Chiara Natella: "Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre"

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Chiara Natella: "Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre"
Chiara Natella: “Fiera del
Crocefisso Ritrovato? Forse a
settembre”
di Monica De Santis

La scorsa settimana presidente del Consiglio Mario Draghi, nel
corso di una conferenza stampa con il ministro della Salute
Roberto Speranza ha annunciato la roadmap delle riaperture in
Italia. Riaperture che si avranno dal prossimo 26 aprile e che
riguarderanno in particolar modo le regioni a fascia gialla e
qualcosina anche per le regioni in fascia arancione. Un
“rischio calcolato”, come lo ha definito Draghi durante la
presentazione delle date di apertura delle attività fermate
dalla pandemia di Covid-19 in questi lunghi 15 mesi. Aperture
che riguardano palestre, ristoranti, bar e fiere ed eventi.
Queste ultime due categorie potranno ripartire dal prossimo
primo luglio. Nel ordine delle riaperturepreviste dal governo
il via come detto si avrà nelle zone gialle il 26 aprile,
quando i bar e i ristoranti, potranno tornare a far sedere i
loro clienti ai tavoli ma soltanto all’aperto, e potranno
restare aperti anche la sera, così come teatri, cinema e
spettacoli sia in spazi esterni che al chiuso con limite di
capienza. Dal primo maggio si ricomincerà anche con gli eventi
sportivi agonistici, e dal primo giugno con la riapertura
delle palestre fino, come abbiamo detto alle fiere e agli
eventi, ed anche ai parchi termali e gli stabilimenti
balneari. A Salerno la notizia viene accolta in maniera
positiva da Chiara Natella, direttrice artistica della Bottega
San Lazzaro, che da 15 mesi attende il momento buono per
mettere in atto la trentesima edizione della Fiera
del Crocefisso Ritrovato… “Stiamo valutando il da farsi –
spiega Chiara Natella – da tempo speravamo di poter fare la
trentesima edizione della nostra fiera entro la fine di
quest’anno. Ma non sapevamo se fosse possibile. Ora ovviamente
Chiara Natella: "Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre"
abbiamo una piccola certezza in più. Ma non vogliamo farci
illusioni, perchè sappiamo bene che la situazione potrebbe
modificarsi in qualsiasi momento. Infondo il Governo ha detto
che le fiere si potranno fare solo nelle regioni gialli,
quindi la prima cosa dobbiamo aspettare che la Campania passi
in zona gialla, e poi ovviamente potremmo anche ipotizzare una
data. Diciamo che siamo orientati per il mese di settembre,
ovviamente stiamo studiando una forma ridotta della fiera, per
evitare assembramenti e confusione che comunque anche se in
zona gialla non si possono e non di devono verificare fino a
quando la campagna di vaccinazione non sarà completata”. Nel
frattempo, Chiara Natella è impegnata anche nella
programmazione dell’edizione 2021 del Barbuti Teatro Festival…
“Al cartellone dei Barbuti stiamo già lavorando, abbiamo
tantissime novità in cantiere, qualcuna è stata anticipata nel
vostro programma da Antonella Iannone, e riguarda una
settimana dedicata alla danza, con tante compagnie che saranno
nostre ospiti. Ma poi ci saranno ancora altre novità. Sarà una
bella rassegna e speriamo di riuscire così a far distrarre un
po’ le persone, che hanno davvero bisogno di staccare dalle
brutte notizie che sentiamo ogni giorno”.

Tre   studenti  salernitani
riciclano PC da donare a chi
ne necessita
di Monica De Santis

Si chiamano Alessandro Polverino, anni 19, Antonio Vigorita,
anni 19
Chiara Natella: "Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre"
e Carlo Vincenzo Stanzione anni 18.

Nati e cresciuti a Salerno, si sono conosciuti qualche anno fa
tra le mura del Liceo Francesco De Sanctis di Salerno.
“Abbiamo partecipato tutti insieme ad una gara di robotica con
l’Università, così ci siamo conosciuti”. Racconta Alessandro
Polverino. Alessandro e Antonio erano compagni di classe di
una delle sezioni di classico, del De Sanctis, Carlo, di un
anno più piccolo, attualmente frequenta l’ultimo anno
dell’indirizzo scientifico. Oggi Alessandro è iscritto
all’Università e frequenta il primo anno del corso di laurea
di Ingegneria Informatica, Antonio invece frequenta il primo
anno del corso di laurea di Economia e commercio. La loro
amicizia oggi va avanti al di là della scuola e delle uscite
nei fine settimana. I tre amici infatti, condividono molte
passioni e tra queste anche quella per l’informativa. Una
passione questa che li ha spinti a mettere su un progetto in
favore e a sostegno di tutti quei bambini e ragazzi che non
possono permettersi un dispositivo tecnologico per seguire le
lezioni a distanza… “L’idea ci è venuta in base all’esperienza
che dallo scorso marzo stiamo vivendo – racconta Alessandro
Polverino – Abbiamo incontrato tanti studenti che non
riuscivano e non riescono a seguire le lezioni perchè non
hanno un computer. Così abbiamo pensato di fare qualcosa per
riuscire a rendere internet alla portata di tutti”. Una sfida
quella di Alessandro, Antonio e Carlo Vincenzo, che va al di
là della Dad. Infatti, lo scopo della loro iniziativa benefica
è quella di riuscire a far avere ad ogni studente un
dispositivo elettronico, non solo per seguire le lezioni in
Dad, che si spera presto diventino solo un ricordo, ma che
possa aiutarli anche nelle ricerche, nella realizzazioni di
power point o altri lavori che vengono assegnati durante le
lezioni sia a scuola che all’università. “Abbiamo aperto un
sito www.giveabit.it. – spiega ancora Alessandro Polverino –
Attraverso questo portale chi vuole può donare computer tablet
o cellulari che non funzionano, che sono lenti o vecchi. Noi
li sistemiamo, li riportiamo a nuova vita e poi li donerem ad
associazioni, parrocchie, enti o anche singole persone che ce
ne faranno richiesta. Entrambe le richieste di donazioni o di
ricevere può essere effettuata attraverso il nostro
portale. Ci vogliono meno di cinque minuti per entrambe le
richieste”. Il portale ideato dai tre ragazzi è già attivo,
ora si aspetta solo di ricevere le prime donazioni per poi
poter fare i primi regali a chi ne ha bisogno. “Uno dei motivi
che ci ha convinto ancor di più che quello che vogliamo fare è
una cosa importante è stato il racconto che mia madre mi ha
fatto alcune settimane fa. Lei è un insegnante di sostegno e
mi ha parlato di un suo studente che non può seguire le
lezioni perchè in famiglia non hanno e non possono acquistare
un computer”. Nei prossimi giorni i tre giovani studenti
salernitani inizieranno a promozionare la loro iniziativa
anche attraverso i canali social, sperando di poter riuscire
ad arrivare al maggior numero di persone e di poter al tempo
stesso aiutare il maggior numero di studenti.

Lettera al Ministro di Pia
Giuseppa Santoro docente “con
gli occhiali storti”
di Monica De Santis

Pia Giuseppa Santoro, è una 28enne, di Bellizzi, laureata in
lettere classiche e specializzata sul Sostegno dopo aver vinto
il Tfa presso l’Università degli studi di Salerno.
Attualmente, è una felice, docente di sostegno presso
l’Istituto Alberghiero Raffaele Viviani di Agerola e come
tanti docenti fa la pendolare da Bellizzi ad Agerola. Alla
stregua di molti docenti specializzati, vincitori a monte di
un concorso formativo, purtroppo Pia Giuseppa è una delle
tante docenti precarie e costrette a non garantire continuità
didattica a quei discenti “dalla speciale normalità”. Per
questo ed anche per altri motivi ha scelto di scrivere una
lettera al ministro Bianchi. Una lettera nella quale racconta
una storia, o meglio un’esperienza che spera possa avere
riscontro nel cuore di molti suoi colleghi e di molte
famiglie. La tematica affrontata nella sua lettera è, al
momento, molto dibattuta politicamente ed è per questo che la
giovane docente spera si possa trovare una sintesi che giovi
in primis ai discenti “arcobaleno”. Nella sua nota
al Ministro, Pia Giuseppa Santoro esordine presentandosi come
“La professoressa dagli occhiali storti, ma Lei può chiamarmi
semplicemente Pia. Sembra essere l’inizio di una gag comica,
in realtà questo è l’appellativo datomi dal primo ragazzo
“arcobaleno” che ha riempito le mie giornate tediate da una
banale stereotipia! Ho intrapreso la mia carriera da precaria
subito dopo il percorso di Laurea, Francesco (nome generico
per privacy) è stato il mio sprone , il monito che mi ha
permesso di capire quanto il mondo possa essere filtrato
diversamente attraverso un paio di occhiali storti. Era il mio
terzo anno di insegnamento e ,come molti docenti pendolari il
tempo era spesso beffardo. Presa da mille pensieri, dopo due
ore di macchina per raggiungere la scuola, aprii l’ombrello
per riparare me ed il piccolo Francesco che stava per correre
sotto la pioggia al fine di raggiungere i suoi compagni pronti
ad accingersi all’ingresso dell’istituto. Il movimento celere
mi fece scivolare gli occhiali rompendone l’asticella e
deformandoli ai lati. Durante tutte le ore di lezione
Francesco mi guardava soddisfatto, con un sorriso che si
confondeva con la sua forte attenzione e voglia di imparare.
Il giorno dopo mi presentai senza occhiali, decisi di
combattere la pioggia con un bel paio di lenti a contatto!
Francesco mi guardò corrucciato in volto, mi chiedeva con
insistenza di indossare quegli occhiali storti. Dopo qualche
ora chiesi sorridendo: è tanto spaventosa la professoressa
senza occhiali?. ‘No, ma sei come me con gli occhiali storti’.
In quel momento capii che Francesco aveva un cromosoma in meno
nel suo Dna, un cromosoma che aveva deciso di rendere più
grande il suo cuore e di vedere il bello in ciò che, solo
all’apparenza, sembrava essere diverso. Da quel giorno
indossai gli occhiali dall’asticella rotta tutti i giorni e, a
dirla tutta, ero io a non poterne fare a meno! Il distacco,
egregio Ministro, è stato duro: sento ancora Francesco ma,
come potrà immaginare, la continuità è un miraggio lontano per
noi specializzati, è un’unione spezzata da leggi che ci
logorano come persone, destrutturano la dignità di noi docenti
danneggiando in primis i ragazzi. Sappiamo bene quanto Lei sia
sensibile alle dinamiche dell’inclusione, sappiamo bene quanto
ci tenga a mettere la scuola al primo posto. I problemi ci
sono da anni e non si possono risolvere con una bacchetta
magica o con dissapori evidenti rivolti al mondo del
precariato. Gentilissimo Ministro Bianchi il nostro invito è
quello di poter creare insieme dei colori diversi, una
tavolozza di buoni propositi per questi precari specializzati
che, difatti, hanno già superato dure prove concorsuali
altamente selettive, ci siamo formati sul campo con anni di
lavoro e tirocini in itinere previsti già a monte nel percorso
formativo del TFA, oltre che ad esami e laboratori. I nostri
tirocini ci hanno aperto altre porte dalla normale specialità.
I numeri, le proposte, le sintesi di opinioni possono dare
valore al lavoro, alla passione e all’amore che ognuno di noi
nutre per questi discenti che diventano un unicum inscindibile
di esperienza e realtà quotidiana. Stabilizzarci significa
donare libertà di espressione e dignità a questi ragazzi ed
alle loro famiglie che cercano, instancabilmente, continuità
didattica volta ad una legittima autodeterminazione della
persona. Gentile Ministro, indossi anche Lei ‘degli occhiali
storti’: la prospettiva sarà diversa, ma Lei permetterà di
apprezzare un orizzonte inclusivo, un mondo a testa in giù che
trasporta in una realtà fatta di affetto e desiderio di
autonomia”.

Concorso a premi per studenti
per raccontare il Covid
di Monica De Santis

“Noi, ragazzi al tempo del Covid”, è il nome del concorso
messo in atto dalla Fondazione Matteo e Claudina de Stefano,
concorso che a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia
ha visto prorogare i termini di scadenza fino al prossimo 30
novembre 2021. Dedicato agli alunni frequentanti le scuole
secondarie di secondo grado del Cilento, “Noi, ragazzi al
tempo del Covid” è un concorso, come detto, a premi per opere
audiovisive, della durata massima di 7 minuti, autoprodotte
dai ragazzi. I video verranno premiati con un passaggio
televisivo sulla rete televisiva CilentoChannel e i vincitori
riceveranno coupon del valore di 300, 200 e 100 euro presso il
negozio di elettronica 4GMobileMe di Agropoli. Inoltre il
gruppo la cui opera verrà selezionata come la migliore tra
tutte verrà iscritto a un concorso nazionale. L’invito ad
iscriversi già da subito, inviando l’adesione a
sportello@fondazionedestefano.it; il regolamento completo
potrà essere scaricato sul sito web della Fondazione:
www.fondazionedestefano.it/concorso-scuole/. Sempre a causa
dell’imperversare del Covid-19 , tenuto conto anche delle
varianti che si sono diffuse, con riguardo a quella inglese,
la commissione ha deciso di ammettere anche i corti elaborati
da un solo ragazzo, e non necessariamente da gruppi. Il
contest è rivolto agli alunni residenti nel territorio
cilentano, frequentanti le scuole secondarie di secondo grado
del territorio, i quali potranno partecipare inviando la loro
opera originale e inedita della durata massima di sette
minuti, raccontando l’esperienza diretta con l’emergenza
sanitaria, attraverso il cambiamento delle relazione nel
vivere quotidiano. Durante gli scorsi mesi si è pubblicizzato
sul web l’iniziativa che ha ottenuto circa 500 interazioni
indice di un significativo riscontro da parte dei giovani
all’iniziativa. In collaborazione con il Laboratorio di
Storytelling Audiovisivo del Dipartimento di Scienze della
Comunicazione (LABSAV) dell’Università degli Studi di Salerno,
il concorso prevede, come detto, tre premi da 500,00 euro
spendibili presso il negozio 4GMobileme di Agropoli, una
trasmissione su Cilento Channel e, per il primo classificato,
l’iscrizione ad un concorso internazionale di filmati per
ragazzi. Gli elaborati dovranno essere inviati con WeTransfer
all’indirizzo riportato nel regolamento, la premiazione
avverrà nel mese di dicembre 2021. I racconti visivi e
audiovisivi presentati dovranno riguardare le relazioni al
tempo del Covid in uno o più dei seguenti ambiti tematici: •
Azioni della vita quotidiana • Rapporti con lo studio e la
scuola • Svago e tempo libero • Affetti, amicizie e amori •
Famiglia L’iscrizione al concorso è gratuita, l’opera deve
essere inedita. Il concorso ha l’obiettivo di valorizzare
l’utilizzo espressivo e creativo degli strumenti audiovisivi,
in particolare amatoriali (come tablet e smartphone).

Scontro Procure: de Magistris
condannato a pagamento spese
Il Tribunale di Salerno, prima sezione penale, ha condannato
Luigi de Magistris al pagamento delle spese processuali del
grado di appello a seguito dell’annullamento senza rinvio,
operato dalla Suprema Corte. Davanti al Tribunale campano si
e’, infatti, svolto un lungo procedimento per corruzione in
atti giudiziari istruito in seguito alle denunce dell’ex pm di
Catanzaro il quale si era costituito parte civile nel processo
contro, tra gli altri, l’ex procuratore aggiunto del capoluogo
Salvatore Murone e l’ex Procuratore generale facente funzioni
Dolcino Favi, accusati di avere illecitamente avocato le
inchieste “Why not” e “Poseidone” a de Magistris. La Corte di
Cassazione ha infine emesso sentenza di assoluzione per
insussistenza del fatto, come era emerso in primo grado. I
giudici di Salerno, richiesti di decidere sulla istanza
avanzata dal difensore di Murone di condanna di de Magistris
alle spese sostenute in grado di appello, hanno affermato: “Si
ritiene che la richiesta formulata vada accolta atteso che la
sentenza emessa in grado di appello di estinzione del reato
per prescrizione e’ stata annullata senza rinvio dalla Corte
di Cassazione ed e’ divenuta, pertanto, definitiva la sentenza
di assoluzione per insussistenza del fatto emessa in primo
grado”. “La motivazione del provvedimento smentisce
categoricamente – afferma l’avvocato Mario Murone, legale di
Salvatore – ove ve ne fosse stato bisogno, quanto sostenuto da
de Magistris subito dopo essere venuto a conoscenza della
sentenza di annullamento della Cassazione: ‘Ci sono alcune
cose chiare dalle quali non si puo’ scappare: il fatto storico
e’ ricostruito in via definitiva. La Cassazione non puo’
entrare nel fatto. La sentenza della Corte d’Appello
di Salerno in cui si parla di condotte, seppur prescritte, di
abuso d’ufficio, quindi di sottrazioni illecite delle
inchieste Why not e Poseidone, al fine di danneggiarmi e
avvantaggiare gli indagati, e’ un fatto storico acclarato e la
storia non puo’ essere cambiata, qualunque sia la motivazione
della Corte di Cassazione'”. “Il Tribunale di Salerno –
conclude Murone – ha disvelato la evidente pretestuosita’
dell’affermazione di de Magistris chiarendo che ‘l’appello
proposto dalla parte civile, in base a quanto stabilito dalla
Corte di Cassazione, era inammissibile’. Da qui la condanna
del Sindaco di Napoli”.

IeS Studio, un’occasione per
i giovani e per il Sud Italia
IeS studio finanza agevolata e Architettura, è una studio
costituito da due giovani professioniste, l’Architetto Giulia
Izzo e il Dott. Commercialista Antonietta Salvato. Lo studio
ha sede ad Eboli in provincia di Salerno, in centro, in via
Giacomo Matteotti n°6 e in via SS19 n°12. Il loro forte
entusiasmo nella rinascita del territorio risulta estremamente
coinvolgente, la fusione tra due mondi paralleli, tra due
competenze diverse, sembra sia la chiave per sbloccare il
sistema in panne. Ci accomodiamo nella sede dello studio in
centro, ci accolgono l’Architetto e la Commercialista, alle
quali poniamo alcune domande.
Cos’è IeS Studio?
“IeS Studio – Finanziare per Costruire è uno studio di
consulenza specializzato in Finanza Agevolata e Architettura e
Design fondato da Giulia Izzo e Antonietta Salvato, da cui
prende il nome. Si rivolge ai privati e alle imprese con
l’obiettivo di aiutarli a dare forma ai loro progetti: dalla
progettazione di una casa, alla progettazione di un’attività
commerciale. Ci occupiamo di ottenere contributi a fondo
perduto, finanziamenti a tasso zero e crediti d’imposta,
nonché le necessarie pratiche edilizie”.
Come nasce?
“IeS Studio nasce da un’esigenza: aiutare concretamente i
giovani ad investire nel Sud. Molti di loro non avendo i mezzi
per aprire attività con le loro economie, chiedono
finanziamenti agevolati, in particolare RESTO AL SUD,
commettendo, però, alcuni errori di percorso che potrebbero
mettere a rischio tutto il progetto. Ė qui, infatti, che
subentriamo noi: accogliamo l’idea senza snaturarla, ma gli
diamo una rotta, ragionando sin dall’inizio sulla fattibilità,
realizzando un business plan dettagliato e cercando di ridurre
al massimo il rischio d’impresa”.
Chi si rivolge a voi?
Abbiamo un ampio ventaglio di Committenze: da un lato ci
rivolgiamo ad aspiranti imprenditori e/o imprese già attive
ottenendo contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso
zero elargiti da Invitalia Spa, dall’altro ci siamo ritrovate
nell’affascinante opportunità dettata dal decreto-legge 19
maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge
17 luglio 2020, n. 77 riguardante il Superbonus 110%. Ed ecco
che il ventaglio di Committenze, rivolto prima a Giovani
imprenditori, ha spostato lo sguardo su tutte le età, in
quanto i beneficiari del Superbonus 110% sono condomini,
villette e unifamiliari, con l’opportunità di rendere una casa
ecosostenibile, a bassa emissione e ad alto efficientamento
energetico, aumentando la qualità della vita e del pianeta
dove si vive”.
IeS Studio un volano per il Sud?
“Noi crediamo che il Sud sia una risorsa per l’Italia intera.
Io e la Dott.ssa Antonietta Salvato vediamo la nostra terra,
come un luogo dalla bellezza disarmante e dall’ alto
potenziale. Così ci siamo unite, io come Architetto avrei
contribuisco a costruire le idee di chi decide di rimanere o
di ritornare e la Dott.ssa Salvato come Commercialista aiuta a
ottenere i mezzi finanziari per realizzare i sogni dei
visionari. Abbiamo fondato Ies – Studio Finanza Agevolata e
Architettura e investiamo nel futuro del Sud, contribuendo ad
un cambiamento territoriale che vede molti, come noi,
impegnati in un’idea comune di evoluzione.
Inoltre, la pandemia ci ha insegnato a modificare radicalmente
la prospettiva e ci ha fatto porre attenzione sul concetto
d’appartenenza, sul bisogno di casa. Abbiamo assistito a
questo cambiamento, ancora in atto, ce ne siamo rese conto,
professionalmente e personalmente. Io sono un Architetto con
forte stampo umanistico, sono convinta che gli spazi di casa,
del lavoro, della scuola, sono fortemente violentati, hanno
bisogno di un’anima dei luoghi. I movimenti, all’interno dello
spazio, devono essere pensati e gestiti in armonia con la
vocazione del luogo, devono tendere all’autonomia
dell’individuo che sia un bambino, un adulto o un anziano. È
necessario vivere un luogo chiuso in maniera armonica,
ricordando l’importanza della luce, degli arredi, delle
distribuzioni interne. Abbiamo dimenticato che le scuole non
sono luoghi statici, non può evolversi la didattica e rimanere
stazionario lo spazio dell’ambiente in cui la didattica
esiste. Bisogna demolire le aule delle classi eccessivamente
ristrette e circoscritte, i corridoi delle case senza luce,
gli ambienti lavorativi monotoni e opprimenti, per creare
luoghi in grado di nutrire, e in particolare parlo della
scuola perché è dalle generazioni future che si rinasce”.
Fausto    Martino:   “Oriol
Bohigas temeva l’arresto”
“Oriol Bohigas aveva paura di venire a Salerno, temeva
l’arresto dopo i fatti accaduti e i titoloni dei giornali”.
L’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Salerno Fausto
Martino è un fiume in piena, a Tribuna Politica. A distanza di
15 giorni, infatti, i Figli delle Chiancarelle sono tornati
ospiti della trasmissione di approfondimento politico condotta
dal direttore Tommaso D’Angelo e da Erika Noschese, per fare
il punto della situazione in vista delle comunali. A far
rivivere una serie di dinamiche interne all’amministrazione
comunale di quegli anni il giornalista Gabriele Bojano,
intervenuto come disturbatore. “Le archistar non protestano
per il modo in cui sono state sedotte e abbandonate, con
progetti mai portati a termine?”, ha infatti chiesto Bojano.
Da qui il racconto di Fausto Martino: “Quando il progetto di
Porta Ovest è stato stravolto, Pica Ciamarra ha fatto casino,
ha impugnato la questione davanti ai giudici amministrativi e
in sede civile – ha raccontato Martino – C’è chi si è
ribellato. Io ho lavorato al piano regolatore, quando mi sono
dimesso e si aprirono alcune indagini abbastanza importante e
le notizie arrivarono fino a Barcellone: Bohigas mi chiese di
incontrarci, aveva paura di venire a Salerno perché temeva
l’arresto. Ci incontrammo in un territorio neutro, nell’agro
nocerino sarnese e io rassicurai Oriol”. Bohigas era
particolarmente preoccupato tanto da non voler venire più a
Salerno ma Martino nel frattempo si era dimesso da assessore.
“Venne una sola volta, dopo quella vicenda per fare una cosa
che io rimprovero: firmare il piano urbanistico comunale. Nel
2003, Bohigas aveva presentato il piano regolatore; dal 2003
al 2005 diventò Puc e lui firmò”, ha raccontato ancora. Da
quel giorno il noto architetto non è più stato a Salerno.
Tribuna Politica ieri sera ha ospitato anche Mimmo Florio ed
Edy Piro e per loro è stata l’occasione anche per evidenziare
i punti principali del loro programma elettorale. Spiagge
libere attrezzate, parcheggi gratuiti, manutenzione, ambiente,
sanità, sostegno alle società sportive, rete fognaria,
trasparenza amministrativa e scuola sono infatti alcuni dei
punti programmatici che le Chiancarelle presenteranno alla
città con un programma ben dettagliato. “Stiamo lavorando
insieme con ottimo risultati. Non sono mai entrato nella
logica della candidatura – ha detto ancora Fausto Martino –
Candidarsi è stata una decisione di necessità, le vicende
salernitane sono talmente gravi sotto il profilo della
irreversibilità degli interventi che la candidatura si è resa
necessaria, con un consenso unanime: è il momento di
presentarsi come soggetti capaci di rappresentare una volontà
amministrativa”.

“Quella di Fausto Martino candidatura necessaria”
“E’ stata una piacevole sorpresa vedere che vi state
organizzando e bene, con una persona come Fausto Martino”. Lo
ha dichiarato Salvatore Gagliano, imprenditore alberghiero di
Praiano, ospite – nelle vesti di disturbatore – a Tribuna
Politica. Gagliano, nel suo intervento, ha anche ammesso di
aver rifiutato una serie di proposte di candidature, dopo la
sua esperienza a Palazzo di Città, dal 2011. Gagliano ha
infatti invitato Martino a scendere in campo, nelle vesti di
candidato sindaco. “La nostra ambizione è ricomporre una
confederazione di quanti si riconoscono in determinati
valori”, ha replicato Martino, sottolineando di voler
contrapporre al candidato dell’amministrazione uscente una
squadra “di persone competenti e giovani”.

“Chi ci garantisce che post elezioni nulla cambi di voi”

“Più manutenzioni meno inaugurazioni”, ha detto nel corso del
suo intervento il giornalista e scrittore Gabriele Bojano che
punta l’attenzione su una serie di opere inaugurate e mai
operative. “Bisogna dare merito a I Figli delle Chiancarelle
di aver dato dignità e sistema a tutte le voci contrarie di
questa città, hanno dimostrato che il re è nudo e si può
ironizzare, anche sul sindaco in carica”. Bojano si dice
preoccupato per la candidatura perché, ha spiegato, “di gruppi
espressione del malcontento ne abbiamo avuto tutti, come il
Movimento 5 Stelle. Mi chiedo: siete tutti d’accordo su questa
decisione? Chi ci garantisce che resterete i Figli delle
Chiancarelle che abbiamo conosciuto?”. A rassicurare Bojano ci
ha pensato Edy Piro: “Noi rimaniamo quelli che andranno a
rompere le uova, saremo sempre disturbatori”.

“Conoscere il programma prima di decidere davvero”

Valorizza il lavoro dell’amministrazione comunale, in ambito
culturale, e chiede di conoscere il programma elettorale
relativo al teatro e alla cultura, Ugo Piastrella, attore,
regista e direttore artistico del Teatro Nuovo. In qualità di
terzo disturbatore, Piastrella ha chiesto di conoscere
l’impegno che le Chiancarelle intendono mettere in campo in
vista delle prossime elezioni comunali. “Un premio alla
qualità e al lavoro, c’è un po’ di confusione nella parola
cultura, spettacolo e bisogna capire che chi fa questo lavoro,
ha persone con lui merita più attenzione, soprattutto rispetto
a chi fa teatro amatoriale”, ha chiarito il direttore
artistico del Teatro Nuovo. A replicare Mimmo Florio,
annunciando che a breve sarà presentanto il programma
elettorale, con proposte in ogni settore per dare nuova vita
alla città capoluogo.
Esposto contro infermiere.
“Dopo 7 ore mi avvertono
della morte di mio padre”
di Erika Noschese

Ricoverato ad Avellino per un intervento di pacemaker, dopo le
dimissioni viene colto da infarto e ricoverato al Ruggi: le
sue condizioni di salute si aggravano, fino alla morte ma alla
famiglia viene comunicato del decesso solo sette ore dopo.
Ennesima storia di malasanità o forse negligenza da parte
degli operatori in servizio, denunciata dalla famiglia
Alfinito. L’uomo, di 90 circa, subisce un intervento di
pacemaker ad Avellino; ad un giorno dalle dimissioni l’uomo
viene colto da infarto. Era il 2 aprile. Immediata la corsa
verso l’ospedale Ruggi d’Aragona. A causa delle norme anti
covid, la famiglia non ha la possibilità di recarsi in
ospedale né di avere contatti diretti con l’uomo. “Una volta
al giorno, per due minuti esatti, potevamo parlare con il
medico che ci aggiornava sullo stato di salute di mio padre”,
ha raccontato la figlia, Monica. Tutto sembrava procedere per
il meglio, così pensava la famiglia ma le condizioni dell’uomo
si sono aggravate, fino a portarlo alla morte. “Abbiamo dovuto
fare i conti con le conseguenze disumane del Covid, anche chi
non è positivo non può avere contatti con i familiari e a mio
padre è stato impossibile vedere noi, abbiamo avuto la
possibilità di ricevere una telefonata durante la quale ci
venivano comunicate le sue condizioni di salute – ha aggiunto
la figlia – Chiaramente, le sue condizioni di salute sono
precipitate all’improvviso, quando la situazione era
irreversibile però nessuno ci ha avvertito, non hanno avuto
l’umanità di dirci di riportarlo a casa e assisterlo nelle
ultime ore della sua vita”. L’uomo è infatti morto alle 4.30
ma la famiglia lo ha saputo solo alle 10.45. Giunta in
ospedale, alla famiglia nessun accenno di scuse: dal Ruggi
hanno solo detto che avrebbero presentato un esposto contro
l’infermiere di turno in quel lasso di tempo. “Nessuno ci ha
chiamato, non abbiamo ricevuto neanche le scuse. Vorrei
sapere: in quelle sei ore mio padre dove è stato? Noi solo
alle 14 ci è stato possibile vegliare nostro padre senza
contare che – proprio a causa della pandemia – non è stato
possibile assistere mio padre, riceve una sua telefonata o un
video, non sappiamo se mio padre si è sentito abbandonato, non
sappiamo nulla”. Dal Ruggi hanno comunicato solo che l’uomo,
per la maggior parte del tempo, era sotto sedativi perché
agitato. “Mio padre non era positivo al covid, non lo siamo
noi e abbiamo chiesto di poterlo vedere almeno attraverso un
vetro ma non ci è stato concesso, è come se mio padre fosse
andato via il due aprile, da quel giorno non lo abbiamo più
visto”, ha raccontato ancora Monica. “Racconto questa storia
per chi è ancora ricoverato, per le loro famiglie affinché
nessuno subisca più questo trattamento, nessuno mi restituirà
mio padre e nessuno mi toglierà il dolore ma non si agisce
così nei confronti di un essere umano”, ha detto ancora la
figlia.

Ciarambino (M5S): “De Luca
vuole scudo penale per chi
spenderà i fondi del Recovery
found”
“Con una seduta lampo la IV Commissione Trasporti e Lavori
Pubblici ha avviato l’esame del disegno di legge, a firma del
governatore De Luca, che punta a istituire uno scudo penale
per chiunque gestirà i fondi Recovery e Next Generation Eu.
Con una proposta di modifica alle Camere della legge
nazionale, sbandierata come una misura di semplificazione, il
governatore punta a introdurre un regime di impunità per il
reato di abuso di ufficio in relazione a tutte le procedure
adottate in esecuzione di progetti finanziati con le risorse
in arrivo dall’Europa. Piuttosto che preoccuparsi della
qualità e dell’efficacia della spesa dei fondi in arrivo,
potenziando gli uffici e formando il personale, la prima
misura proposta da De Luca è invece uno scudo penale per chi
spenderà quei soldi. Se il buongiorno si vede dal mattino…”.
Lo denuncia la vicepresidente del Consiglio regionale dalla
Campania e capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino, a
margine della seduta della IV Commissione a cui ha preso parte
il consigliere regionale M55 Vincenzo Ciampi. “Da mesi
chiediamo al governatore un impegno a riorganizzare uffici e
dipartimenti, acquisendo le competenze che mancano, così da
farci trovare pronti quando i fondi arriveranno e spendere
ogni singolo euro per cambiare il volto della nostra regione.
Ed è inconcepibile che ad oggi in Consiglio regionale non ci
sia stato alcun momento di confronto su Recovery Fund, mentre
la prima volta che se ne parla è solo per mettere in salvo da
indagini chi sarà incaricato di spendere quei soldi. Siamo
pronti a discutere su misure di semplificazione, assolutamente
necessarie, tese a ridurre i tempi per l’esecuzione delle
opere, ma non possiamo accettare che diventino il pretesto per
introdurre scudi penali. D’altra parte non possiamo non
rilevare la perfetta sintonia e sincronia del governatore con
la visione di Salvini, che proprio oggi torna a chiedere la
sospensione del Codice degli appalti fino al 2026”.
L’appello    di    Valiante:
“Vaccinare subito le persone
fragili”
Continua la campagna vaccinazione presso l’hub istituita
all’interno della palestra dell’I.C. Picentia, a Pontecagnano
Faiano. Dopo ben 1.800 inoculazioni effettuate nel corso di
due week end consecutivi, il polo ospiterà ulteriori 600
cittadini aventi diritto. Oggi si procederà con i soggetti
fragili (in numero di 200), debitamente convocati dall’Asl,
nelle ore comprese fra le ore 15:00 e le ore 18:00. Domani e
giovedì 22, ugualmente dalle ore 15:00 alle ore 18:00, si
procederà ai richiami (per un totale di 400), parimenti solo e
soltanto previa chiamata da parte degli organi di competenza.
“Un vero orgoglio per la nostra città portare avanti una
campagna vaccinale spedita e debitamente organizzata. Il
lavoro è duro, richiede competenza ma anche umanità e
vicinanza ai cittadini, ma ci porterà nella direzione di
garantire il vaccino ad un numero sempre crescente di persone.
L’auspicio è di portare a termine nel più breve tempo
possibile, e con il consueto senso di responsabilità, questa
fase che chiude un cerchio doloroso, ma che abbiamo saputo
fronteggiare con coraggio, ciascuno nel rispetto dei propri
ruoli”, il vice sindaco, con delega alla Salute, Michele
Roberto Di Muro. “Non posso che esprimere piena soddisfazione
per un’attività che sta diventando sempre più celere e
fattiva. Grazie al contributo delle Asl, del personale medico
e paramedico, dei volontari e delle Forze dell’Ordine, nonché
degli stessi cittadini, a metà settimana avremo raggiunto la
cifra di quasi 2.500 vaccini. Ovviamente questo è solo un
punto di partenza: gradualmente conseguiremo numeri più alti,
estendendo le inoculazioni ad ulteriori categorie. Rinnovo il
mio appello alla collaborazione ed al rispetto delle regole.
Uniti, supereremo anche questa prova”, ha concluso il Sindaco
Giuseppe Lanzara. A Baronissi, invece, il sindaco Gianfranco
Valiante chiede di procedere in tempi rapidi con le
vaccinazioni delle persone appartenenti alle fasce deboli.
Ieri mattina c’è stato un incontro fra la dirigenza del
distretto sanitario 67 dell’Asl e medici di famiglia per
organizzare la partenza del servizio di vaccinazione anticovid
delle persone fragili. La vaccinazione delle persone affette
da gravi patologie, “cosiddette fragili”, ha avuto da tempo
inizio ovunque tranne che nei comuni di competenza del
distretto sanitario n. 67 di Mercato San Severino. “Nessun
vaccino finora per le persone più esposte e più a grave
rischio, nonostante le avvenute forniture del siero e
nonostante la categoria sia stata inserita dal Governo
Italiano nelle priorità assolute – ha dichiarato il sindaco
Valiante – E’ purtroppo un triste primato. Speriamo vivamente
che oggi si decida finalmente di partire. E gli ospiti della
casa di riposo San Francesco di Baronissi sono anch’essi in
spasmodica attesa dei vaccini”.
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