TUTTIBIMBI NIDO D'INFANZIA COMUNALE - Trieste Scuola
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Servizio Scuola ed Educazione NIDO D'INFANZIA COMUNALE TUTTIBIMBI Via Valmaura 69/A - TRIESTE Progetto educativo per l'a.s. 2018/2019 Il funzionario incaricato di P.O. IlCoordinatore Pedagogico del Nido Coordinamento Pedagogico del Servizio dott.ssa Consuelo Louvier Antonella Brecel
INDICE DEL PROGETTO EDUCATIVO DEL NIDO Valori e intenti educativi generali, finalità Obiettivi educativi e finalità di cura ed educazione del servizio Qualità delle relazioni tra bambini e tra adulto e bambino Metodologie impiegate Riferimenti teorici adottati Modalità organizzative scelte per suddivisione delle sezioni Modalità di funzionamento del servizio Organizzazione degli spazi e scelta dei materiali ad uso dei bambini L'inserimento dei bambini Progetto di continuità con le scuole dell'infanzia presenti sul territorio Rapporto con i servizi sociali e sanitari del territorio Iniziative di collaborazione con altri servizi educativi del territorio Modalità organizzative e strutturali che garantiscono la non interferenza fra i diversi servizi coabitanti Partecipazione delle famiglie Programmazione delle attività educative/didattiche Organizzazione del personale Documentazione Modalità di verifica dell'organizzazione e strumenti di verifica con riferimento al piano annuale di osservazione programmato dal gruppo di lavoro
Il SERVIZIO I primi nidi d’infanzia pubblici triestini, gestiti dall’ONMI, sono nati negli anni ’30 ed hanno risposto a finalità principalmente custodialistiche-assistenziali e di attenzione alle mamme (Casa della madre e del bambino). La legge nazionale 1044 del 1971, istitutiva degli asili nido, e lo scioglimento dell’ONMI, con la L 698, del 1975, modificano lo scenario anche a livello locale del servizio di asilo nido.con il passaggio alla gestione del Comune nel 1976. Si inizia a costruire una proposta pedagogico educativa a superamento del concetto di custodia ed assistenza. La successiva Legge Regionale L. 32 del 1987, ha dato indicazioni precise sullo sviluppo e l’evoluzione dei servizi per la prima infanzia. Attualmente la Legge Regionale 20/2005, e successive modifiche ed integrazioni della stessa con la Legge 7 del 2010, ed il Regolamento Regionale 230/11, costituiscono i punti di riferimento per tutti i nidi della nostra regione, pubblici e privati. Il Comune di Trieste dispone di un proprio Regolamento dei Servizi Educativi per la prima infanzia. Il Nido d’Infanzia Tuttibimbi è il primo nido nato nella città di Trieste, già operativo come “asilo” nel 1924. Inaugurato come asilo nido San Giusto, secondo la Legge istitutiva dell’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia) nel 1935, quando i nidi d’infanzia erano chiamati asili e “Casa della Madre e del Bambino”. Dalla fine degli anni ’90 invece è a tutti gli effetti “Nido d’Infanzia Tuttibimbi”. L’edificio storico è protetto architettonicamente , verrà ristrutturato completamente, perciò il nido Tuttibimbi da settembre 2018 viene trasferito nella struttura contenitore di Valmaura, dove rimarrà fino al termine dei lavori di ristrutturazione.
VALORI E INTENTI EDUCATIVI GENERALI Come specificato dal Regolamento dei Servizi Educativi per la Prima Infanzia del Comune di Trieste, i nidi d’infanzia sono servizi educativi rivolti ai bambini di età compresa tra i tre mesi e i tre anni. Il Nido adotta il presente progetto educativo che esplicita le finalità, le scelte metodologiche, le attività proposte, le modalità organizzative, la cooperazione tra gli operatori, gli strumenti di documentazione e verifica, che concorrono ad attuare le finalità e gli obiettivi del Nido: favorire lo sviluppo psicofisico del bambino, in collaborazione con le famiglie. Nello specifico, il nido opera al fine di favorire, facilitare e sostenere: l’autonomia del bambino: motoria, emotivo - affettiva , cognitiva e contribuire alla costruzione e affermazione dell’identità personale. La proposta educativa del nido si sviluppa a partire da una riflessione intorno alle esigenze del bambino , quali il bisogno di cura inteso come necessità di accudimento fisico, cioè di cure, di igiene personale, di alimentazione, di riposo; il bisogno di affettività, inteso come bisogno di essere riconosciuti, di essere ascoltati, di avere riferimenti precisi, di relazione con adulti che trasmettono sicurezza; il bisogno di ritmi e di regole, inteso come rispetto di ritmi individuali, come necessità di riti e rituali che si ripetono stabilmente dando ai bambini un senso di sicurezza, come necessità di ordine spaziale e temporale, ma anche di limiti, cioè di “no” comprensibili e coerenti; il bisogno di giocare per scoprire e incuriosirsi, conoscere e sperimentare; il bisogno di autonomia, inteso come bisogno di fare da solo, rispettando i tempi del bambino e le sue iniziative. L’educatore, dunque, deve seguire la crescita di ogni bambino, rispettandone le caratteristiche e fare in modo che si sviluppi al meglio, sostenendo bisogni, specificità e peculiarità e proponendo situazioni stimolanti per lo sviluppo globale ed armonico della sua personalità. Il bambino è sempre al centro insieme alla sua famiglia: considerato persona con i suoi diritti, esigenze, e richieste e allo stesso tempo anche soggetto “competente”, ricco di potenzialità , capace di donare e manifestarsi al mondo che lo circonda. Il bambino è considerato nel sistema familiare di appartenenza, da ciò la massima attenzione e coinvolgimento per le famiglie che accogliamo. OBIETTIVI EDUCATIVI E FINALITÀ DI CURA ED EDUCAZIONE DEL SERVIZIO Crediamo sia importante che il bambino apprenda gradualmente a “fare da sé”, attraverso la presenza costante ed il supporto del personale dal punto di vista: -motorio: viene stimolato ad acquisire la capacità e la fiducia di esplorare gli spazi e di muoversi
liberamente in questi, sentendoli progressivamente più familiari; -cognitivo; attraverso la predisposizione di ambienti e la presentazione di attività educative pensate per stimolare questo tipo di sviluppo, il bambino viene costantemente motivato ad usare le proprie capacità di pensiero, linguaggio, creatività, nel rispetto dei suoi tempi personali di crescita; -relazionale: il bambino impara a conoscere i coetanei e gli adulti ed a fidarsi di loro; -attentivo: il bambino al nido riesce progressivamente a stabilire nuove relazioni attentive con persone esterne alla famiglia, orientandosi verso la costruzione di una propria personalità e sicurezza; -emotivo: negli ultimi anni abbiamo dedicato maggior attenzione a questa potenzialità del bambino, a come egli crescendo possa esprimere, riconoscere, regolare il proprio mondo emotivo. Per supportarlo in questo percorso, abbiamo deciso di proporre un progetto specifico sulle emozioni. QUALITÀ’ DELLE RELAZIONI TRA BAMBINI E TRA ADULTO E BAMBINO Il bambino ha una forte capacità di instaurare rapporti di scambio sia con gli adulti che con i suoi coetanei. Questo processo è detto socializzazione. Il nido favorisce uno sviluppo psicologico armonico del bambino, dà infatti la possibilità di passare del tempo in un contesto extrafamiliare accogliente, con un'organizzazione pensata per dargli sicu- rezza e tranquillità ma anche molto utile per creare delle occasioni privilegiate di instaurare rap- porti sia con i coetanei che con adulti. Uno degli obiettivi del nido d'infanzia è educare alla socialità, e ciò può avvenire se il bambino ac- quisisce fiducia nei confronti degli altri, stabilisce rapporti di amicizia con i coetanei e adulti ed ini- zia a rispettare le regole di convivenza. E' negli scambi con gli altri che nascono le conoscenze, le condivisioni dei significati, il controllo delle nozioni, il rafforzamento della memoria, tutto questo aiuta i bambini a comprendere contesti e regole del sistema sociale al quale apparteniamo. Già verso i sei mesi nel nido d'infanzia vengono "notati" comportamenti sociali fra coetanei, quali sguardi, vocalizzi per poi passare al secondo anno di vita a relazioni caratterizzate da una forte predisposizione al movimento. L'incontro e i rapporti fra coetanei in questa età possono esser favoriti da tutta l'organizzazione degli spazi della sezione. In questa fase abbiamo attività intorno allo stesso oggetto, con modalità imitativa, talvolta complementare. Tra il secondo ed il terzo anno di vita i bambini acquistano l'uso del linguaggio, che cambia radicalmente il comportamento sociale. Inizia uno scambio verbale con i coetanei, adattando la comunicazione all'interlocutore. Verso i tre anni il bambino ha un forte “istinto gregario”. Le attività di gruppo presentano tutti gli elementi e i problemi del vivere in forma democratica,
offrendo ai bambini i mezzi per stabilire con coetanei e adulti rapporti di socialità, aiutandoli a superare l'egocentrismo. Spesso i bambini più piccoli sono attratti da quello che fanno i più grandi e li imitano e questo comportamento contribuisce allo sviluppo cognitivo dei più piccoli. L'educatore ha un ruolo molto importante in quanto accoglie il bambino e la sua famiglia all'interno dell'istituzione, ha il compito di offrire familiarità e sicurezza, consente al bambino di ambientarsi nella comunità di adulti e di pari, costruisce con la famiglia una relazione di fiducia che sarà il presupposto per un buon inserimento-ambientamento del bambino. Uno dei presupposti per un buon inserimento è la costruzione di quel clima di fiducia e di accoglienza che noi siamo in grado di offrire ai familiari. Quello che si crea fra bambino ed educatrice è un rapporto di familiarità che comporta un coinvolgimento affettivo importante. Un coinvolgimento affettivo dell'educatrice deve esistere, in quanto nasce spontaneamente dall'interazione personale, individualizzata e significativa, dall'empatia che la lega al bambino e che le permette di rassicurarlo. L'adulto che sa attuare una vera relazione è quello che riesce a rapportarsi al bambino accettandone la complementarità, la competenza, il diritto alla protezione ed alla guida, ma anche all'autonomia sempre più crescente. Il bambino da zero a tre anni ha precisi bisogni di protezione, gratificazione, valorizzazione e, soprattutto intorno ai due anni, esigenze di autonomia “condensate nel classico no”. Lasciar giocare i bambini, offrire loro spazi, tempi e materiali adatti è la prima vera forma di comprensione, di rispetto, di vera interazione con un educatore consapevole deve offrire. L'educatrice possiede una gestualità pacata, ed affettuosa, tonalità vocali ed espressive semplici, calde, non ripetitive ed ossessive, imperniate su formulazioni positive e non sempre direttive o proibitive, in tempi ampi di ascolto e di interazione individuale, in dialoghi correttamente alternati, il rispetto per il corpo del bambino durante le cure e per le sue espressioni nella relazione verbale e gestuale. L'educatore deve avere atteggiamenti di incoraggiamento per la conquista dell'autonomia attraverso le predisposizioni di spazi, tempi, materiali, rispetto dei ritmi individuali, l'affiancamento discreto e non sostitutivo delle difficoltà, con la verbalizzazione puntuale di ciò che il bambino fa o tenta di fare per aiutarlo ad acquisire autoconsapevolezza. METODOLOGIE IMPIEGATE La metodologia ha la funzione di individuare gli interventi più idonei dell’ ”educare” al nido, che tengano conto delle esigenze psico-pedagogiche del bambino, rispettino la sua spontaneità ed arricchiscono le sue capacità espressive. Essa fa riferimento: al “Metodo Naturale” che segue la natura infantile, rispettando la spontaneità del bambino
senza lasciarlo però privo di guida e sostegno; ed al “Metodo Osservativo” che consiste nell’individuare le necessità dei bambini, nel l' osservarne i comportamenti e nel descriverli, nel verificare le competenze da loro possedute in merito ai problemi da risolvere e nella ricerca delle strategie più opportune per aiutarli. L’osservazione viene svolta ad inizio anno per cogliere la situazione di partenza, che è importante conoscere ai fini della progettazione, ed in itinere per modificare, se occorre, gli obiettivi della stessa. Si osservano abilità riguardanti il linguaggio verbale, espressivo e motorio, dinamiche di gruppo che si vengono a creare, propensione alla socializzazione di ciascun bambino e abitudini durante la routine (pranzo, bagno, sonno). In base alle osservazioni effettuate si mettono a punto una serie di attività/progetti didattici che rappresentano momenti in cui il bambino impara “facendo”, trae conoscenze dalla sua esperienza diretta con le cose ed i materiali. Per ogni attività vengono esplicitati gli obiettivi in riferimento alle diverse aree di sviluppo ( percettiva e sensoriale, motoria e emotiva, affettiva, sociale, comunicativa ed espressiva, cognitiva). Le attività sono offerte, fruibili e praticabili “ai bambini e dai bambini” singolarmente, in piccoli gruppi, in medi e grandi gruppi. Esse sono altresì diversamente condotte da parte delle educatrici prevedendo modalità da osservatore partecipante, di sostegno (scaffolder) e indirizzo del fare autonomo dei bambini o di esplicita e diretta conduzione. Il programma delle attività è conosciuto dai genitori che vengono costantemente aggiornati sull’andamento dello stesso. Durante l’anno scolastico sono previste periodiche verifiche e valutazioni rispetto alle modalità con le quali concretamente si sono offerte e svolte le attività con le potenziali evidenze sui livelli di sviluppo dei bambini osservati sia singolarmente sia come gruppo sezione. E’ previsto infine un momento finale di verifica e valutazione dell’andamento complessivo delle modalità di offerta e conduzione delle attività previste ad inizio anno. RIFERIMENTI TEORICI ADOTTATI Gli obiettivi che si vogliono perseguire al nido sottendono un quadro teorico di riferimento prove- niente sia dalle teorie classiche di sviluppo psico-pedagogico, sia da un continuo percorso di forma- zione del personale educativo, che dall’esperienza diretta maturata da ogni educatore. Ne deriva la convinzione che il bambino sia il protagonista all’interno del nido, in maniera attiva ed unica, con at-
tenzione e coinvolgimento della famiglia: il bambino e la famiglia al centro dell'attività pedagogica condivisa. Infatti ogni bambino è considerato secondo una prospettiva ecologica, in cui le relazioni fra bambino e bambino, fra bambino ed educatore e fra educatore e famiglia sono al centro del pensiero educativo in quanto si influenzano le une con le altre. Come Bowlby ci ha svelato, è attraverso la relazione con l’adulto, primariamente relazione di attac- camento, che il bambino struttura una prima rappresentazione di sé, dell’altro e del mondo circo - stante, sviluppando così successivamente un’identità personale e sociale. La stessa motivazione a crescere del neonato nasce dalla relazione con il caregiver, ed è l’intelligenza emotiva che consente all’adulto la comprensione dello stato emotivo e dei bisogni del bambino. Bowlby e Ainsworth hanno formulato il modello dell’attaccamento. A seconda del tipo di legame con la madre, o con la figura principale di riferimento si avrà un attaccamento sicuro, basato sulla fi- ducia, quando la madre riconosce e soddisfa i bisogni fisiologici e relazionali del bambino; altrimenti si potranno verificare un attaccamento di tipo insicuro-evitante o un attaccamento insicuro-ambi- valente. La teoria dell’attaccamento prevede che il bambino possa stabilire dei legami “secondari” con figu- re diverse dalla madre, come avviene con le educatrici del nido. L’approccio ecologico di Bronfenbrenner, inoltre, considera lo sviluppo del singolo influenzato dal- l’ambiente in cui si trova. Il nido per il bambino è il primo luogo esterno alla famiglia di cui fa espe- rienza, ed è un ambiente pensato in modo da stimolare in maniera il più possibile eterogenea e va- riegata le proprie capacità, le proprie intelligenze e le proprie relazioni. Secondo Montessori l’azione educativa deve allestire un ambiente adeguato in termini di spazi or- ganizzati, materiali specifici e relazioni umane. Gli spazi devono essere ridimensionati e raccolti in angoli differenziati per attività affinchè i bambini possano contemporaneamente fare esplorazioni individuali e di gruppo. I bambini più grandi devono essere messi nella condizione di poter parteci- pare sempre più attivamente alla cura di sé (es. lavarsi le mani, mettersi i vestiti) e alla cura dell’am- biente (riordinare, apparecchiare, versarsi l’acqua): il nido presenta degli arredi adeguati a questi scopi. Inoltre, prendendo spunto da Malaguzzi e dall’esperienza di Reggio Emilia, dove la scuola è parago- nata ad un cantiere, ad un laboratorio permanente in cui i processi di ricerca dei bambini e degli adulti si intrecciano per produrre non apprendimento, ma condizioni che lo favoriscano, cerchiamo di creare un ambiente che consenta ai bambini di attivare contemporaneamente più modalità espressive esercitando contestualmente le mani, il pensiero e le emozioni: i 100 linguaggi del bambi- no. Per questo i diversi progetti attingono ai vari linguaggi del bambino (verbale, musicale, spaziale,
corporeo…) e fanno sì che egli entri in contatto con più materiali e più punti di vista, osservando, manipolando e sperimentando. Quindi attraverso l’azione educativa si vanno a stimolare non solo l’intelligenza logico-matematica e quella linguistica, ma tutte la abilità di cui è dotato l’individuo, come descritto da Gardner, il quale parla di “intelligenze multiple”, che possono essere meglio sviluppate attraverso l’esercizio. Esse sono: intelligenza spaziale, corporeo-cinestesica, musicale, intrapersonale, interpersonale, naturalisti- ca, esistenziale. Particolare rilevanza viene inoltre data all’intelligenza emotiva, definita da Goleman come la capaci- tà di monitorare i propri sentimenti e quelli altrui al fine di raggiungere degli obiettivi. Le emozioni si possono distinguere in primarie ( felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgu- sto) e complesse, e per l’autore parte di questa capacità è epigenetica, cioè possibile attivarla o di- sattivarla a seconda dell’ambiente emotivo e sociale nel quale si cresce e si viene educati. Da qui la necessità di educare i bambini attraverso questo punto di vista. Nell’osservazione dello sviluppo cognitivo ci si riferisce alla teoria piagetiana secondo la quale l’es- sere umano sopravvive adattandosi attivamente all’ambiente attraverso i processi di assimilazione e accomodamento. Con assimilazione si intende la capacità di inserire le nuove esperienze in catego- rie che già possediamo, con accomodamento invece si intende la modificazione delle categorie esi- stenti in base alle nuove esperienze. L’educatrice deve essere consapevole di questo processo, in modo da lasciare al bambino il tempo di adattarsi alle situazioni che gli si presentano. Secondo Piaget lo sviluppo avviene progressivamente attraverso alcune tappe specifiche chiamate stadi. I bambini che frequentano il nido si collocano nello stadio senso-motorio e in quello pre-o- peratorio, anche se ogni bambino ha i suoi tempi e ritmi e gli stadi paigetiani non sono per noi un vincolo ma un riferimento superabile dalle potenzialità dei bambini di oggi. Nella teoria di Lev Vygotskij la zona di sviluppo prossimo (ZSP) è un concetto fondamentale che serve a spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. La ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Infatti, Vygotskij sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano a un livello di conoscenza superiore. Quindi l'educatore dovrebbe proporre al bambino problemi di livello un po' superiore alle sue attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultargli comprensibili; insom- ma, all'interno di quell'area in cui il bambino può estendere le sue competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri (la ZSP, appunto).
Piace pensare ad una dimensione olistica del bambino che ci consenta di costruire processi e per- corsi con attenzione a tutte le teorie di riferimento citate senza rigidi schemi fissi, ma con attenzio- ne a quanto osserviamo. MODALITÀ ORGANIZZATIVE SCELTE PER SUDDIVISIONE DELLE SEZIONI Nell’attuale contesto provvisorio di nido contenitore di Valmaura, i gruppi sono così suddivisi: lattanti: 18 bambini dai 3 ai 12 mesi con 4 educatrici a tempo pieno; medio/grandi: 40 bambini dai 13 ai 36 mesi con 6 educatrici tempo pieno e 3 a tempo parziale. Dopo una consolidata sperimentazione, si è scelto di mantenere ii bambini Medi e Grandi in un unico gruppo, in quanto concordiamo nel ritenere che esso offra ai bambini una serie di opportu- nità più ampie e diversificate sia nella relazione bambino/bambino che in quella bambino/educato- re e perché gli ambienti a disposizione del nido garantiscono più efficacia a questa scelta educati- va. MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO Il nido d’infanzia apre alle 7.30 e chiude alle 17.30. L’accoglimento mattutino è previsto dalle 7.30 alle 9.00, mentre le uscite possono avvenire entro le 13.00, entro le 16.00 oppure entro le 17.30 in riferimento alla fascia oraria prescelta. La giornata al nido prevede una suddivisione e rotazione dei compiti, ed è scandita dall’alternarsi di momenti di routine e di attività strutturate e non. In tal modo ogni educatore ha occasione, di gior- no in giorno, di relazionarsi con tutti i bambini in tutte le situazioni, favorendo una sempre migliore e più completa conoscenza reciproca. La giornata tipo è organizzata nel seguente modo: 7.30 – 9.00 entrata/accoglimento: i bambini vengono accolti dalle educatrici e salutano i genitori . Vogliamo sottolineare la delicatezza di questo distacco. Si propongono dei giochi liberi che permet- tano una serena entrata nella giornata del nido. 9.15 – 9.30 merenda: i bambini vengono suddivisi in due stanze dedicate alla mensa, dove si acco- modano per consumare la merenda
9.30 – 10.00 canzoni, e bagno per i bambini più grandi 10.00 – 11.00 attività come descritte nel progetto, suddividendo i bambini in piccoli gruppi 11.00 – 11.30 preparazione al pranzo: cambio pannolino e lavaggio manine 11.30 – 12.00 pranzo 12.00 – 13.00 cambio, preparazione al sonno, prima uscita dei bambini che escono alle 13.00. Questi bambini vivono un momento in piccolo gruppo di gioco libero o strutturato. 13.00 – 14.45 sonno 14.30-14.45 risveglio, si iniziano a svegliare ed a vestire i bimbi più piccoli mentre quelli che hanno già una propria autonomia, almeno per alcuni indumenti, vengono sollecitati a provar da soli e aiu- tati al bisogno 14.45-15.00 cambio pannolino/igiene personale, suddivisi in gruppi, ci si sposta nei bagni favorendo una progressiva autonomia nell’utilizzo del vasino/water 15.00-15.20 i bambini arrivano, suddivisi in piccoli gruppi, nella sala mensa e si accomodano per consumare la merenda 15.30– 16.00 gioco libero/ altre attività/seconda uscita, vengono utilizzate le stanze polifunzione e la casetta per dividersi in gruppi sezione lattanti: dopo aver consumato la merenda i piccoli si uniscono ai medio-grandi 16.00 – 17.30 prolungamento, spazi a disposizione del nido attraverso il gioco libero , il gioco mo- torio, il canto, la lettura, le attività grafico-pittoriche, i giochi da tavolo. Può essere superfluo, ma ci fa piacere comunque ricordare che, a parte gli orari di entrata ed usci- ta, i tempi dei bambini al nido sono flessibili e vengono comunque adeguati alle necessità individuali. Fatto salvo il rispetto della fascia oraria prescelta, gli orari sono comunque concordabili con la fa- miglia, nel rispetto di quanto previsto dal vigente regolamento comunale dei servizi educativi per la prima infanzia. Le ‘routines’ (pasto, cambio, sonno) sono momenti che si ripetono ogni giorno, legati al soddisfaci- mento dei bisogni primari dei bambini. Concorrono alla costruzione del rapporto affettivo, di fidu- cia e sicurezza dei bambini nei confronti degli educatori ed inoltre, attraverso la ripetizione di que- sti gesti quotidiani, vengono favoriti la comprensione della scansione del tempo nella giornata al nido, l’apprendimento di regole e di comportamenti sociali condivisi e la socializzazione: tappe fon- damentali nel lungo percorso di conquista dell’autonomia.
Per facilitare la tranquillità e la serenità delle routines del pasto e del sonno cerchiamo di “fare grup- po” tra i bambini, iniziando e finendo sempre insieme questi momenti. Anche l’entrata e l’uscita (distacco e ricongiungimento), dei bambini al nido sono considerate ‘routi- nes’: entrambi i momenti richiedono particolare attenzione. È importante che genitori ed educatori sappiano capire i tempi del bambino, rispettino, i suoi rituali e gli trasmettano tranquillità e fiducia. All’interno di ogni nido d’infanzia il discorso legato all’alimentazione riveste un ruolo di grande im- portanza per tutti gli elementi che sono coinvolti in questo fondamentale gesto di cura e nutrimen- to. Il momento del pasto, infatti, ha valore non solo dal punto di vista nutrizionale, ma rappresenta an- che un importante momento educativo e relazionale. La ‘routine’ del pranzo concorre alla costruzione del rapporto di fiducia dei bambini nei confronti degli educatori. Attraverso la ripetizione di questa routine, vengono favoriti la comprensione della scansione del tempo nella giornata al nido, l’apprendimento di regole e di comportamenti adeguati e la socializzazione: tappe fondamentali nel lungo percorso di conquista dell’autonomia. Il percorso legato all’educazione alimentare si sviluppa sin dai primi giorni di frequenza del bambino al nido. Il menù elaborato in collaborazione : la nostra dietista e l'ASUITS, ruota su quattro settimane ed ha carattere stagionale; viene cotto e confezionato dalla cuoca nella cucina interna del nido d’infanzia; il personale della ditta Dussmann somministra i pasti in presenza degli educatori che seguono i bambini durante il pranzo e le merende. Consideriamo che, al suo ingresso al nido, il bambino arriva con un'esperienza personale di nutri- zione quasi esclusivamente legata alla relazione affettiva e fisiologica con la madre e con le altre fi- gure familiari . Il gruppo di educatori si preoccupa quindi di accogliere, nella maniera più adeguata, la famiglia in- staurando un clima di reciproca fiducia e rispetto, per quanto concerne la tipologia di scelte che la famiglia ha adottato. Nella sezione dei piccoli, nel momento in cui le mamme devono rientrare al lavoro e non possono essere quindi presenti per allattare il loro bambino, viene garantita la conservazione e la sommini- strazione del latte materno. Il nido rinforza l'importanza dell'allattamento e alimentazione comple- mentare e segue da anni un percorso formativo/informativo dedicato al personale e alle famiglie in collaborazione con l'ASUITS.
Per i bambini non allattati al seno, invece, offriamo il latte di formula espressamente indicatoci dalla famiglia. Il passaggio all’alimentazione complementare viene attuato di concerto con le scelte della famiglia, offrendo al bambino un menù il più possibile personalizzato, ogni nuovo alimento viene proposto solo dopo averne parlato con la famiglia. Con la crescita ed una maggior abilità nella masticazione il menù viene presentato con le tradizio- nali portate di primo, secondo e contorno. I pasti al nido avvengono inizialmente con i bambini seduti sui seggioloni e appena sono in grado di farlo, i bambini pranzano su seggiole e tavolini adeguati all’età. Attraverso l’intervento mirato dell’adulto si intende favorire l’autonomia del bambino permetten- dogli di usare le mani per conoscere le diverse consistenze dei cibi, per farlo passare poi gradual- mente alla sperimentazione dell’uso delle posate e assecondando così lo sviluppo della motricità fine. Un approccio condiviso dagli educatori è quello di offrire i cibi incoraggiando il bambino all’assag- gio, senza mai forzare laddove ci si trovi davanti ad un rifiuto. Nella sezione dei bambini medio-grandi, il pranzo si svolge nella stanza rossa per una trentina di bambini mentre un gruppo di circa una dozzina pranza nella stanza più piccola situata sempre al primo piano. Dopo essersi lavati le mani, i bambini prendono posto ai tavolini. Ogni tavolo accoglie sei bambini e gli educatori stanno seduti in prossimità per poter intervenire direttamente all’occor- renza con ogni bambino. Il personale addetto alla cucina si occupa del confezionamento e della distribuzione dei piatti, bic- chieri e posate. Ogni bambino inizia il pasto mangiando da solo. Si tende ad aiutare chi ne ha bisogno, lasciando co- munque libero il bambino di autoregolarsi con il cibo, incoraggiando l’assaggio di tutte le varietà, af- finché impari a scoprire ed apprezzare nuovi sapori, nuove consistenze. Per favorire un clima sereno e di gruppo, il ritrovo a tavola è un' occasione per cantare e dialogare con i bambini. Stare seduti a tavola tutti insieme significa anche parlare e raccontarsi tante storie. Anche per que- sto motivo i posti a sedere non sono fissi, ogni bambino può sedersi dove desidera. A fine pranzo, dopo la pulizia del viso e delle mani, si canta una canzone o si ascolta una storia letta da un educatore, cercando di favorire sempre la scelta spontanea del bambino.
Per introdurre alcune semplici regole di “buon comportamento a tavola” e per favorire la convi- venza tra i bambini proponiamo di aspettare che vengano serviti tutti i piatti prima di iniziare, che tutti abbiano finito il primo piatto per poi passare al secondo, di rispettare i tempi e gli spazi dei compagni di tavolo. Durante il corso dell’anno, sempre assecondando la crescita dei bambini, vengono via via proposte esperienze che favoriscono lo sviluppo dell’autonomia e della socializzazione (ad esempio: propor- re il secondo piatto di portata sistemandolo centralmente al tavolo per servirsi da soli; lasciare che i bambini più grandi mangino senza bavaglino). Il momento del sonno può rappresentare per il bambino un momento emotivamente impegnativo, a tal fine, predisponiamo un ambiente facilitante, uno spazio sufficientemente oscurato, nel quale ogni bambino ha a sua disposizione un lettino che impara a riconoscere grazie al cuscino e al sac- chetto confezionati con la propria stoffa di riferimento e, se lo usa (ricordiamo che il nido cerca di non stimolare l'uso e lo sconsiglia ai genitori per motivi fisiologici) può prendere da una cesta il proprio ciuccio (ciascun ciuccio è protetto da una custodia personale). Tutti i bambini sono incoraggiati a spogliarsi e ad addormentarsi in modo autonomo, compatibil- mente con le proprie capacità ed esigenze, l'educatore è sempre presente a disposizione, così come, al risveglio, tutti vengono invitati a rivestirsi ed a riporre cuscino e ciuccio. Il cambio è un momento molto importante per lo sviluppo psico-fisico del bambino: riguarda infatti l’apprendimento dell’autonomia nell’igiene personale ed il controllo degli sfinteri. Per i più piccoli è un momento relazionale particolarmente individualizzato tra l’adulto e il bambi- no, mentre per i più grandi si svolge a piccoli gruppi: i bambini agiscono autonomamente e si puli - scono dopo essere stati al bagno. È perciò importante porre attenzione al vestiario: che deve esse- re comodo e pratico, per non inibire la voglia di ‘fare da soli’. Le routine del pomeriggio rappresentano situazioni cariche di risvolti emotivi, costanti ed importanti per il benessere dei bambini, in quanto permettono al bambino di prevedere la scansione della propria giornata, acquisendo gradualmente la consapevolezza del passare del tempo (prima, durante e dopo) e della continuità dell’esperienza; esse si collocano dentro una più ampia cornice di senso che è quella del valore educativo della giornata al nido. Ma non solo cura del corpo e dei bisogni primari; partecipare alle routine per il bambino vuol dire anche costruire competenza cognitiva e sociale (F. Emiliani (a cura di), I bambini nella vita quotidiana, Carrocci, Roma 2002) Quelli che Bruner definisce “format routinari” rappresentano delle pratiche che danno, al loro interno, anche la possibilità di vivere momenti delicati, personalizzati, spesso inaspettati rispetto a quando sono tutti in attività; ad esempio i bambini che si svegliano prima degli altri condividono
attimi di relazione esclusiva con l'adulto, come accade, nello spazio dedicato al cambio. Il risveglio è una ripresa di contatto con la realtà, anche questo momento va mediato con i suoi riti di passaggio, scandito con calma e tranquillità, evitando di svegliare i bambini con rumori bruschi e voci alte; pur essendo meno problematico dell’addormentamento, richiede al bambino uno sforzo di adeguamento alle esigenze esterne e occorre quindi “ dargli tempo” per ritrovare il proprio ritmo. L’importanza dell’uscita Una buona chiusura della giornata educativa facilita il ricongiungimento con la propria famiglia e, essendo un momento molto forte dal punto di vista emotivo, viene organizzato consentendo al bambino di vivere il passaggio dall’ambiente del nido a quello esterno con serenità e facilità. É di estrema importanza, infatti, considerare non solo la qualità della separazione al mattino, ma anche quella dell’incontro al pomeriggio in quanto in grado di connotare elementi quali il grado di solidità del legame di attaccamento, della sicurezza di base emotiva e della capacità del bambino di poter investire in una nuova esperienza. L'opportunità di vivere il momento del ricongiungimento in piena serenità per consentire a genitori e bambini di salutarsi in modo tranquillo rappresenta un nostro obiettivo fondamentale. Le informazioni relative a quanto è loro successo durante la giornata, non solo quelle sui bisogni basilari, hanno come scopo quello di trasmettere parte dell'esperienza dei bambini al nido e di per- mettere che si avveri poi un dialogo tra genitore e bambino sulle esperienze vissute da quest'ulti- mo durante certi momenti della giornata al nido. NIDI DI INFANZIA COMUNALI ANNO SCOLASTICO 18/19 DATE APERTURA SECONDO IL CALENDARIO STATO REGIONE SETTEMBRE 2018/ GIUGNO DAL 3 SETTEMBRE AL 28 2019 GIUGNO DAL 3 AL 7 SETTEMBRE DALLE 7.30 ALLE 14.00
DATE DI CHIUSURA SECONDO IL CALENDARIO STATO REGIONE NOVEMBRE 1 NOVEMBRE OGNISSANTI 3 NOVEMBRE SANTO PATRONO DICEMBRE 8 DICEMBRE IMMACOLATA CONCEZIONE DICEMBRE/GENNAIO DAL 24 DIC. AL 5 GENN. CHIUSURA NATALIZIA MARZO DAL 4 AL 6 MARZO CHIUSURA PER CARNEVALE APRILE DAL 18 AL 24 APRILE CHIUSURA PASQUALE 25 APRILE ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE MAGGIO 1 MAGGIO FESTA DEL LAVORO GIUGNO 2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI E SCELTA DEI MATERIALI AD USO DEI BAMBINI “LO SPAZIO ACCOMPAGNA IL BAMBINO E L’ADULTO IN FORMA INCONSAPEVOLE. SI TRATTA DI UN LINGUAGGIO SILENZIOSO CHE INFLUENZA LE ESPERIENZE ED I CONTESTI DI CRESCITA DEGLI INDIVIDUI”. Parlare di strutturazione e organizzazione degli spazi del nido in funzione del bambino non significa riferirsi esclusivamente alla loro distribuzione fisica ed alla collocazione dei materiali e degli arredi ma anche e soprattutto occuparsi del contesto comunicativo, relazionale e cognitivo che si viene ad instaurare. Gli spazi ed i materiali devono quindi essere: - conformi alle norme di legge in materia di sicurezza per prevenire eventuali infortuni; - devono rispondere a requisiti pedagogici: sono pensati ed organizzati per essere accoglienti, ordinati (perché i bambini possono facilmente reperibili e partecipare al riordino), per garantire il riconoscimento da parte dei propri spazi personali( lettino, armadietto, etc,..) ed infine devono favorire l’autonomia, la comunicazione e la crescita esplorativa. Si sottolinea che a fronte dei principi educativi di cui il nido si avvale, accanto alla dotazione di “materiali strutturati” acquistati con caratteristiche specifiche, di altri non strutturati (scelti ponendo l’attenzione affinché non siano né troppo piccoli né troppo grandi sempre per un uso sicuro e sorvegliato). Tra questi ci sono molteplici materiali di recupero (es. stoffe, scatole varie,
etc.. utilizzati nel cestino dei tesori e nel gioco euristico) e naturali ( es. pigne, legnetti, sassi per la scatola azzurra e farine, paste, frutta e verdura che si prestano per attività pittoriche e manipolative). I materiali non strutturati per la varietà di forme, colori e opportunità tattili-percettive di cui dispongono svolgono una funzione educativa importante di conoscenza della realtà e stimolano fortemente la creatività. Il nido, quest’anno, all’interno della “struttura contenitore di Valmaura” in cui i locali assumono una forma emiciclica su un unico piano, ha degli spazi dedicati ai bambini che: - si diversificano per permettere attività in piccolo o grande gruppo; - si modificano soprattutto nella sezione dei piccoli “Bruchi” in itinere in base alle diverse necessità dei bambini in crescita, - sono multi-funzione (spazi dedicati sia a routine che ad attività specifiche) , - per la presenza di tende e porte a soffietto come divisori che si “chiudono” all’accoglienza nella sezione Farfalle, permettono uno spostamento più autonomo, soprattutto in alcuni momenti della giornata, consentendo ai bambini di essere più liberi di scegliere e di dirigersi verso il gioco e/o l’attività preferita (OPEN SPACE). Per descrivere come sono organizzati gli spazi ad uso dei bambini paragoniamo il nido ad un “circuito sportivo”: PARTENZA: Pian terreno Un piccolo atrio da cui accedere all’ascensore o alle scale. In attesa dell’ascensore un tavolino per qualche disegno e una casetta da giardino. Lungo le scale sono appesi cartelloni che documentano momenti di vita del nido. ARRIVO IN PISTA: 4° piano – entrata al nido Fuori alla porta di entrata un banchetto con i “quaderni giornalieri” della sezione “Farfalle”, in entrata una lavagna con scritti i menù giornalieri e le informazione di servizio utili alle famigli.. Subito dopo un piccolo corridoio che porta al “percorso motorio” , li si trova la bacheca con tutti i documenti importanti che riguardano il nido ( Progetto educativo, regolamento nidi, piano evacuazione, protocollo malattie, etc.) 1° TAPPA: creatività e colore E’ una piccola stanza strutturata per attività grafico-pittoriche in piccolo gruppo : contiene un tavolino con sedie, dei cavalletti che permettono la pittura in verticale, carrelli per materiale pittorico, fogli e cartoncini. PERCORSO MOTORIO: Da uno spazio con blocchi motori per salite/discese, scalini e blocchi colorati morbidi si snoda un lungo corridoio che porta alla zona armadietti che sia per la sezione piccoli che i medio- grandi sono personalizzati con foto e nome. Qui si possono utilizzare tricicli e giocare con pal-
line e palloni o strutturare percorsi motori e giochi di movimento. Alla fine del corridoio una porta ci mette in comunicazione con l’Azienda sanitaria n. 3 attraverso un ponte di collegamen- to. GIRO DI BOA: Sez. Bruchi La stanza dedicata alla “sezione Bruchi” è lo spazio più grande del nido. Al suo interno presenta diversi angoli morbidi, al centro il mobile “primi passi” due armadi bassi che delimitano una zona riservata ai sonnellini mattutini ed al riposo pomeridiano dove troviamo appesi i sacchi contenenti i materiali per il gioco euristico. Dentro la sezione si trova anche il bagno per i piccoli contenente un waterino. 2° TAPPA: ristoro e gioco simbolico Dalla stanza dei Bruchi si passa ad uno spazio condiviso tra le due sezioni che si contraddistingue per una parte organizzata per gioco simbolico o del “far finta di..” in cui si trova la casetta strutturata o cucinetta, lettini e passeggini per bambole, banco orto-frutta, angolo dei travestimenti e gioco del falegname. Un’altra parte, invece, è di pertinenza della sezione Bruchi dedicata alle routine di merende e pranzi nella quale si trovano seggioloni e tavolini con seggioline. 3° TAPPA: relax e travasi Sempre continuando il percorso si accede ad una stanza contenente i lettini impilati per i bam- bini medio-grandi che vengono qui, fino ad un massimo di 16, sistemati per permettere il riposo pomeridiano. Vi si trova, infine, un tavolo a ponte da utilizzare all’occorrenza, qualche cuscino e poltroncina. Lo spazio risulta piuttosto sgombero da altri arredi perché pensato per le attività di travasi di farina, riso, pasta, per il gioco con la scatola azzurra ed il gioco euristico. TAPPA BIS: relax, accoglienza e ricongiungimento Confina con la stanza precedente separata da una porta a soffietto mentre con la successiva e quella da tende. E’ stanza centrale della sezione medio-grandi ed è utilizzata, oltre che per il sonno pomeridiano con distribuzione dei lettini, per i momenti di accoglienza al mattino di bambini e famiglie e del successivo ricongiungimento pomeridiano. Ad inserimenti ultimati e fino al raggiungimento di un numero contenuto di bambini in corso d’anno questi momenti in questo spazio sono in condivisione con la sezione dei bruchi. All’interno troviamo angoli morbidi e tappeti dove predisporre giochi di costruzione,piste di trenini e macchinine, contenitori di animali etc,.. ed un fasciatolo posto fuori dalla porta del secondo bagno.
TRAGUARDO 1: ricarico le energie e “attivo la mente” Procedendo avanti entro nella prima stanza utilizzata per le routine merenda e pranzi sezione “Farfalle” con tavoli e seggioline per circa 24 bambini. Vi si trovano mobili con contenitori dei giochi utilizzati nella stanza precedente che fungono anche a divisorio, un mobile più grande contenente giochi da tavolo (puzzle e chiodini) e nella parte bassa una piccola libreria, una men- sola corredata di stereo musicali, un angolo morbido dedicato alla lettura e/o alla “scoperta” degli strumenti musicali. TRAGUARDO 2: ricarico le energie e metto “le mani in pasta” Una seconda stanza adibita alle routine del pasto per altri 16 bambini medio-grandi contenente oltre che tavoli e sedie, armadi con tutto il materiale per giochi di manipolazione (pasta di sale, plastilina e sabbia cinetica). Entrambe le stanze “ traguardo 1 e 2” secondo programmazione sono utilizzate anche per atti- vità pittoriche e di collage. FERMARSI PER UN PIT STOP: bagni “ sez. Farfalle” Nella sezione “farfalle” ci sono due bagni per i bambini. Al primo si accede dalla stanza motoria , ha dentro un fasciatolo, tre wc, una vaschetta e un lavandino di altezza bambino con specchi. Al secondo si accede dalla stanza dedicata all’accoglienza , è più grande e contiene un fasciatolo con scaletta, una vaschetta, tre lavandini altezza bambino con specchi e quattro WC. Alle pareti sono appesi i pacchettini personali dei bambini con relativi cambi di vestiario. Nei bagni altre alle cure di igiene personale si fanno attività/giochi d’acqua. FUORI PISTA: spazi esterni Tra gli spazi esterni del nido c’è un cortile in entrata che viene utilizzato principalmente per corse con i tricicli e macchinine ed una piccolo giardino con due scivoli, una casetta, una pale - strina e tavolini con panchine. L'INSERIMENTO DEI BAMBINI Il periodo dell'inserimento del bambino al nido richiede una particolare attenzione sia nei riguardi del bambino che delle famiglie. Si tratta di un momento particolarmente delicato e di vitale importanza, che va programmato al meglio per creare una giusta continuità affettiva tra famiglia e nido. Il piccolo elabora per la prima volta la separazione dalle figure di riferimento ed entra a far parte di un sistema sociale allargato, vivendo un’esperienza di cambiamento coinvolgente , che evoca tutto il suo universo di affetti ed emozioni. Il piccolo, dunque, si avvia verso un processo che lo porterà a stabilire una relazione nuova con persone diverse dalla mamma e dalle altre figure
familiari, imparando a tollerare il disagio che scaturisce dal distacco e dal contatto con nuovi ambienti e nuove figure. Il primo contatto tra educatore e famiglia avviene durante il primo colloquio (precedente all’inse- rimento) durante il quale si inizia a costruire un rapporto di fiducia, si spiegano le abitudini educa- tive, si sciolgono i dubbi dei genitori, si spiega in modo chiaro l’organizzazione della struttura e tempi e modalità dell’inserimento. Vengono inoltre chieste informazioni relative alle abitudini del bambino. Di norma l’inserimento avviene nel mese di settembre; di solito ha la durata di due settimane cir- ca (il periodo può variare a seconda delle esigenze del bambino e della famiglia). E' importante in questa fase delicata la presenza, accanto al bambino, di una figura di riferimento familiare, che faci- liti una conoscenza graduale da parte del bambino, dell'ambiente e delle nuove persone che incon- tra al nido. Quest’anno, essendoci trasferiti in un altro rione, molti dei bambini dello scorso anno hanno pre- ferito scegliere delle strutture site in centro città, di conseguenza il numero degli inserimenti dei bambini medio /grandi era elevato. Dovendo terminare gli inserimenti entro il mese di set- tembre si è pensato di suddividere il numero dei bambini da accogliere in tre gruppi, non utilizzan- do più le due settimane per terminare l’inserimento ma utilizzando solamente 10 giorni . Qui di seguito viene riportato il calendario : GIORNO 1: 9.30-11.00 (in presenza del genitore) GIORNO 2: 9.30-11.00 (in presenza del genitore) GIORNO 3: 9.30 –11.00 ( primo distacco) GIORNO 4: 9.30-11.30 (primo pranzo , senza genitore) GIORNO 5: 9.30-11.45 GIORNO 6: 9.00-12.00 (merenda + pranzo) GIORNO 7: mattinata completa GIORNO 8: mattinata completa GIORNO 9: prima nanna GIORNO 10: nanna
INSERIMENTO SEZIONE BRUCHI Quest’anno si è deciso di modificare leggermente la modalità di inserimento dei piccoli portando da una a due ore il tempo di permanenza del genitore durante i primi giorni. Questo per consen- tire una maggiore conoscenza reciproca e per poter meglio osservare le abitudini del bambino nella sua relazione con la figura di riferimento. Abbiamo seguito il seguente schema: PRIMA SETTIMANA LUNEDI’ 9-11 bambino al nido con il genitore MARTEDI’: 9-11 bambino al nido con il genitore MERCOLEDI’ 9-11 breve distacco GIOVEDI’9-11 secondo distacco VENERDI’ 8.45-11 SECONDA SETTIAMANA LUNEDI’ 8.30-11 prima merenda con l’educatore MARTEDI’ 8.45-12 primo pranzo con il genitore presente MERCOLEDI’ 8.45-12 primo pranzo con l’educatore GIOVEDI’ 8.45-12 prima nanna VENERDI’ entrata libera, uscita prima della merenda del pomeriggio PROGETTO DI CONTINUITÀ CON LE SCUOLE DELL'INFANZIA PRESENTI SUL TERRITORIO Si considera importante favorire l’ingresso alla scuola dell’infanzia, preparando i bambini al cambia- mento; per farlo progettiamo con le scuole dell’infanzia del territorio un raccordo , al fine di: affrontare insieme i problemi e i vissuti relativi all’ingresso dei bambini in una nuova realtà, quale è la scuola dell’infanzia; individuare insieme le modalità più favorevoli a rendere questo passaggio il più sereno pos- sibile.
dare modo e tempo alle famiglie di conoscere una realtà educativa diversa rispetto al nido d'infanzia, consentendo loro di essere il più informati possibile. In quanto trasferiti provvisoriamente a Valmaura, si sono presi contatti con le scuole dell’Infanzia Camillo Kromo e Pollizer in quanto sono le scuole più vicine alla nostra sede .Verrà quindi prepa- rato in accordo con le maestre delle scuola una calendario di visite che avverranno nei mesi pri- maverili. L'obiettivo principale non è andare a scuola per fare qualcosa di specifico o molto diverso, voglia- mo solo calarci in una normale e routinaria mattinata di scuola dell'infanzia, seguendo e rispettan- do le sue regole, abitudini e proposte di gioco. RAPPORTO CON I SERVIZI SOCIALI E SANITARI DEL TERRITORIO Ad ogni bambino vanno offerte uguali opportunità educative e formative di crescita e sviluppo delle proprie potenzialità, senza alcuna distinzione, il Nido promuove , rendendola parte integrante del progetto educativo, la valorizzazione delle differenze e la promozione dell’integrazione dei bambini in situazione di svantaggio socio-ambientale e culturale, attraverso uno specifico progetto- programma con obiettivi di integrazione. La presenza di bambini diversamente abili amplia ulteriormente le relazioni al Nido: il personale, costruisce percorsi mirati con le famiglie, con i servizi socio-sanitari-scolastici e con tutti gli altri servizi che si prendono cura del bambino e della famiglia stessa. L'accoglienza, ci consente di predisporre percorsi di arricchimento e maturazione verso una convi- venza basata sull’accettazione della diversità, riconosciuta come valore ed opportunità di crescita. Il servizio, ai sensi della legge 104/92, accoglie i bambini diversamente abili potenziando il gruppo di lavoro ed attivando i rapporti di collaborazione con l’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste (ASUITS), i servizi Sociali, i Pediatri e gli altri servizi territoriali e non solo ai quali fanno ri- ferimento il bambino e la sua famiglia. Un piano educativo individualizzato viene elaborato in accor- do con la famiglia, in base alla condivisione con i Servizi coinvolti, provvedendo alla costante verifica e verifica dello stesso. Tutto il personale educativo è quindi direttamente coinvolto nel lavoro di integrazione del bambino all’interno del gruppo di coetanei e partecipa all’elaborazione della comune programmazione edu- cativa e didattica.
INIZIATIVE DI COLLABORAZIONE CON ALTRI SERVIZI EDUCATIVI DEL TERRITORIO La provvisoria ubicazione del Nido in via Valmaura ci consente di utilizare gli spazi della vicina Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste nel Distretto Sanitario 3. Come da accordi presi con la Dirigente del Distretto, possiamo portare i nostri bambini della sez. Farfalle nella sala d’aspetto del Centro Vaccinale, nelle giornate di martedì e giovedì, nel rispetto della collaborazione e della non interferenza delle attività dei servizi. Qui i bambini hanno la possibilità di “uscire dal nido” in sicurezza, vedendo spazi e persone diverse, dovendosi disporre in fila (cosa che richiede un certo impegno da parte dei bambini), senza correre, rispettando i tempi dei più piccoli, imparando anche ad aspettare. In questa stanza abbiamo a disposizione giocattoli di vario genere e di vari materiali, libretti, peluches, una casetta di plastica dove i bambini ci possono entrare e qualche triciclo. Un altro spazio a nostra disposizione il martedì e il mercoledì è il “ponte”, dove i nostri bambini possono “scorazzare” con i tricicli. Inoltre, da quest’anno, l’Azienda Sanitaria ospita il progetto nazionale “Un Villaggio per Crescere” promosso e diretto dal Centro per la Salute del Bambino nell’ambito dei progetti finanziati sul Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile con il coordinamento dell’Impresa Sociale con i Bambini nello spazio del “ponte” che collega le due ali del Distretto. Questo progetto accompagna i genitori nei loro compiti educativi, offrendo uno spazio per trascorrere del tempo di qualità con i propri figli, con attività quali la lettura, l’esperienza sonora e musicale e altre attività utili a promuovere lo sviluppo fino dai primi mesi di vita. E’ rivolto a bambini di età compresa tra i 0 e i 6 anni. Si propone inoltre come luogo di incontro tra genitori e famiglie. L’organizzazione delle attività è gestita dalla cooperativa Orsa e in accordo con il Coordinatore Pedagogico e gli educatori della stessa il nido partecipa in alcune mattinate e pomeriggi con un numero contenuto di bambini e un educatore che li accompagna. Riteniamo la partecipazione a questo progetto un’opportunità positiva sia per i nostri bambini che hanno la possibilità di relazionarsi con altri educatori e altri bambini di età diversa, che per le loro famiglie le quali hanno la possibilità di conoscere altri genitori e instaurare dei legami positivi. PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE
L'esperienza del nido d'infanzia costituisce per il bambino e la sua famiglia il primo momento di incontro con un'istituzione extra-familiare, per favorire la positività di questo incontro il personale progetta specifici momenti di scambio e condivisione. Oltre agli organismi collegiali previsti dalle normative e regolamenti vigenti, come il Comitato di Gestione e la Commissione Mensa, i genitori vengono invitati a partecipare alla vita del nido offren- do diverse occasioni d'incontro: un prima riunione di presentazione, nel mese di giugno, dove vengono illustrate le modalità di funzionamento del servizio e ci si accorda sull'inserimento di ogni bambino; riunioni di sezione durante le quali s'illustra il percorso educativo e didattico del gruppo( in concomitanza con le assemblee genitori 5 novembre e 27 maggio) ; colloqui individuali, prima dell'inserimento, per una iniziale conoscenza reciproca tra la famiglia e gli educatori e un ulteriore colloquio a febbraio per condividere il percorso di crescita del proprio figlio; fondamentali momenti di scambio rimangono l'entrata e l'uscita quotidiana di ogni bambino; disponibilità degli ambienti del nido per sviluppare laboratori gestiti direttamente dalle fami- glie. Sono previste due assemblee di genitori con tutto il personale educativo ed ausiliario con la pre- senza della coordinatrice pedagogica in autunno e in primavera ( 5 novembre e 27 maggio). In oc- casione della prima assemblea vengono eletti i rappresentanti dei genitori e viene costituito il Co- mitato di Gestione ( formato dai rappresentanti dei genitori, coordinatore pedagogico 2 educatori e un addetto al servizio di ausiliariato) il quale si riunisce 2 volte all’anno. Inoltre si utilizzano altre modalità per lo scambio di informazioni tra genitori ed educatori, quali: elaborazione di quaderni-diari che vengono posti su un tavolino all'ingresso e sui quali le fami- glie trovano notizie che riguardano la sezione del proprio figlio. Vengono annotate informazioni riguardanti la routine del pranzo e le attività della giornata. sulla lavagna presente nella zona degli armadietti vengono annotate comunicazioni a carattere generale, sulla bacheca nella zona di ingresso sono esposti documenti a norma di legge sulla gestione della nostra struttura.
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