetti infrastrutturali pubblici dovrebbe compensare soltanto in parte gli effetti negativi prodotti dal prezzo del greggio. 12 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
3 Grafico 3.1 Evoluzione economica pil reale in Svizzera % Indice 1° trim. 2010 = 100 5 118 4 117 3 116 2 115 1 114 0 113 –1 112 Nel secondo trimestre l’economia svizzera ha continuato –2 111 a crescere a un ritmo moderato. Secondo la prima stima, –3 110 il PIL è aumentato dell’1,1%. –4 109 2015 2016 2017 2018 2019 In base agli indicatori congiunturali, la dinamica economica Variazione rispetto al periodo precedente ha perso ulteriormente vigore nei mesi estivi, soprattutto Livello (scala destra) a causa della debolezza globale dell’industria. Le tensioni commerciali internazionali e gli sviluppi politici hanno Fonte: Segreteria di Stato dell’economia (SECO). diffuso incertezza tra gli operatori economici in tutto il mondo e comportato una contrazione nell’industria Grafico 3.2 manifatturiera e nel commercio internazionale di beni. A risentirne in Svizzera sono in particolare la produzione business cycle index della bns e le esportazioni di beni strumentali. L’apprezzamento del franco negli ultimi mesi costituisce un ulteriore freno. Standardizzato 1,5 Per contro, il mercato del lavoro rimane un importante 1,0 fattore di sostegno. L’attività lavorativa ha continuato 0,5 a crescere e il tasso di disoccupazione è rimasto su livelli 0,0 bassi fino ad agosto. –0,5 –1,0 Per il 2019, la BNS si attende ora una crescita del PIL compresa tra lo 0,5% e l’1,0%. In occasione dell’esame –1,5 della situazione economica e monetaria di giugno, la –2,0 BNS aveva previsto ancora un tasso di progressione pari –2,5 all’1,5% circa per l’anno in corso. La correzione della –3,0 previsione rispecchia in gran parte la revisione dei dati per 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 gli scorsi trimestri. L’indebolimento della congiuntura mondiale e l’apprezzamento del franco potrebbero inoltre Fonte: BNS. rallentare la crescita nella seconda metà dell’anno. PRODUZIONE E DOMANDA Grafico 3.3 Crescita degli ultimi tre anni superiore pmi dell’industria e barometro a quanto ritenuto finora... congiunturale kof I dati di contabilità nazionale rivisti dall’Ufficio federale Indice Indice di statistica (UST) indicano per gli ultimi tre anni una 70 120 crescita del PIL superiore a quanto ritenuto finora. La 65 115 correzione al rialzo dei dati annuali si è riflessa anche sulle 60 110 stime trimestrali della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), in base alle quali il periodo intercorso tra il 55 105 secondo trimestre 2017 e il secondo trimestre 2018 ha 50 100 rappresentato, con una crescita media del 3,4%, la fase di 45 95 espansione più forte dalla crisi finanziaria (grafico 3.1). 40 90 35 85 ...ma più debole da metà 2018 30 80 Tuttavia, secondo i nuovi dati trimestrali questo boom di 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 breve durata si è concluso in modo più brusco rispetto a quanto indicato finora. La dinamica di crescita dal terzo PMI Barometro congiunturale KOF (scala destra) trimestre 2018 è stata infatti rivista nettamente al ribasso. Fonti: Centro di ricerche congiunturali (KOF) dell’ETH di Zurigo e Credit Suisse. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 13
Secondo le più recenti stime trimestrali, nel terzo trimestre a causa del debole andamento nella seconda metà del 2018, 2018 la crescita del PIL è stata pari a – 1,2% (invece che esso si è attestato su un livello superiore appena dello a – 0,7% come ritenuto in precedenza), nel quarto trimestre 0,2% a quello dell’anno scorso. Ancora una volta la crescita 2018 a – 0,3% (invece che all’1,3%) e nel primo trimestre è stata trainata principalmente dall’industria. Il risultato 2019 all’1,6% (invece che al 2,3%). Di conseguenza la è da ricondurre soprattutto al comparto farmaceutico crescita del PIL nel 2019 risulta inferiore di mezzo punto tuttora in espansione, che rispetto agli altri rami percentuale. dell’industria manifatturiera è nettamente meno influenzato dal contesto congiunturale internazionale. Indicatori congiunturali più positivi della crescita La domanda finale ha ristagnato, pur con un leggero del PIL nella seconda metà del 2018 aumento della spesa per i consumi privati. L’analisi di una vasta gamma di informazioni indica che la congiuntura ha rallentato gradualmente dall’inizio Segnali di indebolimento del 2018. Gli indicatori del mercato del lavoro e le La dinamica congiunturale si è ulteriormente indebolita inchieste presso le aziende non evidenziano un andamento negli ultimi mesi. Da giugno, il BCI della BNS si situa al congiunturale nella seconda metà del 2018 così debole di sotto della sua media di lungo periodo e mostra una come quello delineato dalla più recente stima del PIL. tendenza al ribasso. Il valore di agosto indica una crescita Secondo il Business Cycle Index (BCI) della BNS, che economica ancora solo molto modesta. Anche dai offre una lettura sintetica dell’andamento congiunturale, la colloqui che i delegati alle relazioni economiche regionali dinamica è rimasta nella media anche nella seconda metà della BNS hanno svolto con le imprese emerge un del 2018: nel BCI standardizzato ciò equivale a un valore ulteriore rallentamento della crescita nel terzo trimestre pari a zero (grafico 3.2). (cfr. Segnali congiunturali da pag. 28). Crescita moderata del PIL nel secondo trimestre 2019 Il barometro KOF e l’indice PMI nell’industria Nel secondo trimestre 2019 la crescita del PIL è stata manifatturiera segnalano parimenti una perdurante fase moderata, in linea con le aspettative. Secondo una prima di debolezza (grafico 3.3). Fino ad agosto il barometro stima della SECO, il PIL è aumentato dell’1,1%, dopo un KOF è rimasto sotto il valore di 100 punti, che corrisponde incremento dell’1,6% nel trimestre precedente. Tuttavia, alla crescita media di lungo periodo. L’indice PMI Tabella 3.1 pil reale e sue componenti Tassi di crescita in percentuale rispetto al periodo precedente, annualizzati 2015 2016 2017 2018 2017 2018 2019 3◦ tr. 4◦ tr. 1◦ tr. 2◦ tr. 3◦ tr. 4◦ tr. 1◦ tr. 2◦ tr. Consumi privati 1,7 1,4 1,2 1,0 1,9 0,8 1,0 1,1 0,1 1,0 1,2 1,4 Consumi pubblici 1,1 1,3 1,2 0,3 1,7 1,6 – 1,6 0,2 – 0,2 1,5 2,2 0,5 Investimenti fissi 2,3 2,5 3,4 1,1 3,0 3,1 4,1 – 1,6 – 5,0 – 2,2 6,7 – 2,6 Costruzioni 1,6 – 0,2 1,5 1,2 2,6 4,4 – 1,2 2,9 – 0,3 – 0,8 1,8 – 0,4 Beni strumentali 2,7 4,3 4,6 1,1 3,2 2,3 7,4 – 4,1 – 7,7 – 3,0 9,8 – 3,9 Domanda interna finale 1,8 1,7 1,8 0,9 2,2 1,5 1,5 0,2 – 1,3 0,2 2,8 0,2 Variazione delle scorte 1 – 0,4 – 1,4 0,0 0,6 – 8,2 12,6 – 5,7 6,0 0,0 – 11,4 0,1 1,2 Esportazioni totali 2 2,6 6,5 3,8 4,5 17,6 – 6,3 17,4 – 6,8 – 8,1 20,8 4,0 – 2,3 Beni 2 2,6 5,9 5,2 5,9 18,8 – 9,0 21,8 – 5,6 – 12,8 38,0 2,6 – 3,1 Beni, escl. commercio di transito 2 0,7 5,8 5,8 4,4 6,1 1,8 7,3 4,2 – 11,3 28,3 3,9 1,3 Servizi 2,4 7,6 1,1 1,6 15,1 – 0,8 9,3 – 9,0 1,7 – 7,9 7,1 – 0,7 Importazioni totali 2 3,0 4,4 4,4 2,4 0,9 14,4 2,5 – 2,2 – 10,1 1,1 7,7 – 2,6 Beni 2 0,0 3,8 5,2 6,2 0,8 24,8 7,8 0,4 – 12,7 3,1 11,8 – 6,7 Servizi 8,8 5,5 2,8 – 4,3 1,1 – 3,2 – 6,9 – 7,3 – 4,7 – 2,8 – 0,2 6,3 Esportazioni nette 3 0,1 1,6 0,2 1,4 9,0 – 9,8 8,5 – 2,9 0,0 10,9 – 1,0 – 0,2 PIL 1,3 1,7 1,8 2,8 2,7 4,2 4,1 3,3 – 1,2 – 0,3 1,6 1,1 1 Contributo alla crescita in punti percentuali (incl. discrepanza statistica). 2 Esclusi gli oggetti di valore (oro non monetario e altri metalli preziosi, pietre preziose e semi-preziose nonché oggetti d’arte e di antiquariato). 3 Contributo alla crescita in punti percentuali. Fonte: SECO. 14 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
nell’industria manifatturiera calcolato da Credit Suisse Grafico 3.4 è tornato a crescere leggermente in agosto, ma permane tasso di disoccupazione nettamente al di sotto della soglia di crescita di 50 punti. % MERCATO DEL LAVORO 6 5 Il mercato del lavoro ha mostrato un’evoluzione nel 4 complesso favorevole. L’attività lavorativa e anche l’occupazione hanno continuato a crescere, mentre la 3 disoccupazione è rimasta a un livello basso. 2 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Tasso di disoccupazione stabile SECO, dati destagionalizzati SECO Il numero delle persone disoccupate iscritte presso gli ILO, dati destagionalizzati ILO uffici regionali di collocamento (URC) è variato soltanto SECO: disoccupati iscritti presso gli uffici regionali di collocamento, come quota di poco negli ultimi mesi, attestandosi a fine agosto, al percentuale delle persone attive. Il numero delle persone attive si basa sui censimenti netto delle fluttuazioni stagionali, a 106 000 unità circa. Il della popolazione del 2000 e del 2010 e sulle medie triennali delle rilevazioni strutturali dal 2012 al 2014 e dal 2015 al 2017. tasso di disoccupazione destagionalizzato calcolato dalla ILO: tasso di disoccupazione secondo la definizione dell’Organizzazione SECO si collocava a fine agosto al 2,3% (grafico 3.4). internazionale del lavoro. Fonti: SECO e Ufficio federale di statistica (UST). L’Ufficio federale di statistica (UST) elabora inoltre un tasso di disoccupazione secondo la definizione Grafico 3.5 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). La relativa base di dati è costituita dalla Rilevazione sulle persone occupate forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), un’indagine condotta trimestralmente presso le economie domestiche, in cui % In migliaia di persone vengono censite anche le persone in cerca d’impiego che 3,0 5 300 non sono o non sono più iscritte come disoccupate presso 2,5 5 200 gli URC. Il tasso di disoccupazione calcolato dall’UST 2,0 5 100 secondo la definizione ILO si situa pertanto al di sopra di 1,5 5 000 quello della SECO. Nel secondo trimestre 2019 il tasso 1,0 4 900 di disoccupazione ILO destagionalizzato è sceso al 4,5%. 0,5 4 800 0,0 4 700 Ulteriore aumento dell’attività lavorativa –0,5 4 600 Il numero destagionalizzato delle persone occupate, –1,0 4 500 secondo la relativa statistica (SPO), è aumentato dell’1,1% –1,5 4 400 nel secondo trimestre (grafico 3.5). La crescita si è dunque 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 attestata all’incirca nella media di lungo periodo. La SPO Variazione rispetto al periodo precedente misura l’attività lavorativa presso le economie domestiche Livello (scala destra) e si basa perlopiù sulla RIFOS. Fonte: UST; destagionalizzazione: BNS. La statistica dell’impiego (STATIMP), per contro, rileva l’occupazione dal lato delle aziende e risulta da un Grafico 3.6 sondaggio condotto tra le imprese. Secondo la STATIMP, nel secondo trimestre il numero di impieghi in equivalenti impieghi in equivalenti a tempo pieno a tempo pieno è cresciuto solo leggermente (grafico 3.6). Indice, inizio periodo = 100 L’occupazione nell’industria manifatturiera e nel settore 115,0 delle costruzioni è aumentata sensibilmente, mentre 112,5 i comparti dei servizi hanno registrato solo un lieve incremento degli impieghi in equivalenti a tempo pieno. 110,0 107,5 105,0 102,5 100,0 97,5 95,0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Totale Costruzioni Industria Servizi Fonte: UST; destagionalizzazione: BNS. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 15
Grafico 3.7 UTILIZZO DELLE CAPACITÀ output gap Output gap chiuso % Un indicatore della misura in cui sono impiegati i fattori 1,5 produttivi di un’economia è costituito dall’output gap, 1,0 calcolato come scostamento percentuale del PIL effettivo 0,5 rispetto al potenziale produttivo stimato dell’intera 0,0 economia. Sulla base dei dati trimestrali del PIL, le stime –0,5 indicano un output gap chiuso. Secondo il potenziale –1,0 produttivo stimato con l’ausilio di una funzione di produzione, l’output gap si situava nel secondo trimestre –1,5 2019 allo 0,1%, rispetto allo 0,2% nel periodo precedente. –2,0 Altri metodi di stima del potenziale produttivo (filtro –2,5 di Hodrick-Prescott e filtro multivariato) confermano 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 che l’output gap è chiuso (grafico 3.7). Funzione di produzione Filtro MV Filtro HP Dalle inchieste emerge ancora un quadro eterogeneo Fonte: BNS. Dalle varie inchieste sull’utilizzo dei fattori produttivi è emerso un quadro molto eterogeneo nel secondo trimestre. Nel complesso esse indicavano tuttavia un grado di utilizzo delle capacità produttive normale. Grafico 3.8 utilizzo delle capacità nell’industria Secondo l’inchiesta del Centro di ricerche congiunturali KOF, il grado di utilizzo delle capacità tecniche % dell’industria manifatturiera ha continuato a diminuire 85 nel secondo trimestre, attestandosi all’80,1%, ossia 84 nettamente al di sotto della media di lungo periodo 83 (grafico 3.8). Questo segnale non è tuttavia confermato da 82 altre fonti. Il centro KOF interpella le aziende anche 81 in merito alla propria valutazione delle capacità tecniche 80 attuali. Queste ultime le considerano ancora leggermente 79 insufficienti. Anche i colloqui svolti dai delegati alle relazioni economiche regionali della BNS con le imprese 78 indicano un grado di utilizzo normale. Nel settore delle 77 costruzioni questo stesso indicatore si è mantenuto nel 76 secondo trimestre su livelli leggermente superiori alla sua 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 media di lungo periodo (grafico 3.9). Nei comparti del Grado di utilizzo Media di lungo termine terziario, le inchieste denotano un grado di utilizzo delle Fonte: Centro di ricerche congiunturali (KOF) dell’ETH di Zurigo. capacità tecniche superiore alla media. La dotazione di personale continua a essere insufficiente. Grafico 3.9 Dalle indagini condotte nei diversi comparti sulla situazione della manodopera risulta che per le imprese utilizzo delle capacità nelle costruzioni è ancora difficile reperire personale. % 80 79 78 77 76 75 74 73 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Grado di utilizzo Media di lungo termine Fonte: Centro di ricerche congiunturali (KOF) dell’ETH di Zurigo. 16 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
Grafico 3.10 PROSPETTIVE pmi dell’industria, all’estero Le prospettive per l’economia svizzera si sono 27 paesi; ponderato per le esportazioni leggermente offuscate rispetto a quelle formulate in Indice occasione dell’esame della situazione economica 60 e monetaria di giugno. Un motivo preponderante è l’indebolimento della congiuntura globale secondo lo 58 scenario di base per l’economia mondiale (cfr. capitolo 2). 56 Attualmente non sono ancora visibili segnali di un nuovo 54 slancio del ciclo industriale globale (grafico 3.10) e di 52 una ripresa del commercio internazionale. A ciò si aggiunge l’apprezzamento del franco, che pregiudica la 50 competitività di prezzo dell’export. Il peggioramento 48 di molti indicatori congiunturali osservato ormai da tempo 46 si rivela di conseguenza più marcato e persistente di quanto inizialmente ipotizzato. 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Fonti: BNS, Fondo monetario internazionale – Direction of Trade Statistics (FMI – Ciononostante, non tutti i segnali congiunturali indicano DOTS) e Thomson Reuters Datastream. un deterioramento. Come mostrano le inchieste KOF, l’andamento degli affari continua a essere valutato positivamente in tutti i comparti. Anche le aspettative Grafico 3.11 riguardo all’evoluzione dell’attività per i prossimi sei mesi non sono cambiate nel complesso in maniera significativa aspettative sull’andamento dell’attività negli ultimi trimestri. Persino nell’industria secondo le nell’industria ultime rilevazioni le imprese erano cautamente ottimiste Variazione delle aspettative relative ai successivi 6 mesi (grafico 3.11). Anche le prospettive occupazionali, che Indice si riconfermano positive, fanno ben sperare (grafico 3.12). 25 20 Per il 2019 la BNS si attende ora una crescita del PIL 15 compresa tra lo 0,5% e l’1,0%, rispetto all’1,5% circa di 10 giugno. Questa correzione è in gran parte riconducibile 5 alla revisione dei dati per i trimestri scorsi, che riducono la 0 crescita annua del 2019 di mezzo punto percentuale. Il –5 deterioramento delle aspettative per la seconda metà –10 dell’anno comporta una diminuzione della previsione di –15 0,2 punti percentuali. Di conseguenza, la stima della BNS –20 sul futuro andamento congiunturale è cambiata in misura 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 meno marcata di quanto lasci supporre la correzione della crescita annuale prevista. Il tasso di disoccupazione Fonte: Centro di ricerche congiunturali (KOF) dell’ETH di Zurigo. non dovrebbe presentare variazioni significative nel restante periodo dell’anno. Grafico 3.12 Come per lo scenario di base dell’economia mondiale, anche riguardo alle prospettive economiche per prospettive occupazionali la Svizzera i rischi restano orientati al ribasso. Un Dati destagionalizzati, standardizzati indebolimento della congiuntura all’estero più forte del 2,0 previsto si trasmetterebbe rapidamente alla Svizzera. 1,5 1,0 0,5 0,0 –0,5 –1,0 –1,5 –2,0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 BNS UST 1 KOF 1 Destagionalizzazione: BNS. Fonti: Centro di ricerche congiunturali (KOF) dell’ETH di Zurigo, relazioni economiche regionali della BNS e UST. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 17
4 PREZZI AL CONSUMO Prezzi e aspettative Tasso di inflazione annuo in calo Dopo essere rimasto sostanzialmente invariato nel primo di inflazione semestre del 2019, il tasso di inflazione annuo IPC si è dimezzato allo 0,3% in luglio e agosto (tabella 4.1). Ad eccezione degli affitti di abitazioni, tutte le componenti principali dell’IPC hanno contribuito a tale calo. Decelerazione del rincaro dei prodotti importati... Il rincaro dei beni e servizi importati ha rallentato, Nel terzo trimestre del 2019 il tasso di inflazione annuo attestandosi in agosto ad appena lo 0,1%. Il contributo misurato dall’indice nazionale dei prezzi al consumo dei prodotti esteri al tasso di inflazione annuo IPC (IPC) è diminuito, dopo essere rimasto pressoché invariato è così sceso praticamente a zero (grafico 4.1) e quello nel primo semestre. Anche le misure dell’inflazione dei prodotti petroliferi è risultato persino negativo. di fondo hanno registrato un calo, mantenendosi in prossimità del tasso di inflazione annuo IPC. ...e dei prodotti interni Anche il rincaro dei beni e servizi interni è diminuito, Le aspettative di inflazione sono rimaste perlopiù invariate collocandosi in agosto allo 0,4% (grafico 4.2) e segnando e, analogamente al tasso di inflazione annuo IPC e alle la fine del rialzo moderato, ma continuo, cominciato misure dell’inflazione di fondo, si situano nell’area della a inizio 2018. A tale contrazione hanno contribuito sia stabilità dei prezzi che la BNS assimila a un incremento i beni che i servizi, esclusi gli affitti di abitazioni. annuo dell’IPC inferiore al 2%. Rincaro degli affitti stabile Il rincaro degli affitti è rimasto stabile. Nell’agosto 2019 i canoni di locazione rilevati trimestralmente risultavano dello 0,5% superiori al livello di un anno prima. Il tasso di interesse di riferimento determinante per gli adeguamenti degli affitti a seguito delle modifiche dei tassi ipotecari permane invariato all’1,5% dal giugno 2017 (grafico 4.3). Tabella 4.1 indice nazionale dei prezzi al consumo e sue componenti Variazione percentuale rispetto all’anno precedente 2018 2018 2019 2019 3◦ tr. 4◦ tr. 1◦ tr. 2◦ tr. Giugno Luglio Agosto IPC, indice totale 0,9 1,1 0,9 0,6 0,6 0,6 0,3 0,3 Beni e servizi interni 0,4 0,5 0,5 0,6 0,7 0,7 0,4 0,4 Beni 0,8 1,0 1,2 0,9 0,9 0,8 0,5 0,6 Servizi 0,3 0,4 0,3 0,5 0,6 0,7 0,4 0,4 Servizi privati, esclusi gli affitti di abitazioni 0,7 0,9 0,7 0,7 0,9 1,0 0,5 0,6 Affitti di abitazioni 0,4 0,3 0,4 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 Servizi pubblici – 0,8 – 0,8 – 0,7 0,1 – 0,1 – 0,2 – 0,2 – 0,5 Beni e servizi esteri 2,4 3,0 2,1 0,7 0,6 0,4 0,1 0,1 Esclusi i prodotti petroliferi 1,1 1,1 0,6 0,6 0,7 0,9 0,4 0,6 Prodotti petroliferi 11,9 16,6 12,5 1,1 0,1 – 3,2 – 2,6 – 3,5 Fonti: BNS e UST. 18 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
Inflazione di fondo prossima al tasso di inflazione annuo Grafico 4.1 Nel complesso le misure dell’inflazione di fondo hanno ipc: beni e servizi interni ed esteri subito variazioni solo marginali dall’autunno del 2017 Variazione percentuale dell’IPC rispetto all’anno precedente; (grafico 4.4). Negli ultimi tre mesi sono diminuite a un contributi delle componenti in punti percentuali. ritmo leggermente inferiore al tasso di inflazione annuo 1,5 IPC, cosicché la distanza tra le misure dell’inflazione di fondo e il tasso di inflazione annuo IPC si è ridotta 1,0 ulteriormente. Nell’agosto 2019 la media troncata 0,5 calcolata dalla BNS (TM15) corrispondeva al tasso di 0,0 inflazione annuo IPC dello 0,3%, mentre il tasso –0,5 di inflazione di fondo 1 elaborato dall’UST (UST1) si è attestato a un livello leggermente superiore, pari –1,0 allo 0,4%. –1,5 2015 2016 2017 2018 2019 UST1 e TM15 si basano ambedue sui prezzi di un paniere Totale Beni e servizi interni ridotto di beni. Mentre nel calcolo dell’UST1 vengono Beni e servizi esteri, escl. i prodotti petroliferi esclusi energia e carburanti, nonché prodotti freschi Prodotti petroliferi e stagionali, in quello della TM15 vengono eliminati ogni Fonti: BNS e UST. mese i prodotti con le variazioni di prezzo più marcate (il 15% delle variazioni annue dei prezzi, a entrambe le estremità della distribuzione). Grafico 4.2 PREZZI ALLA PRODUZIONE E ALL’IMPORTAZIONE ipc: beni e servizi interni Variazione percentuale dell’IPC rispetto all’anno precedente; Prezzi dell’offerta aggregata in calo contributi delle componenti in punti percentuali. Da inizio 2019 i prezzi dell’offerta aggregata (prezzi alla 0,8 produzione e all’importazione) si situano a un livello 0,6 inferiore a quello dell’anno scorso. Nell’agosto 2019 il 0,4 loro tasso di incremento risultava pari a – 1,9% 0,2 (grafico 4.5). Dopo essersi attestato a un valore di poco 0,0 inferiore a zero nei primi mesi dell’anno, è calato –0,2 ulteriormente in territorio negativo negli ultimi mesi, soprattutto per effetto dei prezzi all’importazione, scesi –0,4 in misura nettamente più marcata rispetto ai prezzi alla –0,6 produzione. –0,8 2015 2016 2017 2018 2019 Beni e servizi interni totali Beni Servizi, escl. gli affitti di abitazioni Affitti di abitazioni Fonti: BNS e UST. Grafico 4.3 affitti di abitazioni % 2,00 1,75 1,50 1,25 1,00 0,75 0,50 0,25 0,00 2015 2016 2017 2018 2019 Affitti di abitazioni (variazione rispetto all’anno precedente) Tasso ipotecario di riferimento Fonti: Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) e UST. Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre 19
Grafico 4.4 ASPETTATIVE DI INFLAZIONE inflazione di fondo Variazione rispetto all’anno precedente Aspettative di inflazione in linea con la stabilità dei prezzi % Tanto le aspettative di inflazione a breve termine quanto 1,5 quelle a lungo termine permangono in territorio 1,0 leggermente positivo. Esse risultano pertanto in linea con l’obiettivo della stabilità dei prezzi che la BNS assimila 0,5 a un incremento annuo dellʼIPC inferiore al 2%. 0,0 Aspettative di inflazione a breve ancora in territorio –0,5 leggermente positivo –1,0 Secondo l’inchiesta mensile sui mercati finanziari svolta in Svizzera da Credit Suisse e CFA Society Switzerland, –1,5 nell’agosto 2019 una netta maggioranza degli analisti 2015 2016 2017 2018 2019 intervistati si aspettava un andamento stabile del tasso di IPC TM15 UST1 inflazione nei successivi sei mesi (grafico 4.6), mentre Fonti: BNS e UST. dei partecipanti restanti circa la metà prevedeva un aumento e l’altra metà un calo. Dal momento che in luglio il tasso di inflazione annuo IPC si attestava allo 0,3%, in base ai risultati dell’inchiesta le aspettative di inflazione Grafico 4.5 a breve termine si situano in territorio leggermente prezzi dell’offerta aggregata positivo. Variazione rispetto all’anno precedente Anche i colloqui svolti dai delegati alle relazioni % economiche regionali della BNS con le imprese di tutti 7,5 i settori e rami dell’economia lasciano supporre che 5,0 le aspettative inflazionistiche a breve termine si collochino 2,5 su livelli bassi. Nel terzo trimestre del 2019 gli 0,0 interlocutori intervistati si attendevano per i successivi –2,5 sei-dodici mesi un tasso di inflazione annuo pari in media –5,0 allo 0,5% (trimestre precedente: 0,4%). –7,5 –10,0 L’inchiesta trimestrale dalla SECO condotta presso le –12,5 economie domestiche in merito all’evoluzione dei prezzi 2015 2016 2017 2018 2019 attesa nei dodici mesi successivi ha fornito nel luglio 2019 Totale Prezzi all’importazione risultati analoghi a quelli del trimestre precedente. Oltre Prezzi alla produzione la metà delle persone interpellate si aspettava un aumento Fonte: UST. dei prezzi, mentre circa due quinti hanno indicato un andamento invariato e solo pochi un calo dei prezzi. Grafico 4.6 Aspettative a più lungo termine leggermente al di sopra di quelle a breve inchiesta cs-cfa: andamento del tasso di Le aspettative di inflazione a più lungo termine continuano inflazione atteso nei successivi sei mesi a collocarsi poco al di sopra di quelle a breve. Come Persone interpellate (in %) nel trimestre precedente, anche nel terzo trimestre del 2019 90 gli interlocutori dei delegati della BNS si aspettavano 80 per i successivi tre-cinque anni un tasso di inflazione 70 dello 0,8%. 60 50 40 30 20 10 0 2015 2016 2017 2018 2019 In calo Invariato In aumento Fonti: CFA Society Switzerland e Credit Suisse. 20 Bollettino trimestrale 3 / 2019 Settembre
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