COSTRUIRE INSIEME - 01| - Impreseterritorio.org
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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - LO/VA M A G A Z I N E D I I N F O R M A Z I O N E D I C O N F A R T I G I A N AT O I M P R E S E V A R E S E L’impatto delle scelte Scelte di qualità COSTRUIRE INSIEME 01| OPERA DI MARCELLO MORANDINI
IPE IMPRESE DI PROVATA ECCELLENZA PERCORSI DI ALTA FORMAZIONE E BADGE DELLE COMPETENZE PER INSTALLATORI DI IMPIANTI Sei un impiantista e vuoi far crescere la tua attività? Vuoi dimostrare la qualità e le competenze della tua impresa? » Scegli un percorso di formazione innovativa | 5YEPMƼGEMPPMZIPPSHIMXYSMWIVZM^M » Consolida e amplia il tuo business Diventa anche tu un’Impresa di Provata Eccellenza e dimostra quanto vali. CORSI INNOVATIVI, WORKSHOP E SEMINARI » Scegli il percorso più adatto alle tue esigenze » I corsi sono tenuti dai migliori docenti e da partner leader del settore » Acquisisci il Badge IPE per la tua attività » Verrai inserito nel Registro online delle Imprese di Provata Eccellenza | 0IXYIGSQTIXIR^IXIGRMGLIWEVERRSZIVMƼGEFMPMHEMXYSMGPMIRXMIJSVRMXSVM » Potrai sempre dimostrare i livelli raggiunti grazie al logo IPE e al QR code collegato al Registro online » Confartigianato e Artser continueranno a sostenere la crescita della tua attività attraverso la formazione e l’aggiornamento CONTATTACI PER SAPERNE DI PIÙ WWW.ASARVA.ORG/PERCORSO-IPE-IMPRESE-PROVATA-ECCELLENZA/
editoriale Il Recovery Fund ci darà le risorse MA LE COMPETENZE COSTRUIRANNO IL DOMANI Guardiamo al 30 aprile con attenzione e preoc- (-0,4 solo tra novembre e dicembre 2020). Ep- cupazione: entro quella data l’Italia dovrà pre- pure è oggi che è necessario costruire quel do- sentare il Piano nazionale di ripresa e resilienza mani che arriverà, e sarà implacabile, richiederà (Pnrr), la porta d’accesso ai finanziamenti euro- progettazione, organizzazione e, soprattutto, pei del Next Generation Eu. «L’occasione della un saper fare nuovo, competitivo, in grado di vita» per usare le parole del commissario Paolo farci correre con modalità differenti rispetto a Gentiloni. L’occasione per l’impresa, per usarne quelle alle quali ci eravamo abituati. E, forse, di più prosaiche e concrete. sulle quali ci eravamo adagiati. Parliamo di un pacchetto di fondi rilevante, che Scrive Giuliano Noci, ingegnere e prorettore del peserà sulle chance di riallineare il sistema eco- polo territoriale cinese del Politecnico di Milano nomico nazionale – che nel 2020 è tornato ai in una delle riflessioni che riportiamo di seguito, livelli di Pil del 1993, lasciando sul terreno pe- che «la più grande sfida, oggi, è far crescere sante -8,8% - a quelli più avanzati d’Europa e il capitale umano perché se non crescono le del mondo. E, auspicabilmente, offrirà occasio- competenze, i lavoratori non potranno più es- ni di sviluppo sulla cui onda orientare il nostro sere occupati». Aggiungo: se non crescono le modo di essere e fare imprese. competenze, le aziende non potranno più esse- Sei sono le mission che il piano si prefigura di re ciò che sono sempre state, ovvero l’hub del Mauro Colombo - Direttore generale Confartigianato Imprese Varese raggiungere: digitalizzazione e cultura, infrastrut- saper creare attraverso un saper fare unico e ture per la mobilità, istruzione e ricerca, inclusio- costantemente alimentato. ne e coesione, salute, rivoluzione verde e tran- Confartigianato Varese, con la società di servizi sizione ecologica. Partite strategiche sulle quali. Artser e la scuola di formazione VersioneBeta, Elementi strategici, non più rinviabili, ai quali ag- ha inserito in questo solco il lancio di un proget- giungo un settimo elemento che non può non to – IPE (Imprese di Provata Eccellenza) – che caratterizzare con convinzione la nostra rincor- delle competenze fa la motrice di una spinta sa alla nuova normalità: le competenze. Abban- alla proattività, al rilancio, alla qualificazione e donare le conoscenze che un tempo ci hanno alla certificazione delle aziende che vorranno resi felici, prosperi, competitivi, all’avanguardia investire su loro stesse, sui propri collaboratori è la richiesta che proviene da un mercato che e su nuove opportunità di sviluppo. IPE è cono- ha cambiato connotati non soltanto negli ultimi scenza ma è anche comunità. La comunità che dodici inimmaginabili mesi ma, più lentamente, diventa acceleratore e motore di scambio. nel corso di un tempo che ha tracciato la linea Aspettiamo i fondi europei, auspichiamo in una di confine tra “rimanere” e “diventare”. loro corretta gestione, pianificazione e distri- È difficile, oggi, pensare al domani: siamo in una buzione. Ma, nel frattempo, andiamo avanti. bolla di incertezze, con un piano di vaccinazioni Acceleriamo, investiamo su noi stessi. Quando lento, colori e chiusure che variano ad una ve- arriverà l’Europa saremo più forti e sapremo locità che non siamo più disposti a inseguire, davvero finalizzarne le risorse a costruire il no- flessioni significative nei valori dell’occupazione stro futuro.
State su quello che fate nella vostra impresa, sulla lavorazione, sul prodotto. State sul pezzo. Questa deve essere la regola, il modo di attraversare pandemia: essere severi con quello che si faceva prima dell’inizio di questa crisi Giuseppe De Rita SOMMARIO editoriale IL RECOVERY FUND CI DARÀ RISORSE MA LE COMPETENZE COSTRUIRANNO IL DOMANI _______________ 03 cover story CAMBIANO LE IMPRESE TRA RETI, COMMUNITY E COLLABORAZIONE _______________________________ 05 PIÙ COMPETENZE, PIÙ MERCATO. NASCE LA COMUNITÀ DELLE ECCELLENZE ________________________ 08 SIAMO STATI BRAVISSIMI SOLISTI. MA ORA IL MERCATO VUOLE L’ORCHESTRA ______________________ 10 L’INCERTEZZA È IL NOSTRO MALE. RISCOPRIAMO LA TERAPIA DEL VALORE ________________________ 12 DAL PONTE MORANDI ALLA ZONA ROSSA. “CHIUDERE? PENSO AI MIEI COLLABORATORI” ____________ 14 IL TERREMOTO E LA PANDEMIA: DOPPIO COLPO. MA CON IL DELIVERY SIAMO RIPARTITI ANCORA _______ 15 PIÙ GIUSTIZIA DOPO IL COVID O CI GIOCHIAMO LA CREDIBILITÀ ___________________________________ 16 CAMBIAMO DISCO: LA PA HA BISOGNO DELLE IMPRESE _________________________________________ 18 items SCELGO IL TURISMO IN TEMPO DI COVID. E DICO: TENGO DURO E PUNTO SULL’ITALIA ______________ 20 L’IMPRESA DELLA “SECOND LIFE”. COSÌ SALVIAMO IL PATRIMONIO E I RICORDI ______________________ 21 DECOLLANO LE “TECNOLOGIE” CHE CI CAMBIERANNO LA VITA ___________________________________22 RICAPITALIZZARE PER CRESCERE. CHI È DEBOLE RISCHIA L’EFFETTO TSUNAMI _____________________24 DALLE “STATICHE” ALLE “PROATTIVE AVANZATE”. FOTOGRAFIA DELLE IMPRESE TRAVOLTE DAL COVID ___ 26 ALTERNANZA FRENATA DALLA PANDEMIA _____________________________________________________28 profili di impresa IL CAMBIAMENTO IN AZIENDA ________________________________________________________________ 30 consigli per le imprese C’È VITA OLTRE ILPRODOTTO _________________________________________________________________32 FARE EXPORT SENZA FIERE __________________________________________________________________34 punti di vista IL COVID È UN GRANDE LETARGO DELL’ENERGIA. MA LE AZIENDE NON POSSONO PERMETTERSELO ___ 36 LA PRIVACY HA DIVISO IL MONDO. E HA VINTO CHI HA MESSO PRIMA LA SALUTE ___________________ 38 QUI È IL MANAGER CHE GUIDA. SI FA TUTTO DA REMOTO E FUNZIONA _____________________________ 40 A NEW YORK NULLA È COME PRIMA. LA GRANDE MELA COSTRUISCE LA NUOVA NORMALITÀ _________ 41 controcorrente STAKANOVISTI MA POCO PRODUTTIVI. STUDIAMOCI LE PMI VINCENTI E COPIAMOLE _____________________42 Magazine di informazione di Confartigianato Imprese Varese. Caporedattore - Davide Ielmini Viale Milano 5 Varese - Tel. 0332 256111 - www.impreseterritorio.org Progetto grafico e impaginazione - Confartigianato Imprese Varese Stampa Litografia Valli INVIATO IN OMAGGIO AD ASSOCIATI E ISTITUZIONI Tiratura, 8.500 copie - Chiuso il 16 Febbraio 2021 Autorizzazione Tribunale di Varese n.456 del 24/1/2002 Direttore Responsabile - Mauro Colombo Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a euro 28 ed è compreso nella quota associativa. Presidente - Davide Galli La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali In copertina l’opera in plexiglas n. 634-2015 | Per gentile concessione di Marcello Morandini
COVER STORY La pandemia ha provoca- to gravi danni al sistema economico. Una ricaduta positiva è stato far sì che gli imprenditori abbiano matu- rato, in brevissimo tempo, la consapevolezza di quanto fosse necessario aprirsi al cambiamento PIÙ FORTI, PIÙ IN RETE La pandemia cambia anche le partnership Enrico Marletta «Ma come? Abbiamo sempre fatto così...». mico una ricaduta positiva però è stato far Quante volte, a colloquio con gli imprendi- sì che gli imprenditori abbiano maturato, tori, ci si è sentiti dire così, quasi a voler in brevissimo temo, la consapevolezza di giustificare la limitata propensione a met- quanto fosse necessario aprirsi al cambia- tere in discussione il proprio modello di mento. business. Peccato che, in un contesto di grande complessità come l’attuale, la di- Tra le strategie che le imprese possono sponibilità al cambiamento è il principale perseguire per aumentare la propria com- fattore culturale che garantisce continuità petitività, una delle più efficaci, è la creazio- alle imprese. ne delle reti di impresa. Si tratta un istituto La globalizzazione, la digitalizzazione, la giuridico regolamentato a livello nazionale generale fragilità degli equilibri di mercato con la Legge 5/2009: «Con il contratto di con interi settori rivoluzionati in pochi anni rete – si legge all’articolo3 - due o più im- dall’affermazione di singole società (emble- prese si obbligano ad esercitare in comune matico il caso di Amazon ma anche di Air- una o più attività economiche rientranti nei bnb) hanno determinato negli ultimi anni rispettivi oggetti sociali allo scopo di accre- un contesto radicalmente nuove con cui scere la reciproca capacità innovativa e la le imprese, anche quelle piccole, hanno competitività sul mercato». ora necessità di fare i conti. In uno scena- Lo strumento è poco utilizzato dalle impre- rio già in rapido mutamento, la crisi legata se, anche se in Lombardia, lo scorso anno, al Covid ha avuto l’effetto di un formidabile il numero dei contratti è cresciuto del 10%. acceleratore. La pandemia ha provocato «La natura degli interventi per la promo- certamente gravi danni al sistema econo- zione dello sviluppo locale territoriale si è 6 | imprese e territorio errito
COVER STORY Costruire il cambiamento Tra gli aspetti più importanti della rete di imprese vi sono le performance nell’ambito dell’innovazione. Le reti, se opportunamente organizzate e coordinate, consentono una crescita generale delle com- petenze diffuse spostata da una logica territoriale (propria keting o nel settore ricerca e sviluppo. ministrazione con la possibilità di una otti- dei distretti, ndr) ad una logica funzionale» Dal punto di vista produttivo emergono in mizzazione dei processi attraverso la cen- dice l’economista Cesare Benzi in un artico- particolare tre aspetti positivi: riduzione dei tralizzazione di una serie di attività comuni lo sulle normative regionali in materia, pub- tempi di lavorazione, aumento della quali- (un caso tipico è l’istituzione di un ufficio blicato dall’Osservatorio dei distretti. «Le tà del prodotto finale e integrazione degli gare congiunto per la partecipazione ad norme sul contratto di rete - continua - si opportunità di finanziamento e di progetto) pongono l’obiettivo di perseguire strategie e ovviamente anche della finanza con il mi- di crescita delle imprese basate sullo svi- glioramento delle condizioni di pagamento luppo di risorse esterne alle imprese che «Le norme sul contratto di e dei tempi e l’accesso al credito a migliori derivano da rapporti di cooperazione tra di rete si pongono l’obiettivo condizioni. loro: la capacità innovativa e la competiti- di perseguire strategie di Tra gli aspetti più importanti della rete di vità dipendono quindi, almeno in parte, da imprese vi sono le performance nell’am- crescita delle imprese ba- fattori esterni». bito dell’innovazione. Le reti, se oppor- sato sullo sviluppo di risor- tunamente organizzate e coordinate, I potenziali benefici, sulla base delle espe- se esterne che derivano da consentono una crescita generale delle rienze già maturate, sono diversi. L’aumen- rapporti di cooperazione» competenze diffuse. L’insieme delle co- to della capacità di affacciarsi su nuovi noscenze, infatti, approfondite dal singolo mercati, in particolare all’estero; ma an- nodo della rete e relative ad aggiornamenti che l’attivazione di economie di scala, su innovazioni tecnologiche e di mercato, l’aumento delle proprie performance in aspetti tecnologici. creano una conoscenza diffusa di rete che termini di produttività e flessibilità; l’ac- Evidenti le ricadute nel settore commer- aumenta le competenze dell’intero distret- crescimento della capacità di mobilitare ciale, ma concreti sono anche i potenziali to e, di conseguenza, la sua capacità di svi- risorse in particolare investendo sul mar- benefici nell’ambito della logistica e dell’am- luppare innovazione. imprese e territorio | 7
COVER STORY Si chiama IPE (Imprese di Provata Eccellenza) ed è una risposta concreta alla crisi: non solo formazione di alto livello, ma anche un luogo dove scambiare espe- rienze e trovare opportunità Ipe si rivolge, in questa di business e una porta prima fase di lancio, al spalancata sul marketing settore degli impiantisti elettrici e termoidraulici. Il progetto verrà poi repli- Più competenze, cato su tutti gli altri com- parti. più mercato E’ uno strumento per fare crescere il proprio busi- Nasce la comunità ness e dimostrare la qua- lità della propria impresa. delle eccellenze Dopo un percorso di for- Davide Ielmini Dinamiche, competitive, pronte ad affrontare le oscillazio- mazione innovativo con ni economiche del mercato attraverso competenze più partner leader del settore specialistiche, affamate di innovazione, attratte dalle po- (i migliori corsi con i mi- tenzialità delle nuove tecnologie, consapevoli del cambia- mento irrevocabile. È questa la fotografia delle piccole e gliori partner), la qualità medie imprese coinvolte da una crisi, quella della pande- dell’impresa sarà certifi- mia da Covid 19, che ha stravolto il concetto di crescita cata dal Badge Ipe. e produttività. Una volta ottenuto il Ba- Imprenditori che cercano di andare oltre le conoscen- ze che già hanno per acquisirne invece di nuove, più dge, l’impresa verrà inse- adatte a creare una rete di collaborazioni tra colleghi, rita nel Registro online affinare le loro capacità nelle relazioni con i clienti e delle Imprese di Provata offrire servizi più mirati e completi. Eccellenza promosso da Confartigianato. Da questo bisogno nasce il progetto di Confartigianato Varese messo a punto dalla società di servizi Artser e Il Registro on line può es- dalla scuola di formazione per le imprese Versione Beta: sere consultato da forni- IPE, Imprese di Provata Eccellenza. tori e clienti grazie ad un Nel dettaglio: QR Code. 8 | imprese e territorio
COVER STORY Un progetto, una visione di impresa Il progetto Ipe vuole essere una testa di ponte in un mer- mare e aumentare il proprio giro d’affari. Dalla rete na- cato che, da un lato, apre nuove opportunità con il super scono nuove opportunità di dialogo e la costruzione ecobonus al 110% (prorogato al 2022) e, dall’altro, scom- di nuovi business. mette sulle risorse del Recovery Fund, che fa breccia nei E’ per questo che Imprese di Provata Eccellenza scom- grandi temi della sostenibilità ambientale e dello smart mette sulla riconoscibilità del Made in per trovare un living. giusto equilibrio tra qualità e fatturato e accompagnare Ma come trovare ed estendere il proprio spazio di mano- le imprese ad essere parte di un “sistema di matching” vra in un mercato imperfetto, dove l’accesso alle infor- che le renderà più performanti. Perché la competitività mazioni da parte del cliente non porta sempre ad otte- non si realizza più e solo riducendo i costi, ma facendo nere le giuste garanzie e la giusta fiducia nei confronti anche parte di un circuito dove è facile scambiarsi in- dell’impresa? formazioni e specializzazioni per poter trovare soluzioni collettive ai problemi. Attraverso le tre leve che stanno alla base di Imprese di Al centro di IPE, dunque, c’è il lavoro: non solo il prodotto Provata Eccellenza: competenze (formazione continua), finito ma anche come si arriva a quel prodotto (proget- comunità (rete) e innovazione (le nuove tecnologie). tualità, conoscenze ed esperienze da mettere a fattor La formazione è il “punto di non ritorno” di un modo comune) per poter soddisfare i bisogni più diversi dei di fare impresa che, oggi, non può resistere e matu- clienti. Senza dimenticare, però, il ruolo che deve avere rare senza un aggiornamento continuo di quel “saper l’innovazione nella produzione. fare”, e di quelle conoscenze, che possono accrescere la reputazione dell’azienda affinché si distingua dai con- Innovazione nei materiali e nelle tecniche, ma anche correnti attraverso un servizio sempre più completo e nella comunicazione. Nel mercato a “geometria varia- di altissimo valore. bile”, infatti, le imprese devono parlare un linguaggio Ciascuna impresa che vorrà ottenere la garanzia IPE po- comune ma devono anche essere preparate a rag- trà scegliere il pacchetto di corsi più adatto alle proprie giungere i committenti con i loro stessi mezzi: offline esigenze, individuare i collaboratori che dovranno fre- quentare le lezioni secondo le modalità prestabilite (in e online; con una visita personale o con un contatto a aula o online) e avviare il percorso della collaborazione distanza, attraverso i social, per raccontarsi e per rac- reciproca. contare ciò che fanno. Un’offerta sempre più distintiva Al termine dei corsi sarà obbligatorio un test finale di e di qualità passa anche dalla relazione che si mantie- verifica delle competenze pratiche e teoriche sotto la su- ne nel tempo attraverso quel rapporto di fiducia che pervisione di un tecnico qualificato. l’imprenditore, grazie alla sua professionalità d’eccellen- Il punto d’appoggio di Ipe è quella formazione di qualità za, costruisce con la committenza. IPE serve anche a maturata in anni di lavoro da Versione Beta e in 53 corsi questo: ad affrontare un mercato dove il cliente finale tecnici effettuati solo negli ultimi tre anni, per un totale di quasi diecimila ore di formazione/allievo e 535 allievi si muove spesso in autonomia informandosi, grazie al totali. web, su interventi, prodotti e costi che soddisfino i suoi gusti sempre più diversificati, particolareggiati e com- Una rete di conoscenze, esperienze e scopi per affer- plessi. imprese e territorio | 9
COVER STORY Grande la spinta tecnologi- ca favorita dal super ecobo- nus ma affrontare da soli le novità non basta: dobbiamo SIAMO STATI lavorare tra noi e con i pro- fessionisti. Da competitors a collaborators BRAVISSIMI SOLISTI Ma ora il mercato vuole l’orchestra Non sempre l’impresa che si vorrebbe ca, nella videosorveglianza, nella gestione la tecnica), a calibrare interventi sempre coincide con quella più adatta ad affron- da remoto di telecamere e dispositivi an- più performanti e a convincerci del fatto tare e sostenere le tensioni del mercato. tiintrusione. Per affrontare tutto questo, che bisogna stare al centro di un gruppo In questi ultimi anni, le Pmi stanno spo- il professionista deve fare un upgrade su di lavoro non solo per sapere come usa- stando sempre più il baricentro del proprio tutto ciò che è tecnologico. Rintanarsi re i nuovi prodotti, ma anche per affron- lavoro «dall’Io al Noi; da quell’individualismo nel proprio credo non ha alcun senso e, tare nuovi problemi». Affrontarli all’interno che ancora c’è a quella rete che gradata- ancora peggio, porta alla perdita di gros- di una rete che Gabriele Cova pensa non mente sta diventando strumento strate- se fette di mercato. L’elettricista che solo per le imprese di uno stesso setto- gico nella professionalità di tutti i giorni. interviene su un impiantino con quattro re, o di comparti affini uniti da una logica Nel Dna i piccoli imprenditori sono ancora prese e due interruttori scomparirà grada- produttiva, ma anche trasversale: «Il pro- solisti, ma il mercato ci chiede di lavorare tamente». gettista deve collaborare con l’architetto, come se fossimo un’orchestra». e l’elettricista e il termoidraulico con le A dirlo sono Andrea Rorato della Cabec Il mercato comanda e guida alla trasfor- aziende della meccanica che sono in gra- Srl di Saronno (impianti idraulici) e Ga- mazione: adeguarsi significa allargare le do di studiare componenti su misura per briele Cova della Cova Group Technolo- maglie del business. È quello che sta ac- le loro esigenze». Insomma, i due impren- gies (impianti elettrici), con sede a Be- cadendo anche con il super ecobonus al ditori tengono a battesimo un mondo nel sano. Che dubbi non ne hanno e insistono 110%, complice di un cambio di passo al quale i competitor diventano collaborator; «su una formazione diffusa e sull’efficacia quale si devono adattare anche le picco- dove allo scambio di know how, informa- di un network tra imprese». Perché, sotto- le realtà. Lo sostengono gli imprenditori zioni e idee strategiche si abbina la cul- linea Cova, «la formazione è fondamentale quando parlano di «un bonus che ci sta tura d’impresa e gli incontri a tema sulla per trasformare sé stessi e la propria atti- forzando ad abbracciare lo sviluppo tec- gestione aziendale. vità. Ormai sta cambiando tutto: il merca- nologico, a seguire percorsi formativi sem- to, oggi, chiede competenze nella domoti- pre più spinti (e non solo sul fronte del- Rocco Dabraio, titolare della Impianti 10 | imprese e territorio
COVER STORY Comunità anticrisi/la voce delle imprese Elettrici Dabraio, aggiunge un tassello in più alla discussione: «Da anni mi occupo in prima persona di formare i ragazzi che si candidano ad entrare nelle nostre azien- de, ed è chiaro che l’era di chi si “accon- tenta” è finita: dobbiamo fare di più, dob- biamo padroneggiare bene e con solidità le nuove tecnologie, dobbiamo dialogare. Il settore casa visto A chiedercelo sono i clienti. Gli stessi che con gli occhi di chi ci Stefano Comida, titolare della CBS Ser- lavora tutti i giorni: ramenti e Infissi, affronta con un baga- Andrea Rorato (Ca- glio di competenze che non sono inchio- bec), Gabriele Cova date alle sole riqualificazioni e patentini tecnici, ma invadono il campo della comu- (Cova Group Techno- nicazione fatta con i nuovi canali social: logies), Rocco Dabraio «E’ anche grazie a questi strumenti che (Impianti Elettrici Da- entri in contatto con i nuovi clienti e mo- braio) e Stefano Comi- stri loro cosa sai fare. Li aiuti a distinguere da (CBS Serramenti). l’improvvisazione dal lavoro programmato Rintanarsi nel proprio e di qualità, spiegandogli le soluzioni più credo non basta, la ri- adatte alle loro esigenze». voluzione è cominciata I clienti al centro, dunque, più e meglio di prima perché con loro bisogna aprire un confronto che parte, quasi sempre, da ciò che hanno raccolto in rete. Ancora Andrea Rorato: «I clienti sono più informati di un tempo, conoscono materiali, costi, prodot- ti ma spesso ciò che trovano su Internet non è corretto. Anzi, a volte ci si parla come se si fosse ad un telefono senza fili: si dice A e all’altro capo il cliente capisce C. È per questo che il professionista deve essere formato e informato: se ti dimostri meno preparato della committenza non fai bella figura. E alcuni errori nascono da una mancata formazione. La fiducia si basa sulle garanzie e sulla professionalità che dimostri ogni giorno». Davide Ielmini imprese e territorio | 11
COVER STORY L’incertezza Se un’impresa si tira indietro di fronte è il nostro male alle incertezze e ai rischi, offre spazio Riscopriamo ai concorrenti per occupare una fetta la terapia di mercato rimasta del valore sguarnita Andrea Aliverti La pandemia ci ha proiettato in un periodo senza punti fermi. Il filosofo e psicologo Manzotti: «I valori sono ciò per cui siamo pronti a fare sacrifici e correre rischi» 12 | imprese e territorio
COVER STORY GUARDIAMOCI DENTRO RICCARDO MANZOTTI FILOSOFO E PSICOLOGO La pandemia ci ha proiettato nel tempo al rischio imprenditoriale, che hanno una rischia grosso». E il professor Manzotti fa dell’incertezza. «La soluzione? Sono i valo- visione per il futuro, una prospettiva pro- l’esempio concreto di «un negozio di scarpe ri». Riccardo Manzotti, filosofo, psicologo, gettuale del valore». aperto da tre generazioni in via Roma nel esperto di intelligenza artificiale e pro- centro di Lavagna, dove vivo io, che pensa- fessore associato di filosofia teoretica Ed è qui che è insita la possibilità di rischia- va di essere intoccabile e ha deciso di non all’Università Iulm di Milano, riflette su un re per traguardare le incertezze: «Se devi investire per aprire un nuovo punto vendita tema sempre più cruciale soprattutto per vedere la tua fidanzata, anche se nevica nella città vicina, e che quest’anno ha chiu- chi fa impresa e fatica a programmare il e c’è il ghiaccio in strada ci vai lo stesso - so perché sono arrivati l’eCommerce e la futuro di fronte alle indeterminatezze lega- sintetizza con un esempio il professore - ti pandemia. In realtà ha chiuso perché non te alla ripartenza economica e al continuo prendi un rischio, poi su diecimila fidanzati si è preso dei rischi prima». pingpong tra aperture e chiusure. ce ne sarà uno che esce fuori strada. Ma «Nei tempi di incertezza la differenza la se non vai, poi potrebbe andarci qualcun al- Una metafora, per molti versi, della storia fanno i valori, vale a dire quello per cui tro al tuo posto e portarti via la fidanzata». d’Italia: «Che è fatta di momenti in cui le siamo pronti a fare sacrifici e a prendere Una “lezione” che può essere traslata sul classi che godevano nella rendita sono ri- dei rischi» sottolinea Manzotti. «Noi oggi mercato: se un’impresa si tira indietro di maste immote e poi hanno visto regolar- ci troviamo in una condizione disastrosa mente passare sulla loro testa gli eserciti perché vogliamo la botte piena e la moglie Come ripartire? Biso- degli invasori, perché indebolito il tessuto ubriaca, siamo in un deficit di scelte - spie- gna far leva su quelle - spiega il filosofo - al di là delle conside- ga il filosofo - negli anni del Boom la gente razione storiche ed economiche, è chiaro voleva il benessere economico e lo rag- parti della società più che nel momento in cui l’essere umano giungeva, negli anni della dittatura voleva propense al rischio im- non è più guidato da cose e principi che la libertà e combatteva per ottenerla. Ora prenditoriale, che han- valgono qualche rischio e che nella tradi- vogliamo tutto gratis, tutte le garanzie no una visione per il zione vengono pomposamente chiamate del mondo, vogliamo che lo Stato dia i futuro, una prospettiva valori, è destinato a medio lungo termine ristori ma anche che non ci faccia paga- re le tasse, vogliamo tornare a scuola ma progettuale del valore all’estinzione. Per il principio di Malthus: le risorse sono limitate». pretendiamo che la sicurezza sia assoluta. Il detto dice “chi non risica non rosica”, e la nostra è una società che non vuole ri- fronte alle incertezze e ai rischi, offre spa- E dietro l’angolo può sempre arrivare qual- sicare». zio ai concorrenti per occupare una fetta di cosa che fa crollare le certezze: «Anche Il quadro attuale vede una situazione in mercato rimasta sguarnita. «Ma pensiamo in passato - aggiunge Riccardo Manzotti cui, secondo Riccardo Manzotti, rispetto anche a quante volte ha rischiato Steve - i tempi di grandi incertezze sono sta- ad un’idea di responsabilità e di convivenza Jobs per arrivare dove è arrivato. Oppure ti quelli che hanno selezionato chi sa- con il Covid, prevale «un clima generale in all’Inghilterra del 1939: isolata da tutti, in peva prendersi dei rischi. E chi poteva cui, anche per motivazioni opportunistiche base alla logica avrebbe dovuto arrender- farlo, perché oggi in Italia tra leggi, regole, e politiche, si sta facendo leva sulle clas- si al Terzo Reich e chiedere le condizioni lacci e lacciuoli, uno dei motivi per cui ab- si che hanno meno da rischiare». Così si è migliori. Ma c’erano dei valori, che l’hanno biamo un’imprenditorialità in declino è che scelto di “sacrificare” l’economia sull’altare spinta a combattere». in nome della sicurezza stiamo impeden- della sicurezza nel fronteggiare la pande- do agli imprenditori di prendere dei rischi, mia. «L’incertezza c’è - sottolinea il filoso- A maggior ragione anche perché, e gli im- come abbiamo fatto anche in questa fase fo - ma per risolverla bisognerebbe far leva prenditori lo vivono sulla loro pelle quo- della pandemia, lasciano che siano padroni su quelle parti della società più propense tidianamente, «chi non rischia in realtà di loro stessi e delle loro scelte». imprese e territorio | 13
COVER STORY Resistere nell’incertezza/1 Andrea Aliverti Dal Ponte Morandi alla zona Rossa «Chiudere? Penso ai miei collaboratori» Da una zona rossa all’altra, il mondo che delle aziende che finiscono in zona rossa, li sto spendendo tutti per tenerla aperta». crolla addosso due volte. E l’incertezza che dove c’era il divieto di accesso. La nuova sede è a Tagliolo Monferrato, ap- diventa rabbia. È una storia di resistenza pena oltre il confine tra la Liguria e il Pie- quella della Acremoni Srl, piccola azienda «Non potevamo neppure entrare, ma non monte, e l’inaugurazione, nel settembre del genovese con appena 5 dipendenti, lea- ho mai pensato di chiudere - rivela l’impren- 2019, è caratterizzata da grande entusia- der nello stampaggio delle guarnizioni in ditore - se l’avessi fatto, non avrei potu- smo. Il trasloco è in tempi da record e «la gomma per il settore navale e industriale: to più guardare in faccia i miei operai». La disponibilità dei ragazzi e la soddisfazione in meno di due anni è passata dalla “zona Acremoni ha più di 70 anni di età: fondata di veder crescere qualcosa di nuovo» sop- rossa” del Ponte Morandi di Genova a quel- nel 1948, era stata rilevata dal padre di piantavano anche lo stress, la fatica e le in- la del lockdown per la pandemia Covid. Nel Michele, Angelo Vassallo, che era un di- certezze di una nuova avventura. Poi però mezzo, il trasferimento di sede: dal capan- arriva la pandemia e la rinascita si ferma none di via Greto di Cornigliano, esattamen- te sotto la campata crollata del Morandi, ai La struttura di Geno- sul più bello. I ristori? «Insufficienti, sia nuovi spazi a Tagliolo Monferrato, vicino a va che cade addosso dopo il crollo del Ponte, sia dopo il lock- Ovada, in Piemonte. Dove la ripartenza, da- allo stabilimento, poi down - rivela l’imprenditore genovese - le tata settembre 2019, è stata bruscamente istituzioni assenti, lo Stato una vergogna il lockdown. La Aere- interrotta dalla crisi Covid. «Questa cosa assoluta, a cui non interessa niente se fat- che è successa con la pandemia è stato moni è ripartita fino turiamo o meno». il colpo di grazia - ammette Michele Vas- alla batosta del Covid. E così, dopo aver superato persino la di- sallo, 53 anni, titolare della Acremoni - oggi E ora il pensiero va ai struzione della zona rossa del Morandi, stiamo fatturando quasi la metà di prima dipendenti stavolta a Michele Vassallo viene voglia di della pandemia, quando ci stavamo ripren- gettare la spugna: «Sarebbe un peccato, dendo». perché è un’azienda che ha più di 70 anni, pendente dell’azienda. Lo stesso Michele ma se non fosse per quelle cinque fami- Qui occorre fare rewind, per tornare al 14 ha iniziato a lavorare come operaio quan- glie che si mantengono lavorando lì dentro agosto 2018, il giorno che ha cambiato la do ancora c’era la vecchia proprietà. Dopo avrei già chiuso - confessa - il futuro pur- storia di Genova. E della Acremoni, perché il l’incertezza dei mesi successivi al crollo, troppo è un punto di domanda, con questo ponte dell’autostrada A10 è letteralmen- arriva l’aiuto di Società Autostrade che ac- continuo chiudere e aprire. Appena ricomin- te crollato addosso allo stabilimento. «Io quista l’area dello stabilimento di Acremoni cia a muoversi il lavoro, c’è un lockdown ero in vacanza e quando mi hanno telefo- come forma di sostegno alla ripresa delle che ferma di nuovo tutto. Noi poi lavoriamo nato pensavo fosse uno scherzo - raccon- attività e all’occupazione. tanto con le compagnie di navigazione, che ta Michele Vassallo - in fabbrica c’era mio «L’unico vero aiuto che abbiamo avuto, an- sono nell’incertezza più totale». La doppia nipote Luca, che racconta di un pavimento che se mi hanno pagato per quel che mi mazzata rischia di essere letale per la Acre- che si è alzato sotto i suoi piedi. Lui si è sal- spettava - sottolinea Vassallo - quei soldi li moni. Soprattutto se non arrivano certezze vato perché era in fondo allo stabilimento ho investiti per dare un futuro all’azienda, e misure di sostegno concrete che sappia- per recuperare una felpa prima di andare a casa». Tutto distrutto. La Acremoni è una perché era la cosa giusta da fare, e adesso no dare una prospettiva a chi lavora. 14 | imprese e territorio
COVER STORY Resistere nell’incertezza/2 Il terremoto e la pandemia: doppio colpo Ma con il delivery siamo ripartiti ancora La doppia rinascita di chi era già ripartito Prefabbricati: «Il 2 novembre avevamo qua zi di mio padre, eravamo riusciti a riparti- dopo il terremoto. A Norcia la pandemia fuori la prima gru e ai primi di dicembre ave- re, adesso non so se riusciremo a riapri- ha avuto l’effetto di una nuova “scossa”, vamo già rimesso a posto tutto, inaugura- re» aveva raccontato Arianna Verucci a un a meno di quattro anni dal terremoto che to il 6 gennaio 2017. Purtroppo pochi giorni giornale locale in occasione della Pasqua, aveva distrutto la città. «Il 2020 doveva dopo, il 1° febbraio, è venuto a mancare mio quando in pieno lockdown aveva deciso di essere l’anno della vera ripartenza e rina- padre e mi trovo titolare dell’azienda». scita, e invece ci è capitato il Covid. Arriva- Con un mutuo sul groppone per la ricostru- regalare uova di cioccolata ai bambini in to all’improvviso, proprio come il sisma del zione del laboratorio, Arianna si è rimbocca- ospedale. 2016» rivela Arianna Verucci, titolare del- ta le maniche ancora una volta, fino a che Perché a Norcia la preoccupazione per il la Cioccolateria Vetusta Nursia, fondata post-Covid si accompagna ad una ricostru- da suo padre Gabriele nel 1985 a Norcia. zione che non è ancora decollata, con le Un’attività artigianale con laboratorio e ne- Arianna Verucci, titolare macerie del sisma ancora presenti in città. gozio, che produce cioccolateria ma anche della Cioccolateria Vetusta È stata una vera botta «chiudere un’attività pasticceria secca e lievitata, esportando Nursia, si è vista crollare come la mia per circa tre mesi, nel periodo anche all’estero. Completamente spazzata tutto addosso nel 2016, più importante dell’anno, la Pasqua, dopo via dal terremoto, ha avuto la forza di ri- prendersi, con grandi sacrifici. con il terremoto. «Aveva- aver passato tre anni e mezzo di rinunce e Una delle tante attività colpite nel Centro mo ripreso, il 2020 avreb- sacrifici per far rimanere in piedi un’attivi- Italia sconvolto dalla terribile sequenza di be dovuto essere l’anno tà con nove collaboratori senza un giorno scosse tra l’agosto del 2016 e il gennaio della rinascita…» di riposo, perché questo doveva essere, e del 2017. «La resa dei conti fu il 30 ottobre sottolineo “doveva”, l’anno della vera ri- 2016 - racconta l’imprenditrice umbra - ho partenza». Ma anche stavolta la resilienza ancora impresso nella mente il momento in cui, mentre salivo e scendevo da casa per è arrivata un’altra botta micidiale. «Il 2020 ha prevalso. Anche grazie alle consegne a recuperare quel che si poteva, mi dissero: doveva essere l’anno della vera riparten- domicilio e alla solidarietà arrivata con gli “la tua cioccolateria non c’è più”». za. Avevamo investito soldi e tempo, ave- ordini da tutta Italia durante il lockdown. vamo puntato tutto su questa stagione «Accetto il destino, perché credo che per- «Mi sedetti sul muretto piangendo, ma mio - racconta la titolare di Vetusta Nursia - non sone forti e resilienti come noi ne usciran- figlio mi disse “le donne forti non piango- avevamo messo in conto il virus, che è ar- no più motivate di prima» afferma Arianna no mai”. E abbiamo fatto come sempre, ci rivato all’improvviso come il terremoto tre Verucci. «Se ci piangiamo addosso è peg- siamo rimboccati le maniche per ripartire». anni e mezzo fa e ci ha rimesso in ginoc- gio, bisogna trarre il positivo da ogni cosa e Senza perdersi d’animo e senza perdere un chio, dando il colpo di grazia ad un centro minuto, anche grazie al supporto di azien- Italia già in sofferenza». Quasi una maledi- quando scende una lacrima bisogna asciu- de del territorio con cui si è consolidato zione. garsi gli occhi e rimboccarsi le maniche». un rapporto di vicinanza, come la Borgioni «Se dopo il sisma del 2016, grazie agli sfor- A. Ali. imprese e territorio | 15
COVER STORY PIÙ GIUSTIZIA DOPO IL COVID o ci giochiamo la credibilità I numeri sono da brivido: la durata media di un processo civile in Italia, 8 anni e 1 mese, è più del doppio della Francia e il triplo della Germania. E, a proposito di cause civili, quelle pen- denti sono qualcosa come 3,8 milioni 16 | imprese e territorio
COVER STORY L’orologio (lento) della giustizia Spesso prevale la sfiducia, soprattutto nelle aziende piccole e il problema non è solo a causa della durata dei giudizi, ma soprattutto per le esecuzioni, che sono un collo di botti- glia. Avvocati aperti al dialogo e al confronto Una giustizia più efficiente è un fattore E il problema non è tanto e solo la durata gistrati e personale amministrativo, ma di competitività per le imprese. Ed è uno dei giudizi, ma soprattutto delle esecuzioni, anche avvocati, che con l’Ordine devono degli ambiti su cui lavorare per la ripartenza che «è un collo di bottiglia». Il rischio è che vigilare sulla corretta applicazione delle post-Covid. Lo si capisce partendo dai nu- «l’impresa e il cittadino non si rivolgano più norme), un’interlocuzione che porti a mi- meri choc della giustizia italiana. Quelli della alla giustizia, fino a rinunciare ai crediti da gliorare l’efficienza della giustizia e dunque durata media del processo civile in Italia, riscuotere». Tanto che negli ultimi anni, e anche l’economia». Perché, ricorda Mara- 8 anni e 1 mese, vale a dire più del doppio non solo per il ricorso ai sistemi alternativi sciulo, «la giustizia è un sistema aperto. Se della Francia e il triplo della Germania. Op- (come la mediazione), si sta assistendo ad è efficiente, aumenta la competitività delle pure quelli delle cause civile pendenti, qual- una «riduzione drastica» del contenzioso imprese, mentre invece la lentezza del pro- cosa come 3,8 milioni. Anche se diminuite sul nostro territorio. Dove la situazione va cesso civile distorce i mercati, scoraggia dell’11,3% tra il 2016 e il 2019. da un Tribunale di Busto Arsizio che «forse gli investimenti, incentiva a disattendere è un’isola felice, con la durata dei processi gli impegni contrattuali». «Scontiamo un decennio di recupero del “debito” della giustizia - sottolinea Giusep- pe Battarino, magistrato, scrittore e sag- Ma le norme e le riforme non bastano. «La gista - la macchina funziona meglio ma ha Carenza di amministra- ipercomplessità della realtà non richiede ancora dei limiti, e l’impressione comune tivi, la scelta dei ma- una ipercomplessità delle norme ma l’in- rimane negativa». Sono diversi i fattori che gistrati onorari per la telligenza da parte di tutti gli attori» l’in- hanno contribuito all’ingigantirsi dell’arre- giustizia di prossimità vito di Giuseppe Battarino. E c’è anche un trato: dal fatto che «fino al 2017, per ben e la critica distribuzione problema culturale e di comportamenti da 18 anni non si è svolto nessun concorso delle risorse sono i nodi affrontare. «Il cliente - fa notare l’avvocato per l’accesso all’amministrazione della giu- da sciogliere. Ma anche Picco Bellazzi - dovrebbe considerare l’av- stizia» ad una giustizia di prossimità «devo- vocato più come il medico di famiglia che la cultura delle imprese luta ai magistrati onorari, sulla cui efficacia non come il chirurgo, e interpellarlo preven- qualche dubbio è lecito», fino all’iniqua di- in tema di giustizia tivamente, prima che la situazione precipiti stribuzione delle risorse destinate al set- Così facendo, si ridurrebbero anche i tempi tore, che «in generale non sono inferiori a della giustizia». quelle degli altri Paesi europei, ma sul per- tra le più basse d’Italia», come testimonia sonale amministrativo in Italia ne abbiamo Picco Bellazzi, e quello di Varese che invece «è agli ultimi posti nel distretto della Corte Un approccio che sarebbe essenziale so- quasi la metà della media europea. E il triplo d’appello di Milano», come constata ama- prattutto per le aziende. Le quali, fa notare degli avvocati. ramente Domenico Marasciulo, avvocato il giudice Battarino, «non investono abba- Un’inefficienza cronica che si riflette sulla del Foro varesino. stanza in cultura giuridica di base, che quotidianità della vita di chi ha bisogno di Così, quello dei tempi e dell’efficienza del- da noi non esiste». Su questo fronte, «le rivolgersi alla giustizia. Spesso prevale «la la giustizia è un tema «da approfondire», associazioni imprenditoriali possono gioca- sfiducia, soprattutto nelle aziende picco- per l’avvocato Marasciulo, che lancia una re un ruolo», ma per Battarino occorrereb- le», come fa notare Walter Picco Bellazzi, proposta: «A Varese è necessario creare be anche «un investimento rivoluzionario avvocato del Foro di Busto Arsizio e già tavolo tecnico tra associazioni impren- sulla fiducia reciproca» tra le parti coinvol- presidente della locale sezione dell’Ordine. ditoriali e operatori della giustizia (ma- te. A. Ali. imprese e territorio | 17
COVER STORY Ripensare il rapporto tra Pa e imprese per mettere fine alla dittatura della burocrazia: «Le aziende hanno bisogno che le istituzioni pubbliche siano in grado di svolgere un ruolo di supporto e di consulenza e che non si limitino solo ad azioni sanzionatorie» Cambiamo disco: la Pa ha bisogno delle imprese Matteo Fontana 18 | imprese e territorio
COVER STORY Costruiamo una nuova semplicità Per costruire un nuovo modello economico che le riforme approvate dal mondo della re una cultura manageriale all’interno del che sappia davvero superare il problema politica non hanno certo aiutato. settore pubblico che oggi manca a mag- atavico dell’oppressione burocratica che gior ragione dopo i tagli al personale effet- le aziende sentono sulla loro pelle da ben «Si sono adottate solo politiche di austerità prima della crisi generata dalla pandemia, che si sono limitare a ridurre il numero di tuati negli scorsi anni che sono stati l’unica occorre prima di tutto ripensare al rappor- dipendenti senza investire sulla loro qualità vera “riforma” della pubblica amministra- to tra le pubbliche amministrazioni e le – osserva la professoressa della Bocconi – zione. «Non è in questo modo che si crea imprese. così oggi ci troviamo personale vecchio una classe manageriale pubblica che abbia e scarsamente qualificato che non cono- Ne è convinta Raffaella Saporito, profes- obiettivi di gestione e che venga valutata sore associato of Practice of Govern- in base ai risultati ottenuti – afferma Sapo- ment, Health and Nor for Profit dell’uni- Il problema? «Ci troviamo rito – una valutazione nella quale dovreb- versità Bocconi di Milano, dove è direttore personale vecchio e scarsa- bero essere coinvolti tutti gli stakeholder del corso “Selezionare, motivare e valutare nella Pa”, che abbiamo intervistato per par- mente qualificato che non comprese quindi le imprese». Esiste poi lare del sempre tormentato rapporto tra conosce la grammatica degli una burocrazia “politica” e istituzionale burocrazia e imprese. «Secondo la narra- investimenti ma è fondamen- che non prende decisioni, rinvia e non si zione corrente il rapporto tra pubblico e pri- tale ad esempio nell’applica- assume responsabilità creando quel cli- vato è all’insegna della contrapposizione – sottolinea la professoressa – ma dovremo zione del Recovery Fund, che ma di incertezza che tanto fa male alle costruire un racconto diverso, dove il biso- dovrà poggiare sul ruolo dalla imprese. gno delle istituzioni pubbliche sia quello pubblica amministrazione» di rispondere ai bisogni delle imprese che «Stiamo attraversando una fase di grande sono quelle che più stanno patendo la fragilità dei corpi intermedi e di una grande crisi. Occorre un modo di lavorare diverso, sce la grammatica degli investimenti che dove a prevalere devono essere spirito di però è fondamentale ad esempio nell’ap- volatilità della classe politica che non fa in servizio e collaborazione». plicazione del Recovery Fund che non po- tempo a maturare le competenze necessa- trà non passare dalla pubblica amministra- rie e che fa fatica a capire le trasformazio- Costruire un nuovo rapporto insomma. zione». I tagli hanno comportato un calo ni in atto – conclude la docente – quando «Molto concretamente – prosegue Sapori- del livello dell’efficienza che si ripercuote sui cittadini e sulle imprese. «Ci vuole un invece c’è grande bisogno, ancora più di to – le imprese hanno bisogno che le isti- tuzioni pubbliche siano in grado di svolge- cambio di passo - sostiene Saporito - con prima, di trovare nuovi spazi dove i corpi re un ruolo di supporto e di consulenza e la consapevolezza che se crollassero le intermedi possano esprimere i loro biso- non sanzionatorio di chi produce. Penso ai aziende non ci sarebbero più le istituzioni gni e le loro visioni; è una questione che Centri per l’Impiego che dovrebbero dare pubbliche, ecco perché la collaborazione è riguarda da vicino anche le imprese che una mano in questo senso sul versante del l’unica strada». mondo del lavoro». D’obbligo anche ripensa- sono molto differenziate tra loro come an- re a una “nuova” pubblica amministrazione Cambio di passo vuol dire anche introdur- che il mondo del lavoro». imprese e territorio | 19
items Crescere da startup/1 Marilena Lualdi Scelgo il turismo in tempo di Covid E dico: tengo duro e punto sull’Italia Metti che un giorno decidi di aprire un’a- lavoravo in una fabbrica. Ma fin da piccolo costruire oggi per un giovane come lui, che zienda e scoppia l’emergenza Covid. Sfor- avevo una passione, riparare le cose. Con ha detto addio al posto in azienda per far tuna numero uno. Metti che quell’azienda Ploy ho quindi iniziato un’attività un po’ di- nascere il suo percorso autonomo e si è l’hai pensata con un target molto mirato, versa. In un posto che vive di turismo, non trovato in mezzo alla tempesta. «Secondo in base alle caratteristiche del luogo dove esiste altro, non c’è l’industria, solo un po’ me - sottolinea – se migliorano le cose, si vivi e lavorerai: quello dei turisti. A questo di agricoltura. Allora mi viene quest’idea, punto, la bastonata appare in tutta la sua del noleggio di biciclette». Un mezzo che può investire sulle novità anche traendo potenza e la primavera 2020 sembra desti- consente di riscoprire i bei posti attorno a qualcosa dal passato, tirando fuori quello nata a far sfiorire tutto. tutti e a chi non ha tempo allenarsi o non che è stato abbandonato. La pandemia ha può viaggiare con una bici classica, ben cambiato il modo di pensare della gente». Eppure Boris Trisolini, con la sua “Ploy”, presto l’elettrico viene in soccorso. Sic- Così anche una bici può rappresentare un non si è mai scoraggiato: ha avuto un inizio come la cosa piaceva, ecco che il giovane tesoro, uno sfogo per sottrarsi ai problemi tutto in salita, ma lui si occupa di noleg- apre il negozio oltre che la riparazione. della giornata e vivere i propri territori». Vici- gio e vendita di biciclette a Maccagno. Anche bici elettriche, e questo suona mol- Costruire una nuova attività di cui si sen- no a casa, e poi magari oltre ancora. «Spero to simbolico, per battere questa parete di tiva il bisogno è fantastico, ma poi il Covid di riuscire a crescere parecchio – afferma – fronte che mette alla prova i muscoli e la ferma l’arrivo dei turisti. Come si fa? «Il tu- a lungo termine ingrandire il punto vendita speranza. rismo è durato poco – ammette Trisolini – e diventare un’istituzione nel Nord del Vare- Che cosa vuol dire costruire per un neo im- ma poi c’è stato l’interesse ad esempio sotto. Anche perché la mia attività è tutta prenditore di 32 anni? Prima di tutto passa da parte degli italiani, dai bambini agli made in Italy». La stessa storia dietro le bici dall’aver guardato dentro di sé dopo un’e- anziani. Molti avevano le case qui fin da- sperienza lavorativa e aver deciso che la gli Cinquanta, Sessanta, ma non venivano elettriche è interessante: si tratta di pro- sua vita, la sua attività, voleva impostarla più». Con l’emergenza sanitaria, riprende duttori umbri, una vecchia fabbrica di telai lui, con le sue mani. fiato il turismo di prossimità. Dà sollievo, che sembrava aver scritto la parola fine a Detto con altre parole: da dipendente tra- certo non è un vento che gonfia le vele causa della concorrenza. «Invece si sono sformarsi in imprenditore. degli affari. reinventati – conclude Boris – e hanno co- «Il 2020 non mi vede economicamente struito un prodotto totalmente artigianale». Una scelta forse fondamentale, quasi soddisfatto – rileva Trisolini – ma lo sono Un’azienda che viene da lontano e ha sa- quanto il percorso di formazione che si per le prospettive future. Con il migliora- sceglie di affrontare. Perché è una struttu- mento della situazione, ci sarà la possibilità puto cambiare la pelle e un giovane che si ra mentale completamente diversa. di stare nel business». è costruito da zero: questo incontro vuole «Io ero nella meccanica – spiega Trisolini – Allora l’imprenditore analizza il significato di viaggiare nel futuro, pedalando o no. 20 | imprese e territorio
items Crescere da startup/2 L’impresa della “second life” Così salviamo il patrimonio e i ricordi Costruire è una parola plasmata nella vita, lavoro di pulizia e ripensamento, piuttosto con Casamatta, «dove ho voluto grazie alla fin dai primi passi di Marco Zanini, figlio di che costruire nuove cattedrali. Ad esempio sensibilità di Legambiente vivere tutte le un imprenditore edile. Non l’ha mai abban- realizzare edifici non con materiale estrat- mie velleità da progettista – sorride – di- donato, infatti è progettista, ma le attribu- to da cave bensì dalle nostre città o riusan- mostrare che c’era un altro modo di fare isce un particolare significato: «Risignifica- do componenti». architettura. Non usando materiali nuovi re. Ecco perché l’impresa che ho fondato ma riutilizzandone. Questo è un luogo che e di cui sono amministratore delegato, si Zanini ha sempre bazzicato i cantieri: quel- ha una storia pazzesca, che ha resistito». chiama RE-sign». Con lui Michele Cervini, lo di papà, già suo nonno faceva questo Nicolò Bernaschina e Francesca Zanotto. mestiere. «Mi sono sporcato le mani, so pia- Il riuso è una macchina che fa sbocciare Una piattaforma per il riuso dei materiali, strellare, intonacare – spiega – Sono diven- davvero nuovi significati: «Un generatore di che ha vinto anche riconoscimenti (dal Co- tato geometra, poi ho scelto Architettura senso, perché non prendi un materiale che mune di Varese ai bandi della Regione), a ambientale. Da anni sono in uno studio di non ha una storia, ma continui uno sforzo cui si affianca un’altra sfida quella di Casa- progettazione e faccio questo, il progetti- fatto. Anche a livello territoriale, ribadisco, matta, dimora aperta e anch’essa avampo- sta. Il disegno, la relazione, la programma- si è costruito tantissimo ed è arrivato il sto di un modello circolare di economia e zione urbana confluiscono in esperienze momento di dare un senso. Alcune cose permeabile di comunità, capace di generare che spingono avanti verso nuove esperien- non ce l’hanno, hanno assolto una funzio- legami di appartenenza, ai Molini di Gurone. ze, che non tralasciano ciò che si è trovato. ne». A Zanini piace «mettere al suolo dei pensie- Ma torniamo al senso della costruzione ri» e anche questa è un’immagine rivelatri- È importante, doveroso, rintracciare quel oggi da parte di chi sembra appena partito, ce del suo approccio. senso anche nei confronti del lavoro im- come degli startupper. Non è ricominciare menso affrontato dalle generazioni prece- da capo, come non lo era all’avvio dell’a- «Il primo tentativo di costruzione – raccon- denti nel costruire il nostro Paese. Non va zienda. Né la paura può abitare da queste ta - è stato quello di una ciclo-officina popo- demolito, perdendo la sua energia: è qui parti, in un mondo che già non ha detto in lare con un mio amico. Io avevo un bisogno, che scatta l’operazione di ri-significare. tempi meno drammatici: avanti, giovani, la nessuno rispondeva a quel bisogno e allora porta è aperta. abbiamo aperto questa realtà. Per finan- «Ho parecchi scenari esistenziali, come ziarla abbiamo creato una campagna di abitare al Sacro Monte o al lago di Iseo. «Si è costruito tantissimo in passato – sot- crowdfunding». Se mi immagino però l’anno prossimo, si- tolinea Zanini – Io penso che oggi sia do- curamente sarà di svolta per RE-sign. I vere mio e della mia generazione andare a Lavorare dal basso è un’altra immagine che concetti su cui stiamo sperimentando da risignificare il dono che ci hanno lasciato, usa Zanini e in fondo si collega al costruire: anni ormai sono sempre più fondamentali». un grande patrimonio. Bisogna svolgere un così è avvenuto anche ai Molini di Gurone Marilena Lualdi imprese e territorio | 21
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