Barbera: "Non è messo in discussione il diritto di trasferirsi di Tco" - Messaggero Marittimo

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Barbera: "Non è messo in discussione il diritto di trasferirsi di Tco" - Messaggero Marittimo
15 Febbraio 2020 -

Barbera: “Non è messo in discussione
il diritto di trasferirsi di Tco”

LIVORNO – Federico Barbera, presidente Assimprese e Fise Uniport, ribadisce,
nell’anteprima della trasmissione Fronte del porto, che Livorno terminal
toscano (Ltt) è pronto a subentrare se ci fossero ripensamenti o impedimenti
da parte di Terminal calata Orlando (Tco), ma che il diritto di trasferirsi
di Tco non è messo in discussione.

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Fronte del porto andrà in onda stasera alle 19.50 su Granducato Tv, canale 14
del digitale terrestre, condotto da Silvia Meccheri.

Gara dei bacini Livorno e
trasferimento Tco?

LIVORNO – Federico Barbera presidente Assimprese e Barbara Bonciani,

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assessore al porto del Comune di Livorno rispondono alle domande di Silvia
Meccheri sulla gara dei bacini del porto di Livorno e il trasferimento del
Tco, Terminal calata Orlando.
Quale è la posizione del comune?
Quando verranno spostate le rinfuse?

L’intervista completa andrà in onda giovedi 10 Ottobre alle 19.55 su
Granducato Tv, canale 14 del digitale terrestre, all’interno della
trasmissione Fronte del porto, visibile in diretta sulla Live Tv.

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Terminal Lorenzini e Tdt: una diatriba
che raffiora

LIVORNO – La querelle che oppone il terminal Lorenzini al terminal darsena
Toscana (Tdt), titolari rispettivamente di una concessione per svolgere
attività multipourpose e di una concessione per movimentare contenitori nel
porto di Livorno, risale ormai ad almeno una decina di anni fa, più di due
lustri durante i quali la questione dirimente posta dal Tdt è stata se
l’impianto di Lorenzini potesse movimentare contenitori a volontà o meno
senza venir meno alla mens della sua concessione per le merci varie.

Nel tempo si sono alternati periodi in cui la diatriba è rimasta sopita e
altri in cui è affiorata dalla cenere e, talvolta, divampata, il tutto,
sostiene qualcuno, senza che l’Authority – regole alla mano – abbia mai
trovato né, tanto meno, imposto alcuna soluzione.
In questi giorni, in cui l’Autorità di Sistema, retta interinalmente da un
commissario straordinario si trova in condizioni di particolare debolezza, il
caso sembra essere riesploso in tutta la sua virulenza e con tutte le
difficoltà di soluzione dovute anche agli investimenti nel frattempo profusi
e alle assunzioni poste in essere da una delle due società.

La nostra testata, palestra di opinioni e di idee sempre e da sempre aperta a
tutte le campane, ospita oggi un’interessante analisi di Federico Barbera
(auspicando che non rimanga isolata), personaggio di riconosciuta competenza
ed onestà intellettuale, sulla scena della portualità labronica e nazionale
fin da quando dismise i calzoni corti, con alle spalle un cursus maturato
pressoché completamente nell’universo dell’imprenditoria marittima e
portuale, iniziato come responsabile operativo di Italcontainer, maturato poi
in veste di direttore generale del terminal Calata Orlando (Tco), la prima
realtà privatizzata a Livorno in attuazione della legge 84/94, come
presidente di Fise Uniport dal 2001, come presidente dell’Interporto toscano
Amerigo Vespucci e oggi amministratore unico della società di scopo Livorno
terminal toscano srl.

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Concessione in darsena Toscana al Tco

LIVORNO – Con il tono posato che lo caratterizza, Federico Barbera,
amministratore unico del Livorno terminal toscano, ci ha trasmesso alcune
righe sugli apprezzamenti fatti circolare dall’AdSp riguardo alla sentenza
con cui la giustizia amministrativa ha respinto il ricorso con cui la Livorno
terminal toscano (Ltt) si era opposto al rilascio della concessione in radice
della darsena Toscana al Terminal calata Orlando (Tco) con cui era in
concorrenza.

In sostanza, fra le molte altre e non secondarie considerazioni, Barbera si
sofferma acutamente sul tentativo (quanto destro non sta a noi giudicare)
dell’Authority di presentare il verosimile tanto abilmente da farlo sembrare
vero. Un’emulazione mal riuscita e, magari, involontaria dei due antichi
campioni della sofistica, Protagora e Gorgia? Leggendo bene la nota di

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Barbera potrebbe sembrare di sì. Ecco il testo.

“L’ufficio legale dell’AdSp, anch’esso retto ad interim dal segretario
generale Massimo Provinciali che credevamo in ben altre faccende
affaccendato, nella sua nota cerca di dare risposte verosimilmente credibili,
estrapolando a proprio uso e vantaggio frasi della sentenza del Tar che ci
riguarda e roboanti riferimenti a dettami di legge malamente applicati.

La sentenza a noi avversa si basa, sbagliando, praticamente sulla
considerazione che l’organo giudicante fa sul merito del ricorso: il
ricorrente (Ltt) non ha mostrato come una procedura diversa avrebbe potuto
favorire la scelta a proprio vantaggio rispetto a Tco. In realtà le
motivazioni erano ben chiare per gli addetti ai lavori ma, sicuramente, non
compiutamente illustrate ai giudici.

Ribadiamo quindi, continua la nota di Barbera, che abbiamo rinunciato a
ricorrere al Consiglio di Stato per nostra decisione e non per mancanza di
argomenti a supporto delle nostre teorie.
Stupisce poi la dichiarazione che Provinciali fa della non censura da parte
dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e, tanto per
essere chiari, usiamo le parole esatte dell’Antitrust, nel provvedimento
AS1457, Bollettino N. 49 del 27 Dicembre 2017, negando così anche l’evidenza:

‘Alla luce di tali precedenti, deve ritenersi che, in applicazione dei
principi comunitari e costituzionali di parità di trattamento, non
discriminazione, imparzialità, proporzionalità e trasparenza, in tutte le
ipotesi di concorso di domande di concessione – indipendentemente dalla
circostanza per cui il provvedimento di rilascio abbia avuto inizio ad
istanza di parte o d’ufficio – sia auspicabile che la selezione fra i
candidati potenziali, ai sensi dell’art. 37 del Codice della navigazione,
venga preceduta dalla formulazione e pubblicazione dei criteri di valutazione
delle offerte da parte dell’Autorità preposta’.

E continua: ‘l’Autorità (Antitrust) auspica che le osservazioni sopra svolte
possano essere tenute in considerazione da parte dell’AdSp del mar Tirreno
settentrionale, in relazione alla istruttoria in corso per la concessione
dell’area demaniale marittima all’interno del porto di Livorno, denominata
Sponda Est della darsena Toscana, e DA PARTE DI TUTTE LE ALTRE AUTORITA’ DI
SISTEMA, DESTINATARIE PER CONOSCENZA DEL PRESENTE PARERE’.

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Ma il Garante non si limita a questo ed aggiunge che:
‘invita l’Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno settentrionale a
comunicare, entro un termine di 45 giorni dalla ricezione del presente
parere, le determinazioni assunte con riguardo alle criticità concorrenziali
evidenziate’.

Chiaro quindi che Ltt si sia sentita e continui a sentirsi lesa nei propri
diritti essendo stata sottoposta ad una procedura che ha portato
all’assunzione di valutazioni giudicate inficiate o inquinate da criticità
concorrenziali dal Garante per la concorrenza e la trasparenza.

Il segretario generale, conclude Barbera, è molto attento alla
verosimiglianza degli atti e ci sembra di essere alla ricerca di un pubblico
riconoscimento della sua abilità in questo particolare cimento: non ci costa
niente riconoscerne la bravura.
Da questo però pretendere che si desuma che gli atti verosimili siano anche
palesemente ed inderogabilmente trasparenti ed apprezzabili, ce ne corre”.

In verità l’arte di far prevalere il verisimile sul vero è assai antica e
oggi finisce spesso per esprimersi in temerarie arrampicate sugli specchi,
ma, nelle sue espressioni più illustri, ci riporta al Fedro di Platone, dove
Tisia e Gorgia disputano sostenendo che il verosimile (specialmente se ben
presentato) è più pregevole del vero. L’arte fu ripresa anche dai
frequentatori dell’accademia neoplatonica fiorentina, di Marsilio Ficino, ma
solo come puro e nobile esercizio retorico, ben lontano dalle temerarie
arrampicate sugli specchi che siamo ormai abituati ad ascoltare o a leggere.

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LTT rinuncia alla sponda Est della
Darsena Toscana

LIVORNO – Federico Barbera, amministratore unico di Livorno Terminal Toscano
srl (Ltt) attraverso un comunicato diffuso spiega la decisione di non fare
appello alla sentenza sull’assegnazione della concessione dell’area demaniale
del porto di Livorno, soprattutto per l’attuale situazione di difficoltà del
sistema portuale stesso.

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“Livorno Terminal Toscano srl -si legge nel comunicato- preso atto della
situazione di gravissima difficoltà in cui versa il sistema portuale
livornese per le note vicende ampiamente riportate dagli organi di stampa, ha
ritenuto di non dover interporre appello presso il Consiglio di Stato avverso
alla sentenza del Tribunale amministrativo della Toscana che l’ha vista
soccombente in giudizio per l’assegnazione della concessione dell’area
demaniale destinata dal Prp allo svolgimento di attività terminalistiche per
le merci alla rinfusa nel porto di Livorno.

Conferma comunque -continua Barbera- il proprio convincimento di aver visto
leso il diritto ad una trasparente ed equanime valutazione in assenza di
preventiva dichiarazione dei criteri di giudizio dei piani industriali
proposti dai partecipanti alla gara di comparazione, cosa peraltro confermata
dal parere della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha
inteso censurare il comportamento dell’AdSp di Livorno e Piombino, con parere
del 24.11.2017.

Ltt esprime soddisfazione per aver avviato a livello nazionale la discussione
sulla ineludibile necessità di avere regolamenti coerenti con le normative
nazionali ed europee per l’assentimento delle concessioni. È infatti
indispensabile che si regolino, limitino e definiscano le discrezionalità
dell’Authority competente.

Il recepimento della maggior parte delle doglianze fin qui manifestate da Ltt
e riportate nel progetto di regolamento proposto dall’AdSp del mar Tirreno
settentrionale, mostrano quanto esse fossero puntuali appropriate e
condivisibili.

Ltt, comunque, intende facilitare la conclusione di un rapidissimo
trasferimento delle attività di Tco dalla attuale posizione alla Sponda Est,
ponendo così la stura anche alla gara per la privatizzazione della Porto 2000
che nella permanenza dei traffici delle rinfuse alla Calata Orlando vede
impedita la conclusione.

L’amara morale della vicenda che ha riguardato Ltt -continua l’amministratore
unico della società- e l’istanza di concessione è la conferma che i tempi
della burocrazia e quelli di realizzazione di progetti industriali, anche
importanti e di sicuro futuro respiro, sono incompatibili tra loro e con i
più elementari principi ispiratori della libertà di impresa e della libera
concorrenza.

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Basti pensare che tra la conclusione della procedura di comparazione avvenuta
il 5 Giugno del 2017, e la delibera del Comitato di Gestione dell’11 Novembre
2017 sono intercorsi ben 149 giorni, senza alcuna ragione ne tantomeno
attività, almeno per quanto consta alla scrivente.

Malgrado tutto -conclude Barbera- comunque in presenza di regole certe e
trasparenti, secondo la comune accezione dei termini, e della rimozione della
incomprensibile posizione del Segretario generale che lo ha visto
personificare, da solo, i ruoli di estensore della gara come Segretario
generale, di Responsabile unico del procedimento, di f.f. Dirigente
responsabile del demanio, di f.f. Dirigente responsabile del lavoro portuale
e di Garante della trasparenza ed anti corruzione, ricoprendo così ben 5
delle 6 posizioni previste, Ltt non esclude di potersi in futuro interessare
a nuovi progetti industriali.”

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Il Tco potrà trasferirsi sulla sponda
Est della darsena Toscana

LIVORNO – ”Ero più che tranquillo” è stato questo il solo, stringatissimo
commento che siamo riusciti a strappare dalle labbra di Roberto Alberti,
titolare del Terminal Calata Orando (Tco), quando gli è stato chiesto di
esprimersi sul contenuto della sentenza n. 1475/2018 con cui il Tribunale
amministrativo regionale per la Toscana ha rigettato, nei giorni scorsi, il
ricorso che la società “Ltt” (Livorno terminal toscano) aveva proposto in
opposizione alla scelta dell’AdSp di assegnare al Tco 180 metri di banchina
(di fatto 150 per la sottrazione di 30 metri di zona di rispetto) con un

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fondale di 12 metri, adatto per l’accesso di navi fino a 25 mila tonnellate
in radice delle sponda Est della darsena Toscana nel porto di Livorno.

E’ facilmente prevedibile che della sentenza pubblicata Lunedì 12 Novembre
dai giudici fiorentini si continuerà a parlare ancora per un bel po’ visto
che l’amministratore unico della Ltt, Federico Barbera, sembra intenzionato a
non arrendersi e ad impugnarla di fronte al Consiglio di Stato.
Intanto, però, il terminal Calata Orlando prosegue speditamente nelle
impegnative operazioni di trasferimento verso il nuovo sito ottenuto in
concessione, un passaggio che, fra l’altro, è essenziale, non soltanto per
mandare a posto alcuni tasselli importanti del nuovo piano regolatore
portuale, ma anche per liberare gli spazi occupati attualmente dal Tco,
assegnati, sulla carta, ai vincitori della gara per la Porto di Livorno 2000.

Lo spostamento nella nuova sede, infatti costituisce la tessera di un
articolato mosaico che, oltre a lasciare la calata Orlando disponibile per il
fiorente traffico delle navi da crociera, amplierà anche le potenzialità e
l’offerta dello scalo marittimo livornese, specialmente, ma non
esclusivamente, per quanto riguarda il movimento delle merci secche alla
rinfusa.
«In questi mesi – spiega Alberti – non siamo stati certo con le mani in mano,
non avevamo dubbi sulle nostre buone ragioni e abbiamo lavorato come se per
noi non esistesse alcun giudizio pendente mandando avanti tutti gli
adempimenti per trasferire il terminal alla radice della sponda Est della
darsena Toscana. Abbiamo già concluso la gara per gli interventi di
demolizione e di adeguamento dell’area, appaltati alla ditta Abate, e abbiamo
predisposto tutta la pianificazione necessaria per far prendere al più presto
corpo e forma alla nuova sede del terminal. Rimane in ballo soltanto la
definizione di alcune pratiche amministrative con l’AdSp che dovrebbero
perfezionarsi entro l’anno in corso».

Alberti, quando ritiene che potrà avvenire il trasferimento vero e proprio
del Tco alla sponda Est?
«Guardi, consideriamo che non si tratta di allestire una botteguccia, ma di
compiere un’operazione complessa che prevede lo spostamento di grandi
impianti e attrezzature fisse di banchina, in ogni caso, direi che potremmo
farcela entro la Primavera del 2019 o, al massimo, nell’Estate.
In questo frattempo, in vista della nuova sistemazione, abbiamo sottoposto a
revamping tutte le nostre macchine da sollevamento e movimento materiali, a

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cominciare dalle più grandi, e, non essendo mai venuta meno in noi la
certezza di insediarci sulla nuova concessione, abbiamo iniziato ad investire
nel rinnovamento sistematico degli impianti. Per cominciare ci siamo dotati
di due ruspe e due benne in più».

All’inizio di quest’anno, per il trasferimento del terminal, lei preventivò
un costo di circa cinque milioni. Pensa di starci dentro o ha ragione di
prevedere un lievitare della spesa prevista?
«Non sono solito sottovalutare le situazioni e non amo avere sorprese,
specialmente quando si tratta di milioni. Ci sono da costruire gli uffici, le
officine per i mezzi, e una serie di servizi diversi, ma, nel complesso,
perso di poter dire che non sforeremo il budget previsto, anzi, a dirla
tutta, la spesa complessiva potrebbe risultare inferiore alle previsioni,
poi, per quanto riguarda – ad esempio – l’acquisto di nuovi mezzi di banchina
e di macchinari operativi, trattandosi di attrezzature che avvertono
abbastanza l’andamento del mercato…., vedremo».

Nell’attuale contesto congiunturale capita di ascoltare diverse lamentele,
come sta andando l’attività del Tco?
«Se fossi superstizioso cercherei subito di stringere apotropaicamente
qualcosa di acciaio per allontanare il malocchio. Scherzi a parte, per quanto
riguarda la nostra attività e le specialità merceologiche con cui lavoriamo
devo dire che non dobbiamo e non possiamo lamentarci, visto che ci stiamo
avviando a chiudere l’anno con un buon 15% di incremento, un risultato che,
con questi chiari di luna, mi sbilancerei a definire soddisfacente».

Mesi fa prospettò la necessità assoluta di avere sul “nuovo” terminal
efficienti collegamenti ferroviari, indispensabili per operare al meglio e
per acquisire nuovi settori di mercato.
«Lo confermo. Sul punto le nostre idee sono abbastanza chiare; la linea
ferrata fa parte di un progetto più generale e dovremo raccordarci con la
progettazione dell’Authority che prevede binari di raccordo fra i diversi
operatori sull’intera area».

Lei è il presidente dell’Associazione fra le imprese di spedizione italiane
(Fedespedi), sappiamo che a fine anno concluderà il suo primo mandato. Ce ne
sarà un secondo?
«Penso proprio di no, non ho intenzione di riproporre una mia candidatura,
l’impegno è stato totale ed incondizionato, ma è arrivato il momento di
passare la mano. Presto stabiliremo la data per l’elezione di chi mi

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15 Febbraio 2020 -

succederà, il che sarà quasi certamente in Gennaio e poi sarò uno dei tanti
presidenti emeriti o, come si dice oggi, past president».

Ha dei rimpianti?
«No, tutt’altro. Al di là delle capacità e dei risultati – che non sta a me
giudicare – posso dire che è stato un periodo bellissimo, ricco di esperienze
umane e professionali spesso uniche che porterò sempre con me, ma è giusto
che tutto questo ora tocchi ad altri. Un mandato è anche troppo e, come ogni
incarico svolto seriamente, è stato punteggiato da soddisfazioni e da qualche
delusione.
Certo, non sono riuscito a cambiare il corso degli eventi, come è normale che
sia e come il mio modo di prendere sul serio tutto quello che faccio mi aveva
fatto sperare.
La politica continua ad essere sorda e cieca di fronte alle esigenze del
mondo imprenditoriale produttivo che poi, in fondo, chiede soltanto è un po’
di semplificazione burocratica, un po’ più di trasparenza e, sopra tutto, più
coerenza verso le infrastrutture. Quelle avviate dovrebbero essere completate
senza continuare a procedere facendo un passo avanti e tre indietro. Non è
possibile rimettere sempre tutto in discussione, anche quello che è già
finanziato e avviato. Non è una bella immagine che diamo al mondo».

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15 Febbraio 2020 -

Livorno e Piombino non devono andare
in concorrenza

Intervista a Federico Barbera presidente di Fise Uniport

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15 Febbraio 2020 -

Contenzioso Ltt-Tco sarà discusso al
Tar il 31 Ottobre

LIVORNO – Sarà discusso nel merito in udienza pubblica il prossimo 31 Ottobre
al Tar di Firenze il voluminoso ricorso rubricato sotto il titolo: ”

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15 Febbraio 2020 -

Assegnazione concessione demaniale marittima per la realizzazione e gestione
di un terminal multipurpose (il refuso è testuale) per rinfuse solide
convenzionali in attuazione delle previsioni del piano regolatore portuale –
Autorizzazione alla locazione di aree patrimoniali – delibera del comitato di
gestione dell’AdSp del mar Tirreno settentrionale n. 11 in data 16. 11.
2017”, che la società Livorno terminal marittimo (Ltt) ha depositato il 21
Marzo scorso alla seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale per
la Toscana.

Materia e oggetto della disputa è principalmente l’assentimento in
concessione di aree portuali consistenti in 180 metri di banchina (di fatto
150 per la sottrazione di una trentina di metri di zona di rispetto), con un
fondale di 13 metri, adatto per l’accesso di navi fino a 25 mila tonnellate,
che la Ltt contende alla società Terminal calata Orlando (Tco).

La questione, non propriamente delle più semplici, potrebbe, per taluni
aspetti ed implicazioni, appartenere alla categoria spesso catalogata come
“di lana caprina”, anche a motivo del fatto che il contenzioso fra i due
terminalisti sta tenendo ormai da gran tempo singolarmente congelato anche
l’iter della così detta privatizzazione della Porto di Livorno 2000 che, per
adesso, sta continuando a trascinarsi protetta soltanto dalla foglia di fico,
ormai logora, di una aggiudicazione provvisoria inusitatamente prolungata
(oltre un anno) mentre, nella apparente indifferenza generale, i responsabili
istituzionali vanno assicurando di mese in mese che “entro un mese” il
procedimento verrà compiuto.

Ricordiamo che, a parte tale “trascurabile” particolare, le contestazioni
mosse dai legali della Ltt all’Amministrazione portuale livornese,
corroborate da una doviziosa messe di richiami a sentenze e pronunciamenti di
vari Tribunali amministrativi regionali e del Consiglio di Stato, si
sviluppano in sei articolatissimi motivi di contestazione che investono in
primis la stessa delibera con cui il Comitato di gestione ha attributo la
concessione alla Tco, poi la relazione istruttoria della Direzione del
demanio dell’Authority livornese, il parere espresso dalla Commissione
tecnica di valutazione, passando per la confutazione dell’atto di concessione
e dell’autorizzazione a svolgere operazioni portuali rilasciati alla Tco, per
concludere con le obiezioni mosse al Regolamento d’uso delle aree demaniali
marittime, specialmente nella parte in cui questo non garantirebbe il
rispetto dei principi nazionali e comunitari della evidenza pubblica e delle

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15 Febbraio 2020 -

condizioni di effettivo ed obiettivo confronto a cui – scrivono gli avvocati
della parte attrice – l’AdSp dovrebbe sempre conformarsi al momento di
esaminare comparativamente due istanze concorrenti.

Senza usare alcuna sermonis laevitas, gli avvocati della Ltt contestano
all’Authority una carente ed approssimativa lettura degli atti e lanciano
accuse tutt’altro che velate di inconsistenza, irragionevolezza e
arbitrarietà nella valutazione comparativa delle istanze concorrenti, il
tutto condito con precise confutazioni circa la (ipotizzata) mancanza di una
preventiva indicazione dei criteri di valutazione, in difformità anche dagli
indirizzi comunitari in subiecta materia.

Sempre secondo la parte ricorrente, che contesta documentatamente anche la
maggior convenienza e concorrenzialità delle tariffe praticate dalla
controparte, risulterebbe difficile giustificare come il maggior valore del
piano di investimenti della Ltt unitamente alla manifesta superiorità dei
mezzi e di altri fattori ed elementi determinanti, non sia stata ritenuta
prevalente in sede di comparazione.

Intanto, nell’attesa dell’udienza di merito (la discussione cautelare sembra
sia stata rinviata), sugli scaffali di via Cavour n. 40 a Firenze sarebbero
già stati depositati sette documenti da parte del ricorrente, nove dalla
parte resistente (Tco) mentre la parte contro interessata, costituitasi il 22
Marzo 2018, ha presentato una memoria e alcuni documenti il successivo 3
Aprile.

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Prossimo il trasferimento del «Tco» in
darsena Toscana

LIVORNO – Superato ormai da qualche tempo lo stallo determinato dalla
presenza di una domanda presentata in concorrenza per l’assegnazione di spazi
portuali in radice della sponda Est della darsena Toscana, la società
Terminal calata Orlando (Tco, 55% Terminal Rinfusi Mediterraneo, 25% Minerali
industriali, 20% Cis), facente capo a Roberto Alberti, fra l’altro attuale
presidente dell’associazione fra gli spedizionieri italiani (Fedespedi), si
trova impegnata nella non proprio semplicissima attuazione del trasferimento
operativo dall’attuale sito sulla calata Orlando alla nuova concessione
consistente in 180 metri di banchina (di fatto 150 per la sottrazione di 30
metri di zona di rispetto) con un fondale di 12 metri, adatto per l’accesso
di navi fino a 25 mila tonnellate.

Approfittando della cortese disponibilità di Alberti, abbiamo cercato di

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inquadrare meglio l’operazione che, in concreto, con l’operatività del
terminal, amplierà anche le potenzialità e l’offerta dello scalo marittimo
livornese, specialmente, ma non esclusivamente, riguardo al movimento delle
merci secche alla rinfusa lasciando nel contempo la calata Orlando
disponibile per il fiorente traffico delle navi da crociera.

Dottor Alberti, la concessione che vi preparate ad occupare risponde
adeguatamente alle esigenze del Tco?, Quanto tempo richiederà il
trasferimento completo degli impianti e degli uffici sulle nuove aree?

«Beh, certamente la nuova sistemazione, soprattutto per la profondità a -13
metri ci darà l’opportunità di guardare anche ad altre categorie
merceologiche mentre ad una estensione della banchina, tutto sommato modesta,
cercheremo di rimediare con una più razionale organizzazione del lavoro e con
l’acquisizione di mezzi meccanici più performanti che ci consentiranno di
ridurre sensibilmente i tempi di carico e scarico, poi, in caso di necessità
chiederemo l’uso della banchina adiacente. Quanto ai tempi occorrenti per il
trasferimento completo del Tco, devo precisare che rientra nell’interesse di
tutti, in primis della nostra società e dell’Autorità portuale di sistema, si
tratta, comunque, di un’operazione che, con il massimo della buona volontà,
ritengo non possa richiedere meno di un anno.
Dovremo anche superare una serie di problemi non secondari, come quello della
collocazione del varco doganale che è previsto in corrispondenza dell’accesso
attuale. Stiamo valutando ogni questione in perfetta sintonia con tutti gli
enti e i soggetti interessati, a cominciare dalla Dogana stessa e
dall’Authority. La macchina è in movimento e sta procedendo regolarmente».

Quanto costerà il trasferimento?

«E’ difficile essere precisi, ma diciamo pure che l’impegno economico sarà
sostanzioso, intorno ai cinque milioni. Consistenti saranno gli investimenti
per il rinnovo e l’adeguamento del nostro parco mezzi, di molti dei quali
abbiamo già avviato la sostituzione. Le macchine più datate verranno
rimpiazzate da altre nuove destinate al movimento terra, le altre ancora
valide saranno sottoposte ad un completo ricondizionamento ed abbiamo
programmato anche l’acquisto di una gru più potente di quella attualmente in
servizio, inoltre ci doteremo anche di una nuova tramoggia ecologica. Per i
lavori di piazzale abbiamo già iniziato la sostituzione acquistando due nuove
motopale, un mezzo cingolato e un fork lift. Come ho detto, il nostro intento
è quello di aumentare e, magari, raddoppiare la velocità di lavoro e la

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15 Febbraio 2020 -

produttività in modo da contrarre al massimo i tempi di sosta delle navi.
Insomma – come si dice – faremo di necessità virtù, così dimezzare il tempo
di lavoro sarà un po’ come raddoppiare la lunghezza della banchina».

Poco fa ha accennato ad altre categorie merceologiche. Può essere più
preciso?

«Ciò che posso dire è che siamo abbastanza fiduciosi di acquisire nuovi
traffici. Il nostro terminal avrà presto tutte le caratteristiche e le
potenzialità per poter movimentare praticamente ogni tipo di merce, guardiamo
con fondato interesse all’impiantistica e alle merci varie, vorrei dire che,
una volta sistemato il terminal e a pieno regime, non avremo ragione di porre
dei limiti alle potenzialità del Tco».

Giorni fa, riferendo di una flessione di 600 mila tonnellate registrata nello
scorso anno, Lei ha spiegato trattarsi di una “contrazione dovuta a problemi
contingenti che saranno risolti nel 2018”. Che cosa intendeva?

«Semplicemente che il fenomeno lievemente negativo è dovuto al fatto che un
importante cliente ha dovuto sospendere l’attività per alcuni mesi per motivi
di manutenzione e al momentaneo dirottamento verso uno scalo diverso di
quantitativi di biomasse che, comunque, rientreranno a Livorno attraverso
nuove commesse. Ciò che davvero conta è che adesso il terminal è sano e che
anche con quantitativi minori riesce a chiudere i conti in attivo».

Lei ha anche ribadito la necessità assoluta di poter disporre di nuovi fasci
ferroviari, indispensabili per acquisire “nuove fette di mercato”.

«Quello del collegamento ferroviario è un problema che ci sta molto a cuore.
Proprio in questi giorni, di concerto con l’Authority e con Rete ferroviaria
italiana (Rfi), stiamo studiando come allacciare nel miglior modo possibile i
nostri impianti con la rete portuale».

Dottor Alberti, all’impegno di presidente e amministratore delegato della Cis
spa, Lei associa, dalla fine del 2015, quello di presidente della Fedespedi.
Fino a quando? Intende ricandidarsi?

«Il mio mandato come presidente di Fedespedi scadrà alla fine dell’anno in
corso ed è rinnovabile, circostanza su cui dovrò riflettere seriamente dato
che questo impegno è andato ben oltre a quanto avrei potuto immaginare.

      https://www.messaggeromarittimo.it/tag/tco/ | 15 Febbraio 2020 -
15 Febbraio 2020 -

Comunque se mi sarà chiesto ci penserò».

Si parla ancora del divario nei tempi di sdoganamento tra Italia e porti del
Nord Europa. Qual è la vostra posizione?

«Guardi qua – mi dice, mostrandomi un articolo pubblicato sul massimo
quotidiano economico finanziario nazionale – si dice che un container a
Rotterdam viene sdoganato in un massimo di quarantott’ore mentre in Italia,
se tutto va bene, l’operazione richiede anche tre o quattro giorni, che
possono salire fino a dieci in periodi particolari come Dicembre, Agosto….
Il problema è complesso. In realtà, in Italia la maggior parte delle merci è
sdoganata in pochi minuti. Tutt’altra storia è uando si parla di merce da
sottoporre al controllo dei vari enti (Sanità, Veterinario, Fitopatologo,
etc.). Mi preme premettere che il livello di informatizzazione del sistema
doganale italiano è avanzatissimo, probabilmente il migliore in Europa. Ciò
non di meno restiamo legati a un sistema e a una metodologia di controllo su
tutte le merci che ci penalizza enormemente e rischia davvero di mettere
fuori mercato, non soltanto le imprese di spedizioni, ma interi settori
produttivi legati ai traffici internazionali.
I problemi sono diversi. Dalle procedure farraginose della nostra burocrazia
al fatto che le procedure doganali e di controllo, nonostante si parli di
Unione Europea, non sono uniformi nei vari Paesi.
Va anche detto che non tutti gli uffici sono uguali e sarei ingeneroso se non
riconoscessi a molti funzionari il massimo impegno verso l’efficienza, ma il
problema non si risolverà se non si perverrà ad una sostanziale
armonizzazione dei sistemi doganali e dei controlli a livello europeo».

Insomma, per comprendere meglio, abbiamo troppi controlli? Sono i nostri enti
che esagerano?

«No, niente di tutto questo, per carità. I controlli sono necessari, anzi,
indispensabili e sacrosanti, ma l’Italia dovrebbe agire per imporre anche
agli altri di seguire le nostre stesse procedure.
L’attuale situazione di disparità procedurale ci pone in condizione di
svantaggio veramente insostenibile.
Per capire vorrei fare l’esempio di alcuni prodotti alimentari che scelgono
la strada di porti nordeuropei perché le verifiche e, quindi, i tempi sono
inferiori. Il risultato è che, dopo essere stati penalizzati commercialmente,
ci troviamo comunque a consumare prodotti controllati da altri con i loro
protocolli».

      https://www.messaggeromarittimo.it/tag/tco/ | 15 Febbraio 2020 -
15 Febbraio 2020 -

Ma il nostro sistema doganale è comunque valido?

«Per diversi aspetti è molto efficiente, ma oltre alle cose già dette, molto
rimane da fare, ad esempio nell’applicazione delle sanzioni.
Auspichiamo poi anche un maggiore coordinamento e una maggiore condivisione
su alcuni temi. Faccio un esempio concreto. Pochi giorni fa, il 17 Gennaio, è
uscita una circolare dell’Agenzia delle Dogane che ha introdotto modifiche
importanti alla modalità per ottenere la dilazione del pagamento dei dazi e
dell’iva. La circolare è entrata in vigore il giorno successivo senza che la
dogana abbia pensato a preavvisare gli operatori con qualche anticipo. Questo
ha gettato nel caos non solo tutti gli operatori ma anche gli stessi
funzionari della dogana che in molti casi non hanno saputo dare risposte agli
utenti.
Su questo episodio abbiamo registrato moltissime proteste dalle nostre
aziende».

Che cosa vorrebbe chiedere Fedespedi al governo che verrà?

«Abbiamo predisposto insieme ad altre associazioni della logistica un
documento, una sorta di memorandum, da sottoporre all’attenzione di chi ci
governerà dopo il 4 Marzo, a qualunque schieramento politico appartenga.
In sostanza chiederemo misure che vadano nella continuità degli investimenti
e degli interventi attuati e programmati nel settore dei porti, della
logistica e dei trasporti.
Se dovessi esprimere in una battuta una richiesta che credo sia quella di
tutte le nostre imprese: semplificazione, una semplificazione autentica,
assicurata da norme una buona volta chiare e semplici in modo da poter
mettere la parola fine alla nostra abnorme ipertrofia legislativa e
all’incontrollato moltiplicarsi di enti, osservatori, cabine di regia ed
altre inutili amenità. Non ci servono nuove leggi, ci serve una normativa
trasparente ed essenziale».

      https://www.messaggeromarittimo.it/tag/tco/ | 15 Febbraio 2020 -
15 Febbraio 2020 -

La nota AdSp su «Tco» ci ricorda
Victor Hugo!

                                                       LIVORNO – (R. R.) Si
                                                       racconta che Victor
                                                       Hugo, il gigante
                                                       della narrativa, non
                                                       solo francese,
                                                       trovandosi sull’isola
                                                       britannica di
                                                       Guernsey, dove aveva
                                                       scritto “I
                                                       miserabili”,
                                                       impaziente di sapere
                                                       come il suo lavoro
                                                       era stato accolto dal
                                                       pubblico, con un
insuperabile esercizio di sintesi, inviò al proprio editore a Parigi una
lettera con un semplice punto interrogativo. Questi, per non essere da meno,
volendo significargli il grande successo di pubblico che aveva accolto
l’opera, gli inviò un foglio con su un bel punto esclamativo.

      https://www.messaggeromarittimo.it/tag/tco/ | 15 Febbraio 2020 -
15 Febbraio 2020 -

Pur senza raggiungere tali vette di concisione, risulta notevole
l’essenzialità con cui l’ufficio stampa dell’AdSp di Livorno ha comunicato
che il Comitato di gestione portuale ha assegnato giorni fa al Terminal
calata Orlando una «concessione della durata di 12 anni per la realizzazione
e gestione di un terminal multipurpose sulla sponda Est del- la darsena
Toscana», con ciò ponendo finalmente termine al confronto che ormai da tempo
opponeva la stessa Tco alla Livorno terminal toscano (Ltt) per l’occupazione
di quei contestati spazi portuali consistenti in 180 metri di banchina con un
fondale di 12 metri, in grado di accogliere navi da 25 mila tonnellate.
Il dottor Roberto Alberti, presidente e socio di maggioranza della Tco nonché
presidente della Federazione nazionale degli spedizionieri (Fedespedi),
interpellato in proposito, dichiarando di non conoscere, riguardo alla
delibera del Comitato, alcun particolare in più di quanto è apparso nello
stringatissimo bollettino di palazzo Rosciano, ha espresso soddisfazione per
l’esito del lungo (e doloroso) confronto con la Ltt, impersonata, fra l’altro
dall’ex direttore generale della Tco.
Difficile, se non impossibile, non immaginare che, data la (futura)
contiguità della Tco con la concessione su cui opera attualmente il terminal
Lorenzini, non potranno, all’occorrenza, aversi forme di pressoché naturale
osmosi, con reciproco vantaggio per le due società limitrofe.

      https://www.messaggeromarittimo.it/tag/tco/ | 15 Febbraio 2020 -
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