BLOCKCHAIN HUB OVERVIEW - ANNO 2019 - CETIF
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LO STEERING Il 27 febbraio 2019 si è riunito lo Steering Committee Blockchain, composto da Top COMMITTEE Manager provenienti dalle aree Innovation, Operation, Organizzazione e IT, nonché da BLOCKCHAIN docenti universitari il cui know-how possa assicurare uno slancio alle attività di ricerca, formazione e laboratorio. Le applicazioni suggerite dai partecipanti dello steering committee ricalcano i temi proposti da CeTIF per i workshop del 2019 e dei vari incontri: Identità digitale e KYC, il processo di lending, la gestione dei sinistri, l’integrazione degli smart contract per creare nuove tipologie di prodotti, senza tralasciare l’ottimizzazione dei processi. Tante possono essere infatti le applicazioni della tecnologia blockchain e DLT che può aiutare le imprese ad innovare grazie all’offerta di nuovi prodotti e alla riduzione dei costi grazie all’efficienza nelle transazioni che può fornire. La blockchain/DLT, oltre a poter essere usata a livello di singolo settore può abilitare gli operatori a delle collaborazioni intersettoriali che prevedono diverse figure: banche, assicurazioni, telco, utilities, come nel caso dell’identificazione digitale del cliente e del KYC che permette di generare valore per tutte le istituzioni che partecipano allo scambio di informazioni, e non ultimo, per il cliente finale che risparmia tempo e ottiene una migliore user experience. Le risultanze ed il materiale mostrato durante la giornata hanno prodotto il Blockchain HUB Overview, un documento con lo scopo di mostrare quali siano i principali trend e le strategie in atto nel mondo bancario e assicurativo sulle tematiche legate alla blockchain e alla DLT. Le riflessioni sul tema normativo sono di grande interesse per banche e assicurazioni ma non solo. Forte è l’interesse da parte di tutte le realtà per ciò che sta accadendo a livello
globale ed europeo, in particolar modo per le iniziative poste in essere da banche centrali e istituzioni. Grande attenzione è posta alla situazione italiana, sia a livello di progetti messi in atto da società di altri settori, anche non affini come la logistica o il retailing, grazie alla normativa che in questo momento si sta redigendo grazie alla collaborazione di 30 esperti, scelti dal Ministero dello Sviluppo economico, che ha prodotto, nelle scorse settimane, alcune prime definizioni inserite nel decreto semplificazioni. “I segnali politici sono importanti, dobbiamo accreditarci come giurisdizione favorevole alla blockchain per non essere sorpassati da paesi come Malta, Svizzera e San Marino. Si pone inoltre il tema a livello politico delle ICO, l’Europa rischia di perdere un treno importante.” Così è intervenuto Fabio Maniori, Presidente, Associazione Trusted Smart Contract. La complessità dei temi trattati pone inevitabilmente una riflessione sulle definizioni e sulla TASSONOMIE, GLI tassonomia relativa alla tecnologia blockchain e DLT così da poter permettere uno ORACOLI E LE scambio di idee in modo semplice ed efficace a livello sistemico. COMPETENZE Vi è la necessità di definire cosa sia una Blockchain, un DLT, uno Smart Contract e altri aspetti, sia a livello di comunità che normativo. Stilare delle definizioni corrette è fondamentale per permettere ai diversi operatori di comprendersi e di poter lavorare in modo conforme alla legislazione. “La tecnologia è pronta, è necessario però capire come gestire, rispettando la normativa, i dati dei clienti” si è espresso così Marco Bernardini, Responsabile Aree Architetture, Monte dei Paschi di Siena “Tutte le aziende potrebbero essere in grado di offrire prodotti instant, ma allo stato dell’arte attuale della normativa questo è impraticabile, anche la semplice definizione di blockchain ci espone a dei rischi. È necessario un cambiamento” ha puntualizzato Demetrio Migliorati, Head of Blockchain, Banca Mediolanum. In merito agli Smart contract, particolare interesse è stato posto dalle imprese assicurative, che già hanno testato, o stanno testando polizze parametriche basate su blockchain. È necessario però porre l’attenzione sull’affidabilità degli oracoli, fondamentali per poter proporre ai clienti prodotti di instant insurance blockchain based. Visto l’influenza che gli oracoli potrebbero avere all’interno dei processi assicurativi è imprescindibile pensare a delle metodologie e a dei modelli per la gestione di quest’ultimi tant’è che: “si possono pensare a diversi livelli di tutela, un esempio potrebbe essere in termini contrattuali. Facendo una media degli oracoli, nel caso in cui uno cessi di fornire le informazioni si avrebbe a disposizione il dato dagli altri. Fondamentale è scegliere oracoli che siano attendibili 3
e che abbiano certi tipi di caratteristiche.“ Di nuovo Fabio Maniori, Presidente, Associazione Trusted Smart Contract. Stilare la tassonomia ci porta a considerare non solo quali possono essere le definizioni delle varie componenti della blockchain e DLT ma anche alle funzionalità che possono essere utili al business bancario e assicurativo. La certificazione è indubbiamente una delle funzioni primarie della blockchain la quale riguarda soprattutto il soggetto che inserisce il dato e non il contenuto stesso. Come ha esposto Maurizio Sironi, Responsabile, Blockchain Reply: “La blockchain certifica che l’informazione sia stata immessa da quello specifico soggetto, in quel determinato momento e che tale informazione non venga modificata. La verifica del contenuto stesso dell’informazione è invece un processo che di norma viene svolto al di fuori della blockchain”. Indubbiamente la tecnologia ha un ruolo fondamentale ma tra le tante riflessioni emerse sul tema blockchain durante il confronto, è risultato imprescindibile pensare al ruolo delle persone e alle competenze che sono necessarie per gestire i processi e i nuovi modelli di business che si potranno sviluppare. “Come sempre, quando si introduce una nuova tecnologia, va posta l’attenzione alla questione organizzativa e di skill all’interno delle imprese” così Fabio Oberto, Big Data, Artificial Intelligence & Analytics Platform Manager, Assicurazioni Generali. Non sono solo istituzioni finanziarie a dover ragionare sulla questione delle competenze blockchain in azienda, per la trasversalità della tecnologia è una tematica che va affrontata in tutti i settori. È infatti intervenuto in merito anche Rossano Rossi, Strategy & Innovation Manager, TIM: “Le startup su queste tematiche innovative come la blockchain ci vengono in aiuto: integrando competenze che in azienda sono poco presenti e difficili da sviluppare, portano un contributo di grande valore per lo sviluppo e la trasformazione del business, riducendo il time-to-market e limitando investimenti e rischi”, confermando così la tendenza espressa anche da realtà differenti dal settore finanziario a collaborare con startup su tematiche blockchain e di innovazione, per razionalizzare le risorse a disposizione, disporre di nuove competenze e ridurre i tempi di sviluppo. “Per i progetti di innovazione usiamo alle volte come acceleratori un approccio buy e l’interazione con le startup. Questo ci permette anche un significativo knowledge transfer al fine di sviluppare in azienda nuove skill. Inoltre le idee fornite dalle start up sono molto utili per rimettere in discussione il modello di business tradizionale” questa l’esperienza raccontata da Paolo Pecchiari, Chief Operating Officer, Cattolica Assicurazioni. INTEROPERABILITÀ E Le collaborazioni nel settore finanziario e assicurativo non si stanno limitando alle startup CICLO DI VITA fintech: la blockchain, per definizione, necessita di diversi attori che la utilizzino e che siano DELLA BLOCKCHAIN parte integrante del processo. “La catena del valore assicurativa prevede diversi attori: i broker, le compagnie assicurative, le 4 • Copyright © CeTIF 2019. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale del presente documento
agenzie, gli agenti. La tecnologia DLT abilita ecosistemi e, per renderli solidi e sostenibili nel tempo, deve generare valore per tutti gli attori. Se si pensa di utilizzare la blockchain per disintermediare alcuni di essi allora, difficilmente, se ne sfrutterà appieno il potenziale” Marco Boni, Group Head of Operational Excellence and Transformation, Generali ha introdotto un tema, maggiormente sentito dalle assicurazioni rispetto alle banche, dato dalla composizione della catena del valore nel settore assicurativo. La blockchain deve essere una tecnologia che permette la condivisione e l’interazione tra i diversi operatori del settore ponendo attenzione però alla questione della governance. Si rende necessario per questo motivo un ripensamento dei modelli di business, del ruolo e del valore apportato da ogni singola componente. “La blockchain funziona solo se siamo in tanti all’interno, altrimenti non ha senso, il registro che viene condiviso deve essere ampio, ci deve essere un vantaggio per la condivisione” ha ricordato Demetrio Migliorati, Head of Blockchain, Banca Mediolanum. Le banche italiane, proprio in questa ottica di sistema, hanno già iniziato a operare insieme con il progetto Spunta Interbancaria. Non ci si sta limitando però a iniziative all’interno del mercato domestico, diversi sono i consorzi internazionali di grande rilievo tra cui R3, Hyperledger e B3i, nella quale molte realtà bancarie e assicurative italiane partecipano attivamente. “Partecipiamo ai lavori svolti in ambito R3 dal 2015 (R3 nacque come consorzio ed è diventato una società tecnologica a tutti gli effetti dal 2017, a seguito di fund raising). Corda dopo diverse valutazioni risulta essere oggi tra le infrastrutture che meglio rispondono alle esigenze nostre e dei clienti, in quanto è stata nativamente pensata per le financial institutions; dato che il nostro approccio è tecnologicamente agnostico e intendiamo identificare le soluzioni migliori, stiamo testando anche altre tecnologie differenti.” Ha aperto così il suo intervento Savino Damico, Head of Fintech Ecosystem Management and Monitoring, Innovation Department, Intesa Sanpaolo. Tanti sono i progetti internazionali. Tuttavia, ognuno di essi ha sviluppato un’architettura diversa con caratteristiche, linguaggi di programmazione e funzionalità differenti. Integrare le diverse infrastrutture richiede una complessità sia a livello tecnologico che di competenze. “L’interoperabilità va vista non solo in termini di collaborazione tra istituzioni ma anche del punto di vista del cliente.” Ha ricordato Damiano Fusina, Business Architect, Omni-channel and Direct Business Manager, Cattolica Assicurazioni. Non bisogna dimenticare infatti che le tecnologie, in alcune applicazioni (soprattutto business driven) pur con ruoli e in momenti diversi, vengono utilizzate anche dai clienti. Di conseguenza non si deve sottovalutare l’user experience che deve essere veloce e immediata. 5
L’interoperabilità è una questione centrale ed è necessario assicurarla. L’ISO sta lavorando alla creazione di standard per gli smart contract, per ora non a livello legale ma solo tecnico. Esiste un progetto, UTN, all’interno di Marco Polo, che ha l’obiettivo di rendere interoperabili sistemi che appartengono a network diversi. Non sarà semplice farlo ma è una precondizione necessaria per poter far scalare le iniziative sia a livello livello nazionale sia, soprattutto, a livello internazionale”. È cosi di nuovo intervenuto Savino Damico, Head Head of Fintech Ecosystem Management and Monitoring, Innovation Department, , Intesa Sanpaolo. Tante sono ancora le questioni aperte, la scalabilità della tecnologia è sicuramente una delle principali vista l’enorme mole di dati e transazioni operate da banche, assicurazioni e utilities. La presenza di diverse architetture, pone anche delle domande sul ciclo di vita di tali applicativi, visto soprattutto che la tipologia maggiormente utilizzata dagli operatori finanziari è risultata essere la blockchain permissioned che permette un maggiore controllo piuttosto che la permissionless. A livello di sistema sono necessari dei ragionamenti non solo in merito all’interoperabilità ma anche all’obsolescenza. “Cosa succede quando una blockchain smette di essere attiva? E quando diminuiscono i nodi? L’attacco ostile (al 51% dei nodi che consente di modificare l’intera blockchain e quindi i dati contenuti in essa) diventa più facile, va assolutamente posta attenzione alla questione visto che si vuole integrare il business in questa tecnologia” così è intervenuto ancora Fabio Maniori, Presidente, Associazione Trusted Smart Contract. SVILUPPO DI USE La fase dello studio, delle sperimentazioni e dei PoC è ormai finita, l’attenzione oggi è CASE OPERATIVI posta non tanto alla tecnologia in se, ma al business che si può con essa sviluppare e/o BUSINESS DRIVEN efficientare. Banche e assicurazioni ora vogliono applicare la blockchain per risolvere questioni legate al business, per offrire nuovi prodotti e innovare quelli che già hanno in portafoglio. “Adesso basta semplici caso d’uso, basta PoC, l’unico modo per rompere il muro virtuale, nonostante ci siano alcune questioni di compliance ancora aperte, è avere la volontà di applicare la blockchain al business”. Cosi ha confermato Giovanni Vattani, Responsabile Incassi e Sistemi di pagamento, Enel. Questo fa capire come non sono solo le banche e le assicurazione ad aver bisogno di use case business driven, è un esigenza condivisa di tutti i settori: la blockchain è stata studiata e capita, ora va applicata. “Vanno stimolati gli operatori con use case che portino dei risultati di business in tempi rapidi. Noi stiamo ponendo particolare attenzione sull’instant insurance” Ha espresso il così il suo punto di vista Marco Cecchella, Direttore Generale UBI Sistemi e Servizi, CIO, UBI Banca. 6 • Copyright © CeTIF 2019. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale del presente documento
Gran parte degli attori concorda sul fatto che le architetture oggi siano pronte anche se non ancora in grado di gestire gli enormi volumi delle transazioni delle realtà presenti. Qualcuno ha già tentato un integrazione con il business, “Abbiamo notarizzato, su blockchain pubblica (Bitcoin) la volontà del cliente di rinnovare la polizza assicurativa, il cliente ha così anche la possibilità di una verifica autonoma” così ha esposto la sua esperienza Gianpaolo Mura, Architetture Applicative e metodologie, Banca Popolare di Sondrio. Sottolineando l’importanza del core business nelle sperimentazioni in atto si è espresso Giovanni Sordello, Responsabile Operations immobili e acquisti, Banco BPM. “Occorre ragionare in particolare sul lending, con un’attenzione alle PMI in quanto i processi di erogazione del credito devono recuperare in termini di efficienza” In conclusione, ciò che è emerso dai lavori è un forte interesse alle applicazioni che la CONCLUSIONI blockchain/DLT può avere nel settore finanziario e non solo. Affinché le applicazioni possano essere adottate in modo massiccio è necessaria una normativa che permetta all’Italia di innovare e di poter stare al passo con gli altri paesi europei e non solo. La tecnologia blockchain/DLT oggi può essere considerata sostanzialmente pronta, anche se è necessario risolvere alcune questioni rilevanti come l’interoperabilità tra le diverse architetture e la scalabilità a livello industriale. Per sfruttare a pieno questo approccio è necessario percepire le opportunità di creare un ecosistema tra i diversi player e riconsiderare il ruolo di alcuni attori affinché tutti possano apportare e ottenere valore dalla condivisione e della collaborazione. Le realtà presenti vogliono adottare non solo un approccio teorico, di comprensione della tecnologia, ormai ritenuta più o meno matura, ma soprattutto pratico legato a uno sviluppo che sia business driven. 7
BLOCKCHAIN HUB 2019 STEERING COMMITTEE MEMBERS TEAM CETIF: Fabio Maniori, Associazione Trusted Smart Contract Chiara Frigerio Demetrio Migliorati, Banca Mediolanum Paolo Gatelli Marco Bernardini, Banca Monte dei Paschi di Siena Federico Rajola Gianpaolo Mura, Banca Popolare di Sondrio Alessandro Orofino Davide Coti Zelati Giovanni Sordello, Banco BPM Giovanni Vattani, ENEL Marco Boni, Generali CONTATTI: Fabio Oberto, Generali CeTIF - Università Cattolica Savino Damico, Intesa Sanpaolo Via San Vittore, 18 Damiano Fusina, Cattolica Assicurazioni 20123 Milano Paolo Pecchiari, Cattolica Assicurazioni Tel. +39 02 7234.2590 Rossano Rossi, TIM Fax +39 02 7234.8340 Marco Cecchella, UBI E-mail: cetif@unicatt.it Maurizio Sironi, Reply Blockchain www.cetif.it Pubblicato nel mese di Marzo 2019 Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati. Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale del presente documento non è consentita senza previa autorizzazione di CeTIF. DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto. Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni. 8 • Copyright © CeTIF 2019. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale del presente documento
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