Maniere di intendere il nonprofit

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Maniere di intendere il nonprofit
NONPROFIT DAY 2021 Dan Pallotta vs
Stefano Zamagni: è stata sfida vera fra due
maniere di intendere il nonprofit
Conclusosi esattamente una settimana fa, il NonProfit Day 2021 ha riscontrato un successo di
pubblico ben oltre le aspettative e gli stessi numeri, che comunque sono incredibili: 4 ore di
diretta, 4.732 persone collegate, 1.531 commenti in chat, 2 big del nonprofit di livello
mondiale, 4 commentatori, tutti esperti del nonprofit italiano, 2 conduttori, 1 teatro, “Il
Piccolo” di Forlì, come location della regia remota dell’evento.

Noi di Smart Marketing eravamo media partner dell’evento e io stesso ho partecipato come
spettatore a questo appuntamento che era sostanzialmente diviso in due grandi blocchi. Un primo
che comprendeva la presentazione della location, il teatro “Il Piccolo” di Forlì, ovviamente senza
pubblico, nel quale i bravi e spigliati Valerio Melandri (Professore e Direttore Master in
Fundraising Università di Bologna e Fondatore Associazione Festival del Fundraising) e Stefano
Malfatti (Direttore raccolta fondi Istituto Serafico di Assisi e Presidente Associazione Festival del
Fundraising), hanno condotto, coadiuvati da un ottimo staff tecnico dietro le quinte, l’intero evento,
presentando il programma, la scaletta degli interventi e gli sponsor e i partner tecnici. I
commentatori della “grande sfida del nonprofit” sono un poker d’assi del non profit italiano:
Alessandro Betti (Direttore raccolta fondi Fondazione Telethon), Giancarla Pancione (Direttore
marketing & fundraising Save The Children Italia), Niccolò Contucci (Direttore generale
Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro) e Valentina Melis (Giornalista del Gruppo Il Sole24
Ore); mancava invece, bloccata da un imprevisto, Elisabetta Soglio (Giornalista del Corriere della
Sera, Responsabile dell’inserto Buone Notizie).

Sempre nel primo blocco ci sono stati i due interventi dei big del nonprofit: da una parte Dan
Pallotta, imprenditore, scrittore e attivista umanitario americano, autore del Ted Talk più visto nella
storia del nonprofit, intervistato da Valerio Melandri, e dall’altra Stefano Zamagni, il più
importante economista e garante del nonprofit italiano, inventore delle Onlus, Presidente della
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che invece ha tenuto una sorta di lectio magistralis sulle
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differenze fra il nonprofit americano e quello italiano.

Ma assai più rilevante è stato il secondo blocco, nel quale la sfida fra Dan Pallotta e Stefano
Zamagni si è accesa ben oltre le aspettative: i due relatori si sono confrontati in uno scontro, che a
tratti è stato anche duro e aspro e non ha risparmiato anche qualche critica sul piano personale –
esecrabile – da parte del prof. Zamagni all’indirizzo di Pallotta; ma questo ha acceso anche le 4.732
persone collegate in chat, che hanno prodotto più della metà dei 1.531 commenti proprio in
questo blocco. Infine, i 4 assi del nonprofit italiano hanno tentato una sintesi fra i due pensieri dei
relatori principali, che non erano poi così distanti come la discussione poteva far pensare.

Il punto vero, come hanno rilevato molti partecipanti in chat, fra cui anche il sottoscritto, non è chi
ha ragione o meno, quale sia la filosofia migliore, quale l’approccio più consono; nel fundraising, e
nel marketing, così come nella vita, si cerca di fare il meglio che si può con gli strumenti e gli
approcci che si sono studiati ed affinati negli anni, costruendo la propria strategia a seconda del
cliente, del contesto e del periodo in cui operiamo. Pensate a quest’ultimo anno di pandemia, quante
cose che utilizzavamo un tempo non vanno più bene, quanti strumenti sono ormai obsoleti, quante
strategie inutili.

Il fundraising ed il mondo del nonprofit sono – anche al netto della pandemia – processi umani e
quindi dinamici, credere che ciò che ho imparato una volta vada bene per sempre è illusorio e
anche pericoloso. L’unica strada è studiare tanto, aggiornarsi sempre e verificare costantemente sul
campo le proprie strategie. Come diceva il grande psichiatra, psicoanalista e antropologo Carl
Gustav Jung, riferendosi alla psicologia:

      “Impara tutto quello che puoi sulla teoria, ma quando sei di fronte
                       all’altro dimentica il manuale”.

Visto il successo di questa frizzante edizione del Nonprofit Day, cresce ancora più l’attesa per il
Festival del Fundraising 2021, il più importante momento di confronto e formazione per il mondo
del nonprofit e fundraising, che si svolgerà il 9, 10 ed 11 giugno dal vivo a Riccione e online, e
per il quale sono già aperte le iscrizioni: https://rebrand.ly/iscriviti_al_festival

Smart Marketing è felice di essere media partner del Nonprofit Day: l’evento
online che ha permesso di porre le basi per il nuovo modo di pensare il nonprofit
e al suo ruolo nel mondo post Covid-19.

Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.

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A poche settimane dall’evento nonprofit
dell’anno continua a crescere il numero
delle iscrizioni: oltre 4000 partecipanti al
nonprofit day 2021

  Il Terzo Settore aspetta con entusiasmo l’evento del 2 marzo che verrà
  ricordato come la sfida epocale che cambierà per sempre il modo di pensare il
  nonprofit nell’era post Covid-19.

Il mondo del nonprofit ha risposto positivamente con numeri esorbitanti all’evento nonprofit
dell’anno che si terrà online il 2 marzo pomeriggio.

Grandi numeri e grandi sponsor – Lavazza, Unicredit, Dataprosper, Fastweb, Innovaire – che
confermano la volontà di sostenere il settore e dare un segno nell’era post Covid 19.

Il Nonprofit Day raccoglie infatti la sfida che scuoterà per sempre tutti noi e il nostro modo di
pensare il nonprofit.

L’evento è infatti dedicato a tutti i presidenti, consiglieri di amministrazione, leader e persone
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illuminate a capo delle organizzazioni nonprofit per stravolgerne il modo di pensare e di agire dentro
il settore.

     “La differenza fondamentale tra nonprofit e profit è l’agilità di capitalizzazione
     e d’investimento, due cose che nel terzo settore sono ritenute non etiche, ma
     che in realtà permetterebbero alle organizzazioni di poter aumentare il loro
     contributo.”

Questa la tesi che verrà discussa da relatori d’eccezione.
Alle 15.00 la relazione di Dan Pallotta, imprenditore, scrittore e attivista umanitario americano,
autore del Ted Talk più visto nella storia del nonprofit.

Alle 16.00 la controrelazione di Stefano Zamagni, il più importante economista e garante del
nonprofit italiano, inventore delle Onlus, oggi Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze
Sociali.

Il professor Valerio Melandri, direttore del Master in Fundraising di Forlì e Fondatore del Festival
del Fundraising, insieme a Stefano Malfatti, direttore dell’Associazione Festival del Fundraising,
apriranno la giornata alle ore 14.00 introducendo i due super relatori e presentando la XIV edizione
del Festival del Fundraising che si terrà a giugno.

Fondamentale sarà l’intervento di 4 big del nonprofit italiano che alle ore 17.00 daranno inizio al
Question time:

■   Alessandro Betti, direttore raccolta fondi Fondazione Telethon,
■   Giancarla Pancione, direttore marketing & fundraising Save the Children Italia,
■   Niccolò Contucci, direttore generale Fondazione Airc per la ricerca sul cancro,
■   Elisabetta Soglio, giornalista del Corriere della Sera, responsabile dell’inserto Buone Notizie.
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line a diventare protagonista del Question time guidato dai 4 big. Infatti sarà possibile a tutti i
partecipanti porre domande in chat e prendere parte al dibattito che farà la storia del nonprofit.

A due settimane dall’evento, sembrano esserci tutti i presupposti affinché il Nonprofit Day passi alla
storia come lo spartiacque del nonprofit prima e dopo la pandemia e come la sfida epocale che
cambierà per sempre la nostra percezione del nonprofit.

Un incontro importante che aiuterà tutto il settore nonprofit a rimettersi in marcia nell’era
post Covid 19.

Smart Marketing è felice di essere media partner del Nonprofit Day:
l’evento online permetterà di porre le basi per il nuovo modo di pensare
il nonprofit e al suo ruolo nel mondo post Covid-19.

Contatti
Per ulteriori informazioni: viva@nonprofitday.it – +39 351 840 0081
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Il WMF2020 presenta la sua agenda: dal
19 al 21 novembre tre giorni dedicati
all’innovazione

  Dopo il successo dell’edizione ibrida e diffusa realizzata a giugno, il Web Marketing
  Festival torna per una nuova tre giorni online all’insegna dell’innovazione, della
  tecnologia e del digitale. Sul Mainstage ospiti prestigiosi: tra gli altri il giornalista
  Andrea Scanzi, il Presidente RAI Marcello Foa, il Sottosegretario agli Affari Esteri
  Manlio Di Stefano e la la Sottosegretaria del Ministero del Lavoro e delle Politiche
  Sociali, Francesca Puglisi, il politico e saggista Giuseppe Civati, il presidente della
  Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, l’infettivologo Matteo Bassetti, l’attore
  Alessandro Borghi e altri ospiti a sorpresa. Conduzione affidata a Cosmano Lombardo
  affiancato da Diletta Leotta e Giorgia Rossi. Nell’agenda confermata l’attenzione
  all’innovazione digitale e sociale attraverso eventi di formazione, cultura,
  intrattenimento, Space Economy, robotica, intelligenza artificiale. Business e
  networking protagonisti con l’Area Expo virtuale che coinvolgerà 130 espositori.
  Attesi oltre 600 speaker in più di 40 sale formative e ospiti da tutto il mondo, con
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momenti di musica e di spettacolo curati da ulteriori ospiti a sorpresa.

“We Make Future”. Tradotto: siamo noi a costruire il futuro.
Da qui parte, per aprirsi ufficialmente giovedì prossimo, il secondo appuntamento del 2020 con il
WMF, il più grande Festival sull’Innovazione Digitale e Sociale. Tre giorni, dal 19 al 21 novembre,
un format innovativo, che unirà la formazione online della nuova piattaforma ibrida.io alle otto
trasmissioni televisive del Mainstage in diretta dalla base del Palacongressi di Rimini.

E tutto questo, ponendo al centro una convergenza di temi legati dal sottile filo del digitale:
attualità, cultura, ricerca, legalità, diritti umani, economia si intrecceranno con tecnologia, space
economy, robotica, intelligenza artificiale. Ospiti di prim’ordine, momenti di show e sorprese
continue faranno il resto. In numeri, questa edizione del WMF promette 157 ore di live, di cui 16
solamente sul Mainstage, col coinvolgimento di oltre 600 speaker da tutto il mondo – 70 dei quali
sul palco principale - e più di 60 sale formative.

Un potenziale in termini di formazione, confronto e di opportunità legate al digitale senza
precedenti, in una formula adattata alle dinamiche dell’emergenza sanitaria e che mirerà a
confermare sia il ruolo di hub sull’innovazione del Festival – tra cittadini, istituzioni e imprese -,
sia, nel contempo, il successo della Special Edition di giugno, quando il totale di utenti online
raggiunti aveva toccato quota un milione. Ma l’edizione che si aprirà giovedì farà di più, ampliando
ancora le frontiere del Festival e creando per i partecipanti un’esperienza totale, collegata tra
l’online e ciò che accadrà a Rimini e negli altri luoghi d’Italia che saranno per l’occasione casa del
WMF. Se il Palacongressi di Rimini ospiterà il Mainstage e il quartier generale dell’evento, infatti,
attraverso la Call for Cities saranno in collegamento molte città italiane grandi e piccole, tra cui
Firenze, Reggio Emilia, Foggia, Matera, Macerata, Salemi, Castel San Pietro Romano, Palazzolo
Acreide, Castelpoto.

Tanti temi, tutti orbitanti attorno all’universo dell’ innovazione. Un concetto, questo, che troverà
come sempre il suo apice sul Mainstage. Qui la formula seguirà tempi e ritmi propri di uno studio
televisivo, con palinsesti tematici e talk show, toccando i temi più caldi dell’attualità,
dell’innovazione e del suo impatto sulla società, e coinvolgendo in tutto 70 ospiti di prim’ordine.
Si alterneranno rappresentanti delle istituzioni – il Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri,
Manlio Di Stefano; la Sottosegretaria del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Francesca
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Puglisi, Laura Moro del MiBACT, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella; l’Assessore a
Trasformazione Digitale e Servizi Civici del Comune di Milano, Roberta Cocco –, l’attore
Alessandro Borghi, tra le altre cose interprete di Stefano Cucchi nel film “Sulla mia pelle”,
giornalisti come Andrea Scanzi, il Presidente RAI Marcello Foa, e Federica Angeli di Repubblica,
oppure ancora l’infettivologo Matteo Bassetti.
Tanta attualità, dunque, ma anche riflessioni su temi delicati come quello della sanità – prendendo in
esame da vicino la situazione della Calabria anche grazie alla partecipazione di Domenico Lucano -
, dei diritti umani, della mafia e della legalità assieme ai coniugi Regeni, al politico e saggista
Giuseppe Civati, all’attivista Siyabulela Mandela, a Luisa Impastato, Lirio Abbate e Floriana
Bulfon. Questi e molti altri, perciò, gli ospiti che si susseguiranno sul Mainstage secondo un format
a tutti gli effetti televisivo, i cui ritmi saranno dettati dalla conduzione di Cosmano Lombardo,
affiancato il 19 novembre da Diletta Leotta e il giorno seguente da Giorgia Rossi.

Mai come questa volta il WMF esalterà il concetto di formazione continua, estesa nel tempo
e nello spazio grazie alla costante apertura di nuove frontiere dell’evento stesso. E questo in virtù
della innovativa piattaforma ibrida.io, che permetterà ai partecipanti non soltanto la visione delle
sale formative e del Mainstage, ma anche confronto e dibattito in chat, accesso ai contenuti
registrati e all’Area Expo, un ecosistema dove saranno 127 le aziende espositrici e gli sponsor che,
sempre in modalità virtuale e sempre sfruttando le potenzialità della piattaforma ibrida.io,
offriranno agli addetti ai lavori opportunità di networking e di business, completando l’offerta totale
del Festival.

  “Il momento più delicato della nostra storia recente sta rivelando al mondo intero
  l’importanza dei pilastri su cui costruire la società del presente e del futuro”, dice
  Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group e Ideatore del WMF. “Con questa
  nuova tre giorni, ancora una volta e per l’ottavo anno, riuniremo istituzioni, le comunità
  internazionali di innovatori e i cittadini che ogni giorno si adoperano per contribuire
  all’evoluzione e al rafforzamento di questi stessi pilastri fondamentali per lo sviluppo e il
  miglioramento della realtà in cui viviamo: la ricerca, l’istruzione, la sanità, la cultura, il
  digitale, la robotica, l’intelligenza artificiale. La convergenza di questi temi, uniti a
  doppio filo sotto il segno dell’innovazione digitale e sociale, si riflette con forza
  sull’agenda e sulla mission del WMF, un acceleratore di innovazione e uno strumento di
  riflessione, analisi, confronto al servizio della società.
  Nell’epoca in cui si parla di Repubblica Digitale, abbiamo scoperto che in realtà sarebbe
  il caso di adoperarsi in modo coordinato per costruire una Repubblica Funzionante.
  Speriamo che il nostro lavoro possa essere utile anche in questa direzione”.

L’opera del WMF rivolta alla società passerà per la formazione e per il ricchissimo programma del
Mainstage, ma anche per una serie di ulteriori iniziative. Grazie alla partnership con il marchio di
abbigliamento sportivo Macron, infatti, il Festival devolverà alla Protezione Civile il ricavato della
vendita del merchandising del WMF disponibile nella piattaforma online. Un’altra collaborazione tra
il WMF e “appARTEngo” – Festival Internazionale di Arte Pubblica – inoltre permetterà durante le
tre giornate del Festival la realizzazione di un’opera murale dedicata a Peppino Impastato, che verrà
poi donata al comune di Riace per coprire l’atto vandalico delle scorse settimane.
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Il programma formativo: oltre 600 speaker e 60 sale virtuali dedicate a
innovazione, web marketing e imprenditorialità
Tre giornate e un’agenda ricchissima per il WMF di novembre. Più di 60 sale formative virtuali
dedicate a tematiche fondamentali del mondo dell’innovazione, del web marketing e
imprenditorialità e della ricerca, con oltre 600 speaker e ospiti provenienti da tutto il mondo.

Moltissimi i temi trattati, tra cui eSports, Gaming, ONP, Intelligenza Artificiale, 5G, Robotica,
IoT, Circular Economy, Social Media, Open Innovation, Blockchain, Automotive, Aerospace,
Cyberbullismo, Sostenibilità e tanti altri.

Rispetto alla scorsa edizione, presenti 10 nuove sale: Digital Health, Smart Working e HR,
Aerospace, Management e Imprenditorialità, Musica e Innovazione, Social Impact, Big Data &
Quantum Computing, Cybersecurity.

In programma anche le sale realizzate da brand sponsor come Aruba ed EURid ed eventi verticali
su alcuni macro-temi centrali nel mondo del digital marketing.

Gli interventi saranno curati da speaker come Mauro Lupi (DigitalBreak), Paolo Iabichino, Arash
Ajoudani (IIT), Annalisa Corrado (Azzero CO2), oltre a rappresentanti di brand leader di settore
come YouTube, Enel, Fastweb. Sky, Microsoft, Mondadori Media, Intesa San Paolo, Shopify, Ipsos,
Procter&Gamble Alumni, L’Oréal, SEO Zoom e molti altri.

La tre giorni sarà inoltre teatro di un’autentica Book Fair: una fiera del libro che ospiterà la
presentazione di 27 nuovi titoli all’interno della sala Book Presentation, a cui si aggiungeranno
le librerie presenti in Area Expo. Il tutto, a confermare l’attenzione del WMF al mondo dell’editoria
e, più in generale, alla condivisione di idee, cultura e conoscenza.

https://www.youtube.com/watch?v=wu43H0mSgvY&feature=youtu.be

Gli ospiti, i talk e i panel del Mainstage: uno studio TV che trasmetterà
innovazione, attualità e spettacolo in Italia e all’estero
Il Mainstage del WMF di novembre corrisponderà perciò ad un vero e proprio studio televisivo con
otto differenti trasmissioni: 16 ore di diretta con momenti di spettacolo e cultura, tavole
rotonde e speech ispirazionali.

La giornata inaugurale del 19 novembre verrà aperta da un approfondimento politico-
istituzionale con il coinvolgimento del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero del Lavoro, del
MiBACT, del sindaco di Firenze Dario Nardella e dell’assessore all’Innovazione del Comune di
Milano Roberta Cocco, con l’obiettivo di scattare una fotografia dell’attuale situazione e per parlare
dei piani da attuare per il futuro, tra emergenza e innovazione.

Proprio della situazione emergenziale parleranno poi, con dati e ricerche alla mano, il presidente
della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta e Matteo Bassetti – Direttore Malattie infettive del
Policlinico San Martino di Genova -, mentre Nicoletta Carucci di NEXI e Andrea Mangilli di
Farmakom chiuderanno la prima sessione del Mainstage con un intervento dedicato ai nuovi trend
del mercato digitale.

Sulle note dei Modena City Ramblers – che suoneranno anche “I cento passi” nel ventennale
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dall’uscita del film – si aprirà la sessione pomeridiana dedicata alla Social Innovation, dove si
parlerà di mafia, legalità e diritti umani con Luisa Impastato, i giornalisti Floriana Bulfon e Lirio
Abbate e la partecipazioni dei coniugi Regeni con il loro avvocato Alessandra Ballerin.

Di Innovazione Sociale si parlerà anche guardando al mondo dei brand e al loro modo di
interpretarla: ne parleranno il presidente della Rai, Marcello Foa, la presidente di Diversity
Francesca Vecchioni, Gloria Ficili di IBM Italia. Ad arricchire ulteriormente il parterre di ospiti
anche il guru del marketing Philip Kotler che, in compagnia di Christian Sarkar, si collegherà
dall’estero per presentare il suo manuale “Brand Activism” durante un’intervista live moderata da
Paolo Iabichino e Sabina Addamiano.

In programma durante la prima giornata, inoltre, la diretta live della finale della Startup
Competition, giunta all’8a edizione, corredata da ben 40 pitch nella Sala Startup e soprattutto
confermata, con oltre 2.600 pitch candidati e premi assegnati per un valore di oltre un milione di
euro nelle edizioni precedenti, la competizione tra startup più grande in Italia che negli scorsi anni
ha promosso la crescita di casi di successo quali TOMMI, Friendz, JustKnock, FitPrime, Mygrants e
PatchAI.

La seconda giornata del Mainstage si aprirà con un’esibizione musicale davvero innovativa a
cura di un ospite a sorpresa, che introdurrà un ricco track tematico dedicato a Digital
Transformation, Robotica e Intelligenza Artificiale con il rettore dell’Università Bocconi Gianmario
Verona, Claudio Semini (IIT), Andrea Zanchettin – che presenterà il robot collaborativo YuMI – e
Andrea Toigo, di Intel.

Di integrazione e di diritti umani parlerà Giuseppe Civati presentando il libro “Liliana Segre – Il
mare nero dell’indifferenza”, Franco Vaccari – Fondatore e Presidente di Rondine, Cittadella
della Pace – e, in collegamento da Johannesburg, l’attivista Siyabulela Mandela, mentre un ampio
panel sulla sostenibilità coinvolgerà il portavoce di ASViS Enrico Giovannini, Marco Casula e Mauro
Mazzola, rispettivamente tecnico e ricercatore del CNR, ed Eleonora Cogo, che lancerà “Change
Game” il videogioco del CMCC per combattere i cambiamenti climatici.

https://www.youtube.com/watch?v=Gf6FoHQeH2M&feature=emb_title

In collegamento durante la seconda giornata Alessandro Borghi, interprete di Stefano Cucchi
nel film “Sulla mia pelle” del 2018 e considerato tra i principali attori del panorama
italiano.

Con l’intervento di Ilaria Galbusera e dell’architetto sordo Consuelo Agnesi l’attenzione verrà
spostata sul mondo dell’accessibilità, mentre con David Vannozzi – direttore Generale di CINECA – e
con l’astrofisica Sandra Savaglio si parlerà rispettivamente di supercomputer e di smart cities.

A chiudere la seconda giornata del WMF, inoltre, una ricca trasmissione dedicata ad AI, Dati e
Social Impact con il direttore scientifico della Fondazione su AI e Big Data (IFAB) Patrizio Bianchi,
Francesca Rossi (Global Leader di IBM) e le ricercatrici Anna Grassellino (Fermilab) e Alessandra
Sciutti (IIT).

La terza giornata si apre all’insegna dell’attualità: il giornalista Andrea Scanzi - già ospite del
Festival a giugno – parlerà del ruolo dei media durante l’emergenza e introdurrà a una round table
dedicata al mondo dello spettacolo con Filippo Fonsatti (Presidente Federvivo), Luciano Messi
(Presidente ATIT) e Francesco Giambrone (Presidente ANFOLS). Gli interventi della giornalista
sotto scorta Federica Angeli e di Domenico Lucano condurranno poi a una round table dedicata
al mondo degli eSports.

Nell’ultima trasmissione in programma sul Mainstage verrà esplorato il mondo della Space
Economy in compagnia di Chiara Cocchiara (EUMETSAT) e del settore Aerospace con
l’intervento di Anilkumar Dave (Agenzia Spaziale Italiana), Pierre Philippe Mathieu (ESA) e
Pietro Milillo (NASA).

Ampio spazio anche alle nuove frontiere dell’innovazione e al ruolo dei giovani con l’intervento di
Gabriele Ferrieri – Presidente Associazione Italiana Giovani Innovatori – e di Jacopo Cavagna, che
parlerà del progetto WMF Youth.

Uno sketch de I Sansoni, già ospiti del Festival, accompagnerà poi il pubblico collegato in diretta
verso i saluti finali del Festival.

L’Area Expo e lo Startup District visitabili virtualmente
A fare da cornice agli eventi, l’Area Expo del WMF – che nella scorsa edizione ha accolto oltre 500
sponsor e partner e le più importanti realtà del mondo tech -, che sulla piattaforma interattiva
ospiterà gli stand virtuali di oltre 127 aziende espositrici e 50 sponsor tra cui Aruba, ESA –
European Space Agency, NEXI, Hoepli, Trustpilot, Manzoni S.p.a, Mondadori Media, Talkwalker,
Siteground, Studiosamo.
L’Area Expo presenterà ai partecipanti del Festival e agli addetti ai lavori diverse opportunità di
networking anche in collegamento, come ricercare sponsor e partner per diversi settori di interesse,
consultare materiali informativi su prodotti e servizi e avviare videochat in real time con consulenti e
professionisti.

Sempre in tema di opportunità di business e networking, le startup presenti, gli imprenditori e i
partecipanti potranno trovare nello Startup District un comparto interamente dedicato a più di 50
startup e progetti innovativi.

L’agenda del WMF di novembre è consultabile sul sito del Festival, dove sono pubblicate anche la
lista degli speaker, delle iniziative e tutte le informazioni su quello che sarà il più grande Festival
ibrido sull’Innovazione.

  WMF – Il più grande Festival sull’Innovazione Digitale e Sociale
  Con oltre 21.000 presenze registrate in tre giorni nella passata edizione, 500 espositori e
  partner e 500 speaker da tutto il mondo, il WMF è il più grande Festival sull’Innovazione
  Digitale e Sociale. Ideato e prodotto da Search On Media Group, il WMF nel 2020 si
  presenta con una doppia edizione: il WMF Online – il primo festival ibrido e diffuso
  realizzato nel corso dell’emergenza sanitaria che il 4, 5 e 6 giugno scorsi ha raggiunto
  online oltre un milione di utenti – e il WMF2020, che si terrà il 19, 20 e 21 novembre con
  un format ibrido.
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Il Festival del Cinema Europeo di Lecce e
l’omaggio al grande Aldo Fabrizi: l’ultimo
baluardo della cultura al tempo del Covid-
19

  Se ogni festival è una sfida al presente e al futuro del cinema, la sfida che il XXI Festival
  del Cinema Europeo di Lecce si appresta ad affrontare in questo difficilissimo 2020 è
  giocata nel segno della resistenza e della fiducia. Ci ritroviamo a novembre, lontani dalla
  nostra tradizionale collocazione stagionale, per un’edizione alla quale stiamo lavorando
  da oltre un anno. Un’edizione che il difficilissimo momento che sta segnando il nostro
  Paese e il mondo intero in ragione della pandemia ha trasformato in un atto di fiducia
  nella possibilità del cinema di esistere e di resistere, nonostante le avversità e
  nonostante le priorità dettate dall’emergenza.

Così inaugurava la 21esima edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce, il suo Direttore
Artistico, dott. Alberto La Monica, pochi giorni prima che il DPCM di fine ottobre, in materia di
contenimento della pandemia del Covid-19, ponesse un “nuovo” terribile freno soprattutto al
comparto culturale italiano. Tutte le attività culturali, cinematografiche e teatrali dovettero fermarsi
e lo sono tutt’ora, causando un tremendo oblìo al bisogno di cultura, di un Paese che dovrebbe
vivere di questo. Alla sua apertura, almeno fino al nuovo DPCM dello scorso 6 novembre, il
Festival del Cinema Europeo, si è erto come l’ultimo baluardo della cultura prima dell’istituzione
delle zone rosse, arancioni e gialle e dunque prima dell’inizio ufficiale del semi-lockdown. Già perché
le attività museali, nel lasso di tempo tra il DPCM di fine ottobre e quello del 6 novembre, sono
rimaste attive e la Mostra fotografica dedicata al grandissimo Aldo Fabrizi nel trentennale della sua
scomparsa, rimane, al momento e ahimè chissà per quanto, l’ultimissima forma d’arte e di cultura in
presenza.

Questo strepitoso omaggio, curato con amorevole cura e passione, dalla nipote del grande attore e
autore romano, Cielo Pessione Fabrizi, si è svolto nei saloni austeri, ma nello stesso tempo regali
del Castello Carlo V di Lecce. Una Mostra originale nella sua struttura e nel suo significato, perché è
stata dedicata non solo alla figura di un attore che ha dato così tanto lustro a Roma, al cinema e
all’Italia intera; ma alla sua figura, mai troppo celebrata di autore. Infatti anche la retrospettiva
collegata alla Mostra, è stata dedicata ai suoi 9 film come regista, utilissimi nello scoprire ancora di
più, il genio di un grande uomo dello spettacolo italiano.

E così addentrarsi nelle sale del Castello, è stato come fare un tuffo nella “vecchia Roma” che ormai
non esiste più; nella “vecchia Roma” che si respira nei film di Aldo Fabrizi, che si respira nei suoi
sonetti e che si respira semplicemente sentendo la sua voce. Locandine, fotobuste e immagini
suggestive dai set dei suoi film, da quelli ancora di respiro “neorealista” di Emigrantes (1948) e
Benvenuto, Reverendo! (1949); alla meravigliosa trilogia della Famiglia Passaguai (La Famiglia
Passaguai, La Famiglia Passaguai fa fortuna, Papà diventa mamma- 1951/52); passando per film
poco celebrati come Una di quelle (1953) e Marsina stretta (1954), episodio del film corale Questa è
la vita; terminando con due gioiellini misconosciuti e recentemente restaurati come Hanno rubato un
tram (1954) e Il maestro (1957).

La retrospettiva, che sarebbe stata in presenza, si è trasformata in modalità digitale, così come tutte
le altre attività del Festival; mentre la magia della Mostra è riuscita a sopravvivere intatta, alle
catastrofi sanitarie provenienti dal mondo. Alcune chicche, va qui accennato, hanno contribuito a
rendere la Mostra, straordinaria dal punto di vista qualitativo, come ad esempio il vestito da
Reverendo di Benvenuto, Reverendo, o ancora i baffi utilizzati da Fabrizi in Marsina stretta, o alcuni
copioni originali, ingialliti ed invecchiati dal tempo, ma che conservano ancora tutta la loro magia.

Tornando al Festival, nella sua interezza, dobbiamo accennare, che nonostante l’ovvia versione
online, esso è stato un successo, con oltre 15.000 visualizzazioni ed un’utenza proveniente da tutti
gli angoli del mondo. In tale modalità, sono state quindi preservate alcune attività di livello
mondiale, come la proiezione di tutta la filmografia completa da regista di Aldo Fabrizi e gli incontri
con Olivier Assayas e Dario Argento. Un palco virtuale di ospiti, incontri e anteprime mondiali,
ricchissimo di eventi, fino all’attesissima cerimonia di premiazione del 7 novembre.

Il premio più importante del Festival, ovvero l’Ulivo d’oro al miglior film, è stato assegnato al
francese Twelwe Thousand, di Nadége Trebal. Una splendida storia d’amore resa difficile da una
situazione economica complessa, che porta il protagonista ad inventarsi di volta in volta un lavoro,
per assicurare a sé e alla sua donna un futuro migliore. Un film che fa partecipare attivamente lo
spettatore, alle ansie, alle angoscie ma anche alle gioie del suo protagonista e che mette alla luce,
come se fossimo in un “nuovo” neorealismo 2.0, una delle problematiche più rilevanti di una coppia
felice ai tempi d’oggi, ovvero la stabilità economica.

Tra gli altri premi di livello, vanno citati almeno il Premio SNGCI (per intenderci, il Sindacato che
assegna i Nastri d’Argento) al miglior attore europeo, andato a Corinna Harfouch per Lara, di
Jan-Ole Gerster; il Premio FIPRESCI a La belle indifference di Kivanc Sezer; e il Premio
Mario Verdone, assegnato ogni anno dalla famiglia Verdone (Carlo, Luca e Silvia Verdone) a un
giovane autore italiano (under 40), che ha visto trionfare Phaim Bhuyan e il suo celebratissimo
Bangla, già vincitore del Globo d’oro e del David di Donatello come miglior opera prima e del
Nastro d’Argento come miglior commedia. Lo stesso Carlo Verdone, in collegamento da casa, ha
lanciato un appello accorato: «Quello che mi fa più paura, è che a un certo punto qualche esercente
molli e chiuda la sala. Se cominciano a chiudere ulteriori sale sarebbe un autentico disastro per il
cinema italiano».

Un monito, dunque, e in sé anche una speranza, che una ripartenza, che una rinascita culturale
possano essere possibili, auspicabilmente in tempi brevi. Perché siamo in emergenza e stringiamo i
denti, ma senza cultura si può solo sopravvivere, ma non vivere. Già perché, si, si può sopravvivere,
ma a che prezzo? Al prezzo di crescere una mandria di giovani che ignorino le emozioni che la vista
di un’opera d’arte può darti? E se si cresce senza questa emozione, in grado di sconvolgerti l’animo
e il cuore, non si sarà neanche in grado di amare davvero. E’ come lo studio della matematica alle
scuole superiori: “A che serve?”, ognuno di noi si è chiesto, “Studiare gli integrali e le funzioni?”.
Eppure sono servite a sviluppare un ragionamento logico.

Ecco questa è l’educazione all’Arte, ovvero saper sviluppare le emozioni, l’amore, la passione che
smuovono l’anima. Per questo senza cultura, senza arte, senza cinema, il nostro Paese non andrà da
nessuna parte, né culturalmente, né socialmente. Per questo l’Arte è importante, per questo l’Arte è
un bene essenziale. Per questo, al termine dell’emergenza, se si potenzierà la sanità, dovrà essere
potenziata, finalmente l’educazione alla cultura. Perché curare e tutelare la salute è essenziale,
esattamente come è essenziale curare e tutelare le emozioni e i sentimenti.

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Pierfrancesco Favino, Venezia e la Coppa
Volpi: 88 anni di trionfi (e di polemiche)
all’italiana

  “Un maestro mi ha detto che quando si gira un film è come creare una stella, e
  voglio dedicare questo premio a tutte le stelle, ai milioni di schermi che
  accoglieranno le stelle e agli occhi che brilleranno nel buio.”

Lo scorso 12 settembre sul palco della 77esima edizione del più prestigioso e del più antico
Festival del Cinema, ovvero Venezia, un emozionatissimo Pierfrancesco Favino regala queste
parole alla platea, pronta ad applaudirlo. Ha appena ricevuto la Coppa Volpi, come miglior
interprete maschile per il film Padrenostro. Quella Coppa Volpi, che è, insieme al Leone d’oro come
miglior film, il simbolo della Mostra del Cinema di Venezia.
Un Festival che affonda le sue radici indietro nel tempo, a quel 1932, destinato a lasciare
un’impronta indelebile nella storia del cinema. Quell’anno alla Mostra non si assegnarono premi, ma
fu l’edizione che lanciò nel firmamento del grande cinema la figura di Vittorio De Sica, che sarà
capace qualche anno dopo di incantare il mondo con i suoi capolavori neorealisti. Il film più
acclamato fu Gli uomini, che mascalzoni!, che aveva proprio l’attore ciociaro come stella più
acclamata. Risale a due e tre anni dopo, ovvero al 1934 e 1935, l’istituzione dei premi
cinematografici legati al Festival, destinati poi a rimanere nella memoria collettiva. La storia dei
premi strettamente attoriali, è riconducibile alla creazione della Coppa Volpi, che tanto al maschile,
quanto al femminile, rappresenta il premio come migliori interpreti della kermesse internazionale. Il
riconoscimento deve il suo nome al conte Giuseppe Volpi, presidente della Biennale di Venezia e
“padre” della Mostra del Cinema.

Molto spesso tale prestigioso premio, è stato assegnato ad attrici ed attori nostrani, ed hanno
rappresentato di conseguenza, vette dell’arte cinematografica, in grado di rendere unico ed
acclamato il cinema italiano. La prima donna ad ottenere la Coppa Volpi come migliore interprete
femminile sarà Anna Magnani nel 1947 per L’onorevole Angelina, alla quale seguirà 11 anni
dopo Sophia Loren per Orchidea nera. E poi tra le altre troviamo Valeria Golino, unica attrice ad
essersi aggiudicata il riconoscimento per ben due volte a distanza di 29 anni l’uno dall’altro: nel
1986 per Storia d’amore e nel 2015 con Per amor vostro. Completano il quadro, Laura Betti nel
1968 per Teorema; Sandra Ceccarelli nel 2001 per Luce dei miei occhi; Giovanna Mezzogiorno
nel 2005 per La bestia nel cuore; Elena Cotta nel 2013 per Via Castellana Bandiera; e Alba
Rohrwacher per Hungry Hearts.

  PER APPROFONDIRE:
■   Scopri la nostra rubrica dedicata al Cinema

Al maschile la Coppa Volpi è stata assegnata per 11 volte ad interpreti italiani, con lo squarcio di
poesia dell’ex aequo a Marcello Mastroianni e Massimo Troisi per la memorabile interpretazione
di un padre e di un figlio che cercano di ricostruire il loro rapporto, nel film di Ettore Scola, Che ora
è? (1989). Il primo riconoscimento “italiano” fu attribuito a Ermete Zacconi nel lontano 1941 per
Don Buonaparte, al quale seguì l’anno seguente Fosco Giachetti per Bengasi. Si dovettero poi
aspettare ben 44 anni per ritrovare un attore italiano vincitore a Venezia. Fu però, probabilmente
l’edizione più discussa, più travagliata e più contestata. Quella del 1986 è passata alla storia come
l’edizione dello scippo perpetuato ai danni del grande Walter Chiari. Si racconta che quella Coppa
Volpi fosse stata già assegnata all’attore pugliese, per la commovente interpretazione di Romance,
proprio quell’anno in concorso a Venezia. Ingerenze politiche ancora misteriose e mai del tutto
chiarite, portarono ad assegnare il premio, a sorpresa a Carlo Delle Piane per Regalo di Natale;
mentre Walter dovette “accontentarsi” del Premio Pasinetti, come miglior attore della kermesse,
assegnato dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti cinematografici italiani. Un premio legato alla
Mostra, ma collaterale, che non riuscì a coprire l’amarezza per quel misterioso scippo. Alla notizia
che il premio non sarebbe stato assegnato a Walter Chiari, in sala si levarono una bordata di fischi
senza precedenti, con i fotografi ufficiali della Mostra del Cinema, che per protesta posero le loro
macchine fotografiche in terra.

https://www.youtube.com/watch?v=7zOEehgBE9g

Dopo quella edizione scandalo e dopo il già citato ex aequo di Marcello Mastroianni e Massimo
Troisi, nel 1993 troviamo Fabrizio Bentivoglio vincitore per Un’anima divisa in due; Luigi Lo
Cascio nel 2001 per Luce dei miei occhi; Stefano Accorsi nel 2002 per Un viaggio chiamato
amore; Silvio Orlando nel 2008 per Il papà di Giovanna; Luca Marinelli nel 2019 per Martin
Eden; ed infine il già celebrato trionfo di Pierfrancesco Favino nel 2020 per Padrenostro.

Il Festival di Venezia, insomma, nonostante le dovute rivoluzioni tecnologiche ed organizzative, alle
quali ha dovuto ricorrere nella sua evoluzione, è più fresco e vivo che mai. Come ogni anno e come
ogni kermesse, anche quella attuale porta via una striscia di polemiche sui nomi dei vincitori.
Quest’anno tocca al Leone d’oro, assegnato, a detta di molti a sorpresa ed anche ingiustamente a
Nomadland, di Chloè Zhao. A tutto ciò c’è però da dire, come la storia dei Festival è piena di
giudizi contestati e sono stati spesso anche sindacabili. In quanto composti da un ristretto numero di
“esperti”, i Festival vivono di momenti storico-sociali, di ingerenze politiche, di brevi stagioni e
spesso delle mode del momento.

https://www.youtube.com/watch?v=u0S0u3-228M

Si pensi a quanto ha dovuto penare il grande Ugo Tognazzi, questa volta a Cannes, per poter
ottenere la tanto agognata Palma d’oro come miglior interprete maschile. Quel premio che ottenne
solo nel 1982 per La tragedia di un uomo ridicolo, ma che egli stesso giudicò tardivo. Ogni volta,
infatti, negli anni precedenti era andato lì lì per vincerlo, ma ogni volta era rimasto puntualmente
con un pugno di mosche in mano. Una volta perché i giurati avevano deciso di assegnarlo a un attore
brasiliano e dunque alla cinematografia emergente; un’altra perché i francesi avevano boicottato un
film di Marco Ferreri, dal titolo La donna scimmia, che aveva come protagonista proprio Tognazzi; e
un’altra volta ancora perché Ingrid Bergman, che presiedeva la giuria, aveva minacciato di
andarsene se fosse stata concessa una qualsiasi gratifica alla Grande Abbuffata, un film a suo dire
indecente.

Un piccolo esempio, dunque, di come i festival sentano e vivano quello che è il “momento”, anche
in considerazione dell’esigua composizione della giuria, quasi sempre dai 7 ai 9 elementi. Viceversa
le giurie dei grossi premi internazionali, che sono diverse per struttura dai Festival (Nastri
d’Argento, David di Donatello, Oscar, Bafta, Golden Globe…) hanno una composizione mai inferiore
alle 1000 unità, quindi con un campione molto più realistico dei gusti e delle inclinazioni del
pubblico e molto meno controllati politicamente.

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4 Giorni del Fundraising e Casa
Fundraising: il nonprofit si prepara al
Festival
Il Festival del Fundraising si avvicina e con esso arrivano anche le iniziative per prepararsi al
meglio al grande momento. Una è la 4 Giorni del Fundraising, che si presenta come il pre-festival,
un momento gratuito che introduce quello più atteso di fine mese e che guida i fundraiser a calarsi
nell’atmosfera del Festival.

Una guida vera e propria, con quattro webinar in quattro giorni, il 15-16-17-18 settembre,
pensati per raccontare le basi della raccolta fondi. Sotto la conduzione del fondatore del Festival,
Valerio Melandri, si alterneranno quattro relatori, che forniranno quattro diversi punti di vista, tra
loro complementari, sul fundraising. I relatori saranno Luisa Bruzzolo, Enrica Zamparini,
Stefano Malfatti e Mara Garbellini.

Un’ora di condivisione con professionisti del nonprofit italiano, che mettono a disposizione la
propria esperienza per la crescita della community. L’appuntamento è dalle 10 alle 11, con i
workshop online che si divideranno in 45’ di lezione e 15’ dedicati alle domande dei partecipanti. Il
tutto con la logica del dialogo che caratterizza il Festival e il Fundraising, per capire la raccolta
fondi nel modo più efficace e divertente possibile.

Sempre all’insegna della condivisione, dal 7 settembre torna
anche Casa Fundraising.
Dopo il successo della prima stagione, il format ritorna con nuovi ospiti. Professionisti della raccolta
fondi, che racconteranno le proprie esperienze e idee LIVE, in diretta su Facebook e YouTube
alle ore 12 ogni giorno, dal lunedì al giovedì.

I webinar della 4 Giorni del Fundraising e Casa Fundraising sono aperti a tutti, con un occhio di
riguardo per chi è al primo contatto con il mondo del Fundraising. Per questo sono anche gratuiti,
con l’obiettivo di portare la cultura della raccolta fondi a più organizzazioni e operatori possibili. Per
seguire la 4 Giorni è necessario iscriversi tramite il sito indicato sotto, mentre nel caso di Casa
Fundraising basterà collegarsi ai canali indicati.

La 4 Giorni del Fundraising e Casa Fundraising precedono il Festival del Fundraising, che si terrà
con una Special Online Edition il 28-29-30 settembre. È già possibile iscriversi tramite il sito
www.festivaldelfundraising.it, con tariffa scontata di 150 euro fino al 7 settembre.

Smart Marketing è felice di essere media partner del Festival del
Fundraising, un evento nato per far crescere il mondo fundraising in
Italia.
Per iscriversi alla 4 Giorni del Fundraising: https://www.festivaldelfundraising.it/it/iniziative/4-giorni-
del-fundraising/

Per iscrizioni e maggiori informazioni sul Festival del Fundraising: www.festivaldelfundraising.it;
festival@fundraising.it o chiamare il numero 0543/ 375521

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Intervista agli organizzatori della Festa di
Cinema del reale: un esempio positivo di
turismo culturale in Puglia
Sul turismo ai tempi del Covid se ne sono dette tante, forse troppe. Errori, passi falsi, strategie,
tempi e metodi che sicuramente potevano essere pianificati meglio, ma anche tanti esempi virtuosi
ed eventi organizzati in modo impeccabile. Da qualsiasi angolazione vogliamo guardare la
situazione, è indubbio che la Puglia è stata una delle mete più ambite di questa difficile estate 2020.
Per parlare di questo, ho scelto un esempio di quelli positivi, la Festa di Cinema del reale – Gold
Edition, e per raccontarla al meglio, ho lasciato la parola a Francesco Maggiore che ha curato il
coordinamento creativo e a Paolo Pisanelli, direttore artistico:

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La Festa di Cinema del reale, ideata da Big Sur, Officina Visioni, Archivio del reale, con la
direzione artistica di Paolo Pisanelli e il coordinamento creativo a cura di Francesco
Maggiore, svolta dal 28 al 31 luglio nel Castello Volante di Corigliano d’Otranto,
nonostante il difficile periodo, ha visto la luce ed è stata essa stessa una luce per tanti
pugliesi (e non), che cercavano nella cultura un bagliore di felicità, di ripartenza, di
normalità. Una Gold Edition piena di appuntamenti e suggestioni. Come siete riusciti ad
organizzare un evento così ricco e ben riuscito in un momento così particolare per il paese
e la cultura?

Ci vuole sempre un po’ di follia per dare vita a imprese culturali come la nostra Festa di Cinema del
reale. È quello che ci ha permesso di spingerci ‘oltre’ di sconfinare dagli ambiti prettamente
cinematografici per dare vita a un format originale che ogni anno ha il coraggio di reinventarsi e
sente la necessità di innovarsi. Siamo anche convinti che il cinema si fa in sala e da subito abbiamo
escluso la possibilità di rinunciare alla magia che solo un’esperienza collettiva può dare optando per
una edizione online. In particolare il nostro festival è basato sull’incontro tra pubblico, autori, artisti
e la comunità del borgo che ci ospita. È un’esperienza che si confronta con la fisicità dei luoghi, la
luce e le visioni che li abitano. Sono spazi da attraversare, da esplorare, in cui sostare e condividere
la dimensione emotiva del festival. La nostra forza è lo staff, un team di persone competenti,
appassionate, creative e con una grande capacità di ‘resistenza’. Ognuno nel suo ambito partecipa
all’invenzione e alla realizzazione del festival che prende così la forma di una creazione collettiva
che, come accade nel cinema del reale o nelle jam session, lascia sempre uno spazio per
un’improvvisazione o un fuoriprogramma. Altro elemento fondamentale è stato l’apporto di Regione
Puglia, e in particolare dell’assessorato alla cultura, di Apulia Film Commission e del Comune di
Corigliano d’Otranto, che ci hanno dato fiducia e ci hanno supportati in questa inedita avventura.

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Durante la fase di pianificazione e promozione c’è stato un momento in cui avete pensato
che probabilmente la gente non fosse predisposta a tornare a partecipare ad un evento
come il vostro festival, basato sulla partecipazione, sulla condivisione?

Abbiamo un rapporto fiduciario con il nostro pubblico. Da un’indagine che abbiamo realizzato
qualche anno fa è emerso che il nostro è un pubblico ‘di ritorno’. L’80% di persone intervistate ha
dichiarato di aver già partecipato alle precedenti edizioni e questo ci ha portato a definirci come una
grande comunità che ogni anno si ritrova e si riconosce intorno alle tante visioni che abitano i luoghi
della Festa di Cinema del reale. È un dialogo che non si interrompe durante l’anno e anche durante i
mesi del lockdown abbiamo dato vita ad una rassegna online ‘Cose (in)visibili’, attivando una sezione
dedicata su cinemadelreale.it, un palinsesto di titoli tratti dal suo archivio e altri film presenti nella
rete. Nonostante i ritardi nella comunicazione dovuti alle difficoltà organizzative, non avevamo dubbi
sul fatto che avremo avuto una risposta dal nostro pubblico che ha dato maggior valore
all’esperienza di partecipazione dopo il vuoto culturale causato dalla sospensione di eventi e
proiezioni cinematografiche dal vivo.

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Ho assistito il 30 luglio alla sonorizzazione dal vivo del film muto “Il Fuoco”, eseguita dai
Giardini di Mirò, un evento in collaborazione con il SEI Festival, ed è stato un momento
davvero emozionante e coinvolgente, grazie anche alla professionalità con cui avete creato
un evento in totale sicurezza e nel rispetto delle norme, aspetto per nulla scontato
all’interno del panorama dell’organizzazione di eventi. Come è stato far coesistere i
numerosi eventi presenti in programma con il nuovo modo in cui siamo chiamati ad
interagire oggi?
Per quanto riguarda la collaborazione con il SEI Sud Est Indipendente possiamo dire di aver ‘giocato
in casa’. CoolClub, la cooperativa che organizza il festival, è nostra partner nel progetto Castello
Volante, che da sempre si è posto come obiettivo quello di creare sinergie e contaminazioni tra i
diversi linguaggi. Da tre anni insieme a CoolClub e a Multiservice Eco abbiamo in gestione il
Castello di Corigliano d’Otranto, con l’idea di accogliere immagini, suoni, visioni e sapori e di dare
vita a un laboratorio multidisciplinare aperto al territorio, che mette in dialogo storia, architettura,
fotografia, scrittura, creazioni musicali, cibo e artigianato, riletti in chiave contemporanea. Vincitore
del bando della Regione Puglia per la valorizzazione degli attrattori culturali attraverso il sostegno
alle imprese della filiera dello spettacolo dal vivo, il progetto è diventato l’occasione per avviare un
nuovo corso del Castello De Monti improntato alla riscoperta e alla tutela dei beni immateriali, al
nutrimento del pensiero, alla filosofia e ai pensieri “che volano” , attraverso un calendario di
appuntamenti che abita lo spazio per tutto l’anno. Conosciamo molto bene il castello, i suoi spazi, gli
aspetti tecnici e tutte le cooperative si occupano da più di 15 anni di produzioni culturali.
L’esperienza e la conoscenza del luogo sono stati il nostro punto di forza per affrontare la gestione
del festival, e di altri numerosi eventi ospitati nel Castello Volante, in questo contesto di emergenza
sanitaria.

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Accanto alla mostra fotografica “Fellini in scena!”, di uno dei più importanti fotografi
italiani, Franco Pinna, che ha regalato suggestive foto dai set del maestro Federico Fellini,
è presente al Castello di Corigliano d’Otranto, anche la mostra “Osserva le distanze.
Esercita il pensiero”, a cura dell’AIAP (Associazione italiana design della comunicazione
visiva), composta da 30 manifesti, realizzati durante il lockdown da designer della
comunicazione visiva, ognuno con un messaggio legato all’attuale situazione mondiale.
Come e con quale obiettivo è nata questa collaborazione?
La mostra ‘Osserva le distanze. Esercita il pensiero’ è una selezione di manifesti prodotti in
occasione di una call promossa da AIAP nel mese del lockdown e rivolta ai designer della
comunicazione visiva, che invitava a riflettere, progettare, condividere idee e proposte sulle nostre
nuove necessità. Le proposte sono state raccolte e selezionate dal gruppo di lavoro dedicato
all’iniziativa, parte di un cantiere aperto da AIAP per affrontare la straordinaria crisi che stiamo
vivendo, per stimolare idee, proposte e supportare la comunità dei progettisti della comunicazione
visiva. Questa collaborazione con AIAP nasce oltre dieci anni fa, quando come Big Sur ci siamo
associati a questa realtà che è il punto di riferimento per i professionisti della comunicazione visiva
in Italia. Da quest’anno abbiamo il ruolo di Ambasciatori AIAP per la Puglia e la mostra rappresenta
un’occasione per promuovere la cultura del progetto e far riflettere, attraverso le ‘scritture visive’ in
forma di manifesto, su temi che riguardano tutti noi e la realtà con la quale siamo tenuti a
confrontarci. Cito il contributo del presidente AIAP, Marco Tortoioli Ricci, che esprime bene un
concetto che anche noi condividiamo, la necessità di ‘osservare la giusta distanza’: “La questione sta
tutta in quel ridursi delle distanze che ci proteggono dalla frenesia e dalla paura, ‘mantenere le
distanze’ non è solo una pratica che ci protegge dall’infezione, dallo ‘spillover’, la distanza che ci
tocca difendere è quella del pensiero, della possibilità di salvare uno spazio indipendente di
riflessione e autodeterminazione che ci permetta di non essere risucchiati dal flusso dell’urgenza
collettiva”.

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lia Mangini, decana dei documentaristi italiani, fotografata da Joana Ferreira

Dopo le incertezze dei mesi scorsi, la Puglia sta puntando sul turismo per ripartire,
assumendosi anche dei rischi, ma cercando di muoversi nel miglior modo possibile. Il
bisogno pratico di tornare a lavorare deve conciliarsi col bisogno emotivo di godere ancora
della bellezza della nostra regione e dei suoi eventi culturali. Secondo voi quali scenari
sarebbe necessario creare in Puglia dal punto di vista turistico e culturale?
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