Chiara Natella: "Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre"
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Chiara Natella: “Fiera del Crocefisso Ritrovato? Forse a settembre” di Monica De Santis La scorsa settimana presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa con il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato la roadmap delle riaperture in Italia. Riaperture che si avranno dal prossimo 26 aprile e che riguarderanno in particolar modo le regioni a fascia gialla e qualcosina anche per le regioni in fascia arancione. Un “rischio calcolato”, come lo ha definito Draghi durante la presentazione delle date di apertura delle attività fermate dalla pandemia di Covid-19 in questi lunghi 15 mesi. Aperture che riguardano palestre, ristoranti, bar e fiere ed eventi. Queste ultime due categorie potranno ripartire dal prossimo primo luglio. Nel ordine delle riaperturepreviste dal governo il via come detto si avrà nelle zone gialle il 26 aprile, quando i bar e i ristoranti, potranno tornare a far sedere i loro clienti ai tavoli ma soltanto all’aperto, e potranno restare aperti anche la sera, così come teatri, cinema e spettacoli sia in spazi esterni che al chiuso con limite di capienza. Dal primo maggio si ricomincerà anche con gli eventi sportivi agonistici, e dal primo giugno con la riapertura delle palestre fino, come abbiamo detto alle fiere e agli eventi, ed anche ai parchi termali e gli stabilimenti balneari. A Salerno la notizia viene accolta in maniera positiva da Chiara Natella, direttrice artistica della Bottega San Lazzaro, che da 15 mesi attende il momento buono per mettere in atto la trentesima edizione della Fiera del Crocefisso Ritrovato… “Stiamo valutando il da farsi – spiega Chiara Natella – da tempo speravamo di poter fare la trentesima edizione della nostra fiera entro la fine di quest’anno. Ma non sapevamo se fosse possibile. Ora ovviamente
abbiamo una piccola certezza in più. Ma non vogliamo farci illusioni, perchè sappiamo bene che la situazione potrebbe modificarsi in qualsiasi momento. Infondo il Governo ha detto che le fiere si potranno fare solo nelle regioni gialli, quindi la prima cosa dobbiamo aspettare che la Campania passi in zona gialla, e poi ovviamente potremmo anche ipotizzare una data. Diciamo che siamo orientati per il mese di settembre, ovviamente stiamo studiando una forma ridotta della fiera, per evitare assembramenti e confusione che comunque anche se in zona gialla non si possono e non di devono verificare fino a quando la campagna di vaccinazione non sarà completata”. Nel frattempo, Chiara Natella è impegnata anche nella programmazione dell’edizione 2021 del Barbuti Teatro Festival… “Al cartellone dei Barbuti stiamo già lavorando, abbiamo tantissime novità in cantiere, qualcuna è stata anticipata nel vostro programma da Antonella Iannone, e riguarda una settimana dedicata alla danza, con tante compagnie che saranno nostre ospiti. Ma poi ci saranno ancora altre novità. Sarà una bella rassegna e speriamo di riuscire così a far distrarre un po’ le persone, che hanno davvero bisogno di staccare dalle brutte notizie che sentiamo ogni giorno”. Tre studenti salernitani riciclano PC da donare a chi ne necessita di Monica De Santis Si chiamano Alessandro Polverino, anni 19, Antonio Vigorita, anni 19
e Carlo Vincenzo Stanzione anni 18. Nati e cresciuti a Salerno, si sono conosciuti qualche anno fa tra le mura del Liceo Francesco De Sanctis di Salerno. “Abbiamo partecipato tutti insieme ad una gara di robotica con l’Università, così ci siamo conosciuti”. Racconta Alessandro Polverino. Alessandro e Antonio erano compagni di classe di una delle sezioni di classico, del De Sanctis, Carlo, di un anno più piccolo, attualmente frequenta l’ultimo anno dell’indirizzo scientifico. Oggi Alessandro è iscritto all’Università e frequenta il primo anno del corso di laurea di Ingegneria Informatica, Antonio invece frequenta il primo
anno del corso di laurea di Economia e commercio. La loro amicizia oggi va avanti al di là della scuola e delle uscite nei fine settimana. I tre amici infatti, condividono molte passioni e tra queste anche quella per l’informativa. Una passione questa che li ha spinti a mettere su un progetto in favore e a sostegno di tutti quei bambini e ragazzi che non possono permettersi un dispositivo tecnologico per seguire le lezioni a distanza… “L’idea ci è venuta in base all’esperienza che dallo scorso marzo stiamo vivendo – racconta Alessandro Polverino – Abbiamo incontrato tanti studenti che non riuscivano e non riescono a seguire le lezioni perchè non hanno un computer. Così abbiamo pensato di fare qualcosa per riuscire a rendere internet alla portata di tutti”. Una sfida quella di Alessandro, Antonio e Carlo Vincenzo, che va al di là della Dad. Infatti, lo scopo della loro iniziativa benefica è quella di riuscire a far avere ad ogni studente un dispositivo elettronico, non solo per seguire le lezioni in Dad, che si spera presto diventino solo un ricordo, ma che possa aiutarli anche nelle ricerche, nella realizzazioni di power point o altri lavori che vengono assegnati durante le lezioni sia a scuola che all’università. “Abbiamo aperto un sito www.giveabit.it. – spiega ancora Alessandro Polverino – Attraverso questo portale chi vuole può donare computer tablet o cellulari che non funzionano, che sono lenti o vecchi. Noi li sistemiamo, li riportiamo a nuova vita e poi li donerem ad associazioni, parrocchie, enti o anche singole persone che ce ne faranno richiesta. Entrambe le richieste di donazioni o di ricevere può essere effettuata attraverso il nostro portale. Ci vogliono meno di cinque minuti per entrambe le richieste”. Il portale ideato dai tre ragazzi è già attivo, ora si aspetta solo di ricevere le prime donazioni per poi poter fare i primi regali a chi ne ha bisogno. “Uno dei motivi che ci ha convinto ancor di più che quello che vogliamo fare è una cosa importante è stato il racconto che mia madre mi ha fatto alcune settimane fa. Lei è un insegnante di sostegno e mi ha parlato di un suo studente che non può seguire le lezioni perchè in famiglia non hanno e non possono acquistare
un computer”. Nei prossimi giorni i tre giovani studenti salernitani inizieranno a promozionare la loro iniziativa anche attraverso i canali social, sperando di poter riuscire ad arrivare al maggior numero di persone e di poter al tempo stesso aiutare il maggior numero di studenti. Lettera al Ministro di Pia Giuseppa Santoro docente “con gli occhiali storti” di Monica De Santis Pia Giuseppa Santoro, è una 28enne, di Bellizzi, laureata in lettere classiche e specializzata sul Sostegno dopo aver vinto il Tfa presso l’Università degli studi di Salerno. Attualmente, è una felice, docente di sostegno presso l’Istituto Alberghiero Raffaele Viviani di Agerola e come tanti docenti fa la pendolare da Bellizzi ad Agerola. Alla stregua di molti docenti specializzati, vincitori a monte di un concorso formativo, purtroppo Pia Giuseppa è una delle tante docenti precarie e costrette a non garantire continuità didattica a quei discenti “dalla speciale normalità”. Per questo ed anche per altri motivi ha scelto di scrivere una lettera al ministro Bianchi. Una lettera nella quale racconta una storia, o meglio un’esperienza che spera possa avere riscontro nel cuore di molti suoi colleghi e di molte famiglie. La tematica affrontata nella sua lettera è, al momento, molto dibattuta politicamente ed è per questo che la giovane docente spera si possa trovare una sintesi che giovi in primis ai discenti “arcobaleno”. Nella sua nota al Ministro, Pia Giuseppa Santoro esordine presentandosi come
“La professoressa dagli occhiali storti, ma Lei può chiamarmi semplicemente Pia. Sembra essere l’inizio di una gag comica, in realtà questo è l’appellativo datomi dal primo ragazzo “arcobaleno” che ha riempito le mie giornate tediate da una banale stereotipia! Ho intrapreso la mia carriera da precaria subito dopo il percorso di Laurea, Francesco (nome generico per privacy) è stato il mio sprone , il monito che mi ha permesso di capire quanto il mondo possa essere filtrato diversamente attraverso un paio di occhiali storti. Era il mio terzo anno di insegnamento e ,come molti docenti pendolari il tempo era spesso beffardo. Presa da mille pensieri, dopo due ore di macchina per raggiungere la scuola, aprii l’ombrello per riparare me ed il piccolo Francesco che stava per correre sotto la pioggia al fine di raggiungere i suoi compagni pronti ad accingersi all’ingresso dell’istituto. Il movimento celere mi fece scivolare gli occhiali rompendone l’asticella e deformandoli ai lati. Durante tutte le ore di lezione Francesco mi guardava soddisfatto, con un sorriso che si confondeva con la sua forte attenzione e voglia di imparare. Il giorno dopo mi presentai senza occhiali, decisi di combattere la pioggia con un bel paio di lenti a contatto! Francesco mi guardò corrucciato in volto, mi chiedeva con insistenza di indossare quegli occhiali storti. Dopo qualche ora chiesi sorridendo: è tanto spaventosa la professoressa senza occhiali?. ‘No, ma sei come me con gli occhiali storti’. In quel momento capii che Francesco aveva un cromosoma in meno nel suo Dna, un cromosoma che aveva deciso di rendere più grande il suo cuore e di vedere il bello in ciò che, solo all’apparenza, sembrava essere diverso. Da quel giorno indossai gli occhiali dall’asticella rotta tutti i giorni e, a dirla tutta, ero io a non poterne fare a meno! Il distacco, egregio Ministro, è stato duro: sento ancora Francesco ma, come potrà immaginare, la continuità è un miraggio lontano per noi specializzati, è un’unione spezzata da leggi che ci logorano come persone, destrutturano la dignità di noi docenti danneggiando in primis i ragazzi. Sappiamo bene quanto Lei sia sensibile alle dinamiche dell’inclusione, sappiamo bene quanto
ci tenga a mettere la scuola al primo posto. I problemi ci sono da anni e non si possono risolvere con una bacchetta magica o con dissapori evidenti rivolti al mondo del precariato. Gentilissimo Ministro Bianchi il nostro invito è quello di poter creare insieme dei colori diversi, una tavolozza di buoni propositi per questi precari specializzati che, difatti, hanno già superato dure prove concorsuali altamente selettive, ci siamo formati sul campo con anni di lavoro e tirocini in itinere previsti già a monte nel percorso formativo del TFA, oltre che ad esami e laboratori. I nostri tirocini ci hanno aperto altre porte dalla normale specialità. I numeri, le proposte, le sintesi di opinioni possono dare valore al lavoro, alla passione e all’amore che ognuno di noi nutre per questi discenti che diventano un unicum inscindibile di esperienza e realtà quotidiana. Stabilizzarci significa donare libertà di espressione e dignità a questi ragazzi ed alle loro famiglie che cercano, instancabilmente, continuità didattica volta ad una legittima autodeterminazione della persona. Gentile Ministro, indossi anche Lei ‘degli occhiali storti’: la prospettiva sarà diversa, ma Lei permetterà di apprezzare un orizzonte inclusivo, un mondo a testa in giù che trasporta in una realtà fatta di affetto e desiderio di autonomia”. Concorso a premi per studenti per raccontare il Covid di Monica De Santis “Noi, ragazzi al tempo del Covid”, è il nome del concorso messo in atto dalla Fondazione Matteo e Claudina de Stefano, concorso che a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia
ha visto prorogare i termini di scadenza fino al prossimo 30 novembre 2021. Dedicato agli alunni frequentanti le scuole secondarie di secondo grado del Cilento, “Noi, ragazzi al tempo del Covid” è un concorso, come detto, a premi per opere audiovisive, della durata massima di 7 minuti, autoprodotte dai ragazzi. I video verranno premiati con un passaggio televisivo sulla rete televisiva CilentoChannel e i vincitori riceveranno coupon del valore di 300, 200 e 100 euro presso il negozio di elettronica 4GMobileMe di Agropoli. Inoltre il gruppo la cui opera verrà selezionata come la migliore tra tutte verrà iscritto a un concorso nazionale. L’invito ad iscriversi già da subito, inviando l’adesione a sportello@fondazionedestefano.it; il regolamento completo potrà essere scaricato sul sito web della Fondazione: www.fondazionedestefano.it/concorso-scuole/. Sempre a causa dell’imperversare del Covid-19 , tenuto conto anche delle varianti che si sono diffuse, con riguardo a quella inglese, la commissione ha deciso di ammettere anche i corti elaborati da un solo ragazzo, e non necessariamente da gruppi. Il contest è rivolto agli alunni residenti nel territorio cilentano, frequentanti le scuole secondarie di secondo grado del territorio, i quali potranno partecipare inviando la loro opera originale e inedita della durata massima di sette minuti, raccontando l’esperienza diretta con l’emergenza sanitaria, attraverso il cambiamento delle relazione nel vivere quotidiano. Durante gli scorsi mesi si è pubblicizzato sul web l’iniziativa che ha ottenuto circa 500 interazioni indice di un significativo riscontro da parte dei giovani all’iniziativa. In collaborazione con il Laboratorio di Storytelling Audiovisivo del Dipartimento di Scienze della Comunicazione (LABSAV) dell’Università degli Studi di Salerno, il concorso prevede, come detto, tre premi da 500,00 euro spendibili presso il negozio 4GMobileme di Agropoli, una trasmissione su Cilento Channel e, per il primo classificato, l’iscrizione ad un concorso internazionale di filmati per ragazzi. Gli elaborati dovranno essere inviati con WeTransfer all’indirizzo riportato nel regolamento, la premiazione
avverrà nel mese di dicembre 2021. I racconti visivi e audiovisivi presentati dovranno riguardare le relazioni al tempo del Covid in uno o più dei seguenti ambiti tematici: • Azioni della vita quotidiana • Rapporti con lo studio e la scuola • Svago e tempo libero • Affetti, amicizie e amori • Famiglia L’iscrizione al concorso è gratuita, l’opera deve essere inedita. Il concorso ha l’obiettivo di valorizzare l’utilizzo espressivo e creativo degli strumenti audiovisivi, in particolare amatoriali (come tablet e smartphone). Scontro Procure: de Magistris condannato a pagamento spese Il Tribunale di Salerno, prima sezione penale, ha condannato Luigi de Magistris al pagamento delle spese processuali del grado di appello a seguito dell’annullamento senza rinvio, operato dalla Suprema Corte. Davanti al Tribunale campano si e’, infatti, svolto un lungo procedimento per corruzione in atti giudiziari istruito in seguito alle denunce dell’ex pm di Catanzaro il quale si era costituito parte civile nel processo contro, tra gli altri, l’ex procuratore aggiunto del capoluogo Salvatore Murone e l’ex Procuratore generale facente funzioni Dolcino Favi, accusati di avere illecitamente avocato le inchieste “Why not” e “Poseidone” a de Magistris. La Corte di Cassazione ha infine emesso sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto, come era emerso in primo grado. I giudici di Salerno, richiesti di decidere sulla istanza avanzata dal difensore di Murone di condanna di de Magistris alle spese sostenute in grado di appello, hanno affermato: “Si ritiene che la richiesta formulata vada accolta atteso che la sentenza emessa in grado di appello di estinzione del reato per prescrizione e’ stata annullata senza rinvio dalla Corte
di Cassazione ed e’ divenuta, pertanto, definitiva la sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto emessa in primo grado”. “La motivazione del provvedimento smentisce categoricamente – afferma l’avvocato Mario Murone, legale di Salvatore – ove ve ne fosse stato bisogno, quanto sostenuto da de Magistris subito dopo essere venuto a conoscenza della sentenza di annullamento della Cassazione: ‘Ci sono alcune cose chiare dalle quali non si puo’ scappare: il fatto storico e’ ricostruito in via definitiva. La Cassazione non puo’ entrare nel fatto. La sentenza della Corte d’Appello di Salerno in cui si parla di condotte, seppur prescritte, di abuso d’ufficio, quindi di sottrazioni illecite delle inchieste Why not e Poseidone, al fine di danneggiarmi e avvantaggiare gli indagati, e’ un fatto storico acclarato e la storia non puo’ essere cambiata, qualunque sia la motivazione della Corte di Cassazione'”. “Il Tribunale di Salerno – conclude Murone – ha disvelato la evidente pretestuosita’ dell’affermazione di de Magistris chiarendo che ‘l’appello proposto dalla parte civile, in base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, era inammissibile’. Da qui la condanna del Sindaco di Napoli”. IeS Studio, un’occasione per i giovani e per il Sud Italia IeS studio finanza agevolata e Architettura, è una studio costituito da due giovani professioniste, l’Architetto Giulia Izzo e il Dott. Commercialista Antonietta Salvato. Lo studio ha sede ad Eboli in provincia di Salerno, in centro, in via Giacomo Matteotti n°6 e in via SS19 n°12. Il loro forte entusiasmo nella rinascita del territorio risulta estremamente coinvolgente, la fusione tra due mondi paralleli, tra due
competenze diverse, sembra sia la chiave per sbloccare il sistema in panne. Ci accomodiamo nella sede dello studio in centro, ci accolgono l’Architetto e la Commercialista, alle quali poniamo alcune domande. Cos’è IeS Studio? “IeS Studio – Finanziare per Costruire è uno studio di consulenza specializzato in Finanza Agevolata e Architettura e Design fondato da Giulia Izzo e Antonietta Salvato, da cui prende il nome. Si rivolge ai privati e alle imprese con l’obiettivo di aiutarli a dare forma ai loro progetti: dalla progettazione di una casa, alla progettazione di un’attività commerciale. Ci occupiamo di ottenere contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero e crediti d’imposta, nonché le necessarie pratiche edilizie”. Come nasce? “IeS Studio nasce da un’esigenza: aiutare concretamente i giovani ad investire nel Sud. Molti di loro non avendo i mezzi per aprire attività con le loro economie, chiedono finanziamenti agevolati, in particolare RESTO AL SUD, commettendo, però, alcuni errori di percorso che potrebbero mettere a rischio tutto il progetto. Ė qui, infatti, che subentriamo noi: accogliamo l’idea senza snaturarla, ma gli diamo una rotta, ragionando sin dall’inizio sulla fattibilità, realizzando un business plan dettagliato e cercando di ridurre al massimo il rischio d’impresa”. Chi si rivolge a voi? Abbiamo un ampio ventaglio di Committenze: da un lato ci rivolgiamo ad aspiranti imprenditori e/o imprese già attive ottenendo contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero elargiti da Invitalia Spa, dall’altro ci siamo ritrovate nell’affascinante opportunità dettata dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 riguardante il Superbonus 110%. Ed ecco che il ventaglio di Committenze, rivolto prima a Giovani imprenditori, ha spostato lo sguardo su tutte le età, in quanto i beneficiari del Superbonus 110% sono condomini, villette e unifamiliari, con l’opportunità di rendere una casa
ecosostenibile, a bassa emissione e ad alto efficientamento energetico, aumentando la qualità della vita e del pianeta dove si vive”. IeS Studio un volano per il Sud? “Noi crediamo che il Sud sia una risorsa per l’Italia intera. Io e la Dott.ssa Antonietta Salvato vediamo la nostra terra, come un luogo dalla bellezza disarmante e dall’ alto potenziale. Così ci siamo unite, io come Architetto avrei contribuisco a costruire le idee di chi decide di rimanere o di ritornare e la Dott.ssa Salvato come Commercialista aiuta a ottenere i mezzi finanziari per realizzare i sogni dei visionari. Abbiamo fondato Ies – Studio Finanza Agevolata e Architettura e investiamo nel futuro del Sud, contribuendo ad un cambiamento territoriale che vede molti, come noi, impegnati in un’idea comune di evoluzione. Inoltre, la pandemia ci ha insegnato a modificare radicalmente la prospettiva e ci ha fatto porre attenzione sul concetto d’appartenenza, sul bisogno di casa. Abbiamo assistito a questo cambiamento, ancora in atto, ce ne siamo rese conto, professionalmente e personalmente. Io sono un Architetto con forte stampo umanistico, sono convinta che gli spazi di casa, del lavoro, della scuola, sono fortemente violentati, hanno bisogno di un’anima dei luoghi. I movimenti, all’interno dello spazio, devono essere pensati e gestiti in armonia con la vocazione del luogo, devono tendere all’autonomia dell’individuo che sia un bambino, un adulto o un anziano. È necessario vivere un luogo chiuso in maniera armonica, ricordando l’importanza della luce, degli arredi, delle distribuzioni interne. Abbiamo dimenticato che le scuole non sono luoghi statici, non può evolversi la didattica e rimanere stazionario lo spazio dell’ambiente in cui la didattica esiste. Bisogna demolire le aule delle classi eccessivamente ristrette e circoscritte, i corridoi delle case senza luce, gli ambienti lavorativi monotoni e opprimenti, per creare luoghi in grado di nutrire, e in particolare parlo della scuola perché è dalle generazioni future che si rinasce”.
Fausto Martino: “Oriol Bohigas temeva l’arresto” “Oriol Bohigas aveva paura di venire a Salerno, temeva l’arresto dopo i fatti accaduti e i titoloni dei giornali”. L’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Salerno Fausto Martino è un fiume in piena, a Tribuna Politica. A distanza di 15 giorni, infatti, i Figli delle Chiancarelle sono tornati ospiti della trasmissione di approfondimento politico condotta dal direttore Tommaso D’Angelo e da Erika Noschese, per fare il punto della situazione in vista delle comunali. A far rivivere una serie di dinamiche interne all’amministrazione comunale di quegli anni il giornalista Gabriele Bojano, intervenuto come disturbatore. “Le archistar non protestano per il modo in cui sono state sedotte e abbandonate, con progetti mai portati a termine?”, ha infatti chiesto Bojano. Da qui il racconto di Fausto Martino: “Quando il progetto di Porta Ovest è stato stravolto, Pica Ciamarra ha fatto casino, ha impugnato la questione davanti ai giudici amministrativi e in sede civile – ha raccontato Martino – C’è chi si è ribellato. Io ho lavorato al piano regolatore, quando mi sono dimesso e si aprirono alcune indagini abbastanza importante e
le notizie arrivarono fino a Barcellone: Bohigas mi chiese di incontrarci, aveva paura di venire a Salerno perché temeva l’arresto. Ci incontrammo in un territorio neutro, nell’agro nocerino sarnese e io rassicurai Oriol”. Bohigas era particolarmente preoccupato tanto da non voler venire più a Salerno ma Martino nel frattempo si era dimesso da assessore. “Venne una sola volta, dopo quella vicenda per fare una cosa che io rimprovero: firmare il piano urbanistico comunale. Nel 2003, Bohigas aveva presentato il piano regolatore; dal 2003 al 2005 diventò Puc e lui firmò”, ha raccontato ancora. Da quel giorno il noto architetto non è più stato a Salerno. Tribuna Politica ieri sera ha ospitato anche Mimmo Florio ed Edy Piro e per loro è stata l’occasione anche per evidenziare i punti principali del loro programma elettorale. Spiagge libere attrezzate, parcheggi gratuiti, manutenzione, ambiente, sanità, sostegno alle società sportive, rete fognaria, trasparenza amministrativa e scuola sono infatti alcuni dei punti programmatici che le Chiancarelle presenteranno alla città con un programma ben dettagliato. “Stiamo lavorando insieme con ottimo risultati. Non sono mai entrato nella logica della candidatura – ha detto ancora Fausto Martino – Candidarsi è stata una decisione di necessità, le vicende salernitane sono talmente gravi sotto il profilo della irreversibilità degli interventi che la candidatura si è resa necessaria, con un consenso unanime: è il momento di presentarsi come soggetti capaci di rappresentare una volontà amministrativa”. “Quella di Fausto Martino candidatura necessaria”
“E’ stata una piacevole sorpresa vedere che vi state organizzando e bene, con una persona come Fausto Martino”. Lo ha dichiarato Salvatore Gagliano, imprenditore alberghiero di Praiano, ospite – nelle vesti di disturbatore – a Tribuna Politica. Gagliano, nel suo intervento, ha anche ammesso di aver rifiutato una serie di proposte di candidature, dopo la sua esperienza a Palazzo di Città, dal 2011. Gagliano ha infatti invitato Martino a scendere in campo, nelle vesti di candidato sindaco. “La nostra ambizione è ricomporre una confederazione di quanti si riconoscono in determinati valori”, ha replicato Martino, sottolineando di voler contrapporre al candidato dell’amministrazione uscente una squadra “di persone competenti e giovani”. “Chi ci garantisce che post elezioni nulla cambi di voi” “Più manutenzioni meno inaugurazioni”, ha detto nel corso del suo intervento il giornalista e scrittore Gabriele Bojano che punta l’attenzione su una serie di opere inaugurate e mai operative. “Bisogna dare merito a I Figli delle Chiancarelle di aver dato dignità e sistema a tutte le voci contrarie di questa città, hanno dimostrato che il re è nudo e si può ironizzare, anche sul sindaco in carica”. Bojano si dice preoccupato per la candidatura perché, ha spiegato, “di gruppi espressione del malcontento ne abbiamo avuto tutti, come il Movimento 5 Stelle. Mi chiedo: siete tutti d’accordo su questa
decisione? Chi ci garantisce che resterete i Figli delle Chiancarelle che abbiamo conosciuto?”. A rassicurare Bojano ci ha pensato Edy Piro: “Noi rimaniamo quelli che andranno a rompere le uova, saremo sempre disturbatori”. “Conoscere il programma prima di decidere davvero” Valorizza il lavoro dell’amministrazione comunale, in ambito culturale, e chiede di conoscere il programma elettorale relativo al teatro e alla cultura, Ugo Piastrella, attore, regista e direttore artistico del Teatro Nuovo. In qualità di terzo disturbatore, Piastrella ha chiesto di conoscere l’impegno che le Chiancarelle intendono mettere in campo in vista delle prossime elezioni comunali. “Un premio alla qualità e al lavoro, c’è un po’ di confusione nella parola cultura, spettacolo e bisogna capire che chi fa questo lavoro, ha persone con lui merita più attenzione, soprattutto rispetto a chi fa teatro amatoriale”, ha chiarito il direttore artistico del Teatro Nuovo. A replicare Mimmo Florio, annunciando che a breve sarà presentanto il programma elettorale, con proposte in ogni settore per dare nuova vita alla città capoluogo.
Esposto contro infermiere. “Dopo 7 ore mi avvertono della morte di mio padre” di Erika Noschese Ricoverato ad Avellino per un intervento di pacemaker, dopo le dimissioni viene colto da infarto e ricoverato al Ruggi: le sue condizioni di salute si aggravano, fino alla morte ma alla famiglia viene comunicato del decesso solo sette ore dopo. Ennesima storia di malasanità o forse negligenza da parte degli operatori in servizio, denunciata dalla famiglia Alfinito. L’uomo, di 90 circa, subisce un intervento di pacemaker ad Avellino; ad un giorno dalle dimissioni l’uomo viene colto da infarto. Era il 2 aprile. Immediata la corsa verso l’ospedale Ruggi d’Aragona. A causa delle norme anti covid, la famiglia non ha la possibilità di recarsi in ospedale né di avere contatti diretti con l’uomo. “Una volta al giorno, per due minuti esatti, potevamo parlare con il medico che ci aggiornava sullo stato di salute di mio padre”, ha raccontato la figlia, Monica. Tutto sembrava procedere per il meglio, così pensava la famiglia ma le condizioni dell’uomo si sono aggravate, fino a portarlo alla morte. “Abbiamo dovuto fare i conti con le conseguenze disumane del Covid, anche chi non è positivo non può avere contatti con i familiari e a mio padre è stato impossibile vedere noi, abbiamo avuto la possibilità di ricevere una telefonata durante la quale ci venivano comunicate le sue condizioni di salute – ha aggiunto la figlia – Chiaramente, le sue condizioni di salute sono precipitate all’improvviso, quando la situazione era irreversibile però nessuno ci ha avvertito, non hanno avuto l’umanità di dirci di riportarlo a casa e assisterlo nelle ultime ore della sua vita”. L’uomo è infatti morto alle 4.30 ma la famiglia lo ha saputo solo alle 10.45. Giunta in ospedale, alla famiglia nessun accenno di scuse: dal Ruggi
hanno solo detto che avrebbero presentato un esposto contro l’infermiere di turno in quel lasso di tempo. “Nessuno ci ha chiamato, non abbiamo ricevuto neanche le scuse. Vorrei sapere: in quelle sei ore mio padre dove è stato? Noi solo alle 14 ci è stato possibile vegliare nostro padre senza contare che – proprio a causa della pandemia – non è stato possibile assistere mio padre, riceve una sua telefonata o un video, non sappiamo se mio padre si è sentito abbandonato, non sappiamo nulla”. Dal Ruggi hanno comunicato solo che l’uomo, per la maggior parte del tempo, era sotto sedativi perché agitato. “Mio padre non era positivo al covid, non lo siamo noi e abbiamo chiesto di poterlo vedere almeno attraverso un vetro ma non ci è stato concesso, è come se mio padre fosse andato via il due aprile, da quel giorno non lo abbiamo più visto”, ha raccontato ancora Monica. “Racconto questa storia per chi è ancora ricoverato, per le loro famiglie affinché nessuno subisca più questo trattamento, nessuno mi restituirà mio padre e nessuno mi toglierà il dolore ma non si agisce così nei confronti di un essere umano”, ha detto ancora la figlia. Ciarambino (M5S): “De Luca vuole scudo penale per chi spenderà i fondi del Recovery found” “Con una seduta lampo la IV Commissione Trasporti e Lavori Pubblici ha avviato l’esame del disegno di legge, a firma del governatore De Luca, che punta a istituire uno scudo penale per chiunque gestirà i fondi Recovery e Next Generation Eu.
Con una proposta di modifica alle Camere della legge nazionale, sbandierata come una misura di semplificazione, il governatore punta a introdurre un regime di impunità per il reato di abuso di ufficio in relazione a tutte le procedure adottate in esecuzione di progetti finanziati con le risorse in arrivo dall’Europa. Piuttosto che preoccuparsi della qualità e dell’efficacia della spesa dei fondi in arrivo, potenziando gli uffici e formando il personale, la prima misura proposta da De Luca è invece uno scudo penale per chi spenderà quei soldi. Se il buongiorno si vede dal mattino…”. Lo denuncia la vicepresidente del Consiglio regionale dalla Campania e capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino, a margine della seduta della IV Commissione a cui ha preso parte il consigliere regionale M55 Vincenzo Ciampi. “Da mesi chiediamo al governatore un impegno a riorganizzare uffici e dipartimenti, acquisendo le competenze che mancano, così da farci trovare pronti quando i fondi arriveranno e spendere ogni singolo euro per cambiare il volto della nostra regione. Ed è inconcepibile che ad oggi in Consiglio regionale non ci sia stato alcun momento di confronto su Recovery Fund, mentre la prima volta che se ne parla è solo per mettere in salvo da indagini chi sarà incaricato di spendere quei soldi. Siamo pronti a discutere su misure di semplificazione, assolutamente necessarie, tese a ridurre i tempi per l’esecuzione delle opere, ma non possiamo accettare che diventino il pretesto per introdurre scudi penali. D’altra parte non possiamo non rilevare la perfetta sintonia e sincronia del governatore con la visione di Salvini, che proprio oggi torna a chiedere la sospensione del Codice degli appalti fino al 2026”.
L’appello di Valiante: “Vaccinare subito le persone fragili” Continua la campagna vaccinazione presso l’hub istituita all’interno della palestra dell’I.C. Picentia, a Pontecagnano Faiano. Dopo ben 1.800 inoculazioni effettuate nel corso di due week end consecutivi, il polo ospiterà ulteriori 600 cittadini aventi diritto. Oggi si procederà con i soggetti fragili (in numero di 200), debitamente convocati dall’Asl, nelle ore comprese fra le ore 15:00 e le ore 18:00. Domani e giovedì 22, ugualmente dalle ore 15:00 alle ore 18:00, si procederà ai richiami (per un totale di 400), parimenti solo e soltanto previa chiamata da parte degli organi di competenza. “Un vero orgoglio per la nostra città portare avanti una campagna vaccinale spedita e debitamente organizzata. Il lavoro è duro, richiede competenza ma anche umanità e vicinanza ai cittadini, ma ci porterà nella direzione di garantire il vaccino ad un numero sempre crescente di persone. L’auspicio è di portare a termine nel più breve tempo possibile, e con il consueto senso di responsabilità, questa fase che chiude un cerchio doloroso, ma che abbiamo saputo fronteggiare con coraggio, ciascuno nel rispetto dei propri ruoli”, il vice sindaco, con delega alla Salute, Michele Roberto Di Muro. “Non posso che esprimere piena soddisfazione per un’attività che sta diventando sempre più celere e fattiva. Grazie al contributo delle Asl, del personale medico e paramedico, dei volontari e delle Forze dell’Ordine, nonché degli stessi cittadini, a metà settimana avremo raggiunto la cifra di quasi 2.500 vaccini. Ovviamente questo è solo un punto di partenza: gradualmente conseguiremo numeri più alti, estendendo le inoculazioni ad ulteriori categorie. Rinnovo il mio appello alla collaborazione ed al rispetto delle regole. Uniti, supereremo anche questa prova”, ha concluso il Sindaco
Giuseppe Lanzara. A Baronissi, invece, il sindaco Gianfranco Valiante chiede di procedere in tempi rapidi con le vaccinazioni delle persone appartenenti alle fasce deboli. Ieri mattina c’è stato un incontro fra la dirigenza del distretto sanitario 67 dell’Asl e medici di famiglia per organizzare la partenza del servizio di vaccinazione anticovid delle persone fragili. La vaccinazione delle persone affette da gravi patologie, “cosiddette fragili”, ha avuto da tempo inizio ovunque tranne che nei comuni di competenza del distretto sanitario n. 67 di Mercato San Severino. “Nessun vaccino finora per le persone più esposte e più a grave rischio, nonostante le avvenute forniture del siero e nonostante la categoria sia stata inserita dal Governo Italiano nelle priorità assolute – ha dichiarato il sindaco Valiante – E’ purtroppo un triste primato. Speriamo vivamente che oggi si decida finalmente di partire. E gli ospiti della casa di riposo San Francesco di Baronissi sono anch’essi in spasmodica attesa dei vaccini”.
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