CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio

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CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio
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PRODUZIONI

2021-2022
CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio
Chi siamo
                                       AidaStudio Produzioni nasce a Firenze nel
                                       2009 come società di ideazione e distribuzione
                                       spettacoli collaborando con le migliori agenzie di
                                       management e rappresentanza artisti.

                                       Lavoriamo regolarmente con enti lirici e teatri
                                       di tradizione italiani, con associazioni musicali,
                                       istituzioni pubbliche e private, festival e rassegne.

                                       La nostra attività si concentra in particolare sulla
                                       creazione e produzione di reading musicali che
                                       traggono ispirazione dal mondo letterario e teatrale
ELENA MARAZZITA
direzione artistica                    e vedono protagonisti i migliori attori del panorama
distribuzione spettacoli               italiano. Le nostre produzioni sono proposte in
                                       distribuzione esclusiva.
AidaStudio Produzioni
via Pier Capponi, 66 - 50132 Firenze
tel. +39 347 3342211
www.aidastudio.it
elena.marazzita@aidastudio.it
CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio
TEATRO-MUSICA
CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio
TEATRO-MUSICA
                                                  TEATRO-MUSICA
                                                           | CONCERTI                                                     4

                                                          66/67
     Un concertato di Alessio Boni e Omar Pedrini
              Un progetto musicale nato dall’unione artistica tra Alessio Boni e Omar Pedrini. Un
              susseguirsi in scena di musica, visuals, recitato e cantato che coinvolge il pubblico
              con lo scopo di trasmettere la poeticità dei testi di alcuni brani che dagli anni ’60
                                  ad oggi hanno fatto la storia della musica

ARTISTI
Alessio Boni e Omar Pedrini, voci recitanti

Stefano Malchiodi, batteria

Mirco Pantano, basso

Carlo Poddighe, tastiere

testi a cura di Alessio Boni e Nina Verdelli

Questo è uno spettacolo che nasce da un’amicizia e da una serie di coincidenze. A dividere me e Omar Pedrini è solo un anno (io
sono del 1966, lui del 1967, da qui il titolo) Ci siamo scambiati i sogni: io, da piccolo, avrei voluto fare la rockstar, Omar l’attore.
Forse i nostri desideri incompiuti ci hanno dato la spinta per creare questo spettacolo.
Cresciuti con gli stessi riferimenti musicali, siamo entrambi convinti che alcune canzoni siano poesie. Poesie spesso perdute,
perché i testi sono per la maggior parte in inglese e non tutti li comprendono.
Lo scopo di questo Concertato è di raccontare il contesto, spiegare il testo di una canzone, per poi farlo apprezzare a pieno con
musica e canto. L’augurio è che capendo di più, si gusti di più.

                                        Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
                                                                                         www.aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                       5

                                    ADRIANO GIANNINI
                                           in LO STRANIERO
                Meursault è un terribile innocente: straniero alla società ed anche a se stesso.

ARTISTI
Adriano Giannini, voce recitante

musiche a cura di Massimo Moriconi, contrabbasso e
basso elettrico

adattamento del testo a cura di Andrea Tavani e Elena
Marazzita

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

Pubblicato nel 1942, “Lo straniero” è un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato
che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente
uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto – il processo e la
condanna a morte – senza cercare giustificazioni, difese o menzogne.
Rileggere Lo straniero di Albert Camus è una esperienza straniante: la domanda che affiora quasi a ogni pagina è se siamo in
Algeria tre quarti di secolo fa, o oggi nelle nostre strade, nelle nostre case, nella nostra città. Il protagonista, Meursault, è un
individuo che appare come tutti, un lavoro che gli occupa molto tempo e lo tedia, una casa, una madre in un ospizio, una vita
affetta da abitudini che hanno trovato la pace in loro stesse. Nessun moto di ribellione, nessun guizzo di cambiamento, nessun
interesse per il mondo, nessuna voglia di fuga in Meursault, ma una quieta accettazione dell’ordinarietà. Non solo, una continua
ricerca di conferma di questa ordinarietà, non si può dire di certo un desiderio ma una tendenza piuttosto passiva a far sì che nulla
cambi, e se qualcosa cambia che presto si riassesti una abitudine che garantisca apatia e indifferenza.
Come scrisse Sartre in fin dei conti Meursault “è uno dei terribili innocenti” : è l’uomo che non vuole giustificarsi e per questo gli
si preferisce l’idea che ci si fa di lui e non quello che lui è. E la società che emerge durante i processi e si rivela molto simile alla
attuale quando si tratta di giudicare la persona che agisce secondo proprie spinte, per sostituirgli una apparenza fittizia creata con
l’idea che gli altri hanno di lui. Meursault non è solamente straniero alla società ma anche a se stesso.
Nel 1957 Albert Camus vince il Nobel perché “La sua opera mette in luce i problemi presenti ai giorni nostri alla coscienza degli
uomini”.
Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l’omonimo film con Marcello Mastroianni.

                                                  AidaStudio Produzioni
                                  Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                 PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
                                                                                          www.aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                       6

                                ALESSANDRO HABER
                       in PAGLIACCI di LEONCAVALLO
              Uno spettacolo unico che suggella il degno finale di una storia travolgente, che
                 parla di amore, che si conclude con la cronaca di un omicidio passionale.

ARTISTI
Alessandro Haber, voce recitante

Lorenzo Fuoco, violino

Francesco Furlanich, fisarmonica

Francesco Mariozzi, violoncello

musiche a cura di da Francesco Mariozzi

adattamento al testo a cura di G. Bernardini

Attraverso un’esibizione unica, un encomiabile Alessandro Haber, attore di teatro e di cinema, porta in scena la recita di “Pagliacci”,
la più grande opera di Leoncavallo, finora molto probabilmente rappresentata solo alla maniera tradizionale, sui palcoscenici di
tutto il mondo.
In un crescendo di pathos e emozione, Haber racconta la storia di “Pagliacci” accompagnato dal suono di un trio di eccezione.
Uno spettacolo unico che suggella il degno finale di una storia travolgente, che parla di amore, che si conclude con la cronaca di
un omicidio passionale.
Le voci di Nedda, Canio, Tonio, Beppe e Silvio animate da un Grande Haber, e l’accompagnamento dei meravigliosi temi musicali
di Leoncavallo.
Uno spettacolo che esce dai canoni tradizionali, un’idea originale, una contaminazione tra generi che accende i riflettori, sull’arte
e sulla cultura dei nostri giorni.

                                                   AidaStudio Produzioni
                                        Distribuzione esclusiva a cura di Aida Studio

                                                                               PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
                                                                                         www.aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                        7

                             ALESSANDRO PREZIOSI
                                        in LA LUNA E I FALÒ
                                                    Reading Musicale

                                     Un racconto in stato di grazia perfetto e dolente

ARTISTI
Alessandro Preziosi, voce recitante

Carlo Guaitoli, pianoforte

musiche a cura di Carlo Guaitoli

adattamento del testo a cura di Tommaso Mattei e Elena
Marazzita

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

La luna e i falò è davvero il culmine della produzione narrativa di Pavese. La voce di Alessandro Preziosi accompagnata dal
pianoforte di Carlo Guaitoli rievoca tutti temi e i luoghi prediletti o sognati, mai messi in pagina con tanto nitore, la lingua è in stato
di grazia, perfetta e dolente.

                                            AidaStudio Produzioni e Khorateatro
                                  Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                  PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                               ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
                                                                                           www.aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                       8

                             ALESSANDRO PREZIOSI
                 in OTELLO DALLA PARTE DI CASSIO
              Immaginiamo di essere catturati nel mezzo di un triangolo amoroso di cui non
              siamo consapevoli. Immaginiamo qualcuno mentire sulle nostre intenzioni e sul
              nostro comportamento a nostra insaputa. Immaginiamo di perdere il lavoro e di
              avere il nostro nome offuscato a causa di qualcosa che non abbiamo mai fatto né
              pensato. Immaginiamo di essere traditi dall’amore per la menzogna e da chi vuole
                            la rovina di spiriti nobili. Immaginiamo di essere Cassio.

ARTISTI
Alessandro Preziosi, voce recitante

Carlo Guaitoli, pianoforte

musiche live electronics a cura di Carlo Guaitoli

testo a cura di Tommaso Mattei

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

          GUARDA IL VIDEO

Otello – una delle più note opere di William Shakespeare viene messo in scena per la prima volta nel 1604 – è la tragedia della
gelosia: mostro che avvelena la mente e il cuore, creato dal nulla e sul nulla; strumento che il perfido Iago utilizza per corrompere
l’animo del Moro insinuando in lui il sospetto che la dolce Desdemona lo abbia tradito con il fido Cassio. La storia vive di un
complesso gioco di contrasti, ambiguità, ribaltamenti: realtà e apparenza, verità e menzogna, fedeltà e odio, luce e ombra si
esaltano nello scontro tra i due protagonisti maschili. Il nero Otello è il soldato ingenuo e primitivo che conosce solo l’amore
incondizionato o il furore scatenato e cade nella trappola per la troppa fiducia nell’onestà degli uomini, mentre il bianco Iago
rivela l’anima nera e diabolica di chi si arroga il potere di plasmare la volontà altrui per piegarla al suo disegno, pura astuzia che si
compiace tenebrosamente del male.
Questa è la lettura della storia a cui siamo soliti assistere. Ma…
Immaginiamo di essere catturati nel mezzo di un triangolo amoroso di cui non siamo consapevoli. Immaginiamo qualcuno mentire
sulle nostre intenzioni e sul nostro comportamento a nostra insaputa. Immaginiamo di perdere il lavoro e di avere il nostro nome
offuscato a causa di qualcosa che non abbiamo mai fatto né pensato. Immaginiamo di essere traditi dall’amore per la menzogna
e da chi vuole la rovina di spiriti nobili.
Immaginiamo di essere Cassio.
In questo dramma di grandi sentimenti, di fulminee e cieche passioni che divampano e consumano gli individui, accompagnati
dalle note di Verdi e Rossini – autori delle più note versioni operistiche dell’Otello – racconteremo “Otello: dalla parte di Cassio”.

                                            AidaStudio Produzioni e Khorateatro
                                  Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                 PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
                                                                                          www.aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                         9

                                              ALESSIO BONI
                         in COGLI L’ATTIMO CHE FUGGE
              L’assoluta temporaneità del presente, del giorno, dell’attimo, unica certezza lasciata
              agli uomini. Orazio è sempre stato un autore moderno, apprezzato e sicuramente
                                           il più tradotto nel mondo.

ARTISTI
Alessio Boni, voce recitante

Oscar Bonelli, musiche dal vivo, accompagnamento con
canto armonico gutturale e gregoriano

strumenti di scena: duduk, setar, gambus, gong, mizmar,
doholla, kalimba santur, fujara, surmandala, doppio flauto,
daf, tromba tibetana, zurna, esraj, conchiglia, campana
tibetana, def riqq, dan moi ronzoni, hang, sansula

adattamento e testi originali a cura di
Margherita Romaniello

Accompagnato dal suono mistico e lisergico di oltre trenta strumenti provenienti da tutto il mondo e apparecchiati in scena su un
tappeto dal musicista Oscar Bonelli, Alessio Boni interpreta il poeta latino Quinto Orazio Flacco, vissuto sotto l’impero di Augusto.
Partendo dalla storia della sua vita, dall’assolata Venosa (colonia romana ai confini fra la Lucania e l’Apulia del I sec a.C), Alessio/
Orazio traccia la storia della sua vita passando per la battaglia di Filippi al fianco del Cesaricida Bruto, fino all’arrivo a Roma e
l’incontro con Mecenate che rimarrà a lui legato fino alla fine dei loro giorni. Attraverso i suoi versi più significativi tratti dalle Odi,
le Satire, gli Epodi, le Epistole, Orazio racconta se stesso in prima persona. Dipingendo con tratto colto, ironico e non accusatorio,
ma anche meditativo, malinconico e sentimentale sia la sua esistenza sia la società romana del suo tempo, i suoi legami con i
potenti, con lo stesso Imperatore, le donne. Inneggiando ad una vita semplice, seppur di fatto anelando anche alla rumorosa e
caotica vitalità dell’Urbe, assaporando la quiete di una cena in campagna e la genuinità di un buon vino bevuto con gli amici più
cari; e ancora suggerendo il segreto di una vita senza troppe illusioni, senza il pensiero di un’esistenza ultaterrena, ma piuttosto
cogliendo l’assoluta temporaneità del presente, del giorno, dell’attimo, unica certezza lasciata agli uomini.
Orazio è sempre stato un autore moderno, apprezzato e sicuramente il più tradotto nel mondo.
In Cogli l’attimo che fugge, complice un’esecuzione musicale suggestiva ed emozionante ad opera di Oscar Bonelli, musicista che
esegue senza spartito e senza scrittura le sue musiche, lo spettatore verrà rapito in un viaggio lungo duemila anni e breve settanta
minuti, dalla Lucania antica, a Roma, al Mar Mediterraneo, fra campi di battaglia, corti egiziane ( quella della sconfitta Cleopatra),
circoli culturali, orti e ville di campagna.
Tanti i personaggi raccontati, i caratteri tratteggiati minuziosamente e con piglio incredibilmente divertente, ironico e
contemporaneo. Come non identificare la Roma augustea nella società di oggi quando si ascolta l’incontro con il pervicace
Seccatore, o la moda di celebrare i cuochi come fossero filosofi e maestri di vita, o ancora il vezzo di avvicinarsi ad un bicchiere
di vino con un estremo e a volte ottuso birignao.

                                      Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni
                               adattamento e testi originali a cura di Margherita Romaniello

                                                                                  PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                                ELENA MARA       ITA: (   9)     7    2211 elena.marazzita aidastudio.it
                                                                                               www.aidastudio.it
CATALOGO PRODUZIONI 2021-2022 - Aida Studio
TEATRO-MUSICA                                                   10

                                           ALESSIO BONI
                            in JOYCE CHAMBER MUSIC
             “La musica è stata una delle grandi passioni della mia vita… Essa m’ha portato
             gioie e certezze ineffabili, e mi ha dato la prova che qualcos’altro esiste oltre il
             nulla, contro il quale sono andato sempre a sbattere, dovunque. Essa corre come
                    un filo conduttore attraverso il labirinto di tutta la mia opera” - J. Joyce

ARTISTI
Alessio Boni, voce recitante

I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino

musiche a cura di Lorenzo Fiorentini

testo a cura di Gabriele Marchesini

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

Lo spettacolo è legato alla figura di James Joyce, uno dei più grandi autori di narrativa del XX secolo, uno dei sommi attentatori
del romanzo ottocentesco. Joyce avrebbe desiderato donarsi alla musica e al canto; aveva ereditato dal padre una voce tenorile
e, per un periodo, aveva addirittura pensato di tentare la carriera di cantante ma non ebbe successo: non tutti sanno che l’autore
delle pagine memorabili dell’Ulisse – per sanare le ferite della propria esistenza, vissuta tra gli stenti, prevalentemente in terra
straniera – si dedicò alla letteratura quasi come “ripiego”!
Grande amante di Verdi e Puccini, era amico dei tenori irlandesi John McCormack e John Sullivan, nonché convinto sostenitore
della carriera di quest’ultimo. La prima opera di Joyce, una raccolta di poesie, si intitola significativamente Musica da camera.
Non è dunque un caso che moltissimi compositori, da subito, abbiano dimostrato interesse per il suo repertorio verbale, con una
tempestività che ha arriso a pochi autori d’avanguardia nel Novecento.
Lo spettacolo è costruito sugli innumerevoli interessanti spunti musicali presenti nei suoi testi, nelle sue poesie e nella sua
biografia: la musica torna in tutti i momenti nodali del suo complesso percorso esistenziale e questo progetto drammaturgico si
muove proprio sulla musica, intesa come componente costante, presenza fondamentale e imprescindibile nella vita e nell’opera
di Joyce.

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                                 Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

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TEATRO-MUSICA                                                 11

      ALESSIO BONI e FRANCESCO LIBETTA
                  in LUDWIG – La musica nel silenzio
                         Un musicista sordo! Possiamo noi immaginare un pittore cieco?
              Non disturbato dai frastuoni della vita, Beethoven rimane solo, intento alle sue
              armonie interiori. Allora egli comprende la foresta, il prato, l’azzurro cielo, la folla
              lieta, la coppia amorosa, il correre delle nuvole, lo strepito della bufera, la beatitudine
                                      di una pace interiore. Richard Wagner

ARTISTI
Alessio Boni, voce recitante

Francesco Libetta, pianoforte

testo a cura di Bianca Melasecchi

Edizioni Curci

ideazione di Filippo Michelangeli

Nel 2020 il mondo della cultura e della musica si fermerà per dodici mesi per rendere
omaggio, nel 250° anniversario della nascita, al compositore tedesco Ludwig van
Beethoven (1770-1827).
Beethoven non è stato soltanto un grande musicista, ma un uomo che ha cambiato il
corso della musica. Con lui nasce il compositore moderno, universale, senza datori di
lavoro, un uomo e un intellettuale libero di esprimersi ascoltando la voce della propria
anima. Conosce il movimento tedesco dello Sturm und Drang (tempesta e impeto) e
diventa padre e alfiere del Romanticismo.
Neppure la sordità, l’handicap più crudele per un musicista, riesce a soffocare il suo
incontenibile genio che oggi continua a tenere aperti i teatri e le sale da concerto di tutto
il mondo. Di Beethoven forse sanno già tutti abbastanza.
Tedesco, romantico, scontroso, sordo, pianista, Sonata al chiaro di luna, Per Elisa, Sinfonie, Quartetti e tanto altro. Per questo
abbiamo sviluppato uno spettacolo che, nell’atto di svelare un Beethoven più intimo, possa toccare le corde della commozione nel
pubblico attraverso un “concerto di parole” più che nel racconto divulgativo.
La vita interiore di Beethoven ha un’importanza che supera i fatti che lo hanno circondato. Il ripercorrerne le tappe, dona a lui il
coraggio di ammettere davanti al mondo, ciò che per un musicista è inammissibile: la sua sordità.
Beethoven è un personaggio evolutivo, di riscatto. Il centro da cui muove è il cuore.
Appassionato si muove nel mondo, tutto è “sentire”. La crisi della sordità sarà lo spunto per trovare in sé forze che altrimenti
sarebbero rimaste celate, forze che gli permisero di accedere al prezioso silenzio necessario alla sua arte e che fecero di lui ciò
che divenne: il più grande compositore di tutti i tempi.

                                        AidaStudio Produzioni e Michelangeli Editore
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DANTE 2021 | TEATRO-MUSICA                                                  12

     ALESSIO BONI e MARCELLO PRAYER
                                    in ANIMA SMARRITA
                                Concertato a due su Dante Alighieri
                              a cura di Alessio Boni e Marcello Prayer

Riflessi, disvelamenti e apparizioni a servizio
della parola di Dante.

ARTISTI
Alessio Boni e Marcello Prayer, voci recitanti

         GUARDA IL VIDEO

Come ci ha insegnato il nostro maestro Orazio Costa Giovangigli:
“L’individuo, grazie alla Poesia, ha la rivelazione di una zona del suo essere quanto mai segreta e intensa. E una volta che essa è
rivelata, lo spettatore la conserva sempre.”
In un gioco di riflessi, disvelamenti e apparizioni, le voci si alternano intrecciandosi per diventarne una sola, nella nudità scenica
a servizio della parola.
Al tumulto fonico delle terzine di Dante si affiancano testimonianze audio di poeti del novecento italiano, uniti tutti dall’amore
verso la Visione dantesca.

                                         Per il VII centenario dalla morte di Dante
                                       Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                               PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                   13

     ALESSIO BONI e MARCELLO PRAYER
                             in CANTO DEGLI ESCLUSI
                                   Concertato a due per Alda Merini

             “Se un poeta dona le proprie carte con l’intenzione di regalare i propri patimenti,
             le ansie, le sue mille anime, gli altri dovrebbero ringraziarlo perché, con gli occhi
                         rarefatti dalla follia, sta guardando il destino anche per loro.

ARTISTI
Alessio Boni e Marcello Prayer, voci recitanti

Dopo Pavese e Pasolini, abbiamo scelto di continuare il gioco della Poesia nella nudità scenica con Alda Merini, dove le nostre voci
si alternano e s’intrecciano (come sempre) per diventarne Una, a cadenzare la ritmicità del Suoverso di forte intensità emotiva nel
grumo di cantraddizioni che l’hanno abitata.

Abbiamo immaginato d’ascoltare la Sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata
la necessità di questo altro viaggio che ora proponiamo.

                                       Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                              PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                     14

                                      ANNA FOGLIETTA
     in STORIE DAL DECAMERONE. UNA GUERRA
              Un magnifico dipinto policromatico, denso di tensioni e brividi provenienti dalle
                            cavità remote del mare e dalle macerie sulla terra.

ARTISTI
Anna Foglietta, voce recitante

Francesco Mariozzi, violoncello

testo a cura di Michele Santeramo

musiche originali di Francesco Mariozzi

          GUARDA IL VIDEO

È una storia di malessere, di presa di coscienza di quel malessere, di quella propria personale “peste”.
È la vicenda di una donna che per salvare i suoi due figli dalla guerra del suo Paese decide di fare il viaggio che in molti fanno.
Arriva al mare, il Mediterraneo, e la aspetta l’ultimo pezzo di quel viaggio, insieme ai suoi due figli. Ma nel mare dovrà prendere
una decisione che le segnerà la vita.
Anche per lei, una storia del Decamerone sarà la guarigione.

RASSEGNA STAMPA
Anna Foglietta affronta con autorevolezza il lavoro di Santeramo fatto di cambi di registro, con la tragedia che incombe inogni
momento. Forse il personaggio(se di personaggio si può parlare) in cui l’attrice ha dato il meglio di sé, è proprio il mare, un Nettuno
che perde ogni sentimento umano. Una prova complessiva che ha avuto un successo meritato.
Michele Manzotti – La Nazione
“Una Guerra” si appropinqua e esplode in una sinestesia di figure, suoni e emozioni. Un magnifico dipinto policromatico, denso di
tensioni e brividi provenienti dalle cavità remote del mare e dalle macerie sulla terra. I personaggi di questo racconto non portano un
nome, un cognome, né un’età ben precisa. E così il tempo, lo spazio, non subiscono l’onere di essere piegati a un’etichetta singola,
perché assumono d’altra parte significati universali e paradigmatici che cercano di rispondere alla volontà di compiere alcune
riflessioni sulla vita e le prove che essa pone agli esseri umani procurandogli oppure privandoli della prospettiva di un intervento.
Enrico Esposito – Termopolio.it

                           Produzione 2018 Fondazione Teatro della Toscana – FestiValdera
                                    Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni

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                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                        15

                                  AMANDA SANDRELLI
                             in IL TANGO DEL MARINAIO
              Una storia di emigranti e magia, di amore ed oblio. O meglio, la storia di chi non
                      vuole dimenticare. Di chi vuole essere un testimone a tutti i costi.

ARTISTI
Amanda Sandrelli, voce recitante

Carmine Ioanna, fisarmonica

Roberto Ballestracci, illustrazioni

regia a cura di Giovanni Clementi

“Il Tango del marinaio” è la storia di un padre, barbiere provetto nel Barrio (quartiere) de La Boca, e di una figlia, segnata
indelebilmente dalla sorte nel fisico e nell’anima.
I profumi del ciauscolo e del brodetto rimasti al di là dell’Oceano, nelle lontane Marche, a qualche mese di Bastimento… Bastimenti
che continuano a scaricare sotto le arcate del Ponte di ferro, nella città delle Buone Arie, uomini e donne in cerca di fortuna.
E cosa potrebbe mai fare una povera “zoppetta” marchigiana, se non innamorarsi del ragazzo, dai capelli lunghi, appena sbarcato?
Un amore violento, mai rivelato, impossibile, che brucia lo stomaco ed il cuore. E Filomena, questo è il suo nome, che diventa la
Bruja (la strega) del Barrio. Un secolo e più di vita trascorsa nei “sozzi vicoli” a leggere carte a zitelle dall’alito pesante e consigliare
cavalli a scommettitori incalliti.
Poi la Storia irrompe a scompaginare sonnacchiose abitudini e languide illusioni. E non bastano i goal di Mario Kempes o i lanci
perfetti di Ardiles ad asciugare, dagli occhi delle madri, il pianto per quei figli scomparsi nei mari e nei fiumi argentini.
La storia di una donna, che mai ha conosciuto l’amore, ma, nonostante tutto, continua ad aspettare il suo marinaio, nascosta
dietro le persiane, per un ultimo tango sul vecchio ponte nero di ruggine.
Una storia di emigranti e magia, di amore ed oblio. O meglio, la storia di chi non vuole dimenticare. Di chi vuole essere un testimone
a tutti i costi.

                                   AidaStudio Produzioni in collaborazione con Cronopios
                                   Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                   PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                      16

                                         ANDREA BOSCA
                                                      in ORFEO
              Una sola clausola infatti v’era da rispettare lungo il percorso di risalita verso la
                   luce: mai Orfeo avrebbe dovuto voltarsi per guardare Euridice seguirlo.

ARTISTI
Andrea Bosca, voce recitante

Stefano Maffizzoni, flauto

Giulio Tampalini, chitarra

musiche a cura di C. Gluck, C. Debussy, M. Ravel,
C. Saint-Saëns, J. Mouquet, G. Fauré, Khachaturian

testo a cura di Bianca Melasecchi

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita e
Stefano Maffizzoni

Edizioni Curci

          GUARDA IL VIDEO

Il mito di Orfeo viaggia da secoli tra le pagine dei più grandi scrittori, Ovidio, Rilke, Campana, Pavese.Il cantore Orfeo che persino
gli inferi riuscì ad ammaliare con la sua cetra, ha continuato nel tempo a tessere incanti seducendo illustri penne, facendo sì che
il suo mito divenisse tra i più famosi. Orfeo che per amore della sua Euridice, morta per la gelosia di un figlio d’Apollo che tutta la
voleva per sé, scende nel buio della terra d’Averno per riportarla a casa. La regina ed il re degli inferi, commossi dal racconto di
un amore grande quale fu quello tra il cantore e la sua Euridice, permisero ad Orfeo di riportarla tra i vivi. E vi sarebbe riuscito, se
avesse avuto fiducia nell’ignoto. Una sola clausola infatti v’era da rispettare lungo il percorso di risalita verso la luce: mai Orfeo
avrebbe dovuto voltarsi per guardare Euridice seguirlo. Ma Orfeo si voltò e la sua bella, ormai divenuta scolorita immagine di
quella che era sua moglie, venne risucchiata all’indietro.
Le declinazioni nelle quali il mito si è evoluto sono diverse. Con questo nostro progetto non abbiamo la pretesa di raccontar
meglio, di quanto non sia stato già fatto, il mito di Orfeo, sarà lui stesso che vi accompagnerà lungo il cammino del mistero che
lo vede protagonista, attraverso le diverse ed eccelse interpretazioni che grandi scrittori ne hanno tratto, cercando assieme al
pubblico una via per capirne l’essenza e ritrovar così se stesso.

                                  Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni
                                            da un’idea di Margherita Romaniello

                                                                                PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                              ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                      17

                              CLAUDIO SANTAMARIA
         in STORIE DAL DECAMERONE. IL POTERE
                  C’è un potente dalle cui decisioni dipendono la vita e la morte delle persone.

ARTISTI
Claudio Santamaria, voce recitante

Francesco Mariozzi, violoncello

testo a cura di Michele Santeramo

musiche originali di Francesco Mariozzi

          GUARDA IL VIDEO

C’è un potente dalle cui decisioni dipendono la vita e la morte delle persone.
Questo è il vero potere, comandare sulla vita.
Lui però, ad un certo punto, di fronte a un viso pulito e bello, dovrà prendere decisioni che gli ammalano l’anima.
Nel Decamerone troverà la guarigione.

RASSEGNA STAMPA
“Il Potere” di Michele Santeramo interpretato da Claudio Santamaria e da Francesco Mariozzi al violoncello costituisce il terzo tassello
dell’affascinante mosaico che prende il nome di “Storie dal Decamerone”. Un progetto trasversale che inaugura una concezione a
posteriori della più grande opera di Giovanni Boccaccio, inserendola in una luce diversa dal solito, che si proietta verso il presente. Il
Decamerone si erge a fonte purificatrice per i protagonisti dello spettacolo attraverso il carattere precursore e immortale delle sue
novelle, diventa exemplum narrativo e filosofico per il pubblico che viene sollecitato a ragionare e trovare in storie lontane secoli il
correlativo oggettivo delle proprie. […] Il violoncello di Francesco Mariozzi disegna sinfonie acute, da orchestra, che tracciano vertigini
clamorose che gettano il pubblico nel pieno dello sconforto confessato dal suo protagonista. Impeccabile Claudio Santamaria
nell’incontrollabile e volontario declino che investe l’uomo nel corso del suo racconto.”
— Enrico Esposito – Termopolio.it

                            Produzione 2018 Fondazione Teatro della Toscana – FestiValdera
                                     Distribuzione a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                  PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                     18

                             FABRIZIO BENTIVOGLIO
                           in COSÌ FAN TUTTE,
                      DALLA PARTE DI DON ALFONSO
              Così fan tutti. Ingannano, sono poco affidabili, deludono, si prendono gioco del
              prossimo, affrontano le cose con superficialità, sono venali e pieni di amor proprio.
              Cosa c’è di più attuale di questo? In fondo forse Mozart e Da Ponte avevano ragione:
                                           gli uomini non cambiano mai!

ARTISTI
Fabrizio Bentivoglio, voce recitante

Francesca Giovannelli, pianoforte

musiche di W. A. Mozart

testo a cura di Bianca Melasecchi

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

Edizioni Curci

Con questo reading Fabrizio Bentivoglio tramite il personaggio di Don Alfonso porta in scena lo stretto legame tra Strehler e
Mozart tirando le fila della drammaturgia come se fosse quel regista demiurgo che Strehler voleva in scena.
Si racconta al contempo un’opera amaramente comica, destabilizzante, complessa e a tratti straniante.
L’ambiguità della trama ci porta ad anticipare un tema tutto novecentesco: la difficoltà nell’individuare la linea di confine tra
finzione e realtà, dando la possibilità agli spettatori di interrogarsi sulla loro vita quotidiana, sulle loro maschere e ipocrisie. La
morale per giunta è esplicitamente pessimista: non c’è possibilità di miglioramento e di redenzione per l’essere umano, uomo o
donna che sia.
Così fan tutti. Ingannano, sono poco affidabili, deludono, si prendono gioco del prossimo, affrontano le cose con superficialità,
sono venali e pieni di amor proprio. Cosa c’è di più attuale di questo? In fondo forse Mozart e Da Ponte avevano ragione: gli uomini
non cambiano mai!

                                                   AidaStudio Produzioni
                                        Distribuzione esclusiva a cura di Aida Studio

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TEATRO-MUSICA                                                      19

                          FRANCESCO MONTANARI
                               in PROCESSO A SHYLOCK
              Un testo difficile e misterioso che costringe a un’avventura sincera e senza
              possibilità di fuga e ci mette di fronte alla complessa contraddittorietà dell’umano,
               alla sua incapacità di costruire un mondo adeguato ai suoi struggenti desideri.

ARTISTI
Francesco Montanari, voce recitante

Nico Gori, clarinetto

Massimo Moriconi, basso elettrico

musiche a cura di Nico Gori

testo a cura di Tommaso Mattei

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

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Scontro etico, sociale e culturale. Conflitto fra amicizia e amore. Potere del denaro. Lealtà e giustizia. Una libbra di carne umana
è l’immagine che segna la vicenda e disegna un ponte tra la carne e il suo simbolo, l’oro.
Quando si traffica col denaro si dimentica che si sta toccando la carne degli uomini, i loro corpi e i loro destini. Anche amori, affetti,
passioni in questa storia si traducono in denaro, in oro, in gioielli.
Un testo difficile e misterioso che costringe a un’avventura sincera e senza possibilità di fuga e ci mette di fronte alla complessa
contraddittorietà dell’umano, alla sua incapacità di costruire un mondo adeguato ai suoi struggenti desideri.
II mondo concreto di Venezia si contrappone al mondo mitico di Belmonte, ma i problemi degli uomini a delle donne che li
abitano sono gli stessi: la malinconia d’amore, il valore del denaro che non basta a riempire la vita, il dilemma della scelta del
proprio destino, la ricerca disperante di un equilibrio impossibile e di un’indefinibile felicità. Tutti – giovani innamorati e nobili
gaudenti, mercanti cristiani e usurai ebrei, belle ereditiere e servi deformi – si preoccupano della propria sopravvivenza e della
propria felicità, difendendo con feroce determinazione il proprio ideale di vita come l’unico possibile, calpestando la tolleranza e
confidando ciecamente nel potere del denaro.
Shakespeare ci regala un formidabile affresco della natura umana e il mondo che ci sembra così equilibrato, chiaramente diviso
in buoni a malvagi, colpevoli e innocenti, eletti e reietti, mostra le sue crepe e si rivela fragile, precario e relativo.
È chiaro perché Shakespeare apra la sua opera con la meravigliosa battuta di Antonio “…questa malinconia mi confonde… e
non so più chi sono”: allora come oggi, ci sfugge la radice più profonda della felicità, distratti come siamo a preoccuparci di una
sopravvivenza che vorremmo eterna, e ci troviamo a combattere con gli inferni di guerra, sopraffazione e vuoto che noi stessi
abbiamo creato. Solo rinunciando alla tentazione di fermare la vita con l’acquisizione di labili certezze, si riesce ad abbracciare
il senso profondo dell’opera: una grande tenerezza per la feroce ma anche disarmata lotta per l’esistenza che accomuna tutti –
al di là di ogni razza, censo o dote di natura – e dunque la profonda necessità della tolleranza e del rispetto reciproci che tutti i
personaggi della vicenda sembrano ostinatamente voler rifiutare.

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TEATRO-MUSICA                                                      20

                                     ISABELLA FERRARI
                                                       in FEDRA
              La poesia e il mito greco, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura
              e civiltà occidentale, rivivono nella Fedra firmata da Ghiannis Ritsos, uno dei più
                                 importanti poeti ellenici del ventesimo secolo.

ARTISTI
Isabella Ferrari, voce recitante

Georgia Privitera, violino

regia a cura di Maria Vittoria Bellingeri

testo a cura di Ghiannis Ritsos

La poesia e il mito greco, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura e civiltà occidentale, rivivono nella Fedra firmata
da Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti ellenici del ventesimo secolo. Protagonista Isabella Ferrari, attrice amatissima
dell’universo cinematografico, diretta da Vittoria Bellingeri e accompagnata dalla violinista Georgia Privitera.
In questa efficace rilettura estremamente contemporanea, Isabella Ferrari dà voce alla passione impossibile di Fedra per Ippolito,
figlio del suo sposo, l’ateniese Teseo.
A lungo internato nei “campi di rieducazione nazionali” a causa del suo manifesto marxismo, decisamente poco gradito nel
dopoguerra greco, tra la guerra civile e la dittatura dei colonnelli, Ghiannis Ritsos, attraverso una lingua piana, diretta e per questo
estremamente efficace, usa le maschere dell’antica Grecia per parlare di democrazia, per far emergere le crisi sociali e quelle
individuali, e infine per portare alla luce i sottili contrasti che disorientano e al tempo stesso fanno percepire con l’immediatezza
della sensazione pura tutto il dolore di una vita di opposizione al regime.
Anche Ritsos, come tanti drammaturghi, da Seneca a D’Annunzio, sedotto dal mito di Fedra, le ha dedicato un’opera, concentrandosi
sul suo eros proibito, sulla sua psicologia.
La dichiarazione d’amore della Fedra di Ritsos ad Ippolito è una confessione che si svela gradualmente, sofferta, dilazionata con
allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale.
La “sua” Fedra esplora i turbamenti contrastanti di una donna vittima delle proprie passioni e dei sensi di colpa che ne scaturiscono.
Un monologo di grande intensità trova nell’interpretazione di Isabella Ferrari una preziosa e intensa dimensione di poesia e di
sogno, impreziosita dalle note del violino di Georgia Privitera.

                                   Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                                PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                              21

                                      LAURA MORANTE
                                     in BRIVIDI IMMORALI
              I racconti e interludi di Laura Morante si spalancano come finestre spazzate da
              venti umorali su un mondo di relazioni e affetti, attraversato da una quotidiana
                                           violenza, piccola o grande.

ARTISTI
Laura Morante, voce recitante

Maurizio Camardi, sassofoni e duduk

Famiglie, coppie in crisi, omicidi e amici: storie di verità taciute che assumono, senza volerlo, le
sembianze di una bugia.
Tradimenti e paure alimentati da vecchi rancori o da accadimenti fortuiti, fraintendimenti e rimpianti
serbati per anni che arrivano improvvisi a scompaginare le carte, a scrivere da capo un inizio o una
fine, mandando all’aria ogni morale.
Irregolari e spiazzanti, quasi si muovessero al ritmo di un’improvvisazione jazz, diversissimi eppure
legati nel profondo, i Racconti e interludi di Laura Morante si spalancano come finestre spazzate
da venti umorali su un mondo di relazioni e affetti, attraversato da una quotidiana violenza, piccola
o grande.
Ma sopra ogni cosa, su queste donne inquiete, fragili, contradditorie, su questi uomini razionali e
infantili, su bambini sognanti e feroci, su città familiari come case di campagna e case di campagna
sterminate come continenti da esplorare, veleggia un’esatta, implacabile ironia che, nel disordine
degli elementi, scova una bellezza insensata: la melodia disarmonica, imprevedibile e trascinante
su cui il destino ci invita a ballare.

                                                 AidaStudio Produzioni
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TEATRO-MUSICA                                                   22

                                     LAURA MORANTE
                                                    in MEDEA
             Medea fissa nell’amore di Giasone tutta la sua energia esistenziale fino a travolgere
                                ogni coscienza di bene e di male, e uccide.

ARTISTI
Laura Morante, voce recitante

Lorenzo Fuoco, violino

Salvatore Monzo, pianoforte

musiche di S. Prokofiev – sonata per violino e pianoforte
in fa minore n.1 op.80

adattamento del testo a cura di Laura Morante

         GUARDA IL VIDEO

Euripide con Medea rappresenta l’indicibile e l’irrappresentabile del cuore umano nelle sue pieghe più profonde e nelle sue parti
più oscure e riposte, dove istinto e intelletto, passione e ragione si mescolano e si confondono senza che sia possibile separarle,
dove la logica, divenuta paralogismo, salva l’onore perché salva le apparenze, ma obbedisce alle ingiunzioni di una forza oscura,
dove l’assoluto smarrimento si coniuga con la lucidità estrema.
Medea è veramente umana nella complessità del suo carattere: è una donna di straordinaria razionalità ma anche di estrema
passionalità e la molteplicità dei gesti è il risultato del diverso e mutevole rapporto di forze tra esigenze razionali e istanze
emotive. Fissa nell’amore di Giasone tutta la sua energia esistenziale fino a travolgere ogni coscienza di bene e di male, e uccide.

                                                 AidaStudio Produzioni
                                 Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

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TEATRO-MUSICA                                                    23

                                      LAURA MORANTE
                                       in SUITE FRANCESE
                                                di Irène Némirovsky
                                      La gioia nascosta sotto la tragedia della vita

ARTISTI
Laura Morante, voce recitante

Carlo Guaitoli, pianoforte

musiche a cura di Carlo Guaitoli

adattamento del testo a cura di Eugenia Costantini

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

Musiche di:

J. S. Bach, F. Schubert, F. Mendelssohn, R. Schumann, F.
Chopin, E. Satie, C. Guaitoli

         GUARDA IL VIDEO                                                                                                       © Fabio Lovino

Il bel romanzo di Irène Némirovsky, divenuto bestseller a sessant’anni dalla tragica scomparsa della scrittrice, morta nel campo
di concentramento di Aushwitz, avrebbe dovuto comporsi di più del doppio delle quattrocento pagine lungo le quali si snodano
le vicende dei numerosi personaggi che lo abitano. Gli appunti ritrovati insieme al manoscritto svelano parzialmente quale fosse
il progetto della scrittrice: una complessa trama di destini che si intersecano o collidono, un pullulare di sentimenti, ambizioni,
speranze che la guerra, “personaggio’ tragicamente centrale del romanzo, inesorabilmente travolge.
Il lettore non può che rimpiangere che l’intensa e vibrante narrazione di Irene Nemirovskj si interrompa prima che quei destini
si siano interamente compiuti, e tuttavia l’incompiutezza dell’opera è anche parte del suo fascino. Se questo è vero per tutti i
personaggi che popolano il romanzo, lo è ancora di più per Lucille e Bruno, i due protagonisti di questo breve adattamento. La
bella moglie trascurata del soldato francese fatto prigioniero dai tedeschi e il giovane ufficiale tedesco, che tutto divide tranne la
musica, si innamorano nonostante tutto: nonostante la guerra, nonostante la sorveglianza della suocera ostile.
E un sentimento impossibile diventa poco a poco inevitabile. Non sapremo mai se l’altrettanto inevitabile rinuncia di Lucile sarebbe
stata definitiva, se il romanzo fosse stato concluso.
Quel finale sospeso è forse il solo finale che possiamo accettare come lettori sedotti dal sottile incanto che Irène Némirovsky
riesce a suscitare.

(a cura di Eugenia Costantini)

                       AidaStudio Produzioni in collaborazione con il Teatro Comunale di Carpi
                              Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                               PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                             ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                    24

LAURA MORANTE ed EUGENIA COSTANTINI
                                                   in IL BALLO
                reading musicale tratto da Il Ballo di Irène Némirovsky
              “Ci vuole metodo, cara mia… Per il primo ricevimento, tanta e tanta gente, più facce
              possibili… Solo al secondo o al terzo si può fare una cernita… Ma questa volta
                                       bisogna invitarne a bizzeffe…”.

ARTISTI
Laura Morante, voce recitante

Eugenia Costantini, voce recitante

Francesca Giovannelli, pianoforte

musiche di C. Debussy, F. Poulenc, Satie, R. Hahn,
M. Ravel

testo a cura di Laura Morante ed Eugenia Costantini

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

In questo reading, che nasce da un adattamento taetrale tratto dall’omonimo libro di Irène Némirovsky, oltre alla tematica della
rivalità tra le due protagoniste splendidamente rappresentate da Laura Morante ed Eugenia Costantini (madre e figlia anche nella
vita reale) emerge un ritratto sagace e beffardo sulla borghesia francese, evidenziandone vizi e difetti, con un risultato eccellente
e altamente esplicativo della società frivola, pettegola e ridicolmente piena di sé che caratterizzava quegli anni. Con una scrittura
scarna ed essenziale, Il ballo riesce a raccontare un dramma dell’amore, del risentimento e dell’ambizione.
I Kampf neo ricchi, arroganti e altezzosi, per confermare la loro improvvisa e splendente ascesa, decidono di organizzare una
festa da ballo alla quale invitano tutte le persone “che contano”. Antoinette, la quattordicenne figlia dei Kampf, delusa e arrabbiata
per la crudele decisione della madre di escluderla dall’”evento” e lasciarla a dormire persino nello ripostiglio mette in atto in
maniera istintiva e spietata una vendetta: una sera, tornando dalle sue solite lezioni di pianoforte, dopo aver consegnato un invito
solamente alla sua insegnante – l’unica che di fatti si presenterà – decide di non spedire gli altri, anzi, li getta nella Senna! La
sera della festa i Kampf attendono inutilmente l’arrivo degli ospiti e poiché non hanno nessuna esperienza della vita sociale, non
riescono a spiegarsi questa strana rinuncia da parte di tutti invitati.
Il pubblico assisterà impotente alla tremenda escalation della storia con un po’ di apprensione. L’ironia della sorte aiuterà a
sdrammatizzare e a rendere il tutto diabolicamente divertente!

                                                 AidaStudio Produzioni
                                 Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                               PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                 25

               LUCIA MASCINO e FILIPPO TIMI
                               in IL PICCOLO PRINCIPE
      Adattamento da “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupèry
           C’è molto di più di una semplice amicizia in questo libro surreale, filosofico e magico.

ARTISTI
Lucia Mascino e Filippo Timi, voci recitanti
I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, violino, viola,
violoncello, oboe
Elaborazione drammaturgica e regia a cura di
Lucia Mascino e Filippo Timi

         GUARDA IL VIDEO

“Il Piccolo Principe” è la storia dell’incontro in mezzo al deserto tra un aviatore e un buffo ometto vestito da principe che è
arrivato sulla Terra dallo spazio.

Ma c’è molto di più di una semplice amicizia in questo libro surreale, filosofico e magico.

C’è la saggezza di chi guarda le cose con occhi puri, la voce dei sentimenti che parla la lingua universale, e una sincera
e naturale voglia di autenticità. Perché la bellezza, quando non è filtrata dai pregiudizi, riesce ad arrivare fino al cuore dei
bambini, ma anche a quello degli adulti che hanno perso la capacità di ascoltare davvero.

                          Coproduzione I Concerti nel Parco - AidaStudio Produzioni
                     Distribuzione esclusiva I Concerti nel Parco - AidaStudio Produzioni

                                                                           PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
                                                          ELENA MARAZZITA: (+39) 347 3342211 - elena.marazzita@aidastudio.it
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TEATRO-MUSICA                                                  26

                                        LUIGI LO CASCIO
                                       in L’AFFARE VIVALDI
              La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia.
              Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le “Quattro stagioni”, ciò è dovuto
              a numerose peripezie dimenticate, e sono proprio queste peripezie – così assurde,
              intricate, incredibili, comiche, cariche di suspense che hanno ispirato la costruzione di
                      questo spettacolo di teatro-musica a tratti drammatico e a tratti farsesco.

ARTISTI
Luigi lo Cascio, voce recitante

Ensemble Modo Antiquo

Federico Maria Sardelli, flauto dritto e traversiere

Enrico Casazza, violino

Raffaele Tiseo, violino

Bettina Hoffmann, violoncello

Gianluca Geremia, tiorba e chitarra

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

                                                                               DISPONIBILE DA GENNAIO 2022

Lo spettacolo è interamente dedicato all’opera di Vivaldi ispirandosi al testo “L’Affare Vivaldi” di
Federico Maria Sardelli, edito da Sellerio, vincitore del premio Comisso 2015 per la narrativa.
Luigi lo Cascio e Federico Maria Sardelli riscrivono il testo di questo questo leggibilissimo libro
raccontando la storia, l’itinerario attraverso i secoli, dei manoscritti di Vivaldi, di come hanno
rischiato di sparire nel nulla, e di come sono stati ritrovati e da chi.
Tra musiche inedite del giovane Vivaldi, magistralmente eseguite dall’ensemble Modo Antiquo, la
lettura di Lo Cascio si muove con grande agilità e sicurezza su diversi itinerari dando allo spettatore
l’opportunità di seguire, sia sul piano musicale, sia sul piano musicologico, l’affascinante percorso
di un enorme patrimonio musicale che ha rischiato di andare perduto. La fortuna popolare delle
“Quattro stagioni” di Vivaldi ha infatti certamente reso il nome del compositore familiare al grande
pubblico al punto forse di costituire un ostacolo alla conoscenza più ampia della sua opera, vasta,
complessa e affascinante.

I molti appassionati di Vivaldi pur apprezzando le sue composizioni orchestrali, la musica vocale, sia sacra che profana, non sanno
però che grandissima parte dell’opus vivaldiana è rimasta per secoli sepolta nella biblioteca di famiglie aristocratiche più o meno
decadute, e che ha rischiato di non veder mai la luce. Quello che rende lo spettacolo particolarissimo e fruibilissimo, è che questa
materia, potenzialmente oggetto di dotte dissertazioni e grande erudizione, è trattata da Lo Cascio con deliziosa leggerezza e
raffinato senso dell’umorismo. Lo Cascio dà prova di una straordinaria interpretazione dell’ambientazione passando dall’epoca
vivaldiana fino al periodo fascista. L’umorismo che pervade il testo ne rende uno spettacolo divertente, ancorché alquanto istruttivo
e Lo Cascio ha anche la capacità di adottare un registro sobrio e serio quando la narrazione tocca momenti difficili della storia
nazionale. In conclusione, uno spettacolo che chiunque abbia ascoltato con piacere la musica di Vivaldi dovrebbe vedere – e che
rimane piacevolissimo anche per chi si approccia per le prime volte al barocco!

                                  Distribuzione esclusiva a cura di AidaStudio Produzioni

                                                                               PER DISPONIBILITÀ E PREVENTIVI
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TEATRO-MUSICA                                                      27

                                        LUIGI LO CASCIO
                                                  in L’INFINITO
              Sono trascorsi due secoli da quando il poeta, appena ventenne, scriveva una delle
              liriche più belle, intense e significative di tutta la letteratura italiana l’Infinito; una lirica
              che, come un dipinto, un monumento, un’opera d’arte, parla agli uomini di qualsiasi
                    epoca con la stessa forza evocativa ed emozionante di quando fu scritta.

ARTISTI
Luigi lo Cascio, voce recitante

Erica Piccotti, violoncello

musiche di J. S. Bach

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

                                                                                DISPONIBILE DA GENNAIO 2022

Sono trascorsi due secoli da quando il poeta, appena ventenne, scriveva una delle liriche più belle, intense e significative di tutta
la letteratura italiana l’Infinito; una lirica che, come un dipinto, un monumento, un’opera d’arte, parla agli uomini di qualsiasi epoca
con la stessa forza evocativa ed emozionante di quando fu scritta.
È la lingua pura della poesia che non conosce tempo, né spazio, né età. Una mostruosa intelligenza che abitava un corpo mostruoso,
chilometri di pagine scritte in versi e in prosa da un uomo alto solo 1 metro e 39, una cultura enciclopedica e un cuore adolescente.
Pur conscio di appartenere a quell’età moderna, e pur accettando il predominio di una poesia fondata sul pensiero e sulla
consapevolezza dell’infelicità, che si esprime attraverso il patetico, Leopardi non si rassegna ad escludere il carattere immaginoso
dai suoi versi. Così come non si rassegnerà a rinunciare alle illusioni, continuandole a vagheggiare attraverso la memoria e a
nutrire di esse la sua poesia.

                                                  AidaStudio Produzioni
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TEATRO-MUSICA                                              28

                                       LUIGI LO CASCIO
                           in OGNI RICORDO UN FIORE
             Luigi Lo Cascio, popolare e pluripremiato attore e regista siciliano, legge e interpreta
             la sua opera prima dando prova di essere anche un autore eccezionalmente raffinato.

ARTISTI
Luigi lo Cascio, voce recitante

Nico Gori, sassofoni e clarinetto

Massimo Moriconi, contrabbasso, basso elettrico, chitarra
basso

musiche a cura di Nico Gori

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In viaggio da Palermo a Roma rileggendo i suoi duecentoquaranta (e oltre) tentativi di romanzo,
tutti interrotti al primo punto fermo, e decidere infine cosa farne. Cercare di cimentarsi in ogni
genere e stile possibili, senza mai riuscire a sceglierne uno, portare a termine un’opera e potersi
così dire scrittore.
“Sono un tipico esempio di come agisca in maniera diffusa lo spirito incerto e schizoide dei tempi,
per cui, mentre sto appena vivendo un’esperienza, mi sento accerchiato da tutte le cose che in
quello stesso istante sto perdendo. E migro. Trasmigro.”
Ma proprio questi tanti cominciamenti narrativi disegnano, tassello dopo tassello, la figura del
protagonista: in ognuno degli incipit è contenuta una scheggia della sua vita, delle sue ossessioni,
delle sue paure e dei suoi desideri.
La vita stessa, in fondo, finisce sempre per essere incompiuta, “uno svolazzo di pagine sparse”.
Lo spettacolo vede spazi ironici e leggeri alternati a temi più intensi e drammatici, sempre
accompagnati dalla emotiva, densa, evocativa atmosfera jazz di Nico Gori e Massimo Moriconi,
che dialogano attivamente con Luigi lo Cascio facendosi talvolta loro stessi attori.

                                                  AidaStudio Produzioni
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DANTE 2021 | TEATRO-MUSICA                                                       29

 MICHELE PLACIDO e VIOLANTE PLACIDO
                                  in ULISSE IL FOLLE VOLO
              Un’avventura di mare, guerre e amore, di dèi, mostri e guerrieri che intrattiene e fa
                   riflettere, che appassiona e fa sognare sulle folli ali dell’immaginazione.

ARTISTI
Michele Placido e Violante Placido, voci recitanti

Marco Zurzolo, sax e contrabbasso

Nico Gori, sax e clarinetto

Massimo Moriconi, contrabbasso e basso elettrico

musiche a cura di Marco Zurzolo e Nico Gori

testo a cura di Vincenzo Manna

ideazione e direzione artistica a cura di Elena Marazzita

Ulisse è la ragione che vince la forza, lo stratagemma che imbriglia la violenza, l’arte della parola che incanta gli eserciti. Ma,
soprattutto, in epoca moderna, Ulisse è il desiderio di conoscenza, la scoperta dell’ignoto, il viaggio.
”Ulisse, il folle volo” – recital a due voci per attori e musicisti – ricostruisce l’inizio e la fine della sua incredibile storia partendo da
alcuni celebri episodi dell’Odissea per finire con la Divina Commedia di Dante. Il cavallo di Troia, la terra dei Feaci, Polifemo, Circe,
l’Ade e la montagna del Purgatorio: un’avventura di mare, guerre e amore, di dèi, mostri e guerrieri che intrattiene e fa riflettere, che
appassiona e fa sognare sulle folli ali dell’immaginazione.

                                           Per il VII centenario dalla morte di Dante
                                                      AidaStudio Produzioni
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