CINA IL MEGLIO DELLA CINA CLASSICA - "Image:Lo gotipo" - I Viaggi di ...

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CINA
IL MEGLIO DELLA CINA CLASSICA
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Sul pavimento d’accesso alla Grande Pagoda di Xi’an, il vecchio scrive una poesia con
un grande pennello intinto nell’acqua.
Con un tempismo straordinario, calcolato, le prime parole cominciano a scomparire,
assorbite dalla pietra scaldata dal sole, prima che sia terminata l’ultima strofa.
Secondo lui le poesie andrebbero recitate, non scritte, perché devono lasciare traccia
solo nell’animo di chi le ascolti. Lui però è muto e, non potendole declamare, le sparge
sulla pietra, certo che subito spariscano per restare impresse solo tra gli anfratti
emotivi di chi le legga.
La Cina è temuta come “pericolo giallo” o acclamata quale grande occasione del
capitalismo globale, mettendo così in ombra che è il secondo paese al mondo dopo
l’Italia per siti UNESCO, e ignorando che è anche il luogo dove un vecchio scrive
ancora poesie con l’acqua.
Non immaginatevi un luogo ricco d’arte e storia ma con un retrogusto di socialismo
reale. In questo viaggio non ci faremo mancare gli aspetti più interessanti della passata
supremazia e della prorompente contraddittoria modernità. La Cina è cosciente di
tornare a essere, caso unico nella storia, nuova “superpotenza” mondiale, basandosi su
un modello altrui avversato violentemente fino a pochissimi decenni fa.
A Xi’an e Pechino, ma non solo, percorreremo un itinerario a ritroso e apprezzeremo
pure ciò che la modernità cinese, anche a Shanghai, mette a disposizione.
La Cina, oltre a essere al secondo posto per siti UNESCO, è al terzo per i turisti che
riceve, dopo USA e Francia, e al primo per quantità di persone che vanno in visita
all’estero.
Perché, allora, non recarci di persona a vedere dove sono stati inventati i fuochi
d’artificio e gli spaghetti, riproducono la Ferrari a costi popolari, hanno completato con
due anni di anticipo le opere per le Olimpiadi, è prodotto il nostro iPhone, una sua
metropoli possiede già il doppio dei grattacieli di New York, controllano buona parte
del debito pubblico statunitense, ma che, soprattutto, può mostrare meraviglie antiche
che “si vedono dalla luna”? (Di cui ci approprieremo per una sera).
Percorreremo questo immenso territorio seguendo un itinerario molto razionale, con
due voli interni per ottimizzare i tempi. Durante il viaggio incontreremo il meglio di
quanto vi sia dal punto di vista dei luoghi e fruiremo di ottimi servizi turistici scelti per
l’occasione. Abbiamo incluso le mete classiche (Pechino e dintorni, Xi’an e dintorni,
Shanghai), ma anche luoghi meno noti come Zhujiajiao, che offrono ben 6 siti
Patrimoni UNESCO.
Evidenziamo che proponiamo località con modalità di escursioni che ci consentono di
evitare, ove possibile, gli affollamenti che caratterizzano molti dei luoghi turisticizzati.

È doveroso rilevare ancora che in Cina, contrariamente a quanto siamo abituati a
constatare in altre destinazioni, si nota una presenza dei locali sicuramente superiore
alla norma.
L’itinerario schematico prevede: volo diretto Malpensa/Shanghai (2 notti); volo
Shanghai/Xi’an, (2 notti); volo Xi’an/Pechino (3 notti); volo diretto Pechino/Malpensa.

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I servizi sono di qualità elevata.

Il Paese del Dragone, piaccia o no, si appresta a riconquistare il posto che le è
appartenuto per secoli.
Qui la scienza, la tecnica e grandi filosofie religiose con esperienze millenarie hanno
lasciato tesori d’arte maestosi e anche più modesti ma sublimi. Qui l’operosità e lo
spirito commerciale innato, la voglia di riscatto, lo slancio produttivo hanno creato
l’altro volto della Cina, che preoccupa e affascina ma non lascia indifferenti. Non
aspettatevi una realtà che preservi glorie artistiche del passato in scenari di stampo
“comunista”. Visitando la capitale verificheremo che ben rappresenta la
contraddittoria, e per noi sorprendente realtà (incluso l’inquinamento) di questo
immenso Paese.
Già nel passato, la tradizionale energia imprenditoriale e commerciale, l’inventiva e
l’operosità popolare, avevano fatto della Cina il centro del mondo, sin da quando, nel
XIII secolo, Marco Polo riportò in Occidente notizie di quelle terre. Turbò così i sogni di
una Chiesa Romana che in ciò poteva intravedere la messa in discussione della propria
centralità.
Qui, gli innumerevoli volti delle statue parlanti dell’esercito di terracotta a Xi’an, i
tantissimi padiglioni della Città Proibita a Pechino, si mescolano con il fantasioso
skyline di Shanghai che, immemore degli “hutong”, orgogliosamente sfonda il cielo, e
sembra volersi sostituire nei poster a quello oramai menomato di New York. E, poi, le
Tombe dei Ming, le infinite pietre antiche della Muraglia, ma pure le grandiose opere
per la costruzione di una linea ferroviaria di 5.000 chilometri che viaggia anche ad
oltre 4.000 metri di altezza…
Una commistione di antico fascino e stupefacente capacità di trasformare il “paese dei
mangiatori di riso” nel luogo che fornisce al mondo cellulari e computer, e non solo
accendini e peluche a basso prezzo.

Non è molto semplice programmare un viaggio non standardizzato in queste regioni,
perché il tempo che si ha a disposizione è sempre insufficiente a includere quanto si
vorrebbe. E’, infatti, necessario selezionare i luoghi da visitare all’interno di una vasta e
articolata realtà archeologica, ambientale e umana.
I ritmi sono adeguati a un approccio che valorizzi la piacevolezza delle realtà locali.
Il viaggio è certo corposo e intenso per la quantità delle visite previste, ma non
particolarmente faticoso, nonostante alcune possibili alzatacce. Contribuiscono a
renderlo più rilassante 2 voli interni (Shanghai/Xi’an e Xi’an/Pechino), per evitare
lunghi e spossanti tragitti via terra, e ottimizzare i tempi da dedicare alle visite e agli
altri aspetti del viaggio.
Inoltre, non siamo costretti a cambiare hotel ogni giorno. Pernottiamo, infatti, 2 notti a
Shanghai, 2 notti a Xi’an e 3 notti a Pechino. Ciò consente di non dover rifare i bagagli
continuamente, particolare che i nostri compagni di valigia gradiranno.
Così come sarà certo apprezzata la disponibilità degli hotel a Shanghai al mattino
appena arrivati dall’Italia, e a Pechino la sera del giorno della partenza sino al
trasferimento in aeroporto per il rientro in Italia. (In sostanza è come se fruissimo degli
hotel per 9 notti).

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Il viaggio è una delle “merci” che si acquista senza poterla visionare prima e la sua
riuscita sta proprio nel poter effettivamente fruire di ciò che si è comprato a “scatola
chiusa”.
Il nostro sforzo tende quindi a far coincidere le aspettative col suo svolgimento reale.
(Che è il vero metro di misura della sua capacità di soddisfarci). Per questo, come
siamo soliti fare, nel programma dettagliato indichiamo molti particolari che
normalmente non compaiono nei programmi standard.
Chi come noi conosce la Cina vuole cercare di presentare il viaggio per quello che
realmente può offrire al visitatore, evitando trite rappresentazioni della realtà locale.
Quando, per esempio, si va a visitare uno qualsiasi dei tratti di Grande Muraglia
accessibili al pubblico non si è di fronte agli spezzoni “meglio conservati”, come
normalmente è reclamizzato da guide e dall’ente turistico cinese, ma alle parti meglio
ricostruite. (Anche se forniscono bene l’idea dell’imponenza e interesse di
quest’opera).
Pure relativamente all’altro propagandato aspetto, “l’unica opera umana visibile dalla
luna”, è quasi superfluo ricordare che sia un’affermazione senza senso, perché pur
sviluppandosi per oltre 5.000 chilometri (forse addirittura più di 8.000) è larga una
decina di metri. È come se si pensasse che dal nostro satellite fosse possibile
individuare la Salerno-Reggio Calabria. Potremmo invece non stupirci se dovessimo
scoprire che da lassù si possono vedere le luci che di notte illuminano i grattacieli a
Shanghai.

La nostra proposta crediamo sia caratterizzata da un rapporto qualità/prezzo assai
positivo.
Relativamente agli hotel, abbiamo selezionato alberghi di 5*. Com’è nostra abitudine,
per assicurare servizi che possano rispondere alle Vostre aspettative, pur indicando la
categoria locale di appartenenza di ogni hotel, al di là del nostro giudizio, ne mettiamo
a disposizione i nomi per poterne direttamente appurare le caratteristiche su Internet.
Più in generale, nel programma che segue elenchiamo molte notizie particolareggiate
per verificare se la nostra proposta incontra le Vostre attese. Lo facciamo pur coscienti
che qualche aspetto potrà risultare diverso da quello ora indicato. Accettiamo questo
“rischio” pur di fornire a chi decida di viaggiare con noi l’idea più vicina possibile alla
qualità e svolgimento effettivo del viaggio.
L’accompagnatore italiano scelto per questa occasione, è particolarmente in grado di
facilitare il compito di filtrare le specifiche culture locali con la nostra sensibilità
occidentale, per contribuire a coglierne gli aspetti più significativi.
Fruiremo sempre di guide in lingua italiana.
Circa l’alimentazione, in generale abbiamo scelto ristoranti locali con cucina cinese per
i pranzi, e piatti “occidentali” durante le cene in hotel. (In linea di massima, la qualità
dell’alimentazione non è così soddisfacente come quella delle sistemazioni
alberghiere). La frequentazione di ristoranti locali è dovuta all’opportunità di non
trascurare questo aspetto della cultura locale, ma anche, spesso, all’impossibilità di
poter fruire di cucina “occidentale”. (Che all’estero può deludere. Normalmente,
nessuna cucina può soddisfarci come quella di casa nostra).
Conoscere un paese straniero significa anche avere un rapporto con un tipo di
alimentazione diverso da quello cui siamo abituati, perché questo è uno degli aspetti
tipici della cultura che ci ospita.

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(Mario Soldati era uno di quelli che nella sua scorribanda cultural-gastronomiche nella
provincia italiana, cercava di far emergere con forza grazia e convinzione questo
legame).
Tale nuova esperienza potrebbe però non incontrare il nostro gusto. Potrà quindi
accadere che in certe occasioni il ristorante locale, spesso di grandi dimensioni molto
frequentato e con non ovattate atmosfere, o qualche specifica portata non entusiasmi
il nostro palato. Nulla di strano, viste le forti differenze tra la tradizione italiana e quella
cinese, nonostante i nostri due Paesi siano entrambi impegnati nel rivendicare la
primogenitura degli spaghetti (e recentemente persino delle lasagne). Non
mancheremo, perciò, di darvi il piacere di richiedere il bis di una certa pietanza che
abbiate particolarmente gradito, o di poterne sostituire una che proprio non vada giù.
Nell’esaminare la nostra proposta, e le relative quote di partecipazione, invitiamo a
porre la dovuta attenzione agli specifici servizi previsti.
Tra gli altri:
   nomi degli hotel (non solo generica indicazione di categoria),
   7 notti in hotel 5* e disponibilità degli hotel a Shanghai al mattino appena arrivati
     dall’Italia, e a Pechino la sera del giorno di partenza sino al trasferimento in
     aeroporto per il ritorno a Milano, (in tal modo è come se fruissimo degli hotel per
     9 notti),
   numero dei pasti inclusi,
   qualità ed accuratezza del programma,
   certezza di fruire di guide locali parlanti italiano,
   supplementi per alta/media stagione nei voli e servizi a terra
   accompagnatore dall’Italia. È questa una voce importante perché incide
     notevolmente sul costo finale. Inoltre, la presenza in viaggio di chi ben conosce la
     destinazione e le sue corpose articolazioni culturali può garantire di realizzare al
     meglio quanto indicato.

Cina
C-i-n-a, due sillabe, quattro lettere. In solo due consonanti e due vocali si concentrano
un quinto degli uomini e donne del pianeta. Potrebbe essere interessante recarvisi.
Conosciamo bene la Cina dal 1979 quando, arrivando a Hong Kong, era necessario
attendere una settimana per avere un visto turistico con molti vincoli. Oggi tutto è
diverso e più facile nel Paese che, pur venerando ancora la salma del Grande
Timoniere, da una quindicina d’anni viaggia con un incremento di PIL anche a due cifre,
preparandosi fra due lustri a essere il paese al mondo col più alto PIL.
Non immaginatevi la Cina come un luogo ricco d’arte di ricordi e storia, un’anima
impregnata da sapori collettivisti con un retrogusto di socialismo reale, e un corpo
sostanziosamente impegnato nella produzione industriale e inventiva tecnologica. Da
tempo ha abbandonato ogni velleità di “comunismo” per indirizzare tutti gli sforzi, per
lo meno di quella parte del Paese che partecipa attivamente alla svolta “liberista”,
verso uno sviluppo che metta insieme disponibilità di intelligenze, potere centralizzato,
scarsa conflittualità sociale e rivendicazioni sindacali, materie prime, innovazione, fonti
energetiche tradizionali e anche rinnovabili, voglia di intraprendere.
Non a caso, una recente indagine a livello mondiale svolta tra i rappresentanti di alcune
categorie professionali che hanno peso in economia, ha rilevato (a parte il sostanziale

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disinteresse verso quanto avviene lì circa il rispetto dei diritti umani e sociali), che se
potessero indicare una città al mondo in cui far crescere i propri figli, certamente
sceglierebbero Shanghai.
(Chi canta più “Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar…”?).
Ma, proprio perché conosciamo la Cina, non ne dimentichiamo le ciclopiche
contraddizioni interne, gli scempi, l’inquinamento, le forti impennate di progresso
economico, l’arrivismo anche brutale, lo “sciupio vistoso” (che richiama l’analogo
fenomeno di cui è stato compianto studioso J. K. Galbraith negli USA) , la scarsa
presenza di democrazia e di diritti sindacali, la distruzione di gioie architettoniche
antiche, le enormi sacche di arretratezza, l’individualismo sfrenato, le reazioni spesso
eccessive alle passate forme di collettivismo coatto, la sbornia produttivistica che
dimentica le feste comandate e contrasta spesso quanto sappia di vecchio
abbattendolo.
Tutto ciò s'innesta, sorprendentemente, in un ambiente in cui alcuni tradizionali valori
continuano a essere ben presenti. E così il confucianesimo, il buddismo, il taoismo, il
culto degli antenati, il rispetto in generale per gli anziani e l’autorità, la famiglia, le
tradizioni nelle campagne, l’autocontrollo, permeano ancora la cultura cinese.
La Nuova Cina è stata certo portata nella modernità a costo di non pochi traumi. Ciò
che però pare immutabile è quel passato che si perpetua in nuove forme rimanendo
nella sostanza uguale a sé stesso. Quell’idea confuciana dello stato e dei rapporti con
l’autorità, mostra una continuità che disvela mutamenti spesso solo di facciata.
Pare esserci, infatti, una sorta di tacito contratto sociale tra una ristretta élite dirigente,
(nulla conta che si chiami Ming, mandarini, segretari generali di partito o general
manager di aziende) e i “sudditi”, (poco importa se identificabili come classi produttive
o consumatrici).
C’è da chiedersi se le vecchie dinastie dominanti, i dirigenti del partito o il moderno
ceto imprenditoriale nato dalla svolta capitalistica, nonostante le rivoluzioni popolari di
inizio secolo XX, non abbiamo in comune, (e abbiano sempre beneficiato), del forte
senso di asservimento all’autorità insito nel profondo della cultura confuciana cinese.
Forse la sola unica vera differenza sta nel fatto che una volta questo rispetto verso il
potere promanava dall’aura nobiliar-divina delle potenti dinastie. Poi dal bisogno di
fare affidamento su un uomo che sembrava in grado di indicare una nuova strada di
riscatto a tutto il mondo degli oppressi (non a caso definito “Grande Timoniere”). E, più
recentemente, da chi più concretamente sia stato in grado di dimostrare che
bisognava abbandonare strade collettiviste, per puntare ai visibili risultati individuali
del produttivismo consumistico.
L’aspetto davvero straordinario, (nel senso dell’essere molto strano), sta però nel fatto
che quella che è destinata a diventare la più potente economia capitalista al mondo,
tornando a svolgere il ruolo che le è stato proprio in passato, (sottolineiamo ancora
che si tratta del primo caso nella storia umana), lo faccia basandosi su un modello di
sviluppo inventato da altri, contro cui si è violentemente scagliata sino a pochissimi
decenni fa.
Ma, questa è tutta un’altra faccenda della quale si potrà discutere in corso di viaggio,
che segnala aspetti di una società davvero assai interessante, in rapida evoluzione
anche in settori tradizionalmente statici (valga per tutti il fatto che il sindacato non
occupi più la stanza “in fondo a destra” nella sede del partito), e può rendere ancora
più appassionante un viaggio in Cina.

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PROGRAMMA DI VIAGGIO

1° giorno
Volo diretto da Milano per Shanghai. Arrivo la mattina successiva

Partenza da Malpensa per Shanghai con volo diretto Air China CA968 delle 12,30.
L’appuntamento con l’accompagnatore è 3 ore prima al banco accettazione. Arrivo la
mattina dopo.

2° giorno
Arrivo di primo mattino a Shanghai, relax in hotel, inizio delle visite Giardino del
Mandarino Yu, Tempio col Budda di Giada, Bund, la via Nanchino

Siamo a Shanghai alle 5,50. Formalità aeroportuali. Trasferimento in hotel per relax e
inizio visite.
La scelta di questo volo diretto ci consente anche di arrivare presto e di andare subito
in albergo per un'opportuna sosta. Ciò sarà certo gradito ai nostri compagni di viaggio
perché così non si è costretti a iniziare le visite subito dopo il lungo volo.
Quello che occorre fare appena giunti in un Paese con notevole differenza di fuso
orario è arrivare a sera, certo un poco stanchi, ma senza cedere alla tentazione di un
sonnellino durante il giorno. Una buona dormita, unita a una cena leggera e niente
alcolici, consentono di affrontare il giorno dopo nel modo migliore per ricostruire un
nuovo ciclo giorno/notte.
In hotel, quindi, avremo tempo per una salutare doccia e una lenta colazione. Poi
inizieremo le visite rientrando nel tardo pomeriggio per cenare presto e avere
sufficienti ore da dedicare al sonno.
Nell’eclatante megalopoli si apprezza la faccia più avanzata e funzionale della Cina,
quella che incuriosisce il mondo al pari della sua corposa archeologia.
Shanghai non ha il passato imperiale della capitale né di Xi’an. E’ però la più
straordinaria e veloce città cinese. Ricca di eccessi, con storie legate ad avventurieri,
industriali, prostitute, una presenza prima inglese e poi francese. Possiede un impeto
davvero forte verso forme di sviluppo anche esteticamente visibili e spropositate, che
ne fanno un luogo immenso in grado di lievitare in orizzontale ma anche verso l’alto.
Oramai il cielo di Shanghai è perforato dal doppio dei grattacieli di New York, e il suo
skyline con la particolare torre della televisione rappresenta la modernità, al pari di ciò
che in passato mostravano le disgraziate torri gemelle dall’altra parte del Pacifico.
E’ una megalopoli che sembra voler crescere sempre più in verticale, e pare aver
bisogno di riprodurre artificialmente il rapporto oramai sfilacciato con la natura. Tanto
che per riannodare qualche pur labile legame, si affida a registrazioni di cinguettii
riprodotti in alcuni ascensori dei grattacieli più alti.
In questo enorme agglomerato in cui si sente la necessità di costruire artificialmente
nicchie di rapporto con la terra, non sarà però superfluo segnalare un dato che fornisce
un’idea concreta dei passi in avanti compiuti, nonostante le contraddizioni, nell’ultimo
quarto di secolo. Nel 1990 ogni abitante di Shanghai aveva a disposizione 4 metri
quadrati di casa a testa. Oggi può calpestarne poco meno di 30.

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Dedichiamo l’intero giorno alla visita della metropoli cinese per antonomasia, dove
tradizione e modernità formano un insieme di grande interesse.
Visita quindi del Tempio col Budda di Giada, che deve il suo nome a due preziose
sculture donate da monaci birmani. In particolare, si noterà la rappresentazione di
giada verde pallido alta quasi due metri in cui il Budda è raffigurato in posizione
seduta.
Il Bund, che è un termine risultato del miscuglio anglo-indiano, indica la banchina del
lungomare, sul quale sono stati eseguiti sostanziosi lavori per renderlo più fruibile
anche ai pedoni. Si tratta del viale che costeggia il grande porto fluviale. Da sempre
identifica Shanghai perché, al pari della Statua della Libertà a New York, era la prima
opera maestosa che s'individuava entrando nella città dal fiume. Divide in due
l’agglomerato urbano anche dal punto di vista storico e architettonico. A ovest (Puxi) il
nucleo originario e gli edifici in stile vittoriano che ricordano l’epoca delle prime
legazioni occidentali, (fine ‘800). A est (Pudong) i nuovissimi quartieri caratterizzati da
moderni grattacieli e dominati dalla richiamata singolare sagoma della torre televisiva.
Dal Bund partono anche le principali strade commerciali di Shanghai, la più famosa
delle quali è la Via Nanchino, resa isola pedonale e ricca di negozi grandi magazzini e
locali di ritrovo internazionali.
(Le dimensioni della metropoli, e soprattutto il traffico, possono comportare, oltre a
uno svolgimento del programma con un ordine diverso da quanto supposto, di dover
introdurre variazioni in corso d’opera ora non prevedibili. Per questo sarà necessaria
un’attenta gestione e ottimizzazione dei tempi).

Pranzo in ristorante locale Da Ma Tou Restaurant e cena in hotel.
(I pasti nei ristoranti locali ed hotel non sempre incontrano il nostro gusto. La loro
qualità potrebbe essere inferiore alle attese. Quando non ne indichiamo i nomi è per
poterli scegliere in loco anche in base all’andamento delle giornate).

Pernottamento (Hotel Grand Central 5* )
Hotel situato nel distretto dello “shopping” della centralissima “Nanjing Road”, la strada
pedonale riservata al passeggio e agli acquisti. Le camere, decorate con tonalità
marroni e dorate, sono dotate di TV a schermo piatto e scrivania oltre a un bagno
spazioso con dettagli in marmo.

Indirizzo: No. 505, Jiujiang Road, Huangpu District, Shanghai
Tel: +86 21 53538888

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www.grandcentralhotelshanghai.com

3° giorno
Shanghai, museo ed escursione a Zhujiajiao

La mattinata è dedicata al Giardino del Mandarino (Yu Yuan) al centro della “città
vecchia”, fedele ricostruzione dell'antico nucleo cinese della città, risale al XVI secolo.
Ospita numerose botteghe, una casa da tè su palafitte, (assai caro gustarvi il costoso
infuso), stagni, padiglioni, rocce, bambù, gelsomini. Certamente rappresenta un
gradevole esempio artistico dei giardini d’epoca Ming.
Visiteremo anche il Museo di Shanghai, ed eventualmente a quanto non si è riusciti a
visitare ancora. Si trova molto vicino alla Nanjing Road nella zona di Renmin Square.
Da non perdere, sia per le forme architettoniche esterne che vorrebbero richiamare un
vaso, cinese ovviamente, sia per ciò che vi è contenuto. Entrare nel museo significa
sfogliare le pagine di un libro di storia cinese. Se non la più importante collezione
antica dell’intera Cina, è certo tra le più significative. Monete, costumi, bronzi,
ceramiche, dipinti, giade, mobili, opere calligrafiche…
L’elenco non deve richiamare alla mente un insieme indistinto di oggetti che abbiano
nella quantità il suo pregio. Le diverse collezioni di oggetti d’arte sono raccolte e
presentate in modo razionale ed esaustivo, valorizzate da luci, concezioni espositive e
di fruizione adeguate all’importanza del museo.
Nella visita si è accompagnati dagli auricolari disponibili anche in lingua italiana. Ciò
consente di rapportarsi autonomamente con le varie sale.
Poi, andiamo a circa trenta chilometri a ovest di Shanghai.
Tutti i luoghi degni di qualche interesse intorno alla metropoli sono normalmente presi
d’assalto dal turismo locale e internazionale. Suzhou, per esempio, di cui la tradizione
cinese affermava che “come in Cielo c’è il paradiso in terra c’è Suzhou”, sino a qualche
tempo fa era piacevole meta a due ore da Shanghai. Negli ultimi anni è infrequentabile
per le presenze strabordanti.
Abbiamo quindi scelto come meta Zhujiajiao.
Il posto ha le stesse caratteristiche di Suzhou e risulta gradevole purché si superi senza
traumi l’impatto con la sua denominazione. Notizie d'insediamenti umani in questa
zona risalgono ad alcuni millenni fa, ma informazioni meno vaghe parlano di un
agglomerato con pretese di lasciare qualche segno ai posteri dal IV secolo dopo
Cristo. E’ solo con i Ming che il luogo acquista una sua personalità urbanistica e
architettonica e si sviluppa attorno a una rete di canali. Oggi l’interesse dei visitatori è
legato al borgo antico, alla ragnatela di piccole strade e ponti, oltre che a diversi
templi, negozi e graziosi bar. Posto tranquillo che contrasta piacevolmente con
Shanghai. Anche il breve tragitto in barca che abbiamo previsto tra i canali,
contribuisce a rendere rilassante questa escursione. Molti, e invitanti, i negozi.
Uno dei ponti più notevoli per dimensioni, età, struttura architettonica e fotogenia è il
Ponte Fangsheng risalente al XVI secolo. Lungo i canali sono stati realizzati vari templi,
tra cui quelli del Dio della Città del XVIII secolo, di Yuanjin e il Padiglione Qinghua che
emerge dagli altri tetti per mostrarsi da molti angoli della cittadina.
Pranzo in ristorante locale Jan Nan Cun Restaurant.
Rientro a Shanghai nel tardo pomeriggio, serata.
Cena in hotel, “Gran Central Hotel Shanghai” 5*.

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Pernottamento (Hotel Grand Central 5* )

4° giorno
Shanghai, volo per Xi'an, visita Piccolo Esercito di Terracotta

Al mattino presto trasferimento in aeroporto. Volo di linea delle 08.30 con arrivo alle
11,15.
Xi’an, antica capitale nota in passato col nome di Chang'An, (la Lunga Pace), è il
capoluogo della provincia dello Shaanxi, ed è anche il più grande centro industriale
della regione nord-est, area di scambi tra l'Oriente e l'Occidente, ma anche luogo di
antica cultura cinese. E' da Xi’an che aveva inizio la "Via della Seta". Era crocevia di
carovane e mercanti, di uomini idee e culture differenti. Qui si incontravano e fiorivano
religioni molto distanti tra loro in un clima di pacifica coesistenza. La città fu ritrovo in
cui vissero poeti e imperatori, pittori e cortigiani, mercanti, soldati. Tutto ciò durò
all’incirca sino alla fine del primo millennio. Poi, per Chang’An, l’oblio.
La città conobbe il suo periodo di massima fioritura culturale e artistica durante la
dinastia Tang, tra gli inizi dei secoli VII e X, quando fu arricchita con opere
architettoniche e edifici religiosi ancora oggi ben conservati.
Il pregio, e il “guaio” di Xi’an è la presenza nelle sue vicinanze dell’Esercito di
Terracotta. E’ un “guaio” perché tutto il resto rischia di passare in silenzio senza quasi
che ci si accorga della sua esistenza. La permanenza in città ci permette, però, di
apprezzare adeguatamente anche aspetti “minori” del posto. Tra questi, il Piccolo
Esercito di Terracotta, costruito per proteggere la tomba dell’Imperatore Jingdi (188
a.C.–141 a.C.) della dinastia Han. A differenza del più noto Esercito posto a guardia
dell’Imperatore Qin Shi Huang, in questo sito non ancora completamente portato alla
luce, visiteremo la tomba principale che conserva un’esposizione di piccole statue di
terracotta alte meno di un metro.
Da una lastra in vetro posta sul pavimento è possibile ammirare questo esercito in
miniatura composto non solo da soldati e guerrieri, ma anche da donne e animali,
utensili di vario genere. Sono anche visibili lembi di stoffa che originariamente
rivestivano le statue.
Pranzo in ristorante nei pressi dell’aeroporto o a bordo (secondo la riconferma
dell’orario del volo interno). Cena in hotel.

(NB: tutti i voli interni, pur essendo già stati prenotati e confermati, possono essere
variati o cancellati anche all’ultima ora dalle competenti autorità ed enti. Nel caso, si
apporteranno le modifiche più opportune al programma. I controlli negli aeroporti
cinesi possono essere assai accurati. Evitare di trasportare oggetti ritenuti pericolosi.
Accendini e cerini a volte vengono sequestrati anche se spediti col bagaglio in stiva).

Pernottamento (Novotel Xi'an The Bell Tower )
Situato in ottima posizione nel centro di Xi’an e vicino a varie attrazioni come la Torre
del Campanile, Muslim Street e la Torre del Tamburo. Dispone di camere con
arredamento moderno, climatizzate e dotate di tutti i comfort.

                                                                                     Pagina 11
N. 16 Anban Street Distretto di Xincheng 710004 XI'AN CHINA
Tel:                                                                       +862989633666

5° giorno
Xi'an, Lintong con l'Esercito di Terracotta, quartiere della Grande Moschea

Dopo colazione si parte per la visita a Lintong, circa 50 Km a nord di Xi'an. Qui c’è il
celeberrimo Esercito di Terracotta, Patrimonio UNESCO.
(Il termine “terracotta” è oramai entrato nell’uso comune internazionale, tant’è che in
genere non viene tradotto neppure nei testi scritti in altre lingue. E’ ciò che succede a
tutti quei vocaboli, come per esempio ”tell”, che sono stati usati inizialmente nella
lingua di chi per primo ha dovuto indicare un materiale, un luogo…).
Si trova presso il Mausoleo di Qin Shi Huang-di, l'imperatore che unificò la Cina e
governò l'intero paese dal 221 al 210 a.C. il cui disegno unitario fu attuato con spietata
determinazione. Contribuì a realizzare la Grande Muraglia per difendere lo stato cinese
dai barbari del nord, mediante una merlata catena di fortificazioni da est a ovest per
migliaia di chilometri. Unificò la lingua, la scrittura e i sistemi di misura. Creò, anche se
con inauditi massacri, la struttura portante di quella che oggi è (forse ancora per poco)
la nazione più popolosa al mondo.
Come nelle altre occasioni di visite a luoghi ampiamente pubblicizzati e noti, evitiamo
descrizioni dettagliate, limitandoci a poche note.
Il mausoleo sorge a circa un chilometro dal gigantesco tumulo, (80 metri d'altezza su
con una base di oltre 500), che cela tuttora la tomba del Primo Imperatore. In una
serie di gallerie sotterranee sono state portate alla luce, dal 1974 in poi, circa 10.000
statue a grandezza naturale di guerrieri e cavalli. Un intero esercito schierato per la
battaglia, con carri e ogni equipaggiamento guerresco secondo le tattiche di quel
periodo.
Queste mirabili statue di terracotta, originariamente invetriate e dipinte, misurano circa
1,8 metri d'altezza. Rappresentano ufficiali, soldati di fanteria, arcieri, auriga. Ognuno
con espressione differente e specifici tratti somatici. Da ciò si può dedurre che
l'esercito imperiale fosse costituito da appartenenti a diverse etnie.
Una visita davvero coinvolgente, nonostante le presenze turistiche.
Nel pomeriggio, a seconda dei tempi, si va alla Grande Moschea, realizzata nel XIII
secolo, raro esempio in Cina di edificio con commistione architettonica classica e
islamica. Vi si ritrovano, infatti, il tradizionale orientamento verso La Mecca e il “muro
degli spiriti”, tipico della cultura cinese, che doveva servire a ostacolare l’ingresso di

Pagina 12
entità maligne. E’ un bel complesso, con alcuni elementi strutturali diversi dal solito.
Non mostra mezzelune e il minareto è poco accentuato. Nei dintorni non mancano
numerosi negozi e bancarelle.
Prevediamo una passeggiata panoramica lungo una parte delle antiche mura di cinta,
in genere durante l’eventuale tempo libero. Non sono molte le città cinesi che possono
vantare una realizzazione difensiva con una struttura così importante, (è alta sino a 12
metri), e molto ben conservata. Risale al XIV secolo. I sostanziosi lavori di “restauro”
hanno permesso di rendere interamente percorribili i suoi 14 chilometri.
Pranzo in ristorante locale Tang Palace.
Cena nel ristorante “De Fa Chang” a base di soli ravioli.

Pernottamento (Novotel Xi'an The Bell Tower )

6° giorno
Volo Xi'an/Pechino. Visita al palazzo d'Estate

Al mattino presto trasferimento in aeroporto e volo per la capitale delle 08.30 con
arrivo alle 10,25.
Arrivo e incontro con la guida locale.

Considerato il traffico e le distanze da percorrere per spostarsi da un luogo all’altro,
scegliamo di recarci subito al ristorante per il pranzo e di iniziare subito le visite.

Pechino. Moderna, immensa distesa di edifici, ma anche grande scrigno che conserva
alcuni siti antichi e maestosi che attraggono da ogni angolo del pianeta. Animata dallo
spirito dell’ottimismo, inquinata (forse meno del previsto), attraversata da immensi viali
ricavati pure a costo d’abbattere gioie del passato, percorsa da auto di lusso e,
sorprendentemente, da motorini solo elettrici…
Riserva ancora spazi alle (poche) biciclette e nel suo cuore urbano nasconde persino
residui dei tradizionali “hutong”, le stradine fiancheggiate da case a corte, costruite
secondo i criteri del “feng shui”, tipici nella disposizione dei templi religiosi.
Cavalcavia, grattacieli, tecnologiche realizzazioni per le Olimpiadi, (stupefacente lo
stadio progettato dall’architetto che è emerso dalle cronache giornalistiche non solo
per le sue capacità professionali), con un ritmo vitale e un dinamismo che paiono
percorrerla 24 ore al giorno.
Non a caso, forse, il nome della piazza più grande al mondo, “Tien An Men”, “Pace
Celeste”, sembrerebbe suggerire che per trovare quiete sarebbe opportuno
allontanarsi da questa città e trovare rifugio in cielo.
Pechino è lo specchio della multiforme e anche disomogenea, oltre che certamente
interessante, realtà di questo grande, non solo geograficamente, Paese. Non
aspettatevi, però, un luogo ricco di ricordi e storia ma con un corpo ancora imbevuto
di realismo socialista.
La capitale sembra essere il risultato casuale, ma non per questo anonimo e
sgradevole, dell’introduzione in un frullatore dei più disparati elementi attinti alla sua
più gloriosa tradizione culturale e architettonica, e al prorompente desiderio di
superare, riuscendoci, una cappa di forzato immobilismo. (Così come stanno cercando
di diradare la cappa di inquinamento).

                                                                                  Pagina 13
Di questa grande concentrazione con circa venti milioni di persone, che qualcuno ha
censito come la più estesa area urbana al mondo, percorreremo i luoghi più
interessanti e rappresentativi recandoci alla Città Proibita, Palazzo d’Estate, Tempio del
Cielo. Ma non mancheremo di cogliere anche altri aspetti come la Piazza Tien An Men.

Dopo pranzo iniziamo la visita della capitale recandoci al Palazzo d'Estate alla periferia
nord di Pechino. (Patrimonio dell’Umanità UNESCO).
L'elegante grandissimo comprensorio mostra padiglioni, giardini, corridoi coperti,
colline e un lago in parte artificiale su cui è stata realizzata un’enorme barca in marmo.
Fu residenza estiva della dinastia Qing, l’ultima che governò l’Impero dalla metà del
XVII all’inizio del XX secolo. I fasti della residenza estiva sono legati in particolare alla
nota e contraddittoria imperatrice Ci Xi.
Si susseguono, oltre a schiere di visitatori, edifici, templi e sale con nomi sempre assai
aggraziati: Sala della Benevolenza e Longevità, Tempio del Mare della Saggezza,
Padiglione del Profumo Buddista…
Al termine della visita trasferimento in Hotel.

Pranzo “cinese” in ristorante locale.

Cena al prestigioso ristorante TRB Huton, che si trova nella zona vecchia di Pechino in
un suggestivo cortile di un tempio storico che risale alla dinastia Qing. In contrasto con
l'antico contesto tradizionale, la sala da pranzo è stata trasformata in un elegante
ambiente minimalista e contemporaneo dal famoso studio di design e architettura
australiano Hassel. Gli chef, talenti locali e internazionali, sempre attenti all'evoluzione
di nuove tendenze culinarie, propongono raffinati piatti a base di ingredienti stagionali.

Pernottamento (Hotel New World Beijing Hotel )
Situato a 15 minuti a piedi da Piazza Tienanmen. Dispone di eleganti camere con ottimi
servizi, tra cui la connessione WiFi gratuita, una piscina coperta, una spa e un centro
fitness.

Indirizzo: No. 8 Qinian Street, Chongwenmen, Dongcheng District, Beijing 100062, China
Tel: +86 10 5960 8888
www.beijing.newworldhotels.com

7° giorno

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Pechino: le visite proseguono con        la "Grande Muraglia" a Mutianyu e le "Tombe
Imperiali della dinastia Ming"

Intero giorno d'escursione fuori città. A circa 90 Km a nord-est di Pechino si raggiunge
la località di Mu Tian Yu (Mutianyu), dove si sale sull’antica faraonica “inutile”
realizzazione per percorrere a piedi “uno dei tratti meglio conservati” della Grande
Muraglia, “l'unica opera fatta dall'uomo visibile ad occhio nudo dalla luna”. (Patrimonio
dell’Umanità UNESCO).

Abbiamo scelto di non andare nella più rinomata località di Badaling, ma di sceglierne
un’altra un poco più distante ma un po’ meno presa d’assalto dalla folla di venditori e
soprattutto turisti. Si tratta di persone provenienti non solo dai paesi occidentali ma
soprattutto di cinesi, una caratteristica che distingue la Cina da quasi tutti gli altri
luoghi turistici del pianeta.

Circa l’aspetto che individuerebbe la Muraglia come “l’unica opera umana visibile dalla
luna”, si tratta di una banalità priva d'ogni veridicità, perché pur essendo lunga alcune
migliaia di chilometri è larga non oltre 10 metri, quindi meno di una normale autostrada
a quattro corsie.

Quello che invece è possibile, ma poco reclamizzato, è che dalla luna sia senz’altro
visibile la massa umana che quotidianamente prende d’assalto la Muraglia specie a
Badaling. Tanto che è lecito chiedersi se la popolazione cinese stimata intorno al
miliardo e trecento milioni d'anime, non sia improvvisamente lievitata. (Ciò a riprova
del fatto che Mao non è ancora scomparso dalle suggestioni di un popolo al quale
aveva ricordato che “Chi non scala la Grande Muraglia non è un vero uomo”).

A Mutianyu non saremo certamente soli, ci saranno tanti altri visitatori e gli
immancabili venditori, ma la visita rimane più piacevole rispetto alla citata Badaling. Il
serpentone pietrificato si fa spazio nel verde tra le pieghe dei monti offrendo uno
spettacolo di grandiosità antica. Non basta a sminuirne la possanza le opere terminate
nel 1983 di ristrutturazioni e la totale ricostruzione di alcune sue parti. Decine di torri di
avvistamento, camminamenti, mura di protezione alla via transitabile, strutture
poderose che risalgono all’epoca Ming si snodano in un ambiente che desta vero
interesse. Per raggiungere la possente struttura è necessario percorrere una salita che
possiamo evitare avendo incluso l’uso della funivia.

La visita alla Grande Muraglia, in ogni caso, costituisce un momento rilevante del
viaggio.

Ci piace ricordare che uno degli aspetti da non perdere sta anche nella sua visione da
lontano. In un ambiente anche aspramente scenico, questo muro megalomane appare
e scompare. Sembra penetrare nei profili delle montagne, quasi infinito dragone con
tante teste costituite dalle diverse torri di cui è dotato. Uno spettacolo particolare che
si perpetua per migliaia di chilometri sino a lambire il Deserto del Gobi.

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La prima parte della struttura fu iniziata, pare, nel V secolo a.C. con uno scopo
difensivo. Da questo periodo, ogni stato costruì un proprio spezzone di muraglia per la
difesa contro gli attacchi di popoli confinanti e tribù nomadi del nord.

In realtà la Grande Muraglia risultò di scarsa efficacia come opera in grado di
salvaguardare confini tanto estesi. Rivestì invece un ruolo d'estrema importanza
relativamente alla sua capacità di stimolare e fortificare un’identità comune in una
regione del mondo tanto vasta. Per la sua edificazione, avendo bisogno di un’immensa
forza lavoro, si utilizzava mano d’opera di province annesse all’impero provenienti da
luoghi e culture assai distanti. Il contatto fra questi uomini, e donne, favorì certamente
in modo significativo l’omogeneizzazione di etnie e tradizioni diverse. Ma, fu usata
anche come strada fortificata che permetteva rapidi spostamenti di uomini, merci e
informazioni da una regione all'altra dell'Impero.

Dopo il pranzo in un ristorante locale, proseguimento per la visita del comprensorio
delle Tombe Imperiali della dinastia Ming. (Patrimonio dell’Umanità UNESCO).

Visita alla tomba più rappresentativa tra quelle che sono state l’ultima dimora di 13 dei
16 imperatori Ming, che hanno fatto la fortuna di vasi e suppellettili vari oltre che di
molti commercianti. Sosta lungo la "Via Sacra" che tanto interesse sempre suscita nei
visitatori con le sue monumentali statue in pietra d'animali mitici e di mandarini, posti a
guardia della necropoli.

Segnaliamo che la sala che normalmente conserva oggetti preziosi e reperti funerari è
momentaneamente chiusa per ristrutturazione.

Le caratteristiche architettoniche ed artistiche delle tombe Ming, essendo parte della
cultura confuciana, sono meno eclatanti di quelle più smaglianti e colorate spesso
tipiche delle opere buddiste o taoiste.

L’architettura delle tombe riflette la tradizione degli edifici imperiali con una porta
d’accesso verso un primo insieme di cortili che conducono al padiglione principale, con
altri portici che introducono al sepolcro.

La Via dello Spirito è assai lunga e principia dalla Porta Rossa, vicino ad una grande
creatura fantastica, una tartaruga con la testa di drago. (Drago e tartaruga sono
rappresentazioni simboliche assai importanti nella tradizione mitologica e culturale
cinese). Questo essere immaginario sorregge la stele forse più imponente dell’intero
Paese. Si susseguono quindi una dozzina d'altre grandi sculture in pietra che portano
sino ai luoghi di sepoltura.

Rientro in città nel tardo pomeriggio.

Pranzo in ristorante locale.

Cena al ristorante Sishitongtang per assaggiare la specialità di Pechino: l’anatra
laccata.
Pernottamento (Hotel New World Beijing Hotel )

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8° giorno
Pechino, Piazza Tien An Men, la Città Proibita, il Tempio del Cielo. Hotel sino all'ora
del trasferimento in aeroporto

Al mattino visita della Piazza Tien An Men, la Piazza della Porta della Pace Celeste che,
lo ricordiamo, è a soli dieci minuti a piedi dal nostro hotel.
La fantasia e la conoscenza dei fatti che questo spazio narra, possono presentarcela di
volta in volta come un deserto lastricato, il cuore di Pechino, la piazza più grande del
mondo, il vuoto che disorienta, il centro simbolico dell’universo cinese, la megalomania
del regime, il luogo con l’ultimo ritratto di Mao, la piazza della protesta e delle
repressioni.
Per Mao era il simbolo dell’eroicità del partito comunista cinese, anche se il modello
architettonico, nonostante i non idilliaci rapporti con l’allora Unione Sovietica, riflette
certamente i canoni artistico-ideologici del “realismo socialista” di matrice sovietica.
Noi preferiamo, nonostante i tanti palazzi, il mausoleo, strutture istituzionali e musei
che ne riempiono il perimetro e vorrebbero dare il senso della grandiosità e della forza
del regime, ricordarla come un immenso spazio vuoto in cui a volte è possibile
acquistare fragili aquiloni. (Se i venditori riusciranno a resistere agli interventi delle
autorità che tendono ad averne lo stretto controllo e mantenere “pulito” questo luogo
simbolo).
La sua prima sistemazione a piazza pare risalga al XVII secolo, ma la sua fama è legata
essenzialmente alla storia contemporanea della Cina. Qui il 1° ottobre del 1949 Mao
proclamò la fondazione della Repubblica Popolare, e quasi tutti gli edifici che vi
sorgono appartengono a questo periodo: il Palazzo dell'Assemblea del Popolo, il
Museo Storico Nazionale, il Monumento agli Eroi del Popolo.
In epoca più recente, nel 1989, sulla stessa spianata si consumò una delle pagine meno
onorevoli del regime.
La porta della Pace Celeste domina il lato nord della piazza. Realizzata in parte nel XV
secolo, era la più maestosa delle quattro grandi porte nelle Mura Imperiali. È una
struttura con un doppio tetto e una delle sue particolarità sta nel fatto che è
sormontata da un enorme ritratto del Grande Timoniere, come era definito Mao per la
sua capacità di indirizzare sulla giusta via immense masse popolari.
A sud della piazza, dietro il mausoleo, vi è la monumentale Porta Qianmen, la Porta
Anteriore, che delimitava la cinta muraria della Città Imperiale, costruita nel XV secolo.
Attraverso essa l'imperatore usciva per andare al Tempio del Cielo. Sul lato Nord,
superata la grande via della Lunga Pace, (una delle strade più larghe al mondo, dove
sta lo storico Beijing Hotel, per la cui realizzazione sono stati abbattuti consistenti
spezzoni delle antiche mura), si trova l'ingresso principale della Città Proibita,
strettamente riservata alla corte fino al 1911, oggi immenso museo all’aria aperta.
La Città Proibita (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), si chiama così proprio perché il
suo accesso per oltre cinquecento anni è stato vietato ai comuni mortali.
(In verità occorrerebbe rivelare che ora la Città si chiama Proibita perché, dopo che
per una sorta di legge del contrappasso si è liberalizzato l’ingresso a tutti quelli che
dispongano di due gambe, la visita è sconsigliata fortemente a coloro che manifestino
insofferenza per luoghi dove si concentrino 333 visitatori al metro quadro).

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È stata l’esilio dorato delle dinastie Ming e Qing ed è il complesso architettonico
meglio conservato e importante dell’intera Cina, risparmiato anche dalla furia
distruttrice degli eccessi emersi dopo la conquista del potere da parte del partito
unico.
Gli edifici e gli spazi aperti sono dislocati accuratamente secondo i tradizionali canoni.
La disposizione segue un asse nord-sud che inizia dalla Porta del Sud e giunge sino alla
Porta della Grandezza Divina.
Difficile elencare la serie di padiglioni, giardini, ampi cortili, più modesti snodi, sale,
luoghi per riunioni banchetti e ricevimenti, aree abitative private e quant’altro
abbisognasse a una famiglia imperiale che solo in caso di grave bisogno se ne
allontanava. Il tutto è indicato con nomi fantasiosi e gradevoli che richiamano
agiatezza e rapporto con realtà eteree e ultraterrene, come si confaceva alla dimora di
personaggi con forti addentellati divini. Così possiamo bearci di avvicinare la Sala
dell’Armonia Suprema, il Palazzo della Purezza Celeste…
Molte di queste imponenti realizzazioni risalgono al XV secolo, anche se hanno subìto
vari rimaneggiamenti nei periodi successivi.
Non sempre, però, tali interventi sono stati adeguati e rispettosi dei criteri artistici, per
lo meno di quelli osservati in Occidente. È diffusa la consapevolezza che a volte non si
è intervenuto con restauri mirati e limitati alle specifiche parti che avessero subìto i
torti del tempo o dell’incuria. Per esemplificare, è più volte successo che a fronte della
necessità di ritoccare uno spigolo alla base di una colonna, si sia proceduto ricolorando
l’intera base, non tralasciando, pur non essendo necessario, di intervenire su tutta la
colonna e magari anche su quella vicina per evitare che potessero riscontrarsi
differenze cromatiche tra la zona ritoccata e l’intera struttura d’appartenenza.
I primi padiglioni sono stati edificati nel 1407 dal III imperatore Yong Le della dinastia
Ming. Nella costruzione della Città Proibita fu impiegato circa un milione di operai, per
erigere gli 800 padiglioni e le 9000 stanze. (Il numero 9 ed i suoi multipli erano, come
noto, molto cari all’Imperatore). Le strutture sono circondate da un fossato largo 50
metri, ove scorre un corso d’acqua navigabile in barca, e da una cinta muraria di 13
metri d'altezza.
Da notare che Il giallo oro spesso caratterizza i tetti in ceramica, tonalità riservata
all'imperatore.
Nel pomeriggio, andremo nel parco del Tempio del Cielo, Patrimonio dell’Umanità
UNESCO.
Si tratta di un manufatto in purissimo stile Ming divenuto uno dei simboli più
riconosciuti della capitale. È la massima rappresentazione stilistica della famosa
dinastia e si trova racchiusa da una cinta muraria con porte d'ingresso orientate verso i
quattro punti cardinali. Qui, a ogni solstizio, gli imperatori proprio perché Figli del
Cielo, celebravano i riti per propiziare il buon raccolto, condizione prima per
mantenere la stabilità, la pace sociale e perpetuare la loro potestà. I templi presentano
architetture che sono la trasposizione delle teorie cosmologiche tradizionali cinesi per
le quali il cielo è rotondo e la terra su cui poggia è quadrata. (Concetti ben evidenti
anche nel guscio della tartaruga, non a caso tenuta da sempre in gran considerazione).
Per questo l’Altare circolare del XVI secolo è formato da una base quadrata su cui si
elevano tre piattaforme circolari decrescenti che poggiano una sull’altra.
Nella realizzazione di questa grande ma graziosa struttura, il numero nove ricorre
spesso in molti suoi aspetti, perché tale numero possiede un altissimo valore simbolico

Pagina 18
essendo associato al potere imperiale. Più in generale nella cosmologia antica i numeri
dispari sono ritenuti espressione della sfera divina, e il nove è particolarmente rilevante
perché è “l’ultimo dei numeri dispari a una sola cifra”.
Nel parco, gli edifici degni d’attenzione sono diversi. Tra questi, il Tempio della Volta
Celeste Imperale e il Tempio della Preghiera per un Buon Raccolto.

Aver previsto di fruire delle camere in hotel fino alla partenza per l’aeroporto, sarà
certamente apprezzato dai nostri compagni di viaggio.

Pranzo in ristorante locale. Cena in hotel.
Trasferimento in aeroporto.

9° giorno
Volo notturno diretto per Milano, arrivo al mattino

Trasferimento dall’hotel in aeroporto. Il volo diretto di linea Air China per Malpensa
CA949 è alle ore 1,30. Arrivo a Milano alle 6,30.

                                                                                   Pagina 19
1. Ingresso Città Proibita 2. Shanghai 3. Grande Muraglia
Sistemazioni previste

Pechino: Hotel New World Beijing Hotel
Shanghai: Hotel Grand Central 5*

Pagina 20
Xian: Novotel Xi'an The Bell Tower

                                     Pagina 21
BENE A SAPERSI

VOLI

I Voli di linea scelti per questo itinerario sono operati da AIR CHINA, seconda
compagnia commerciale del paese, per metà di proprietà della Repubblica Popolare
cinese.

È la sola compagnia aerea cinese ad avere la bandiera nazionale della repubblica su
tutti gli aerei della flotta. Il suo logo è una fenice e la sua sede principale a Pechino.

Il programma di viaggio è stato elaborato in base agli orari attuali del vettore. Di
seguito riportiamo tutte le informazioni dei voli fatti in fase di programmazione del
tour.
Segnaliamo che sono possibili eventuali cambiamenti di orari e di aeromobili non
dipendenti dalla nostra volontà e che potrebbero determinare modifiche all' itinerario
di viaggio.
Il volo di linea di andata Italia/ Shanghai e quello di ritorno Pechino/Italia sono diretti.
I voli di linea AIR CHINA verso Shanghai partono quotidianamente da Milano
Malpensa.
I voli di linea AIR CHINA da/per Pechino operano quotidianamente sia da Malpensa
che da Roma Fiumicino.
Gli orari dei voli attualmente programmati da/per Milano Malpensa si adattano meglio
al nostro itinerario e al programma di viaggio.
Il volo di andata è notturno così come quello di ritorno.
Sulla tratta Milano / Shanghai - Milano / Pechino e viceversa è stato recentemente
posizionato l’aeromobile di ultima generazione AIRBUS A350-900 con una capacità di
trasporto di 312 posti.

La cabina sulle tratte intercontinentali è configurata in TRE classi: Business Class (32
posti), Premium Class (24 posti) ed Economy Class (256 posti).
-I sedili della Business class presentano una configurazione 1-2-1 a spina di pesce e
sono full flat, cioè completamente reclinabili. Questa disposizione consente a tutti i
passeggeri di avere accesso diretto al corridoio, offrendo al tempo stesso una
maggiore privacy. Tutti i sedili sono dotati di display da 18,5 pollici, porta di
alimentazione universale, porta di ricarica USB e presa per cuffie. I passeggeri di

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business class usufruiscono di servizi dedicati sia in aeroporto prima della partenza che
a bordo, durante tutto il viaggio.
-La classe premium, in ambiente diviso e separato dalla economy class, presenta una
configurazione 2-4-2. Tutti i sedili hanno poggiapiedi e poggia gambe integrati,
poggiatesta regolabile e tavolino più grande. Tutti i sedili sono dotati di touchscreen
da 11,6 pollici, porta di alimentazione universale, porta di ricarica USB e presa per cuffie.
-La classe Economy è una configurata 3-3-3 con un nuovo design completamente
rinnovato che offre un maggior comfort durante la permanenza a bordo.
Sui voli di linea AIR CHINA è possibile richiedere servizi accessori tra cui: web check-in,
pasti speciali, pre-assegnazione del posto e all'occorrenza extra bagaglio e assistenze
speciali per disabilità.
I servizi vanno richiesti in fase di prenotazione e provvederemo noi ad effettuarli e
richiederli. Alcuni di essi potrebbero essere a pagamento e sono comunque soggetti a
riconferma da parte della compagnia aerea.
Perché scegliamo AIR CHINA:
la scegliamo perché attualmente è l’unica compagnia ad avere il volo diretto dall’ Italia,
ed inoltre ci offre buone connessioni di volo per i maggiori aeroporti interni da noi
molto utilizzati per i nostri itinerari.
La recente introduzione di nuovi AIRBUS A350-900 offre un servizio migliore rispetto
al passato mantenendo comunque un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Air China inizia ad operare nell'estate del 1988 e si impone nel corso degli anni come
uno dei vettori più operativi nella sua aerea.
Nel 2007, su invito della fondatrice Lufthansa, entra a far parte della alleanza tra
compagnie aeree Star Alliance, tra i cui membri ci sono anche Singapore Airlines, Thai
Airways e Turkish Airlines.
La flotta conta oltre 400 aeromobili tra Boeing e Airbus la cui età media è di 7 anni.
Raggiunge più di 200 destinazioni nel mondo tra internazionali, domestici e regionali.
Sono previsti due voli interni che potrebbero essere suscettibili di cambiamenti di
orario anche senza congruo preavviso. In tal caso Kel 12 s’impegna a riorganizzare le
visite nel modo migliore possibile.

MEZZI DI TRASPORTO
Per effettuare questo tour utilizziamo veicoli privati.
I trasferimenti sono previsti con mezzi di trasporto adeguati al numero di partecipanti,
avendo come priorità il distanziamento e il comfort dei passeggeri. Per questo
dichiariamo il veicolo che utilizziamo e il suo riempimento.

2 persone: auto Volkswagen Satana (5 posti a disposizione)
3 persone: minivan Buick GL8 (7 posti a disposizione)

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