P.T.O.F. PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA - ANNI SCOLASTICI 2016/2019 - Istituto ...
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DIREZIONE DIDATTICA 1° CIRCOLO BRA P.T.O.F. PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA ANNI SCOLASTICI 2016/2019
INDICE Principi fondanti – ABSTRACT pag 4 Capitolo 1 – PERCHÈ pag 7 Filosofia della scuola pag 7 Profilo d’uscita pag 7 Rendicontazione pag 8 Autovalutazione d’istituto pag 8 Piano di miglioramento pag 10 Formazione pag 11 Capitolo 2 – COME? pag 14 Scelte educative metodologiche e didattiche pag 14 La progettazione pag 14 La mediazione didattica pag 15 La valutazione pag 16 Inclusione pag 17 Bisogni educativi speciali pag 18 Disabilità pag 18 Disturbi specifici dell’apprendimento pag 19 Alunni stranieri e intercultura pag 19 Gruppo di lavoro inclusione pag 20 Capitolo 3 - COSA? pag 21 Il curricolo di scuola pag 21 Capitolo 4 – OLTRE pag 29 Ampliamento dell’offerta formativa pag 29 Organico del personale docente e ATA pag 30 Organico di potenziamento pag 31 Organico personale ATA pag 34 Capitolo 5 - CON… pag 35 2
Relazione Scuola/famiglia pag 35 Allegati pag 37 Allegato 1 - La didattica laboratoriale pag 37 Allegato 2 – Valutazione: modalità operativa pag 38 Allegato 3 – Progetto “Certificare le competenze” pag 38 Allegato 4 – Disagio scolastico pag 39 Allegato 5 - Disturbi Specifici di Apprendimento pag 40 Allegato 6 – Gruppo di Lavoro per l’Inclusione pag 41 Allegato 7 – Progetto Nazionale “Sport in classe” pag 41 Allegato 8 – Piano di Sviluppo Digitale del Circolo pag 42 Allegato 9 - Documentazione pag 44 3
PRINCIPI FONDANTI ABSTRACT/ESTRATTO CHE COS’È Il Piano dell’Offerta Formativa è il progetto nel quale prende forza il processo educativo promosso dalla Scuola e ne documenta l’identità culturale e progettuale, che si propone di attuare un disegno unitario nel quale, a partire dalle esperienze già realizzate, risultino strettamente connessi gli interventi sulla dimensione didattica (curricolare ed extracurricolare) ed organizzativa, in un’ottica di innovazione consapevole. La linea guida del progetto sta nella convinzione che la qualità del servizio offerto si esprime nella qualità dell’insegnamento ordinario, di cui ci impegniamo a rendere conto. PERCHE' FILOSOFIA DELLA SCUOLA “Ogni sistema educativo deve essere giudicato non per ciò che concede ai pochi, ma per ciò che assicura ai molti, pur senza impedire ai pochi di andare sempre più lontano.” (B. Bettelheim) MODELLO DI SCUOLA Il continuo e rapido cambiamento e la complessità degli sfondi culturali, scientifici, economici, sociali, la multietnicità, la pervasività delle tecnologie d’informazione, la parcellizzazione della conoscenza che caratterizzano anche la nostra realtà, impongono necessariamente una riconfigurazione degli scenari scolastici. Vogliamo quindi una Scuola • comeagenzia formativa che promuova la crescita di una mentalità aperta ai valori fondamentali quali il rispetto dell’identità di ciascuno, la tolleranza, la solidarietà, la condivisione, la giustizia, la libertà, in collaborazione con le altre agenzie formative presenti sul territorio. • comeimpresa cooperativa professionale e sociale - in cui tutti gli agenti siano corresponsabili - fondata sull’attenzione ai processi formativi del soggetto in crescita e ai suoi bisogni • come un’ agenzia culturale interagente con il territorio, che non vuole solo dare risposte alle domande dell’utenza, ma che ha una precisa offerta formativa • che individui la prospettiva di fondo verso cui muoversi nell’ “orientarsi per orientare”. Orientarsi verso i saperi attraverso cui i bambini acquisiscano conoscenze e competenze necessarie per vivere in una società caratterizzata dalla molteplicità dei modelli culturali, dalle dinamiche interculturali, dai processi di globalizzazione • che “investa” per la crescita culturale e sociale, sviluppando competenze adeguate alle mutate richieste sociali: elasticità, flessibilità, creatività... indispensabili per “navigare” in una società complessa. 4
IDEA DI BAMBINO Consideriamo il bambino come protagonista nella costruzione delle sue conoscenze, soggetto attivo del processo di apprendimento con esperienze e conoscenze ed emozioni proprie da accogliere e valorizzare come potenziale per intraprendere nuovi percorsi di crescita. IDEA DI CULTURA, DI CONOSCENZA Consideriamo la cultura come continua negoziazione del sapere e risultato provvisorio di continui aggiustamenti. Pensiamo quindi l’apprendimento come costruzione di conoscenze significative e mai definitive che avviene attraverso un processo di ricostruzione del sapere, ditrasformazione continua, di crescente consapevolezza. La costruzione della conoscenza non è lineare, non avviene per accumulazione, ma per “aggiustamenti successivi”, in cui confluiscono informazioni nuove e conoscenze personali pregresse. Tutto ciò comporta un processo di elaborazione e organizzazione che parte dalla “realtà del bambino” per giungere al sapere “disciplinare”: l’esperienza è punto di partenza per costruire conoscenza. Non si apprende da soli, l’apprendimento avviene in interazione sociale: la crescita e lo sviluppo del pensiero sono possibili solo all’interno di una relazione. L’eterogeneità della classe è una risorsa, un potenziale di cui vogliamo tener conto, utilizzando gli scambi comunicativi e i diversi domini di conoscenza. L’interazione favorisce l’attivazione di più alte e complesse funzioni cognitive che non possono attivarsi senza mediazioni emotive, educative e sociali adeguate. COME Il nostro approccio metodologico richiede… …un insegnante come mediatore culturale, come modello esperto che non dà risposte univoche, ma che coinvolge i bambini nella ricerca di possibili soluzioni, che li guida nella scoperta/acquisizione di concetti, procedure, tecniche, aiutandoli a riflettere sul proprio percorso di conoscenza; ...un insegnante regista che ipotizzi, ricerchi, costruisca, rifletta, si metta in discussione, modifichi continuamente la propria azione educativo-didattica, per conferire intenzionalità al processo di insegnamento/apprendimento, in un’ottica di progettazione consapevole e rendicontabile; ...un insegnante che riconosca il bambino come interlocutore nei processi di apprendimento, che dia importanza a ciò che pensa lui e non solo a ciò che vuole che pensi; ...un insegnante che riconosca la realtà del bambino, lo accetti, lo ascolti, entri con lui in contatto emotivo/empatico, lo valorizzi, gli permetta di esprimere al meglio le sue potenzialità. Ci impegniamo quindi a ...creare un ambiente stimolante e un clima favorevole all’apprendimento, che trasmetta la voglia di imparare, in cui si ponga attenzione agli aspetti affettivi e socio-relazionali, alla gestione e all’organizzazione dei tempi e degli spazi; …ascoltare e a raccogliere dati nel contesto in cui operiamo per utilizzarli nel nostro percorso di ricerca/formazione e di azione in sezione/classe …creare contesti in cui i bambini si sentano valorizzati, in cui possano capire ed imparare dai propri errori, considerati come indicatori di processi mentali; …creare contesti in cui realizzare attività laboratoriali autentiche, dove i bambini possano giocare, sperimentare, fare esperienze, osservare, costruire, parlare, disegnare, scrivere, 5
rappresentare con parole-numeri- schemi, elaborare modelli via via sempre più congruenti con quelli delle scienze e delle arti poiché intendiamo il “laboratorio”come un luogo mentale prima che fisico. ...progettare attività didattiche complesse, che partano dalle esperienze, dai vissuti, dalle conoscenze, dagli stili di apprendimento degli alunni per offrire a ognuno la possibilità di costruirsi, all’interno del gruppo, un proprio percorso di crescita; ...favorire l’imparare a pensare convinti che le abilità di pensiero (abilità di analisi, di controllo, di organizzazione delle proprie elaborazioni mentali) possano essere insegnate; ...accompagnare gli alunni nel loro personale processo di crescita, aiutandoli a cercare soluzioni diverse, a provare e a riprovare per superare le difficoltà; ...creare occasioni per discutere e ragionare insieme, per imparare a stare con gli altri in modo sempre più positivo e collaborativo; …collaborare con la famiglia per costruire un progetto educativo a misura di bambino; ...rendere gli alunni co-protagonisti consapevoli del processo di apprendimento aiutandoli a condividere il progetto, a conoscere i propri stili e le personali strategie d’apprendimento, a raccontare e documentare il proprio percorso di crescita culturale, personale e di relazione con gli altri e a sviluppare la capacità ditrasferire le competenze acquisite in nuovi contesti. COSA Le discipline sono per noi modalità diverse di leggere la realtà e di mettersi in relazione con essa. Attraverso gli insegnamenti disciplinari si realizza la mediazione culturale dell’insegnante - mediazione intesa come “un mettersi in mezzo tra la cultura ufficiale e la cultura dei bambini” - e si qualificano le abilità trasversali. Insegnare le discipline è il nostro compito prioritario: dai campi di esperienza si va verso ambiti sempre più definiti, ma la dimensione psicologica dell’apprendimento e la complessità della realtà richiedono una costante attenzione sinergica tra il disciplinare e il reticolare. Gli Orientamenti, i Programmi ministeriali e le Indicazioni Nazionali vengono considerate in relazione al nostro modello di scuola. Condividiamo questa idea di curricolo: “E’ ormai ben assodato a livello di ricerca che capire esige percorsi cognitivi lunghi, variati, efficacemente indirizzati e controllati nella loro dinamica; che capire non è il risultato di una sequenza lineare di apprendimenti (o di cambiamenti concettuali) distribuiti in passi, gradi o stadi, ma di progressive coagulazioni complesse - che coinvolgono risonanze profonde fra cognitività, sensorialità e cooperazione dal lato del soggetto, fisicità cultura e progetto da quello del suo ambiente; che capire coinvolge sempre trasversalmente “saperi” diversi (p.es. competenza linguistica, fisica, di rappresentazione simbolica in intreccio con la matematica, di percezione selettiva e azione finalizzata …); e che perciò capire si sviluppa sempre lungo percorsi intrecciati, con ingredienti culturali differenziati interferenti a più livelli.” (Paolo Guidoni) Pertanto i nostri curricoli si articolano a partire dai campi d’esperienza (Scuola dell’Infanzia) alle discipline, dialogando con le famiglie e interagendo con le risorse che il territorio offre. Considerando tali premesse, emerge la necessità di esplicitare nei cinque capitoli i punti di forza della nostra azione educativo–didattica come la mediazione didattica, la progettazione, l’inclusività, la valutazione, la continuità, la collaborazione Scuola/Famiglia (RAV, PdM, …) e la formazione permanente. 6
Capitolo 1 PERCHÉ? FILOSOFIA DELLA SCUOLA “Ogni sistema educativo deve essere giudicato non per ciò che concede ai pochi, ma per ciò che assicura ai molti, pur senza impedire ai pochi di andare sempre più lontano”. (B. Bettelheim) Nella nostra società caratterizzata da rapidi mutamenti è compito fondamentale della scuola fornire agli studenti le competenze necessarie per diventare i cittadini di domani. Su questa base abbiamo dunque elaborato il profilo d’uscita per rispondere ai bisogni dei nostri alunni, valorizzando le potenzialità di ognuno e cercando di rimuovere eventuali ostacoli al processo di apprendimento. Alla fine della scuola primaria i ragazzi avranno una solida preparazione di base, saranno persone attente e curiose, capaci di pensare e di riflettere, di porsi domande e di non accettare risposte chiuse e limitanti, sapranno interagire con gli altri e con l’ambiente con un comportamento responsabile e leale. PROFILO D’USCITA Avere consapevolezza di sé del proprio corpo, delle proprie emozioni, dei personali modi di essere e di capire, di crescere, dei propri punti di forza e di debolezza per costruirsi una positiva immagine di sé come individuo e come alunno. Conoscere i propri diritti e i propri doveri nei confronti di se stessi, degli altri e dell’ambiente. Riconoscere la diversità come valore per costruire insieme un percorso di crescita. Porre e porsi domande, esprimere le proprie idee argomentando intorno a un fatto, sostenerle e confrontarle con quelle degli altri arrivando a una sintesi. Interagire con coetanei e adulti per raggiungere scopi comuni all’interno di spazi diversi regolati da norme condivise. Orientarsi nello spazio e nel tempo operando confronti costruttivi tra realtà storiche e geografiche diverse. Iniziare a ricercare su fatti delimitati nello spazio e nel tempo secondo il metodo storico. Conoscere le caratteristiche di ambienti specifici. Collocarsi nello spazio attraverso la lettura e costruzione di carte e mappe. 7
Leggere per il piacere di leggere, per divertirsi, per informarsi, per acquisire conoscenze, utilizzando strategie adeguate ai diversi scopi di lettura Scrivere testi corretti ortograficamente e grammaticalmente per raccontarsi e raccontare esperienze, argomentare il proprio punto di vista (relazioni, descrizioni, lettere…), considerando scopo e destinatario curando in modo sempre più consapevole il processo di scrittura dall’ideazione alla revisione. Descrivere e rappresentare con numeri, figure, grafici, quando le parole non bastano, situazioni di vita quotidiana e proprie della matematica. Utilizzare adeguatamente le operazioni aritmetiche, padroneggiare le strategie di calcolo, confrontare, misurare ed individuare relazioni. Rappresentare dati, effettuare valutazioni di probabilità d’eventi. Esplorare, descrivere rappresentare e schematizzare lo spazio. Esplorare la realtà e darsi spiegazioni costruendosi modelli coerenti con il pensiero scientifico intorno a fatti del mondo fisico, chimico e biologico. Usare parole, disegni, tabelle, grafici per rappresentare idee relativamente a esseri viventi, ambienti (diversità, relazioni, trasformazioni, equilibrio,dis-equilibrio, energia,…); materia (proprietà, stato, relazioni, trasformazioni, energia…); terra/universo(cicli, trasformazioni, interazioni…). Utilizzare adeguatamente strumenti tecnologici per cercare informazioni, comunicare, calcolare… Analizzare e costruire prodotti multimediali. Conoscere, esprimersi e comunicare con il linguaggio corporeo, figurativo, gestuale e musicale. RENDICONTAZIONE Ci assumiamo la responsabilità di rendere conto della nostra azione didattico/educativa, consapevoli che la rendicontazione progettata sia una condizione essenziale per garantire la qualità del servizio offerto. La rendicontazione sociale infatti non si limita ad una ricognizione di fattori tutti interni alla scuola, (autoanalisi) ma guarda al più vasto contesto (istituzionale, sociale) di cui l'istituto è parte integrante. AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO FATTORI DI QUALITÀ DEL SERVIZIO Per monitorare l’attuazione del nostro Progetto di scuola, riteniamo opportuno definire alcuni fattori che ci aiutino a guardare al nostro servizio dal punto di vista della qualità. Consideriamo indicatori di un buon modo di fare scuola: • la condivisione delle scelte educative con le famiglie 8
• la collaborazione di tutto il personale (docente, amministrativo e ausiliario) nella gestione dei problemi organizzativi della scuola • il lavoro collegiale dei docenti organizzati come comunità di pratica • l’attenzione alla differenza culturale • l’attivazione di percorsi interculturali e la costante attenzione ai problemi della società contemporanea (educazione alla cittadinanza attiva e critica) • il raccordo interdisciplinare come strumento che garantisce unitarietà e complessità all’insegnamento • l’individualizzazione delle procedure di insegnamento • l’esistenza di traguardi irrinunciabili definiti collegialmente • la consapevolezza che la valutazione deve essere intesa come un’operazione volta a migliorare l’intervento didattico più che come uno strumento per esprimere voti • la flessibilità organizzativa • l’utilizzazione razionale ed innovativa degli spazi e delle risorse della Scuola, in particolare di quelle tecnologiche • il confronto costante e costruttivo tra docenti e genitori • la disponibilità degli insegnanti alla ricerca, all’innovazione didattica e all’aggiornamento professionale. MONITORAGGIO E ADEGUAMENTO DEL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA I team docenti, le assemblee di classe, i consigli d'interclasse, le commissioni del consiglio d'interclasse sono luoghi di comunicazione, confronto, verifica e prima autovalutazione. Per poter valutare l'aderenza del nostro agire con il nostro progetto di scuola è necessario che, con gli altri principali attori (genitori ed alunni) dello scenario scolastico, ci impegniamo sin dall'inizio dell'anno scolastico a progettare come migliorare la qualità dell'insegnamento e della scuola. Per verificare e valutare in itinere il nostro lavoro: • noi insegnanti monitoriamo l'azione didattico/educativa utilizzando diverse modalità e diversi strumenti per la raccolta dei dati; • i bambini forniscono i loro feed-back personali sui processi, sui vissuti e sui risultati degli apprendimenti; • i genitori individuano insieme alcuni indicatori che permettano loro di osservare cosa succede a scuola, come ci si relaziona e come si costruiscono le conoscenze. La triangolazione dei dati permette a noi ed agli altri attori coinvolti un confronto ed una riflessione partecipativa ( assemblee di classe, consigli e commissioni d'interclasse). Il Collegio Docenti e il Consiglio di Circolo sulla base dei dati raccolti e delle proposte pervenute deliberano eventuali modifiche o integrazioni del POF e/o degli altri documenti ad esso afferenti, in una prospettiva di miglioramento continuo della qualità del servizio e dell’azione didattica ed educativa. VALUTAZIONE DI SISTEMA RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE E PIANO DI MIGLIORAMENTO A partire dall’anno scolastico 2014/15 come previsto dalla circolare Ministeriale (crf. Art. 6 DPR N° 80/2013) abbiamo avviato un processo di autovalutazione con la stesura di un Rapporto di 9
autovalutazione (RAV) presente su “Scuole in chiaro“ e la definizione del Piano di Miglioramento da attuare nell’anno scolastico 2015/16. PIANO DI MIGLIORAMENTO CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE: Continuare la costruzione dei curricoli per renderli sempre più conformi al Pof e alle Indicazioni nazionali. Progettare esperienze complesse in area di sviluppo prossimale che permettano l'individualizzazione dei percorsi di apprendimento. Rafforzare pratiche di valutazione formativa, attente al contesto e funzionali ad una continuamessa a punto dell'azione didattica. AMBIENTE DI APPRENDIMENTO: Continuare esperienze di formazione e di ricerca/azione per i docenti su: discipline, aspetto emotivo-relazionali, valutazione formativa. Costruire setting di classe con attenzione agli aspetti relazionali, alla gestione dei tempi e degli spazi, agli stili, di apprendimento degli alunni. Creare contesti in cui realizzare attività laboratoriali dove i bambini possano giocare, sperimentare, osservare, pensare, capire, costruire modelli.. INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE: Attuare tutte le possibili ed opportune azioni di recupero e di potenziamento delle abilità scolastiche e, solo se si evidenziano difficoltà persistenti, segnalare alle famiglie l’opportunità di attivare consulenze specialistiche. Ridurre il numero dei piani didattici personalizzati limitandoli ai casi diagnosticati e/o certificati. Progettare attività in area di sviluppo prossimale, senza diversificare i traguardi di competenze, ma diversificando strumenti e modalità di lavoro. Proporre esperienze complesse in cui ogni alunno possa costruirsi un personale percorso diapprendimento in interazione con i compagni. CONTINUITÀ E ORIENTAMENTO: Promuovere e realizzare iniziative di formazione per docenti dei diversi ordini di scuola (primo ciclo d'istruzione). Rinforzare la collaborazione tra docenti dei diversi ordini di scuola in riferimento ai criteri di formazione delle classi. Scambio di informazioni nelle annualità ponte (incorso d'anno) fra i docenti dei diversi ordini di scuola riferite ad alunni in situazioni problematiche. 10
Il POF per il triennio 2016 – 2019 impegna il Collegio dei Docenti per la realizzazione dei seguenti obiettivi, ritenuti prioritari: ANNO SCOLASTICO IN CORSO 2015/16 Completare la stesura dei curricoli di Lingua italiana. Avviare la costruzione del Curricolo di Matematica. Integrare il curricolo di Scienze con la parte relativa all’Astronomia. Avviare il curricolo di Storia-Geografia, educazione alla Cittadinanza. Potenziare l’inter-team come spazio per progettare esperienze complesse in aree di sviluppo prossimale. ANNO SCOLASTICO 2016/17 Completare la stesura dei Curricoli di matematica. Completare il curricolo di Storia-Geografia, educazione alla Cittadinanza. Sperimentare nell’azione didattica i curricoli elaborati. Utilizzare gli incontri di Dipartimento per rafforzare pratiche di valutazione formativa in ambito disciplinare e trasversale finalizzate anche alla certificazione delle Competenze. ANNO SCOLASTICO 2017/18 Avviare la costruzione dei curricoli: Arte-Immagine, Musica, Educazione fisica, Tecnologia. Tradurre nell’azione didattica ordinaria i curricoli delle varie Discipline al fine di migliorare gli esiti degli apprendimenti. Progettare azioni didattiche finalizzate allo sviluppo di competenze relative al quadro di riferimento INVALSI di Italiano e Matematica. ANNO SCOLASTICO 2018/19 Completare la costruzione dei curricoli: Arte-Immagine, Musica, Educazione fisica, Tecnologia. Tradurre nell’azione didattica ordinaria i curricoli delle varie Discipline al fine di migliorare gli esiti degli apprendimenti. Progettare, attuare, verificare azioni didattiche finalizzate allo sviluppo di competenze relative al quadro di riferimento INVALSI di Italiano e Matematica. FORMAZIONE Per dare piena attuazione agli obiettivi del nostro Progetto di scuola, ci impegniamo in un percorso di ricerca e di formazione permanente, che, autonomamente o con l’aiuto di esperti, ci aiuti a riflettere sull’azione didattica e a rielaborarla con nuove idee e ipotesi di lavoro funzionali a migliorare l’efficacia dei processi di insegnamento apprendimento, in risposta ai bisogni educativi, formativi, sociali degli alunni, in costante cambiamento nel tempo. La metodologia della ricerca azione viene a caratterizzarsi come modalità di fare cultura in una Scuola dove l’apprendimento si costruisce in una dimensione sociale e di continua negoziazione perché permette di conciliare lavoro in classe, ricerca e formazione professionale. 11
A fianco delle iniziative di formazione progettate e realizzate dagli insegnanti come gruppo professionale operante in un determinato contesto scolastico vi sono poi le iniziative di ciascun singolo insegnante che aderisce a proposte di carattere culturale e formativo del territorio, in una logica di integrazione fra percorso collettivo di formazione e percorso individuale. I progetti di questa sezione rappresentano l’attuazione coerente dei principi enunciati nella prima parte del Piano riguardo a: • idea di formazione • scelta dei temi oggetto di formazione • metodologia di lavoro • caratteristiche e ruolo degli esperti • spazi e tempi della formazione • monitoraggio e autovalutazione della formazione Le diverse iniziative riguardano la professionalità docente nei diversi aspetti metodologici, relazionali e disciplinari (sapere, saper fare, saper essere). I progetti riguardano, a livelli diversi, tutti i docenti del circolo. Si sono realizzate iniziative cittadine su grandi temi comuni (Indicazioni per il curricolo, Didattica per competenze) e gruppi di ricerca (Dipartimenti) a livello di singola istituzione scolastica intorno ad aspetti disciplinari specifici. Gli insegnanti che partecipano a iniziative di formazione si impegnano a portare nei team, nei gruppi di interclasse e di Dipartimento ciò che ritengono funzionale al miglioramento della didattica. In piena sintonia con quanto esplicitato nella circolare Miur “Indicazioni e orientamenti per la definizione del Piano triennale per la formazione del personale”, continueremo nelle tre annualità ad impegnarci in “percorsi significativi di sviluppo e di ricerca professionali che li veda soggetti attivi nei processi”. Nel triennio 2016/19, in relazione a quanto dichiarato nel Piano di Miglioramento, e in linea con il Percorso formativo effettuato a livello di Circolo e di reti di Scuole prevediamo percorsi formativi sui temi: • Certificazione delle competenze, con la consulenza del prof. Italo Fiorin, responsabile scientifico del Progetto ministeriale di Certificazione delle competenze. • Miglioramento delle pratiche autovalutative, con la consulenza del direttore dell’Invalsi dott. Paolo Mazzoli. • La trasversalità della Lingua italiana (etimologia e lessico), con la consulenza del prof. Sabatini. • Inclusione e competenze di cittadinanza, con la consulenza della prof.ssa Ivana Paganotto/ Marisa Faloppa/ Mantegazza/ Alain Gussot,docente di Pedagogia speciale presso il Dipartimento di psicologia dell'Università degli studi di Bologna. • Miglioramento delle competenze digitali, con la consulenza interna degli insegnanti- esperti e con la consulenza esterna di esperti per lo sviluppo di specifiche competenze (uso appropriato della LIM, uso didattico di internet, costruzione di programmi, ….) • Incontri con il GRUPPO H RETE per la formazione sul PEI ICF e sui nuovi documenti da produrre per gli alunni con certificazione LEGGE 104/92 • Percorsi di formazione specifica per le insegnanti di sostegno in relazione ai bisogni che verranno rilevati • Partecipazione al piano nazionale di formazione (se predisposto) Agli interventi degli esperti, come è prassi consolidata nel nostro Circolo, seguono… - attività di riflessione individuali sugli input ricevuti, 12
- momenti di autoformazione in gruppi di lavoro con dinamiche laboratoriali, - condivisione di proposte da sperimentare in classe nei dipartimenti/interteam/team - attività in classe - confronto e discussione finalizzata all’autovalutazione del lavoro svolto (risultati raggiunti in relazione al miglioramento degli esiti) - documentazione delle attività Le azioni formative si prefiggono di accompagnare gli insegnanti nei processi di ricerca didattica, formazione sul campo, innovazione in aula e sono rivolte in forme differenziate a - intero Collegio docenti - gruppi di insegnanti impegnati in innovazioni curricolari - gruppi di insegnanti impegnati nella costruzione di Curricoli disciplinari - docenti neoassunti e di nuova nomina nel Circolo 13
Capitolo 2 COME? SCELTE EDUCATIVE METODOLOGICHE E DIDATTICHE “La funzione docente è una funzione di pensiero che non ha a che fare solo con le competenze disciplinari, bensì si sviluppa all’interno di uno spazio relazionale in cui è necessario cogliere e pensare anche le emozioni, i vissuti e i sentimenti che sostanziano le modalità di apprendimento di chi apprende.” (Blandino/Granieri) LA PROGETTAZIONE Ci riferiamo ad un modello di progettazione aperto e flessibile, articolato in diverse fasi che permetta il confronto e la condivisione a livello di team e di dipartimenti disciplinari e la realizzazione in classe nell’azione del singolo insegnante. Il progetto del gruppo docente definisce, a livello collegiale, gli accordi educativi e le scelte metodologiche, didattiche ed organizzative come contestualizzazione dei principi e dei valori espressi qui condivisi. • A partire dai punti di forza di questo progetto e dal curricolo di scuola, nella progettazione annuale gli insegnanti individuano i traguardi di competenza da raggiungere, i temi, i concetti, le modalità e i contesti di lavoro ed esplicitano le motivazioni delle scelte effettuate. • A livello di progettazione periodica nei team e negli interteam confrontano le strategie di insegnamento, progettano compiti complessi, costruiscono possibili itinerari, ipotizzano scansioni temporali, individuano modalità e strumenti di raccolta dati e di valutazione, riflettono e discutono intorno ai problemi che emergono nelle attività in aula. La progettazione di esperienze didattiche complesse offre situazioni in cui sperimentare, riflettere, dare significato e valutare percorsi di apprendimento; stimola ad affrontare problemi, far emergere strategie. • Nei gruppi classe contestualizzano le diverse unità di lavoro nel rispetto degli stili, dei tempi e dei ritmi di apprendimento di ogni singolo alunno e delle esperienze formative e professionali di ogni singolo insegnante. La riflessione sistematica sull’azione in classe e il confronto con i colleghi sui dati raccolti costituiscono la base di partenza per costruire nuovi tratti di percorso, cercare strade parallele o alternative per permettere ad ogni bambino di crescere sul piano cognitivo, emozionale e relazionale. 14
LA MEDIAZIONE DIDATTICA “….andarli a prendere là dove sono e trovare una strada per accompagnarli dove vogliamo che arrivino”. L. Wittgenstein LA SFIDA DELLE COMPETENZE Il Progettare e il lavorare per competenze ha costituito gran parte del nostro lavoro di ricerca eformazione degli ultimi anni, impegnandoci a ri-pensare il nostro modo di progettare, di lavorare in classe e di raccogliere dati per la valutazione. Ci riconosciamo nella definizione di competenza di Pellerey intesa come “la capacità di far fronte a un compito riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a usare quelle esterne disponibili per affrontare positivamente una tipologia di situazioni nuove e sfidanti”. Per raggiungere i traguardi di competenza definiti nel Profilo d’uscita in linea con i traguardi di competenza descritti nelle Indicazioni 2012, è necessaria una mediazione didattica efficace che, a partire dalla scuola dell’infanzia, sappia leggere, raccogliere, valorizzare e utilizzare al meglio gli elementi di conoscenza esplicita e implicita, ponendosi due domande tra loro correlate: - Come aiutarli a capire? - Come si fa ad accorgersi se hanno capito? A Scuola, infatti si viene per capire Ricerche affermano che ...quando si capisce • i pensieri si coagulano intorno a nuclei preesistenti che possono espandersi nel tempo • si ricorre a modelli, analogie, espansioni, formalizzazioni per ricostruire i fenomeni • si mettono insieme tanti “ma... allora” di esperienze diverse • ci si sente bene, a proprio agio ...quando non si capisce • le esperienze non si coagulano intorno a nuclei preesistenti, non si agganciano a strutture di pensiero • non si costruiscono modelli e le informazioni restano staccate dai pensieri personali • si ricorre a salvagenti cognitivi (formule, frasi a memoria ...) • si prova dis-agio, noia, malessere, voglia di andar via”. (M. Arcà) Nella nostra esperienza quotidiana di insegnamento, mediare diventa quindi "mettersi-in-mezzo” tra la cultura, le idee dei bambini, i loro modi di capire e di stare a scuola in una situazione di reciproca risonanza attraverso : - la proposta di situazioni di apprendimento reali, sfidanti e motivanti in cui gli alunni assumano un ruolo attivo, per attivare processi di pensiero, effettuare scelte, prendere decisioni, discutere, condividere e negoziare i risultati con i compagni - la guida di insegnanti “esperti” che propongano situazioni di apprendimento significative e contestualizzate, in zona prossimale di sviluppo - la costruzione di ambienti di apprendimento che facilitino la cooperazione e il coinvolgimento della persona nelle sue dimensioni di emotività, cognizione e relazione, anche attraverso la costruzione di setting adatti - la presenza di strumenti e materiali diversi (poveri o multimediali) a disposizione di tutti in cui ciascuno possa scegliere quelli che, di volta in volta, gli sono più consoni per provare e per provarsi - la cura del clima, la distribuzione delle responsabilità, la gestione dei conflitti e la valorizzazione dell’errore come feedback, come occasione di riflessione e di stimolo al miglioramento 15
- una metodologia laboratoriale ispirata ai principi della partecipazione attiva e della cooperazione nella costruzione autonoma del proprio sapere, che permettano di scoprire e produrre sapere, invece di riprodurre soluzioni e risposte già fornite da altri. ALLEGATO 1 (didattica laboratoriale) LA VALUTAZIONE “Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato” Albert Einstein In questo progetto di Scuola la valutazione diventa tratto costitutivo e intrinseco dell’azione di insegnamento–apprendimento: • considera i singoli alunni nelle loro diversità individuali, tiene conto non solo degli aspetti del “sapere e del “saper fare” ma anche degli atteggiamenti (saper essere), della disponibilità ad apprendere (saper imparare), della capacità di lavorare con gli altri per raggiungere uno scopo comune (competenza relazionale) e aiuta ogni singolo alunno a riflettere sul proprio modo di capire e sul percorso di apprendimento; • si fonda su dati di processo e di prodotto (elaborati degli alunni e osservazioni dell’insegnante) raccolti in un arco di tempo e sulla loro interpretazione; • ricade sulla pratica didattica con un’azione di regolazione, di controllo e di orientamento dell’azione (autovalutazione professionale); • si colloca in una dimensione dialogica per aiutare l’alunno a conoscere i propri punti di forza e di debolezza. In questo contesto i giudizi sui prodotti si trasformano in feedback; si evitano premi e castighi; • è sistematica e non fatta di esclusivi momenti specifici e ha funzione di monitoraggio continuo (valutazione formativa); • è una valutazione interna al processo di apprendimento: è controllata dall’insegnante, ma anche dagli alunni; • è una valutazione formativa, attenta al contesto e quindi funzionale ad una continua messa a punto dell’azione didattica, che accompagna e guida un lavoro a fili lunghi fatto di tempi distesi, di azioni pensate e progettate; accuratamente e di “attesi imprevisti” • si avvale di strumenti (guide procedurali, strumenti di raccolta di dati, strumenti di autovalutazione dell’insegnante) costruiti in gruppi di ricerca e validati da esperti che sono di aiuto a tradurre la nostra idea di valutazione in pratica ordinaria in classe e in un percorso di autovalutazione personale ALLEGATO 2 (valutazione) • è documentata in uno spazio specifico nel giornale dell’insegnante • è il risultato di un lungo percorso di ricerca che con la partecipazione alla sperimentazione del “Nuovo modello di certificazione delle competenze” ci impegniamo a continuare secondo quanto richiesto dalla CM del 6.11.2015 n. 11141 ALLEGATO 3 (progetto competenze) L’idea di valutazione esplicitata ci aiuta a ridare la “giusta dimensione” alle Prove Nazionali di Valutazione predisposte per la rilevazione degli esiti dell’apprendimento su alcuni aspetti dell’italiano e della matematica, senza poter rilavare la significatività dei percorsi di apprendimento. 16
INCLUSIONE “L’inclusione è un diritto fondamentale ed è in relazione con il concetto di “appartenenza”. Le persone con o senza disabilità possono interagire alla pari. Un’educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità: ciascuno é benvenuto, può imparare con i propri tempi e soprattutto può partecipare, e tutti riescono a comprendere che le diversità sono un arricchimento. La diversità é normale. E lo stesso per l’università, il lavoro, i trasporti, la vita sociale e culturale. Scopo dell’inclusione è quello di rendere possibile, per ogni individuo, l’accesso alla vita “normale” per poter crescere e “svilupparsi” totalmente.” (Andrea Canevaro) Siamo convinti che, unicamente nel rispetto delle modalità personali di apprendimento, abbia senso parlare di pari opportunità per tutti i bambini. Non si tratta di dare a ciascuno nozioni o esercizi diversificati, ma di permettere a ognuno di costruirsi il proprio percorso di conoscenza, con l’aiuto dell’insegnante, in interazione con i compagni. Ci impegniamo, quindi, a porre attenzione agli stili e ai modi di apprendere e di capire di ogni alunno nel rispetto dei ritmi individuali, per realizzare una reale personalizzazione del percorso formativo di ciascuno. Intendiamo considerare la diversità come ricchezza e di conseguenza sfruttare la forza del gruppo-classe per coinvolgere, per chiarire, per motivare, per valorizzare le idee di ognuno, per crescere insieme. Riteniamo opportuno usare lo strumento dell’osservazione per individuare i punti di forza di ognuno e utilizzarli come punti di partenza per progettare il lavorodidattico. Creeremo quindi contesti e situazioni in cui ognuno possa porsi e porre problemi, condividere dubbi, difficoltà, cercando insieme strategie di soluzione più che predisporre percorsi rigidi e predefiniti. Ipotizziamo attività a livello di gruppo classe, attività a piccoli gruppi di classe o di interclasse costituiti intorno a proposte didattiche complesse che permettano ad ognuno di costituirsi un proprio percorso di crescita. Per giungere a ciò opereremo per creare un clima di classe non competitivo, ma cooperativo: favoriremo la discussione e le riflessioni collettive; utilizzeremo il lavoro di coppia e di piccolo gruppo per sviluppare la competenza metacognitiva; sosterremo il percorso d’ apprendimento di ognuno attraverso l’ utilizzo di frequenti feedback di fiducia e di incoraggiamento che contengano consigli su come procedere. Consapevoli che l’apprendimento non avviene per accumulo di informazioni, ma attraverso un processo attivo di organizzazione e di costruzione dei collegamenti tra i concetti, ci impegniamo a riflettere continuamente, a livello personale e negli incontri di team, sulle strategie organizzative e sulle procedure funzionali all’ apprendimento di ciascun bambino. 17
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (L. 53/2003, L. Reg. n.28 -28/12/2007, Dir. Min. 27/12/2012, Circ. Min. n.28 -06/03/201-, Circ. MIUR 27/6/2013, Circ. USR Piemonte 27/9/2013) “ Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che suona la stessa sinfonia.”(D. Pennac) Ciascun alunno vede sancito, nell’articolo 3 della nostra Carta costituzionale, il proprio diritto all’istruzione che non può esser impedito dalla presenza di difficoltà nell’apprendimento scolastico, siano queste legate a situazioni di disabilità, alla presenza di Disturbi Specifici di Apprendimento o a situazioni di svantaggio. I Bisogni Educativi Speciali riguardano tutti quegli alunni che, in una certa fase del loro percorso, con continuità o per determinati periodi, richiedono una speciale attenzione per motivi fisici, psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che la scuola offra una risposta adeguata e personalizzata, perché queste condizioni creano difficoltà in campo educativo ed apprenditivo. ALLEGATO 4 (direttiva ministeriale) DISABILITA’ La nostra Scuola ritiene che • l’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili sia stata una conquista, forse ancora non completamente raggiunta, ma che abbia significato l’innalzamento del grado di civiltà della società; • la diversità rappresenti una risorsa di inestimabile valore che arricchisce la comunità; • la normalità sia formata dalla diversità degli individui che assieme portano avanti un progetto comune basato sul rispetto, sulla condivisione e sull’accettazione dell’altro • le dinamiche sociali e di apprendimento della classe siano le uniche che possono portare alla vera inclusione. Il clima positivo va creato nell'aula e nel gruppo-classe: “crearlo altrove non serve” (C. Scataglini) Il nostro lavoro di inclusione si propone di: • aiutare l’alunno a partecipare attivamente e dignitosamente, sia pure con modalità proprie, alla vita del gruppo classe; • sviluppare autonomia nel bambino, affinché diventi un adulto positivamente inserito nella società; • progettare esperienze in cui trovi spazio anche l’alunno disabile con le sue abilità; • realizzare l’integrazione condividendo gli spazi con il gruppo classe e solo eccezionalmente utilizzare uno spazio diverso; • favorire l’ integrazione come stimolo al miglioramento del clima relazionale, aiutando tutti gli alunni ad affinare le proprie sensibilità: “le emozioni e i desideri, gli interessi e la motivazione, così come gli apprendimenti, devono potersi scambiare: solo così si arricchiscono ...” (C. Scataglini) • aiutare gli altri alunni ad affinare la sensibilità nei confronti del “diverso” e a diventare protagonisti - partecipi del suo inserimento. 18
Alla luce delle nostre riflessioni, riemerge… “ la centralità della progettazione educativa individualizzata che sulla base del caso concreto e delle esigenze dovrà individuare interventi equilibrati fra apprendimento e socializzazione, preferendo in linea di principio che l’apprendimento avvenga nell’ambito della classe e nel contesto del programma in esso attuato. Una progettazione educativa… nella logica della costruzione di un progetto di vita che consente all’alunno di avere un futuro.” (Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità- 2009) DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Ogni reale apprendimento e ogni successo scolastico rinforzano nei bambini l’idea di potercela fare con le proprie capacità, quindi solo un modo di fare scuola “attento ai differenti modi di pensare e di agire” di ogni alunno può diventare inclusivo. ALLEGATO 5 (DSA) ALUNNI STRANIERI E INTERCULTURA In riferimento alla normativa sull’integrazione scolastica e sull’educazione interculturale che si fonda sui valori della Costituzione italiana e delle Carte internazionali (Dichiarazione dei diritti dell’uomo, 1948; Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo, 1989) ci impegniamo ad accogliere e valorizzare le differenze culturali, aiutando gli alunni a crescere nella consapevolezza che esistono diverse risposte possibili al vivere sociale, per aiutarli a diventare cittadini responsabili, autonomi, critici e in grado di riconoscere e condividere i valori universali dell’uguaglianza, della solidarietà, della cooperazione e della convivenza pacifica. La nostra scuola opera in un contesto territoriale che, negli anni recenti, è stato protagonista di significativi e rapidi flussi migratori provenienti principalmente dall’Europa dell’Est e dal Nord Africa. La progressiva stabilizzazione degli immigrati, con i relativi processi di ricongiunzione familiare, ha modificato profondamente la realtà scolastica che è diventata il luogo privilegiato dell’inserimento e dell’acculturazione. L’inserimento degli stranieri a scuola si è trasformato, nel tempo, da semplice accoglienza ad effettiva integrazione. Abbiamo riconosciuto gli immigrati come portatori di identità e di valori, degni di rispetto e valorizzazione. I profili d’ingresso degli studenti stranieri nel nostro Circolo sono diversi sia dal punto di vista linguistico, sia dal punto di vista socio-culturale. Possono essere alunni nati all’estero che arrivano insieme ai loro genitori e quindi in famiglia non parlano l’italiano, oppure che raggiungono un genitore che da un po’ di tempo lavora in Italia e che perciò parla l’italiano come lingua di comunicazione, o ancora, sono alunni nati in Italia e che a casa parlano la lingua di provenienza della famiglia e fuori usano l’italiano come lingua sociale. Per gli alunni stranieri non parlanti la lingua italiana, il nostro Circolo ha elaborato un Protocollo d’ accoglienza e ha attivato una Commissione che ha il compito di definire i criteri riguardanti l’inserimento degli alunni nelle classi e le modalità di accoglienza, attraverso un colloquio conoscitivo con i genitori e la somministrazione di un test d’ingresso. In seguito sarà il Team dei docenti che dovrà favorire l’inserimento e l’inclusione dell’alunno in classe, anche attraverso l’elaborazione di un progetto didattico-educativo personalizzato. 19
GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Ai sensi della C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 nella nostra scuola si è costituito un Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)…ALLEGATO 6 (gruppo inclusione) 20
Capitolo 3 COSA? IL CURRICOLO DI SCUOLA “!La scuola primaria mira all’acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la frequentano offre l’opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, emotive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti caratteristici di ciascuna disciplina, permette di esercitare differenti stili cognitivi, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico. Per questa via si formano cittadini consapevoli e responsabili a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo.” (Dalle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione) Le nuove coordinate per progettare un curricolo per competenze La costruzione dei curricoli è un percorso che si fa insieme, in gruppi di lavoro, in linea con i curricoli già costruiti e alla luce dell’idea della disciplina espressa nel POF. Le competenze di cittadinanza e le competenze per la vita riferibili a diversi quadri (Otto competenze per la cittadinanza “Raccomandazione del Consiglio Europeo- 2008, le Life Skills dell’OMS ) vanno riconosciute e sviluppate in tutti i contesti delle diverse discipline. In una situazione complessa infatti si sviluppano contestualmente competenze trasversali e competenze disciplinari, sono quindi in stretta relazione (cfr. scheda di certificazione competenze scuola primaria) In questa nuova prospettiva gli elementi della progettazione vanno rivisitati tenendo conto delle nuove coordinate che includono: - l’area di competenza e gli Assi culturali; - i nuclei fondanti, le conoscenze, i concetti, le abilità e i processi nei vari ambiti disciplinari; - i traguardi: dove si vuole portare l’alunno rispetto alla competenza considerata: - i compiti di apprendimento: compiti significativi per la disciplina e significativi per gli studenti in quanto collegati con le loro esperienze, tali da offrire contesti al cui interno si costruiranno conoscenze e si attiveranno i processi da valutare; - gli strumenti metacognitivi, di riflessione sui processi attivati per lo sviluppo della consapevolezza dei propri punti di forza e deboli; - gli strumenti di valutazione e auto valutazione: non solo le prove finali che permettano di inferire il livello di competenza dalle prestazioni, ma anche gli strumenti per documentare e valutare i processi. Nel delineare il curricolo di ogni area, si è cercato di tenere presenti la dimensione trasversale e quella specifica di ciascuna disciplina, col preciso scopo di favorire gli apprendimenti specifici e l’integrazione dei linguaggi 21
Le discipline sono per noi modalità diverse di leggere la realtà e di mettersi in relazione con essa. Attraverso gli insegnamenti disciplinari si realizza la mediazione culturale dell’insegnante - mediazione intesa come “un mettersi in mezzo tra la cultura ufficiale e la cultura dei bambini” - e si qualificano le abilità trasversali. Insegnare le discipline è il nostro compito prioritario: dai campi di esperienza si va verso ambiti sempre più definiti, ma la dimensione psicologica dell’apprendimento e la complessità della realtà richiedono una costante attenzione sinergica tra il disciplinare e il reticolare. DAI CAMPI DI ESPERIENZA ALLE DISCIPLINE “E’ ormai ben assodato a livello di ricerca che capire esige percorsi cognitivi lunghi, variati, efficacemente indirizzati e controllati nella loro dinamica; che capire non è il risultato di una sequenza lineare di apprendimenti (o di cambiamenti concettuali) distribuiti in passi, gradi ostadi, ma di progressive coagulazioni complesse - che coinvolgono risonanze profonde fracognitività, sensorietà e cooperazione dal lato del soggetto, fisicità cultura e progetto da quello delsuo ambiente; che capire coinvolge sempre trasversalmente “saperi” diversi (p.es. competenzalinguistica, fisica, di rappresentazione simbolica in intreccio con la matematica, di percezioneselettiva e azione finalizzata…); e che perciò capire si sviluppa sempre lungo percorsi intrecciati,con ingredienti culturali differenziati interferenti a più livelli.” (Paolo Guidoni) DA “I DISCORSI E LE PAROLE” A …“ITALIANO” La lingua italiana è fondamentale per lo sviluppo globale del bambino ed è lo strumento che gli permette di acquisire nuove conoscenze. Tutto ciò che il bambino sperimenta (azioni, idee, pensieri, sentimenti...), si chiarisce, si esprime, si comunica attraverso il linguaggio: la lingua è strumento di pensiero. Tutto il nostro lavoro è orientato a sviluppare le capacità di: 1. ascoltare, leggere e comprendere 2. parlare e scrivere 3. riflettere sul linguaggio Ascoltare, leggere e comprendere Nell’attuazione del percorso relativo all’ascolto, lettura e comprensione, conduciamo i bambini a decodificare messaggi e testi, analizzarli, raccogliere informazioni, ricavare dati, organizzarli, sintetizzarli, interpretarli, riutilizzarli. Intendiamo l’ascolto un’esperienza attiva, di generazione di idee, di confronto e di arricchimento cognitivo e relazionale. Leggere è sostanzialmente un processo di ricerca, comprensione e interpretazione del significato del testo. Un’esperienza fondamentale di lettura per l’alunno è sentir leggere testi di vario tipo dall’adulto. 22
Contribuiscono all'attivazione delle competenze di lettura personale la capacità di decodificare la parola scritta, le conoscenze lessicali e morfosintattiche, le attese sul tipo di testo che viene letto, la conoscenza di "ciò di cui si tratta" e della situazione in cui il testo è ambientato. Abbiamo la consapevolezza che la lettura abbia un aspetto tecnico-strumentale, un aspetto di comprensione/interpretazione e un aspetto più emotivo strettamente collegati per cui riteniamo importante educare al piacere della lettura ed al leggere per capire. Parlare - scrivere Lo sviluppo della comunicazione orale e scritta è indispensabile, all’interno del contesto sociale in cui bambini sono inseriti, per esprimere le proprie idee nelle diverse situazioni (in relazione a destinatari, scopi, contesti diversi), per sostenere e motivare con adeguate argomentazioni il proprio punto di vista, confrontandolo con quello degli altri. Intendiamo assegnare all’oralità uno spazio adeguato e dare quindi un valore e un significato autonomi alla conversazione e alla discussione, (importante sostegno nella costruzione delle conoscenze, in quanto ne stimola la riorganizzazione attraverso il confronto) secondo il codice tipico della lingua parlata. L’accostamento alla lingua scritta avverrà offrendo al bambino la possibilità di scoprire e utilizzare varie tipologie testuali, nel rispetto delle forme lessicali, sintattiche, grammaticali, funzionali al valore comunicativo dell’espressione del proprio pensiero e aderenti alle richieste della società attuale. Siamo convinti che scrivere significhi anzitutto attivare un processo di pensiero, articolato in diverse fasi che i bambini saranno aiutati a percorrere e a far proprie. Da una fase di generazione e raccolta di idee, si lavorerà per condurli a pianificare, progettare un testo, per poi stenderlo operando controlli e revisioni. La scrittura risulta quindi un processo complesso, che vede attivate e messe in gioco molte abilità, non affidate unicamente allo sforzo individuale, ma sollecitate dall’interazione, confronto con i compagni e dalla mediazione dell’insegnante, soprattutto nella fase ideativa, progettuale e di revisione. Un altro aspetto fondamentale è la rielaborazione del testo, attraverso cui l’alunno sarà portato a formulare in modi diversi concetti e contenuti, a trasporre, a parafrasare, a riscrivere, a riordinare argomenti, collegando le proprie conoscenze a quelle nuove, con applicazione nei diversi ambiti disciplinari. Riflettere sul linguaggio Riflettere sulla lingua significa far prendere consapevolezza al bambino di come funziona la lingua, prestando attenzione al significato di parole, frasi e testi, individuandone relazioni, funzioni, strutture e forme. La riflessione così intesa è volta a migliorare le competenze linguistiche di comprensione, produzione... Il curricolo di Italiano è stato elaborato come documento specifico da parte di un gruppo di lavoro ed è tuttora in corso di completamento (entro anno scolastico 2015/16). …“LINGUA INGLESE” L’insegnamento della lingua straniera mira al raggiungimento di obiettivi di tipo formativo in relazione all’età, alle capacità degli alunni e agli obiettivi di apprendimento delle diverse aree disciplinari. Pertanto diventa: 23
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