CENTRO DI ORIENTAMENTO "PITAGORA COLLEGE" - Centro di Orientamento Pitagora College

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CENTRO DI ORIENTAMENTO
  “PITAGORA COLLEGE”

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PREMESSA

Dal Seminario Unisco di Bratislava del 1970 è emersa la definizione
principale di orientamento, quella che probabilmente rende meglio il
significato preciso e dettagliato di tale disciplina:

“Orientare significa porre l’individuo in grado di prendere coscienza
di se e di progredire per l’adeguamento dei suoi studi e della sua
professione alla mutevoli esigenze della vita con il duplice obiettivo
di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno
sviluppo della persona”

L’orientamento ha quale obiettivo precipuo quello di porre la persona
nelle condizioni di poter effettuare delle scelte personali circa il
proprio progetto personale/professionale e di vita. L’orientamento
mira   alla   finalità   educativa    dell’autonomia,       come   capacità
fondamentale affinché la persona possa muoversi in una società
complessa e scarsa di protezioni e garanzie totali. Si inserisce dunque
nell’ambito del processo educativo e formativo della persona intesa
come modalità educativa permanente. Orientare implica, in una fase
successiva, inserire il soggetto nella società perché realizzando le sue
personali finalità contribuisca nello stesso tempo alla promozione del
bene comune. Grazie all’orientamento l’individuo prende coscienza di
sé, della realtà occupazionale, sociale ed economica così da poter fare
scelte consapevoli, autonome, efficaci.            Alla base di queste
specificazioni l'orientamento consiste nell'aiuto che l'educatore offre al

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soggetto perché egli possa elaborare un progetto di vita e realizzarlo
durante le singole fasi dello sviluppo.

Il processo di apprendimento, come rapporto tra persona e la propria
esperienza lavorativa ha accompagnato la vita dell’ uomo durante il
corso di tutta la vita.
L’orientamento si presenta dunque come esigenza connessa alla nuova
qualità del lavoro trasformandosi in una vera attività professionale in
relazione alle esigenze del mondo e ai bisogni di nuove
professionalità.
Obiettivo della attività di orientamento diventa quindi la necessità di
sviluppare le capacità autonome dei soggetti e orientarsi per
rispondere alle esigenze di inserimento sociale e professionale
valorizzando le capacità personali d’ autodeterminazione e/o
autodecisione.
Il punto cardine che caratterizza l’orientamento è l’affermare che lo
sviluppo che porta alla maturità personale è un processo continuo che
dura tutto l’arco della vita e conduce l’individuo da una fase di
dipendenza ad una fase di autonomia.
L’orientamento è dunque un processo che accompagna l’individuo
durante il suo percorso esistenziale formativo e professionale in modo
da far fronte ai cambiamenti e ai momenti critici.
La pratica orientativa ha subito una sostanziale evoluzione con il
mutarsi delle condizioni economiche, sociali e produttive e dei
percorsi scolastici e formativi. L’orientamento si presenta dunque

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come esigenza connessa alla nuova qualità del lavoro trasformandosi
in una vera attività professionale in relazione alle esigenze del mondo
e ai bisogni di nuove professionalità. Obiettivo della attività di
orientamento diventa quindi la necessità di sviluppare le capacità
autonome dei soggetti e orientarsi per rispondere alle esigenze di
inserimento sociale e professionale valorizzando le capacità personali
d’ autodeterminazione e/o autodecisione.
Il punto cardine che caratterizza l’orientamento è l’affermare che lo
sviluppo che porta alla maturità personale è un processo continuo che
dura tutto l’arco della vita e conduce l’individuo da una fase di
dipendenza ad una fase di autonomia.
L’orientamento è dunque un processo che accompagna l’individuo
durante il suo percorso esistenziale formativo e professionale in modo
da far fronte ai cambiamenti e ai momenti critici.
Per quanto riguarda l’orientamento rivolto agli adulti possiamo fare
riferimento a modelli che pongono al centro delle attività orientative il
valore della dimensione dell’esperienza realizzata da ogni singolo
individuo nel suo percorso di vita di studio e di lavoro in funzione
alle proprie capacità di prendere decisioni e di progettare nuove
strategie, diventando protagonista della propria vita tenendo conto di
tutte le variabili che interagiscono nelle scelte in questo modo si passa
dall’orientamento all’ aut orientamento.
In questa prospettiva l’orientamento e formazione si integrano in tutto
l’arco della vita questo vale per tutti ma soprattutto vale per gli adulti
in quanto sono più esposti a diverse forme di condizionamento.

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I servizi per l’orientamento devono quindi fornire un servizio
accessibile a tutti in maniera continua con un approccio olistico che
supera la distinzione tra orientamento classico.
Gli operatori specializzati devono diventare facilitatori del processo di
orientamento individuale e sociale.
Tali modelli potenziano l’empowerment dell’individuo valorizzando
la dimensione progettuale la responsabilità e il raggiungimento di uno
stato di equilibrio emotivo e di autonomia personale e professionale.
In questo modo l’individuo potrà trovare un proprio percorso e farlo
più volte nella vita.
L’ individuo dovrà dunque fare i conti con nuovi elementi quali
autonomia, responsabilità e soggettività prima di affrontare qualsiasi
nuovo progetto di sviluppo personale e/o professionale.
L’ individuo è dunque in questo modo artefice della propria storia
stando al centro delle sue scelte. L’orientamento inteso in questo
modo conduce la persona a progettare se stessa

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Cap. I L’ORIENTAMENTO

1.1 Storia ed evoluzione

I modelli teorici e le pratiche operative dell’ ORIENTAMENTO si
sono evolute in relazione alla storia.
Nelle società primitive non c’era un’azione professionale specifica
finalizzata a supportare il “rapporto” fra persona e attività lavorativa,
ad orientarlo. Tale compito spettava agli anziani, i quali avvalendosi
della loro saggezza dettata dall’esperienza trasmettevano ai giovani i
comportamenti da adottare per affrontare l’ambiente sociale, le
competenze e la destrezza per affrontare i problemi della produzione e
dello scambio.
Tale processo possiamo inglobarlo tra le basi dalle quali si è
sviluppato l’orientamento: prima dell’era industriale, la famiglia ha
il compito di ORIENTARE, di tramandare il lavoro di generazione in
generazione e di fornire ai figli le competenze necessarie per poterlo
svolgere.
Dopo l’avvento della società industriale aumentano le possibilità di
scelta per il singolo individuo e, conseguentemente,           l’idea di
orientamento comincia trovare una propria giustificazione. La
complessità del sistema economico che si sta delineando caratterizza
l’ orientamento come Pratica professionale: la realtà lavorativa
assume caratteri complessi e articolati, richiedendo l’istituzione di
apposite strutture professionali in grado di svolgere questo

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compito, sia per aiutare il singolo che si deve orientare, indirizzare, sia
la società che ha ormai bisogno di forza lavoro preparata
professionalmente e integrata sul piano organizzativo. L’orientamento
diventa un problema di interesse collettivo la cui azione richiede
metodi più razionali e raffinati in grado di indirizzare i giovani alla
scelta di un lavoro rispondente alle proprie attitudini e competenze per
garantire un miglior rendimento economico.
La ricostruzione delle principali tappe dell’evoluzione del concetto e
della pratica dell’ ORIENTAMENTO si deve a due contributi
fondamentali, quello di Crites (1974) e quello di              Scalpellini e
Strologo (1976);       in seguito lo storico Viglietti (1981) apporta
precisazioni e riletture di tipo storico alle articolazioni iniziali.

1.2 Approccio diagnostico-attitudinale
La prima fase della storia dell’orientamento, quella di Scalpellini e
Strologo (1976), definita diagnostico- attitudinale, si fonda sul
tentativo di mettere “l’uomo giusto al posto giusto”.
I presupposti che stanno alla base di questo approccio stabiliscono che
in ogni individuo esistono delle capacità e disposizioni tali da renderlo
più adatto a certe professioni che necessitano di quelle tipiche abilità,
e che si possono, inoltre, costruire prove oggettive a misura delle
singole capacità(Scalpellini e Strologo,1976). L’analisi fattoriale ha
permesso di individuare e classificare le differenti attitudini e capacità.

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1.2 Approccio caratterologico-affettivo

In questa fase il fattore interesse si sostituisce progressivamente al
concetto di attitudine. La costruzione e la somministrazione di
adeguati strumenti frutto di metodi psicometrici perfezionati, vede
come propri interlocutori privilegiati la “popolazione adolescenziale
giovanile”, a quel tempo esclusivo interlocutore degli interventi di
ORIENTAMENTO.
“Scelta” ed “inserimento lavorativo” vengono considerati come
processi tipici della conclusione del ciclo evolutivo.
A tal proposito, tra i contributi per la misurazione degli interessi
professionali si ricorda l’inventario (Vocational Interest Blank) di
Strong (1943).

La variabile “interessi” pone l’attenzione verso le componenti
affettive, intellettive e volitive della personalità considerata nella sua
globalità. In questa fase l’ ORIENTAMENTO considera l’esperienza
professionale della persona, non isolato, ma all’interno di una
dinamica più complessa, nel quale gli interessi rappresentano la spinta
motivazionale in relazione alle influenze ambientali e socio-culturali.
(Vignetti 1983).
Per Holland (1985) le più recenti evoluzioni di questo approccio
tendono ad interpretare il comportamento lavorativo maggiormente
come un processo dinamico che è funzione del rapporto tra persona e
ambiente.

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Ci sono elementi comuni che caratterizzano queste due fasi della
storia:

Innanzitutto il soggetto possiede attitudini, interessi e tratti della
personalità che fin dalla prima adolescenza permettono, attraverso
l’uso dei test, di capire su quale mestiere o professione orientare la
persona; nel ruolo sostanzialmente passivo o dipendente con cui la
persona coinvolta nel processo orientativo delega al professionista le
scelte concernenti la propria carriera scolastica e lavorativa;il profilo
professionale    dell’operatore     di    orientamento,     rappresentato
prevalentemente da un tecnico;nella filosofia “dell’ uomo giusto al
posto giusto” che si concretizza in una pratica orientativa finalizzata a
combinare le persone e le occupazioni;nel considerare il lavoro come
un aspetto isolabile della vita della persona; nel delimitare
l’orientamento ad un evento circoscritto (al momento della scelta)
sottovalutando la dimensione processuale.

1.3 Approccio clinico-dinamico

L’impostazione clinico-dinamica dell’orientamento negli anni 50
trova il suo principale riferimento scientifico nella psicoanalisi;
quando la concezione del lavoro assume valore di soddisfazione dei
bisogni dell’uomo. Secondo questa teoria per Viglietti accanto agli
elementi coscienti che guidano il comportamento del soggetto ve ne
sono altri “incoscienti “ a carattere emozionale, che sono parte del

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passato del soggetto come elemento essenziale per spiegare il
presente. Spetta a Faville (1945) il contributo fondamentale che in
seguito influenzerà le critiche della sociologia. E’ il primo che
attribuisce un ruolo ai fattori sociali ed economici nelle carriere
lavorative.In particolare Faville critica il concetto di attitudine, in
quanto lo giudica pocoattendibile sul piano scientifico. Per Faville
quelle che la psicologia ritiene essere
delle “attitudini” solo soltanto delle caratteristiche che la persona
acquisisce nelcorso della propria esperienza; pertanto vista in quest’
ottica l’Orientamento si identifica con la “Selezione” .
Il contributo dato da Faville e dalle discipline sociologiche si è
concentrato su due aspetti:
1) il legame tra: classe sociale, esperienza scolastica e appartenenza
familiare
da un lato e, scelta professionale dall’altro;
2) la necessità di collegare la scelta lavorativa agli sbocchi
occupazionali e di conseguenza all’analisi del mercato del lavoro
legato alla programmazione economica e formativa.
A   questa    interpretazione    è   legato      il   rischio   di   attribuire
all’orientamento un significato essenzialmente “Funzionalista”, cioè
il collegamento tra realtà
formativa e realtà occupazionale.

Leon (1957) ribadisce che le scelte scolastico-professionali sono il
frutto di molteplici fattori ambientali, sociali e familiari.

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E’ da questo momento che negli anni 50 e 60 matura un approccio
plurifattoriale della "scelta" inteso come processo influenzato sia da
variabili di tipo personale che da condizionamenti di carattere socio-
culturale.
Perciò secondo Leon, l’orientamento deve trasformarsi in un’azione
educativa finalizzata a coinvolgere l’adolescente ad elaborare i propri
progetti scolastici e professionali. Questo supporto inizialmente si
connatura in un orientamento di tipo Informativo finalizzato a
conoscere meglio la realtà sociale, economica e produttiva che lo
circonda.
Il grande merito di Leon è stato quello di collegare l’intervento
orientativo all’azione educativa.

Gli anni 60-70 hanno al centro il dibattito del nuovo approccio teorico
e metodologico dell’orientamento
Questa fase trova i propri riferimenti teorici in Eli Ginzberg (1951)
sulla “Scelta occupazionale” e Donald Super (1957) che elaborò la
teoria dello Sviluppo Vocazionale.
Teoria in cui il soggetto opportunamente aiutato con azioni educative
decide il proprio progetto futuro.
L’orientamento vocazionale affronta nelle sue varie tappe l’esperienza
vissuta, l’aspetto dinamico e sociale del comportamento, i bisogni e il
livello di aspirazione. Pone l’attenzione sulle componenti razionali ed
emotive, le attitudini, gli interessi come espressione dei bisogni,
l’impegno personale e il contesto di vita.

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Con Super(1969) si ha una rottura nelle teorie che hanno
influenzato l’orientamento, poiché egli propone un modello di
“carriera lavorativa” in cui il soggetto partecipa alla costruzione della
propria esperienza interagendo dinamicamente con una realtà sempre
più complessa e articolata.

1.4 Approccio maturativo- personale

Il processo di sviluppo che accompagna tutta la vita della persona è un
cammino irreversibile che va dalla dipendenza all’autonomia.
Secondo questo approccio la scelta professionale è solo un tappa
evolutiva che prende corpo quando altre tappe sono già state affrontate
o superate.
Negli anni Settanta, nei quali, questa prospettiva prende forma, viene
posta grande attenzione all’orientamento, che assume un ruolo
rilevante coinvolgendo la società, la scuola e la famiglia Secondo
questo modello lo sviluppo vocazionale. Il soggetto è in grado di
orientarsi autonomamente con l’aiuto di un orientatore. I nuovi
riferimenti teorici insieme al rinnovamento culturale giunto a
maturazione alla fine degli anni 60 hanno portato l’orientamento
sempre più verso una prospettiva di educazione alla scelta.

Come sostiene De Luca (1987) in questi anni si avvia anche il
processo della deindustrializzazione e le nuove tecnologie mettono in
discussione un modello di organizzazione del lavoro ormai

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consolidato; l’orientamento quindi in un contesto in cui esperienze
formative e lavorative della persona si connotano sempre più come
processi di transizione è sollecitato a mettersi in discussione e si
evolve dal concetto di selezione verso quello di “educazione alla
scelta”.
Al centro di questo processo si pone l’individuo che si deve orientare
e non più l’orientatore “esperto”.
Secondo Watts(1977) l’orientamento non consiste più nell’aiutare lo
studente a prendere delle “sagge decisioni” ma piuttosto nell’aiutarlo
a prendere le sue decisioni saggiamente consapevole della situazione
in cui vive, del bagaglio di risorse disponibili, la persona mette a
punto adeguate strategie per fronteggiare le diverse situazioni della
propria vita.
Prende sempre più corpo l’idea di un orientamento come un processo
continuo attraverso il quale l’individuo sviluppa capacità, acquisisce
strumenti che lo mettono in grado di compiere delle scelte più
responsabili sia sul piano individuale che su quello sociale.
Si delinea uno stretto rapporto che collega formazione e orientamento
vero e proprio, consolidando inoltre la connessione tra processo
evolutivo permanente e percorsi di maturazione personale
Tra gli anni 70’ e 80’, l’orientamento diventa un supporto strategico
alla persona che vive situazioni di transizione dalla formazione al
lavoro e viceversa dal lavoro al lavoro. Sono esperienze che si
collocano in un processo continuo in cui il soggetto ridefinisce le
proprie strategie orientative e il proprio progetto professionale.

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L’intervento orientativo si caratterizza sempre più come strumento che
mette a disposizione delle metodologie piuttosto che delle risposte tali
da sviluppare nel soggetto delle proprie competente orientative.
Giugni (1987) descrive le maturità orientative come:
“la capacità di saper decidere autonomamente e responsabilmente di
fronte a situazioni che presentano più possibilità ed attraggono in
varie direzioni…”.
Secondo Lo Gatto (1985):
“l’orientamento senza particolari specificazioni, interessa tutti gli
aspetti    della   personalità   dell’individuo,    è   al   tempo   stesso
orientamento scolastico, orientamento professionale, orientamento
morale”.

Per Augenti (1987):
se l’orientamento si considera come una azione formativa non può
limitarsi all’area della professionalità e del lavoro ma deve aprirsi a
“una più ampia socializzazione che investe gli interessi culturali,
affettivi, di relazione con le istituzioni”.

Nella selezione e nella formazione l’analisi delle competenze ha una
rilevanza per così dire ‘esterna’ perché viene effettuata per poter
discriminare le caratteristiche del soggetto da quelle di molti altri
individui o rispetto a determinati standard, in modo da fornire a
soggetti esterni elementi utili a prendere decisioni, anche contrarie ai
desideri dell’esaminato (ad esempio non assumerlo, non riconoscergli

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un credito formativo o una qualifica). Per questi motivi (necessità di
discrimine e possibilità che il soggetto esaminato cerchi di ingannare i
valutatori) l’analisi delle competenze deve essere estremamente
dettagliata e assume così i caratteri di un accertamento.

Nell’orientamento, al contrario, l’analisi delle competenze ha una
rilevanza soprattutto ‘interna’ perché viene effettuata per permettere
alla persona, con l’assistenza del consulente, di migliorare la
consapevolezza delle proprie caratteristiche e su questa base
individuare un obiettivo professionale. Per questi motivi (non
necessità di misurare con precisione i livelli delle competenze e
rapporto di piena fiducia fra cliente e consulente) l’analisi assumerà i
caratteri di una identificazione e ricorrerà spesso a strumenti quali
l’esame del percorso formativo e professionale e schede di
autovalutazione.

In Italia mancano e abbiamo bisogno di dispositivi per l’accertamento
e la certificazione delle competenze, ma ci sono vari motivi che
sconsigliano l’accertamento e la certificazione delle competenze da
parte dei servizi che erogano orientamento:

      non tutte le persone che richiedono un servizio di orientamento
       richiedono anche un accertamento e viceversa; si tratta perciò di
       servizi diversi che richiedono professionalità e strutture
       specifiche e pertanto devono essere svolti da soggetti diversi.
       L’accertamento sistematico delle competenze con tutte le

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      persone in orientamento che mancano di un obiettivo
       professionale offrirebbe inoltre un servizio ridondante in
       termini di costo e di impegno del client
      l’accertamento delle competenze tende a passivizzare il cliente,
       perché crea una situazione in cui un esperto esamina un altro
       soggetto e elabora su di lui una diagnosi, mentre oggi, al
       contrario, è opportuno strutturare la relazione di orientamento in
       modo da attivare il più possibile il cliente
      l’accertamento di tutte le competenze richiede attrezzature e
       figure professionali che presso gli sportelli di orientamento
       mancano
      il ‘valore segnaletico’ presso le imprese di un accertamento
       svolto da una struttura (lo sportello di orientamento o il centro
       per l’impiego) la cui mission non è l’accertamento e la
       certificazione delle competenze rischia di essere estremamente
       basso.

Durante l’attività di orientamento con persone che mancano di un
obiettivo professionale può comunque essere opportuno aiutarle a
tenere traccia delle competenze identificate con apposite schede e a
mettere a punto un portfolio. La pratica della registrazione delle
competenze e del portfolio rispondono agli obiettivi di sensibilizzare il
cliente alla necessità di una manutenzione continua della propria
impiegabilità (valorizzando anche l’apprendimento in contesti non
formali e lungo tutto l’arco della vita), migliorare la sua autostima,

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rendere più semplice un eventuale riconoscimento o certificazione
delle competenze.

1.5 L'orientamento in un'ottica costruttivista: Evangelista

I contributi più significativi nell’ottica dell’orientamento sono quelli
messi a punto da Leonardo Evangelista,il quale ritiene che
“l'orientamento è stato tradizionalmente indirizzato a migliorare il
passaggio dal sistema dell'educazione formale al mondo del
lavoro, e i servizi erano rivolti quasi esclusivamente a chi lasciava la
scuola”. per tutti e lungo tutto l'arco della vita.
Non è un caso che oggi ai servizi di orientamento si rivolgono non più
solo studenti medi o universitari, ma clienti dì tutte le età a differenti
stadi delle proprie carriere, differenziati per sesso, status sociale, e
adesso di frequente anche nazionalità e appartenenza etnica,
orientamento sessuale, ciascuno dei quali è un caso a sé, e la cui
preoccupazione primaria spesso non è la scelta di una professione.
I cambiamenti del mercato del lavoro hanno inoltre influenzato non
solo i gruppi a cui l'orientamento è indirizzato, ma anche i suoi stessi
presupposti teorici.

L'orientamento moderno nasce con Parsons e la sua teoria basata
sull'approccio tratti (cioè caratteristiche individuali) e fattori
(caratteristiche richieste per una buona prestazione

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Questa impostazione è stata messa in discussione da una serie di
sviluppi teorici successivi:
- i lavori di Cari Rogers. Rogers auspica un ambiente accogliente e
non direttivo e ha fiducia nella capacità delle persone di capirsi e di
risolvere da sole i propri problemi, e pone l'accento sull'importanza
della relazione col cliente. Nella sua impostazione il risultato dipende
più dalla qualità della relazione che dalle conoscenze tecniche del
consulente.
- la teoria degli stadi di sviluppo di carriera di Donald Super.
Inizialmente Super pone l'accento sul fatto che per capire e consigliare
clienti non è sufficiente l'approccio perché le scelte del cliente sono
grandemente influenzate anche da altri elementi di carattere personale
e familiare del proprio percorso di vita.
In sintesi, nelle formulazioni di Rogers e Super si riconosce
l'importanza per le scelte professionali di una serie più ampia di
fattori, quali ad esempio le componenti soggettive e emotive.

1.6 Le varie tipologie di attività orientative

Anche    in riferimento agli studi sulla           teoria   e   la   pratica
dell'orientamento si registra il
contributo dello stesso Evangelista.
il processo di orientamento può essere visto nelle seguenti ottiche:

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• come processo continuo (si identifica con un processo che si svolge
lungo tutto l’arco della sua vita professionale e che assume un
importante ruolo di "mediazione sociale")
•   legato   al    processo      formativo     (assume      una   funzione
prevalentemente formativa e come tale diventa parte integrante
dell’educazione "permanente")
• rivolto a diverse categorie di utenti (è di supporto a tutti coloro che
si trovano ad affrontare un determinato momento della propria
esperienza formativa e professionale, per cui gli interventi devono
essere differenziati in modo da rispondere efficacemente alla
soddisfazione di tali bisogni)
• scolastico e professionale. L’iniziale distinzione tra orientamento
scolastico e orientamento professionale, rivolti rispettivamente a
sostenere un individuo nella scelta di un corso di studi e di una
professione, ha sempre meno significato relazionale che si instaura, gli
esiti pragmatici che ne derivano.
L'orientamento è considerato come un processo continuo rivolto a
diverse categorie di utenti, finalizzato allo sviluppo di quelle capacità
che consentiranno all'individuo di prendere decisioni autonome,
consapevoli e soddisfacenti sia in rapporto ai bisogni e alle
caratteristiche personali sia in funzione delle esigenze e delle
opportunità sociali.
In questa prospettiva l'azione orientativa non consiste in un
"consiglio" dato in particolari momenti della vita, ma in un supporto

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fornito ad un individuo, protagonista della propria vita e delle proprie
decisioni, affinché sia in grado di operare autonomamente.

1.6 Linee guida europee - orientamento
Memorandum 2000 UE
1. l’orientamento deve fornire un servizio accessibile a tutti in maniera
continua e decentrata a livello locale, con un approccio olistico che
supera la distinzione tra orientamento scolastico, professionale,
personale.
2. i servizi all’orientamento devono raggiungere le persone piuttosto
che aspettare che siano i clienti a cercare i servizi e devono seguire i
progressi dei clienti monitorando gli esiti delle proprie azioni
3. gli operatori devono diventare facilitatori del processo di
orientamento e agenti di cambiamento individuale e sociale, attraverso
l’uso di un ampio ventaglio di metodi e di strumenti
4. i servizi devono usare canali formali ed informali di comunicazione,
soprattutto con i gruppi più svantaggiati
5. si deve sviluppare un livello minimo condiviso di standard di
qualità dei servizi e riconoscere la titolarità ad esercitare un servizio
da parte di un determinato soggetto
6. si deve migliorare la formazione iniziale degli operatori di
orientamento attraverso interventi volti alla qualificazione sul lavoro.

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1.7 Livelli dell'Orientamento

Lorenzo Barbagli
considera l’orientamento un ambito che abbraccia problematiche di
varia origine e che necessita di approcci e di conoscenze
interdisciplinari.
Infatti non riuscendo, oggi, a costruire modelli interpretativi
sufficientemente funzionali si tenta di dividere il problema
dell’orientamento in differenti fasi che necessitano di differenti
funzioni.
Esiste chi si occupa di orientamento in un’ottica informativa, chi si
occupa di orientamento formativo che diventa una prativa educativa
che racchiude in sé la capacità di auto-orientarsi.

Quali dimensioni negli interventi

Differenziare gli interventi serve:
- ad evitare spreco di tempo e di risorse,
- ad offrire ad ogni persona ciò di cui ha veramente bisogno,
- a progettare per le persone piuttosto che sulle persone,
- ad offrire realmente occasioni di miglioramento e di cambiamento.
I livelli di differenziazione da considerare nella progettazione delle
attività di orientamento sono:
1. il tipo di intervento necessario in quella specifica situazione,

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2. il livello di profondità,
3. i personali modelli cognitivi dell’individuo in formazione,
4. il giusto modello comunicativo da utilizzare.

Effettuare un corretto e utile intervento orientativo vuol dire
individuare e riconoscerne il bisogno: dare informazioni sulle carriere
universitari o sulle prospettive professionali; allargare l’orizzonte
cognitivo offrendo alternative innovative, soluzioni pratiche anche in
merito al metodo di studio e di lavoro.
Progettare correttamente un intervento richiede anche di saper
distinguere a quale livello di profondità intervenire.
Si deve evitare di trasformare la consulenza orientativa in una sorta di
psicoterapia, anche se una forma di aiuto efficace è una consulenza
educativa e psicopedagogica.
Seppur ogni intervento deve essere individualizzato l’azione
orientativa può oscillare tra due livelli:
    il primo è uno stile orientativo che si fonda sul concetto di
       sostegno con lunghi incontri, numerose occasioni di incontri
       con basso livello di incisività;
    l’altro stile, molto più incentrato sulla incisività, pochi incontri
       ma molto significativi e destabilizzanti per costruire e produrre
       cambiamenti,
destrutturare modelli comportamentali che spesso bloccano le scelte.

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Centro di Orientamento Pitagora College

Quale scegliere?

Il primo anche se appare più rassicurante rischia di non riuscire a
produrre cambiamento e può servire solo come conferma di copioni
comportamentali; il secondo appare dinamico ed è sicuramente capace
di produrre cambiamento, richiede un’alta capacità di precisione nella
individuazione dei problemi e conseguenti strumenti di intervento
efficaci.

1.8 I modelli di orientamento

La classificazione proposta da Di Fabio (1998) nel tentativo di
classificare gli attuali metodi operativi dell’orientamento scolastico e
professionale sono i seguenti:

modello informativo
modello psicodiagnostico
modello educativo
modello del counseling
modello psicosociale
modello interdisciplinare

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Centro di Orientamento Pitagora College

Il modello informativo muove dalla convinzione che l’orientamento
ha come scopo principale quello di fornire al soggetto il maggior
numero di informazioni sulla base delle quali il soggetto può prendere
delle decisioni ed effettuare delle scelte.
Le informazioni sono estremamente variegate: servizi locali offerti
dagli Enti, panorama occupazionale, percorsi formativi con dati di
successo, insuccesso e abbandono, nuove tendenze lavorative, etc.
La carenza di questo modello è la mancanza di un sostegno a livello
di elaborazione del soggetto, infatti la persona da orientare non deve
essere abbandonata ad una serie di notizie, ma deve essere aiutata ad
assumere un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni
ricevute e quindi essere in grado di sviluppare una competenza
decisionale.

Il modello psicodiagnostico mira ad individuare le attitudini e
caratteristiche della persona, i suoi interessi e inclinazioni, le sue
abilità e metodi organizzativi, la sua intelligenza e i suoi valori.
Vengono utilizzati strumenti psicodiagnostici (test reattivi, proiettivi,
di personalità e questionari).
Limite di questo approccio è determinato dalla competenza e
preparazione degli operatori in quanto è notevole il rischio di
influenza sul soggetto che andrà a compiere delle scelte.
È necessario un rigore operativo da parte di chi è chiamato a prestare
la consulenza orientativa.

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Centro di Orientamento Pitagora College

Il modello educativo muove dal presupposto che le scelte sia di
natura professionale che scolastica sono profondamente influenzate da
fattori ambientali: stato socio-economico, formazione scolastica,
ambiente familiare e cultura di riferimento.
L’orientamento è visto come un intervento non limitato nel tempo a
pochi incontri ma come un percorso di sostegno e riferimento costanti.
Considera lo sviluppo personale del soggetto in tutta la sua interezza
(globalità) e come processo continuo. muove dalla convinzione che
l’orientamento ha come scopo principale quello di fornire al soggetto
il maggior numero di informazioni sulla base delle quali il soggetto
può prendere delle decisioni ed effettuare delle scelte.
Le informazioni sono estremamente variegate: servizi locali offerti
dagli Enti, panorama occupazionale, percorsi formativi con dati di
successo, insuccesso e abbandono, nuove tendenze lavorative, etc.
La carenza di questo modello è la mancanza di un sostegno a livello
di elaborazione del soggetto, infatti la persona da orientare non deve
essere abbandonata ad una serie di notizie, ma deve essere aiutata ad
assumere un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni
ricevute e quindi essere in grado di sviluppare una competenza
decisionale.

Il modello psicodiagnostico mira ad individuare le attitudini e
caratteristiche della persona, i suoi interessi e inclinazioni, le sue
abilità e metodi organizzativi, la sua intelligenza e i suoi valori.

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Centro di Orientamento Pitagora College

Vengono utilizzati strumenti psicodiagnostici (test reattivi, proiettivi,
di personalità e questionari).

Limite di questo approccio è determinato dalla competenza e
preparazione degli operatori in quanto è notevole il rischio di
influenza sul soggetto che andrà a compiere delle scelte.
È necessario un rigore operativo da parte di chi è chiamato a prestare
la consulenza orientativa.

Il modello educativo muove dal presupposto che le scelte sia di
natura professionale che scolastica sono profondamente influenzate da
fattori ambientali: stato socio-economico, formazione scolastica,
ambiente familiare e cultura di riferimento.
L’orientamento è visto come un intervento non limitato nel tempo a
pochi incontri ma come un percorso di sostegno e riferimento costanti.
Considera lo sviluppo personale del soggetto in tutta la sua interezza
(globalità) e come processo continuo.
L’importanza di questo modello risiede nell’aiutare l’individuo ad
acquisire competenze di giudizio ovvero di essere in grado di prendere
delle decisioni autonome e consapevoli e di riflettere ed elaborare i
processi decisionali messi in atto.

Il modello del counseling è un approccio la cui caratteristica è la non
direttività, prevede il coinvolgimento di due figure:
l’orientatore “counselor” e il cliente.

                                      26
Centro di Orientamento Pitagora College

Il primo fornisce al secondo gli strumenti con i quali decidere
autonomamente. La responsabilizzazione dell’individuo è centrale in
questo tipo di intervento. Non si suggeriscono soluzioni o azioni da
compiere ma si fornisce al cliente una più ampia visione della propria
situazione.
L’intervento che si attua è definito “relazione d'aiuto”.
Con il counseling il soggetto accresce il proprio livello di
consapevolezza, riguardo ai propri schemi di azioni e di pensiero, le
proprie risorse, i propri bisogni e i propri
desideri.
Questo tipo di intervento ha 3 obbiettivi:
     analisi     critica     del   proprio    percorso     personale   e
       professionale
     l’individuazione dei propri interessi , valori e preferenze
     la creazione di un progetto professionale realistico.
Il modello psicosociale è un assunto basato sulla interdipendenza tra
gli elementi individuali e quelli sociali,
dove le interazioni tra i gruppi e il sistema di ideologie, valori ed
interessi economico - politici hanno una rilevanza fondamentale.
È un modello che riconosce due prospettive:
- una “binaria” dove il soggetto che percepisce e l’oggetto che funge
da stimolo sono indipendenti una dall’altra;
- una “terziaria” in cui c’è un terzo elemento che funge da ponte tra i
due: “il soggetto sociale”.

                                     27
Centro di Orientamento Pitagora College
Questa ultima prospettiva considera l’ individuo con le sue
caratteristiche e vocazioni connesso all’ambiente sociale.
Questo approccio dà all’orientamento un ruolo più ampio quasi
ideologico, tiene conto di una serie di informazioni che vanno dalla

classe sociale di appartenenza, ai pregiudizi, ai ruoli sessuali, alla
religione.
In questo intervento si dà spazio al significato che l’individuo
attribuisce al suo gruppo di appartenenza, si tenta di comprendere
come il cliente mette in atto processi quali: la socializzazione e
l’interiorizzazione del nucleo familiare, del gruppo dei pari, dei mass
media.
In questo contesto assumono importanza le immagini che l’individuo
ha di sé in relazione a un dato ruolo e alle aspettative che gli si crea,
poiché esse contribuiscono, soprattutto durante l’età adolescenziale,
alla formazione dell’identità personale.

Il modello interdisciplinare prende in considerazione elementi
diversi e fornisce così un approccio generalizzato dando una “visione
globale dell’individuo”
È un modello che tiene conto sia degli elementi personali che di quelli
psicosociali.
L’orientamento in questo approccio è deputato a soddisfare
un’esigenza esistenziale che riassume in sé elementi personali,

                                    28
Centro di Orientamento Pitagora College
familiari, economici, culturali con una connaturazione propositiva di
“progettualità”.
Per quest’ottica sono fondamentali le capacità di progettazione del
cliente che aderisce alla realtà e trova il proprio ruolo all’interno del
contesto sociale attraverso un orientamento come processo continuo.

Il pregio di questo modello è la capacità di integrare al proprio interno
teorie e metodi applicativi, il che lo rende capace di mettere in pratica
interventi mirati che possano tener conto della realtà complessiva e
delle problematiche imposte dall’orientamento .
Questo approccio ha integrato diversi contributi:
1. il ruolo primario che è svolto dalla trasmissione delle informazioni;
2. il valore aggiunto fornito dagli strumenti psico-diagnostici;
3. la visione dell’orientamento come processo educativo continuo ma
che pone l’attenzione sulla globalità della persona
4. l’utilizzo del counseling come strumento per il cliente che è visto
come autonomo ma che va rispettato nelle sue caratteristiche e scelte;
5. il ruolo svolto dalle mediazioni ideologiche in un’ottica psico-
sociale.

                                     29
Centro di Orientamento Pitagora College

                           CAPITOLO II

CENTRO DI ORIENTAMENTO PITAGORA COLLEGE

2.1 Premessa

Il Centro di Orientamento Pitagora College vuole divenire lo spazio
fisico in cui l’Orientatore svolge la propria attività professionale,
fornendo informazioni pertinenti e specifica consulenza a qualsiasi
utente che si trovi a dover analizzare e riflettere sulle proprie
motivazioni, attitudini, aspettative e aspirazioni, per giungere ad una
scelta sempre consapevole e ragionata, un nuovo contenitore
informativo socio-culturale in cui può pienamente esplicarsi una
mirata azione di accompagnamento e sostegno dell’individuo, tesa a
favorire la trasformazione delle proprie esperienze in consapevolezza
di vita, lo strumento operativo promosso per perseguire attivamente il
fine istituzionale di diffusione della cultura dell’Orientamento.
L’orientamento acquisisce valore di componente strutturale del
processo educativo quando, insegnando ad apprendere, riesce a far
conseguire più elevati livelli di autonomia personale. Perché ciò possa
accadere in maniera sistematica, è necessario progettare e rendere
disponibile un pacchetto di strumenti che consentano l’acquisizione di
informazioni,   conoscenze     e    riflessioni   tali     da   contribuire
concretamente alla trasformazione di ogni progetto personale in un
obiettivo congruo e, quindi, immediatamente realizzabile.

                                   30
Centro di Orientamento Pitagora College

Nel Centro di Orientamento l’Orientatore lavora per elaborare tali
pacchetti e offrire, quindi, all’utenza ogni strumento che possa
concretamente concorrere alla comprensione di sé e alla messa a fuoco
dei propri obiettivi.

2.2 Chi opera

All’interno del Centro di Orientamento opera esclusivamente
personale appositamente formatosi relativamente a ciascuno dei sette
ambiti individuati per rendere l’azione orientativa più efficace e
proficua; la loro professionalità è sancita dall’iscrizione all’Albo
Nazionale Orientatori.

L’Orientatore Esistenziale è il professionista capace di gestire i
processi di negoziazione che permettono a individui, famiglie e gruppi
di affrontare ogni difficile transizione; la sua consulenza mira a
sostenere i legami tra le persone, a ritualizzare i passaggi critici della
vita familiare e sociale e a mantenere vivo il dialogo tra le
generazioni.

L’Orientatore Didattico è in possesso di una completa conoscenza
degli indirizzi di studi esistenti in una determinata area territoriale,
nonché degli strumenti idonei all’analisi e alla comprensione delle
caratteristiche caratteriali e delle inclinazioni culturali degli individui.
La sua assistenza contribuisce in maniera determinante affinché la

                                     31
Centro di Orientamento Pitagora College
scelta formativa di ogni studente sia in linea con le proprie attitudini e
capacità personali.

L’Orientatore       Professionale,      invitando    l’utente     a   prendere
ponderatamente in considerazione tutti gli elementi che l’hanno
formato      (inclinazioni   e    caratteristiche   personali,    formazione,
esperienze     socio-lavorative     pregresse),     fornisce     un   supporto
determinante affinché le scelte in ambito lavorativo siano consapevoli
e, quindi, proficue.

L’Orientatore in Intermediazione Culturale è il professionista
esperto delle tematiche concernenti l'immigrazione, la pedagogia
interculturale e i diritti umani, che svolge tutte le attività finalizzate al
sostegno e all’inserimento degli stranieri nella realtà culturale e socio-
economica locale, fungendo da collegamento tra persone immigrate e
associazioni, strutture sociosanitarie, servizi e istituzioni sia territoriali
che nazionali, con l'obiettivo di fornire risposte quanto più conformi
alle esigenze di integrazione di ogni singola persona.

L’Orientatore Civico- Istituzionale è il professionista che fornisce
ad ogni cittadino gli strumenti utili per tutelarsi e dialogare con
maggiore consapevolezza con le istituzioni; aiuta l’utente a far valere i
propri diritti riconosciuti, attivandone la coscienza civica. È esperto
delle dinamiche, dei contenuti e della finalità del principio della
cittadinanza attiva.

                                       32
Centro di Orientamento Pitagora College
L’Orientatore di Promozione della Salute aiuta ogni utente ad
assumere consapevolmente le decisioni più utili al mantenimento ed al
miglioramento della propria salute, in un processo che, continuando
per tutte le tappe della vita, migliora il benessere quotidiano.

L’Orientatore Sportivo è il professionista che basa la propria attività
sulla convinzione di esprimere un obiettivo sociale, politico e
culturale: nell'attività sportiva, infatti, si possono realizzare altissimi
obiettivi educativi utili alla crescita dei giovani (e non solo) e, quindi,
guida la persona nelle scelte relative alla pratica da intraprendere,
consigliando a seconda delle circostanze, delle possibilità, delle
aspirazioni e delle finalità che si vogliono raggiungere.
L’azione orientativa si sviluppa, quindi, attraverso un percorso che
inizia   dall’analisi dei bisogni dell’utente        per    giungere   alla
pianificazione e alla costruzione di uno specifico progetto di vita. Da
questo punto di vista, l'orientamento diventa una componente
strutturale dei processi educativi: insegna ad apprendere per
conseguire più elevati livelli di autonomia personale.
Tutto ciò affinché il proprio ambiente e la propria comunità non siano
più sentiti come ostacoli ma percepiti come opportunità che, se ben
sfruttate, possono consentire di realizzare appieno potenzialità,
capacità, e aspirazioni.

                                    33
Centro di Orientamento Pitagora College

2.3 I servizi

   Il Centro di Orientamento è punto di riferimento, sostegno e
   indirizzo per:
    chi ricerca nuova occupazione o desidera pianificare la propria
      carriera
    chi, attento alla propria crescita professionale, si impegna in
      attività di formazione continua;
    ragazzi in età scolastica, cittadini o nuovi residenti;
    le famiglie;
    enti, uffici comunali, associazioni del territorio ecc., a vario
      titolo coinvolti nelle questioni legate alla formazione e alla
      scuola, che necessitino di consulenze specifiche o vogliano
      collaborare per progettare specifici interventi formativi;
    cittadini non italiani nuovi residenti;
    cittadini non italiani da tempo residenti ma comunque
      interessati ad accedere a servizi specializzati;
    cittadini italiani che hanno in atto interazioni a vario titolo con
      la cittadinanza non italiana del territorio o siano comunque
      interessati      ad     approfondire      le    tematiche    relative
      all’immigrazione;
    cittadini con cittadinanza italiana di recente acquisizione;

                                      34
Centro di Orientamento Pitagora College

    enti, uffici comunali, associazioni del territorio ecc., a vario
      titolo coinvolti nelle questioni legate al fenomeno migratorio,
      per consulenze specifiche e progettazione di interventi mirati

Nel Centro di Orientamento ogni utente può, quindi, acquisire
informazioni, riflettere e decidere su tutti i temi e gli ambiti che la
complessa vita di relazione moderna propone continuamente; con il
supporto dell’Orientatore

    acquisisce le conoscenze utili per la costruzione della scelta
      post-diploma o post-universitaria;
    sviluppa la capacità di analisi delle proprie risorse personali e
      comprende le proprie aspirazioni professionali;
    apprende quale sia la situazione del mercato del lavoro nel suo
      territorio, aggiornandosi sulle figure professionali emergenti e
      sui più concreti sbocchi professionali;
    impara a ricercare attivamente lavoro;
    si informa sulle legislazioni in materia di lavoro sia a livello
      territoriale che nazionale ed europeo;
    costruisce il proprio progetto professionale;
    può contare sul supporto del centro per avviare percorsi
      associativi o d’impresa;
    consulta    materiale    informativo       (articoli,   pubblicazioni,
      locandine, brochure, dossier, avvisi,           siti Internet ecc.)
      contenenti documentazioni su concorsi, borse di studio, lavoro,

                                   35
Centro di Orientamento Pitagora College

corsi professionali, corsi universitari e post lauream, volontariato,
appuntamenti culturali, sociali, sportivi, ricreativi, ecc.;
 conosce le campagne informative rivolte ai giovani sul
   territorio;
 si avvicina alle tematiche civiche e legislative per partecipare
   attivamente alla vita della propria comunità secondo i principi
   della cittadinanza attiva ;
 riceve ogni informazione su dritti e doveri di cittadinanza,
   accesso ai servizi di prima accoglienza, ai percorsi di istruzione
   e formazione professionale e di riconoscimento dei titoli di
   studio;
 può contare su un’assistenza qualificata per l’avvio e il disbrigo
   di procedure amministrative quali la richiesta, il rinnovo o la
   conversione del permesso di soggiorno, richiesta di diritto di
   asilo o della status di rifugiato, la richiesta di congiungimento
   familiare, di carta di soggiorno o cittadinanza;
 riceve il sostegno necessario per il migliore inserimento sociale,
   attraverso azioni di mediazione linguistica e socioculturale;
 acquisisce gli strumenti necessari all’autopromozione e alla
   consapevolezza dei propri mezzi per ricercare attivamente il
   rapporto con gli altri e un’occupazione confacente.

                                   36
Centro di Orientamento Pitagora College

CAPITOLO III
OBIETTIVI DEL CENTRO DI ORIENTAMENTO PITAGORA
COLLEGE

3.1 Premessa

In considerazione dell’importanza che ha assunto l’attività di
orientamento nei processi formativi e o lavorativi, si intende
sintetizzare adesso sintetizzare un documento per gli Operatori del
Centro di Orientamento che possa fungere da Linee Guida nella scelta
metodologica dell’analisi delle competenze dei potenziali utenti.

3.2 L’analisi delle competenze

L’analisi delle competenze è una metodologia personalizzata di
orientamento
per   facilitare   la   consapevolezza     dell’individuo    sulle   proprie
competenze professionali e
personali, sulle proprie potenzialità, con l’obiettivo di costruire un
progetto di sviluppo formativo e/o professionale.
All’interno delle due tipologie che tradizionalmente vengono
individuate, quella di posizionamento (inteso come “insieme di
azioni e attività rivolte al collocamento

                                     37
Centro di Orientamento Pitagora College
lavorativo e allo sviluppo professionale”) e quella di orientamento,
si ritiene che siaopportuno, nell’utilizzo di questo strumento in ambito
scolastico e nell’istruzione permanente, optare per la seconda in
quanto maggiormente rispondente alle caratteristiche del target di
utenza. In tal senso l’analisi delle competenze si configura come una
azione di orientamento nei percorsi formativi ed, eventualmente,
durante le fasi di inserimento o di re-inserimento nel mercato del
lavoro

3.3 Quali sono le caratteristiche

L’analisi competenze consiste in un’azione che consente agli adulti/e,
mediante il ricorso a colloqui, interviste, test e prove con uno staff di
esperti competenti nei diversi e specifici aspetti, di analizzare, valutare
e documentare tutte le proprie competenze professionali e le
potenzialità   valorizzabili   nell’ambito   di   un proprio      progetto
formativo/professionale e di vita.
La competenza, quindi, si configura come qualità professionale di un
individuo, fondata non solo sulla sommatoria delle sue conoscenze,
capacità e abilità con le doti personali, ma anche e soprattutto sui
modi con i quali questo insieme di caratteristiche si manifesta in
situazioni di lavoro, sia esso lavoro di apprendimento o impegno
operativo di qualsiasi tipo.
Nell’adulto/a le competenze si formano a partire da tutta una serie di
acquisizioni: l’istruzione e la formazione iniziale, l’esperienza

                                     38
Centro di Orientamento Pitagora College
professionale e l’esperienza sociale. Ciò significa che la qualificazione
si evolve nel tempo e comprende conoscenze, saper fare, saper essere,

sia riconosciute attraverso titoli e diplomi che acquisite con
l’esperienza di lavoro e di vita.

L’analisi delle competenze può consentire alla persona di accedere
alla conoscenza/consapevolezza e alla diagnosi delle proprie
competenze così da identificare e misurare:
- quanto acquisito da esperienze, in termini di capacità cognitive e di
capacità sociali,
culturali, relazionali ed emotive, verificando il proprio vissuto e le
proprie motivazioni;
- quanto si è perduto e/o disimparato.
Il percorso di orientamento tiene quindi in considerazione la persona
nella sua interezza, attraverso il riconoscimento e la valorizzazione
dell’individualità del soggetto nella sua complessità.
Nell’ambito di tale percorso diviene possibile sperimentare un’alta
garanzia di elementi strategici: il riconoscimento, la valutazione, la
certificazione di competenze, abilità e saperi appresi attraverso
l’esperienza lavorativa, l’impegno sociale civile, le attività ludiche e
del tempo libero.
Riconoscere e validare le competenze è quindi uno degli aspetti più
significativi di questa analisi poiché rappresenta un modo concreto di
offrire strumenti efficaci ai soggetti coinvolti per interagire

                                      39
Centro di Orientamento Pitagora College
attivamente, e con una nuova fiducia ritrovata, sulle loro possibilità
formative.

3.4 Contesti organizzativi e professionisti dell’orientamento

Abbiamo sottolineato come negli ultimi anni sia assistito ad una
crescita esponenziale di soggetti organizzativi che si occupano di
orientamenti. Volendo proporre una loro categorizzazione si
potrebbero identificare quattro principali macrocontesti:
   la scuola, che ha da sempre svolto una funzione implicita di
orientamento connessa alla propria finalità istituzionale e formativa e
realizzata dai docenti attraverso la cosiddetta didattica orientativa,
oggi ha arricchito la sua proposta orientativa, anche avvalendosi di
enti ed esperti esterni, con funzioni dedicate di orientamento,
finalizzate a migliorare la qualità della stessa esperienza scolastica o a
sostenere e supportare il giovane, nei momenti di transizione
formativa, legati alle scelte di fine ciclo o a situazioni di orientamento

    l’università, che negli ultimi anni promuove una gamma
      diversificata di servizi di orientamento, soprattutto in relazione
      ad alcune fasi cruciali identificate nell’ingresso e in uscita;
    la formazione professionale, con azioni orientative, sia interne
      (per i propri utenti) sia esterne (nei confronti degli utenti degli
      altri sistemi). Gli interventi rivolti agli utenti dello stesso

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