Da oli esausti a biocarburanti di alta qualità: un esempio concreto di Economia Circolare
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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA Macroarea di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica Da oli esausti a biocarburanti di alta qualità: un esempio concreto di Economia Circolare Giovanni Biscardi Manager Advanced Biofuels Business Development Eni Refining & Marketing Roma, 18 dicembre 2018
Indice I biocarburanti Come si producono i biocarburanti – la tecnologia EcofiningTM di Eni La nascita delle bioraffinerie Lo scenario normativo La transizione energetica delle bioraffinerie Eni L’utilizzo degli oli vegetali esausti come materia prima: un esempio concreto di Economia Circolare I progetti allo studio: Waste to Fuel Advanced Feedstock 2
I Biocarburanti I biocarburanti sono definiti vettori energetici liquidi o gassosi, adatti per l’uso Cosa Sono nell’autotrazione, prodotti a partire da biomasse. Sono considerati una risorsa rinnovabile, in quanto la loro produzione si basa essenzialmente su materie prime in grado di rigenerarsi e riprodursi in breve tempo. I biocarburanti si utilizzano per ridurre le emissioni di CO2. Perché si Come nel caso dei prodotti di origine fossile, anche la combustione dei biocarburanti utilizzano causa l’emissione di CO2, ma questa è riassorbita dalle piante mediante la fotosintesi clorofilliana, producendo in questo modo nuova biomassa. Si ottiene così un ciclo virtualmente a «emissione zero». In Europa sono state introdotte normative che obbligano all’immissione in rete di quote La normativa crescenti di biocarburanti. In particolare, le direttive RED e RED II (Renewable Energy Directive) impongono l’utilizzo di almeno il 10% al 2020 e 14% al 2030 di biocarburanti nel settore dei trasporti. 3
Tipologie di Biocarburanti I biocarburanti sono attualmente classificati secondo due tipologie: biocarburanti di «prima generazione» e biocarburanti «avanzati». Si definiscono biocarburanti di «prima generazione» quelli Prima prodotti a partire da materie prime agricole potenzialmente generazione utilizzabili a fini alimentari (p.e. olio di palma, di mais, di girasole, ecc.). Si definiscono biocarburanti «avanzati» quelli prodotti a partire da biomasse non utilizzabili per l’alimentazione umana Avanzati o animale, che quindi non comportano sottrazione di terreno agricolo alla produzione alimentare o cambi di destinazione d’uso dei suoli (p.e. oli da microalghe, da rifiuti organici e scarti alimentari, da scarti ligneocellulosici).
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Perché migliorare i biocarburanti tradizionali I biocarburanti tradizionali disponibili sul mercato sono il bio-etanolo per la benzina e il biodiesel (FAME) per il gasolio. Tali componenti presentano alcune problematiche qualitative che ne limitano l’utilizzo: • Bio-etanolo: max 10% nelle benzine (igroscopicità, basso PCI) • Biodiesel (FAME): massimo 7% nei gasoli. La presenza di ossigeno nel Biodiesel favorisce la contaminazione e proliferazione batterica. Ciò causa l’intasamento dei filtri. •Igroscopico • Basso PCI Bio FAME •Basso PCI • Limite di miscelazione Etanolo •Elevato contenuto in (Fatty acid methyl ossigeno esters) • Igroscopico (biofouling) 6
Il ruolo della ricerca sui nuovi biocarburanti Nel 2006 Eni ha lanciato un importante progetto di ricerca per un nuovo biocomponente pro diesel. Insieme a Honeywell UOP, Eni ha sviluppato la nuova tecnologia proprietaria EcofiningTM che supera i problemi qualitativi del biodiesel tradizionale mediante un innovativo processo di idrogenazione, e consente di ottenere un biocomponente rinnovabile completamente idrocarburico e con alto potere energetico (HVO). Biodiesel (FAME) Green Diesel (HVO) Processo: Metanolo Idrogeno Processo: BioDiesel 10 % Transesterificazione 90 % 13 % Ecofining™ Green Diesel Olio vegetale degli oli vegetali Glicerina Renewable Feedstocks* Idrogenazione 75 % 90 % 10 % 87 % degli oli vegetali *) Renewable Feedstocks: Oli Vegetali, UCO, Grassi Animali, Oli da alghe e rifiuti 7
Vantaggi del Green Diesel rispetto al Biodiesel tradizionale (FAME) Biodiesel Green Diesel (FAME) Trigliceride + CH3OH Biodiesel + Glicerina Trigliceride + Idrogeno Green Diesel + H2O Ottima stabilità chimica e totale compatibilità Scarsa stabilità chimica con diesel fossile: ottenuta con processo di Variabilità nella qualità idrogenazione che elimina totalmente l'ossigeno Favorisce la contaminazione Idrorepellente: evita il fenomeno della batterica contaminazione batterica Alto numero di cetano: miglioramento fluidità di Basso contenuto energetico marcia e partenze a freddo Fenomeno della diluizione dell'olio Elevato contenuto di idrogeno ed elevato lubrificante potere calorifico: effetto benefico sui consumi di Limite di additivazione al 7% carburante Additivabile fino al 100% 9
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Le criticità strutturali della raffinazione in Europa Diminuzione della Competizione da domanda di Middle East, Far East carburanti e USA Criticità strutturali delle raffinerie in Vincoli Sbilanciamento del ambientali e Europa mix produttivo normativi Dal 2009 sono state chiuse oltre 20 raffinerie Economie di scala e innovazioni di processo nelle raffinerie più recenti nei Paesi Emergenti In questo contesto di mercato Eni nel 2014 ha realizzato a Venezia la prima conversione al mondo di una raffineria petrolifera in una bioraffineria (Brevetto Eni n° MI2012A001465 – settembre 2012), impiegando la tecnologia proprietaria EcofiningTM 3
La storia della raffineria di Venezia 1926 1945 1947 1960s 1980s 2000s 12
La conversione di raffinerie tradizionali in green refineries Normativa UE e nazionale su impiego biocarburanti nei trasporti Investimenti 500 milioni di € (inclusa ricerca) Venezia 1a fase: capacità produttiva di circa 350 mila tonnellate/anno 2a fase: realizzazione impianto di trattamento olio di palma grezzo e impianto idrogeno (capacità produttiva fino a 560 mila tonnellate/anno) Occupazione: 180 persone (oltre 200 persone di indotto) Crisi Miglioramento Gela raffinazione qualità bio europea trasformazione reattori in unità Ecofining e realizzazione nuovo impianto produzione idrogeno da metano (entro giugno 2018); ECOFINING TM Bioraffineria realizzazione di impianto pre-trattamento biomasse (Biomass Scenario biofuels Technology Brevetto Eni n° MI2012A001465 – Sett 2012 Treatment Unit - BTU), con avvio a marzo 2019, per conseguire flessibilità su materie prime adeguamento logistica Venezia 1° fase Gela Venezia 2° fase Occupazione: 400 persone (inclusa logistica) Capacità produttiva 350 kt/a Capacità produttiva 720 kt/a Capacità produttiva 560 kt/a Avvio produttivo: 2014 Avvio produttivo: 2019 Completamento: 2020 EcofiningTM HVO Minori emissioni tecnologia Biodiesel di Eni Diesel + Minori consumi alta qualità Maggiori prestazioni 13 proprietaria
Circular Economy: Venice’s water boats use Eni Diesel + 14
La conversione di raffinerie tradizionali in green refineries determina una significativa riduzione delle emissioni di CO2 Uno studio effettuato dal Politecnico di Torino (LCA – Life Cycle Assessment) ha evidenziato che, nell’assetto attuale della raffineria di Venezia alimentata da olio di palma, l’HVO prodotto con il processo Ecofining determina una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 del 48% rispetto al diesel minerale Il contributo più rilevante all’impatto del ciclo di vita del Green Diesel è associato alla produzione dell’olio di Olio di palma palma raffinato (73%). Trasporti Trasporto (11%), processo Ecofining™ (10%) e idrogeno Idrogeno (6%) costituiscono gli altri contributi. Ecofining La progressiva sostituzione dell’olio di palma con materie prime maggiormente sostenibili farà diminuire ulteriormente le emissioni di CO2. Gli ultimi dati a consuntivo mostrano che la riduzione effettiva della CO2 emessa è superiore al 50% 15
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Scenario Normativo Europeo RED - Renewable Energy Directive (2009/28/EC): Incentiva e regolamenta la produzione di energia da fonti rinnovabili e obbliga gli Stati membri ad avere un contenuto energetico di almeno il 10% nei carburanti per trasporti al 2020. FQD - Fuel Quality Directive (2009/30/EC): Definisce le linee guida della qualità dei carburanti e introduce un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra dovute ai combustibili per trasporto (criteri di sostenibilità per i biocarburanti). Revisione della FQD e RED rilasciata nel 2015, cosiddetta ILUC DIRECTIVE • Limite massimo per biofuels da coltivazioni edibili 7% • Restante 3% deve derivare da alternative NON EDIBILI 17
Normativa RED II di prossimo recepimento l'obiettivo generale sulle energie rinnovabili nell'energy mix viene portato al 32% al 2030 con possibilità di revisione al rialzo nel 2023; viene introdotto un target minimo del 14% di energie rinnovabili nell’energy mix trasporti al 2030. La Commissione deve valutare questo obbligo nel 2023 e, se sussistono consistenti riduzioni di prezzo per le energie rinnovabili, rivedere tale target aumentandolo; La quota di biocarburanti prodotti a partire da materie prime in competizione con il mercato agroalimentare sarà progressivamente ridotta (con una traiettoria da definire) fino a zero nel 2030. Per contro crescerà progresivamente la quota di biocarburanti prodotti a partire da materie prime cosiddette «advanced» così come definite nell’Annex IX parte A della direttiva, fino al 3,5% nel 2030. Nel calcolo della percentuale di energie rinnovabili al denominatore è riportato il quantitativo, espresso in termini energetici, di tutti i carburanti utilizzati per i trasporti; al numeratore, sempre in termini energetici, la somma di: biocombustibili di 1°generazione, biocombustibili advanced (double counting), biocombustibili da cariche presenti in Annex IX parte B (UCO, Grassi animali, double counting), Energia Elettrica per trasporti (x 4), Recycled Carbon Fuel (a discrezione dello Stato Membro); sono considerati “recycled carbon fuels” i fuel liquidi o gassosi prodotti da rifiuti di origine non organica che non si possono riciclare; 18 gli Stati Membri possono decidere se includere nell’obiettivo di cui sopra i “recycled carbon fuels”
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Il percorso della transizione energetica delle bioraffinerie Eni 1° STEP Conversione raffineria di Venezia in Bioraffineria. (ieri) Materia prima: Olio di Palma 2° STEP Diversificazione materie prime: UCO, Grassi Animali, Scarti Agroindustria, (oggi) Paste Saponose, Brassica Carinata, PFAD, POME, … Avviati studi per: • utilizzo di rifiuti non riciclabili (Plasmix, CSS) per la produzione Prossimi STEP di H2 e metanolo; • sostituzione dell’olio di palma con feedstock non in competizione con food (materie prime advanced) 20
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Premessa: il mercato nazionale degli oli vegetali esausti Consumo nazionale: in Italia vengono ogni anno immessi al consumo (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) 1,4 Mton/a di olio vegetale. Tali volumi si sono mantenuti stabili negli ultimi anni o in lieve diminuzione, a causa delle mutate abitudini alimentari e dei miglioramenti delle tecniche industriali di utilizzo. Residuo: su questa quantità si stima un residuo non utilizzato, derivante essenzialmente dalla cottura (UCO – Used Cooking Oil), di circa il 20%, pari quindi a circa 280 Kton/a. Industria La provenienza è la seguente: domestico 14% 57% Provenienza Kton industria alimentare 40 ristorazione 80 settore domestico 160 TOTALE 280 ristorazio ne 29% 22
Premessa: il mercato nazionale degli oli vegetali esausti Obbligo di Industria e conferimento Raccolti circa ristorazione 25% del totale prodotto 70 Kton 120 kton CONOE* UCO 280 Kton Oggi quasi Domestico interamente 160 kton Nessun obbligo disperso di raccolta *CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti) 23
La Normativa sugli UCO Normativa europea Regolamento CE 1774/2002 che vieta l’impiego degli oli esausti nella alimentazione animale Direttiva CE 2008/98 sui rifiuti che privilegia la prevenzione e il recupero dei rifiuti Normativa nazionale Il Dlgs 22 del 5 febbraio 1997, confluito nel Dlgs 3 Aprile 2006 n 152, prescrive l’obbligo della raccolta, del recupero e del riciclaggio degli oli e grassi vegetali e animali esausti prodotti da attività professionali. I produttori di oli esausti possono adempiere alla norma direttamente o tramite il CONOE Vige quindi l’obbligo di conferimento: chiunque, in ragione della propria attività professionale, detiene oli e grassi vegetali e animali esausti è obbligato a conferirli al Consorzio (art. 233, co. 12, D. Lgs. n. 152/06). 24
Perché gli oli di frittura possono essere trasformati in gasolio L'utilizzo di oli vegetali nei motori diesel non è un'idea nuova. Rudolf Diesel iniziò lo sviluppo del motore diesel utilizzando olio di arachidi. Durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1900 la Otto Company presentò un piccolo motore capace di funzionare sia con gasolio che con olio vegetale o animale. Gli oli vegetali una volta idrogenati con il processo Eni Ecofining presentano una distribuzione idrocarburica centrata su molecole C16-C18, del tutto analoghe a quelle presenti in un taglio diesel fossile 25
Il Progetto OilàTM - Raccolta di Oli Vegetali Esausti nei siti Eni in Italia Perché recuperare gli oli di frittura ? Eliminare gli oli di frittura attraverso la rete fognaria può comportare gravi conseguenze ambientali: intasamento del sistema di scarico domestico e delle reti fognarie con incremento dei costi di manutenzione; Sovraccarica i depuratori, aumentandone i costi operativi; un litro di olio genera fino a 4 kg di fanghi di depurazione da smaltire; può giungere alle falde e rendere l’acqua non potabile; crea inquinamento delle acque superficiali (laghi, fiumi, mare) con danni all’ecosistema, alla flora e alla fauna. Se disperso in acqua forma un “velo” che impedisce ai raggi solari di penetrare causando ingenti danni all’ambiente. Inoltre si disperde l’alto contenuto energetico presente negli oli vegetali 26
Il Progetto OilàTM - Raccolta di Oli Vegetali Esausti nei siti Eni in Italia Installazione su ogni sito Eni in Italia di sistemi di raccolta degli oli vegetali esausti prodotti dalle famiglie dei dipendenti. Distribuita ad ogni dipendente una tanichetta nella quale potrà raccogliere l’olio alimentare esausto generato a livello familiare. L’olio raccolto viene inviato, dopo rigenerazione, alla bioraffineria di Venezia, ove viene trasformato in Green Diesel, Con il Green Diesel si produce Eni Diesel + che può essere utilizzato nei mezzi di raccolta e di trasporto pubblico locale e consente di ridurre le emissioni inquinanti. A regime si stima un recupero di oli esausti di c.a 100.000 litri/anno. 27
Il Progetto OilàTM - Raccolta di Oli Vegetali Esausti nei siti Eni in Italia Il Progetto Oilà prevede la stipula di accordi di «economia circolare» con i Comuni e le aziende che curano la raccolta e il trattamento dei rifiuti. Ad oggi già sottoscritti accordi con: • Comune di Torino, GTT e AMIAT (Gruppo IREN) • Comune di Venezia, ACTV, Veritas • AMA Roma • Hera Bologna • Città del Vaticano Ad oggi Eni acquista per la Bioraffineria di Venezia oltre il 50% degli UCO raccolti in Italia. 28
La raccolta fa notizia… 29
…anche all’estero 30
…e sui social 31
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Economia Circolare in Eni R&M: Waste to fuels Rifiuti come risorsa energetica Liquefazione idrotermale Bi-olio pro marina FORSU: scarti alimentari Biomasse e scarti agricoli Digestione anaerobica / Biometano per mobilità purificazione CH4 Plastiche non (da utilizzare nei Processi di riciclabili e CSS * Idrogeno raffinazione e nella mobilità) Metanolo (componente Benzine) *CSS: combustibile solido secondario Impianto dimostrativo FORSU a Gela. In corso studi per produzione idrogeno o metanolo dalle plastiche non riciclabili e/o rifiuti solidi urbani e per produzione biometano per le stazioni di servizio Eni. 33
Progetti waste to fuel Progetti focalizzati sul recupero a fini energetici di rifiuti non riciclabili, quali il CSS (Combustibile Solido Secondario) e le plastiche di scarto, attualmente destinate a distruzione termica o in discarica, per la produzione di fuel advanced Il ciclo della plastica Emissioni nocive 34
Progetti waste to fuel Progetti focalizzati sul recupero a fini energetici di rifiuti non riciclabili, quali il CSS (Combustibile Solido Secondario) e le plastiche di scarto, attualmente destinate a distruzione termica o in discarica, per la produzione di fuel advanced Il ciclo della plastica Gas di sintesi (H2, Metanolo, etc) Nessuna emissione nociva in atmosfera Materiali inerti 35
Il Progetto Produzione H2 da Rifiuti Il progetto, attualmente in fase di valutazione tecnico-economica, prevede la produzione di CSS idrogeno a partire da rifiuti quali le plastiche non riciclabili (Plasmix) e il CSS (Combustibile Solido Secondario). Il processo utilizzato è la Gassificazione ad Alta Temperatura, che assicura la completa decomposizione della materia prima senza emissione di diossine o altre sostanze nocive. I materiali non combusti sono trasformati in inerti e possono essere utilizzati in edilizia. Il bilancio complessivo della CO2 è Plasmix ampiamente favorevole. 36
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Progetto Dimostrativo Produzione di Olio vegetale Sostenibile per le bioraffinerie Eni a partire da colture in aree predesertiche del Nord Africa Direttiva RED II: riduzione di materie prime in conflitto con il food; sviluppo ed utilizzo cariche advanced e renewable. Progressiva sostituzione olio di palma nelle bioraffinerie Eni. L’olio ottenuto può rappresentare una possibile alternativa all’olio di palma perché: Non è edibile. È coltivabile su terreni predesertici incolti e non utilizzabili per colture edibili, di cui c’è enorme disponibilità in tutta l’area del Maghreb. La coltivazione su terreni predesertici rappresenta un valido contrasto alla desertificazione dei suoli. È una pianta autoctona che cresce in ambienti caldo-aridi. È quindi idonea alla coltivazione in tali aree. Ha limitata necessità di acqua. E’ irrigabile anche con acque reflue non potabili. La qualità dell’olio che si estrae è compatibile con la tecnologia Ecofining e potrebbe essere lavorato nella bioraffineria di Gela, a pochi chilometri dalle coste Nordafricane. 38
Progetto Dimostrativo Produzione di Olio vegetale Sostenibile per le bioraffinerie Eni a partire da colture in aree predesertiche del Nord Africa 39
Conclusioni Il forte impegno di Eni nelle attività di R&D e gli ingenti investimenti mirati al miglioramento della qualità e della sostenibilità della produzione consentono ad Eni di mantenere alto il livello di competitività dei propri asset industriali e, nel contempo, danno un contributo immediato e tangibile alla riduzione delle emissioni. In particolare la Green Refining rappresenta un modello vincente di economia circolare, poiché permette di utilizzare materie prime provenienti da scarti e rifiuti prodotti localmente. Costituisce inoltre un singolare esempio di sostenibilità integrata: Ambientale: per la produzione di carburanti bio da materie prime rinnovabili, con innesco di buone economie circolari; Sociale: per la salvaguardia dell’assetto industriale e quindi dei posti di lavoro. Si è riusciti a ridurre la capacità di raffinazione tradizionale senza perdere il know-how tecnico e scientifico, mantenendo in vita il tessuto industriale del settore della raffinazione. Tecnologica: è il risultato del continuo impegno di Eni nella ricerca e sviluppo tecnologico, che ha generato una importante innovazione di processo (prima conversione al mondo di una raffineria convenzionale in una Bioraffineria, mediante la tecnologia proprietaria EcofiningTM). Economica: investire in attività innovative e maggiormente sostenibili può rappresentare un business economicamente redditizio. 40
“The fact that fat oils from vegetable sources can be used may seem insignificant to-day, but such oils may perhaps become in course of time of the same importance as some natural mineral oils and the tar products are now.” (Rudolph Diesel, The Diesel oil-engine. Engineering, 93, 395-406 (1912). Chem. Abstr., 6, 1984 (1912). Grazie dell’attenzione giovanni.biscardi@eni.com 41
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