LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE

Pagina creata da Antonio Cossu
 
CONTINUA A LEGGERE
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
LA SCUOLA
CATTOLICA
PARITARIA
           OCIALE,
SOGGETTO S ULTURALE
             C
ECCLESIALE E

              1
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
Indice

Presentazione ......................................................................................................5

Premessa................................................................................................................7

1. Lettera dei Vescovi....................................................................................11

2. Lettera aperta ai politici......................................................................... 15

3. Proposte dal Comitato Parità............................................................... 27
   a. Schede dalla Fism Veneto................................................................ 29
   b. Lettera aperta dalla Fism Veneto.................................................. 35
   c. Dalla Fism del Friuli Venezia Giulia................................................ 39
   e. Dall’Ufficio Scolastico regionale.................................................... 41
   f. Nota dalla Fidae Veneto..................................................................... 43
   g. Note dalla Formazione Professionale.......................................... 47
   h. L’Agesc per la parità scolastica....................................................... 53
   g. Finanziaria 2011: un colpo mortale............................................... 57

Conclusione: Note pastorali.......................................................................... 51
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
IS C O P A L E  T RIVENETO
          A EP
CONFERENZ     LE PER L’ED
           E PASTORA
                              UCAZIONE,
COMMISSION               ’
            L’UNIVERSITÀ
LA SCUOLA E

   GIORNATA
              LA
   DELLA SCUO
               NITÀ’
   DELLA COMU
               8
    DOMENICA 2
               010
    NOVEMBRE 2

                             LA SCUOLA
                             CATTOLICA
                             PARITARIA
                                        OCIALE,
                             SOGGETTO S ULTURALE
                                          C
                             ECCLESIALE E

                                            3
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
dav-
                                n  d a   di   u  n  ’e d u cazion e ch e sia
                     la doma                                ccupati e spe ss
                                                                                o
“Aume nta og gi                  i  ge  n it  or i,   pr eo
                       ie don o                                            t a nt i
vero tale . L a ch             ro   d ei   lo ro   f  igli; la chie don o
                       f ut u                                                 do delle
angosciati per il               la   t ri st   e  e  sp er ie n za del degra
                       vivon o                                               ch e
in se gn anti, ch e                so ci  et  à’   n  el  suo comple sso,
                        ie da la                                              ; la
loro scuole; la ch                 b  a si   st  e ss  e  d ella convive n za
                    dubbio le                             gazzi e giovani,
                                                                             ch e n on
ve de me sse in                  o  gl i  st  e  ss i  ra
                     ro intim                               lle sf ide della vi
                                                                                ta”
 chie don o n el lo                li  di    f ro n  t e  a
                    lasciati so                              e alla dioce si di
                                                                                  R oma
voglion o e ssere                er a    a lla   ci  t t à’
                      I, L et t                                              08).
 ( B e n e det to X V           zi on   e ,  R  om    a  2 1 ge n n aio 20
                      l’e duca
 sull’urge n za del

4
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
e
           Presentazion
           FINALITÀ’
                      A
           E STRUTTUR
                      R
           DEL DOSSIE

    Il presente Dossier è uno strumento per sostenere le iniziative
promosse dalla Conferenza Episcopale Triveneto previste per Do­
menica 28 novembre 2010: ‘Giornata della scuola della comunità’ ,
iniziativa riproposta per il terzo anno (dopo quelle del 21 dicembre
2008 e 29 novembre 2009).
    È composto di due parti: nella prima, dopo la premessa, in cui
viene riproposto il grave problema economico all’interno della que­
stione della parità scolastica, vengono riportati il ‘Messaggio’ dei Ve­
scovi del Triveneto per l’inizio dell’anno scolastico ed il ‘Messaggio
ai politici del Triveneto e ai candidati alla presidenza della Regione
Veneto in occasione delle elezioni’ dello scorso 2009. Nella seconda
parte viene presentata la situazione delle Scuole dell’Infanzia ed Asi­
li Nido (FISM), della secondaria di 1° e 2° grado (FIDAE) e dei Centri
di Formazione Professionale (CONFAP, FORMA), un intervento dell’A­
gesc nazionale per la parità, un comunicato stampa congiunto delle
aggregazioni nazionali delle scuole cattoliche ed alcune schede in­
formative.
    Gli obiettivi dell’Assemblea nelle singole scuole cattoliche del terri-
torio sono:
    -	 leggere ed approfondire i nuclei principali dei due ‘Messaggi’
       riportati,
    -	 sensibilizzare le comunità cristiane e l’opinione pubblica sull’i­
       dentità e le finalità della scuola cattolica all’interno del sistema
       educativo di istruzione e di formazione italiano,

                                                                         5
LA SCUOLA CATTOLICA PARITARIA - ECCLESIALE E CULTURALE
-	 presentare la ricchezza e la varietà della Scuola Cattolica, dal­
       le Scuole dell’Infanzia alle Superiori e ai Centri di Formazione
       Professionale presenti sul territorio, ed il loro prezioso patri­
       monio pedagogico a servizio dell’educazione delle giovani
       generazioni, in dialogo con tutte le istituzioni scolastiche ed
       educative presenti nel territorio,
    -	 richiamare il diritto della libertà di scelta dei genitori per i pro­
       pri figli senza ulteriori oneri,
    -	 individuare le vie principali di soluzione definitiva al problema
       dei finanziamenti statali, regionali e comunali attraverso il dia­
       logo fattivo con le autorità amministrative locali,
    -	 promuovere e consolidare il raccordo, alleanza tra famiglia,
       scuola, comunità cristiana e territorio per un ambiente educa­
       tivo idoneo a rispondere sempre più e meglio all’emergenza
       educativa.

    I destinatari dell’Assemblea sono genitori, docenti, dirigenti scola­
stici, personale della scuola, gestori, parroci, sacerdoti, membri dei
CPP e dei CPAE, sindaci, assessori, rappresentanti dell’Amministra­
zione Comunale, associazioni e federazioni cattoliche che operano
nella scuola e nell’educazione, aggregazioni ecclesiali e laicali, e po­
polazione tutta sensibile alle questioni educative e scolastiche chia­
mata a riflettere sul ruolo decisivo della scuola oggi.

    Le modalità dell’Assemblea sono lasciate alle singole scuole catto­
liche. Ogni scuola è invitata ad individuare una o due persone dispo­
nibili e competenti a guidare l’Assemblea, riflettendo sul ‘Messaggio’
dei Vescovi, sull’appello ai politici (21.2.12010) utilizzando liberamen­
te il materiale del Dossier ed altra documentazione utile, presentan­
do le caratteristiche principali della propria scuola all’interno della
situazione locale, individuando prospettive economico-finanziarie,
politico-culturali, ecclesiali-pastorali, che dalla propria realtà locale
si presentino percorribili e concrete per il bene della scuola ricono­
sciuta come comunità educativa e scuola della comunità. Sarebbe
cosa buona se si consolidasse e si estendesse il dialogo franco ed
attivo anche con la Scuola Statale e con tutti coloro che hanno a
cuore il futuro della scuola, per riflettere assieme sulla complessa si­
tuazione e prendere decisioni più efficaci e quindi per concorrere ad
elaborare una nuova cultura educativa della scuola.

6
Premessa
            LA SCUOLA
            CATTOLICA
            PARITARIA

     La Scuola Cattolica paritaria è consapevole di essere parte inte-
grante del sistema educativo nazionale di istruzione e di formazione
del nostro Paese, riconosciuta dalla legge 62/2000, e di svolgere un
servizio pubblico, aperto a tutti, contribuendo con la Scuola Statale
a realizzare pienamente l’autonomia e a rispondere efficacemente
all’emergenza educativa attuale. Da una parte essa rispetta la laici-
tà della scuola e dall’altra parte offre una sua identità di valori nel
quadro di un progetto educativo che promuove la persona nella sua
integralità aperta ai valori trascendenti e radicato nei valori cristiani che
caratterizzano la storia del nostro Paese. Resta ancora molto alta la
domanda di istruzione e di formazione che le famiglie e i giovani le
rivolgono nell’esercizio del loro diritto civile di scelta educativa sen­
za dover sostenere oneri aggiuntivi.
     Resta, purtroppo, ancora molto grave, e per certi aspetti dram­
matica, la situazione economico-finanziaria a seguito anche alla dif­
ficoltà, sempre più forte, di usufruire delle legittime - pur limitate
- forme di sostegno economico di cui le scuole hanno assolutamen­
te bisogno per continuare a svolgere la loro funzione educativa. Il
problema resta gravissimo, in particolare, per le scuole dell’infanzia
paritarie che - nel solo Veneto - accolgono quasi 100.000 bambini
interessando il 75% dell’intera popolazione scolastica regionale del
settore. Il prezioso servizio educativo, da esse svolto, costituisce ol­
tre tutto una fonte di risparmio per lo Stato, la Regione e gli Enti
locali. La chiusura di queste scuole - scelta dolorosa ma inevitabile

                                                                           7
se permane l’attuale situazione di sospensione o non conferma dei
contributi dovuti - comporterebbe un ben più pesante aggravio alle
finanze pubbliche.
     Accogliendo il pressante appello delle famiglie e delle scuole, la
Conferenza Episcopale Triveneto, continuando a seguire con partico­
lare preoccupazione la situazione,
     – chiede, ancora una volta, che tutte le istituzioni interessate ai
vari livelli politici - nazionale, regionale e comunale - non privino la
scuola paritaria del necessario sostegno;
     – invia il Messaggio alle comunità cristiane e ai fedeli di tutte le
diocesi del Triveneto;
     – accompagna una lettera del Comitato per la parità al Presiden­
te e ai vice Presidenti della Conferenza Episcopale Italiana circa la
condizione drammatica delle scuole paritarie causa i tagli ai finan­
ziamenti;
     – rilancia e sostiene il Messaggio ai politici e parlamentari a firma
della Presidenza delle aggregazioni delle scuole cattoliche in data
21 febbraio 2010;
     – promuove da alcuni anni la ‘Giornata della scuola della comu­
nità’, quest’anno fissata per domenica 28 novembre 2010. L’iniziati­
va propone, attraverso il coinvolgimento concreto di tutti i soggetti
protagonisti, incontri, dibattiti ed iniziative per la sensibilizzazione del
territorio alle questioni scolastiche ed educative ed al ruolo ecclesiale,
sociale e culturale della scuola cattolica paritaria nel territorio locale;
     – invita le parrocchie, durante la S. Messa, a dare risalto e impor­
tanza al ruolo educativo, pedagogico e pastorale delle scuole cat­
toliche. In questo modo si evidenzia chiaramente che la comunità
cristiana è interpellata dall’educazione della persona.
      – rilancia una Seconda Conferenza sulla Scuola nella prossima
primavera 2011 (dopo quella a Padova del 30 aprile 2009), affinché,
coinvolgendo le forze politiche, sociali, istituzionali, economiche ed
ecclesiali, si continui la riflessione su federalismo, autonomia e pari­
tà, in modo da individuare scelte concrete, condivise e complemen­
tari, dentro un quadro di riferimento unitario, per la piena parità, da
valorizzare e promuovere in tutte le sue dimensioni: istituzionale,
pedagogica, culturale, finanziaria e gestionale;
     – invita ad avviare il dialogo con la Regione Lombardia per in­
dividuare itinerari e percorsi legislativi percorribili e condivisi al rag­
giungimento della parità;

8
– invita la stampa diocesana e locale a sostenere le prossime i­
niziative in programma come contributo per promuovere nella so­
cietà del nordest la cultura della scuola e realizzare le riforme per il
bene di tutte le famiglie e dei giovani;
     – ringrazia tutti coloro - singoli, associati, aggregazioni, istituzio­
ni... - che a vario titolo si impegnano per il bene della scuola.

    Le iniziative e proposte diventano, allora, un’opportunità per
promuovere una responsabilità educativa condivisa con tutti i soggetti
(gruppi, movimenti, associazioni, istituzioni ecc... in particolare at­
traverso il ruolo delle FISM, FIDAE, CdO, CONFAP, AGESC, AGIDAE)
locali presenti nel territorio per garantire l’unità dell’atto educativo,
ed anche per ridisegnare una ‘rete’ necessaria tra comunità cristiana,
famiglia, sistema di istruzione e di formazione, media e comunica­
zioni, per un processo educativo efficace, oltre che ad essere un’oc­
casione per continuare il dialogo con le istituzioni amministrative e
politiche locali, a partire da quelle comunali, per il bene della scuola
come bene di tutti e per tutti i cittadini.
    Diventano infine occasioni favorevoli, all’inizio del decennio in
cui tutta la chiesa italiana è chiamata a porre al centro dell’azione
pastorale l’impegno educativo, per promuovere una comunità cri­
stiana educativa che si pone in dialogo con tutti i soggetti presenti
nel territorio, che ricerca una mediazione pedagogica efficace per
veicolare i contenuti della fede cristiana capaci di offrire all’educa­
zione una prospettiva di senso basata sulla ricerca della Verità, che
è sempre incontro personale con Gesù Cristo, e quindi, continuare
l’impegno a rimettere al centro delle comunità cristiane l’educativo,
promuovere la cultura della scuola come tempo e luogo di speranza
e di umanizzazione della persona.

                                                                          9
ch e
                              or  a li  pe  r  il  pr  ossimo dece n nio
                   nti past                              ision e ad impe gn
                                                                             arci
“Gli Orie ntame               in  go n  o  co  n   d ec
                  rovare sp                                                 n do le
stiamo per app                 n  e  di   e d u   ca  zion e ch e è , se co
                     a stagio                                           a n e nt e
in u n a rin n ovat          ’e si ge  n za   co  st   it utiva e perm
                    le , “u n                                             ll’As-
Su e st e sse paro              ( B  e n  e d et  t o   X VI, Discorso a
                    Chie sa”
della vi ta della                                  9)”
                    E I, 28 mag gio 20 0                                   0).
semb  le a d ella C
                               si on  e ,  R  om   a ,  27 mag gio 201
                   A ., Prolu
( BA G N A S C O

10
PRIMA PARTE
           1. Lettera
              dei Vescovi

Alle famiglie, ai dirigenti e docenti della scuola
Alle comunità civili e religiose
Alle amministrazioni locali e ai responsabili politici, del lavoro,
dei mass media

    All’inizio di un nuovo anno scolastico desideriamo rivolgerci con
affetto e stima al grande mondo della scuola, esprimendo sentimen­
ti di fiducia e speranza per tutti gli alunni, a partire dai più piccoli,
che per la prima volta iniziano - non senza qualche timore, ma anche
curiosità e fiducia - il percorso scolastico.

    Mentre auguriamo loro che possano vivere la scuola come un
momento ed un luogo gioioso e significativo di vita, esprimiamo
una profonda riconoscenza a tutti coloro che nella scuola operano
un fedele, paziente e prezioso servizio educativo alle giovani gene­
razioni. Iniziare un nuovo anno è sempre un evento ricco di attese
ma anche carico di preoccupazioni: è un momento intenso di vita.

   E noi, come Pastori, desideriamo essere vicini a voi e ai vostri
ragazzi, insieme alle nostre comunità cristiane, perché sappiamo
quanto importante e decisiva è la scuola non solo per i giovani
ma per tutta la società, aperta alle sfide del futuro.

                                                                       11
Come Chiesa italiana, inoltre, abbiamo deciso di dedicare l’intero
decennio 2010-2020 al tema educativo e ci auguriamo che questo
diventi stimolo per promuovere quella necessaria alleanza tra
tutte le realtà che operano sul territorio a servizio delle nuove
generazioni.

   Sappiamo che oggi la scuola vive un periodo delicato e decisi-
vo per le grandi e profonde riforme in atto; per le restrizioni di risor­
se a causa della crisi economico-finanziaria che attraversa il nostro
Paese; per i ritardi alla piena attuazione del processo di autonomia
e di parità; per la grande sfida multiculturale che investe la nostra
società.

   Nella scuola tuttavia vi sono potenzialità ancora inespresse
e che devono essere sprigionate per il bene di tutti, per realiz­
zare un’effettiva libertà di educazione e consolidare quella rete di
scuole e di tradizioni educative di cui è ricco il nostro territorio.

     Siamo solidali, in particolare, con tutti i docenti che ogni gior­
no si prendono cura, con passione e competenza, sia come singoli
sia come aggregazioni professionali, dell’educazione dei giovani;
con le famiglie che con tanta preoccupazione e fiducia affidano i
loro figli alla scuola; con le scuole cattoliche paritarie di ogni ordi­
ne e grado e con i centri di formazione professionale che, conti­
nuano ad offrire, nonostante tante difficoltà economico-finanziarie,
il loro prezioso e determinante servizio.

    Invitiamo i responsabili della società civile e politica: a cre-
are le condizioni affinché tutta la scuola sia messa in grado di
operare e di realizzare la propria specifica ed indeclinabile fina-
lità educativa; a sostenere la qualità professionale dei docenti;
a risolvere, su vie di giustizia e di solidarietà, il problema dei
precari; a rimuovere gli ostacoli per la realizzazione della piena
autonomia, della parità scolastica e la libertà della scelta edu-
cativa.

   Per dare voce a questo appello ed essere sempre più coinvolti
con tutti coloro che vivono ed operano nella scuola desideriamo
porre due momenti pubblici di incontro, sensibilizzazione e di-

12
battito con la società e le istituzioni, sulla situazione di tutta la
scuola nel Triveneto.

     Il primo evento è la “Giornata della scuola, comunità educan-
te”, fissato per domenica 28 novembre 2010: le comunità cristia­
ne - attraverso le scuole paritarie - si pongono in dialogo con istitu­
zioni, enti e organismi presenti nel territorio, per riscoprire e rilancia­
re il bene prezioso della scuola come risposta alle sfide educative del
momento presente.

   L’altro evento è la “Seconda Conferenza sulla scuola”, nella
primavera del 2011 (dopo quella realizzata il 30/4/2009 a Padova):
come Chiese del Triveneto desideriamo offrire, a tutti i responsabili
ed operatori della scuola a livello regionale, un momento di riflessio­
ne alto e significativo sulle attuali esigenze del mondo della scuola,
per il bene delle famiglie e l’educazione dei figli.

   Vi salutiamo tutti con affetto e riconoscenza, augurando un buon
anno scolastico.

   		            I Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto

   Zelarino, 14 settembre 2010

                                                                        13
-
                                   o   f ac   il e ,  m    a   n on dobbiamo ar
                   e’ mai stat                                    e il Sign ore st e
                                                                                      sso
“Educare n on                      a l   m  a  n  d  at  o    ch
                       mo m e n o                               con amore il su
                                                                                    -
re n derci: verrem                 oc  i  a    pa   sc  er  e
                      chiaman d                                   tre comu nità’
ci h a af f idato                  t os  t  o   n  el  le   n  os
                      iamo piut                                    ssion e dell’”io”
o greg ge . R isve gl                ch    e   e’    u  n  a   pa
                     e ducativa                                to e ducativo, ch
                                                                                      e
qu ella passion e                  D    io … .I l  co   m   pi
                    il “n oi,” per                                se gni e tradizion
                                                                                        i,
per il “ t u,” per                 t ar  io ,  va    lo ri zz  a
                    come priori                                     luoghi cre dibili
                                                                                       :
avet e assu nto                      .  N   ec   e ss   it  a   di
                       così ricca                                   culiare e irrinu
                                                                                        n-
di cui l’Italia e’                    il  su    o    ru   ol o  pe
                    amiglia, con                                   là’ delle opzioni
an zi t ut to la f                     co  m   u  n   e   a l  di
                     a, orizzont e                               villaggio,’ luogo e
                                                                                     d
ciabile; la scuol                   ‘f   on  t  a n   a    d el
                   parrocchia,                                     to delle re lazion
                                                                                        i
ideologich e; la                       e d e   n  el    t  e  ss u
                      inizia alla f
e sperie n za ch e
                                                                                      10)
quotidian e”                           o al la    C  E  I,  R  om  a, 27 mag gio 20
                       XVI, Discors
(BENEDETTO

14
PRIMA PARTE
           2. Lettera
              aperta
              ai politici

Ai candidati alla presidenza della Regione Veneto
Ai parlamentari (deputati e senatori) delle Regioni del Triveneto

Premessa

     Alla luce anche della recente Conferenza sulla scuola promossa
dalla Conferenza Episcopale Triveneto (Padova, Centro Congressi
Papa Luciani, 30 aprile 2009) sul tema: “Autonomia, parità, sussidia­
rietà: dialogo con i protagonisti” e di fronte alla sempre più delica­
ta e decisiva emergenza educativa, i sottoscritti, consapevoli che
il mondo cattolico, nella sua lunga storia di impegno fedele per il
bene della scuola, ha sempre promosso la centralità della persona
umana, la valenza educativa della comunità scolastica, il concetto
di sussidiarietà coniugato con l’equità, la formazione integrale della
persona umana, a nome delle aggregazioni, confederazioni, istitu­
zioni, organismi cattolici e di ispirazione cristiana impegnati da anni
nella scuola, nella formazione e nell’educazione desiderano presen­
tare alcune priorità costitutive di una politica educativo-formativo-
scolastica, con l’augurio che siano accolte e diventino occasione per
il confronto, il dialogo e l’azione concreta per il bene di tutta la scuo­
la e la formazione nel nostro territorio.
     La lunga tradizione di impegno per l’educazione e la formazione
del mondo cattolico, ricca e feconda di un patrimonio di esperien­

                                                                       15
ze ed interventi in dialogo con enti, istituzioni e soggetti impegnati
nella corresponsabilità educativa per il bene di tutta la scuola nel
nostro Triveneto è la base che ci fa ben sperare nella positiva solu­
zione delle delicate e decisive questioni scolastiche e formative in
modo da contribuire allo sviluppo globale e al bene comune delle
nostre famiglie che vivono nel Triveneto.

1. Autonomia, parità, federalismo: per una scuola di tutti
   e per tutti. Il quadro di riferimento giuridico-costituzionale.

    1.1. La Costituzione repubblicana ha introdotto novità sostanziali
in materia scolastica e di istruzione. L’art. 33 Cost., da un lato (primo
comma), esclude che le scuole statali possano configurarsi come
scuole di regime confliggendo la libertà di insegnamento con l’i­
dea stessa che vi possa essere una cultura di Stato; dall’altro (ter­
zo comma), attribuisce ai privati il diritto di istituire scuole proprie
(benché “senza oneri per lo Stato”), scuole munite, a loro volta, del
diritto di ottenere la parità con le scuole statali (quarto comma). È,
questo, il cuore del principio pluralistico della libertà nella scuola e
della scuola.
    La recente disciplina legislativa ha caratterizzato, su basi costitu­
zionali, la scuola privata come la scuola della parità (v. l. n. 62/2000),
la scuola pubblica (e di riflesso quella paritaria) come la scuola
dell’autonomia (v. art. 21 della l. n. 59/1997 e al d.p.r. n. 275/1999). Con
ciò, non è più esatto parlare di istruzione pubblica o privata, perché
“pubbliche o private invero sono soltanto le scuole a seconda che
ad esse provveda lo Stato ovvero i privati, mentre l’istruzione reste­
rebbe sempre la stessa: un’attività che ha una sua utilità sociale (...),
che soddisfa in ogni caso un fine sociale” (U. Pototschnig), al cui rag­
giungimento sono interessati non solo lo Stato, ma tutti i soggetti
dell’ordinamento, “un’attività che è servizio pubblico” (G. B. Verbari),
che “rappresenta una funzione dello Stato sociale” (G. Rolla); anche
la scuola privata può svolgere il servizio della pubblica istruzione
dove per “pubblica” non si intende di Stato, ma servizio reso nell’in­
teresse della collettività, ordinato, attraverso norme generali, dalla
Repubblica (S. De Simone).

16
1.2. Quanto all’autonomia, si osserva che alla base del riconosci­
mento di essa è “l’idea che, nel sistema dell’istruzione, debbano ave­
re prevalenza non gli apparati amministrativi, ma gli istituti, all’inter­
no dei quali si svolge l’attività di insegnamento, e che costituiscono il
risvolto, sul piano istituzionale, di una comunità di docenti, studenti
e genitori” (A. Pajno ); che “col mutare del rapporto tra Stato e società
e di quello tra scuola e Stato, ci si è andati lentamente rendendo con­
to del fatto che lo Stato non può essere responsabile dell’istruzione.
Lo è la scuola, in quanto corpo dotato di autonomia” (S. Cassese); che
“non spetta allo Stato istruire, ma (...) è la scuola come tale a istrui­
re” (U. Pototschnig); che l’autonomia implica “l’abbandono dell’idea di
un’unica scuola statale di matrice ministeriale, determinata ‘dall’alto’,
per cedere il passo all’idea di diverse e multiformi scuole statali che
si autodeterminano ‘dal basso’, attraverso i propri organi collegiali
rappresentativi di ciascuna comunità scolastica (...)” (M. Renna).
    E tutto questo vale a fortiori per la scuola paritaria, la quale, più
ancora che “autonoma”, viene definita dalla Costituzione come pie­
namente “libera” e come tale è garantita.
    Quanto alla parità, sono almeno tre le affermazioni di principio
sulle quali fermare l’attenzione: a) le scuole paritarie, private e degli
enti locali, costituiscono, insieme alle scuole statali, il servizio nazio­
nale di istruzione (v. art. 1, comma 1, l. n. 62/2000); b) esse svolgono
un servizio qualificato come pubblico (v. art. 1, comma 3, l. ult. cit.); c)
l’insegnamento impartito nelle scuole paritarie deve essere valutato
nella stessa misura prevista per quello prestato nelle scuole statali (v.
art. 2 l. n. 333/2001).

     1.3. Tutto ciò ha importanti conseguenze anche sul piano della
parità economica, conseguenze da far valere nei confronti dei diver­
si livelli di governo e secondo le rispettive competenze.

    1.3.1. Al soggetto Stato, competente in via esclusiva a dettare le
“norme generali sull’istruzione”.
    Prefigurandosi una relazione di tipo unitario tra scuola pubbli­
ca e scuola privata (articolazioni del medesimo sistema pubblico di
istruzione), pare congruo ragionare nell’ottica della integrazione an­
che sotto il profilo dell’organizzazione della rete scolastica e dei suoi
costi.

                                                                         17
Sarebbe, allora, difficile sostenere la ragionevolezza di un divieto
di finanziamento che escludesse in termini assoluti le scuole parita­
rie dalle risorse statali, secondo la lettera dell’ultimo inciso dell’art.
33, terzo comma, Costituzione.
    Tradotta col divieto (dunque, relativo) di assunzione (solo) di
impegni che non siano diretti a realizzare il servizio scolastico inte­
grato, la clausola “senza oneri per lo Stato” troverebbe l’armonia del
sistema: rispetto al diritto all’istruzione e ai principi del pluralismo
e della libera scelta della scuola; rispetto alla garanzia della piena
libertà della scuola privata; rispetto al dovere della Repubblica di i­
stituire scuole per tutti gli ordini e i gradi e alle necessarie (tante)
risorse di cui abbisogna. Essa, così intesa, non vieterebbe affatto, in
maniera indifferenziata e incondizionata, il sostegno pubblico alla
scuola privata, né lo riserverebbe ad ipotesi marginali (come pure
oggi, in modo del tutto contraddittorio, accade); vieterebbe di sov­
venzionare iniziative private che, per mantenere il massimo grado di
libertà, scegliessero di non aderire ad alcuna forma di integrazione
o collaborazione col sistema d’istruzione pubblico.
    Da qui, dunque, la richiesta di rinnovare ed incrementare le risorse
per tutti i cicli (anche quello secondario) di istruzione secondo le for­
mule sia del finanziamento diretto che del finanziamento a progetto.

    1.3.2. Al soggetto Regione, competente in via concorrente in
materia di istruzione e in via residuale in materia di diritto allo studio
e di formazione ed istruzione professionale.
    Per un verso, stanti tali nuove competenze (conseguite con la
novella costituzionale del 2001) attinenti sia agli aspetti (esterni) or­
ganizzativi dell’istruzione, che alla definizione dei contenuti dell’in­
segnamento, va escluso che la clausola “senza oneri per lo Stato”, per
il carattere di assoluta specialità rispetto ai principi del sistema, sic­
come di stretta interpretazione, possa vincolare soggetti (le Regioni
e gli enti locali) diversi da quelli testualmente menzionati (lo Stato):
altrimenti detto, il divieto degli oneri “per lo Stato” non è da leggere
come divieto di oneri “per la Repubblica”; altrettanto fondatamente
si deve concludere che, per la tassatività delle materie riservate in via
esclusiva allo Stato e per la generalità della competenza residuale
delle regioni, queste, nella loro autonomia politica, possono decide­
re di finanziare le scuole paritarie e/o di introdurre misure economi­
che per l’integrazione dei servizi scolastici pubblici e privati.

18
Per altro verso, va dato per pacifico che gli interventi in materia
di diritto allo studio spettano non solo agli alunni della scuola pub­
blica, ma anche a quelli della scuola privata e non solo della scuola
privata paritaria, ma anche della scuola privata non autorizzata a ri­
lasciare titoli legalmente riconosciuti (cfr. Corte costituzionale, sen­
tenza. n. 454/1994).
     Da qui, allora, la richiesta alle Regioni di dotarsi di leggi organi­
che in materia di diritto allo studio (e/o di attrezzarsi in tal senso in
via amministrativa) capaci di prevedere sia sussidi agli alunni (nella
forma di buoni scuola, voucher, ecc.), sia aiuti diretti alle scuole fina­
lizzati ad alleviare oneri di gestione, ivi inclusi, per esempio, contri­
buti per la costruzione, la manutenzione, l’ampliamento di immobili
(edilizia scolastica), per il funzionamento degli impianti (energia e­
lettrica, riscaldamento), per l’utilizzazione di centri sportivi o di strut­
ture culturali, per l’istituzione di nuove sedi, per l’aggiornamento dei
docenti, per promuovere progetti di sperimentazione, per l’acquisto
di materiali di consumo, attrezzature didattiche, strumenti informa­
tici o di laboratorio.
     Similmente, in materia di istruzione e formazione professionale.

    1.3.3. Quanto al soggetto Comune, sebbene sprovvisto di
com­petenze stricto jure legislative, va rammentato che “all’interno
dell’ordinamento generale o nella disciplina di settore degli enti ter­
ritoriali non esiste alcuna norma che ponga uno specifico divieto [di
contribuire finanziariamente al funzionamento delle scuole operanti
sul loro territorio]. Infatti, se l’azione è intrapresa al fine di soddisfa­
re esigenze della collettività rientranti nelle finalità perseguite dal
Comune, l’erogazione di un finanziamento non può equivalere ad
un depauperamento del patrimonio comunale, in considerazione
dell’utilità che l’ente o la collettività ricevono dallo svolgimento del
servizio pubblico o di interesse pubblico effettuato dal soggetto
che riceve il contributo” (Corte conti, sez. contr. Lombardia, 29 giugno
2006, n. 9/pareri/2006) ... “Conseguentemente, deve ritenersi che, in
linea generale, i Comuni possano concludere convenzioni con gli
enti, anche di diritto privato, che gestiscono scuole dell’infanzia [ma
non solo] sul loro territorio e possano accollarsi, anche, l’onere di e­
rogare contributi destinati ad agevolare il funzionamento delle or­
dinarie attività della scuola” (così, Corte dei conti, sezione regionale
di Controllo per la Lombardia, n. 18/2006 nel “parere sulla possibilità

                                                                         19
per un ente locale di stipulare una convenzione con un ente di dirit­
to privato per la gestione di una scuola dell’infanzia e sull’eventuale
erogazione di contributi in favore di quest’ultima”).

2. Priorità: realizzare la piena parità scolastica

    2.0. Di fronte alla “emergenza educativa”, espressione che
richiama in maniera efficace un tratto innegabile della condizione
odierna, ognuno è invitato a dare il proprio contributo per dare spe­
ranza e futuro ai giovani e alle loro famiglie. È un compito prioritario,
e la scuola, ogni scuola di ogni ordine e grado, deve essere messa in
condizione di poter realizzare la specifica finalità educativa attraver­
so il sapere. Anche noi siamo convinti che una stagione di rinnovato
impegno educativo potrà costituire un punto di convergenza con
tutti i soggetti protagonisti della società civile più interessati alla
crescita delle giovani generazioni.

    2.1. La Scuola paritaria alla luce della legge 62/2000 è par­
te costitutiva del sistema nazionale di istruzione e di formazione e
concorre, nella sua specificità ed autonomia, a realizzare l’offerta
formativa nel territorio. Le scuole cattoliche a partire dall’Infanzia,
espressione delle comunità in cui operano, sono capillarmente dif­
fuse in tutto il nostro territorio e rispondono a un’ essenziale esigen­
za educativa. Non sono scuole private, ma paritarie e senza fini di
lucro e come tali facenti parti, come le scuole statali e dei comuni,
del sistema nazionale d’istruzione: sostenerle significa sostenere il
servizio pubblico che esse svolgono.
    Il problema dell’autonomia è legato all’effettiva parità delle Isti­
tuzioni scolastiche che svolgono la stessa funzione pubblica. Per
questo riteniamo che la riforma della scuola italiana non sarà piena
e completa senza la soluzione del problema della parità. Non si trat­
ta di una rivendicazione particolare e ‘confessionale’ dei cattolici, ma
va considerata nel quadro di una questione generale di liberta e di
pubblico interesse e di piena attuazione dell’autonomia scolastica.
Quasi tutti gli Stati dell’Unione Europea da molto tempo sono entra­
ti nella logica del finanziamento delle scuole paritarie in quanto re­
alizzano un servizio pubblico finalizzato all’istruzione e formazione

20
dei giovani. Inoltre gli stessi Stati europei in questo modo assicurano
un’effettiva libertà di scelta da parte delle famiglie dei percorsi edu­
cativi per i propri figli, in sintonia con una risoluzione del Parlamento
Europeo del 4 marzo 1984.

   2.2. Pertanto chiediamo di:
    - valorizzare il patrimonio di cultura, solidarietà, competenza
e dedizione ai giovani che caratterizza da sempre l’attività scolastica
e formativa della scuola cattolica. Non siamo, né intendiamo diven­
tare una riserva indiana, né una specie protetta in via di estinzione;
   -  garantire la piena libertà di tutti i cittadini attraverso un impe­
gno concreto perchè la parità sia anche economica, finanziando
completamente i percorsi scolastici di ogni ordine e grado e garan­
tendo a tutti, italiani e stranieri regolari, l’accesso ai finanziamenti
presenti e futuri;
    -  fare “squadra” per favorire tutte le iniziative promosse dalla
società civile ed ecclesiale del Triveneto, a favore della libertà di e­
ducazione e di formazione, per il bene dei giovani, individuando i
percorsi legislativi che realmente portano a salvaguardare il valore
dell’autonomia scolastica nel rispetto delle indicazioni nazionali, e
cioè che nel rapporto Stato-Regioni la scuola libera paritaria venga
riconosciuta come scuola pubblica e che siano create strutture ido­
nee (uffici competenti per la parità a livello statale, regionale, istitu­
zioni di tavoli di concertazioni...);
    -  costituire una commissione mista / un tavolo di lavoro che
studi le interconnessioni tra autonomia e parità, in modo che il pas­
saggio alle Regioni sia attentamente valutato e governato anche
con i responsabili della scuola paritaria, perché i contributi stanziati
dallo Stato per le scuole paritarie, o in genere le misure di sostegno
finanziario, devono rientrare nelle norme generali dell’istruzione,
quanto il loro vincolo di destinazione;
    -  passare dall’attuale logica dei contributi a quella del finan-
ziamento stabile ed organico sulla base del numero delle scuole e
delle sezioni funzionanti in misura tale da permettere una gestione,
qualitativa ed organizzativa, equipollente a quella delle scuole sta­
tali, secondo lo spirito della normativa vigente in modo da consen­

                                                                       21
tire a tutte le famiglie la possibilità di scegliere la scuola a parità di
condizioni;
    -  far rientrare, nelle norme generali dell’istruzione, i contribu­
ti stanziati dallo Stato per le scuole paritarie o in genere le misure
di sostegno finanziario, così da realizzare l’equiparazione delle
scuole paritarie alle scuole statali sul piano economico, fiscale e
tributario;
   -  estendere tutte le opportunità e/o progetti offerti alla
scuola statale anche alla scuola paritaria (es. aggiornamento del
personale, dotazione di LIM, computer a prezzo agevolato per do­
centi...),
     - far rientrare tutta l’area della parità all’interno del sistema
informativo del Ministero affinché possa concorrere a tutte le ri­
levazioni di informazioni che siano pertinenti, attraverso una necessa­
ria rilettura, con conseguente revisione, della normativa vigente onde
renderla coerente ai principi di parità espressi nella legge istitutiva e
contemporaneamente procedere ad una semplificazione burocratica
che agevoli le scuole nell’esplicitarne gli adempimenti previsti.

     2.3. La Scuola dell’Infanzia: patrimonio storico di cultura, e-
ducazione e civiltà.
     La Scuola dell’Infanzia cattolica paritaria, capillarmente inserita
nel nostro territorio, costituisce una reale, insostituibile e strutturale
presenza dentro il sistema integrato di istruzione. Tenuto conto che
il sostegno è rimasto inalterato dall’anno 2000, e che rischia annual­
mente di essere pesantemente ridotto dai tagli in Finanziaria, le in­
dispensabili condizioni per assicurare il servizio alle famiglie sono:
     -passare ad una stabilizzazione, in base a parametri definiti, del
sostegno all’offerta formativa attraverso la determinazione del contri­
buto annuale per sezione e la realizzazione, con formule semplificate,
di convenzioni pluriennali tra l’amministrazione scolastica e le scuole
(singolarmente considerate o costituite in rete) con periodica revisio­
ne (triennale) in rapporto soprattutto al costo personale docente;
     -assicurare ad ogni famiglia che iscrive il proprio figlio ad una
scuola, a prescindere dalla scelta tra scuola statale o paritaria, un
trattamento paritario, anche attraverso opportune intese a livello
territoriale.

22
Pertanto, alla luce della normativa vigente, circa l’autonomia, la
parità ed il federalismo, secondo lo spirito di sussidiarietà e di leale
collaborazione chiediamo che:
   -  si metta ordine, in ambito regionale, alla materia ora di­
spersa in una pluralità disomogenea di atti di rango legislativo e
amministrativo attraverso l’adozione di una legge condivisa organi­
ca sul diritto allo studio, la formazione, l’istruzione e la formazione
professionale;
    -  che siano stabiliti stanziamenti adeguati a ricorrente fisso
e non soggetti a discrezionalità del momento e del luogo, qualifi­
cando l’erogazione secondo le reali esigenze, passando dall’attua­
le contributo ad un vero e proprio finanziamento stabilito in modo
normativo continuativo;
      -  si metta ordine, in ambito regionale, in tutto il ‘settore
Nidi e Scuole dell’Infanzia’ (zero –sei anni) chiarendo quanto at­
tualmente si trova sparso tra il settore dell’istruzione e quello dell’as­
sistenza, per ambiti, competenze e responsabilità. Infatti, la stessa
attenzione prestata alla scuola dell’infanzia e gli stessi obiettivi che
per essa abbiamo ora ricordato chiediamo che siano estesi anche
agli asili nido, cogliendo lo spirito della più avanzata giurispruden­
za costituzionale che ha progressivamente abbandonato l’idea di
qualificarli in termini di speciali servizi sociali di interesse pubblico,
riconducibili alla materia beneficenza e assistenza pubblica di cui al
vecchio art. 117 Cost. (v. sentenze n. 174/1981) per oggi affermare
che “il servizio fornito dall’asilo nido non si riduce ad una funzione
di sostegno della famiglia nella cura dei figli o di mero supporto per
facilitare l’accesso dei genitori al lavoro, ma comprende anche fina­
lità formative, essendo rivolto a favorire l’espressione delle poten­
zialità cognitive, affettive e relazionali del bambino” (v. sentenza n.
467/2002), così chiarendo che “utilizzando un criterio di prevalenza,
la relativa disciplina non possa che ricadere nell’ambito della mate­
ria dell’istruzione (sia pure in relazione alla fase pre-scolare del bam­
bino), nonché, per alcuni profili, nella materia della tutela del lavoro
...” (v. sent. n. 370/2003, cui adde sent. n. 320/2004 e n. 120/2005).

                                                                       23
2.4. La Scuola Cattolica del I e II ciclo: parità ed autonomia,
pilastri del sistema di istruzione italiano.
         Alla luce di quanto espresso precedentemente è indispen­
sabile continuare nella maniera più rapida ed incisiva possibile l’iti­
nerario verso una parità reale ed effettiva, al fine di un generale mi­
glioramento dei livelli di apprendimento di tutti gli studenti e, più in
generale, della qualità della scuola del Paese. Il sostegno finanziario,
finora, si è caratterizzato dall’intreccio di interventi statali, conven­
zioni, buono per le famiglie, interventi a livello regionale, oltre che la
quota delle singole famiglie. Purtroppo l’erogazione dei contributi
sta registrando una sempre maggiore difficoltà a partire da proble­
mi derivati dall’interpretazione normativa, da ritardi dovuti ai trasfe­
rimenti alle regioni, e dai rallentamenti derivanti dai tagli apportati
da leggi emanate per il contenimento della spesa pubblica: questo
ha generato e continua drammaticamente a generare incertezza,
stanchezza, sfiducia, che minano la progettualità e la sopravivenza
a medio e lungo termine delle scuole paritarie.
    Pertanto chiediamo:
    -  che questo aspetto venga assolutamente affrontato assicurando
in sede di legge finanziaria l’entità economica stabile e continuativa;
    -  che all’affermazione di principio della parità corrisponda real­
mente l’adeguamento economico finanziario, tenuto conto, anche
che lo Stato dovrebbe spendere circa € 6.300 milioni per consentire
la frequenza delle scuole statali agli studenti delle scuole paritarie:
questo rende economicamente ‘conveniente’ per lo Stato incremen­
tare il proprio impegno in Legge Finanziaria a favore delle famiglie
frequentati il sistema paritario.

    2.5. La Formazione Professionale: il coraggio di rinnovare
adeguatamente le leggi regionali.
    Anche la Formazione Professionale nel nostro territorio è una
realtà significativa e presenta un patrimonio culturale, pedagogico,
professionale ricco ed originale, tale da divenire anche un punto di
riferimento e motore per tutto il mondo della Formazione Professio­
nale a livello nazionale.
    La formazione professionale iniziale nel nostro territorio è for­
te proprio in virtù dei valori e caratteri peculiari di concretezza, di

24
legame col territorio, di adattabilità alle mutate esigenze normati­
ve ed economico-sociali, di passione per l’arte di insegnare a fare e
di imparare facendo, e con i quali ha saputo affrontare le sfide che
quest’ultimo periodo storico sta riservandoci.

   È necessario attivarsi per costruire il futuro della Formazione Pro­
fessionale iniziale, in attesa che si predispongano nuove leggi re-
gionali capaci di integrare il sistema di istruzione regionale con
quello della formazione professionale; nel Veneto una nuova
legge che aggiorni e completi l’attuale LR 10 del 1990; nel Friuli Ve-
nezia Giulia una legge che sostituisca la LR 76 del 1982. Leggi che
possano valorizzare e non penalizzare gli enti di formazione, che ga­
rantiscano, attraverso risorse finanziarie regionali, nazionali, del FSE
(Fondo sociale europeo), la possibilità di un futuro da costruire con
impegno e dedizione da parte dei giovani.
   A questo scopo chiediamo di:
     - mettere a regime i percorsi di istruzione e formazione pro-
fessionale di durata triennale e quadriennale in concomitanza con
il riordino del (sotto)sistema dell’Istruzione secondaria superiore e
nel rispetto dei Livelli essenziali delle prestazioni (Capo III, d. lgs.
226/05);
    -  riconoscere nella erogazione dell’offerta formativa, so­
prattutto in questa fase di avvio graduale dell’intero secondo ciclo,
alle istituzioni formative (CFP) accreditate dalle Regioni protagoniste
della sperimentazione avviata sin dal 2003, di svolgere la funzione
primaria; mentre agli Istituti professionali accreditati dalle Regioni
a rilasciare i medesimi titoli professionalizzanti, di svolgere questa
funzione in maniera sussidiaria e complementare, in vista della co­
struzione di una offerta progressivamente coerente con i fabbisogni
dei vari territori;
    -  fare fronte alle situazioni di disagio giovanile, prevedendo
anche interventi formativi specifici per i giovani in difficoltà, quali
l’azione di orientamento, il supporto didattico nelle specifiche aree
critiche, percorsi destrutturati, misure di sostegno ed accompagna­
mento all’inserimento lavorativo.

   La sperimentazione dei percorsi formativi triennali è stata soste­
nuta, in questi anni principalmente dalla Regione, con il concorso

                                                                     25
statale (MIUR e MLPS). È necessario che Stato e Regioni provvedano,
ciascuno per la propria competenza, di dotare il (sotto)sistema di
IeFP di finanziamenti stabili e correlati alla domanda formativa dei
giovani, sottoposti a oggettivi parametri di valutazione.

Conclusione

     L’augurio è che, dopo tanti tentativi e interruzioni, il processo ri­
formatore possa riprendere con assoluta priorità per il bene della
società intera. Ci auguriamo che il dibattito consolidi l’autonomia, il
pluralismo, l’aderenza alla società civile e l’applicazione del princi­
pio della sussidiarietà. Infatti difendere l’esercizio del diritto paritario
all’istruzione e alla formazione professionale degli studenti e della
libertà di scelta da parte delle famiglie pone una pietra angolare a
sostegno della crescita morale, sociale ed economica del Paese.
     Rimanendo a completa disposizione per continuare il dialogo,
riconoscenti salutiamo.

AGESC       Coccia Adriano, Biasoni Giancarlo, Paolazzi Giancarlo
AGIDAE      Pettenon Giampietro
CONFAP      Raffaello Fortuna, Tierno Massimo
FIDAE       Kaladich Virginia, Zuccato d. Paolo, Giacometti d. Umberto
FISM        Lessio Ugo, Braida Paolo, Baldessari Giuliano
FOE-CdO     Gatti Luciano
MSC         Roncari Eleonora
USMI        Calzavara Sr. Noris Adriana
CISM        Moni p. Giuseppe

Mestre, 21 febbraio 2010.

26
PRIMA PARTE
            3. Proposte
               dal Comitato
               Parità

Proposte a livello nazionale

     L’obiettivo primario è e resta realizzare la ‘parità scolastica’
(L. 62/2000), cioè passare dal contributo al finanziamento per
assicurare l’effettiva libertà di scelta delle famiglie per i figli. Si fa
presente che la Finanziaria, per il 2010-2011, sui 535 milioni di euro pre­
vede un taglio di 42%, nonostante diversi impegni assunti dal Governo
per garantire la certezza dei finanziamenti. Il 2009-2010 per il secondo
anno consecutivo, il reintegro della quasi totalità (grazie allo ‘scudo fi­
scale’, non previsto per il prossimo anno) è avvenuto con ritardi e ral­
lentamenti che stanno rendendo la situazione sempre più drammati­
ca per la sopravvivenza delle scuole paritarie. Si chiede di assicurare
in sede di legge finanziaria l’entità economica stabile e continuativa
e che si giunga realmente all’adeguamento economico finanziario
alle scuole paritarie, tenuto conto anche che lo Stato risparmia circa
€ 6.300 milioni. Al riguardo, si propone di proseguire nella diffusione
del ‘Messaggio-appello ai politici’ e sollecitare le gli organismi naziona­
li a continuare la sensibilizzazione e l’azione politica per la piena parità.

Proposte a livello della Regione Veneto

   Ritenendo che quanto detto non è una rivendicazione ‘confes­
sionale’ dei cattolici, ma una questione di libertà e di pubblico in­

                                                                          27
teresse e di piena attuazione dell’autonomia scolastica, in sintesi si
chiede di continuare il ‘dialogo istituzionale’ avviato in Regione
lo scorso dicembre 2009 ed interrotto in occasione delle elezio-
ni per la costituzione di un ‘tavolo di lavoro’, per analizzare in
modo autorevole e concertato tutta la complessa realtà di cui sopra,
alla luce anche delle indicazioni offerte dal ‘Documento-Messaggio ai
politici e candidati alla Regione Veneto’ a firma delle presidenza delle
aggregazioni delle Scuole Cattoliche e dei Centri di Formazione Pro­
fessionale, in modo da poter giungere a scelte concrete, adeguate e
condivise per il bene di tutta la scuola veneta.
    In altre parole:
    -  mettere ordine, a livello regionale, alla materia ora dispersa in
una pluralità disomogenea di atti di rango legislativo e amministra­
tivo attraverso l’adozione di una legge condivisa organica sul diritto
allo studio, l’istruzione e la formazione professionale;
    -  stabilire stanziamenti adeguati a ricorrente fisso e non soggetti
a discrezionalità del momento e del luogo, qualificando l’erogazione
secondo le reali esigenze, passando dall’attuale contributo ad un ve­
ro e proprio finanziamento stabilito in modo normativo continuativo;
    -  mettere ordine in tutto il settore Nidi e Scuole dell’Infanzia’
(zero-sei anni) chiarendo quanto attualmente si trova sparso tra il
settore dell’’istruzione’ e quello dell’’assistenza’, per ambiti, compe­
tenze e responsabilità.
    -  Circa la Formazione Professionale si chiede una nuova legge, che
aggiorni e completi la L. R. 10 del 1990 e disciplini la FP nell’ambito del
Sistema Educativo Regionale per rendere sistemico il percorso trienna­
le per tutti i giovani valorizzando e sostenendo gli enti di formazione.

Proposte a livello comunale

    Riprendere il dialogo con l’ANCI Veneto dopo il rinnovo delle
cariche, individuando percorsi di collaborazione e partecipazione
intravisti nell’attuale legislazione degli enti locali; e continuare il dia­
logo a livello locale con le Amministrazioni comunali per affrontare
assieme la sfida educativa e le questioni circa la materia dei Nido,
delle Scuole dell’Infanzia.

28
RTE
           SECONDA PA
           a. Schede
              dalla Fism
              Veneto

    ALLE COMUNITÀ CRISTIANE L’INVITO:
    a) a riproporre e ravvivare le ragioni educative, civili e pastorali
della scuola cattolica e di ispirazione cristiana, come progetto ori­
ginale di formazione, come fondamentale servizio sociale e come
segno della propria identità religiosa e ideale;
    b) a continuare a sostenerle con passione e impegno rivendican­
do anche presso le istituzioni la loro funzione “pubblica” mediante
la piena attuazione della parità scolastica, convinti che, con ciò, si
difende il diritto al pluralismo scolastico e la libertà di scelta da parte
delle famiglie.

    ALLE ISTITUZIONI PUBBLICHE (STATO, REGIONI, COMUNI):
    • l’impegno a dare urgenti, concrete e adeguate risposte politi­
che e giuridiche alle esigenze di autonomia e di parità effettiva del
sistema scolastico, ad iniziare da quello dell’infanzia, elemento di i­
dentità e straordinario patrimonio di civismo e di sussidiarietà della
comunità veneta.

   In particolare:
   I - attuazione della parità scolastica:
   a) finanziamento adeguato (non contributo “grazioso”) a rimbor­
so delle spese del personale;
   b) completamento della normativa di trasferimento alle Regioni
della materia dell’istruzione in particolare quella dell’infanzia;

                                                                        29
II – sistema scolastico regionale:
    a) la Regione come istituzione deputata alla pianificazione e alla
programmazione del sistema anche per quanto riguarda le risorse
economiche e del personale;
    b) fase di transizione (in attesa del federalismo): riordino del siste­
ma con il coinvolgimento degli enti locali con lo scopo di creare da
subito una rete di servizi all’infanzia di qualità ed equo (in particola­
re per quanto attiene alle rette a carico delle famiglie);
    III – le comunità locali.
    Impegno dei gestori, delle istituzioni, delle famiglie, delle comuni­
tà a riscoprire le ragioni sociali, storiche, culturali delle scuole dell’in­
fanzia “di comunità”, originale elemento della comunità veneta.

                                      .......

     SCUOLE DELL’INFANZIA:

30
COSTO ANNUO PER BAMBINO anno 2009

(*) Per l’anno scolastico 2010-2011 è previsto un aumento del 6% che eleva il costo ad
€ 297,00 al mese.

    COME VIENE COPERTO:

    Costo bambino al mese
    (€ 2.800:10 mesi di scuola)		                       € 280,00         (100,00%)
    Contributi “pubblici”
    - contributo del Ministero  € 57,00
    - contributo della Regione  € 15,00
    - contributo del Comune
    (media regionale)           € 36,00                  € 108,00         (38,57%)

    DIFFERENZA
               € 172,00 (61,43%)

    COPERTA DALLA RETTA a carico della Famiglia ovvero, in mi-
sura inferiore, in presenza di CONTRIBUTI DELLA PARROCCHIA (o del­
la comunità) e/o di ENTRATE DIVERSE (offerte, doni, iniziative locali
(lotterie, feste), ecc.).

   NOTA:
   Il rapporto tra l’importo della retta a carico della famiglia e l’im­
porto dei contributi “pubblici” ha avuto negli ultimi sei anni la se­
guente evoluzione:

                                                                                   31
In 5 anni la “pressione” (la retta) sulla famiglia è aumentata
dell’8,13%: a proposito delle tanto conclamate politiche a so-
stegno della famiglia!

     COSTO DI UN BAMBINIO alla scuola dell’infanzia:
     • “paritaria”			         €  280,00 al mese
     • statale			             € 612,00 al mese
     • comunale			            €  514,00 al mese

   QUANTO RISPARMIA LO STATO CON LE SCUOLE DELL’INFAN-
ZIA PARITARIE NEL VENETO:

     bambini 93.500 x € 6.120,00 l’anno:
     SPESA TEORICA                          € 572.220.000,00
     CONTRIBUTO dello Stato                   € 53.000.000,00
     DIFFERENZA nell’anno                  € 519.200.000,00

  VALE A DIRE che lo STATO DÀ ALLE SCUOLE PARITARIE ME-
NO DI UN DECIMO (9,5%) DI QUANTO SPENDE PER I BAMBINI
DELLE STATALI!!

   IL CONTRIBUTO STATALE ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA PARITA­
RIE.

     Bilancio 2008		                              € 535, 4 milioni

     Bilancio 2009:
     a) stanziamento ordinario € 401,9 milioni (- 24,9%)
     b) reintegro in finanziaria € 120,0 milioni € 521,9 milioni

32
Bilancio 2010:
   a) stanziamento ordinario € 401,9 milioni
   b) reintegro “scudo fiscale” € 130,0 milioni      € 531,9 milioni

   Bilancio 2011:
   a) previsione di stanziamento 2011
   nel piano triennale 2009-2011              € 312,4 milioni ( - 41,6%)
   mancano                    € 223,0 milioni € 535,4 milioni

    Note.
    (1) sullo stanziamento ordinario 2010 (€ 401,9 milioni complessivi)
alle Scuole dell’infanzia paritarie del Veneto sono stati recentemente as-
segnati € 38.357.268,21 pari al 9,54%.
    (2) In questi giorni, finalmente, è stato firmato il decreto dell’ero-
gazione dei 130 milioni di €: tuttavia, sulla base della quota del 9,54%,
comporterà per le scuole dell’infanzia paritarie del Veneto un minore in-
troito di € 12.402.000, vale a dire € 13,50 al mese per bambino!
    (3) nulla si sa - fin tanto che non viene presentato il bilancio dello
Stato 2011 e la finanziaria 2011 (quindi a fine anno) - del reintegro dei €
223 milioni che mancheranno nel bilancio 2011. Il mancato reintegro (€
21.300.000,00) avrà come conseguenza, per le scuole dell’infanzia del Ve-
neto, un minore introito che corrisponde ad € 33,00 al mese per bambino!

   – QUANTO HA RISPARMIATO LO STATO.

  RISPARMIO FINANZE PUBBLICHE SU STUDENTI SCUOLE PARITARIE =
MAGGIOR COSTO SE FREQUENTASSERO SCUOLE STATALI

                                                                        33
Puoi anche leggere