Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita

Pagina creata da Domenico Molinari
 
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Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Il mondo dei
    Contrari
Nuove favole per comprendere nuove realtà

                Illustrazioni di Alberto Ruggieri

                   Favole di Fabrizio Luciani

   Ideazione e supervisione del progetto editoriale Silvio Testi
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Cura e progettazione editoriale

                                                                       “C’
  Edoardo Novelli

  VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
  Via Appia Antica, 126 - 00179 Roma
  Tel 06 516291 - Fax 06 51629299
  Numero verde 800 123456
  volint@volint.it
  www.volint.it

  Si ringraziano per la collaborazione
  Giulia Pigliucci, Stefania Collet
                                                                                                     era una volta...” sembra una parola
  Associazione di’Dee
  Via Tuscolana, 4                                         magica che apre le porte a paesi lontani, a tempi diversi... a un tempo che
  00182 Roma
  Tel 06 70309498                                          non ha tempo. A situazioni dove reale e fantastico permettono da sempre ai
  I dati presenti nel volume sono tratti da:
  Unicef www.unicef.it
                                                           bambini di ogni generazione il primo approccio con la realtà, un percorso
  Save the Children www.savethechildren.it
  Stop all’uso dei bambini soldato www.bambinisoldato.it
                                                           indispensabile di crescita. Attraverso il linguaggio fantastico delle favole si
  Peace report www.peacereporter.org
  Amnesty www.amnesty.org
                                                           apprende la differenza tra il bene e il male, tra i buoni e i cattivi, tra la vita
© 2005 Rai Radiotelevisione Italiana                       e la morte; attraverso la potenza dei simboli si affrontano i problemi dell’u-
  Editoria Periodica e Libraria
  Viale Mazzini, 14 – 00195 Roma                           manità, le paure e le preoccupazioni di ogni popolazione.
  rai-eri@rai.it
                                                                   Un vero processo d’iniziazione alla vita dove s’impara a non com-
  Segretariato Sociale e Rapporti con il Pubblico
  segretariatosociale@rai.it                               portarsi come il cattivo “orco”, bensì come il “principe” buono, che alla fine
  www.segretariatosociale.rai.it
                                                           viene premiato con il bacio della “principessa” per vivere insieme “felici e
  Art director
  Franco De Vecchis                                        contenti”.
  Realizzazione
  Ervin srl – Roma
                                                                   Andando con il pensiero ad alcune tra le fiabe più note, è facile
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                                                           ricordare un protagonista che rischia la propria vita per il bene altrui e come
  ?????????????????????
                                                           la bontà sia ripagata.
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
La realtà, purtroppo, non è sempre fatta di cose belle e felici, e                   In particolare i fondi saranno destinati alla Cité des Jeunes, alle porte
prima o poi il bambino ci si dovrà confrontare. Scoprirà che bambini della           della capitale del Burundi, Bujumbura.
sua stessa età muoiono di fame, altri vivono in mezzo ai rifiuti, altri passa-
no la loro infanzia lavorando come schiavi o, peggio ancora, uccidono e si                    L’ultima storia, la decima, è un po’ particolare. Racconta, sempre con
fanno uccidere in guerre che non hanno voluto ma che gli sono state impo-            il linguaggio fantastico, una favola che si è avverata. È quella di Trenta Ore
ste da adulti che non sono buoni e premurosi come i loro genitori. Chissà,           per la Vita, associazione nata nel 1994, che ha compiuto i suoi primi dieci
forse perché questi adulti hanno dimenticato i valori insegnati dalle fiabe…         anni di attività.
                                                                                              Questo libro ci è sembrato il modo più giusto per festeggiare questo
        Come reagiranno i bambini? Da principio saranno traumatizzati,               compleanno e nello stesso tempo per testimoniare alcune delle molte cose
alla fine assuefatti, come lo siamo noi grandi ogni volta che immagini di            fatte in questi dieci anni, grazie al vostro aiuto.
dolore ci appaiono alla televisione. Basta cambiare canale e la vita continua.
La nostra.                                                                                                                                Rita Salci
                                                                                                                                          Presidente Associazione
                                                                                                                                          Trenta Ore per la Vita Onlus
         Ed ecco dunque l’importanza delle fiabe per raccontare anche queste
realtà. Il linguaggio di fantasia, i loro personaggi incredibili, lanciano input
che i piccoli recepiscono e assimilano molto facilmente, suscitando in loro i
primi “perché”.

         Il libro punta proprio a questo. Un modo per affacciarsi tutti, bam-
bini, genitori, insegnanti, alle tante facce della realtà, anche a quelle più tri-
sti e rifletterci insieme. Si tratta di nove fiabe illustrate, presentate da per-
sonaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura e ispirate a
storie e persone vere, che ci sono state documentate dal VIS – Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo – storie che non sempre hanno avuto il lieto
fine con cui terminano invece le favole.

         Tanti dei piccoli protagonisti di queste drammatiche vicende sono
stati accolti nei Centri per l’infanzia del VIS sparsi in ogni parte del mondo.
A loro, perché possano sperare in un futuro migliore, vogliamo dedicare que-
sto libro oltre, naturalmente, i proventi che ne deriveranno dalle vendite.
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Paolo Bonolis
                          L’orchestra di Borgo Lercio               Pag. 8

Laura Pausini
                                  La Città dei Contrari                18

Alex Zanardi
                    La leggenda del genio Trastullo                    28

Loretta Goggi
                                 La danza della sposa                  38

Marco Columbro
    Il piccolo soldato e la guerra degli orchi                         50

Isolde Kostner
                                   La gazzella d’ebano                 62

Piero Angela
                                             I telai magici            72

Fabrizio Frizzi
                                 Il piccolo giocattolaio               82

Fiorello
                                  La nave delle ombre                  92

Lorella Cuccarini
                                Il Gran Circo del Cuore               102

         30 Ore per la Vita nel Mondo                                   2
Trenta Ore per la Vita nel mondo                              118
30 Ore per la Vita Network                                              2
Le associazioni del network Trenta Ore per la Vita            120
Progetto VIS Bujumbura                                                  2
La Cité des Jeunes, progetto VIS di Bujumbura                 124
Il VIS nel Mondo                                                        2
Il VIS nei paesi delle favole                                 126
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Foto di Gianmarco Chieregato/Photomovie

                                                              L                                                      L’orchestra                                                   9
Paolo Bonolis
                                                                             eggere le favole oppure osservare
                                                              l’esistenza è un po’ la stessa cosa; quello che
                                                              spariglia le carte e cambia il risultato della par-

                                                                                                                     di Borgo Lercio
                                                              tita è il soggetto attraverso il quale le storie
                                                              vengono scritte o la vita viene vissuta.
                                                              Guardando il mondo, non solo di oggi ma di
           Paolo Bonolis è nato a Roma                        sempre, vediamo che è sempre stato pieno di
           il 14 giugno 1961.                                 persone felici e infelici, di ricchi e di poveri, di
           Ha esordito aprendo una casa                       gioie e di disgrazie, di malvagità e di tanto
           di produzione e realizzando un                     amore. In un modo o nell’altro a tutti viene
                                                              data la stessa quantità di ghiaccio. Qualcuno
           cortometraggio che ha ricevuto
                                                              potrebbe obiettare che sì, è vero, ma ai ricchi il
           il “Premio qualità”.
                                                              ghiaccio viene commissionato d’estate, ai pove-
           A vent’anni ha condotto il suo
                                                              ri d’inverno. Forse. Ho conosciuto uomini
           primo programma Rai:
                                                              eccellenti e pieni di amore che hanno attraver-
           Tre due uno contatto... game.
           Poi ha presentato Bim bum bam
                                                              sato infanzie e adolescenze dolorosissime, ma               Nella Terra dei Leoni dalla Criniera Azzurra viveva
                                                              ho anche incontrato esseri spregevoli per ari-
           su Italia 1 per sette anni.                        dità dell’anima che hanno vissuto in famiglie          Benjamin, un ragazzino vispo come un grillo e con un grande
           In seguito, ha presentato                          piene d’amore. Ho conosciuto ricchi dal cuore
           spettacoli come I Cervelloni,                      grande e poveri schiumanti infamità. E ho              sogno nella testa: diventare un grande musicista. Era
           Beato tra le donne, Tira e molla                   conosciuto anche il contrario di tutto ciò.
           e Ciao Darwin, alternandosi fra                                                                           una passione che aveva ereditato dall’amato nonno
                                                              Insomma qual è il catalizzatore o il reagente dei
           le reti Rai e Fininvest/Mediaset.                  mille elementi chimico-esistenziali che com-           che gli suonava con la chitarra delle bellissime melo-
           Oggi conduce con successo                          pongono l’alchimia della nostra vita? Cosa
           Affari tuoi su Rai Uno.                            determina la nostra serenità o felicità, come          die per farlo addormentare, fin da quando era
                                                              preferite? Alla fine di questa favola la risposta
                                                              è in una fata, insomma qualcosa di non-umano.          nella culla. Quando crebbe gli insegnò a suona-
                                                              Io vedo il segreto invece in qualcosa di molto
                                                              umano. Non pensiamo sempre che il mondo sia
                                                                                                                     re. Ora il nonno non c’era più e la vecchia
                                                              fatto solo di miserie inguaribili. Se possiamo         chitarra era tutto quello che gli rimaneva di
                                                              riconoscerle come tali allora già noi siamo
                                                              diversi e, credetemi, siamo tanti. Ecco, noi. Noi      lui. Purtroppo Benjamin viveva in una cata-
                                                              non abbiamo bisogno delle fate per superare gli
                                                              orrori che possiamo incontrare. Fata è chiun-          pecchia con il patrigno che non sopportava la
                                                              que di noi. Chiunque possa scorgere la propria
                                                              felicità nel sorriso di un altro.                      musica. Veramente non sopportava avere
                                                                                                  Paolo Bonolis      Benjamin attorno e ogni scusa era buona per
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Paolo Bonolis            L’orchestra di Borgo Lercio

     picchiarlo. “Invece di perdere tempo a strimpellare, vai a lavorare!” gli gri-      misura che accordò con molta pazienza.
10   dava sempre. Così Benjamin era costretto a suonare di nascosto. Finché un                   Non era certo la chitarra del nonno, ma a
     giorno il patrigno, rientrando a casa ubriaco, trovò il bambino mentre suo-         Benjamin piaceva lo stesso.
     nava. La collera gli diede alla testa, afferrò la chitarra e la fece in mille
     pezzi! “Adesso è buona solo per il camino!” disse. Per Benjamin fu un colpo                 Cominciò a suonare finalmente libero da
     al cuore. Fece un fagotto con le sue poche cose e scappò via di casa.               paure. E le note rendevano un po’ meno triste
                                                                                         la dura vita nella discarica. Presto la notizia
             Decise di andare a vivere a Borgo Lercio. Era la discarica della città      del musicista di Monte Pattume si sparse per
     dove i più poveri tra i poveri vivevano alle pendici di una montagna di spaz-       tutto il Borgo. Alcuni ragazzi si arrampicaro-
     zatura che la gente chiamava Monte Pattume. Gli abitanti si nutrivano degli         no fin sulla cima per conoscerlo. Anche loro
     avanzi raccattati tra i rifiuti, si vestivano con gli stracci scovati nella spaz-   amavano la musica e volevano suonare assie-
                    zatura e vivevano in un villaggio di baracche. Benjamin non          me a lui. Benjamin fu felice di accoglierli.
                            si perse d’animo. Decise di costruire la sua capanna in      Costruirono altri strumenti con i rifiuti:
                             cima al Monte Pattume. Ma non volle rinunciare alla         percussioni fatte con zucche vuote,
                              sua passione. Così si costruì una chitarra con i rifiu-    barattoli e pentole; flauti e
                                ti che a Borgo Lercio non mancavano di certo.            trombe con ossi e canne di
                                    Con il legno di un vecchio mobile ci fece il         bambù e così via. Da
                                      manico e la cassa. Per le corde utilizzò fili      mattina a sera i piccoli
                                               delle canne da pesca di diversa           musicisti suonavano
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Paolo Bonolis         L’orchestra di Borgo Lercio

     ininterrottamente allietando con le loro melodie tutto il quartiere. Molte             Al termine la Contessa applaudì. “Bravissimi – disse – non avevo
12   persone venivano da fuori per assistere ai concerti di quella che ormai era     mai sentito suonare così bene. Vorrei che partecipaste al Gran Festival delle
                                                                                                                                                                     13
     conosciuta come l’orchestra di Borgo Lercio.                                    Orchestre, dove si esibiscono tutti i musicisti del paese. Sono sicura che
                                                                                     farete un gran figurone!” “Ma noi non abbiamo i soldi per iscriverci,
              Un giorno si arrampicò sulla cima del Monte un tipo dall’aria stra-    Contessa”, obiettò Benjamin. “Di questo non
     na. Vestiva una livrea rossa e disse di essere il maggiordomo della Contessa    dovrete preoccuparvi. Ci penserò io.”
     Doremì. “La mia padrona ha sentito parlare molto bene di voi – spiegò –.               I ragazzi non potevano credere alle loro
     Ma essendo inferma non può venire ad ascoltarvi, perciò vi invita a tenere      orecchie. Avrebbero partecipato all’evento
     un concerto nel suo palazzo.” I musicisti accettarono. La sera stessa si pre-   musicale più importante del paese.
     sentarono al palazzo della Contessa. Era un edificio grandissimo. Il mag-
     giordomo li accompagnò in un grande salone luminoso. I piccoli non ave-
     vano mai visto tanto lusso prima di allora. La sala era vuota, a parte la
     Contessa, un’anziana signora su una sedia a rotelle. I ragazzi vinsero l’im-
     barazzo, tirarono fuori i loro bizzarri strumenti e iniziarono il con-
     certo.
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Paolo Bonolis           L’orchestra di Borgo Lercio

            Arrivò il giorno del Festival. I ragazzi erano molto emozionati. Da       suonati, erano lì davanti a loro. E quando fecero per chiedere una spiega-
14   dietro le quinte potevano vedere la vasta platea di spettatori che assisteva     zione, Doremì si alzò dalla sedia a rotelle e si rivelò per quello che era: una
                                                                                                                                                                        15
     allo spettacolo. Molte orchestre si stavano avvicendando sul palco. Erano        fata. Allora i ragazzi presero coraggio ed entrarono in scena. Eseguirono il
     tutte molto brave, ma soprattutto eleganti. Benjamin e gli altri ne ammira-      più bel concerto al quale il pubblico avesse mai assistito, che applaudì per
     rono gli abiti e gli strumenti. Poi guardarono i loro, così poveri e bizzarri.   due ore di fila. Grazie a quel successo avrebbero potuto girare il mondo. Ma
     Gli avrebbero riso dietro. E manco a dirlo si sentirono dire: “Ma che razza      i ragazzi decisero di tornare a Borgo Lercio con Doremì. Da allora vissero
     di ridicoli strumenti avete?”. Erano i musicisti della Filarmonica di            nel suo palazzo a insegnare musica ai bambini del Borgo.
     Vanagloria, i cui membri erano tra i più ricchi e arroganti del paese. “Siete
     per caso l’orchestra di Borgo Lercio?” chiese il loro direttore, il famoso
     Altero de Boria. “Sì” risposero. Li scrutò col suo monocolo d’oro: “Ce ne
     siamo accorti dalla puzza!” E risero tutti. “Non vorrete davvero salire sul
     nostro stesso palco e appestarlo del vostro lerciume? – aggiunse –. Non lo
     permetteremo!” Detto ciò, gli strapparono gli strumenti e li fracassarono
     tutti. Dopodiché se ne andarono sghignazzando.

            A Benjamin e i ragazzi non restava che fare fagotto e
     tornare indietro. Quando apparve le Contessa Doremì.
     “Allora? Non vorrete andarvene prima di suonare?”
     chiese. “E come possiamo? Ci hanno distrutto tutti gli
     strumenti!” disse Benjamin. “Davvero? E quelli cosa
     sono?” rispose indicando dietro di loro. I ragazzi si
     voltarono e … meraviglia! Una serie di strumenti
     bellissimi, che non aspettavano altro che di essere
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
I NUMERI DELL’ANALFABETISMO NEL MONDO
130 milioni i bambini che non hanno mai visto un’aula scolastica, di questi oltre                                                                                                                             17
il 60% sono femmine.
140 milioni i minori che abbandonano la scuola prima di finire le scuole pri-
marie.
                                                                                                                     Legenda
                                                                                                                     Terra dei Leoni dalla Criniera Azzurra: Angola.
                                                                                                                     L’orchestra di Borgo Lercio: i ragazzi che vivono nella discarica e che cercano di
                                                                                                                     uscirne e avere una vita dignitosa.
                                                                                                                     Filarmonica di Vanagloria e Altero de Boria: la minoranza dell’Angola ricca e pre-
                                                                                                                     potente che impedisce ai poveri di migliorare le proprie vite.
                                                                                                                     Contessa Doremì: i volontari che aiutano i ragazzi della discarica a reinserirsi nella
                                                                                                                     società.

                                                                                                                     Nella realtà
                                                                                                                     Benjamin è Manuel, un ragazzo che vive nel municipio di Cacuaco, alla periferia
                                                                                                                     di Luanda. Quando era piccolo il padre violento lo picchiava spesso. Un giorno,
                                                                                                                     tornato da scuola, il padre s’arrabbiò perché aveva rotto dei piatti. Lo picchiò per
                                                                                                                     l’ennesima volta e lo cacciò di casa. Manuel aveva tredici anni. Andò a vivere a
                                                                                                                     Roque Santeiro dove, frugando nella discarica, riusciva a trovare qualcosa da
                                                                                                                     mangiare o da vendere per poter sopravvivere. Dopo un po’ di tempo, incontrò un
                                                                                                                     gruppo di ragazzi che lo portò al Centro di prima accoglienza dei Salesiani di Don
                                                                                                                     Bosco, dove Manuel riuscì a studiare. Dopo circa un anno, poiché aveva dato
                                               Dario Mitidieri - Archivio VIS tratta dal volume Un mondo possibile
                                                                                                                     buoni risultati, lo fecero entrare in una casa famiglia mentre nel frattempo i
                                                                                                                     responsabili del Centro cercavano suo padre; a dicembre del 2003 è tornato a
                                                                                                                     vivere con lui. Ora Manuel frequenta una scuola e ha organizzato con alcuni amici
                                                                                                                     un gruppo musicale.
Contrari Nuove favole per comprendere nuove realtà - Trenta Ore per la Vita
Foto di Gianmarco Chieregato/Photomovie

                                                              L                                                     La Città                                                                         19
Laura Pausini
                                                                              eggere è necessario; attraverso
                                                              un racconto, qualsiasi genere si sia scelto,
                                                              siamo portati a riflettere, a confrontare, a con-

                                                                                                                    dei Contrari
                                                              frontarci e a immaginare. Stimolare alcuni
                                                              sensi, quali il tatto e la vista, soprattutto quan-
                                                              do si è molto giovani, mi ha insegnato nel
           Laura Pausini è nata il 16                         tempo a diventare una persona curiosa, che
           maggio 1974 a Solarolo (RA).                       vive alla ricerca del senso più che dell’appa-
           Ha iniziato giovanissima la                        renza. Ho letto libri che ancora oggi rappre-
           carriera di cantante. Il grande                    sentano colori, profumi, atmosfere, dai quali a
           successo è arrivato con Sanremo                    volte ho tratto l’ispirazione per scrivere canzo-
           ’93, quando ha vinto la sezione                    ni. La lettura, in questo caso attraverso la
           Nuove Proposte                                     fiaba, porta i più piccoli a cominciare ad
                                                              approcciare la realtà, un primo prendere atto
           con La Solitudine, brano incluso
                                                              di quanto a volte possa essere anche dura, per-
           nel suo album d’esordio Laura
           Pausini. L’anno seguente,
                                                              sino crudele. Un passo prima o poi necessario,              Manuelito viveva nella città più grande del Paese
                                                              una via colorata per raccontar loro di storie,
           sempre al Festival, ha ottenuto                                                                          dei Grandi Altopiani. Non aveva una casa né una famiglia.
                                                              che, anche agli occhi di noi grandi, fanno tal-
           il terzo posto tra i big con Strani
                                                              mente male da diventare quasi irraccontabili.
           Amori. Da allora la cantante                       Spero che questa favola possa aiutare tanti                  Da quando i genitori erano morti il piccolo, senza nessuno che si
           ha scalato le classifiche di tutto                 bambini e tanti genitori che oggi, invece di rac-
           il mondo, diventando una star                                                                            occupasse di lui, era finito in mezzo alla strada.
                                                              contare loro storie che mai potranno “vivere”
           internazionale e ottenendo                         da grandi, possono raccontar loro di avventu-
           prestigiosi riconoscimenti come
                                                                                                                           Dormiva dove capitava: nelle fogne, alla stazione d’inverno, nei par-
                                                              re, fatti, vite e momenti realmente accaduti,
           il World Music Award. Oggi                         attraverso la leggerezza e il lieto fine tipici       chi in estate. Viveva di piccoli furti, elemosina e, quando capitava, lavoran-
           si prepara a raccogliere nuovi                     della fiaba. Buona lettura.
           successi con Resta in ascolto,                                                          Laura Pausini    do come lavapiatti o raccogliendo cartoni e stracci da riciclare. Si era
           il nuovo album uscito nel
           mondo il 22 ottobre 2004.                                                                                unito a un gruppo di ragazzi, come lui orfani e abbandonati. Assieme
                                                                                                                    a loro spesso compiva i furti più audaci, per poi dileguarsi nelle vie
                                                                                                                    di Borgoscuro, il quartiere più malfamato della città, dove gli
                                                                                                                    inseguitori non osavano entrare. Alla sera si ritrovavano e
Laura Pausini           La Città dei Contrari

     bivaccavano, raccontandosi le loro disavventure. Tutta la città li conosceva      Aspide Collotorto, il famigerato imbroglione conosciuto in tutto Borgoscuro.
20   come i Monelli di Borgoscuro.                                                     Lo riconobbe dal suo cilindro ammaccato e dall’irrinunciabile monocolo che
                                                                                                                                                                         21
                                                                                       gli dava un’aria distinta, nonostante il vestito rattoppato. Manuelito era sem-
            Quando era triste Manuelito guardava sempre verso i monti tra i            pre rimasto affascinato da lui. L’uomo aveva il fiatone e il volto pallido.
     quali si trovava il Castello della Speranza, dove si diceva che i Cavalieri che   “Aiutami ragazzo – disse sbuffando – mi stanno inseguendo!” Manuelito lo
     vi abitavano accoglievano i bambini che compivano buone azioni. Il picco-         fece nascondere nel bidone della spazzatura. Fece appena in tempo che arri-
                         lo aveva sempre sognato di diventare un Cavaliere della       varono due gendarmi. “Ehi – chiesero al piccolo – hai visto un tipaccio
                                             Speranza. “Ma quando mai vorreb-          con un cilindro in testa che correva a perdifiato?” “Sì. Era diretto verso
                                              bero un ladruncolo come me!” dice-       le mura della città.” Quando i gendarmi si allontanarono, il
                                                va sempre il bambino.                  furfante uscì dal fetido nascondiglio. “Ti sono grato figliolo.
                                                        Un giorno passeggiando gli     E per dimostrartelo ti farò un dono” e tirò
                                               si parò davanti un uomo. Era            fuori uno strano alambicco. “Dentro c’è
Laura Pausini           La Città dei Contrari

     una pozione magica. L’ho rub... ehm, me l’ha data un mago e ha il potere di
22   condurre nella Città dei Contrari.” “E che cos’è?” chiese curioso Manuelito.
                                                                                                                                                                            23
     “È un posto dove tutto funziona alla rovescia rispetto a questo mondo.
     Laggiù i ricchi sono poveri e i poveri sono ricchi. Tu sei un trovatello, giu-
     sto? Beh, lì avrai tutto ciò che qui non hai. Basta solo annusare la pozione.”
     Gli consegnò l’alambicco e se ne andò. Avrai tutto ciò che qui non hai…
     quelle parole gli riecheggiavano nella testa.

            “Attento piccolo, – disse una vocina – Collotorto è un imbroglione.”                                                    Contrari non si esce più!” Il rischio
     Manuelito si girò intorno ma non vide nessuno. “Non                                                                    era dunque grosso, ma il piccolo pensava
     puoi vedermi, sono piccolissima – fece la voce –                                                                alle notti all’addiaccio, alla fame e alla solitudi-
     sono la Pulce Sapientina. Mi avvicino all’orec-                                                           ne in cui viveva. “Nella Città dei Contrari non soffri-
     chio dei bambini per dispensare buoni consigli.                                                    rei più. Sono stufo di questa vita triste!” gridò. Allora
     Ascolta: una volta entrati nella Città dei                                                   stappò l’alambicco. Era pieno di una strana pasta, appiccicosa
                                                                                           come il miele e luccicante. Avvicinò il naso e l’annusò. Aveva un forte
                                                                                      odore. D’un tratto la testa cominciò a girare veloce, sempre più veloce. Come
                                                                                      fosse sull’ottovolante. E chiuse gli occhi.

                                                                                              Quando rinvenne si trovò in un mondo a dir poco strano. Una città
                                                                                      dalle case con i tetti rivoltati. Un cane portava a passeggio il padrone; un
                                                                                      vetturino tirava la sua carrozza mentre il cavallo sedeva sopra e leggeva il
                                                                                      giornale, alla rovescia naturalmente; un gendarme arrestava un derubato,
                                                                                      mentre il ladro se ne andava via con la bicicletta del poliziotto. Tutto sem-
Laura Pausini           La Città dei Contrari

     brava meraviglioso. Manuelito incontrò una coppia di persone molto ele-            riconsegna non autorizzata!” “Vergogna – gridava la gente
24   ganti che gli offrì ospitalità. Era felice. Lo portarono in una casa grande        accorsa – arrestatelo!” “Ma non ho fatto nulla di male” si giu-
     come una reggia. “È ora di pranzo” disse l’uomo. E lo condussero in un salo-       stificò il piccolo. “Proprio per questo – disse l’agente – hai fatto
     ne grandissimo. Al centro c’era un lungo tavolo. A un’estremità si sedette la      la cosa giusta! Il peggior reato nella Città dei
     signora, all’altra il signore. “Qual è il mio posto?” chiese Manuelito non         Contrari.”
     vedendo altre sedie. “Quello laggiù naturalmente” fecero i due indicando un                Detto questo un turbine luminoso
     pentolone che bolliva sotto un bel fuoco, mentre il maggiordomo vi girava          catturò Manuelito. Girava veloce, sempre
     il mestolo. “Vedi nella città dei contrari non sono gli adulti a nutrire i pic-    più veloce. Manuelito chiuse gli occhi.
     coli, – spiego il papà strofinando il coltello con la forchetta – sono i piccoli
     a nutrire gli adulti! E tu devi essere parecchio gustoso!” Manuelito terroriz-             Quando li riaprì era ritornato alla
     zato scappò via. Si ritrovò sul marciapiede e rischiò di essere investito da       realtà. Il piccolo non stava più dalla gioia.
     una carrozza perché in quel mondo le carrozze non marciano per strada.             “Hai visto? – esordì nuovamente la Pulce
     “Aiuto! Qui sono tutti pazzi! Sapientina ti prego aiutami, voglio tornare          – Hai fatto la cosa contraria nella Città dei
     indietro!” “Ahimè – rispose la pulce – ti avevo avvertito. Non si può torna-       Contrari. Hai fatto la cosa giusta!” “Ora
     re indietro da qui. L’unico modo per spezzare l’incantesimo è fare una cosa        porta la Pozione magica al Castello della
     contraria nella Città dei Contrari.” E sparì.                                      Speranza, affinché nessun bambino possa
                                                                                        più utilizzarla.” Manuelito obbedì.
             Cos’era una cosa contraria nella Città dei Contrari? Si chiese             Laggiù i Cavalieri della Speranza pre-
     Manuelito. Capì che doveva risolvere l’enigma. A un certo punto vide una           sero in consegna l’alambicco. Ma
     signora. Dalla sua borsa cadde un sacchetto tintinnante di monete.                 fecero di più: per premiarne il
     Manuelito raccolse il sacchetto. Poi si diresse dalla signora. “Tenga signora,     coraggio, accolsero Manuelito
     l’aveva perduto.” La signora si scandalizzò: “Come osi ridarmi il sacchetto,       tra loro. E il piccolo ebbe
     giovanotto?” Giunse un gendarme. “Ragazzo – disse – sei in arresto per             finalmente una casa.
I NUMERI DEI BAMBINI DI STRADA NEL MONDO
100 milioni i bambini di strada.                                                                                                                                                        27
40 milioni i bambini di strada in America Latina dove la povertà del continente
rende la condizione di 187 milioni di bambini e ragazzi a rischio.
Circa 1 milione i bambini di strada nella Federazione russa (60.000 nella sola
Mosca); tra i 10.000 e i 12.500 a Budapest (Ungheria); 10.000 in Lettonia e
altrettanti in Lituania.
                                                                                             Legenda
                                                                                             Paese dei Grandi Altopiani: la Bolivia.
                                                                                             Borgoscuro: i quartieri poveri delle città.
                                                                                             Pozione magica: la colla, il cui odore forte i ragazzi annusano per inebriarsi e sfuggi-
                                                                                             re alla realtà.
                                                                                             Castello della Speranza: le case d’accoglienza dei bambini di strada.

                                                                                             Nella realtà
                                                                                             Manuelito è Johnny, undici anni, boliviano. Di mattina lavorava come lavapiatti
                                                                                             e il pomeriggio cantava negli autobus, raccontando la sua storia di bimbo senza
                                                                                             famiglia in cerca di qualche elemosina. La notte la passava sotto i ponti o sui
                                                                                             marciapiedi. Era uno dei tanti ragazzi di strada, soli e sfruttati, abbandonati dai
                                                                                             genitori o orfani. Spesso, per dimenticare le loro tristi storie e distrarsi un po’,
                                                                                             questi ragazzi cominciano ad annusare sostanze pericolose come la colla, droghe
                                                                                             da cui poi non riescono facilmente a staccarsi.
                                                                                             A causa del freddo, un pomeriggio Johnny si avvicinò alla casa d’accoglienza not-
                                                                                             turna dei Salesiani di Don Bosco Techo Pinardi, a Santa Cruz de la Sierra, dove fu
                                                                   Foto di Beatrice Giorgi
                                                                                             accolto e curato perché anche lui aveva in mano il suo barattolino di colla. Oggi
                                                                                             Johnny frequenta un corso professionale e sogna di trovare presto un lavoro.
Foto: Assist Group

                                                      C                                                    La leggenda                                         29
Alex Zanardi
                                                                      ari Genitori,
                                                      La leggenda del genio Trastullo è la realtà fil-
                                                      trata di quello che purtroppo accade attorno a

                                                                                                           del genio Trastullo
                                                      noi e che troppo spesso, nella ricerca di un po’
                                                      di serenità interiore, chiudiamo nell’armadio
                                                      delle cose che non vogliamo vedere.
          Alex Zanardi è nato il 23                   I bambini hanno il dono della meraviglia, per-
          ottobre 1966 a Bologna.                     ché sono alla scoperta del mondo e raramente
          A quattordici anni ha debuttato             rimangono mentalmente sconcertati dalla sor-
          nel Campionato Italiano Cart,               presa di un racconto, bello o brutto che sia,
                                                      perché la loro stessa vita è una continua sor-
          specialità in cui ha vinto tre
                                                      presa.
          Campionati Italiani e un titolo
                                                      Negar loro l’evidenza del mondo che ci circon-
          europeo. Ha conquistato podi
                                                      da, è a mio avviso una forma illusoria di prote-
          nel Campionato Italiano di
                                                      zione, perché presto o tardi quell’armadio si
          Formula 3, e ha corso in
          Formula 1 con la Minardi.
                                                      riaprirà e allora saranno travolti dalle cose che          Il dottor Stanabacilli tastò il polso di
                                                      vi abbiamo accumulato dentro.
          Nel 2001 un terribile incidente             Spero di non suonare retorico, ma credo che un       Joana. Poi sbuffando sui suoi baffoni così
          durante l’American Memorial                 giorno i nostri figli si troveranno a dover salda-
          nell’Eurospeedway a Lausitziring            re un conto estremamente salato, anche per il        lunghi da coprire la bocca, borbottò: “È debole…
          (Germania) gli ha fatto perdere             nostro modo di vivere col paraocchi.
          entrambe le gambe. Ma Alex                  È giusto filtrare, trovare un linguaggio a loro
                                                                                                           molto debole”. Joana era una bella bambina dai
          Zanardi non si è mai perso                  comprensibile, ma con La leggenda del genio
          d’animo: oggi corre
                                                                                                           grandi occhi neri che viveva nel Paese del Popolo
                                                      Trastullo, possiamo iniziare a mettere in tasca
          nell’European Touring Car                   ai nostri figli qualche spicciolo per saldare que-   d’Ebano. Era stata abbandonata sull’uscio della
          Championship.                               sto conto…
                                                                                                           porta della Casa dei Buoni Propositi, abitata
                                                                                          Alex Zanardi
                                                                                                           dagli Zelanti, una tribù nota in tutto il Paese
                                                                                                           perché si prendeva cura degli orfanelli.
                                                                                                                    Aveva le guance scavate e il visino pal-
                                                                                                           lido. Ma ciò che impressionò di più gli
                                                                                                           Zelanti era la profonda tristezza dei suoi
                                                                                                           occhi.    Chiamarono     subito    il   dottor
Alex Zanardi           La leggenda del genio Trastullo

     Stanabacilli, il medico del villaggio. Dopo un lungo e accurato esame, il cli-                                                       stette Gaia. “L’unica
30   nico si tolse i suoi spessi occhiali, scrollò la testa e fece la sua diagnosi:                                                speranza è renderla felice. Deve
                                                                                                                                                                       31
     “Povera bambina – borbottò – è affetta dal morbo del sanguemesto, una                                            ridere. Solo così il sanguemesto sarà scon-
     grave malattia che porta il paziente a uno stato di profonda malinconia. Gli                         fitto. Ma non è semplice. La malattia è molto forte.”
     ammalati diventano inguaribilmente tristi, piangono sempre, non mangiano                           Detto ciò Stanabacilli prese la sua borsa e se ne andò
     più e lentamente le forze li abbandonano. Tutto ciò finché non sopraggiun-                             borbottando.
     ge la morte”.
            Lo sgomento colpì tutti. “Ma non esiste una cura?” chie-                                                              L’impresa era ardua, ma tutti
     se Gaia, una degli Zelanti. “Ci sono delle medicine – spiegò                                                               alla Casa dei Buoni Propositi si
     Stanabacilli inforcando gli occhiali – ma si trovano soltan-                                                                    diedero da fare. Cercarono di
     to nelle Terre del Nord e sono molto molto costose e,                                                                              farla mangiare, cucinando
     purtroppo, il nostro è un paese molto povero, non può                                                                                   succulenti leccornie.
     permettersele.” “Ma allora che possiamo fare?” insi-                                                                                    Provarono     a   farla
                                                                                                                                             ridere con i burattini
                                                                                                                                             e cantando filastroc-
                                                                                                                                          che. Ma niente da fare!
                                                                                                                                       Joana non accennava nean-
                                                                                                                                     che un sorriso. Allora Gaia,
                                                                                      che più di tutti aveva preso a cuore la bambina, le si avvicinò e chiese
                                                                                      sconfortata: “Dimmi piccolina. Hai un desiderio che vorresti realizzare?”.
                                                                                      Joana con una voce flebile rispose: “Mi piacerebbe incontrare il genio
                                                                                      Trastullo…”.
                                                                                             Gaia si meravigliò. Burlo Trastullo era il genio dei giochi. Narrava la
Alex Zanardi          La leggenda del genio Trastullo

     leggenda che di notte entrasse nelle stanze dei bambini per giocare con loro   prese una carota che somigliasse al lungo naso di Burlo Trastullo.
32   per poi sparire alle luci dell’alba. Ma come poteva far incontrare Joana con           Di notte, così combinata, entrò nella stanza di Joana con una lan-
                                                                                                                                                                      33
     Burlo Trastullo, personaggio di fantasia?                                      terna dalla luce azzurra. Grazie a quel tenue bagliore la piccola si svegliò.
            “Se lei vuole vederlo, lo vedrà!” disse decisa Gaia. Ebbe un’idea.      “Ciao bambina – disse Gaia, camuffando la voce – Mi riconosci?” Gli occhi
     Cucì un vestito sgargiante di color giallo, rosso e azzurro, come quello del   di Joana si illuminarono. “Sei Burlo Trastullo!” “Esatto! E sono qui per te.”
     genio. Comprò un cilindro e ci aggiunse i sonagli, proprio come quello di              Il finto genio si profuse in giochi di prestigio, scherzi e risate.
     Trastullo. Si dipinse la faccia da clown come il genio e, dulcis in fundo,     Quando vide che le labbra della bambina accennavano a un impercettibile
                                                                                    sorriso, Gaia non stette più dalla gioia e diede un bacio sulla fronte a Joana.
                                                                                    La bambina stavolta sorrise sul serio. “Ora devi farmi una promessa – disse
                                                                                    Gaia – se farai la brava bambina e ti sforzerai di mangiare, io tornerò ogni
                                                                                    notte a giocare con te.” Joana fece un cenno di assenso col capo. Trastullo
                                                                                    allora spense la lanterna e nel buio sgusciò fuori dalla stanza.

                                                                                            Il giorno dopo Joana chiese del latte tra lo stupore di tutti. Gaia era
                                                                                    felicissima. Da allora ogni notte si travestiva da Burlo Trastullo e allietava
                                                                                    la piccola malata. Di giorno in giorno Joana andava continuamente miglio-
                                                                                    rando. Col tempo la piccola cominciò a mangiare regolarmente ed era sem-
                                                                                    pre più serena. Il dottor Stanabacilli non riusciva a spiegarsi il miracolo ma
                                                                                    sotto i baffi rideva soddisfatto, nonostante i soliti borbottii.
                                                                                            Gaia però cominciava a sentire la stanchezza per tutte le notti inson-
                                                                                    ni passate al capezzale di Joana. Era un duro sforzo. Ogni volta inventava
                                                                                    un gioco diverso. Una notte le portò in camera persino un pony, maschera-
                                                                                    to da unicorno, e lo fece cavalcare da Joana. Giocava tutta la notte con la
Alex Zanardi           La leggenda del genio Trastullo

     piccola e poi, dopo il bacio della                                                 – aggiunse Joana –. Però stavolta non mi ha voluto dare il bacio della buo-
34   buonanotte, spariva. Finché una                                                          nanotte. Io gli ho chiesto perché e lui ha sorriso. Poi ha risposto che
                                                                                                                                                                          35
     sera, mentre si accingeva a indos-                                                                                             non spettava a lui. ‘Il bacio è una
     sare la maschera, la stanchezza                                                                                                     magia che può fare solo chi
     ebbe il sopravvento e Gaia crollò                                                                                                      ti   ama    davvero’    ha
     sul letto esausta, addormentandosi                                                                                                     detto. Eppure le altre
     profondamente.                                                                                                                         sere me lo dava: non lo
                                                                                                                                          trovi strano?” Gaia com-
             Il mattino dopo, quando si svegliò, si                                                                                      mossa non disse una parola.
     rese conto di ciò che era accaduto e corse dalla                                                                                 Abbracciò la bambina e le
     bambina con il cuore in gola. Temeva che senza                                                                              diede il bacio sulla fronte. Joana
     Trastullo la piccola sarebbe ricaduta nella malattia.                                                             non disse nulla. Sorrise come mai aveva fatto
             Ma quando entrò la piccola era intenta a bere tranquillamente il                                       prima e si abbandonò tra le braccia di Gaia.
     suo latte. Quando Joana vide Gaia le sorrise e le disse: “Trastullo è tor-                                       Adesso era davvero felice.
     nato anche stanotte!”. Gaia non riusciva a crederci. “Davvero?” “Sì –                                                    Più che le magie del finto o del vero
     rispose – mi ha preso per la mano e siamo volati via dalla finestra. Siamo                                       genio dei giochi, furono i baci e l’affetto sin-
     andati in alto, fino a toccare le stelle!” Gaia non sapeva più cosa dire. Aveva                                 cero a guarire la piccola Joana.
     volato. Solo il vero genio poteva fare tanto. “Poi mi ha riportato nel mio letto
I NUMERI DELL’AIDS NEL MONDO
13 milioni i bambini con meno di quindici anni che hanno perduto uno o                                                                                                       37
entrambi i genitori a causa dell’AIDS.
700.000 i bambini infettati dall’HIV/AIDS solo nel 2003.

                                                                                      Legenda
                                                                                      Il Paese del Popolo d’Ebano: l’Etiopia.
                                                                                      Morbo del sanguemesto: è la malattia AIDS che porta all’isolamento dagli altri e,
                                                                                      spesso, alla morte.
                                                                                      Zelanti della Casa dei Buoni Propositi: chi accoglie e cura i bambini malati.
                                                                                      Terre del Nord: l’Europa e il resto dell’Occidente che hanno le medicine che i Paesi
                                                                                      del Terzo Mondo non possono permettersi.

                                                                                      Nella realtà
                                                                                      Joana è Maria, una bimba di tre anni. Nel dicembre del 2002, quando aveva
                                                                                      poco più di un anno, le venne diagnosticato il virus HIV, che provoca la grave
                                                                                      malattia chiamata AIDS. Purtroppo a questa malattia si univa anche una grande
                                                                                      debolezza della bambina, che aveva bisogno di molto sangue. Però, nonostante
                                                                                      tutto, Maria continuava a crescere, anche se la mamma non si prendeva abba-
                                                                                      stanza cura di lei. Chi si è occupata (e si occupa tuttora) di Maria è infatti una
                                                                                      volontaria che opera nello studio medico dove ogni quindici giorni la piccola
                                                                                      viene portata per i controlli.
                                                            Foto di Beatrice Giorgi   Grazie a questo aiuto, oggi Maria conduce una vita quasi normale.
Foto di Marinetta Saglio

                                                           C                                                   La danza                                                                     39
Loretta Goggi
                                                                          i sono paesi in cui essere bambini
                                                           è un lusso. La vicenda della piccola protagoni-
                                                           sta della fiaba che presento altro non è che

                                                                                                               della sposa
                                                           una delicata metafora del mercato del sesso,
                                                           dove migliaia di bambini sono costretti a
                                                           rinunciare alla loro innocenza, alla loro infan-
           Loretta Goggi è nata a Roma                     zia, venduti come schiavi a gente senza scru-
           il 29 settembre 1950.                           poli in tanti paesi del mondo. Qualcuno
           Ha debuttato prestissimo nel                    potrebbe chiedersi se sia giusto o meno
           mondo dello spettacolo, diretta                 mostrare ai nostri bambini, seppur attraverso
           da Anton Giulio Majano nel                      il filtro del linguaggio fantastico delle favole,
           giallo televisivo Sotto Processo.               vicende così raccapriccianti, dure da mandar
           Loretta Goggi passa, da allora,                 giù anche per noi adulti.
                                                           La risposta è sì. È inutile nascondersi dietro un
           di successo in successo sia come
                                                           dito. È inutile nascondere ai nostri figli che il
           attrice (ricordiamo La freccia
           nera e I Miserabili), come
                                                           mondo non è sempre bello come glielo abbia-               Mae Nam abitava nel Paese dai Tetti a Punta, assieme
                                                           mo dipinto. È giusto rivelare loro che l’uomo
           cantante, (Maledetta primavera,
                                                           nero e l’orco cattivo in fondo esistono davvero.    alla mamma e ai suoi dieci fratelli. Era una famiglia molto
           Io nascerò e tanti altri successi),
                                                           Ma è anche giusto spiegare loro che c’è chi si
           come imitatrice e presentatrice                 impegna a salvare questi bambini da una sorte       povera che viveva coltivando riso. La piccola Mae Nam come tutti gli altri
           al timone di Canzonissima 72,                   così dura. È un modo per riflettere su cosa li
           Fantastico e addirittura                                                                            suoi fratelli aiutava la mamma nei campi, ma la sua passione era la danza.
                                                           circonda, e noi con loro. E chissà che così i
           Sanremo ‘86. Gli ultimi suoi                    nostri figli non riescano a fare del mondo un       Sognava di diventare una brava bal-
           successi sono due musical: Hello                posto migliore di quello che noi gli abbiamo
           Dolly e Molto rumore senza                      lasciato.                                           lerina e di girare il mondo e
           rispetto per nulla, attualmente                                                     Loretta Goggi
           nei maggiori teatri italiani.                                                                       riscuotere gli applausi del pub-
                                                                                                               blico di ogni città. Si esercita-
                                                                                                               va appena aveva un momento libero dal duro lavoro
                                                                                                               della piantagione.
                                                                                                                      Non aveva un grammofono e per ballare seguiva il canto degli
                                                                                                               uccellini che per lei intonavano le loro più belle melodie. Col tempo era
                                                                                                               diventata davvero brava.
Loretta Goggi   La danza della sposa

            Il suo pubblico erano gli animali della foresta.
40   Lepri, topolini, persino le belve feroci, si assiepavano
                                                                                                                                                         41
     davanti a lei per ammirare la sua danza soave. E quando
     cominciava rimanevano estasiati.

                                                                                 Un giorno il pubblico della foresta era più numeroso del solito. Si
                                                                         era sparsa la voce che la piccola ballerina avrebbe interpretato una danza
                                                                         particolare. “Eseguirò la danza della sposa – disse – una danza che la sposa
                                                                         balla soltanto davanti al suo sposo. Nessun uomo oltre lui dovrà mai assi-
                                                                         stere perché è una danza d’amore.” Un’orchestra di grilli, cicale e uccellini
                                                                         attaccò una musica dolcissima e Mae Nam iniziò. Era un danza delicata, leg-
                                                                         giadra, da sogno. Gli animali non poterono che innamorarsi di quei passi
                                                                         leggeri e poetici.
Loretta Goggi             La danza della sposa

             Ma mentre la piccola danzava, un uomo che passava di lì vide la bal-         remo davanti ai Ladroni della
42   lerina e, nascosto dietro un albero, osservò quella che doveva essere una            Contea.” A quella notizia Mae
     danza segreta. Sul suo volto comparve un ghigno e con la mano accarezzò              Nam scoppiò a piangere. Si dice-
     la sua barba e i suoi mustacchi mentre negli occhi balenò una scintilla che          va che i Ladroni fossero gente
     non prometteva nulla di buono.                                                       rozza e crudele, i peggiori
                                                                                          briganti di tutto il paese.
             Quando la bimba terminò, l’uomo la seguì fino a casa, una piccola                    Arrivati a destinazio-
     capanna di legno e paglia, e bussò alla porta. Gli aprì la mamma di Mae Nam.         ne, Meschino diede alla
     “Buongiorno signora – disse cordialmente l’uomo – permetta che mi presen-            bambina un vestito. Era una
     ti: sono Meschino, il mercante più ricco del Paese. So che ha una figlia che è       veste fatta di veli sottilissimi e di
     una brava ballerina. Io sto cercando giovani artisti in tutta la regione per farli   colori vivaci. “Lo indosserai stase-
     esibire nei più eleganti teatri del mondo. Sono disposto a pagare molto bene”        ra quando eseguirai la tua danza
     aggiunse facendo tintinnare un sacchetto pieno di monete.                            della sposa!” ordinò l’uomo.
                                                                                          “Come sai della danza della
             La donna non sapeva cosa pensare. Guardò la figlioletta, poi volse           sposa?” chiese stupita la
     lo sguardo verso i fratellini. Erano magri e vestiti di stracci. Il lavoro nei       giovane. “Ti ho visto nel
     campi non basta a sfamarli – pensò – quei soldi ci farebbero davvero como-           bosco – rispose ghignando il
     do e poi la piccola vivrà sicuramente in un posto migliore di questo. E così         mercante – e adesso la
     a malincuore accettò. A nulla valsero i pianti e le suppliche della bambina.         vedrà anche il pubblico del
     Meschino la fece montare sulla sua carrozza e partì.                                 Teatro. Ma con una variante: per
             Dentro c’erano altri bambini che come lei erano stati comprati dal           ogni moneta che getteranno sul palco tu toglierai un velo. E quando fini-
     mercante. “Dove ci porta?” chiese Mae Nam. “Andiamo al Teatro dei Sogni              ranno i veli, finirà la danza!” E scoppiò in una grossa risata. La bambina
     Perduti – disse rassegnato uno di loro – un luogo ripugnante dove ci esibi-          non ebbe tempo di neanche di dire una parola che Meschino l’apostrofò:
Loretta Goggi            La danza della sposa

     “Bada a te se non mi ubbidirai. Ti frusterò così tanto che non riuscirai nem-            La giovane cominciò la sua danza al tempo di una musica stonata
44   meno più a camminare!”.                                                          che non aveva paragoni con la melodia dell’orchestra del bosco. Ma agli
                                                                                                                                                                         45
            La sera stessa Mae Nam si trovò sola sul palco con indosso quel           spettatori sembrava non interessare la musica. Volevano solo divertirsi.
     vestito di veli davanti a una platea infernale di ladroni ubriachi che urlava-   Qualcuno buttò sul palco uno zecchino e la danzatrice, secondo gli ordini,
     no, ridevano sguaiatamente e si picchiavano per un nonnulla.                     si tolse un velo. Un altro zecchino, un altro velo e poi un altro e poi un altro
Loretta Goggi     La danza della sposa

     ancora … fino a rimanere senza nulla, mentre tutti gridavano e ridevano.                 canta con questa malinconia?” “È una bella danzatrice
46   Dagli occhi di Mae Nam iniziarono a uscire tante lacrime, talmente tante da            prigioniera di un uomo malvagio che la costringe a esibirsi
                                                                                                                                                             47
     creare un fiume che quasi allagava il locale.                                       per denaro” disse un topolino del bosco. “Voglio liberarla! Ma
                                                                                                                  dove si trova?” chiese il cavaliere. “Ti
            Ogni sera la piccola si esibiva dinanzi alla folla                                                      guiderò io, giovane cavaliere!” E il
     di ladroni mentre il giorno restava chiusa nei sotterra-                                                       topolino lo guidò al Teatro dei
     nei del Teatro. Mae Nam nella sua prigione cantava una                                                     Sogni Perduti. Ma l’oscuro edificio era
     nenia dolce ma triste. E il suo canto si diffondeva nell’a-                                         chiuso da un enorme portone impossibile da
     ria, le caverne ne facevano eco e le canne di bambù lo                                         abbattere. Allora il topolino s’intrufolò nella serra-
     irradiavano nelle pianure. Gli animali del bosco lo ascol-                                   tura e rosicchiando i suoi congegni l’aprì. Il cavaliere
     tavano e si commuovevano.                                                                 si catapultò dentro brandendo la sua spada. Uccise
                                                                                              Meschino e molti ladroni colti di sorpresa, mentre gli altri
            Un giorno un cavaliere udì questo dolce canto. “Che bella                        fuggirono. Poi liberò Mae Nam dai sotterranei assieme agli
     voce – disse – ma che triste melodia. Chi sarà mai la fanciulla che                    altri bambini prigionieri.
                                                                                                 Da quel giorno Mae Nam danzò solo per il suo sposo.
I NUMERI DELLO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI MINORI NEL MONDO
1 milione si calcola che siano i bambini che ogni anno vengono introdotti nel                                                                                                             49
commercio sessuale.
500.000 sono in India le prostitute bambine.
50.000 ragazze nepalesi sono state vendute e mandate in India per essere
costrette a lavorare nei bordelli di Bombay.
I minori lavoratori del sesso sono 25.000 nella Repubblica Dominicana; 35.000
                                                                                               Legenda
nell’Africa occidentale, 800.000 in Thailandia, 400.000 nelle Filippine, 2 milio-              Paese dai Tetti a Punta: la Cambogia e i Paesi del sud-est asiatico.
ni in Brasile, 60.000 in Russia.                                                               Meschino il mercante: i mercanti che sfruttano i bambini comperandoli dai genitori,
                                                                                               approfittando della povertà delle famiglie.
                                                                                               Ladroni della Contea: i turisti che, ignobilmente, pagano per divertirsi con le bambine.
                                                                                               Il topolino e gli animali del bosco: le associazioni che trovano e aiutano le piccole
                                                                                               vendute ai trafficanti.

                                                                                               Nella realtà
                                                                                               Mae Nam è Vitha, cambogiana. A undici anni è stata venduta dalla famiglia.
                                                                                               Ancora non sapeva nulla di come sarebbe stata la sua vita. La madre non le aveva
                                                                                               spiegato perché dovesse andar via con quelle persone. Vitha non pensava che la
                                                                                               donna che l’aveva comprata le avrebbe fatto conoscere un mondo triste, fatto di
                                                                                               dolore e violenza. Sono anni durissimi quelli che trascorre in Cambogia, Vietnam
                                                                                               e Thailandia. La casa dove è rinchiusa è circondata dal filo elettrico e lei non può
                                                                                               scappare dagli uomini che la trattano come un giocattolo. Vitha è stata fortuna-
                                                                                               ta, la mamma, pentita, è poi tornata da lei e l’ha portata in un luogo segreto affi-
                                                                                               dandola a un centro sociale. Oggi sta frequentando un corso di formazione pro-
                                                                     Foto di Beatrice Giorgi
                                                                                               fessionale per imparare un lavoro e potersi mantenere onestamente.
Foto di Gianmarco Chieregato/Photomovie

                                                               Q                                                     Il piccolo soldato                                                     51
Marco Columbro
                                                                               uesta bella favola è un’allegoria
                                                                               di come vanno le cose nel nostro

                                                                                                                     e la guerra
                                                               travagliato mondo.
                                                               Prima di tutto, l’autore evidenzia come le due
                                                               fazioni di orchi siano condizionate da false cre-
                                                               denze, con lo scopo di creare volutamente

                                                                                                                     degli orchi
            Marco Columbro è nato a                            discordia e violenza. Poi ci mostra come ogni
            Viareggio il 28 giugno 1950.                       guerra sia, in sé, una stupida follia. L’autore ci
            Ha iniziato la sua carriera                        mette in guardia dai condizionamenti mentali,
            artistica in teatro con                            che in questo caso provengono da un certo
            Arturo Corso, braccio destro                       credo religioso, ma che nella nostra società pos-
            di Dario Fo.                                       sono essere anche politici, culturali, scientifici.
            La popolarità è arrivata con la                    Tutto questo porta solo a una meta: il fanati-
                                                               smo, la vera piaga di questo secolo.
            televisione, dove ha condotto
                                                               Fate attenzione bambini, sapete cos’è che risol-
            il primo programma mattutino
            della tv italiana: Buongiorno
                                                               ve tutti questi problemi? Il discernimento di un            Nella terra della Giungla Oscura da tempo immemorabile
                                                               bambino, il pensare con la propria testa, senza
            Italia su Canale 5.
            Ha presentato, a fianco di
                                                               farsi condizionare o pilotare da credenze, o          si combatteva una guerra terribile tra gli orchi Narcisi e i Vanesi.
                                                               dogmi di qualunque genere. Questo è in sinte-
            Lorella Cuccarini, Buona                           si il bellissimo messaggio di questa fiaba.                  Le due fazioni lottavano per stabilire chi fosse il degno
            Domenica. Con lei ha condotto                      Ricordate bambini che c’è una grande unica
            quattro edizioni di Trenta                         religione ed è quella della verità. Sì, perché sol-   erede dell’antico re Modestino. I due schieramenti apparte-
            Ore per la Vita e varie                            tanto la verità ci può rendere veramente liberi.
            di Paperissima.                                                                                          nevano alla stessa specie di orchi: avevano grossi avambracci
                                                               Bambini, crescete liberi nella mente e nello spi-
            Nel 1994 è tornato al suo                          rito, perché solo allora sarete degni di chia-        pelosi, sopracciglia folte e mandibole pronunciate dalle quali
            grande amore, il teatro,                           marvi esseri umani.
            chiamato dal compianto                                                             Marco Columbro        sporgevano i lunghi denti canini. Si differenziavano soltanto
            produttore Lucio Ardenzi.
            Columbro da oltre venticinque                                                                            nell’acconciatura dei capelli. I Narcisi pettinavano le chiome
            anni si interessa di ricerca
            spirituale, che gli ha fatto                                                                             con la riga a destra. I Vanesi, viceversa, a sinistra. Ma cia-
            incontrare importanti maestri,                                                                           scuna fazione era convinta di acconciare i capelli come
            tra cui il Dalai Lama.
                                                                                                                     faceva il grande monarca e quindi di essere nel giusto.
                                                                                                                     E soltanto al giusto spettava il potere.
                                                                                                                            Per secoli si combatterono accanitamente senza
Marco Columbro               Il piccolo soldato e la guerra degli orchi

     che uno avesse ragione sull’altro. La guerra li aveva decimati e ridotti alla    loro genitori non si addentreranno mai, perché sanno che la foresta è così
52   fame. Tuttavia nessuno dava segni di cedimento. Che fare?                        fitta e pericolosa che senza conoscere il giusto sentiero potrebbero perdersi
                                                                                                                                                                       53
            Un giorno i Narcisi ebbero un’idea: “Perché non prendiamo dei             per sempre.” Tutti furono entusiasti. Era la prima volta dopo secoli che le
     bambini? – proposero ai Vanesi – Li arruoliamo, li addestriamo e poi li fac-     due fazioni si trovavano d’accordo.
     ciamo combattere al posto nostro. Sarà come giocare con i soldatini. Così a             Detto fatto, gli orchi attraversarono la foresta, giunsero nei villaggi
     noi non resterà che vedere chi vince”. “Ma dove li prendiamo i bambini?”         e cominciarono a rapire i bambini.
     chiesero gli altri. “Li rapiremo nei villaggi al di là della Giungla Oscura. I          Poco distante dal suo villaggio il piccolo Kibabi stava dipingendo su
Marco Columbro   Il piccolo soldato e la guerra degli orchi

                      una roccia mentre il suo gregge era al pascolo. Il suo sogno era di diventare
54                    un grande pittore e di affrescare tutti i muri delle città del mondo. D’un trat-
                                                                                                         55
                      to sentì un braccio peloso afferrarlo e in un battibaleno si ritrovò dentro una
                      gabbia sul dorso di una zebra. L’orco condusse l’animale e il suo carico den-
                      tro la giungla. “Dove mi porti?” chiese Kibabi.
                               L’orco, che era un Narciso, raccontò della guerra contro i Vanesi. “E
                        come fate a essere sicuri di avere ragione?” chiese Kibabi. L’orco rispose:
                         “È tutto scritto nel sacro libro di Modestino che si trova chiuso nel Tempio
                         della Conoscenza, ai margini della foresta”. “Ma perché allora non pren-
                                     dete il libro e non lo consultate? – chiese ancora Kibabi – Così
                                      vedrete chi ha ragione e la guerra finirà.” “Come osi dire a noi
                                      cosa dobbiamo fare? – disse infuriato l’orco – Nessuno può
                                             consultare il libro sacro! Soltanto un re può farlo. E
                                              guai a chi profana il tempio che lo custodisce! E poi –
                                                                              aggiunse – nessuno di
                                                                               noi sa leggere. Tutte
Marco Columbro                Il piccolo soldato e la guerra degli orchi

     le scuole sono state distrutte dalla guerra”. Infine continuò: “Voi bambini         i segnali colorati sugli alberi e arriverai fino a casa. Io cercherò di distrarre
56   sarete i nostri soldati. Chi si rifiuta verrà torturato orribilmente e lasciato     gli orchi”. Nyame obbedì, mentre il fratello cambiò strada e corse fino ad
                                                                                                                                                                             57
     morire di fame”.                                                                    arrivare al Tempio della Conoscenza. Sentendo avvicinarsi gli inseguitori
             Kibabi non si perse d’animo. Aveva ancora nelle tasche un pennello          s’intrufolò nell’edificio. Là dentro non avrebbero mai osato entrare.
     e dei colori. Sporse il suo braccino fuori dalle sbarre della gabbia e tracciò      All’interno tutto era fatiscente, pieno di polvere e ragnatele, testimonianza
     su ogni albero che incontrava lungo il percorso una striscia di colore.             di secoli di abbandono. D’un tratto vide su un altare il libro sacro.
     Sperava che qualcuno, seguendo i segnali, lo avrebbe potuto ritrovare.              Incuriosito si avvicinò, soffiò via la polvere e lo aprì. Scorse le pagine e a un
                                                                                         certo punto vide ritratto il grande Modestino. E, sorpresa, il re era calvo!
             Una volta radunati tutti i bambini cominciò il duro addestramento.
     Le piccole reclute dovettero subire angherie d’ogni sorta. Chi sbagliava o si
     lamentava veniva severamente punito. Il cibo era poco e di notte le pance
     vuote facevano così tanto rumore da non riuscire a dormire.
             Venne il giorno del battesimo del fuoco. I piccoli soldati furono
     schierati sul campo di battaglia gli uni di fronte agli altri. Ovviamente uno
     schieramento era pettinato con la riga a destra e l’altro a sinistra. Dalle altu-
     re i Narcisi e i Vanesi si erano appostati per ammirare lo spettacolo e tifa-
     re come se fosse una partita di calcio.
             Nella mischia Kibabi si trovò davanti come
     avversario il fratellino Nyame. Era troppo. Kibabi
     gettò a terra il fucile e prese per mano Nyame.
     Approfittando del caos della battaglia scapparono. Ma la sorpresa durò
     poco. Gli orchi si accorsero dei fuggitivi e si gettarono all’inseguimento.
     Quando arrivarono ai margini della foresta Kibabi disse al fratellino: “Segui
Marco Columbro            Il piccolo soldato e la guerra degli orchi

     Altro che riga a destra e a sinistra. Kibabi pensò: “Se lo mostro agli orchi
58   finalmente smetteranno di combattere e noi bambini potremo ritornare a
                                                                                                                                                                         59
     casa!”.

               Si fece coraggio e uscì. Fuori lo aspettavano gli
     inseguitori. Kibabi tirò fuori il libro: “Ecco, guardate,
     questo è il ritratto del vostro re. È calvo! La
     vostra guerra è dunque inutile!”. Gli orchi
     rimasero senza fiato. Ma poi uno gridò:
     “Non       è    vero.    È    un     falso!
     Distruggiamolo!”. La folla si mise a urlare.
     Strappò il libro dalle mani di Kibabi e lo
     bruciò. “E ora faremo lo stesso con te!”
               Tutto sembrava perduto, quando                                       tanti a riprendere i bambini. Scoppiò una feroce battaglia, ma in breve
     d’improvviso irruppero centinaia di                                            tempo gli uomini ebbero ragione. Presero gli orchi superstiti e su consiglio
     uomini. Nyame era tornato al villaggio                                         di Kibabi li raparono tutti. “Così ora siete tutti uguali al vostro re!”
     e aveva condotto nella foresta gli abi-
                                                                                            Gli uomini riportarono i piccoli finalmente a casa. Ma non ci fu pace
                                                                                    tra gli orchi. I Narcisi asserirono infatti che Modestino portava una lunga
                                                                                    barba. Per i Vanesi, invece, il re si radeva tutti i giorni. Così la guerra ripre-
                                                                                    se, nonostante i tentativi da parte degli abitanti del villaggio di aiutarli a
                                                                                    vivere da buoni fratelli.
I NUMERI DEI BAMBINI SOLDATO NEL MONDO
300.000 i bambini che combattono nelle guerre che insanguinano il pianeta, di                                                                                                                61
cui 120.000 in Africa e 15.000 nella sola Liberia.
130 dei 150 conflitti armati combattuti negli ultimi sessanta anni si sono svolti
nei Paesi in via di sviluppo.
                                                                                                  Legenda
                                                                                                  La Terra della Giungla Oscura: la Repubblica Democratica del Congo, il Myanmar (ex
                                                                                                  Birmania) e tutti gli altri Paesi in cui vengono utilizzati i bambini soldato.
                                                                                                  Gli orchi Narcisi e Vanesi: gli eserciti contrapposti che combattono guerre insensate.
                                                                                                  Re Modestino: i motivi spesso futili o pretestuosi per cui le diverse fazioni si fanno
                                                                                                  guerra.

                                                                                                  Nella realtà
                                                                                                  Kibabi è Damasene, nato nel 1992 in un piccolo villaggio vicino a Masisi, a 90
                                                                                                  km da Goma nell’est della Repubblica Democratica del Congo, che si chiama
                                                                                                  appunto Kibabi. È il più piccolo di sei fratelli; i genitori coltivano la terra. Tutti i
                                                                                                  problemi sono cominciati quando gli Interhamwe, militari di un paese confinan-
                                                                                                  te, il Ruanda, hanno attaccato il villaggio.
                                                                                                  Damasene viene fatto prigioniero e obbligato a diventare un militare. Insieme a
                                                                                                  centinaia di bambini ha vissuto nella foresta, lontano dalla famiglia, a contatto
                                                                                                  con le molte malattie, tra violenza e profonda solitudine.
                                                                                                  Dopo sei mesi di addestramento e un anno di combattimenti, è stato autorizza-
                                                                                                  to a lasciare l’esercito e portato al Centro Don Bosco Ngangi di Goma.
                                                        EPA PHOTO/AFP FILES/KITTIWONGSAKUL/ANSA
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