AGLI AQUILOTTI - Cai Bergamo
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A RTA L E T T E R A P E Q U I LO T T I A G L I A Alpi Orobiche E C I A L E SP E A M B L ASSE I M E SEI C ORSO CONC INI OTTOL le marzo 2019 Notiziario della SezioNe e SottoSezioNi Cai di Bergamo Una casa per la montagna anno XXiii n. 107 / marzo 2019 / trimestrale / “Poste italiane Spa - Spediz. in abb. Post. - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, Comma 2, dCB Bergamo”
Editoriale Le ALpi OrObiche ruolo di soci CAI Il nostro Notiziario del Club Alpino Italiano è incoraggiare Sezione e Sottosezioni di Bergamo MARZO 2019 Anno XXIII - n° 107 Editore Sezione di Bergamo “Antonio Locatelli” del Club Alpino Italiano la curiosità per nuovi orizzonti (Associazione di Volontariato) Via Pizzo della Presolana 15, 24125 Bergamo Tel. 035-4175475 Fax 035-4175480 Direttore responsabile Nevio Oberti Direttore editoriale Paolo Valoti C Comitato di redazione Nevio Oberti, Luca Merisio, on l’arrivo della primavera si apre una nuova stagione per la nostra passione Glauco Del Bianco dell’andare in montagna e camminare nell’aria sottile delle cime, tra le mera- Segretaria: Clelia Marchetti viglie della natura, la forza dell’avventura e la bellezza delle amicizie in quota. Hanno collaborato Maurizio Agazzi, Maurizio Panseri, Ogni Socia e Socio della Sezione e delle Sottosezioni del CAI Bergamo è por- Gabriele Merelli, Samuele Morettini, tatore di una grande tradizione e riconosciuta identità che continuano e si rinnovano. Davide Regazzoni, Massimo Adovasio, Elena Ferri, Giancelso Agazzi, Lucio Benedetti, Nevio Oberti, Umberto Qual è oggi il nostro ruolo? Brighenti, Raffaele Avigliano, Nicoletta In una società che cambia e si trasforma dobbiamo continuare a condividere la nostra pas- Berta, Valter Tadè, Vittorio Patelli sione e trasmettere i valori della solidarietà, della gratuità e del mutuo soccorso, attraver- Consulenza grafica e fotografia so un passaggio di testimone tra le generazioni. Luca Merisio Il ritmo dell’innovazione oggi è più veloce e le nuove tecnologie digitali sono il regno Progetto grafico e impaginazione Lucia Signorelli dell’istante, certo utili per connessioni e like nella rete virtuale, ma dobbiamo insistere Direzione e redazione nel praticare e promuovere la pazienza dell’impegno, la concretezza di uno zaino in spal- Via Pizzo della Presolana 15, la e la costanza del passo dopo passo, a partire dall’età evolutiva. 24125 Bergamo La scelta di salire nasce dai desideri di ciascuno per vivere esperienze e emozioni vere Tel. 035.4175475, Fax 35.4175480 Gli uffici sono aperti, tra terra, rocce e azzurri del cielo, frutto della libera volontà di impegnarsi e misurarsi in lunedì, martedì, mercoledì e venerdì prima persona negli sforzi e nelle difficoltà per raggiungere una meta vicina o lontana. dalle 14,00 alle 18,30; Il camminare verso l’alto non è soltanto conquistare un “inutile”, ma sperimentare dal giovedì dalle 14,00 alle 20,30; sabato dalle 9,00 alle 13,00 vivo la gioia della fatica per raggiungere un obiettivo, dentro di noi. e dalle 14,00 alle 18,00 Salire verso le vette permette di allenare le proprie capacità e abilità, e anche conoscere e-mail: lealpiorobiche@caibergamo.it www.caibergamo.it i propri limiti, e ci dice come nella vita di ciascuno una fatica, anche la fatica più dura, se fatta nella piena libertà e gratuità, sia un’opportunità per crescere e rafforzare per ogni Stampa Litostampa Istituto Grafico s.r.l. persona. Via Corti 51, 24126 Bergamo Ecco, questa consapevolezza di donne e uomini del Club Alpino Italiano significa che Tel. 035.327911, Fax 035.327934 vale la pena impegnarsi con atteggiamento generoso e disinteressato. Trimestrale Per arretrati e abbonamento annuale rivolgersi in Segreteria. La montagna rappresenta una promessa e la sua valenza educativa ci muove per un impe- Articoli, disegni e fotografie, gno continuo nelle sedi sociali, lungo i sentieri e nei rifugi delle Orobie per contagiare vengono restituiti solo se richiesti al momento della consegna. con la passione per la montagna, come stile di vita e di volontariato qualificato al servi- La redazione si riserva di pubblicare zio della nostra comunità e montagna bergamasca. gli articoli pervenuti, nei tempi e con le modalità che riterrà opportune. La pubblicazione degli articoli implica Carissimi Soci siete tutti inviati alla prossima Assemblea annuale dei Soci, programmata l’accettazione, da parte dell’autore, per sabato 23 marzo 2019, nel corso della quale avremo l’occasione di riunire le nostre di eventuali tagli o modifiche ai testi. forze al Palamonti per conoscere i bilanci delle attività realizzate nelle Sottosezioni, Dato alla stampa: 19 Febbraio 2019 Commissioni, Scuole e Gruppi nel corso dell’anno trascorso, e per confrontarci sul futu- ro in questo cantiere multifunzionale di idee, progetti e aggregazione per le montagne, Registrazione Tribunale di Bergamo N. 1 del 22 Gennaio 1998 per continuare ad incoraggiare la curiosità per nuovi e alti orizzonti, in ogni stagione. Soci benemeriti della sezione Paolo Valoti
Allarme rosso! in questO numerO 4-5 assemblea 2019 I candidati di Nevio Oberti I 6-13 alpinismo l 2018, con una temperatura media di 1,1 gradi superiore alla media del periodo pre- Traversata delle 6 cime industriale (fonte ECMWF – WMO) si posiziona a livello mondiale come il quarto I Giganti d’inverno anno più caldo. Peggio ancora in Italia, dove l’anno appena passato è stato il più caldo da sempre (fonte CNR). 14-15 impegno sociale Camminare in orizzontale Oltre alla confermata crescita di biossido di carbonio in atmosfera, giusto per togliere e verticale ogni dubbio a chi vedendo nevicare in Puglia titola che è scongiurato il rischio di riscal- damento globale. 16 eventi Da diversi anni ormai ne possiamo vedere le conseguenze: basta guardare le nostre mon- Andy Holzer tagne che a gennaio hanno veste autunnale e girare per boschi incontrando alberi che, 17-23 alpinismo giovanile anziché sopiti sotto la coltre bianca, hanno già gemme che ammiccano qua e là. I consiglieri raccontano Non da ultimi, purtroppo, eventi meteorologici sempre più intensi e violenti: basti pensa- Lettera aperta re anche solo al disastro che recentemente il vento ha provocato abbattendo interi boschi Open Day e facendo strage di alberi. Vedendo quelle immagini che mi hanno richiamato alla mente scenari da film apocalitti- 24-25 tam 2019: il nuovo anno ci, non ho potuto trattenere un sentimento di tristezza e rabbia uniti ad un senso di terri- bile impotenza. 26-27 concorso fotografico Non abbiamo altra casa ove vivere. Come soci CAI, ma prima ancora come abitanti di giulio ottolini questa nostra comune e delicata casa, abbiamo il dovere morale di impegnarci ancor più sul fronte ambientale vivendo intensamente e diffondendo l’amore per la natura e il 28-31 escursionismo rispetto per essa. Anche solo per “spirito egoistico”: è il nostro parco giochi e se non lo Solo per noi curiamo, abbiamo smesso di giocare. E i nostri figli, i nostri nipoti, non potranno nem- Vellutato inverno meno iniziare il gioco. Figli e nipoti, non future generazioni ancora a venire, ma ragazze 32-33 scuole e ragazzi di cui conosciamo i nomi! Scuola Giulio Ottolini Non ho altre parole! Scuola CAI Valcalepio Di foresta che fummo 35 biblio piccoli Di radici contorte e intrecciate. Di rami che avvolti si rendevano saldi nell’uno nell’altro generosi perdendosi. 36-37 biblioteca Di chiome slanciate a sfiorare dell’aquila il volo a far di foglie originario canto. 38-39 commissione medica Di bellezza che al mondo donammo che il mondo incosciente sfiorò senza senno. Di tutto quell’essere lievito infuso negli abiti nostri nelle carni che storia si fanno di storie narrate nei cerchi di vita. Quei cerchi di vita ora esposti indecenti. A sgocciolar segreti di linfa vitale e stagioni e intime nenie. Che la terra ora nuda di sudario coperta urla muta e stracciata. E non valgon tre giorni a riscattarne lo stupro. Che di lacrime ormai non v’è scorta che basti per ridar quel che è preso quel che è fatto rovina. E son tronchi distesi a putrefar in memoria di foresta che fummo. Vegliardi custodi. Sentinelle dell’alba. Disarmate di vita a forgiar monito greve di foresta che fummo. E di tutti questi alberi che forti io credevo resta sfacelo di barbara orda. Ed è saccheggio e sopraffazione. Di quest’albero da terra levato a denudar le radici. Di quest’albero di rami negato. Ossa sbiancate dove un baudelaireiano cielo spiraglia. In copertina: Fotografie di Massimo Adovasio
VITA SOCIALE Speciale Assemblea: i candidati GiOVAnni cuGini minA mAFFi cArOLinA pAGLiA Nato ad Albino il 9aprile 1951, socio del Partner di uno studio professionale di dotto- Nata nel 1963, socia CAI dal 1997, inse- CAI dal 1969. ri commercialisti ed esperti contabili tra i gnante di lingua inglese nella formazione È stato per 12 anni Presidente della primi fondati a Bergamo, vive e lavora in degli adulti, risiede a Grassobbio con il Vita sociale Sottosezione del CAI di Nembro, per 6 anni Bergamo. marito. Vicepresidente e dal 2019 Consigliere della Ha assunto diversi incarichi all’interno della Nel triennio 2016-2019 è stata Consigliere stessa. È stato anche nel Consiglio Direttivo nostra Associazione, in particolare ricopren- presso la Sottosezione CAI Villa d’Almé del CAI Bergamo per sei anni e Referente do il ruolo di Consigliere in più mandati, con funzione di segretaria. Qui ha svolto del CAI Nembro nella Commissione ultimo quello del triennio 2016/2018 ora in per numerosi anni la funzione di capogita Sottosezioni. scadenza; di Coordinatore della Commis- per uscite naturalistiche, escursionistiche e Appassionato di scialpinismo, di escursioni- sione Amministrativa, di Delegato all’As- scialpinistiche. Dal 2011 è Istruttrice di 4 smo e trekking organizza nuove proposte semblea dei Delegati Regionali e Nazionali scialpinismo sezionale, componente del- per nuove gite. e da ultimo di Presidente del Coordina- l’organico della Scuola Orobica Enzo Ora libero da impegni lavorativi dedica mento Sottosezioni. Ronzoni. In questo periodo ha potuto ancor di più, con piacere, il proprio tempo Legata ai valori fondanti della grande fami- acquisire esperienza nell’insegnamento alle varie attività del CAI. glia del Club Alpino Italiano, con riguardo delle tecniche scialpinistiche. Nel 2002 ha alla storia e alle peculiarità del nostro terri- conseguito il titolo di Operatore torio, ma attenta ai cambiamenti che il Naturalistico Culturale Nazionale del momento impone anche alla nostra Comitato Scientifico Lombardo, titolo che Associazione. Da anni, accanto all’attività ha alimentato in lei un crescente interesse professionale, si interessa all’attività di Enti scientifico e culturale alla conoscenza del- e Istituzioni che operano in ambito cultura- l’ambiente montano, passione che ha cer- le, ambientale, sportivo e di frequentazione cato di trasmettere nel corso di uscite natu- della montagna, settori rispetto ai quali ralistiche. sente il desiderio di un proprio impegno per- Da un paio d’anni è Segretaria del sonale e concreto, che possa contribuire a Coordinamento Scuole per la Montagna, sviluppare e a valorizzare l’attività non esperienza interessante che le ha fatto lucrativa a sostegno degli obbiettivi che tali conoscere tante belle realtà. soggetti perseguono, convinta dell’impor- Appassionata da sempre alla montagna, tanza fondamentale che rivestono per la cre- pratica escursionismo, alpinismo, scialpi- scita della nostra società e dei singoli indivi- nismo , mountain bike e ciclismo . Ha svi- dui che la compongono e la animano. luppato negli anni, oltre alla pratica sporti- va, anche quella ambientalista , scientifica e culturale. Il suo impegno per il CAI è quello di dif- fondere amore per la montagna, rispetto per l’ambiente, le tradizioni, la storia del territorio, la gente e il popolo di montagna, le buone prassi ed i giusti comportamenti. Le Alpi Orobiche - marzo 2019
VITA SOCIALE Collegio revisori conto VALentinO pOLi AnDreA sArtOri Deretti AntOniO Nato a Nembro il 7 settembre 1952, risiede Classe 1965, iscritto al CAI dal 1989. Nato a Calcinate nel 1984, risiede a ad Alzano Lombardo. Componente negli anni 90 del Consiglio Spirano. Laurea in Economia aziendale Ex Dirigente UBI BANCA-Direttore dello Sci CAI, è stato poi consigliere della e direzione delle aziende. Vita sociale Commerciale della ex Popolare Ancona. Sezione per due mandati dal 2009 al 2014 Dottore Commercialista e Revisore Socio CAI dal 1979, ho sviluppato attività e dal 2016, per il terzo mandato, ricopre il Contabile, iscritto all’Albo dell’Ordine dei alpinistica nelle varie discipline: alpini- ruolo di Vicepresidente della Sezione. Commercialisti. smo, arrampicata, scialpinismo, ghiaccio. Membro della Commissione Sci Alpino Ha fatto parte dell’organico della Scuola dalla sua costituzione nella quale ha rico- Valseriana per oltre dieci anni, per dedicar- perto diverse cariche è il responsabile dei si poi ad attività alpinistiche sull’intero corsi di discesa snowboard per adulti. arco alpino e in varie parti d’Europa e del Pratica sci alpino, scialpinismo, arrampica- 5 mondo: Pamir, Caucaso, Argentina, Cile, ta sportiva, escursionismo, ed ha partecipa- Equador, Bolivia, Perù, Patagonia, Nepal, to a diverse spedizioni extraeuropee. Pakistan, India, Cina, Nuova Zelanda, Ha contribuito al progetto di gestione del Kenya, Turchia, Polonia, Norvegia, Rifugio senza barriere all’Alpe Corte e allo Tanzania, Marocco, Uganda…… sviluppo della prima gestione della ristora- Dall’ottobre 2015 è Presidente della zione al Rifugio in Città. Sottosezione di Albino, carica in cui è stato Collabora allo sviluppo della piattaforma confermato nell’ottobre 2018. di tesseramento nazionale e allo sviluppo del portale della sezione. marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
ALPINISMO L’alba più bella della mia vita ammirata all’inizio della giornata più importante della mia vita Alpinismo 6 a T a v e rs ra delle 6 CIme rocce sicure (in modo particolare nei tratti T da percorrere in discesa). Ad eccezione della discesa ai 2649 metri del Passo di Coca, il percorso è sempre sopra i 2800 (più “varie ed eventuali”) metri in ambiente molto bello e selvaggio, soprattutto sullo scosceso e difficile versan- te valtellinese. di Maurizio Agazzi no i nomi di coloro che l’hanno effettuata Itinerario non molto frequentato, a causa per primi! della sua lunghezza, ma che merita senza O tto è il mio numero preferito, Compierla in giornata inoltre può conside- dubbio di essere meglio conosciuto da cor- otto è il numero perfetto. rarsi una performance di tutto rispetto date allenate ed affiatate, con la garanzia di 19 luglio 2018 ore 04.30 soprattutto se percorsa durante i giorni più un’ascensione di piena soddisfazione”. La notte è tersa e le stelle, con- caldi dell’anno. 100 mila volte avevo letto la Ma torniamo a quel 19 luglio. sapevoli di quello che ci aspetta, ravvivano relazione pubblicata su quel libro, più che Fino alla vetta del Pizzo di Redorta saremo l’avvicinamento alla prima cima. un volume lo considero un gioiello, ormai accompagnati da Marco, rifugista del La temperatura è perfetta; tanto per inten- introvabile intitolato “88 immagini per Brunone, il quale merita menzione speciale derci non fa ne troppo caldo e neppure trop- arrampicare” scritto da tre “mostri sacri” per come ci ha “viziati” ieri sera al Rifugio po freddo che, ok, a quest’ora non è un pro- dell’alpinismo orobico: Nino e Santino Brunone. Giungiamo alla Vedretta di blema ma tra qualche ora potrebbe esserlo Calegari con Franco Radici. Redorta, il sentiero inizia poco sopra il in quanto la “regina delle traversate orobi- Talmente introvabile che ho deciso di ripro- Brunone ed è ottimamente segnalato quindi che” può concedere tutto, emozioni compre- porvi integralmente l’introduzione. tralascio la descrizione, che il cielo sta ini- se, tranne l’acqua. La Traversata delle Sei “Bellissima cavalcata sulla cresta che col- ziando ad accogliere l’aurora e calziamo i Cime è qualcosa che va oltre la concezione lega le sei più alte vette delle Alpi Orobie. ramponi dato che la poca neve rimasta sulla dell’alpinismo classico in quanto racchiude Itinerario molto lungo che richiede un buon vedretta s’è trasformata in una gigantesca la pura essenza dell’avventura e dell’esplo- allenamento alla fatica prolungata ed una lastra di ghiaccio. razione. Basti pensare che non si conosco- buona speditezza su terreno non sempre di Con passo spedito poco prima della Le Alpi Orobiche - marzo 2019
ALPINISMO Bocchetta di Scais imbocchiamo un canali- Il primo tiro è il più impegnativo poiché a Torrione Curò (3005 m) si scende qualche no metà nevoso e metà marcio e dopo un metà bisogna superare un piccolo salto metro in direzione nord fino a reperire la breve tratto di cresta molto facile [finalmen- (III/IV) da proteggere. Superato questo sosta per la calata lunga una ventina di metri te] ecco comparire la piccola croce del breve tratto un po’ impegnativo si trova una che deposita alla profonda breccia al termi- Pizzo di Redorta (3038 m). Sarà la prima fessura perfetta per sostare. ne del Camino Baroni. della lunga serie! Con grande stupore venia- Dalla sosta si sale verso sinistra superando Dalla breccia si sale una prima ma breve mo accolti da una fugace brezza e d’improv- dapprima un muretto e in seguito una specie paretina seguita da una crestina esposta cul- viso tutto si tinge di rosa; la magia dell’alba di rampa detritica culminante sulla cresta a minante alla “liscia piodessa del Baroni”. ammirata da 3000 metri lascia sempre senza pochi metri dalla vetta della Fetta di Polenta Qui si hanno due possibilità; la più difficile parole. Abbiamo soltanto un minuto per (2997 m). consiste nello scalare la piodessa superando scattare qualche fotografia dopodiché salu- Siamo in giro soltanto noi due e il silenzio un breve passaggio di IV mentre la più faci- tiamo Marco e ci apprestiamo a scendere impera nel cuore delle Alpi Orobie. le aggira la piodessa sulla sinistra e risale dalla Cresta Nord in direzione della Fetta di Dalla cima con facile percorso in discesa, una stretta incisione/camino (III) giungendo Polenta. “Buona fortuna e buon prosegui- soltanto un breve tratto bisogna appoggiare a pochi metri dalla vetta della Punta di Scais mento ragazzi”! Con un filo di nostalgia sulla sinistra per aggirare un piccolo “cupo- (3038 m). Il colpo d’occhio della cima è Marco ci saluta rientrando dal canalino tor- lone roccioso”, si raggiunge l’uscita classica straordinario! nando alla sua mansione da rifugista. del Canale Centrale di Scais e in seguito, Dalla Punta di Scais inizia il tratto certa- Giungiamo alla Bocchetta di Scais velocis- aggirando sulla destra una marcata protube- mente più delicato di tutta la traversata; si simi intravedendo le condizioni pressoché ranza rocciosa, si tocca l’intaglio alla base percorre in direzione nord un breve tratto perfette della terminale. del Torrione Curò. quasi orizzontale, un saltello difficile va Quando la terminale della Vedretta di Si scala pertanto un camino ben visibile aggirato sulla sinistra, per poi scendere deci- Alpinismo Redorta non oppone resistenza significa che sulla sinistra e usciti poco più in alto biso- samente piegando leggermente a destra l’inverno non è stato malvagio perciò ci gna portarsi sulla destra salendo il versante imboccando una specie di canale che condu- apprestiamo a salire il canale/diedro che con est con itinerario non obbligato cercando di ce ad un pianoro detritico “sospeso” una un paio di tiri di corda ci depositerà nei pres- volta in volta il percorso su terreno non dif- cinquantina di metri sopra la Bocchetta si della vetta della Fetta di Polenta (il cana- ficile ma che richiede attenzione (III, rocce Meridionale di Porola. le/diedro si attacca scendendo alla sinistra faticose ed instabili). Ed anche la “turrita Poco prima del canale è possibile calarsi da della Bocchetta di Scais). cima” può dirsi conquistata! Dalla vetta del un ancoraggio presente in loco. Se le corde 7 non dovessero bastare terminata la calata occorre traversare verso destra, faccia a valle, e poi scendere facilmente alla piccola spianata. Una seconda calata su spuntone di una trentina di metri, sistemata da me e Yuri con un cordone verde, termina una ventina di metri sopra la Vedretta di Porola. Fino a pochi giorni fa (20 luglio, nda) termi- nata la seconda doppia bisognava disarram- picare una quindicina di metri per mettere i pedi sulla vedretta mentre ora abbiamo crea- to un ancoraggio utile per compiere una terza calata in doppia (cordone arancione) per velocizzare il tutto. Ribattete i chiodi e prestate attenzione alla terminale della Vedretta di Porola spesso insidiosa! Giunti sulla vedretta ci siamo abbassati sul lato valtellinese traversando per 100-150 metri in leggera discesa fino ad individuare un pendio nevoso (30°/35°) sul lato occi- dentale della Cresta Sud. Il pendio in alto diventa una paretina/canale che con passi di III conduce sulla Cresta Sud poco sotto il “cupolone” roccioso finale del Pizzo di Porola; la relazione a nostra dispo- sizione descriveva un canale che saliva alla Giunti sulla Punta di Scais e contrariamente alle previsioni meteo veniamo accolti Cresta Nord perciò questa è senz’altro una da un cielo che più bello non si può! variante interessante per rendere la traversa- marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
ALPINISMO “ ta più logica. Dalla vetta del Pizzo di Porola con un po’ di sforzo superando un muro di (2981 m) stando sul lato valtellinese e sfrut- roccia verticale con pochi appigli oppure o tando una serie di cornici rocciose assai più facilmente girando in piano il ballatoio detritiche si scende alla Bocchetta La vista verso sud-est e volgendo a sinistra. Settentrionale di Porola e da quest’ultima, La vista dal Dente di Coca è semplicemente abbassandosi in direzione est lungo pendii e dal Dente di Coca grandiosa e… siamo a quattro! Dalla cima canali friabili (attenzione!), si prende la cre- bisogna abbassarsi pochi metri in direzione sta quasi pianeggiante che conduce nei pres- è semplicemente sud-est fino a rintracciare alcune fettucce si del Passo di Coca (2926 m). utili per la prima delle due calate a corda La prima parte della cavalcata è indubbia- grandiosa e... doppia; la prima di una ventina di metri mente la più faticosa e ingaggiosa ed è per mentre la seconda di una trentina di metri. siamo a quattro! ” questo motivo che molte persone interrom- Terminata la prima calata è importante tra- pono la lunghissima traversata in questo versare a destra, faccia a valle, seguendo un punto. In effetti il bello deve ancora venire! vecchio cordino metallico ormai in disuso Appoggiando quasi sempre sul versante di che va guardato ma non toccato! Alla fine Coca, con bella vista sul vano di Arigna, la del cordino è fondamentale scendere qual- cresta dapprima tocca la poco significante alpinistica della prima, III ma con roccia che metro verso sud e tagliare dietro il filo Quota 2815, altresì denominata Punta migliore, sale per lo Spigolo Ovest (Via di cresta (nord) fino ad individuare la secon- Isabella in ogni modo evitabile restando Castelnuovo). Tralasciando alcuni ometti da calata in una nicchia (ignorare la calata bassi sul lato ovest, dopodiché prosegue che tagliano verso destra portando nell’iti- attrezzata appena dopo il cordino metalli- erta, esposta ed articolata fino a raggiungere nerario precedente, lo si attacca per un cana- co). Raggiunta la breccia del Dente, ossia la Alpinismo la base del Dente. A questo punto vi sono letto appena un po’ a destra, o meglio, lungo ben marcata incisura determinata da frattura due possibilità per ascendere al Dente; la lo spigolo a sinistra e, per roccia buona si nella formazione scistosa che costituisce prima consiste nell’aggirare le rocce iniziali continua direttamente sul lato di Coca, pres- tutto il massiccio del Coca contraddistinta verso destra per poi entrare in un canalone so lo spigolo (I-II). Un breve tratto di “pio- da un ritto monolito, si continua la delicata che risalito fedelmente, stando a destra di un desse”, seguito da un minuto diedro, viene e affilata arrampicata tra roccia rotta e insta- diedro inclinato, culmina al roccione finale vinto con difficoltà di III su terreno molto bile (II, ma da affrontare con cautela). Dalla 8 della cima (tenere piuttosto la sinistra nella esposto ma di roccia compatta; una sosta e vetta delle Cime di Arigna tenendosi prefe- parte alta, alcuni bolli ad indicare il passag- qualche chiodo di vecchio stampo in loco. ribilmente sul versante seriano si arriva infi- gio). Si giunge quindi al ballatoio finale che ne alla Bocchetta di Arigna. Ora manca l’ul- La seconda possibilità, sicuramente più cinge la sommità sulla quale si può arrivare timo tratto che anche in questo caso dev’es- La prima parte della Cresta Nord “Nebbie minacciose avvolgono la vetta che scende dalla Punta di Scais del “re” delle Alpi Orobie nel momento va disarrampicata con attenzione in cui il cielo prepara l’ennesimo temporale, ma ormai poco ci importa”. Le Alpi Orobiche - marzo 2019
ALPINISMO Alpinismo 9 Nuove (e preziose) prospettive dallo Spigolo Castelnuovo al Dente di Coca sere affrontato con piglio assolutamente “neppure troppo tempo fa eravamo la”! prudente; senza percorso obbligato si scala Non ho nemmeno il fiato per rispondere… la Spalla del Coca per poi scendere fino alla sono troppo stanco! Nebbie minacciose bocchetta sotto la vetta settentrionale. avvolgono la vetta del “re” delle Alpi Dalla bocchetta risalire per qualche metro il Orobie nel momento in cui il cielo prepara ripido crinale, poi, facendosi quest’ultimo l’ennesimo temporale, ma ormai poco ci assai difficile, deviare a sinistra giungendo importa. all’inizio della celebre traversa d’Arigna, ai Mi inginocchio e mentalmente riavvolgo il piedi di una liscia ed esposta placca spio- nastro: vente. Quest’ultima va traversata in aderen- 1) Pizzo di Redorta za da destra a sinistra fino ad una fessura 2) Fetta di Polenta con alla base un grosso masso. Rimontare 3) Torrione Curò pertanto la bella fessura e toccare 4) Punta di Scais l’Anticima Nord del Pizzo di Coca. 5) Pizzo di Porola Dall’Anticima Nord, o se preferite dalla 6) Dente di Coca “Punta d’Arigna del Pizzo di Coca”, alla 7) Cime di Arigna vetta principale il percorso diviene facile e 8) Pizzo di Coca. intuitivo. Ad attenderci sul tetto delle Alpi Orobie, 3050, la classica croce in ferro con Il nome storico della lunga cavalcata è il libro di vetta. 19 luglio 2018 ore 13.30 “Traversata delle Sei Cime” ma otto è il Quasi incredulo stringo la mano a Yuri che mio numero preferito e otto è il numero guardando il Pizzo di Redorta esclama: perfetto! marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
ALPINISMO Il trio in vetta al Recastello Tre amici, due vallate un sogno: a n t i i gig rno! i n v e d’ Panorana dalla vetta del Recastello di Gabriele Merelli, Samuele Morettini, partenza dai Grumetti è dolce, quasi piacev- Un flusso bianco ci scorre accanto, il silen- Davide Regazzoni ole, preludio di una serie di zig-zag nel zio viene rotto soltanto dal suono degli bosco tra marroni foglie secche di faggio e attrezzi che mordono sicuri il ghiaccio del I l sapore del caffè, l’elettricità nell’aria, grigie pietraie. Ridiamo parecchio, la voglia Redorta. Il bagliore delle nostre frontali lo zaino leggero, il suono del gps... di stemperare la scarica di emozioni è molta, gradualmente sale lungo il canale Tua, un Sogno o sono desto? Tensione ed tutti vogliamo pensare ad altro. La luna risalto dopo l’altro ci avviciniamo alla cres- endorfine fanno la guerra dentro di me, splende, un manto azzurrato ricopre la valle ta sommitale dove il vigoroso fragore del mi sento piccolo. Sono un puntino nero al di Coca, il rifugio sonnecchia pacifico e l’ac- vento spezza la calma notturna. Non ci ren- cospetto dei Giganti, con me ci sono tutti i qua scorre rimbombando tra le pareti cir- diamo conto della violenza delle raffiche minuti passati a sussurrare e sognare qual- costanti. Il respiro dei Giganti ci dà il ben- finché non ci affacciamo sul versante cosa di grande... grande come i Giganti. venuto non appena facciamo capolino nella opposto, trovandoci accovacciati a più Davide è in testa, mi pare che detti un ritmo Conca, il laghetto si è pietrificato in un riprese lungo i pendii sommitali. Scatto troppo forzato, sono da poco passate le undi- abbraccio gelido color zaffiro, ora non riesco qualche foto alla croce dormiente, le infinite ci di sera e il cuore corre già troppo. La a distrarmi, ora è tutto davanti ai miei occhi. luci delle valli attorno mi angosciano molto, Le Alpi Orobiche - marzo 2019
ALPINISMO Il Recastello visto dalla Valmorta Alpinismo quasi desidererei essere laggiù. Samuele anze sono fondate: la corda resta nello zaino compito. Tutti conosciamo bene la ovest del 11 arriva per ultimo in vetta, ci scambiamo una anche per la discesa. Coca, anche da riposati è un arduo pro- stretta di mano e, senza proferir parola ci La porzione di percorso esposta al vento sta cedere lungo muscolari pendii, figuriamoci avviamo subito verso la bocchetta. Sono per giungere al termine, ora è un gioco-forza ora. Purtroppo risulto il meno traumatizzato passate cinque ore e venti minuti da quando atletico: più veloci significa meno tempo e mi sobbarco gran parte dell’opera di trac- siamo partiti. spazzati dalle violente raffiche. Il ritorno sul ciatura, il cuore è comunque sereno. Trovo Al riparo dal vento recuperiamo qualche riparato versante est ha un ché di idilliaco: il il fiato addirittura per canticchiare, sebbene energia mentre decidiamo tramite quale via fragore del vento è alle spalle, tutto tace. molto stanco nella mia mente si fa largo un salire alla Fetta di Polenta. Sfruttando un Siamo molto provati, i nostri visi lasciano vellutato pensiero: il pensiero della vittoria. nastro ghiacciato tra le rocce e un marmoreo trasparire tutta la fatica derivante dagli Miro dritto alla croce, con energia rinnovata pendio torniamo ad essere flagellati dal sforzi e dalle condizioni ostili. Gli sguardi mi preparo a calcare la vetta più alta delle vento poco prima della vetta. Gli schiaffi di restano bassi e le parole sono strozzate in Orobie. È la terza volta oggi che superiamo neve ghiacciata mi tagliano il viso e gli gola mentre ci rifocilliamo un po’. Solo il quota tremila metri! Sono da poco passate le occhi, durante la discesa lungo l’affilata coriaceo Samuele si siede nella neve dieci di mattina. Il cielo è azzurro il vento è cresta sommitale sto quasi in apnea per durante la pausa, io e Davide restiamo in un lontano ricordo ormai, gli innevatissimi l’impossibilità di respirare facilmente. piedi forse già troppo saturi dalla razione di pendii sottostanti si crogiolano al sole e il Oscure sagome aguzze ci sovrastano, tra- freddo extra riservataci questa notte. La suc- panorama è mozzafiato. Con gli zaini versiamo rispettosi, ben consapevoli della cessione di passi traballanti mi imbarazza, il sparpagliati in lungo e in largo, imitiamo per Storia che aleggia tra esse. Con gli occhiali grande canale Centrale ora è per noi come qualche minuto le paffute foche artiche a di Samuele finalmente i miei occhi hanno una madre benevola che ci culla, scortando- riposo su frastagliate scogliere rocciose. In una tregua dalle sevizie dell’arrabbiato ci riparati e su dolci pendenze, fino al punto lontananza il bacino artificiale del Eolo. I nostri passi sfondano l’inconsistente in cui riprenderà la salita. Barbellino brilla sotto il sole, il versante manto nevoso del canale Bonomi, le impre- Dario ci raggiunge in tempo, riprendiamo le nord-ovest del Recastello fa bella mostra di cazioni non mancano ma la breccia è vicina. fatiche insieme, ognuno segue il battito del sé. Un cauto perdere quota ci deposita fin Non parliamo ma dentro di noi è accesa la proprio cuore. Lo sguardo è basso, alzarlo troppo facilmente alla Bocchetta dei speranza di trovare l’ultima famosa placca significa farsi del male, un ritmo cadenzato Camosci: la via normale sa essere severa se rocciosa della cresta Corti ricoperta di neve scandisce questi lunghi e faticosissimi atti- percorsa quando non è il momento, oggi portante. Nell’inclemenza del vento mi. Tracce semi-coperte ma ancora vaga- siamo stati fortunati. Tutto sembra girare a gioiamo nel constatare che le nostre sper- mente riconoscibili ci semplificano a tratti il nostro vantaggio, ritorna la voglia di parlare marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
ALPINISMO In discesa Alpinismo dalla normale del Coca Nel canale Tua di notte e, perché no, scherzare. Sebbene il vento sia qualcosa da sgranocchiare e, con le picche tornato a spazzare le nostre stanche membra in spalla, ci avventuriamo attraverso la mag- siamo consapevoli di esserci lasciati alle nifica conca del Barbellino. 12 spalle ogni difficoltà e incognita. La sezione Sento le gambe rinvigorite dalla pausa e dal atletica della nostra giornata entra nel vivo lauto spuntino. Ricominciamo a salire, i in prossimità del laghetto di Valmorta quan- pendii sono inclementi ma noi non siamo da do beviamo dell’acqua corrente e le picche meno. Il respiro affannoso scandisce tornano appese allo zaino, dopo molto questo forzato progredire e il tempo... vento ricomincia la propria C’è campo e colgo l’occasione per tranquil- opera di flagellazione. Le lizzare e informare Alice. Il Barbellino si numerosissime tracce alle- avvicina sempre più! Godo per tutto quello viano quanto basta la fat- che mi circonda: la compagnia degli amici, ica, vortici di neve scen- la mia introspezione e i panorami per cui dono dalle nere rocce del non smetterò mai di emozionarmi. Il Pizzo Recastello, tutto attorno a Cappucello troneggia sopra di noi, le leg- me sembra surreale. gere risalite prima del rifugio presentano il Questa miscellanea di fati- conto ma sento già sotto le narici il profumo ca, vento ed emozioni con- del tè caldo che ci aspetta. Il fornello fa il traddittorie incidono nella mia suo lavoro mentre ci prepariamo per l’ulti- mente a caratteri cubitali cinque ma vetta. Sono trascorse tredici ore e quar- lettere: vetta! Il canale Ratti sembra anta minuti dalla partenza. Due increduli un condotto dell’aria condizionata con escursionisti guardano le nostre azioni, tanto di neve, stringo i denti, ormai siamo molto probabilmente senza intuire le nostre alle battute finali. Mangio un po’ di neve per in cresta. Con la mente accarezzo il momen- intenzioni. Sono motivato e carico come mitigare il gusto dolciastro che ho in bocca. to dell’arrivo in vetta, continuamente si non mai, sebbene il mio viso tradisca sof- Risalto dopo risalto raggiungiamo la ripete nella mia mente l’immagine della mia ferenza voglio mostrarmi entusiasta agli porzione di canale finale, la selletta è in mano che tocca la croce. Non sono alluci- occhi dei miei amici. Gli zaini restano vista! Questi momenti sono interminabili, il nazioni, è un sogno che sta diventando all’invernale, vogliamo scivolare quanto più canale è interminabile: le energie comin- realtà, è un sussurro che sta diventando leggeri e veloci possibile lungo le sponde ciano a venire meno. Dalla cresta sommitale grido! Mi accovaccio a più riprese cercando della diga. Rimettiamo i ramponi, le frontali partono vistosi turbini di neve e il frastuono di fronteggiare il capriccioso strattonare del sono fissate ai caschi, in tasca abbiamo del vento ci avvisa di quello che troveremo vento. Ma non fa nulla: vedo la croce! Alle Le Alpi Orobiche - marzo 2019
Attesa dell’ultimo amico sulla vetta del Recastello, nelle raffiche Alpinismo sento un miliardo di emozioni. Chi accenno, un sogno (quasi) impossibile che l’avrebbe mai detto? Forse nessuno fino a abbiamo reso realtà. Con due validissimi qualche anno fa. Dopo qualche minuto ci compagni, nonché amici, abbiamo trascorso riuniamo in vetta, ne siamo stati tutt’e tre un’intensissima giornata su e giù dai 13 all’altezza: i vicendevoli complimenti ven- Giganti Orobici. Grazie per non avermi gono portati via dal vento restano i sorrisi e preso per matto, appoggiando sin da subito le strette di mano, azioni senza prezzo ma di un progetto bislacco. Questo significa avere inestimabile valore. lo stesso orizzonte dipinto negli occhi. Il sole splende ancora, sono quasi le quattro Un altro grandissimo ringraziamento va ad del pomeriggio, cominciamo a scendere. La Alice, per le interminabili assenze, l’infinita discesa dal canale nord è piuttosto scomoda pazienza e l’incondizionata comprensione per via della neve marmorea dovuta alle verso qualcosa che, ai suoi occhi, compren- numerosissime ripetizioni. sibile fino in fondo non è. Riaccendiamo le frontali lungo il tratto di mulattiera pianeggiante prima del Curò. Il La Grande Traversata in numeri: vento ha rincarato ulteriormente la potenza, 31km, 4600 m di dislivello positivo non serve camminare è sufficiente lasciarsi e 9200 m totali in 20.38h. spingere avanti dall’inclemenza di Eolo. - Partenza dai Grumetti di Valbondione ore Siamo saturi e molto stanchi, gli sguardi 23.07. mie spalle i Giganti mi strizzano l’occhio sono vuoti. Il ticchettio delle bacchette sarà - Rifugio Coca- 1.37h (dalla partenza) come solo un padre orgoglioso può fare, ad nostro compagno fino all’abitato. - Pizzo Redorta, tramite il canale Tua- 5.18 h esempio quando prendi un bel voto a scuo- Stringiamo i denti fino a posare i nostri scar- -Punta di Scais, tramite traverso su Fetta di la, quando vinci il tuo primo incontro di poni sull’asfalto. Le luci delle case cir- Polenta e Camino Bonomi- 6.55h judo o, come in questo caso, quando rendi costanti infondono l’umano calore di cui si -Lago di Coca- 8.28h realtà un desiderio viscerale. può godere solo in rari casi. Tutto ha un -Pizzo Coca, tramite la parete ovest- 11.08h Ora vedo davvero il mio guanto che sapore epico, mi sento un eroe, tanto da sfio- -Valmorta- 12.31h accarezza il gelido metallo della croce, ora rare solo leggermente il terreno mentre cam- -Rifugio Curò- 13.41h non sto desiderando bensì vivendo. Gioisco mino. La gioia incontenibile trapela anche -Pizzo Recastello, tramite il canale Ratti- fragorosamente attraverso le raffiche e gli dai visi provati dei miei amici. Ci congratu- 16.54h (33 min. di pausa al rifugio) schiaffi del vento, non sento nulla, una liamo l’un l’altro senza sosta, finché eccola! -Rifugio Curò- 18.20h potente scarica di energia positiva mi per- L’auto... -Valbondione- 20.38h (40 min. di pausa al vade fino nel profondo, nella mia mente Un progetto che metteva i brividi al solo rifugio) marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
COMMISSIONE IMPEGNO SOCIALE camminare conoscerla e sperimentarla con le proprie gambe hanno trasformato questo sganghe- in orizzontale e in verticale rato gruppetto in veri e propri escursionisti. La salita che prima sembrava impossibile, ora è diventata banale. Tant’è che, dopo essersi inerpicati su sentieri più impegnati- intrODuZiOne vi, con condizioni meteo talvolta anche di Brighenti Umberto poco gradevoli, è nato il desiderio di una gita di più giorni. In Carnia il gruppo ha C amminare uno dietro l’altro, potuto ammirare la bellezza delle monta- camminare accanto all’altro, gne incontaminate e scoprire la conforma- sono due modi diversi di proce- zione rocciosa diversa dalle nostre Orobie, dere che noi volontari del Cai alle quali erano abituati. Ma soprattutto è abbiamo sperimentato insieme a persone stata l’occasione per conoscere nuove per- “speciali” e ai loro amici. Il primo è quello sone, con la stessa passione per la natura, tipico dell’andare in montagna che tutti noi che hanno accompagnato i nostri bergama- ben conosciamo, “il lento e silenzioso pro- schi. Il gruppo è ormai così affiatato che cedere in avanti verso la meta prefissata”. perfino un errore clamoroso come quello di impegno sociale Il secondo è più relazionale, parlare col tuo un partecipante che si è presentato con un vicino è naturale mentre si cammina fianco trolley è divenuto occasione di sorriso e a fianco. Sono due modalità di cammino divertimento, e non un problema da affron- apparentemente diversi ma risultano uniti tare negli spostamenti. Dall’estate scorsa nei valori dello stare insieme, dell’ascolta- non si sono più fermati. Puntando sempre re, della fiducia posta nei tuoi “compagni più in alto sulle Orobie, già sognano di tor- di viaggio” nel rispetto delle persone nare in Carnia per affrontare nuovi passi e incontrate e dell’ambiente che ci circon- nuove vette. da… per pensare infine, giunti alla meta: “ 14 Ce l’abbiamo fatta”. cAmminO DeGLi eZZeLini e DeL sAntO di Nicoletta Berta L a già attiva collaborazione tra la cooperativa ACLI Servizi e il CAI di Bergamo, attraverso le camminate mensili che da diversi anni vengono realizzate, è stata l’occasione Entriamo nella Forra (Foto Giovanni Acerbis) per puntare ad una proposta che sicura- mente “alza il tiro” rispetto a ciò che era stato fatto fino ad allora. Dalle camminate sentieri DeLLA cArniA mensili, si sono proposti per due anni sog- di Raffaele Avagliano giorni di una singola notte in rifugi delle nostre valli ed il 2018 è stato l’anno di una T re giorni in Carnia sono un punto nuova proposta: il cammino… A gennaio, di arrivo di una serie di tappe ben in equipe con la Commissione per l’impe- più impegnative. Per cinque per- gno Sociale del CAI, si è trovato il territo- sone con disabilità, insieme ad un rio più affine alle caratteriste dei ragazzi; gruppo di volontari del CAI di Bergamo e ed in fine i percorsi scelti sono stati il agli operatori di Namasté cooperativa Sentiero degli Ezzelini e il Cammino di sociale, il viaggio di tre giorni sui monti Sant’Antonio, quindi da Crespano del friulani, lontano dai noti sentieri bergama- Grappa si è arrivati fino a Padova. Definito schi, è il frutto di una crescita costante di il tragitto ci si è attivati per costruire le affiatamento del gruppo e di capacità tappe e gli alloggi per ristorarsi e dormire, escursionistiche dei singoli. Solo un anno interfacciandoci con le amministrazioni fa, infatti, non sarebbe stato pensabile. Ma comunali, le associazioni locali e le parroc- Faticare in Carnia (Foto Giovanni Acerbis) la passione per la montagna e la voglia di chie. In questo, l’aiuto dei presidenti dei Le Alpi Orobiche - marzo 2019
COMMISSIONE IMPEGNO SOCIALE “ Il progetto ha previsto 5 giorni consecutivi di cammino ” Si parte (foto Giovanni Acerbis) proposta. Sicuramente la riuscita di questo cammino è dovuta anche alla grande sensi- Impegno sociale bilità che abbiamo trovato nelle aziende e nel nostro territorio che ci ha permesso di raccogliere i fondi necessari a sostenere la maggior parte delle spese connesse sia alla grande disponibilità scovata nei paesi che abbiamo via via toccato, in cui è stato fon- damentale il tema dell’ospitalità in stile povero e di condivisione con le realtà loca- li! Solidarietà: rapporto di comunanza tra i membri di una collettività pronti a collabo- 15 rare tra loro e ad assistersi a vicenda, a con- dividere pareri, idee, ansie, paure… Ecco, la solidarietà è il denominatore comune di Cammino Ezelini: momento di condivisione (foto Nicoletta Berta) questa esperienza!! Da chi ci ha permesso di partire, a chi ci ha ospitato con serenità due percorsi, Mirco Zorzo e Gianfranco fatiche e le gioie tipiche di un cammino, ed estrema accoglienza; da chi ci ha fatto Milani, è stato a dir poco fondamentale!! dove tutto non è confortevole, però è sicu- conoscere questo nuovo territorio, a chi ci Una volta capita la fattibilità di questa ramente pieno ed intenso. C’è stata armo- ha regalato il suo tempo per spiegarcelo;da esperienza abbiamo attivato la fase di alle- nia e voglia di condividere, di mettersi alla chi ci ha dato suggerimenti pratici, a chi ci namento, sia durante il servizio che serale, prova, di essere d’aiuto a chi in difficoltà, ha riconosciuto un alto valore morale; da costruendo un gruppo di cammino integra- di essere autonomi, di essere liberi da sche- chi si messo in relazione con noi, per poter- to. Dopo questo duro allenamento, è arri- mi mentali e rigidità legate alla quotidiani- ci conoscere, a chi, senza conoscerci, ci ha vato il giorno della partenza, fissata per il tà. L’essere parte di un gruppo che si donato un po’ di se stesso!! Questo cammi- 15 settembre. Primi due giorni di stanza a muove per raggiungere un obiettivo comu- no ci ha dato la possibilità di “portare a Crespano del Grappa e poi il via: lunedì 17 ne è sicuramente un potente stimolo per casa” una grande consapevolezza: la gene- si è partiti al grido “Padova stiamo arrivan- attivare risorse, a volte nascoste, a volte rosità e la bontà delle persone che incontri do!” Il progetto ha previsto 5 giorni conse- tarpate, a volte mai richieste e quindi nean- sul tuo cammino fanno la differenza e vice- cutivi di cammino, percorrendo una media che mai emerse. Infatti è doveroso ringra- versa tu puoi rappresentare ciò per gli di 15/16 km al giorno, per un totale di circa ziare i ragazzi, che con la loro determina- altri!!! di 80 km. Si è partiti camminando in un zione hanno permesso la riuscita del cam- territorio montuoso, per sconfinare, poi, mino. Grazie alle famiglie che ci hanno “Non camminare davanti a me, nella pianura padovana. Ogni giorno rifare dato fiducia e hanno dato fiducia ai loro potrei non seguirti. il proprio bagaglio, caricare cibo, valigie, figli, fratelli, zii. Grazie ai volontari del Non camminare dietro di me, materassini, sacco a pelo sul pulmino e poi CAI (Umberto ed Ernesto) che con umiltà potrei non esserti guida. zaino in spalla con pranzo, mantella, crema e semplicità hanno camminato al nostro Cammina al mio fianco, solare, i cerotti per le vesciche, e via per la fianco. Grazie ai volontari e agli educatori ed insieme troveremo la via” tappa successiva!! I ragazzi, con gli educa- che con professionalità e voglia di mettersi tori e i volontari, hanno sperimentato le in gioco hanno costruito e spinto questa Albert Camus marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
EVENTI G.C. Agazzi di dialogare con il pubblico. Tre sono stati i tentativi di Andy per salire Holzer U n grande pubblico ha accolto sabato 8 dicembre 2018 al Palamonti di Bergamo l’alpin- l’Everest. Due volte dal versante nepalese e, finalmente, la salita avvenuta con suc- cesso dal versante nord, tibetano. La andy ista austriaco Andy Holzer, preparazione è stata impegnativa, lunga e protagonista di una straordinaria serata. È seria, e ha imposto a Andy di effettuare Cieco stato l’evento conclusivo dell’edizione 2018 del Grande Sentiero, iniziato sempre numerose escursioni in montagna prope- deutiche all’impresa. sul tetto al Palamonti con la bella conferenza del fotografo naturalista Baldovino Midali. Nel corso della serata ci sono stati momen- ti di intensa emozione, quando Andy ha del mondo Andy era accompagnato dalla madre e da voluto raccontare quanto ha provato nel due amici alpinisti. Si è trattato di un’im- salire così in alto. Durante la salita portante testimonianza, che ha potuto doc- all’Everest è morto, colpito da un ictus, il umentare la determinazione di un uomo padre dell’alpinista. Una telefonata al che, nato cieco, ha iniziato fin da bambino campo base lo ha informato. Andy si è a frequentare la montagna, grazie all’aiuto trovato in un momento triste e difficile, e all’entusiasmo dei due genitori. La sua quasi convinto di rinunciare, non sapendo famiglia non lo ha mai considerato come quale decisione prendere, ma, poi, la madre un disabile e ha sempre favorito la sua pas- lo ha convinto a rimanere. “Nel corso della sione per l’alpinismo, incoraggiandolo a fase finale della salita mi è sembrato che portare a termine sfide ambiziose sulle più mio padre salisse accanto a me, incitando- alte montagne del pianeta. mi a continuare” ha detto. Eventi Andy, dato il suo limite, può essere consid- Andy è stato il primo cieco a scalare nel erato un alpinista estremo che riesce a 2004 la difficile parete nord della Cima vedere attraverso gli altri suoi sensi, acce- Grande di Lavaredo. sissimi, il paesaggio che lo circonda La parte finale del filmato era stata dedica- 16 durante le salite. La prima vera escursione ta a una arrampicata che Andy ha effettua- in montagna fu con tutta la famiglia negli to con la madre sulle Dolomiti. Alti Tauri nel 1969. Da allora non si è mai Andy ha spiegato al pubblico presente arreso, divenendo un grande alpinista. come sia riuscito a trasformare gli ostacoli Andy è nato a Amlach un paesino di circa incontrati nel corso della sua vita in trecento anime del Tirolo Austriaco preziose opportunità che gli hanno perme- Orientale, situato tra Dolomiti e Alti Tauri. sso di salire le più alte montagne della Non riesce a vedere le montagne che lo cir- terra. L’alpinista è stato capace di tra- condano nelle sue scalate, ma è, mutare “il dipendere l’uno dall’altro in una comunque, in grado di immaginare il pae- benedizione”. A riguardo ha affermato che saggio che lo circonda grazie all’estrema neppure Reinhold Messner ha avuto il sensibilità dei suoi sensi: l’udito, l’olfatto, privilegio di salire sulla cima dell’Everest il gusto e il tatto. Riesce a raccogliere in compagnia di due amici. “Non è neces- informazioni sufficienti a costruirsi una sario andare in Himalaya per scalare immagine di ciò che lo circonda. Dice di l’Everest”, ha riflettuto Andy, “perché non aver mai avuto problemi di equilibrio, ognuno ha il suo Everest da scalare nella affermando di essere bravo anche a pat- vita”. tinare sul ghiaccio. Andy è, poi, riuscito a È seguito un lungo dibattito con l’interven- salire tutte e sette le cime più alte dei vari to, tra gli altri, di alcuni non vedenti che continenti. È stato Hans Bruckner ad aprir- hanno posto varie domande all’alpinista gli le porte della montagna. austriaco. Andy, tra l’altro, ha affermato Nel corso della serata è stato proiettato un che la condizione di non vedente gli ha filmato realizzato nel 2017 dalla regista consentito di girare il mondo per portare la tedesca Juliane Möcklinghoff proprio per sua testimonianza, a dimostrazione del narrare le incredibili imprese di Holzer e la fatto che chi vuole può. Nel corso della ser- sua grande passione per le montagne, inte- ata ha presentato il suo libro “Gioco d’e- sa come ricerca di libertà. Luca Calvi è quilibrio”, pubblicato in Italia da Keller intervenuto come interprete d’eccezione Editore, che racconta tutte le esperienze (conosce 22 lingue!), permettendo a Andy dell’alpinista austriaco. Le Alpi Orobiche - marzo 2019
ALPINISMO GIOVANILE Anche di notte sotto le guglie del Palamonti di Massimo Adovasio D opo le storie dei Consiglieri, si è fatto tardi ed i 36 Aquilotti dell’Alpinismo Giovanile di Bergamo hanno bisogno di dormire. Ed è proprio la Casa della Montagna ad offrire loro un tetto, nel suo punto più importante e sacro: la palestra. Gli Aquilotti sono creature splendide, poiché tra le tante valenze che Alpinismo giovanile posseggono, hanno anche la grande capacità di adattarsi a tutto. Persino dormire per terra. E così insieme agli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile entrano nell’arena della palestra con il loro zainetto, sacco a pelo e stuoia o materassino: tutti pronti per una notte speciale sotto le guglie del Palamonti. Non potevano mancare prima di dormire alcuni “gesti” che loro hanno fatto per adattarsi alla nuova casa e per conciliare il sonno: muoversi e cor- rere, parlare e cantare, leggere i fumetti, scrivere sul diario, avere vicino per la notte l’amico preferito ed osservare e fantasticare per il grandioso panorama presente sopra le loro teste: le numerose vie di salita della palestra di arrampicata. 17 Mi sono soffermato più volte a vederli dormire e mi sembrava di essere entrato in una fiaba. Ma di una cosa sono certo: il Palamonti li ha abbrac- ciati e cullati per tutta la notte… Servizio fotografico di Massimo Adovasio marzo 2019 - Le Alpi Orobiche
ALPINISMO GIOVANILE i consiglieri raccontano... accompagnato questa narrazione con l’il- lustrazione dei passaggi più significativi della storia del Rifugio Laghi Gemelli: quello costruito da soci CAI nel lontano 1900, distrutto durante la seconda guerra mondiale, per arrivare a quello attuale costruito nel 1946 che gli Aquilotti ben conoscono per aver partecipato ad un’usci- ta con pernottamento in quota proprio in quel rifugio.”. “Confesso – dice claudio malanchini - che non è stato facile decidere cosa raccon- Mina Maffi Claudio Malanchini Gege Agazzi tare agli Aquilotti; un conto è il portare un saluto “istituzionale” ad una manifes- tazione; altro conto il tessere un racconto tra di Massimo Adovasio presto da Bergamo. Faceva freddo e io por- un adulto di una certa età, i miei anni sono tavo i pantaloni di pelle corti alla tirolese. 65 anni ed un gruppo di ragazzi tra gli 8 ed Alpinismo giovanile D opo l’incontro del Consiglio Allora si usava così. Avevo 8 anni. Ho i 17 anni che si incontrano per la prima Direttivo Sezionale con l’Alpi- voluto fare un paragone tra quanto facevo volta; questo con l’obiettivo di stabilire rap- nismo Giovanile di Bergamo, io a quei tempi in montagna, rispetto a idamente una corrente di reciproco inter- porgo alcune domande ai tre quanto fanno i ragazzi della mia età oggi. esse, lasciando loro, se possibile, alcuni Consiglieri che hanno interagito con i 36 Certamente due esperienze completamente messaggi; ci ho provato, anche grazie a Aquilotti. diverse.” qualche prezioso consiglio degli • Cosa avete raccontato agli Aquilotti? mina maffi invece ha scelto come riferi- Accompagnatori di Alpinismo Giovanile, “Ho raccontato – dice Gege Agazzi - due mento qualcosa di molto conosciuto dagli Massimo Adovasio e Maurizio Baroni storie legate ai miei primi anni in mon- escursionisti: innanzitutto, cercando di essere esattamente tagna quando avevo circa 8 anni. La prima “Ho scelto di raccontare loro la leggenda quello che sono, presentandomi e cercando, 18 ‘la vipera del Valletto’, un episodio capi- dei Laghi Gemelli, narrando la vicenda dei senza l’aiuto di immagini, power point, fil- tatomi quando, salendo con mio padre sui due giovani innamorati che per non rinun- mati od effetti speciali, di usare la semplice pendii del monte Valletto in Alta Valle ciare al loro amore, nato proprio tra la parola; ho proposto alcuni momenti della Brembana, sopra il Passo di Salmurano, in natura incontaminata della Valle mia vita di quando, ragazzino avevo l’età una giornata di settembre, piuttosto neb- Brembana, si trasformarono infine in due degli Aquilotti; è allora che nacque il mio biosa, in cerca di stelle alpine, mi sono bellissimi specchi d’acqua, due perle che amore e l’interesse per il viaggiare, il imbattuto in una vipera. Era la prima volta contribuiscono a creare un contesto pae- conoscere, la montagna e l’ambiente in che vedevo questo rettile. Ho raccontato la saggistico veramente incantevole. Ho genere; i miei ricordi sono stati preceduti da mia sensazione di paura e di panico. Mio padre mi ha aiutato a superare la paura e a sdrammatizzare il momento, continuando a cercare le stelle alpine. Ho voluto far pre- sente agli Aquilotti che allora le vipere venivano uccise e rappresentavano un peri- colo, mentre ora è vietato ucciderle e hanno una loro funzione nel mondo della montagna. Sono rettili timidi che, appena possono, scappano. Il secondo racconto è stato su una mia giornata di caccia con mio papà, appassionato cacciatore di montagna, nella zona di Ornica, non lontano dai Piani di Avaro. Una giornata di novembre del ‘58, con una abbondante nevicata. Mio papà cacciava la coturnici e quella mattina mi aveva lasciato in una baita accanto al fuoco da lui acceso. Si era allontanato per qualche ora per cacciare. Lo rividi volen- Gli aquilotti cenano tieri ritornare con tre coturnici nel carniere. (foto Massimo Adovasio) Quella mattina eravamo partiti molto Le Alpi Orobiche - marzo 2019
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