Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze

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Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
corto circuito
cinema festival

 Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
2 Luglio ............................................. Opere prime internazionali 1
     5 Luglio .............................................. Genius Loci
                                                                                                                               BUON CINEMA!
     6 Luglio .............................................. Opere prime italiane 1
                                                                                            È con vivo piacere che presentiamo questa nuova edizione del Festival Corto Circuito
     8 Luglio .............................................. Selezione cortometraggi        ideato e organizzato dall’Associazione Confluenze. Una occasione interessante per
                                                                                            tornare a parlare di cultura ed in particolare dell’arte cinematografica dopo questi
    12 Luglio .............................................. Focus Chantal Akerman
                                                                                            molti, sicuramente troppi, mesi di forzato isolamento, in cui, con i cinema e i teatri
    13 Luglio .............................................. Film Ambiente 1                chiusi l’unica possibilità di fruizione degli spettacoli era quella domestica o telematica.
                                                                                            Siamo finalmente tornati in presenza, e con tutte le necessarie accortezze,
    15 Luglio .............................................. Corti di Fiume                 torniamo ad incontrarci a vivere la socialità, a fruire degli eventi culturali nei
                                                                                            luoghi per cui sono stati pensati con l’augurio che questa possa tornare ad
    22 Luglio .............................................. Opere prime internazionali 2   essere presto la nostra quotidianità. Ringraziamo quindi gli organizzatori per questo
                                                                                            ricco programma di iniziative che valorizza i molti talenti locali, i nostri “Genius
    29 Luglio .............................................. Opere prime Italiane 2         Loci”, mettendo assieme tematiche differenti, che spaziano dalla cultura
                                                                                            cinematografica internazionale alle sempre fondamentali tematiche ambientaliste.
    5 Agosto ............................................... Film Ambiente 2
                                                                                                                                              Massimo Olivetti Sindaco di Senigallia
    12 Agosto ............................................... Opere prime italiane 3
13-29 Luglio ............................................... Laboratorio di cinema
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
Dopo un anno di arresto forzato torna Corto Circuito.
            Cambia, diventa Cinema Festival.

            Un lungo viaggio cinematografico che attraversa l’estate. Diviso in due sezioni tra corto e lungo metraggi.
            Da non confondere gli uni come anticamera degli altri. Linguaggi autonomi.
            Una rinnovata esigenza di ricerca e di sperimentazione.

            Questa ottava edizione esplora diversi temi. L’ambiente innanzitutto. E questo non sorprende.
            Ma visto con gli occhi degli indigeni.

            Genius loci: osservatori speciali di sé stessi e del proprio mondo. Che è tutto il mondo.

CONTENUTI
            Diventiamo produttori di film. Che hanno a che fare con il Misa. Ovviamente. Con il nostro lavoro.
            Sottoposto ai registi che si sono messi in gioco. Sguardi originali che interpretano il nostro fiume.
            Rivolti alla comunità che lo vive.

            E poi opere prime: per vedere da dove partono – o da dove sono partiti – molti registi.
            Per capire o intuire qual è, o potrà essere, il loro percorso artistico.

            Un omaggio a Chantal Akerman, cineasta belga, per la sua opera multiforme e sperimentale.
            Ha realizzato numerosi documentari, film di finzione e installazioni.

            E poi i corti, nostro eterno amore. Che non smetteranno di stupirci per la loro immediatezza. Per la loro forza.
            Per la loro freschezza. Per la loro originalità.

            Per finire, ed iniziare, con un laboratorio di cinema. Formazione innovativa aperta a tutti. Nuovi talenti cercansi.
            Nuove origini. Future opere prime. E il cerchio non si chiude. Prosegue il suo giro.

                                                                         Luciano Montesi Presidente Confluenze APS
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venerdì 2 luglio Opere Prime Internazionali 1                                                     Siamo nel 1955 e l'attore/regista rievoca, sulla base di una sceneggiatura di James Agee
Fiume Misa campo sportivo di Vallone                                                              che si ispira al romanzo di Davis Grubb, il periodo della Depressione in cui l'incertezza sul
21.00 Dolce brindisi di apertura offerto da Pasticceria Doppiozero e Cantina Mezzanotte           presente e sul futuro regna sovrana. L'unico appiglio è dato dalla fede che può essere
21.30 Proiezione                                                                                  trasmessa con atti di vero altruismo da una donna come Rachel Cooper (interpretata da una
Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione          solida Lilian Gish) oppure piegata alle più basse intenzioni da uomini come il reverendo Powell.
                                                                                                  Laughton trova in Robert Mitchum un interprete straordinario che colloca il
In principio era Hollywood, in principio era il fiume. Racconti di inizi, racconti di             personaggio alle stesse altezze di perversione psicologica di un Norman Bates.
natura. Opere che scorrono portatrici di vita, vita che scorre.                                   Powell, sulle cui dita sono scritte le parole amore ed odio, sa come affascinare le
Opere prime precorritrici di futuro incerto, eterno fluire dell’acqua.                            persone con un eloquio apparentemente colto e una straordinaria capacità di
                                                                                                  suscitare timore ed attrazione. Laughton però non si limita solo a sfruttare queste doti
La morte corre sul fiume di Charles Laughton, Usa, 1955, 90’                                      interpretative (i due bambini sono altrettanto abili nel tenergli testa rimanendo credibili
                                                                                                  nella loro infantile alternanza di tenacia e paura) ed opera anche sul piano della fotografia.
                                                                                                  Stanley Cortez (che aveva lavorato per Orson Welles in L'orgoglio degli Amberson e che
                    L'opera prima (ed unica) di Laughton                                          torna qui ad utilizzare la tecnica dell'iride) non si limita ad omaggiare le luci ed ombre
                      regista fa centro e diventa un cult                                         contrastanti dell'espressionismo ma ci regala una sequenza in cui vediamo un cadavere
                              di Giancarlo Zappoli (Mymovies)                                     fluttuare nell'acqua del fiume quasi si trattasse di un incubo artisticamente allucinante. [...]
                                                                                                  C'è poi, sottolineatura forse ancor più disturbante per il pubblico dell'epoca, una riflessione
                                                                                                  sulla sessualità che in tempi di Codice Hays ancora operativo, si può considerare coraggiosa.
Harry Powell, in prigione per un furto d'auto, viene a sapere dal suo compagno di cella, che è
                                                                                                  Powell soggioga le sue vittime con una violenza sottile e pervasiva ma si astiene dal sesso.
stato condannato a morte, dell'esistenza del bottino della sua ultima rapina. Il denaro è stato
                                                                                                  Anche da quello coniugale rivelandosi come un sessuofobo che basta a se stesso.
nascosto da qualche parte presso la sua abitazione. Una volta uscito dal carcere Powell, che
                                                                                                  Il moralismo ipocrita era servito.
non smette mai di esibire la propria professione di pastore protestante, raggiunge Willa, la
vedova dell'uomo, la sposa e cerca di scoprire dove si trovano i soldi.
Il segreto però è custodito dai due figli piccoli. Powell inizia a perseguitarli ed avendo già
ucciso delle donne per impossessarsi dei loro averi, pensa di liberarsi della donna per avere
maggiore possibilità di intimorire i bambini.
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Lunedì 5 luglio Genius Loci                                                                                                                                 To die 10 times di Edoardo Pasquini 2021, 5'21'', Prima Nazionale
Teatro La Fenice, 21.30                                                                                                                                     È una commediola nata dal puro piacere che si prova nel vedere due vecchi rugosi scherzare sulla morte, morte che potrebbe colpirli ad ogni

Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione                                                                    instante, anche durante le riprese (il che per fortuna non è successo). La produzione ha forzato il contesto "covid" perché è trandy.

I registi saranno presenti in sala                                                                                                                          The Calling di Stop2, 2020, 3'30''
                                                                                                                                                            Uno scrittore alle prese con un'improvvisa mancanza di ispirazione e qualche drink di troppo fa impazzire il protagonista della sua storia.
                                                                                                                                                            Una "chiamata", forse, può sistemare le cose per entrambi. Una commedia surreale che ci interroga su cosa è reale.
            Il progetto si concentra sul fertile territorio senigalliese che esprime diverse personalità artistiche.
Sono i Visionari del Tempo Presente e hanno il dono di interpretare i messaggi che il loro luogo di origine trasmette.                                      Movements di Stop2, 2021, 8’, Prima Nazionale
                                                                                                                                                            Una melodia insolita turba il silenzio del teatro con una domanda: come conversano artista e fruitore?
   Il Genius loci fa riferimento alla possibilità di questi autori di ristabilire un rapporto con ambiente, storia, luogo;
                                                                                                                                                            Movements invita ad assumere prospettive impreviste, rivelando, nella molteplicità dei suoi linguaggi, la forza dell'espressione artistica.
                                               di coglierne l’anima e l’essenza primordiale.

                                                                                                                                                            Il reale è sempre al suo posto di Maurizio Cesarini, 2019, 2’33”
                                                                                                                                                            Il titolo è una frase di Jacques Lacan che indica una componente del soggetto. L'idea è quella di una identità instabile posta tra due schermi che

Golden Square - Insite di Francesco di Loreto, 2019, 3'28''                                                                                                 mostrano una realtà autonoma e stabile.

Con l'istallazione "Golden Square " – “La porta d'occidente” - nell’ambito di Insite, inaugurazione del porto Della Rovere di Senigallia - Andrea
                                                                                                                                                            Donna Cirilla Laura di Simone Francescangeli, 2017, 4’40”
Franceschini (Billy), intendeva ridar voce, far riesplodere ovunque il grido di aiuto, il grido di dolore inascoltato di migliaia di esseri umani privati
                                                                                                                                                            Nata negli altopiani dei campesinos boliviani, è stata venduta a 12 anni dai suoi genitori per darle la possibilità di sopravvivere e avere un futuro
di identità di forza e dignità. Un grido muto, inghiottito dal Mediterraneo, aurea culla della civiltà occidentale, un mare d'oro disseminato di
                                                                                                                                                            economico più sicuro. All'epoca, negli anni '40 e '50, i minatori erano gli unici con salario e cibo certo. Rimase vedova dopo pochi anni a causa
esseri umani ormai statue abissali impotenti, infinite storie per sempre perdute, chiuse come i libri dispersi sulla sua superficie. Era il settembre
                                                                                                                                                            della silicosi di cui soffriva il marito. L'unico figlio morì anch'esso della stessa malattia quando aveva solo 26 anni. Alle donne non è permesso
2019, anno tragico.
                                                                                                                                                            lavorare nei tunnel delle miniere. La montagna, la terra sono esseri femminili e solo i "maschi" possono entrare. Fu così costretta a raccogliere

Dream/Un sospiro/Drive/Numbers di Stop2, 2019, 1' cad                                                                                                       e rompere pietre cercandole tra gli scarti di lavorazione delle miniere e vendendo i minerali trovati al mercato nero. Sempre sola. Per più di 50
L’haiku è una breve poesia giapponese di soli tre versi. È una poesia del non detto, la fotografia di un attimo di vita chiuso in pochissime sillabe.       anni ha vissuto tra le pietre dei fianchi della montagna, a 4100 metri sul livello del mare. Si è spenta nel 2017.
Un haiku parla restando in silenzio. Ci è stato chiesto se fosse possibile scrivere un haiku in immagini, girare un film di soli sessanta secondi.

Abbiamo accettato la sfida e ne abbiamo girati una serie.                                                                                                   Psi-Covid-19 di Simone Francescangeli, 2021, 50”
                                                                                                                                                            Due mesi passati dentro un'unica stanza... zona rossa, lock down, isolamento, covid19... due mesi vissuti in un unico luogo, dentro mille
Clapper di Edoardo Pasquini, 2021, 9’                                                                                                                       realtà parallele condensate in un unico "respiro". Difficile distinguere realtà "fisica" da quella virtuale o psicologica, difficile gestire l'affanno dei
Johan Clapper ci insegna a superare le nostre paure e ascendere in quanto super-individui, iniziandoci alla pioneristica arte dell'applauso.
                                                                                                                                                            contatti con i cari, con gli amici. Contatti anch'essi virtuali. Assenza di relazioni dirette, comunicazioni elettroniche, attraverso un microfono o uno
Questo video-corso include un'introduzione a posture e tecniche necessarie a sviluppare una conoscenza di base del Tenohira Na Dou, la "via
                                                                                                                                                            schermo. Uno sguardo rivolto al mio stato d'animo, alla mia psiche...Un racconto psi-cade-lico, una navigazione senza direzione... PSI-COVID-19.
dell'applauso".
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
martedì 6 luglio Opere Prime Italiane 1                                                          Sia per loro che per chi giunge iconicamente vergine dinanzi a questa storia va detto che tutti i
Teatro La Fenice, 21.30                                                                          personaggi hanno trovato l'attore giusto che ha offerto loro carne, sangue e voce. A partire da
Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione         Toni Servillo che aderisce con grande partecipazione alle azioni e ai pensieri di un uomo che
In collaborazione con Centro Studi Cinematografici                                               vede la propria attività di killer come un lavoro faticoso che ha una propria (distorta) morale.
                                                                                                 Lui, Buccirosso, Golino e tutti gli altri fino ai ruoli minori sanno offrire caratterizzazioni da
5 è il numero perfetto di Igort, Italia, 2019, 100'                                              cinema anni '70 innervate da uno sguardo, quello di Igort, che sa come andare 'oltre' la storia
                                                                                                 riuscendo a far diventare protagonisti gli spazi e gli edifici in ogni inquadratura.
                                                                                                 Qui si vede l'anima dell'artista eclettico che, tavola dopo tavola, ha dovuto 'ambientare' le
                                                                                                 proprie storie con tutta la libertà che offre il disegno. Questo non è però stato di ostacolo alla
         Un film attentissimo al dettaglio che si spinge 'oltre' la                              ricerca delle location ma, sembrerebbe, di stimolo all'individuazione delle vie, dei palazzi,
                  storia e riserva tante gradite sorprese                                        delle scale in cui collocare le vicende.
                              di Giancarlo Zappoli (Mymovies)                                    Si potrebbe gestire un intero semestre universitario sul rapporto tra cinema e
                                                                                                 architettura con questo film in cui le sorprese (che non mancano) potrebbero anche non
                                                                                                 esserci sul piano della sceneggiatura. Perché a sorprendere sono, una dopo l'altra, le scene
Peppino Lo Cicero è un sicario di seconda classe della camorra in pensione, costretto a          in cui anche il minimo dettaglio assume un senso. Non succede spesso nel cinema (italiano
tornare in azione dopo l'omicidio di suo figlio. Questo avvenimento tragico innesca una          e non). Quando accade va reso onore al merito.
serie di azioni e reazioni violente ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita.
Gli appassionati di graphic novel di qualità non hanno bisogno di particolari presentazioni
di Igort, maestro riconosciuto a livello internazionale. Coloro che non frequentano questa
forma d'arte hanno ora la possibilità di conoscerlo e forse potranno apprezzarne le qualità
di regista con quella libertà di valutazione che ci si può consentire quando, nel passaggio
da una forma di espressione ad un'altra, non si conosce il modello. Perché questo film nasce
dal volume omonimo pubblicato nel 2002. Chi lo ha concepito sulla carta ora lo ha diretto
per il grande schermo.In questi casi il lavoro del casting è più che mai fondamentale perché i
personaggi hanno già ricevuto una caratterizzazione sulla pagina che ha lasciato un'impronta
ben precisa nell'immaginario di chi ha letto e apprezzato.
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
Giovedì 8 luglio Selezione Cortometraggi
  Teatro La Fenice, 21.30
  Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione
  Alcuni registi e organizzatori di festival saranno presenti in sala

Anna di Dekel Berenson, Ucraina, 2019, 15' - Firenze Film Corti Festival 7 (Migliore opera)             Il primo giorno di Matilde di Rosario Capozzolo, Italia, 2019, 9'55'' - Fabriano Film Festival 8 (Premio
                                                                                                        "Claudio Casadio Tarabusi" Occhi sul mondo)
Cortometraggio ambientato nell’Ucraina orientale devastata dalla guerra, che racconta la storia di
una madre single anziana, disperatamente desiderosa di un cambiamento radicale della propria vita.      Il primo giorno di scuola non si scorda mai. Claudio lo sa e non vuole perdersi quello di sua figlia Matilde.
                                                                                                        Farà di tutto per accompagnarla e per lasciarle scolpita in testa quella mattina, nonostante le circostanze.

3 Sleeps di Cristopher Holt, Regno Unito, 2019, 18' - Mediterraneo Festival Corto 10 (Migliore opera)   Pilgrims di Ali Asgari Farnoosh e Samadi, Turchia, 2020, 16'25'' - Corto Dorico Festival XVII (Menzione
                                                                                                        speciale ai due bambini protagonisti)
Casey (9) e le sue due giovani sorelle vengono lasciate a casa da sole dalla loro madre tormentata.
Muoversi in un mondo adulto non è facile. Le cose prendono una brutta piega quando la ragazza più       Due bambini decidono di trasgredire al volere del padre e partire per Istanbul, intraprendendo da soli un
giovane si ammala gravemente. Casey è ora in bilico tra proteggere sua madre e salvare la vita di sua   viaggio alla ricerca della loro madre.
sorella.

Mall di Jerry Hoffmann, Germania, 2019, 14'25'' - Ennesimo Film Festival 2020 (Menzione miglior         Indimenticabile di Gianluca Santoni, Italia, 2019, 15'
sceneggiatura)                                                                                          CAPODARCO L'ALTRO FESTIVAL XIV - menzione speciale, sezione "Cortometraggi di fiction"

Quando l'introverso Didi viene sorpreso a rubare una sirena giocattolo, suo padre non sa come gestire   La storia di Luna e Angel è un insolito racconto d’innamoramento, che supera le gabbie in cui gli occhi
la situazione. Che conseguenze avrà questo furto sulla vita famigliare?                                 degli altri vorrebbero chiuderlo.
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
lunedì 12 luglio Focus Chantal Akerman a cura di Giulia Casagrande
18.30, Libreria Mondadori Corso 2 Giugno, 61
Presentazione libro Chantal Akerman. Uno schermo nel deserto                                                                                      Je, tu, il, elle: la via crucis profana di Chantal Akerman
Ingresso libero                                                                                                                                                           Ennio Cretella (Auralcrave)
Chantal Akerman. Uno schermo nel deserto
                                                                                                                             […] In meno di un’ora e mezza è condensata la storia – in bianco e nero, e ad episodi – del particolare viaggio di
Presentazione del libro Chantal Akerman. Uno schermo nel deserto di Ilaria Gatti e Alessandro Cappabianca
                                                                                                                             Chantal, come intuibile dal titolo la divisione episodica è correlata con i pronomi personali francesi del titolo.
in presenza dell'autrice Ilaria Gatti.
                                                                                                                             Procediamo con ordine.

Chantal Akerman. Uno schermo nel deserto: Tutto il materiale prodotto da Chantal Akerman - regista
                                                                                                                             Je. Io, io donna, io regista, io attrice. Il lungo tormento della solitudine. Chantal Akerman è sola nella sua casa:
sperimentale e video artista belga di grande rilievo internazionale scomparsa nel 2015 a 65 anni - può essere
                                                                                                                             sommersa di lettere, che scrive e riscrive, legge e rilegge in un lunghissimo flusso di coscienza. [...]
considerato un autoritratto filmico, un sistema di sovrapposizioni, pause, ricordi, verità, fisicità, tipiche di un
                                                                                                                             Il. Lui, lui camionista, lui perverso. Il secondo atto del viaggio introduce un personaggio – lui
soggetto moderno frammentato che percepisce la casualità del nostro stare al mondo. Il suo film più famoso è
                                                                                                                             (nessuno ha un nome nel film – nemmeno la protagonista – un po’ come a dettare una separazione tra
"Jeanne Dielman, Quai du Commerce, 1080 Bruxelles" (1975) che costituisce ancora oggi un punto
                                                                                                                             l’uomo, che ha un nome ed un’identità, e questi personaggi paragonabili all’animale ed al suo istinto naturale) –
di riferimento nella storia del cinema.
                                                                                                                             quello del camionista, che Chantal incontrerà dopo essere finalmente uscita di casa ed aver fatto l’autostop.
Ha diretto Juliette Binoche, Delphine Seyrig, William Hurt, Catherine Deneuve, Aurore Clément e ha documentato il
lavoro di Pina Bausch; nel 2004 il Centre Pompidou le ha dedicato una retrospettiva con installazioni e catalogo. A
                                                                                                                             Elle. Lei, una donna, l’amore, l’eros. Si conclude con un ultimo incontro il viaggio di Chantal – una donna questa volta
tutt'oggi non esisteva una monografia critica, completa di regesto di tutte le sue opere (film, libri e installazioni); il
                                                                                                                             – probabilmente un’amica di vecchia data. Sono sole a casa di lei, c’è silenzio. Sguardi, gesti, cucchiai che affondano
volume è suddiviso in 12 capitoli che individuano i temi più importanti che attraversano i suoi lavori.
                                                                                                                             in un barattolo di Nutella e mani che affondano nella carne. Sono sul letto, ora. Si spogliano lentamente, giochi di
                                                                                                                             sguardi, il ritmo della scena che avanza come il battito del cuore di chi guarda: nude, le due donne, iniziano a fare
21.30, Teatro La Fenice,
                                                                                                                             l’amore, non sesso – amore. In una delle scene di amore saffico più belle della storia del cinema, pose plastiche che si
Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un’ora prima della proiezione
                                                                                                                             incatenano tra di loro come una scultura del Bernini in movimento. [...] Ho volutamente saltato un pronome, sopra.

Saute ma ville di Chantal Akerman Belgio, 1968, 13’
                                                                                                                             Tu. Tu spettatore, tu voyer, tu feticista.
Una ragazza entra in casa, si chiude in cucina, compie delle azioni sempre più incoerenti fino a provocare
un’esplosione.
Je, tu, il, elle di Chantal Akerman, Francia/Belgio 1974, 86’
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
martedì 13 Luglio Film Ambiente
Teatro La Fenice, 21.30
Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione

                                                                                                                       Deforestazione made in Italy di Francesco De Augustinis, documentario, Italia, 2019, 67’
                                                                                                                       Consigliato da Friday for Future Italia

                                                                                                                       Due anni di indagini, viaggi, ricerche, racchiusi in un documentario ambientato tra Italia, Europa e
                                                                                                                       Brasile. Uno scorcio inedito sul rapporto diretto che esiste tra le principali eccellenze del Made in Italy
La soledad de los cipreses chilenos di Simone Francescangeli, Italia, 2019, 19’12”                                     e la deforestazione tropicale. ​Siamo nel Nordest del Brasile, in Pará, nel cuore della foresta Amazzonica.
il regista sarà presente in sala                                                                                       Eppure lo scenario non è quello che ci aspettiamo di trovare. Non ci sono alberi, non ci sono animali
                                                                                                                       esotici che si muovono da un ramo all’altro. C’è una grande distesa di terra battuta, rossastra, solcata da
Jorge, taglialegna cileno. Vive nella regione australe del Cile, a chilometri di distanza dal primo centro             decine e decine di camion. È da questo luogo desolato che partono per un lungo viaggio i tronchi tagliati
abitato in un villaggio di palafitte e passerelle in legno. Una storia di una vita dura, fatta di fatica, solitudine   illegalmente nella foresta e le altre merci prodotte in questa regione, legate a doppio filo con
e continuo confronto con la sopravvivenza ed il futuro.                                                                la deforestazione. Attraverso una serie di salti da una parte all’altra dell’Oceano, sulla stessa rotta
                                                                                                                       delle grandi navi cargo, seguiamo il legname illegale, la carne di manzo, la pelle, la soia, fino in
                                                                                                                       Europa, in Italia. Qui queste commodity a rischio sono utilizzate per produrre la maggior parte del-
                                                                                                                       le eccellenze del Made in Italy: dai mobili, alla moda, alla gastronomia famosa in tutto il mondo. Ma si
                                                                                                                       può davvero parlare di eccellenza, quando queste industrie si fondano sulla deforestazione tropicale?
                                                                                                                       Deforestazione Made in Italy nasce da un crowdfunding portato a termine nel 2017. Da allora sono
                                                                                                                       passati due anni di inchieste e viaggi, in Italia, Europa e Brasile.
Corto circuito cinema festival - Senigallia (AN), 2 Luglio - 12 Agosto - Associazione Confluenze
giovedì 15 Luglio Corti di Fiume
Teatro La Fenice, 21.30
Ingresso libero su prenotazione e, sul posto, a partire da un'ora prima della proiezione

                                                                                               Quattro opere brevi prodotte da Confluenze inerenti al Misa. Prima assoluta.

                                                                                           Non ho più acqua di Federico Pergolesi, 2021, 7’
                                              Apertura                                     Il sentiero conduce, il sentiero nasconde fantasie che potrebbero emergere durante il percorso. Se non ci si
                                                                                           pongono domande più facile sarà attraversare la connessione tra la rappresentazione e la lettura. Un aiuto
                                                                                           può venire dalla propria attitudine a celarsi di fronte all'inaspettato.
Il fiume nel cuore di 3B, 3C, 4B tus Ist. Tecnico Panzini Senigallia, 2021, 4’15”
                                                                                           Flumen di Lorenzo Cicconi Massi, 2021, 4’30”
In volo sul Misa di Luciano Gioia, 2021, 3'48''                                            Ho scoperto solo ora il fiume e il suo corso apparentemente insensato. Un mondo a parte che taglia in due
                                                                                           la terra in cui viviamo. Dentro i suoi argini si sprigionano tante suggestioni, ascoltate da una voce, lette in
                                                                                           un romanzo oppure viste al cinema. Provo a rappresentarle attraverso il bianco e nero delle mie fotografie.

                                                                                           I fiumi non tornano indietro di Simone Francescangeli, 2021, 8’
                                                                                           L'annosa ricerca della forma, del senso... dell'acqua. Incertezze, inciampi, gioie e dolori; l'eterno avanzare
                                                                                           verso... il mare. I fiumi non possono tornare indietro.

                                                                                           Andante di Stop2, 2021, 10’
                                                                                           Partendo dalle immagini dei lavori di manutenzione del fiume Misa ad opera dell’Associazione Confluenze,
                                                                                           il documentario Andante è una riflessione sul rapporto tra i cittadini e il Misa, e per esteso sul
                                                                                           rapporto uomo-natura, che è di per sé andante, per l'appunto, come il fiume, ma verso dove?
Giovedì 22 luglio Opere Prime Internazionali 2                                                     C'è il cinema degli anni Sessanta in quest'opera prima messicana, che canta note stonate
a casa di Lorena e Gabriele, Via San Bonaventura 309                                               per il coro degli "autori rurali" e scandalosi della stessa generazione di Ruizpalacios, un
20.00 Cena                                                                                         ritrovato piacere nel racconto per il racconto, una voglia fuori dal normale di mettere in
21.30 Proiezione                                                                                   scena un'avventura strampalata che è soprattutto momento formativo e di maturazione.
Ingresso su prenotazione riservato ai soci di Confluenze                                           Il bianco e nero, dopo poco che si entra in contatto con Tomás e con le sue
                                                                                                   incertezze, smette di essere un vezzo così come si percepiva nella prima "sequenza ad effetto",
Gueros di Alonso Ruizpalacios, Messico, 2014, 111’                                                 diventando l'unica soluzione possibile per un film che mastica il primo Kassovitz e Godard,
                                                                                                   Jarmusch, Kaurismäki, qualcosa del Coppola "minore" e le commedie americane degli anni
                                                                                                   Ottanta. La vita universitaria di Fede (detto Sombra), e Santos, il loro essere "in sciopero
            Un film che più cinematografico non può essere                                         contro lo sciopero" organizzato dai loro stessi compagni di studio, l'incertezza di una
        in cui si respira l'aria delle "nuove ondate" che furono e                                 vita che sta per affacciarsi all'età adulta, tutto concorre a dipingere l'ultimo rigurgito di
         saranno, la voglia di scardinare, rinnovare e riscrivere                                  fanciullezza prima della crescita. In questo, le dinamiche famigliari dei due fratelli, la
                          Recensione di Marco Chiani (Mymovies)                                    memoria del padre, i ricordi di un'infanzia di cui conosciamo poche tracce, hanno come
                                                                                                   esito naturale l'incontro con il musicista misterioso.
                                                                                                   Che solo apparentemente si risolve in una specie di nulla di fatto, di delusione
                                                                                                   annunciata, ma comunque cercata per voltare pagina: anche se Epigmenio
Tomás è un adolescente a suo modo turbolento. O almeno così pensa la madre, che decide
                                                                                                   aveva le carte in regola per salvare dalla rovina la scena rock messicana e non
di spedirlo da Veracruz, dove abitano, nel caseggiato popolare di Città del Messico in cui il      è riuscito nell'obiettivo per la poca attenzione delle masse, forse Tomás e Santos
figlio maggiore vivacchia in attesa di laurearsi. A casa del fratello Fede, Tomás arriva con una   riescono a salvare se stessi, soltanto mettendosi sulle sue tracce e guardandolo
musicassetta di Epigmenio Cruz, musicista commercialmente sfortunato e geniale, autore             negli occhi. Di un'originalità a suo modo classica, anche nei pezzi di bravura in cui la scelta
di una canzone che, si dice, una volta ha fatto piangere persino Bob Dylan. Informati da           dei quadri e gli stacchi di montaggio lavorano insieme per stupire lo spettatore, Güeros è un
un trafiletto di giornale della convalescenza in ospedale del misterioso cantautore, Tomás,        altro racconto sulla crudeltà del passaggio alla vita adulta, una cronaca famigliare condotta
Fede e il coinquilino Santos scelgono di andare a cercarlo. Fa piacere notare quanto Alonso        con leggera profondità. Un film piccolo, a suo modo sorprendente, che richiede spettatori
Ruizpalacios, navigato regista di teatro nonostante la giovane età, riesca a licenziare un film    romanticamente sgangherati.
che più cinematografico non poteva essere. In Güeros si respira l'aria delle "nuove ondate"        Premiato con l'Orso d'oro come migliore opera prima al Festival del Cinema di Berlino 2014.
che furono e saranno, la voglia di scardinare, rinnovare e riscrivere con una macchina da
presa mobilmente inventiva, magari anche compiaciuta, eppure sempre capace di stupire.
Giovedì 29 luglio Opere Prime Italiane 2                                                        a un sopruso apparentemente banale (un compaesano che si toglie l'immondizia da casa
a casa di Cinzia, Strada del Giardino 190                                                       depositandola davanti all'abitazione dei genitori della ragazza) rispetto al più grave tema
20.00 Cena                                                                                      che il film affronta. Siamo davanti a un film che senza falsi pudori ma anche senza gridare
21.30 Proiezione                                                                                slogan, evidenzia come talvolta basterebbe un po' più di ricerca e di impegno per superare
Ingresso su prenotazione riservato ai soci di Confluenze                                        ostacoli solo apparentemente insormontabili.
                                                                                                Nica ama la terra che ha lasciato e a cui torna per mettere in pratica ciò che ha appreso nei
Semina il vento di Danilo Caputo, Italia/Francia/Grecia, 2020, 91’                              laboratori universitari. Si trova però davanti un mondo al contempo troppo 'moderno' (nel
                                                                                                senso deteriore del termine) e troppo 'antico' (con una religiosità più da festa patronale che
                                                                                                da fede vissuta e praticata). Resta qualche rito atavico che chi è anziano continua a ritenere
       Un film ottimista su una generazione che non si arrende,                                 valido ma che rischia di essere travolto dagli sversamenti industriali. "Chi semina il vento
             vero argine contro i parassiti, naturali e sociali                                 raccoglie tempesta" recita un proverbio popolare ma quello di Caputo non è un film
                              di Giancarlo Zappoli (Mymovies)                                   pessimista. Si assume il compito, con l'ottimismo della volontà, di ricordare che
                                                                                                non tutto è perduto e che nelle giovani generazioni si può ancora trovare un
Dopo 3 anni di assenza, Nica, studentessa di agronomia, torna nel suo paese in Puglia.          antagonismo positivo attrezzato per combattere parassiti naturali, ideologici e sociali.
Qui trova una situazione complessa: gli uliveti di proprietà della famiglia sono
stati invasi da un parassita, il padre è pronto a qualsiasi compromesso pur di
portare a casa soldi, la madre versa in una sorta di depressione a causa della
mancata apertura di un negozio che avrebbe voluto gestire. Nica però non ha
dimenticato i valori che la nonna le ha trasmesso e si impegna, contro tutto e tutti,
per trovare una soluzione. Dopo La mezza stagione, e dopo avertrovato lavoro
come postino a Parigi, Danilo Caputo, come la sua Nica, non si arrende e torna
a fare cinema nella sua terra.
Ci sono pseudoregisti che potrebbero essere ottimi postini ma che si ostinano a
dirigere pseudofilm. C'è, fortunatamente, un postino (che sarà sicuramente bravo) che
non rinuncia a fare il regista e si fa valere ricordandoci indirettamente il monito di una
canzone di Bruce Springsteen: "No retreat no surrender". Caputo non si vuole arrendere al
'vivi e lascia vivere' che mette in bocca alla madre di Nica quando questa intende ribellarsi
Giovedì 5 Agosto Film ambiente 2
a casa di Laura e Carlo, Via Squartagallo 123
20.00 Cena
21.30 Proiezione
Ingresso su prenotazione riservato ai soci di Confluenze

Proiezione del cortometraggio realizzato all’interno del laboratorio condotto da Giulia
Casagrande

a seguire:

Antropocene di Jennifer Baichwal e Edward Burtynsky, Canada, 2018, 87'

                                                                                                     il pianeta, compromettendone lo stato e con conseguenze potenzialmente ancora più
         Immagini spettacolari dal forte impatto visivo in un                                        gravi, ma sviluppata in maniera organica e complessa con immagini spettacolari, che siano
      documentario sviluppato in maniera organica e complessa                                        aeree o subacquee, dal forte impatto visivo e suono che sottolinea ed enfatizza. L'uomo ha
                                di Nicola Falcinella (Mymovies)                                      superato i limiti e questo assunto esce da ogni immagine filmata in 43 luoghi di 20 diversi Paesi.
                                                                                                     Città che si espandono inarrestabili, ma anche i fenomeni meteorologici sempre più
                                                                                                     estremi: l'innalzamento dei mari, le barriere erette in Cina e l'acqua alta a Venezia.
Anthropocene è il completamento, dopo Manufactured Landscapes (2006) e Watermark                     Se documentari di questo tipo non sono nuovi (tra gli altri, lo stesso Mettler o
(2013), di una trilogia di documentari sull'impatto delle attività umane sul nostro pianeta. Un      l'austriaco Nikolaus Geyrhalter) e diversi filmmaker negli ultimi anni si stanno
viaggio in sei continenti, narrato dalla voce di Alicia Vikander, per accostare i diversi modi nei   dedicando a questi temi, il lavoro del trio Baichwal, de Pencier e Burtynsky si fa apprezzare
quali l'uomo sta sfruttando le risorse terrestri e modificando la Terra come mai prima, più di       per lo spessore della ricerca e per il tono che non è di denuncia, ma finalizzato a creare
quanto facciano i fenomeni naturali. La tesi dell'Anthropocene Working Group, che ha avviato         consapevolezza. Uno dei meriti degli autori è collegare tra loro fatti che possono
i suoi studi nel 2009, è che gli ultimi 10.000 anni costituiscano un'era geologica vera e propria.   sembrare slegati, ma senza forzature. Oltre alla cura formale nelle immagini e nel sonoro, da
Un film con una tesi non nuova: ovvero che l'umanità sta sfruttando, più del dovuto                  sottolineare il commento essenziale e senza enfasi.
Giovedì 12 Agosto Opere Prime Italiane 3                                                              Il lato oscuro del film è anche il suo opposto solare. Il regista affonda la camera
a casa di Marella e Rinaldo, Loc. Casini soccorso 18                                                  digitale nelle viscere della sua forma cinematografica ed espone le “parti” per comporre
20.00 Cena                                                                                            la sua visione personale, compatibilmente con le sue prelibate ispirazioni: Cronenberg,
21.30 Proiezione                                                                                      certamente, ma è persino il geniale Giulio Questi ad affiorare nello stile. Un film del
Ingresso su prenotazioe riservato ai soci di Confluenze                                               suo tempo, il primo decennio del nuovo millennio: girato in digitale, crudo, secco,
                                                                                                      misterioso tanto da poter risultare sgradevole ma coraggioso. (Confluenze Cinema).

Tagliare le parti in grigio di Vittorio Rifranti, Italia, 2007, 93’                                   Col suo cinema introflesso, compattato attorno a un rigore che non è mai formale (come
                                                                                                      in altre espressioni della “scuola milanese”) ma anzi è sempre permeabile all'incognita
                                                                                                      della vita, Vittorio Rifranti è capace di transitare attraverso un sentimento dell'esistere che
                                                                                                      lascia sgomenti. Regista raro ma costante, Rifranti è infatti è uno dei pochi giovani autori
                                                                                                      italiani che pratica territori indefiniti, inconsci, staccati da un malinteso senso della realtà:
                     Sui flani di una volta avrebbero scritto:                                        da lui non c'è mai da attendersi pulsioni ombelicali, facili giravolte sentimentali, cerca e
                  “Il film che non vedrete mai in televisione”                                        sempre trova storie e personaggi che, nella quotidianità distratta che scorre dietro l'angolo
                                                                                                      della vita, provano esperienze di disarticolazione emotiva in cui si riflettono – sordamente
                                                                                                      e non per parabola – alcuni degli interrogativi nodali della nostra realtà. (Sentieri Selvaggi)

Cinema malsano, nudo e crudele, con ambizioni liriche e un cast femminile intrigante,
la discesa agli inferi di Vittorio Rifranti, premiata a Locarno come miglior opera prima.
Rappresentazione “hard... tistica” del corpo come sofferenza. Storia di Nada, Paola e Massimo
che si conoscono in ospedale, dopo un lungo periodo di coma, in seguito ad un incidente che
ha lasciato profonde cicatrici, non solo nella carne. Dopo aver visto la morte in faccia, i tre non
possono più vivere: tagliano le parti in grigio, abitano un mondo assoluto, a parte. L'incontro
casuale con la body art, tra pratiche di scarnificazione e mutilazione, segna un passaggio
estremo ma cruciale della loro riabilitazione, nel tentativo, probabilmente inutile, di
esorcizzare i fantasmi del trauma. Riavvicinarsi al dolore fisico per sconfiggere il dolore
interiore. (FilmTv)
dal 13 al 29 Luglio                                                                                         Settimana 2

                                                                                                            19 Luglio
LABORATORIO DI CINEMA con Giulia Casagrande                                                                 16.30-18.30 in classe: proiezione prime immagini fiume. Scrittura storia. Preparazione riprese
                                                                                                            20 Luglio
                                                                                                            16.30-18.30 in classe: ricerche e preparazione riprese
Laboratorio di formazione audiovisiva aperto a tutti gli appassionati di cinema, senza limiti di età, che   21 Luglio
intendono imparare o affinare le diverse fasi di realizzazione di un breve cortometraggio. Il laboratorio   16.30 -19.30 riprese fiume
esplorerà in particolare il fiume Misa, la sua biodiversità e le sue trasformazioni.                        22 Luglio
                                                                                                            16.30-18.30 termine riprese registrazione suoni
PROGRAMMA LABORATORIO CINEMA FIUME MISA
                                                                                                            Settimana 3
20 ore di corso in presenza

                                                                                                            29 Luglio
Settimana 1
                                                                                                            16.30-18.30 in classe: montaggio e proiezione
13 Luglio
16.30-18.30 in classe: presentazione del laboratorio, conoscenza dei partecipanti, proiezione
                                                                                                            Il laboratorio si svolgerà presso la Biblioteca Comunale, per un numero massimo
estratti film, prime idee, discussione. Le fasi di lavorazione di un film, il vocabolario tecnico.
                                                                                                            di 8 partecipanti, dai 13 anni in poi; costo di partecipazione €40.
14 Luglio
16.30-19.30 in classe + fiume: presentazione materiale ( videocamera, treppiede, microfono,
registratore, asta microfonica). Esercizi di ripresa.                                                       Giulia Casagrande è una regista e insegnante di cinema.
15 Luglio                                                                                                   Ha realizzato alcuni cortometraggi e il documentario “Clara e le vite immaginarie” (Premio Paris
16.30-18.30 in classe: proiezione e analisi riprese fatte 14 luglio, scrittura prime idee                   Jeunes Talents del Comune di Parigi). Da anni insegna cinema in laboratori sperimentali e innovativi
16 Luglio                                                                                                   all’interno di residenze artistiche, nelle scuole, in ambito culturale e associativo.
16.30-18.30 sopralluoghi al fiume con i partecipanti: esercizi video e foto. Inizio riflessione
riprese: cosa mostrare, perché, ect.                                                                                                                                                PER INFO 340 6120985
C            O            N            F            U             E           N             Z            E    Selezione opere Nives Ballabene, Marco Bertolini, Enrico Carli, Sonja Censi, Federico Fringuelli,
Confluenze è una associazione che si occupa di cultura ambiente e società. Nei suoi 25 anni di vita ha        Gianluca Gasparini, Massimo Gennaro, Luciano Montesi, Edoardo Pasquini, Federico
promosso e organizzato una grandissima quantità di attività volte a valorizzare il territorio,                Pergolesi, Paola Santini, Mattia Settembrini, Giancarlo Zappoli Comunicazione Federico Fringuelli,
l'ambiente, il paesaggio, le persone e le tradizioni popolari. Al centro della sua azione c'è sempre          Gianluca Gasparini Squadra            proiezioni    esterne Graziano Barzetti, Sonja Censi,
stato il fiume Misa, valori e problemi compresi, da cui prende spunto il nome. Nome che ha assunto valore     Giovanna Esposito, Federico Fringuelli, Gianluca Gasparini, Luciano Montesi Liberatorie
fortemente metaforico: l'incontro ed il mescolamento tra le persone, identità che si confrontano.             Paola Santini Siae Emanuela Balducci Informazioni,                 segreteria Nives Ballabene
Abbiamo sempre preferito la ricerca al facile successo. Il ricchissimo mondo dei cortometraggi                Ufficio stampa Luciano Montesi, Federico Pergolesi
è emblematico di questa identità culturale. Per questo ci appassiona e ci gratifica. Da qui nasce
Corto Circuito nel 2013, che ci ha portati ad indagare il linguaggio cinematografico dei corti e, nel 2019,   La sigla del Festival è stata realizzata da Federico Pergolesi; con Emilia Bastida e Andrea Togni protagonisti;
a non limitare la nostra azione al tempo della rassegna ma a proseguire con una programmazione                montaggio Emilia Bastida.
riguardante il cinema corto e per la prima volta i lungometraggi, alla Piccola Fenice in convenzione
con il Comune di Senigallia.                                                                                  Un ringraziamento particolare all’Amministrazione comunale per la concessione gratuita del Teatro
                                                                                                              La Fenice e della Biblioteca Comunale, ai proprietari delle case in campagna per l’ospitalità e a tutti i
INFO E PRENOTAZIONI                                                                                           volontari di Confluenze per il loro instancabile contributo.
tel 340 6120985
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Le serate con ingresso riservato ai soci prevedono un costo per la cena e film di €12, solo film €5.
Chi vuole può rinnovare l’iscrizione a Confluenze per il 2021 scaricando il modulo dal nostro sito o
richiedendolo al momento della prenotazione.

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Rispetto norme covid su distanziamento, mascherine, sanificazione e assembramenti: è bene prenotare
anche per gli appuntamenti ad ingresso libero.
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