Prezzi in rialzo Monthly Outlook - Marzo 2021 - UniCredit Group

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Prezzi in rialzo Monthly Outlook - Marzo 2021 - UniCredit Group
Monthly Outlook
Marzo 2021

Prezzi
in rialzo

                  Monthly Outlook   Marzo 2021   1
Prezzi in rialzo Monthly Outlook - Marzo 2021 - UniCredit Group
Indice

Prezzi
in rialzo

Pagina 3    La lettera dei CIO

Pagina 5    In evidenza

Pagina 9    Macro & Markets

Pagina 16   Asset Allocation

Pagina 22   Rubriche

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Prezzi in rialzo Monthly Outlook - Marzo 2021 - UniCredit Group
La lettera dei CIO
Prezzi in rialzo

Il trend al rialzo dei mercati azionari sembra proseguire, malgrado ripetute
                                                                                             Manuela D’Onofrio
interruzioni causate da temporanee battute d’arresto. La fine di gennaio è stata
caratterizzata da un’estrema volatilità determinata dagli effetti di un vero e
proprio “short squeeze”* causato dalle precedenti vendite allo scoperto di azioni
quali Gamestop. A fine febbraio, invece, sono stati i crescenti timori d’inflazione
a far salire sensibilmente i rendimenti delle obbligazioni, interrompendo il
momentum positivo delle azioni.

Dal punto di vista economico, il rialzo dei rendimenti a lunga scadenza è un
segnale importante, in quanto riflette l’aspettativa che l’economia si riprenderà           Head of Group Investments
gradualmente dallo shock pandemico. Il ritorno della crescita si accompagna ad              & Solutions e CIO
un aumento dell’inflazione, che spinge al rialzo i rendimenti nominali. Ci sono             Group Wealth Management

due elementi importanti a questo proposito: primo, l’andamento dei rendimenti
rispetto all’inflazione e, secondo, i percorsi di crescita in Europa e negli Stati
Uniti. Se i rendimenti nominali salgono di pari passo con l’inflazione (o con le
aspettative di inflazione), i rendimenti reali rimangono invariati. Attualmente
                                                                                                 Philip Gisdakis
questi rendimenti sono negativi sia in Europa che negli Stati Uniti. Tuttavia, se
i rendimenti nominali salgono più velocemente delle aspettative di inflazione,
il rendimento reale cresce (o diventa meno negativo). Nel contesto della
situazione economica ancora difficile a causa della pandemia, è improbabile che
tale andamento sia guardato con favore dalle Banche Centrali, poiché renderà
le condizioni finanziarie più restrittive. Questo vale in particolare per la Banca
Centrale Europea (BCE), poiché la ripresa dell’economia dell’Eurozona appare in
ritardo rispetto a quella degli Stati Uniti. Oltreoceano, le aspettative di inflazione
sono pertanto più pronunciate e persistenti; su questa sponda dell’Atlantico, per
                                                                                            Co-CIO of Group Wealth
contro, si prevede solo uno sforamento temporaneo quest’anno, prima che i tassi             Management e CIO
d’inflazione tornino ben al di sotto dell’obiettivo della BCE.                              UniCredit Bank AG
                                                                                            (HypoVereinsbank) (Germania)

È quindi prevedibile che, al di là di un rialzo momentaneo, l’andamento dei
rendimenti in Europa nel lungo termine si manterrà moderato, anche per effetto
dei continui acquisti di obbligazioni da parte della BCE. Questo significa che i tassi
d’interesse resteranno bassi per un periodo di tempo prolungato e i rendimenti
reali rimarranno negativi.

Di tale andamento dovrebbero beneficiare, in particolare, le azioni europee.
Con l’aumento delle persone vaccinate, l’impatto economico della pandemia

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La lettera dei CIO

dovrebbe gradualmente ridursi. Allo stesso tempo, le aziende europee hanno
un potenziale di recupero più forte rispetto alle loro controparti statunitensi.          *Uno “short squeeze” si
Il consensus generale degli analisti finanziari prevede una crescita degli utili          verifica quando la pressione
del 35% per le società degli indici azionari europei nell’anno in corso, rispetto         in vendita su azioni che
a poco più del 20% negli Stati Uniti. Questo trend potrebbe continuare negli              sono state precedentemente
anni successivi. Allo stesso tempo, le valutazioni delle società, ovvero il rapporto      vendute        allo     scoperto
prezzo/utili, non sono aumentate in Europa quanto negli Stati Uniti. Il rischio di        (“shortate” con una vendita
una battuta d’arresto delle valutazioni è quindi inferiore.                               a termine senza detenere
                                                                                          i titoli), improvvisamente
In ogni caso, il rischio di consistenti contraccolpi sui prezzi in Europa dovrebbe        si riduce. I venditori allo
essere limitato, se la situazione economica si svilupperà secondo le previsioni. Le       scoperto si vedono allora
valutazioni non sono a buon mercato, ma una flessione delle quotazioni a fronte           costretti a chiudere le posizioni
di un’economia in graduale ripresa e di una crescita degli utili straordinariamente       (effettuano delle “ricoperture”
forte è piuttosto improbabile. Manteniamo pertanto la nostra strategia di                 perché i prezzi di quelle azioni
sovrappesare in misura significativa le azioni rispetto alle obbligazioni.                stanno aumentano e le loro
                                                                                          posizioni sono in perdita)
Tuttavia, la tendenza al rialzo non è una strada a senso unico. Come si è                 per adempiere gli obblighi
visto all’inizio dell’anno, ci saranno probabilmente ancora battute d’arresto             di consegna. Il rinnovato
temporanee se, per esempio, i timori d’inflazione torneranno a crescere o se              aumento della domanda
verrà messa in discussione l’attuale strategia di politica monetaria, o ancora se         da parte dei venditori allo
la terza ondata di coronavirus stringerà di nuovo l’economia nella sua morsa. Nel         scoperto fa salire velocemente
complesso pensiamo che la tendenza principale per le azioni resterà al rialzo. La         il prezzo di quelle azioni.
maggiore volatilità, tuttavia, rende un approccio professionale agli investimenti
ancora più importante.

                                                      Monthly Outlook             Marzo 2021                                  4
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In evidenza
Cosa significa per gli investitori un aumento delle aspettative
di inflazione?

Da inizio anno i rendimenti dei titoli di Stato a scadenza più lunga sono in rialzo
a livello generalizzato. A fine febbraio, ad esempio, il rendimento del Bund
decennale era -0,23%, oltre 30 punti base (pb) al di sopra del livello di fine
2020 (-0,57%). Il corrispondente aumento dei rendimenti dei titoli di Stato
americani a 10 anni è stato ancora più marcato, attestandosi a oltre 60 punti
base, raggiungendo il livello di 1,55%. Su entrambe le sponde dell’Atlantico
tale crescita è stata trainata da un significativo aumento delle aspettative di
inflazione. I due grafici seguenti illustrano lo sviluppo e dovrebbero aiutare a
collocare gli eventi recenti in un più ampio contesto storico.

1. RENDIMENTI E ASPETTATIVE D’INFLAZIONE (10 ANNI) PER LA ZONA EURO
        In % per anno
   6                                                                                          Aspettativa d’inflazione a 10 anni
                                                                                              EUR (in %, implicito)
   5                                                                                          Tasso swap a 10 anni EUR (in %)
                                                                                              Rendimenti reali EUR a 10 anni (in %)
   4

   3

   2

   1

   0

   -1

  -2-
        2006       2008       2010       2012        2014   2016    2018      2020

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

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In evidenza

Il primo grafico mostra il tasso swap a 10 anni come misura del rendimento
medio privo di rischio nella zona euro. Preferiamo questo parametro al                       In un contratto di swap due
rendimento dei titoli di Stato, poiché quest’ultimo è disponibile solo per i                 banche si scambiano dei
singoli Paesi e non, come il tasso swap, a livello di Unione Economica Monetaria             flussi su un capitale per un
(UEM). Le aspettative di inflazione nei prossimi 10 anni si ricavano dai prezzi              certo periodo: una paga un
dei cosiddetti contratti swap sull’inflazione. Si tratta di tassi medi annuali               tasso fisso e riceve dall’altra
(aspettative implicite). Il rendimento reale è calcolato come differenza. Poiché             un tasso variabile. In questo
il tasso d’inflazione è superiore al tasso swap, il rendimento reale è in territorio         caso il tasso swap a 10 anni
negativo. A fine febbraio era pari a -1,25%. Ciò significa che gli investitori che           è il tasso fisso di un contratto
investono con un orizzonte temporale di 10 anni al tasso swap corrispondente                 di swap che dura 10 anni.
(0,03% annuo a fine febbraio) e con l’inflazione che si sviluppa in tutta l’UEM
durante questo periodo come previsto dal tasso attuale (1,28% annuo), avranno
una perdita di potere d’acquisto dell’1,25% all’anno. Il grafico mostra anche
che i rendimenti reali sono negativi dal 2014 e non sono in realtà aumentati di
recente, nonostante il significativo aumento del tasso swap.

Negli Stati Uniti, i rendimenti reali sono diminuiti a livelli simili sulla scia della
pandemia (Grafico 2). Tuttavia, sia il tasso swap sottostante che le aspettative
di inflazione sono significativamente più alti. Inoltre, nei sei anni che hanno
preceduto la pandemia, i rendimenti reali erano superiori ai livelli dell’UEM e
sono stati per lo più al di sopra dello zero. Negli ultimi mesi, tuttavia, lo sviluppo
è stato simile a quello della zona euro. I rendimenti nominali sono stati spinti al
rialzo dal consistente aumento delle aspettative di inflazione.

2. RENDIMENTI E ASPETTATIVE D’INFLAZIONE (A 10 ANNI) PER GLI STATI
   UNITI
        In % per anno
   6                                                                                          Aspettativa d’inflazione a 10 anni
                                                                                              USD (in %, implicito)
   5                                                                                          Tasso swap a 10 anni USD (in %)
                                                                                              Rendimenti reali USD a 10 anni (in %)
   4

   3

   2

   1

   0

   -1

  -2-
        2006       2008       2010       2012        2014   2016    2018      2020

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

I due grafici della tavola 3 mostrano, tuttavia, una netta differenza tra gli Stati
Uniti e la zona euro, che è essenziale per valutare la situazione. Nei primi due
grafici, abbiamo usato l’inflazione media prevista su un periodo di 10 anni, che
corrisponde all’orizzonte temporale dei tassi swap. Tuttavia, le aspettative del
mercato per l’inflazione nei singoli anni si possono ricavare anche dagli swap di
inflazione sottostanti.

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In evidenza

Mentre in Europa si prevede un forte aumento dell’inflazione nella fase attuale
(al 2% annuo circa), l’attività inflazionistica dovrebbe nuovamente raffreddarsi
negli anni successivi, riportandosi attorno all’1% annuo. Molto probabilmente,
quindi, l’aumento nell’anno in corso sarà una tantum, alimentato da effetti di
recupero, e si esaurirà rapidamente. Negli Stati Uniti, al contrario, le aspettative
sui prezzi al consumo sono orientate in netto rialzo sia per l’anno in corso che
per i successivi. A differenza della zona euro, oltreoceano si prevede quindi
un’inflazione che si manterrà sopra il 2%.

3. ASPETTATIVE IMPLICITE DI INFLAZIONE PER IL 2021 E GLI ANNI SUCCESSIVI
       Aspettative inflazione UEM, (implicite, in % per anno)
   4                                                                                              Inflazione a 0->1
                                                                                                  Inflazione a 1->2 anni
   3                                                                                              Inflazione a 2->3

   2

   1

   0

  -1
    2006         2008        2010         2012         2014     2016   2018       2020

       Aspettative inflazione USA, (implicite, in % per anno)
   4
                                                                                                  Inflazione a 0->1
   3                                                                                              Inflazione a 1->2 anni
                                                                                                  Inflazione a 2->3
   2

   1

   0

  -1

  -2

  -3

  -4

  -5
    2006         2008        2010         2012         2014     2016   2018       2020

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

Cosa significa questo per gli investitori? Se i tassi d’inflazione sono superiori ai
rendimenti degli investimenti, gli investitori dovranno far fronte a una perdita
del potere d’acquisto. Il rischio in questo senso è attualmente abbastanza
elevato sia nella zona euro che negli Stati Uniti. E anche se i tassi d’inflazione
nella nostra regione torneranno a scendere nei prossimi anni, come previsto,
una corrispondente perdita di valore reale rimane molto probabile, almeno nei

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In evidenza

prossimi mesi. Inoltre, in un contesto di rendimenti in crescita gli investimenti
considerati sicuri in titoli a reddito fisso comporteranno anche perdite di prezzo.
Per contro, i rendimenti reali negativi sostengono la valutazione di attività di
rischio quali le azioni, soprattutto perché l’aumento delle aspettative di inflazione
è dovuto alle aspettative di una ripresa economica tangibile, non da ultimo grazie
a una soluzione per via medica (vaccinazioni di massa) alla pandemia. Questo
significa che un’eventuale battuta d’arresto nella valutazione delle azioni in scia
al rialzo dei rendimenti potrà essere ammortizzata dalle aspettative di crescita
degli utili aziendali.

Dal punto di vista di un investitore, le azioni rimangono quindi significativamente
più interessanti dei titoli a reddito fisso, compresi quelli a breve, che hanno tassi
di interesse pari a zero o addirittura negativi.

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Macro & Markets
Il crescente divario tra le due sponde dell’Atlantico:
gli Stati Uniti avanzano

La politica fiscale fa la differenza
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Una gestione migliore della crisi, unita a rapidi e massicci stimoli di politica                           prodotto interno lordo (PIL)
fiscale: queste erano le due ragioni chiave alla base della nostra previsione di un                        reale nell’area dell’euro è
anno fa, secondo cui l’economia europea sarebbe uscita dalla crisi del Covid-19                            aumentato del 12,7%, quasi il
più velocemente degli Stati Uniti. E, inizialmente, è stato effettivamente così. La                        doppio rispetto agli Stati Uniti
scorsa estate il PIL dell’UEM è cresciuto molto più velocemente rispetto al PIL                            (7,4%). La caduta del secondo
degli Stati Uniti e il divario transatlantico che si era aperto con i lockdown più                         trimestre negli Stati Uniti era,
rigidi in Europa la scorsa primavera si è richiuso quasi completamente (Grafico 4).                        tuttavia, stata meno pesante
                                                                                                           che nella zona euro, grazie a un
                                                                                                           lockdown notevolmente più
                                                                                                           mite negli Stati Uniti (a spese
4. GLI STATI UNITI STANNO GIÀ NUOVAMENTE SUPERANDO L’EUROPA                                                della salute pubblica).
       PIL reale ( Q4 2019 = 100)
115                                                                                                         Cina
110                                                                                                         USA
                                                                                                            UEM
105                                                                                                         Regno Unito
100

  95

  90

  85

  80
       livello pre Covid-19                                Previsioni UniCredit
  75
         IV/19      I/20      II/20    III/20    IV/20     I/21      II/21        III/21   IV/21

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

Tuttavia, la speranza che l’area dell’euro potesse poi riuscire a superare gli Stati
Uniti non si è concretizzata (né lo farà), al contrario. Le ragioni sono molteplici.

• In primo luogo, l’Europa non era ben preparata alla seconda ondata di
  Covid-19. I politici non sono riusciti a sfruttare i mesi estivi per sviluppare
  piani coerenti. Il vantaggio nella gestione della crisi rispetto agli Stati Uniti è
  quindi sfumato.

                                                              Monthly Outlook                      Marzo 2021                                 9
Prezzi in rialzo Monthly Outlook - Marzo 2021 - UniCredit Group
Macro & Markets

• In secondo luogo, i governi europei hanno agito con molta più esitazione lo
  scorso autunno rispetto all’inizio della pandemia. Di conseguenza, le misure               Questo è vero in particolare
  governative hanno dovuto essere nuovamente inasprite, e i lockdown si sono                 per la Germania. Il suo
  protratti, a scapito dell’economia.                                                        lockdown leggero adottato a
                                                                                             metà ottobre non ha prodotto
                                                                                             buoni risultati e a metà
• Inoltre, c’è il rischio che gli allentamenti che si sono verificati alla diminuzione
                                                                                             dicembre le misure non solo
  dei casi dovranno presto essere invertiti sullo sfondo della terza ondata che
                                                                                             sono state estese, ma sono
  sta emergendo (mutazioni altamente infettive). Questo aggraverebbe il
                                                                                             anche diventate decisamente
  prevedibile flusso di insolvenze nel settore dei servizi.
                                                                                             più severe.
• Inoltre, la zona euro è rimasta molto indietro rispetto agli Stati Uniti a livello di
  vaccinazioni. In termini relativi, gli americani che hanno ricevuto la loro prima
                                                                                             In Israele, addirittura 85
  dose di vaccinazione sono il triplo che nei paesi dell’Eurozona (Grafico 4).
                                                                                             persone su 100 sono
                                                                                             vaccinate, ovvero 14 volte di
                                                                                             più che nella zona euro.
5. L’UNIONE EUROPEA È IN NETTO RITARDO
      Vaccinazioni, cumulative, per 100 persone (una dose)
 30                                                                                           Regno Unito
                                                                                              USA
 25                                                                                           Spagna
                                                                                              Germania
                                                                                              Italia
 20
                                                                                              Francia

 15

 10

  5

  0
  20.12.20          02.01.21          15.01.21          28.01.21      10.02.21    23.02.21

Fontee: www. ourworldindata.org, UniCredit Wealth Management

• Infine, l’erogazione degli aiuti finanziari è stata troppo spesso inferiore ai
  generosi annunci (“bazooka”). Molte imprese e lavoratori autonomi sono                     In Germania, per esempio,
  ancora in attesa degli aiuti.                                                              i pagamenti degli aiuti di
                                                                                             novembre stanno iniziando
Pertanto, non sorprende che la fiducia delle imprese in Europa sia tornata a                 solo ora.
peggiorare negli ultimi mesi, mentre negli Stati Uniti gli indici continuano a
puntare verso l’alto. Il vantaggio di ben 10 punti che gli Stati Uniti vantano negli
                                                                                             Rispetto a manager e
autorevoli indicatori dei responsabili degli acquisti è quasi a livello record. Alla
                                                                                             imprenditori,      però,    i
fine dell’estate 2020, invece, in vantaggio era ancora l’Europa (Grafico 6). Ma non
                                                                                             consumatori sono ancora
sono solo le imprese ad essere più fiduciose negli Stati Uniti rispetto a quelle
                                                                                             molto cauti – su entrambe le
della zona euro, bensì anche i consumatori.
                                                                                             sponde dell’Atlantico.

                                                               Monthly Outlook       Marzo 2021                          10
Macro & Markets

6. IL DIVARIO USA - EUROZONA SI STA ALLARGANDO (I)
       PMI composito (manifatturiero e servizi)
  70                                                                                                  USA
                                                                                                      Globale
  60                                                                                                  UEM

  50

  40
                                                                                seconda ondata
  30
                                                   prima ondata di Covid-19
  20

  10
    Gen 16       Ott 16       Lug 17      Apr 18       Gen 19       Ott 19    Lug 20     Apr 21

Fonte: Refinitiv Datastream, Markit, UniCredit Wealth Management

Questo si riflette anche nei dati economici cosiddetti “hard”. Mentre il PIL
degli Stati Uniti è cresciuto del 4% annualizzato lo scorso trimestre, nella                         Negli ultimi tre mesi la
zona euro si è ridotto del 2,5%. E il divario sembra aumentare ancora nel                            produzione manifatturiera è
trimestre in corso. Negli Stati Uniti, per esempio, non solo la produzione nel                       aumentata dell’1% mese su
settore manifatturiero sta aumentando significativamente, ma anche il settore                        mese.
immobiliare si sta dimostrando abbastanza robusto. Inoltre, le richieste iniziali
di sussidi di disoccupazione stanno continuando a diminuire. Anche le vendite
al dettaglio sono in forte crescita: in termini reali, sono aumentate di oltre il 6%
su base annua a gennaio (Grafico 7). Gli assegni a sostegno del reddito stanno
chiaramente avendo effetto. Approvati alla fine di dicembre, sono stati erogati
già a partire dall’inizio di quest’anno.

Contrariamente agli Stati Uniti, le vendite al dettaglio nell’area dell’euro sono
scese significativamente dal loro massimo dello scorso autunno. Anche se di
recente sono riuscite a recuperare un po’ di terreno, il loro basso livello (la fiducia
dei consumatori è nel frattempo nuovamente crollata in Germania) costituisce
un freno per le settimane a venire. A differenza degli Stati Uniti, anche la
produzione nel settore manifatturiero è tornata a diminuire. Lo stesso vale per il
settore delle costruzioni.                                                                           Un incremento di questo livello
                                                                                                     sarebbe      significativamente
Non sorprende quindi che, estrapolando gli ultimi dati ad alta frequenza al PIL                      superiore alla previsione di
del trimestre in corso (“nowcast”), si rilevino già segnali di accelerazione della                   crescita USA per il trimestre
crescita negli Stati Uniti ad un 5%-6% annualizzato. La zona euro, invece, rischia                   in corso (4%). Vediamo quindi
un ulteriore calo del 2,5%.                                                                          notevoli rischi al rialzo per la
                                                                                                     crescita del PIL a breve termine.

                                                                   Monthly Outlook           Marzo 2021                              11
Macro & Markets

7. IL DIVARIO USA – EUROZONA SI STA ALLARGANDO (II)
       Vendite al dettaglio
  10                                                                                             Vendite al dettaglio USA (in % a/a)
                                                                                                 Vendite al dettaglio UEM (in % a/a)
   5

   0

  -5
                                                                           seconda ondata
 -10
                                              prima ondata di Covid-19
 -15

 -20

 -25
    Jan 16       Oct 16       Jul 17     Apr 18      Jan 19     Oct 19   Jul 20     Apr 21

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

USA: fatti anziché annunci
Il vero fattore decisivo a cui imputare il crescente divario transatlantico, che
probabilmente proseguirà nei prossimi trimestri, è la grande differenza a livello
di politica fiscale. Fino allo scorso novembre, era opinione condivisa che la
politica fiscale degli Stati Uniti avrebbe frenato la crescita nel 2021 - non a causa
di tagli della spesa e aumenti delle tasse, ma perché ridimensionata rispetto
all’anno precedente. Questa era in dettaglio la nostra aspettativa: con Donald
Trump ci sarebbe stato nel migliore dei casi un nuovo modesto programma di
aiuti per la pandemia, e con Joe Biden e un Congresso diviso persino un arresto di
vasta portata della politica fiscale. Questo sarebbe potuto costare all’economia
statunitense fino a 2 punti percentuali di crescita del PIL quest’anno, secondo
l’opinione prevalente fino a soli tre mesi fa.

Il quadro odierno si presenza invece ben diverso. Poco prima della fine dell’anno,
                                                                                                Questo        piano       prevede
Trump ha acconsentito a un secondo pacchetto di aiuti per il Coronavirus da 944
                                                                                                un’altra tornata di assegni di
miliardi di dollari - il Response and Relief Act. Inoltre, appena entrato in carica,
                                                                                                stimolo alle famiglie di 1.400
Biden ha aggiunto altri 1.900 miliardi di dollari (American Rescue Plan). Tale
                                                                                                dollari (oltre ai 600 dollari
piano è stato appena approvato dal Senato e a breve si potrà contare sul voto
                                                                                                come parte del pacchetto
favorevole anche della Camera dei Rappresentanti. Tale importo rappresenta da
                                                                                                approvato        a     dicembre),
solo il 9% del PIL USA, in aggiunta al 2% approvato a dicembre.
                                                                                                400 dollari a settimana di
                                                                                                sussidi di disoccupazione
In termini di misure fiscali discrezionali per il Covid-19 (esclusi prestiti governativi,
                                                                                                estesi fino a settembre, 350
partecipazioni azionarie e garanzie), gli Stati Uniti superano dunque di parecchio i
                                                                                                miliardi di dollari in aiuti alle
Paesi dell’euro (Grafico 8). In termini di PIL, spenderanno il triplo rispetto alla loro
                                                                                                amministrazioni statali e locali,
controparte europea. Naturalmente, anche la politica fiscale dell’UEM rimane
                                                                                                un aumento del salario minimo
espansiva e molti governi continuano ad incrementarla ad ogni settimana di
                                                                                                a 15 dollari l’ora, 180 miliardi
lockdown. Rispetto agli Stati Uniti, però, gli impatti reali sono inferiori.
                                                                                                di dollari per vaccinazioni e
                                                                                                test Covid-19, e 155 miliardi di
                                                                                                dollari per le scuole.

                                                              Monthly Outlook           Marzo 2021                                12
Macro & Markets

8. MISURE FISCALI PER IL COVID-19 - GLI STATI UNITI SONO IN TESTA
  30                                                                                                                                                                                                                                    Misure fiscali discrezionali (% del PIL,
                                                                                                                                                                                                                                        ex prestiti, acquisti di azioni e asset)
  25

  20

  15

  10

   5

   0
       Messico
                 Turchia
                           Arabia Saudita
                                            Indonesia
                                                        Russia
                                                                 India
                                                                         Corea del Sud
                                                                                         UE
                                                                                              Argentina
                                                                                                          Spagna
                                                                                                                   Cina
                                                                                                                          Sudafrica
                                                                                                                                      Italia
                                                                                                                                               Francia
                                                                                                                                                         Brasile
                                                                                                                                                                   Germania
                                                                                                                                                                              Canada
                                                                                                                                                                                       Giappone
                                                                                                                                                                                                  Australia
                                                                                                                                                                                                              Regno Unito
                                                                                                                                                                                                                            USA*
*USA incl. il previsto pacchetto Biden per 1.900 miliardi di dollari
Fonte: Fondo Monetario Internazionale (FMI), UniCredit Wealth Management

I nostri colleghi di UniCredit Research hanno recentemente calcolato la probabile
portata del vantaggio degli Stati Uniti rispetto all’area euro per quest’anno.                                                                                                                                                         Come parte della sua
Considerando solo i due programmi Covid-19 di dicembre e gennaio e facendo                                                                                                                                                             piattaforma elettorale, Biden ha
un’estrapolazione dall’ulteriore pacchetto previsto nell’ambito del “Green Deal”                                                                                                                                                       proposto ulteriori investimenti
di Biden, la spesa discrezionale aggiuntiva USA arriva a totalizzare 2.800 miliardi                                                                                                                                                    strutturali per 7.500 miliardi di
di dollari. Si tratta di un importo di 6,6 volte superiore rispetto all’area euro                                                                                                                                                      dollari nei prossimi 10 anni.
(programmi nazionali più UE).

Ancora più impressionante, tuttavia, è il confronto della spesa fiscale con
i rispettivi output gap, ovvero la differenza tra domanda e offerta aggregata.
UniCredit Research ha stimato l’output gap statunitense attorno a 900 miliardi
di dollari. Nell’area dell’euro è un po’ più alto perché non solo la crisi ha colpito
più duramente le economie (a causa di lockdown più duri), ma la regione era già
entrata nella crisi con un divario negativo – a differenza degli Stati Uniti.

                                                                                                                                                 Monthly Outlook                                                               Marzo 2021                                   13
Macro & Markets

9. USA RISPETTO A UEM: FATTI ANZICHÉ ANNUNCI

2021: Spesa fiscale in programma e output gap a confronto
3500
              USA (miliardi di USD)                        UEM (miliardi di EUR)
3000

2500
                                                   Stabilizzatori automatici
2000
                                                     Spesa discrezionale
1500

1000

 500

   0
          Output gap        Stimoli fiscali                Output gap          Stimoli fiscali

Fonte: UniCredit Research

Il compito prioritario di una politica fiscale anticiclica è colmare l’output gap al più
presto. Gli Stati Uniti sono ampiamente all’altezza di tale sfida quest’anno. Viste
le grandi incertezze che circondano l’andamento della pandemia e dell’economia,
e anche il maggior valore dei moltiplicatori fiscali in una situazione di crisi, è
sicuramente meglio fare troppo piuttosto che troppo poco, in termini di politica
economica.

Nel contesto attuale caratterizzato da imponenti stimoli fiscali, le conclusioni
economiche sono ovvie. Nel 2021, ci sono chiare prospettive di una forte
accelerazione nella crescita dell’economia statunitense, un aumento
considerevole dei posti di lavoro e un notevole incremento dei redditi, È quindi
abbastanza probabile che quest’anno l’economia statunitense cresca del 5%
o forse del 6%, in termini reali. Tale crescita dovrebbe essere sufficiente per
colmare l’output gap già questa primavera.

Per contro, ci vorrà presumibilmente un altro anno (o forse di più) perché il PIL
reale nell’area euro ritorni ai livelli pre-Covid 19. La politica fiscale dovrebbe
stimolare la crescita dell’economia anche in Europa. L’economia europea accusa,
tuttavia, un forte ritardo rispetto a quella statunitense. Ci aspettiamo che
all’interno dell’area euro la crescita sia pari al 3,5% “soltanto”. Tale dato include
già i notevoli effetti di ricaduta positiva generati dal rafforzamento della crescita
negli Stati Uniti.

Per i mercati finanziari, la spinta fiscale statunitense significa che la “reflation
story” in atto da mesi gode di un sostegno ancora più solido. Ciò favorirà                               Per maggiori dettagli, vi
ulteriormente i mercati azionari globali. Al di là delle battute d’arresto a breve                       invitiamo a consultare il
alimentate anche da rialzi eccessivi, il trend rialzista dei mercati dovrebbe                            Sunday Wrap del nostro Group
continuare. I titoli di Stato tradizionalmente considerati sicuri, tuttavia, sono                        Chief Economist & Global
esposti a rischi, poiché negli Stati Uniti la spinta fiscale tende ad alimentare i tassi                 Head of CIB Research, Erik F.
di inflazione. Questo dibattito è già entrato nel vivo – e il timore dell’inflazione                     Nielsen del 14 febbraio 2021.
viene periodicamente evocato.

                                                         Monthly Outlook                         Marzo 2021                          14
Macro & Markets

Riteniamo tuttavia eccessive tali preoccupazioni perché la curva di Phillips
statunitense è abbastanza piatta, e parte del reddito aggiuntivo confluirà nel                                     La curva di Phillips descrive
risparmio. Pertanto, anche se i tassi d’inflazione probabilmente aumenteranno,                                     la relazione inversa tra
al di là di qualche superamento a breve termine l’aumento dovrebbe rimanere                                        disoccupazione      e    tasso
gestibile. Anche il presidente della Federal Reserve (Fed) statunitense Powell                                     d’inflazione. Quando il tasso
lo ha sottolineato ultimamente. Nella zona euro, i rischi di inflazione sono                                       di disoccupazione scende,
ancora più tenui in un contesto caratterizzato da una politica fiscale più                                         l’inflazione di norma sale – e
esitante e da una crescita più debole. Il recente aumento dell’inflazione a livello                                viceversa.
dell’UEM, principalmente di natura amministrativa, è enfatizzato dall’aumento
dell’aliquota IVA (dopo la temporanea diminuzione) e dall’aumento dell’imposta
sulle emissioni di CO2 in Germania.

Ma nonostante tutte le precisazioni, negli Stati Uniti le aspettative di inflazione
hanno registrato un massiccio aumento nelle ultime settimane (che si sta
estendendo anche all’area euro, vedi grafico 10) – e con loro i rendimenti nominali
dei titoli di Stato. Il rovescio della medaglia sono state le notevoli perdite dei
prezzi. Pertanto, mentre i titoli di Stato dei Paesi Sviluppati hanno recentemente
perso molto terreno e probabilmente rimarranno poco interessanti per le
settimane e i mesi a venire, potrebbero diventare più appetibili in un orizzonte
di medio e lungo termine.

10. LE ASPETTATIVE DI INFLAZIONE PUNTANO VERSO L’ALTO, SOPRATTUTTO
    NEGLI STATI UNITI
        Aspettative implicite di inflazione (a 5 anni su un orizzonte quinquennale, %, ricavate
        dagli swap sull’inflazione)
  2.2                                                                                                2.8            USA (scala dx)
  2.0                                                                                                2.6            UEM

  1.8                                                                                                2.4

  1.6                                                                                                2.2

  1.4                                                                                                2.0

  1.2                                                                                                1.8

  1.0                                                                                                1.6

  0.8                                                                                                1.4

  0.6                                                                                                1.2

  0.4                                                                                                1.0
   Gen 15          Gen 16         Gen 17        Gen 18         Gen 19        Gen 20         Gen 21

Fonte: Refinitiv Datastream, UniCredit Wealth Management

                                                                    Monthly Outlook                        Marzo 2021                           15
Asset Allocation
I timori di inflazione non modificano la nostra preferenza per
gli asset rischiosi

                                                                                                 POSIZIONAMENTO

      CLASSI D’INVESTIMENTO                        UNIVERSO INVESTIBILE              SOTTOPESO     NEUTRALE       SOVRAPPESO
                                          Azioni Globali
         PRINCIPALI CLASSI                Obbligazioni Globali
         D’INVESTIMENTO                   Liquidità
                                          Alternativi
                                          USA
                                          Europa
                        AZIONI
                                          Pacifico (MS)1
                                          Mercati Emergenti
      PRINCIPALI                          Governativi Euro
     ASSET CLASS                          Obbligazioni corporate IG in euro
    IN DETTAGLIO    OBBLIGAZIONI
                                          Obbligazioni corporate HY
                                          Obbligazioni Mercati Emergenti
                                          Petrolio
                   MATERIE PRIME          Oro

MS = Mercati Sviluppati (Australia, Giappone, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore)
1

Il quadro macro generale si mantiene favorevole per gli asset rischiosi,
nonostante una certa cautela a breve termine dovuta alla recrudescenza dei
contagi da Covid-19 e ai ritardi nelle campagne vaccinali in Europa, nonché ai
timori di un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti.

In effetti, le politiche monetarie globali sono straordinariamente espansive
e rimarranno tali a lungo. L’espansione dei bilanci della Fed, della BCE e della
Banca del Giappone è pari al 35%, 62% e 133% del PIL, rispettivamente.

                                                                Monthly Outlook       Marzo 2021                          16
Asset Allocation

11. BILANCI DELLE BANCHE CENTRALI, % PIL
150%                                                                                              BoJ
                                                                                                  BCE
125%                                                                                              BoE
                                                                                                  Fed
100%

 75%

 50%

 25%

  0%
       1998               2003                2008                   2013        2018

Nota:Le linee tratteggiate rappresentano le previsioni per il 2021
Fonte: Algebris Investments, BofAML, FMI Datamapper
Dati al 31.12.2020

Tuttavia, la maggiore crescita del PIL statunitense del 2021, favorita dalla politica
fiscale estremamente espansiva di Biden che va ben oltre l’output gap, cioè la
differenza tra il prodotto interno lordo effettivo e quello potenziale, pone rischi di
un aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, alimentando i timori di un graduale
tapering della Fed a partire dal secondo semestre 2021. Riteniamo che l’aumento
dell’inflazione CPI statunitense nel 2° trimestre sarà moderato, temporaneo
e guidato principalmente dall’effetto base e dai prezzi dell’energia. Pertanto,
l’aumento dell’inflazione non dovrebbe essere in grado di compromettere il clima
favorevole al rischio, anche se probabilmente aumenterà la volatilità dei mercati
finanziari. Investire in attività reali come le azioni, in particolare sovrappesando
le azioni dei Mercati Emergenti, mantenendo un posizionamento sottopesato
sui titoli di Stato core con durata inferiore al benchmark, nonché accentuando
il posizionamento selettivo sulle obbligazioni indicizzate all’inflazione, può
rivelarsi utile per gestire uno scenario di aumento moderato e temporaneo
dell’inflazione.

Sotto la lente: Più costruttivi sugli asset italiani
Gli asset italiani sono stati sostenuti dal varo del programma di acquisto per
l’emergenza pandemica della BCE che ne ha ulteriormente aumentato la
dotazione di 500 miliardi di euro e prolungato l’orizzonte fino al marzo 2022, e
dal lancio del piano per la ripresa dell’Europa Next Generation EU (NGEU), per un
importo totale di 750 miliardi di euro. L’Italia è tra i principali beneficiari del NGEU,
con risorse complessive pari a 210 miliardi di euro da destinare a digitalizzazione
e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Inoltre, la formazione
del nuovo governo guidato dall’ex governatore della BCE, Mario Draghi, che gode
di un’ampia maggioranza in Parlamento, è un evento significativo che favorisce
gli asset italiani.

Ci aspettiamo un’ulteriore riduzione dello spread BTP-Bund che, nello scenario
più ottimista (durata del governo fino alla fine della legislatura nel 2023,
accelerazione delle campagne vaccinali e un più rapido ritorno alla normalità,

                                                                       Monthly Outlook   Marzo 2021     17
Asset Allocation

implementazione di riforme strutturali e mantenimento di politiche fiscali
e monetarie espansive nell’Eurozona) potrebbe avvicinarsi agli attuali livelli
spagnoli e portoghesi intorno ai 50-60pb, mentre nello scenario intermedio/
base potrebbe attestarsi intorno a 70-80pb.

Le banche trarranno evidenti vantaggi da una riduzione dello spread, in
particolare quelle che detengono una quota maggiore di BTP nei loro portafogli.
Ciò, a sua volta, potrebbe favorire un maggiore coinvolgimento delle banche nel
finanziamento delle imprese italiane.

Ma i risultati positivi dell’azione di Draghi potrebbero andare decisamente oltre:

1. In caso di accelerazione delle campagne vaccinali, è lecito aspettarsi una
   forte ripresa del settore dei consumi nel mercato azionario, per effetto della
   domanda inespressa e della probabile riduzione dell’elevatissimo risparmio
   netto degli italiani (il tasso di risparmio netto delle famiglie italiane è passato
   dal 2,8% di fine 2019 al 9,2% del reddito lordo disponibile a fine giugno
   2020, secondo le stime di Banca d’Italia, vedi grafico sotto)

12. TASSO DI RISPARMIO NETTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE COME
    PERCENTUALE DEL REDDITO LORDO DISPONIBILE
  11
  10
    9
    8
    7
    6
    5
    4
    3
    2
    1
    0
        1999
               2000
                      2001
                             2002
                                    2003
                                           2004
                                                  2005
                                                         2006
                                                                2007
                                                                       2008
                                                                              2009
                                                                                     2010
                                                                                            2011
                                                                                                   2012
                                                                                                          2013
                                                                                                                 2014
                                                                                                                        2015
                                                                                                                               2016
                                                                                                                                      2017
                                                                                                                                             2018
                                                                                                                                                    2019
                                                                                                                                                           2020

Fonte: Banca d’Italia su dati ISTAT

2. Una parte significativa dei fondi destinati all’Italia dal Next Generation EU
   favorirà la svolta climatica e le energie rinnovabili, avvantaggiando le aziende
   che basano la propria strategia di crescita sulle energie rinnovabili.

3. Gli investitori si attendono anche una riduzione dei tempi per la creazione
   di una rete di telecomunicazioni unica e un ulteriore recupero del comparto
   dell’asset management. Il settore delle costruzioni beneficerebbe infine di un
   aumento degli investimenti nelle infrastrutture.

                                                                                                          Monthly Outlook                                    Marzo 2021   18
Asset Allocation

13. MAGGIOR PESO PERCENTUALE DEL SETTORE FINANZIARIO, DELLE UTILITIES
E DEI BENI DI CONSUMO DISCREZIONALI NELL’INDICE AZIONARIO MSCI ITALY
RISPETTO ALL’INDICE AZIONARIO MSCI WORLD
                        3%
                                                                                              Utilities
        25%                           18%                                                     Servizi di comunicazione
                                                                                              Beni di consumo discrezionali
                                                                                              Beni di consumo di base
                                                                                              Energia
                                                 2%                                           Servizi finanziari
                                                                                              Health Care
2%
                                                 8%                                           Industriali
                                                                                              Information Technology
 8%

        4%

                               30%

Fonte: MSCI Italy

                          5%
                                3%
                                     3%                                                       Materiali
        22%                                                                                   Immobiliare
                                            9%                                                Utilities
                                                                                              Servizi di comunicazione
                                                                                              Beni di consumo discrezionali
                                                                                              Beni di consumo di base
                                                 12%                                          Energia
10%                                                                                           Servizi finanziari
                                                                                              Health Care
                                                                                              Industriali
                                            7%                                                Information Technology
        12%
                                     3%
                        14%

Fonte: MSCI World

Il governo Draghi offre anche maggiori garanzie di un migliore utilizzo dei fondi
strutturali e d’investimento dell’UE (ESIF). L’Italia è tra gli ultimi Paesi in termini
di capacità di spesa, pari al 43% nel periodo 2014-2020.

                                                        Monthly Outlook              Marzo 2021                               19
Asset Allocation

14. ESIF 2014-2020: ESECUZIONE FINANZIARIA (COSTO TOTALE) PER PAESE
              0%   10%       20%   30%   40%   50%   60%    70%   80%   90%   100%   110%

Romania                                                                                       Pianificati
Irlanda                                                                                       Decisi
Croazia
Grecia                                                                                        Spesi
Finlandia
Paesi Bassi
Portogallo
Ungaria
Belgio
Interreg
Cipro
Lituania
Germania
Slovacchia
Francia
Svezia
Lettonia
Cechia
Slovenia
Malta
Estonia
Regno Unito
Bulgaria
Austria
Danimarca
Polonia
Italia
Spagna
Lussemburgo

                                                                          ESIF EU
                                                                          Average

Fonte: Commissione Europea

Se Draghi riuscirà ad avviare almeno le riforme strutturali fondamentali della
pubblica amministrazione, della giustizia, del fisco (favorendo una graduale
riduzione della tassazione per persone fisiche e aziende e un aumento del
tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro), e ad accelerare la
digitalizzazione, l’economia italiana potrà recuperare terreno e ridurre il divario
di competitività e produttività che la separa dagli altri Paesi europei. L’Italia si
colloca, infatti, al 44° posto nella classifica IMD World Competitiveness 2020 e
al 41° posto per la digitalizzazione.

Indicazioni di Asset Allocation
Azioni globali: sovrappeso
L’effetto congiunto di una massiccia azione fiscale e monetaria e delle speranze
di una ripresa globale favorita dai vaccini sostiene i mercati azionari, nonostante
l’elevata incertezza dovuta alla recrudescenza della pandemia, soprattutto in
Europa.

Azioni europee: sovrappeso
A breve termine, le azioni europee sono penalizzate dalla recrudescenza della
pandemia, ma le politiche monetarie e fiscali sono molto espansive. Interessanti
rapporti dividendo-prezzi (“dividend yield”), nettamente al di sopra dei
rendimenti dei titoli di Stato e delle obbligazioni Corporate.

Azioni USA: neutrali
Prospettive di crescita in netto miglioramento grazie alla politica fiscale espansiva
di Biden, ma valutazioni meno interessanti rispetto alle altre aree geografiche.

Azioni Mercati Emergenti: sovrappeso
La ripresa, più evidente in Cina dove l’economia si è riportata sopra i livelli
pre-crisi, e la speranza di un calo delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e
Cina grazie alla nuova amministrazione Biden, potrebbero favorire un recupero

                                                           Monthly Outlook           Marzo 2021             20
Asset Allocation

rispetto ai Mercati Sviluppati. Preferiamo i Paesi asiatici. Tra i Mercati Emergenti
si raccomanda la selettività di Paesi e settori.

Azioni Pacifico: neutrali
Il Giappone è sostenuto dalla ripresa della Cina, dall’elevata incidenza dei
settori value/ciclici, dall’efficiente gestione della crisi pandemica e dalle riforme
strutturali del premier Suga.

Obbligazioni globali: neutrali
Le obbligazioni globali sono supportate dalle misure monetarie espansive delle
Banche Centrali, ma le valutazioni, soprattutto quelle dei titoli di Stato dei
Mercati Sviluppati, non sono interessanti.

Obbligazioni corporate IG in Euro: forte sovrappeso
Le obbligazioni europee Investment Grade sono ben supportate dagli acquisti
della BCE (attraverso CSPP e PEPP) e dal carry trade. Preferiamo il debito
subordinato nel settore finanziario, alla luce dell’aumento della riserva di
capitale delle banche europee.

Obbligazioni corporate HY: sottopeso
Tra gli asset rischiosi la nostra preferenza va alle azioni, perché la potenziale
mancanza di liquidità e l’aumento dei tassi di insolvenza resta un problema per
le obbligazioni ad alto rendimento (High Yield).

Titoli di Stato europei: sottopeso
La politica monetaria della BCE è fortemente espansiva ma le valutazioni dei
titoli di Stato core al momento non sono interessanti. Preferiamo i titoli di Stato
periferici, come i BTP italiani, che sono sostenuti dalla BCE e dal Fondo per la
ripresa.

Obbligazioni Mercati Emergenti: sovrappeso
La continua ricerca di rendimento, nel contesto di tassi bassi, sostengono
opportunità di acquisto selettive, soprattutto per quanto riguarda le obbligazioni
dei Mercati Emergenti in valuta locale.

Mercati monetari: sottopeso
Non sono interessanti, a nostro avviso, e dovrebbero essere utilizzati soprattutto
come copertura temporanea per l’incertezza.

Alternativi: neutrali
Preferiamo le strategie alternative più liquide.

Materie prime
Oro: positivi
Il prezzo dell’oro continuerà a essere sostenuto dalla reflazione monetaria delle
Banche Centrali e dal suo ruolo di bene rifugio nel contesto di incertezza dovuto
alla pandemia.

Valute
EUR/USD
Nel breve termine in equilibrio tra l’aumento dei rendimenti delle obbligazioni
statunitensi e il clima favorevole al rischio. Tuttavia, a lungo termine, la
politica monetaria accomodante della Fed e i “deficit gemelli” degli Stati Uniti
manterranno più debole l’USD.

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Rubriche
I CIO locali dialogano con i clienti

      Risposte dall’Italia                                                     I nostri esperti:
      Cosa significa una curva dei rendimenti più ripida?

                  Molti indicatori economici segnalano attualmente una          Alessandro Caviglia
                  volatilità superiore al normale. La pandemia, con le sue
                  ondate e i conseguenti lockdown e misure restrittive
                  applicati per contrastarla, sta determinando movimenti
                  anomali ed effetti base su dati che di solito mostrano
                  un comportamento relativamente stabile (almeno se
                  paragonato ai movimenti di prezzo degli strumenti
                  finanziari!). Ecco perché è importante ricordare a noi
                  stessi che non tutti i dati macro hanno lo stesso valore
                  informativo. Fondamentalmente, possiamo distinguere           CIO
                  tre categorie principali: indicatori anticipatori,            Cordusio Sim (Italy)
                  coincidenti e ritardati.

                  Generalmente, i dati del mercato del lavoro sono
                  considerati indicatori ritardati, poiché, per esempio,
                  c’è sempre un ritardo di tempo tra il momento in cui
                  un’azienda registra una crescita degli ordinativi e
                  quello in cui aumenta effettivamente la forza lavoro
                  per espandere la produzione. Gli indicatori coincidenti
                  sono quelli riferiti alle vendite al dettaglio o alla
                  produzione industriale, poiché rappresentano l’attuale
                  comportamento dei consumatori o il portafoglio ordini
                  delle aziende. Gli indicatori anticipatori sono tuttavia
                  i più importanti. Per esempio, il numero di permessi
                  di costruzione richiesti ci permette di stimare oggi
                  il numero dei cantieri che saranno avviati nei mesi
                  successivi, e indica quindi lo stato di salute generale
                  del settore immobiliare. I sondaggi sulla fiducia dei
                  consumatori o delle aziende sono tra i principali
                  indicatori prospettici e sono anche potenti dati market
                  mover poiché aiutano a capire quale sarà la futura
                  evoluzione del contesto economico.

                                              Monthly Outlook           Marzo 2021                     22
Rubriche

           Allo stesso tempo, alcuni indicatori del mercato
           finanziario fungono da anticipatori in termini di
           informazioni sullo stato futuro dell’economia. La
           forma della curva dei tassi d’interesse offre diversi
           suggerimenti utili sulla probabile (o attesa) evoluzione
           dei principali aggregati macro. Infatti, mentre i tassi
           del mercato monetario sono controllati dalla banca
           centrale, i rendimenti a lungo termine, cioè le scadenze
           a 10 anni e oltre, sono maggiormente influenzati dalle
           aspettative degli investitori sulla futura crescita reale e
           sui tassi di inflazione (anche se la banca centrale può
           mettere in atto manovre efficaci per guidarne il livello).
           Di conseguenza, una curva dei rendimenti che si
           appiattisce, con rendimenti a lungo termine che
           diminuiscono mentre i tassi a breve termine rimangono
           stabili, segnala una situazione preoccupante: un
           probabile rallentamento dell’attività economica nei
           trimestri successivi.

           Al contrario, una curva dei rendimenti ripida, con
           tassi a lungo termine che aumentano mentre i tassi
           a breve termine sono stabili, segnala un’evoluzione
           futura      positiva:      un’accelerazione     dell’attività
           economica. Ed è proprio questa la situazione in cui ci
           troviamo. I rendimenti a lungo termine delle principali
           economie sviluppate si stanno muovendo verso l’alto,
           anticipando progressive riaperture e una ripresa dei
           settori più colpiti dalla pandemia, compresi i servizi.
           Questi movimenti hanno un impatto negativo sui
           mercati azionari, ma riteniamo che tale impatto sia
           probabilmente temporaneo. Se il principale fattore
           dell’attuale irripidimento della curva risulta essere un
           aumento dei tassi reali in futuro, ciò avrà un impatto
           negativo sui titoli di Stato (ma migliorerà le prospettive
           per le obbligazioni con rating creditizio inferiore come
           gli High Yield), e fornirà supporto ai mercati azionari in
           generale. Tuttavia, se il fattore principale dell’odierno
           irripidimento della curva risulterà essere un aumento
           dell’inflazione in futuro, ciò avrà nuovamente un
           impatto negativo sui titoli di Stato (ma le obbligazioni
           indicizzate all’inflazione ne beneficeranno) e i settori
           industriali dove le aziende hanno una maggiore capacità
           di trasferire sui prezzi l’aumento dei costi probabilmente
           registreranno una decisa sovraperformance.

           In ogni caso, il chiaro messaggio che la curva più ripida
           ci sta inviando oggi è che rimanere comodamente
           seduti sulla liquidità potrebbe rivelarsi una strategia
           di investimento assai poco remunerativa: potremmo
           perdere delle opportunità o ritrovarci su una sedia
           apparentemente comoda ma in realtà pericolosamente
           instabile a causa dell’inflazione!

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Rubriche

           Risposte dall’Austria
           Come ha fatto il social trading a provocare vendite massicce sul
           mercato azionario?

                      A fine gennaio, gli investitori di Wall Street hanno                  Oliver Prinz
                      dovuto affrontare un problema che, da allora, ha
                      monopolizzato l’attenzione della Securities and
                      Exchange Commission, della magistratura, dei politici e
                      degli operatori finanziari. Un attacco da parte di piccoli
                      investitori ben organizzati, che si sono uniti su forum
                      di social media come “Reddit”, ha dato una lezione a
                      hedge fund affermati. La battaglia è stata innescata dal
                      posizionamento degli hedge fund che scommettevano
                      su ulteriori perdite di prezzo di azioni (“short selling”),
                                                                                       Co-CIO Bank Austria and
                      come quella della catena statunitense di vendita                 Schoellerbank (Austria)
                      al dettaglio di videogiochi “Gamestop”. Il prezzo
                      dell’azione di Gamestop è crollato al minimo storico di
                      2,57 USD nel 2020 a causa delle difficoltà economiche
                      per poi salire sopra 400 USD nel giro di due settimane
                      a fine gennaio, e infine scendere nuovamente sotto 100
                      USD. Ma alla fine che cosa ha scatenato questi bruschi
                      movimenti?

                      Il gruppo di piccoli investitori ha concordato di comprare
                      le azioni per spingerle al rialzo. Poiché il volume
                      di scambi dell’azione Gamestop era notevolmente
                      inferiore, è stato più facile influenzare il movimento
                      del prezzo di quanto sarebbe stato possibile con le
                      grandi aziende. Quando il prezzo delle azioni si è
                      successivamente mosso verso l’alto, alcuni gestori
                      di hedge fund che scommettevano sul calo dei prezzi
                      sono stati costretti a limitare le perdite riacquistando
                      le azioni Gamestop. Ciò ha innescato un’ulteriore
                      pressione al rialzo sul prezzo delle azioni, costringendo
                      un numero sempre più grande di hedge fund a fare lo
                      stesso (“short covering”). Le turbolenze associate alla
                      battaglia tra piccoli investitori e hedge fund hanno
                      portato a vendite massicce a breve termine nel mercato
                      azionario statunitense.

                      Recentemente, il social trading è diventato sempre
                      più popolare e sta attirando, in particolare, giovani
                      investitori privati. Questi investitori si scambiano
                      informazioni sul mercato azionario sui social network
                      o su particolari piattaforme per prendere decisioni
                      di investimento. Tuttavia, non ci sono norme legali
                      che stabiliscono quale gruppo di persone possano
                      esprimere raccomandazioni attraverso questi canali.
                      Questi sviluppi che solitamente hanno più a che fare
                      con la speculazione che con l’investimento, spesso
                      riguardano azioni a bassa capitalizzazione di mercato.
                      Naturalmente, gli utili possono essere generati anche
                      con la speculazione. Tuttavia, tali utili dipendono spesso
                      da fattori esterni o coincidenze e non dal modello di
                      business e dal successo dell’azienda.

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Rubriche

                    Al contrario, nei nostri processi di investimento ci
                    concentriamo su un’attività di selezione altamente
                    professionale e trasparente, che prevede la definizione
                    di rigorosi criteri di qualità nella scelta dei titoli. Fattori
                    importanti come i vantaggi competitivi difendibili a
                    lungo termine di un’azienda, la solidità del bilancio o le
                    prospettive di crescita rivestono un ruolo importante in
                    questo processo. Guardiamo oltre le tendenze a breve
                    termine di qualche ora o qualche giorno che non si
                    basano su valutazioni dei fondamentali e sono innescate
                    soltanto dalle reazioni tecniche degli speculatori.

           Risposte dalla Germania
           Quali sono le conseguenze economiche di una potenziale
           cancellazione del debito da parte della BCE?

                     Recentemente, i coefficienti di indebitamento di                         Philip Gisdakis
                     molti Paesi, cioè il rapporto tra debito e PIL, hanno
                     registrato un marcato aumento - da un lato a causa
                     delle spese aggiuntive dei governi o delle mancate
                     entrate dovute alla pandemia, e dall’altro a causa della
                     contrazione del PIL. Per rallentare almeno in parte
                     tale aumento, alcuni osservatori chiedono alla BCE di
                     cancellare i titoli di Stato che detiene. Non intendiamo
                     valutare le conseguenze giuridiche e politiche di una
                     cancellazione, ci concentreremo pertanto sugli aspetti
                                                                                         Co-CIO of Group Wealth
                     economici. Cerchiamo di essere chiari fin dall’inizio: i            Management and CIO
                     benefici per i Paesi sarebbero molto meno significativi             UniCredit Bank AG
                                                                                         (HypoVereinsbank) (Germany)
                     di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Per la BCE
                     le conseguenze sarebbero, tuttavia, gravi.

                     Gli acquisti di titoli di Stato da parte della BCE
                     rappresentano un ampliamento del suo bilancio. Ciò
                     significa che ai titoli detenuti dalla Banca Centrale
                     come attività del bilancio corrisponde il denaro speso
                     per il loro acquisto come passività. Il reddito da interessi
                     che ne deriva costituisce un utile per la Banca Centrale.
                     Tale utile viene però distribuito ai ministeri del Tesoro
                     dei vari Paesi. È importante notare a questo proposito
                     che, legalmente, i titoli di Stato non sono detenuti dalla
                     BCE, ma dalle rispettive Banche Centrali nazionali, che
                     sono anche responsabili dei relativi utili e delle perdite.
                     Ciò significa che, dal punto di vista del governo, i titoli
                     acquistati dalla BCE (meno i costi) sono effettivamente
                     “senza interessi”. Quindi qualsiasi cancellazione del
                     debito presso la BCE non cambia l’onere degli interessi
                     a carico dell’emittente sovrano. E se la Banca Centrale
                     sostituisse i titoli in scadenza con quelli nuovi, la
                     situazione non cambierebbe nemmeno in futuro.

                     Ma la cancellazione del debito avrebbe serie
                     implicazioni per la Banca Centrale, perché in questo
                     caso i titoli non sarebbero più nell’attivo del bilancio,
                     ma la massa monetaria che la BCE ha usato per il loro

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Rubriche

           acquisto lo sarebbe ancora. Di nuovo, ciò potrebbe
           sembrare irrilevante a prima vista. Ma la situazione
           cambia rapidamente con il contesto economico e
           la Banca Centrale potrebbe voler ridurre la massa
           monetaria, per esempio perché l’economia è in forte
           crescita e l’inflazione sta superando l’obiettivo. I titoli
           nel suo bilancio, tuttavia, rappresentano per la BCE uno
           strumento estremamente efficace. Se la Banca Centrale
           non reinveste i titoli in scadenza, per esempio, ritira
           liquidità dal sistema per un importo corrispondente. E
           qualora dovesse intervenire in modo particolarmente
           rapido, potrebbe anche vendere i titoli.

           Per concludere, la cancellazione del debito da parte
           della BCE offre in realtà scarso sollievo alle finanze
           pubbliche dei paesi. E se il sostegno fornito dagli
           acquisti di titoli sarà necessario in futuro, la Banca
           Centrale dovrà semplicemente rinnovare i titoli in
           scadenza con nuovi titoli. La cancellazione del debito,
           tuttavia, priverebbe la Banca Centrale di uno strumento
           estremamente efficace per ritirare in futuro la liquidità
           in eccesso dal sistema, qualora necessario.

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e UniCredit Bank AG (di seguito congiuntamente “Gruppo UniCredit”) è indirizzata ad un pubblico indistinto di
investitori e viene fornita gratuitamente a titolo meramente informativo. Essa non costituisce raccomandazione
personalizzata o attività di consulenza da parte del Gruppo UniCredit né, tantomeno, offerta al pubblico di alcun
genere né un invito ad acquistare o vendere strumenti finanziari. UniCredit S.p.A., Cordusio SIM S.p.A., UniCredit
Bank Austria AG, Schoellerbank AG, UniCredit Bank AG e le altre società del Gruppo UniCredit possono avere uno
specifico interesse riguardo agli emittenti, agli strumenti finanziari o alle operazioni eventualmente oggetto della
pubblicazione, od intrattenere rapporti di natura bancaria con gli emittenti stessi. Eventuali stime e/o valutazioni
contenute nella presente pubblicazione rappresentano l’opinione autonoma e indipendente del Gruppo UniCredit
e, al pari di tutte le informazioni in essa riportate, sono date in buona fede sulla base dei dati disponibili alla data
della pubblicazione, tratte da fonti attendibili, ma aventi valore puramente indicativo e suscettibili di variazioni in
qualsiasi momento dopo la pubblicazione, sulla cui completezza, correttezza e veridicità il Gruppo UniCredit non
rilascia alcuna garanzia e non assume alcuna responsabilità. Gli interessati dovranno pertanto effettuare le proprie
valutazioni di investimento in modo del tutto autonomo e indipendente, facendo affidamento esclusivamente sulle
proprie considerazioni delle condizioni di mercato e delle informazioni complessivamente disponibili, anche in
coerenza con il proprio profilo di rischio e la propria situazione economica.

Si evidenzia inoltre che:

1. Le informazioni relative ai risultati passati di uno strumento finanziario, di un indice o di un servizio di investimento
non sono indicative di risultati futuri.

2. Se l’investimento è denominato in una divisa diversa dalla divisa dell’investitore il valore dell’investimento può
subire delle forti oscillazioni in funzione delle variazioni dei tassi di cambio e avere un effetto indesiderato sulla
redditività dell’investimento.

3. Investimenti che offrono alti rendimenti possono subire delle forti oscillazioni in termini di prezzo a seguito di
eventuali declassamenti del merito di credito. In caso di fallimento dell’emittente l’investitore può perdere l’intero
capitale.

4. Investimenti ad alta volatilità possono essere soggetti ad improvvise e notevoli diminuzioni di valore, potendo
generare rilevanti perdite al momento della vendita fino all’intero capitale investito.

5. In presenza di eventi straordinari può essere difficile per l’investitore vendere o liquidare taluni investimenti o
ottenere informazioni attendibili sul loro valore.

6. Se le informazioni si riferiscono a uno specifico trattamento fiscale, si evidenzia che il trattamento fiscale dipende
dalla situazione individuale del cliente e può essere soggetto a modifiche in futuro.

7. Se le informazioni si riferiscono a risultati futuri, si evidenzia che esse non costituiscono un indicatore affidabile
di tali risultati.

Il Gruppo UniCredit non potrà in alcun modo essere ritenuto responsabile per fatti e/o danni che possano derivare
a chiunque dall’utilizzo del presente documento, tra cui, a mero titolo esemplificativo, danni per perdite, mancato
guadagno o risparmio non realizzato.
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