ANNO 2018/2019 - Repubblica e Cantone Ticino
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ANNO 2018/2019 Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana SOMMARIO 1. Comunicazioni della Presidente .............................................................................. 3855 2. Presentazione di messaggi e proposta di attribuzione a Commissioni .................... 3855 3. Proposta di attribuzione a Commissioni di iniziative parlamentari elaborate ........... 3856 4. Proposta di attribuzione a Commissioni di iniziative parlamentari generiche .......... 3856 5. Attribuzione a Commissione di iniziativa cantonale ................................................. 3857 6. Attribuzione a Commissioni di petizioni ................................................................... 3857 7. Preventivo 2019 – seguito discussione ................................................................... 3857 - Messaggio del 26 settembre 2018 n. 7582 - Rapporto di maggioranza del 27 novembre 2018 n. 7582 R1; relatore: Raffaele De Rosa - Rapporto di minoranza del 27 novembre 2018 n. 7582 R2; relatore: Ivo Durisch 8. Alta vigilanza sulla questione dei rimborsi spese e dei diritti di carica dei Consiglieri di Stato e preavviso sulla pretesa di risarcimento contro i Consiglieri di Stato del deputato Matteo Pronzini dell'8 febbraio 2018 .................. 3898 - Pretesa di risarcimento dell'8 febbraio 2018 - Rapporto di maggioranza del 27 novembre 2018; relatore: Fabio Bacchetta-Cattori - Rapporto di minoranza del 27 novembre 2018; relatore: Henrik Bang 9. Chiusura della seduta e rinvio ................................................................................. 3917 PRESIDENZA: Pelin Kandemir Bordoli, Presidente Alle ore 14:15 la Presidente dichiara aperta la seduta; sono presenti 84 deputati. Sono presenti le signore e i signori deputati: Agustoni - Aldi - Ay - Bacchetta-Cattori - Badasci - Balli - Bang - Battaglioni - Beretta Piccoli - Bignasca - Bosia Mirra - Buzzini - Campana - Canepa - Caprara - Casalini - Caverzasio - Cedraschi - Celio - Censi - Corti - Crivelli Barella - Crugnola - Dadò - De Rosa - Delcò Petralli - Denti - Ducry - Durisch - Farinelli - Ferrari - Filippini - Foletti - Fonio - Franscella - Gaffuri - Galeazzi - Galusero - Garobbio - Garzoli - Gendotti - Ghisla - Ghisletta - Ghisolfi - Gianella - Giudici - Guerra - Guscio - Jelmini - Kandemir Bordoli - 3854
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Käppeli - La Mantia - Lepori - Lurati - Lurati Grassi - Maggi - Marioli - Mattei - Merlo - Minotti - Morisoli - Ortelli - Pagani G. - Pagani L. - Pagnamenta - Pamini - Passalia - Pedrazzini - Peduzzi - Pellanda - Petrini - Pini - Polli - Pronzini - Pugno Ghirlanda - Ramsauer - Robbiani - Rückert - Schnellmann - Seitz - Storni - Terraneo - Viscardi - Zanini Si sono scusati per l'assenza: Ferrara - Gianora - Patuzzi Non si sono scusati per l'assenza: Brivio - Pinoja - Quadranti 1. COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE KANDEMIR BORDOLI P., PRESIDENTE - Vi segnalo che il signor Marko Antunovic, consigliere comunale a Locarno, ha omaggiato i deputati con un libro, che potete trovare fuori dalla sala. Vi chiedo la cortesia, quando dovete stampare molti documenti o documenti molto corposi, di rivolgervi ai Servizi del Gran Consiglio. 2. PRESENTAZIONE DI MESSAGGI E PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE A COMMISSIONI n. 7604 5 dicembre 2018 Stanziamento di un credito complessivo di fr. 11'735'000.- per l'avvio della progettazione della ristrutturazione del Pretorio di Locarno e per progetti correlati per l'allestimento delle sedi provvisorie e autorizzazione a sottoscrivere i contratti di locazione per le sedi provvisorie (alla Commissione della gestione e delle finanze) n. 7605 5 dicembre 2018 Approvazione del progetto selvicolturale dei boschi di protezione del Monte Boglia (363.4 ettari), nel Comune di Lugano, e stanziamento di un credito di fr. 8'160'000.- quale sussidio cantonale, rispettivamente l'autorizzazione alla spesa di fr. 9'977'000.- quale sussidio complessivo cantonale e federale (alla Commissione speciale delle bonifiche fondiarie) n. 7606 5 dicembre 2018 Approvazione del Piano cantonale delle aggregazioni e stanziamento di un credito quadro di fr. 73'800'000.- destinato agli incentivi per la sua attuazione (alla Commissione speciale aggregazione di Comuni) 3855
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ n. 7607 5 dicembre 2018 Modifica degli articoli 3 e 12 della Legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni del 16 dicembre 2003 (alla Commissione speciale aggregazione di Comuni) n. 7608 12 dicembre 2018 Adeguamento e armonizzazione delle basi legali nelle assicurazioni sociali per la trasmissione in forma elettronica di dati fiscali e l'accesso tramite procedura di richiamo (alla Commissione della gestione e delle finanze) 3. PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE A COMMISSIONI DI INIZIATIVE PARLAMENTARI ELABORATE Ghisletta R. e cofirmatari - 10.12.2018 Pubblicazione dei dati della valutazione annuale degli impiegati e creazione di una Commissione paritetica volta all'esame dei casi controversi - Modifica della Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (LORD) e della Legge stipendi (alla Commissione della gestione e delle finanze) Ghisletta R. e cofirmatari - 12.12.2018 Ripristino del numero dei giudici dei provvedimenti coercitivi (alla Commissione della legislazione) 4. PROPOSTA DI ATTRIBUZIONE A COMMISSIONI DI INIZIATIVE PARLAMENTARI GENERICHE Agustoni M. per il gruppo PPD+GG - 10.12.2018 Freno all'impatto del premio di cassa malati, introdurre una detrazione fiscale automatica (alla Commissione speciale tributaria) Ay M. - 10.12.2018 Garantire le giornate culturali autogestite nella scuola (alla Commissione speciale scolastica) Celio F. - 11.12.2018 Estendere alle altre valli del Cantone le garanzie sulle strade date alla Verzasca (alla Commissione della gestione e delle finanze) 3856
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 5. ATTRIBUZIONE A COMMISSIONE DI INIZIATIVA CANTONALE Casalini D. per il gruppo LEGA - 12 dicembre 2018 Previdenza professionale – corretta applicazione degli Accordi bilaterali (alla Commissione della gestione e delle finanze) 6. ATTRIBUZIONE A COMMISSIONI DI PETIZIONI --- 10 dicembre 2018 Petizione presentata dal Gruppo TicinoResidenTI "Commesse pubbliche trasparenti" (alla Commissione delle petizioni e dei ricorsi) --- 10 dicembre 2018 Petizione presentata dalla signora Vafa Ahmadova, Lugano (patrocinata dagli avv. Immacolata Iglio Rezzonico e Paolo Bernasconi), "Preparazione ed esecuzione della misura di allontanamento dalla Svizzera dell'11.09.2018" (alla Commissione delle petizioni e dei ricorsi) 7. PREVENTIVO 2019 – seguito discussione Messaggio del 26 settembre 2018 n. 7582 Continua la discussione di dettaglio sui singoli Dipartimenti. Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE) AGUSTONI M. - Ieri ho posto al Direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) una domanda riguardante le valutazioni che il Governo era stato incaricato di compiere entro la fine di quest'anno in merito alla possibilità per i disabili di accedere agli stabili pubblici, in particolare ai luoghi di cultura. Il Consigliere di Stato mi ha risposto che la domanda va rivolta al DFE, perché di questi temi se ne occupa la Sezione della logistica. Chiedo quindi se essa e il Dipartimento hanno dato seguito a quanto ha domandato questo Gran Consiglio approvando la mozione1 che avevo presentato il 22 febbraio 2016 a nome del gruppo PPD+GG e se sono noti i risultati di questa valutazione. Vorrei sapere quali passi intende intraprendere il Consiglio di Stato per rendere accessibili ai disabili tutti gli stabili aperti al pubblico, in particolare quelli che ospitano cultura. 1 Mozione: Per una cultura accessibile a tutti, Maurizio Agustoni per il gruppo PPD+GG, 22.02.2016. 3857
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ BIGNASCA B. - Questo mio brevissimo intervento sul DFE riguarda il personale, quindi in realtà tocca tutti i Dipartimenti. So che il ministro Vitta è molto attento al controllo dei costi, quindi spero mi risponderà anche relativamente all'aumento del personale negli altri Dipartimenti. Come gruppo Lega avevamo posto queste domande in Commissione della gestione e delle finanze, perché il controllo dei costi ci sta molto a cuore. Abbiamo notato che nel Dipartimento delle istituzioni (DI) sono aumentati i costi del personale per 5.5 milioni di franchi, nel Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) per 4.6 milioni, nel Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) per 6.4 milioni, nel Dipartimento del territorio (DT) per 330 mila franchi e nel Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE) per 1.9 milioni. In totale, le spese per il personale sono aumentate di 18 milioni di franchi. Il Consiglio di Stato ci ha fornito un elenco molto dettagliato riguardante questi aumenti di spesa del personale: dalle carceri al Tribunale penale, alla riorganizzazione dello sviluppo dei servizi per prestazioni, all'Ufficio del sostegno sociale e dell'inserimento (USSI), al consolidamento della vigilanza sanitaria, ai nuovi docenti, eccetera. Sono sicuro che questi aumenti siano giustificati; non capisco però perché questo Governo, che ha fra i suoi obiettivi il risanamento dei conti, quindi anche il controllo dei costi, trovi sempre delle buone ragioni per aumentare i costi del personale, mentre latitano le buone ragioni per altri progetti, ad esempio per riorganizzazioni, per digitalizzazioni, eccetera. Mancano misure volte a diminuire i costi del personale, stipendi che poi pagano i cittadini. Evidentemente per pagare così tanti dipendenti occorrono le risorse, quindi la tendenza sarà purtroppo quella di aumentare le entrate e di conseguenza le imposte. Vorrei una delucidazione da parte del Consigliere di Stato sulla strategia per diminuire le spese del personale, che negli ultimi otto anni sono aumentate di 100 milioni. Questa linea che cresce progressivamente deve trovare un argine e magari cominciare a diminuire. BADASCI F. - Desidero intervenire brevemente sul Centro sistemi informativi (CSI), la cui spesa è di 49 milioni di franchi all'anno. Riprendendo quanto è stato detto ieri dal deputato Galusero, mi chiedo come sia possibile che questo servizio, che possiede un gran numero di dipendenti, un direttore e cinque vicedirettori (neanche Nestlé ha così tanti vicedirettori), non riesca a stabilire chi fa uscire i documenti dalla Commissione della gestione e delle finanze e nemmeno a sapere chi fornisce gli indirizzi al signor Pronzini. Secondo me bisogna intervenire e chiedere al CSI di comunicarci chi sono i responsabili delle fughe di notizie. Negli ultimi due anni è stato veramente difficile lavorare nelle Commissioni. Chiedo un commento in proposito al Direttore del DFE. GUERRA M. - Siamo partiti nel 2015 con una situazione negativa: lo Stato era una macchina che spendeva più di quanto guadagnava, si continuava a registrare perdite, la spesa aumentava costantemente, il debito pubblico era di 2 miliardi di franchi e il capitale proprio negativo era di quasi mezzo miliardo. A partire dal 2016, con il Preventivo votato unicamente da Lega e PLR, è stato accordato un piano di risanamento. Oggi ci troviamo a chiudere con un utile di quasi 15 milioni, il capitale proprio negativo presto sarà azzerato e la struttura finanziaria è sicuramente migliorata e quindi potrà rispondere maggiormente alle necessità del cittadino. Confrontati a questo quadro mutato alcune domande sono d'obbligo. Innanzitutto, di fronte alla prospettata Riforma fiscale federale 2017 (Progetto fiscale 17 – PF17) e di fronte a questo miglioramento, chiedo se il Governo sta preparando una riforma fiscale cantonale necessaria e sufficiente per adeguarsi al nuovo contesto. Per 3858
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ quanto riguarda le persone giuridiche, visti i miglioramenti finanziari, ma anche l'insicurezza in alcuni settori, ci si chiede che evoluzione si prevede per il loro gettito. Infine, tenendo presente che per raggiungere questo risanamento sono state impiegate tante piccole misure, che assommate hanno dato buoni frutti, vorrei sapere a che punto è la proposta dell'accorpamento dell'area web all'interno del CSI. BANG H. - Desidero iniziare il mio intervento citando un recente scritto dell'economista Amalia Mirante. È la storia di un contadino molto bravo nel suo mestiere, tanto che i consumatori si accalcano per acquistare i suoi prodotti della terra, in particolare le patate. Per le sue patate la gente è disposta a pagare un prezzo più alto e il contadino fa ottimi affari. Un giorno viene a sapere che nel paese vicino i terreni dove coltivare le patate non mancano, i proprietari li vendono a prezzi vantaggiosi e il Comune è anche pronto a fargli uno sconto sulle tasse se decidesse di trasferirsi lì a coltivare e a vivere. Allora il contadino decide di trasferirsi e di coltivare solo patate, che continua a vendere con facilità guadagnando molto. Pure il nuovo Comune capisce di poterci guadagnare. Trova quindi nuovi terreni per il contadino, manda via quelli che producono pomodori e cetrioli per trasformare tutto in campi di patate. Con quello che incassa, il Comune se la passa bene: scuole, strade, parchi giochi, imposte più basse per i suoi cittadini, eccetera. Sembra un vero paradiso, ma c'è un ma. Un giorno anche agli amministratori del paese vicino si accorgono che le patate rendono bene. Contattano il contadino e gli dicono che per vendere le patate ai loro cittadini deve tornare a produrre e vivere nel suo vecchio Comune. Cosa fare a questo punto? Il contadino si trova bene nel nuovo paese, ma si trovava bene anche in quello dove stava prima, e lì i cittadini erano più numerosi, perciò tornando indietro potrebbe vendere ancora più patate. Pazienza se ci guadagnerà un po' di meno, perché il rischio è perdere del tutto quei clienti. Quindi un po' alla volta riduce le attività nel nuovo Comune e le ritrasferisce in quello vecchio. Oltre il confine scatta l'allarme: meno patate significa meno imposte, meno imposte significa meno servizi, meno servizi significa cittadini arrabbiati, strade piene di buche, parchi giochi da chiudere e via discorrendo. Il Comune dovrà trovare qualcun altro che coltivi i campi di patate abbandonati, ma ci vorrà del tempo e se nel frattempo passasse la moda delle patate sarebbe un guaio. Questi sono i rischi della monocoltura: ritrovarsi improvvisamente senza la fonte che genera gli introiti più importanti, dover ridurre drasticamente la spesa pubblica e partire con la difficile ricerca di nuovi grossi contribuenti. È un problema che in questo momento iniziano a vivere realmente gli amministratori di alcuni Comuni ticinesi, quelli con una burocrazia veloce e agevolazioni fiscali per imprese e dirigenti, interamente dedicate a determinate aziende. Nel settore internazionale della moda c'è infatti fermento. Alcuni Stati europei si muovono contro quelli che ritengono massicce evasioni fiscali e colossi come la Luxury goods international (LGI) riorientano le loro attività verso l'Italia e la Francia causando grattacapi pure in Ticino. È successo a Sant'Antonino, sede logistica della LGI, dove il preventivo 2019 è già all'insegna di poderosi tagli alla spesa per mantenere il moltiplicatore al 65%. È successo a Vezia e a Cadempino, confrontati anch'essi con previsioni di riduzione di gettito. Questa è solo una delle tante ragioni per le quali il Cantone Ticino necessita di una strategia di sviluppo economico e aziendale che guardi ai prossimi 10-15 anni. Abbiamo bisogno di aziende che siano ancorate al territorio e creino posti di lavoro per i nostri figli, garantendo pure stabilità alle finanze pubbliche. La povertà non è più un problema che riguarda i Paesi del terzo mondo, ma è un problema dei Paesi ricchi. Negli ultimi decenni questa piaga è stata occultata dalla stampa ed è stata espulsa dal dibattito politico. Ma questo cancro, che una parte della politica e i 3859
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ benpensanti hanno buttato fuori dalla porta, sta rientrando prepotentemente dalla finestra. Quanto sta accadendo in Francia è un esempio da analizzare attentamente, poiché, magari in forme diverse, è destinato a essere seguito da altri Paesi, Svizzera e Ticino compresi. Ma come mai è ritornata a diffondersi la piaga della povertà? La sua resurrezione non è casuale, ma è dovuta alle politiche economiche seguite negli ultimi decenni. Si è infatti pensato che le forze del mercato potessero avere un effetto miracoloso, creando un aumento della ricchezza che poi sarebbe sgocciolata verso il basso a beneficio dei ceti sociali meno favoriti. Questo meccanismo non ha funzionato come speravano i fautori di slogan come "meno Stato, più mercato". Anzi, la globalizzazione che ha spinto verso il basso i redditi e i livelli occupazionali, le innovazioni tecnologiche e soprattutto quelle politiche seguite da governi e banche centrali, hanno favorito non solo una polarizzazione dei redditi, ma anche una crescita del divario tra centri urbani e regioni rurali e periferiche all'interno dello stesso Paese. Infatti i redditi dei ceti più fortunati si sono tradotti solo parzialmente in investimenti che portano alla creazione di nuovi posti di lavoro. Nella maggior parte dei casi si sono tradotti in investimenti nei mercati finanziari. In Ticino abbiamo più di 5'200 disoccupati (dati SECO), oltre 9'000 persone in cerca di lavoro, un salario mediano di 1'300 franchi mensili inferiore alla media svizzera, circa 8'000 concittadini che sopravvivono grazie all'assistenza, la sottoccupazione riguarda oltre 18 mila cittadini, il tasso di povertà è del 17.3% (rispetto al 7% nazionale) e il tasso del rischio di povertà, che nel 1910 era del 19.5%, ora ha raggiunto la ragguardevole percentuale del 31.4% (un cittadino su tre). Come risolvere queste situazioni? Sicuramente un importante strumento politico consiste nell'elargizione di salari dignitosi: lo sostiene l'articolo 13 della nostra Costituzione cantonale e l'ha deciso il popolo accettando l'iniziativa2 Salviamo il lavoro in Ticino! La questione del salario minimo si trascina da troppo tempo. Dopo la ‒ a nostro avviso ‒ indecorosa proposta della forchetta avanzata dal Consiglio di Stato, ora i partiti di maggioranza fanno melina in Commissione della gestione e delle finanze. Per il PS ogni persona ha diritto a un salario minimo che gli assicuri un tenore di vita dignitoso. D'altronde una regola basilare dell'economia dice che essa cresce e crescono i consumi grazie a un aumento dei redditi, e non grazie all'indebitamento. Un altro aspetto che ci preoccupa molto è il numero di ispettori del lavoro previsti dal controprogetto all'iniziativa3 Basta con il dumping salariale in Ticino!, che ammontava a 24 unità. Oggi il mercato necessita di questi ispettori e ci chiediamo come mai non siano ancora stati tutti assunti. Siamo quasi imbarazzati a chiedere a che punto siamo. Nelle recenti votazioni federali del 25 novembre si doveva decidere sul tema della base legale per la sorveglianza degli assicurati. Ho constatato che i tre principali partiti hanno invitato ad accogliere questa modifica di legge portando i temi della giustizia, della lotta agli abusi, della fiducia e di altri fattori. La Lega scriveva che si vuole creare la base legale affinché le associazioni sociali possano, in caso di abuso, sorvegliare tramite detective i presunti "furbetti". La lotta agli abusi nelle prestazioni sociali è importante: tra il 2009 e il 2016 i detective hanno fatto risparmiare alla socialità svizzera ben 320 milioni. 320 milioni in sette anni è un importo che corrisponde a 45 milioni annui e che, in proporzione, per il Ticino corrisponde a un valore di poco superiore ai 2 milioni di franchi annui. Vi prego di memorizzare questo dato: 2 milioni annui. Il PLR comunicava che l'utilizzo delle nuove tecnologie per osservazioni mirate contro gli abusi nelle assicurazioni sociali non è una 2 Iniziativa popolare costituzionale elaborata: Salviamo il lavoro in Ticino!, prima proponente: Greta Gysin, 09.04.2013. 3 Iniziativa popolare legislativa generica: Basta con il dumping salariale in Ticino!, primo proponente: Giuseppe Sergi, 10.10.2011. 3860
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ minaccia, ma un'opportunità. Una lotta efficace contro questi abusi ripristinerà la fiducia del pubblico nelle assicurazioni sociali. Il PLR ritiene questa fiducia una priorità. Fa piacere constatare questo senso di giustizia e di etica dei partiti di maggioranza, che era alquanto latitato quando, qualche anno fa, decidemmo sul tema dell'amnistia fiscale. Dal gennaio 2010 l'Ufficio delle procedure speciali ha ricevuto in totale 4'264 autodenunce esenti da pena per una sostanza dichiarata di ‒ solo a livello cantonale ‒ 6.024 miliardi. Suddividendoli fra i 350 mila abitanti del Cantone, arriviamo alla considerevole cifra di 17 mila franchi per abitante. Dalla risposta all'interrogazione4 presentata da Ivo Durisch a nome del gruppo PS evinciamo che le imposte suppletorie da autodenuncia ammontano solo a livello cantonale, cioè senza le componenti federale e comunale, a oltre 40 milioni nel 2015 per arrivare a 65 milioni nel 2016. Sono cifre molto superiori ai 2 milioni fatti risparmiare annualmente in Ticino dai detective nell'ambito degli abusi sociali. Prendo atto con soddisfazione del senso di giustizia sociale ed etico e del senso di responsabilità civica dei partiti di maggioranza. Sono convinto che in futuro, quando dovremmo decidere in ambito di evasione e frode fiscale, riciclaggio di denaro e mercato nero, saremo tutti uniti per lottare contro questi gravi reati, che in parte portano anche in quel di Panama. Anche questa è giustizia. Il PS è pronto a fornire il suo contributo per dare risposte concrete ai bisogni e alla dignità dei cittadini, auspicando una società più giusta, ma da solo può intervenire solo marginalmente nelle politiche sociali ed economiche di questo Paese. Quindi per coerenza non approverà questo Preventivo, anche perché gli spot elettorali del taglio lineare delle tasse del 5% vanno contro il bene del Paese e vanno contro il patto sociale, che è sempre più fragile. I gilet gialli sono alle porte. Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro un buon Natale e un felice Anno Nuovo. PAMINI P. - Purtroppo la voce mi sta abbandonando, per cui sarò breve e conciso. Mi dispiace poichè avrei voluto spendere qualche parola sull'economia della patata dell'economista Amalia Mirante, ma non lo farò. La forbice dei redditi in realtà non si sta aprendo; si sta aprendo in altri Stati effettivamente, ma non in Svizzera. Ci sono studi del professore ‒ e anche amico personale ‒ Reto Föllmi, che insegna a San Gallo, pubblicati da "Avenir Suisse", che mostrano come negli ultimi 100 anni in realtà la distribuzione del reddito in Svizzera è stata estremamente costante. Le vicende che hanno più stravolto la distribuzione dei redditi sono state piuttosto le guerre, e le guerre non le fanno le aziende, ma le fanno gli Stati. Mi riferisco in particolare a quella che si è conclusa 100 anni fa. Prendo però spunto dall'intervento di Bang per riallacciarmi alle dinamiche internazionali, che stanno toccando di riflesso anche il Ticino. Bisogna tenere presente che l'Italia ancora oggi ha una produzione manifatturiera che è indietro del 22% rispetto a dieci anni fa, cioè quando c'è stata la crisi finanziaria. L'Italia da quando è entrata nel sistema dell'euro è di fatto in un regime di cambio fisso con gli altri Stati europei, il che rende la produzione italiana troppo cara e quella tedesca troppo a buon mercato. Circa quindici anni fa in Germania c'era la grande domanda su cosa fare a seguito della delocalizzazione della produzione verso l'Europa dell'est e altrove; oggi invece la Germania è la locomotiva dell'Europa ed è in costante surplus di esportazione, ha piena occupazione e ha pieno regime. Chi ha intenzione di approfondire il tema e sa il tedesco, può leggere i libri di Hans-Werner Sinn, che era il decano di economia all'Università di Monaco di Baviera. La 4 Interrogazione n. 112.18: Autodenunce di evasori fiscali: quali provvedimenti?, Ivo Durisch e cofirmatari per il gruppo PS, 24.07.2018. Risposta del Consiglio di Stato del 19.09.2018. 3861
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ madre di molti di questi squilibri è il regime di cambi fissi dell'euro e di fatto abbiamo una produzione industriale italiana troppo cara, che automaticamente la porta a non essere competitiva in Europa, e quella tedesca troppo competitiva. I tedeschi lavorano di fatto a credito e non incassano i soldi. Se andate a vedere i conti della Banca centrale europea vi accorgerete che la Banca centrale tedesca è in credito rispetto a tutti gli altri Stati europei. Perché dico questo? Perché di riflesso, se l'economia italiana è indietro in questa misura, non dobbiamo stupirci se sul mercato del lavoro ticinese ci sono le pressioni che stiamo osservando, guarda caso, proprio negli ultimi dieci anni. E non dobbiamo neanche stupirci se la Francia, l'Italia e gli altri Stati a forte tassazione continuano la loro caccia alle streghe, ai contribuenti che hanno pensato di strutturare le proprie attività imprenditoriali, in maniera assolutamente legale, spostando determinate funzioni in Paesi fiscalmente meno voraci, quali la Svizzera. Quest'ultima non è un paradiso fiscale, ha una fiscalità moderata, non per virtù di chi vi sta parlando o vostra o di chi ci regna, ma per un motivo istituzionale molto semplice, che si chiama concorrenza istituzionale e concorrenza fiscale. È proprio quella che l'economista della patata citata prima ha menzionato. La concorrenza fiscale è quel meccanismo che fa sì che, quando un Comune esagera con il prelievo fiscale, qualche "vacca da latte" inizia a spostarsi verso altri pascoli; queste cose vengono tenute in considerazione e il prelievo fiscale aumenta un po' più lentamente. In questo quadro ‒ che grazie al cielo non dipende da noi che sediamo in quest'aula, ma dipende da forze molto più generali e internazionali ‒ dobbiamo coerentemente giocare la nostra partita, anche per permettere di pagare la grandissima spesa sociale che anche il Cantone ha. In questo intervento non desidero giudicare la spesa sociale del Cantone, anche perché non stiamo parlando del DSS. Voi sapete meglio di me, perché da anni lo si tematizza sulla stampa, che il sistema fiscale svizzero sta per essere riformato radicalmente, soprattutto per quanto attiene alle società internazionali che sono state menzionate prima. Vi ricordo che, fino a quando le attività vengono effettivamente svolte in Svizzera, l'Italia o la Francia possono tassare quanto vogliono; se il valore aggiunto viene prodotto qua è difficile andare a contestare certe organizzazioni o strutture internazionali. L'importante è che il lavoro venga effettivamente svolto sul posto. All'interno della riforma federale che, come sappiamo, abolirà gli statuti fiscali privilegiati di cui godono queste società, il Cantone dovrà giocare la sua parte. Qui si pone la grossa domanda di quale sarà la strategia del nostro Cantone. Noi circa un anno fa abbiamo votato in quest'aula la Riforma cantonale fiscale e sociale5; poi sottoposta a referendum, è stata accettata dal popolo per un pelo il 29 aprile scorso. Ma quella era semplicemente una prima tappa di misure altamente urgenti verso gli imprenditori, che di sicuro hanno un certo radicamento nel territorio, ma che, a furia di prendere mazzate in testa, magari stavano pensando di cambiare, non Nazione, ma semplicemente Cantone. A inizio novembre il Credito svizzero ha pubblicato un rapporto sull'attrattività delle varie business location cantonali in Svizzera. In questo rapporto purtroppo il Ticino non fa una bella figura. Il Canton Ticino in fatto di attrattività generale ‒ non fiscale ‒ rischia di muoversi nell'ultimo quarto delle posizioni. Fortunatamente fuori dalla frontiera c'è qualcuno che storicamente fa ben peggio, anche se il motore di cui vive questo tessuto economico è proprio quello che si trova al di là della frontiera. Il gruppo de La destra vuole dire che la finalizzazione della Riforma fiscale e cantonale, che avverrà con dei ritmi molto stretti, sarà molto importante. Al di là delle sfumature che possiamo avere in questa sala e che lo vogliamo o no, ci stiamo giocando i prossimi trent'anni di fiscalità e di politica economica di questa terra. Se il referendum federale 5 Messaggio n. 7417: Riforma cantonale fiscale e sociale, 15.09.2017. 3862
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ contro ciò che si chiamava Riforma III dell'imposizione delle imprese (che è poi stato rinominato Progetto fiscale 17 e adesso Riforma fiscale e finanziamento dell'AVS) dovesse riuscire, il 19 di maggio le cittadine e cittadini svizzeri andranno a votare sulla nuova proposta di riforma fisco-sociale-nazionale (per così dire; non entro nei dettagli di questa riforma, anche perché non siamo noi la sede atta a giudicare se sia buona o cattiva). All'interno di questa riforma, se dovesse passare in votazione il 19 maggio prossimo, il Cantone dovrà decidere quali misure adottare. Il Cantone ci sta lavorando già da mesi, ha già informato la Commissione speciale tributaria, e sta già facendo delle ipotesi, che diventano mese dopo mese più concrete. Però mi preme qui sottolineare alcuni punti fermi da cui sarebbe opportuno non staccarsi. Prima di entrare nel merito delle proposte, lasciatemi tematizzare la tempistica dei lavori. La riforma dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2020; bisogna lasciare giustamente spazio a un possibile referendum cantonale, per cui il messaggio e il relativo rapporto dovrebbero arrivare su questi banchi al più tardi nel settembre del 2019, ma meglio ancora sarebbe in giugno. Però il 7 aprile 2019 si terranno le elezioni. Chi siede in questa sala è in carica con certezza fino alla fine del mese di aprile, poi si vedrà. Si aggiunge anche l'elemento che la Commissione speciale tributaria ha vita corta e a fine aprile cesserà di esistere, perché le competenze fiscali verranno poi assunte dalla nuova Commissione della gestione e delle finanze. All'interno di questo contesto sarebbe opportuno iniziare a riflettere su alcune idee: avviare i lavori in Commissione anche prima del 19 di maggio; lasciare che, per portarsi avanti, la Commissione speciale tributaria si riunisca anche nel corso di aprile e anche ad elezioni già avvenute, ma ancora coi vecchi commissari (sembra un po' strano, ma le regole del gioco lo permettono); a partire da maggio costituire una Commissione speciale che si occupi del progetto, facendo sì che vi siedano gran parte dei membri della Commissione speciale tributaria e possano continuare con i lavori di approfondimento, estremamente tecnici; cercare di arrivare con un rapporto in aula verso la fine di giugno o al più tardi a settembre. Se noi non abolissimo gli statuti speciali fiscali, dal 2020 inizieremmo ad avere seri problemi con la comunità internazionale. Ora veniamo ai contenuti di questa riforma cantonale auspicati da destra. Nell'esempio dell'economia della patata si dimenticava purtroppo una delle lezioni che qualsiasi buon economista sa, cioè che la fonte duratura di sostentamento dei salari è l'alta produttività del lavoro. Premi Nobel hanno dimostrato più volte che l'alta produttività del lavoro si raggiunge soprattutto con impegni di ricerca e sviluppo. In Ticino però di ricerca e sviluppo non ne abbiamo tantissima; ci sono alcuni poli di eccellenza, ma, dati alla mano della statistica macroeconomica ticinese, le nostre industrie non spendono massicciamente come quelle di altri Cantoni in investimenti di ricerca e sviluppo né tantomeno il grado di brevettabilità delle invenzioni è particolarmente alto. Questo ci apre una strategia molto interessante nella concorrenza intercantonale, ossia cercare di puntare sullo sgravio fiscale delle cosiddette IP box. È una misura tra l'altro conosciuta dalla maggior parte degli Stati europei, che permette di sgravare i redditi da brevetti (royalties), nonché di sgravare le spese di ricerca e sviluppo. Ciò sì che creerebbe automaticamente posti anche di qualità nel mercato del lavoro ticinese. La perdita di gettito fiscale sarebbe esigua, perché già oggi queste realtà non sono particolarmente prominenti in Svizzera. Quindi l'invito concreto che vorrei rivolgere al Direttore del DFE è: limitatamente alle misure di sgravio di ricerca e sviluppo, magari pensare di andare un po' più in là e permettere uno sgravio complessivo maggiore all'interno del corsetto federale e di non farlo rientrare nel corsetto molto stretto che si prevede di applicare per esempio per lo step-up (le misure fiscali previste per cinque anni per uscire dagli attuali statuti speciali). Sull'IP box e lo sgravio per ricerca e sviluppo bisognerebbe veramente calcare la mano. 3863
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ Poi c'è la misura del moltiplicatore comunale differenziato tra persone fisiche e persone giuridiche. Non è farina del mio sacco, non ho nessun problema a citare le fonti originali: è stato proprio Cristian Vitta, ormai due anni fa, ad aver formulato quest'ipotesi. Sulla piattaforma dei Comuni i primi riscontri erano stati abbastanza freddi e la cosa si era fermata. Il gruppo de La Destra si è permesso di mettere in pista formalmente la proposta, che riteniamo assolutamente valida, sotto forma di iniziativa elaborata6. La forma dell'iniziativa elaborata dà la garanzia che nell'autunno dell'anno prossimo, volenti o nolenti, anche senza il convenzionale rapporto, il Parlamento si pronuncerà. La proposta secondo noi è estremamente vantaggiosa e paradossalmente lo è per i Comuni fiscalmente deboli. Prendo l'esempio concreto di Bellinzona, che, a fronte di un progressivo abbassamento dell'aliquota sull'imposta sull'utile e all'assenza di società internazionali a statuto speciale che portano questo grande gettito, avrebbe un calo del gettito comunale. Per compensare questo gettito, il Comune dovrebbe o tagliare o aumentare il moltiplicatore, unico per tutti nel sistema attuale, di fatto tassando i suoi cittadini di Bellinzona. Se ci fossero due moltiplicatori distinti invece ecco che il Comune di Bellinzona potrebbe lasciare invariato il moltiplicatore delle persone fisiche e alzare quello delle persone giuridiche anche oltre il 100%, così da fare in modo che il gettito delle imprese nel Comune di Bellinzona sia costante. Questo moltiplicatore però si rapporterebbe a un'aliquota cantonale nel frattempo abbassata (si parla di un 8%, poi di un 6% a tendere). Le imprese di Bellinzona avrebbero comunque un piccolo sconto fiscale, perché a livello cantonale pagherebbero di meno, come tutte le imprese del Cantone. Paradossalmente il moltiplicatore differenziato va ad aiutare proprio i Comuni senza società a statuto speciale. Parallelamente i Comuni con società a statuto speciale avrebbero la possibilità di abbassare la fiscalità dei propri cittadini. Penso a un esempio concreto come Stabio, che ha grosse realtà sul proprio territorio, ma i cui cittadini soffrono anche dei disagi che esse causano, come il traffico. Si potrebbe concedere ai cittadini una sorta di "ecobonus" nel senso di uno sgravio sulle imposte delle persone fisiche. Soprattutto potremmo permetterci di avere alcuni Comuni dove il moltiplicatore delle persone giuridiche è sufficientemente basso da mantenere il Ticino attrattivo in generale. Invito tutti i gruppi a riflettere molto seriamente su questa misura, che in realtà non credo abbia una sfumatura di destra o di sinistra. Ci sono altre misure, ma non voglio entrare nel dettaglio di tutte, per ovvi motivi di tempo. Mi riallaccio però alla proposta generale di abbassare il moltiplicatore cantonale al 95%. Per carità, va benissimo e qualsiasi sgravio fiscale è benvenuto, però ha il grossissimo problema di non modificare la progressività delle aliquote. Vista da sinistra ovviamente la progressività delle aliquote è coerente. Senza voler fare ideologia, il problema è che, dati alla mano pubblicati dall'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), quest'alta progressività delle aliquote presenta due grossi aspetti negativi. Il primo è la disparità di trattamento fra, da un lato, coppie sposate e, dall'altro, coppie concubine e single. Concubini a basso reddito pagano notevolmente più imposte di coppie sposate a basso reddito, mentre coppie ad alto reddito sposate pagano notevolmente di più che concubini. Ciò è deleterio anche in ottica di politica familiare. Due neolaureati fidanzatini che iniziano a lavorare entrambi, vengono bastonati fiscalmente (farebbero bene a sposarsi subito); quando poi mettono su famiglia, arrivano i figli e si sposano, vengono bastonati nuovamente. Vi ricordo i dibattimenti che hanno portato all'affondamento, il 16 giugno 2017, 6 Iniziativa parlamentare elaborata: Modifica dell'art. 162 della Legge tributaria "Moltiplicatore comunale differenziabile tra persone fisiche e giuridiche", Paolo Pamini e cofirmatari, 07.05.2018. 3864
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ dell'iniziativa7 Favorire in Ticino una reale equità fiscale fra le diverse categorie di contribuenti, rivedendo i prelievi applicati ai singoli (aliquota b). A nostro avviso bisognerebbe appiattire la progressione delle aliquote innanzitutto per sanare questa ingiustizia, secondariamente per rendere attrattivo il Ticino nel contesto intercantonale per le persone fisiche. In Ticino, ad esempio nel Locarnese, ci sono molti svizzeri tedeschi con residenze secondarie e se soltanto abbassassimo un po' le aliquote massime riusciremmo a diventare più attrattivi della maggior parte dei Comuni zurighesi. Facendo così ‒ permettetemi uno slogan ‒ si potrebbe sognare un Ticino come "la Florida della Svizzera", ciò che non sarebbe senza conseguenze. Queste persone pensionate dovrebbero solo spostare il domicilio nelle loro case in Ticino, che diventerebbero case primarie, liberando contingenti per la Lex Weber. A cascata si muoverebbero un sacco di cose. Vi dico, in tutta franchezza che se c'è sordità dal mondo politico prima o poi valuteremo anche la via popolare. Mi auguro che nel 2019, che sarà un anno tumultuoso per il DFE, vengano prese decisioni sagge, condivise in quest'aula, perché ne va del nostro futuro per i prossimi trent'anni. E non è una battuta. La Legge tributaria è stata di fatto rivista per le persone giuridiche negli anni Novanta, mentre per quanto riguarda le persone fisiche data degli anni Settanta. Forse sarebbe il caso di pensare anche a quelle, perché le aziende non votano, mentre i cittadini sì. AY M. - In questo intervento desidero toccare due temi: le delocalizzazioni e il fisco. Il 7 maggio scorso il partito comunista aveva proposto, con l'iniziativa8 Modifica dell'art. 11 della Legge sull'innovazione economica (LInn) "Mettere un freno alle delocalizzazioni abusive", di fare in modo che chi riceve un incentivo fiscale debba rimborsare lo Stato qualora abbandoni il Cantone entro dieci anni dal termine dell'agevolazione. Oggi questo principio si applica entro il limite di cinque anni. Si tratta di una misura contro le delocalizzazioni, che impoveriscono il tessuto produttivo nel nostro territorio, causando ingenti costi sociali, e su cui bisogna avere il coraggio di dire che la libertà economica deve essere limitata a favore del benessere collettivo. Nei giorni scorsi con la mozione9 Per un calcolo reale dei costi di delocalizzazione ho proposto al Consiglio di Stato di adottare uno strumento digitale, sviluppato da ricercatori di Losanna, che permette di calcolare i costi reali derivanti da una delocalizzazione, dimostrando così che spesso non conviene nemmeno al padronato delocalizzare deindustrializzando il proprio Paese. Ma il problema è di fondo: bisogna fare di tutto per frenare le delocalizzazioni di aziende e nel contempo evitare di attrarre imprese estere che sono interessate solo a sfruttare ‒ finché conviene loro ‒ condizioni privilegiate che nella realtà dei fatti impoveriscono il tessuto produttivo del nostro territorio. Secondo tema: questo Parlamento ha già bocciato senza tante discussioni l'introduzione di un contributo straordinario di solidarietà che tocchi i patrimoni superiori al milione di franchi. Sarebbe stata una misura patrimoniale della durata di pochi anni, non avrebbe comportato alcun fuggi fuggi di contribuenti e avrebbe risolto qualsiasi problema di casse vuote per il futuro. La stessa sorte era toccata in passato allo statuto privilegiato di 7 Iniziativa parlamentare generica: Favorire in Ticino una reale equità fiscale fra le diverse categorie di contribuenti, rivedendo i prelievi applicati ai singoli (aliquota b), Iris Canonica (ripresa da Michele Guerra), 17.09.2001. 8 Iniziativa parlamentare elaborata: Modifica dell'art. 11 della Legge sull'innovazione economica (LInn) "Mettere un freno alle delocalizzazioni abusive", Massimiliano Ay, 07.05.2018. 9 Mozione: Calcolo reale dei costi di delocalizzazione Massimiliano Ay, 10.12.2018. 3865
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ globalista. Questi riferimenti mi fanno pensare all'imposta sulla fortuna, un principio simile alla tassa dei milionari presente in Francia, poi messa da parte da Governi antipopolari basati sulle politiche di austerità imposte dall'Unione europea. Oggi ne vediamo le conseguenze, con i movimenti di lavoratori e di studenti di queste settimane. L'equità fiscale diventa strategica per lo sviluppo armonioso di una società, mentre appare sempre di più come un tabù in questo Cantone, in cui si fanno strada modalità ricattatorie, come la riforma fiscale ha dimostrato, giocando sul senso del bisogno di sempre più larghe fette di cittadini, che non vogliono sgravi fiscali, ma che necessitano delle contropartite sociali. L'autorità cantonale deve finalmente capire che c'è bisogno di un cambio di rotta. Il proposito dichiarato dal ministro delle finanze di abbassare le tasse a tutti è un'illusione: ridurre del 5% il moltiplicatore si tradurrà infatti in un nuovo regalo fiscale ai soli ricchi, che potranno risparmiare migliaia di franchi. E questo mentre la maggioranza dei cittadini otterrà l'elemosina. Il tanto citato ceto medio non arriverà a risparmiare nemmeno 200 franchi all'anno e i lavoratori con salari sui 3'000 franchi mensili potranno risparmiare all'incirca 50 franchi annui. Però il buco di 63 milioni di franchi che grazie a questa promessa elettorale si creerà nelle casse del Cantone lo pagheranno proprio loro, poiché saranno i cittadini a dover subire nuovi tagli alla scuola, alla sanità e a tutti i servizi pubblici. Proporre nuovi sgravi fiscali ai ricchi e al grande capitale, a così pochi mesi dalla Riforma fiscale e sociale10 approvata per pochissimo dal popolo, è una mossa arrogante e minaccia lo sviluppo armonioso di un Cantone che sta attraversando problemi di disuguaglianza sociale molto seri e dove un cittadino su tre è a rischio povertà. Prima regalate 63 milioni di franchi al padronato, poi tergiversate sul salario minimo dignitoso, ora tornate alla carica proponendo sgravi fiscali a chi non ne ha bisogno. Sono scelte politiche di fondo, me ne rendo conto, sono progetti di società diversi, in cui si scontrano la visione liberista e quella comunista. Ma la tanto decantata ‒ da voi, non da noi ‒ pace sociale non si costruisce tirando sempre più la corda. Alcuni correttivi possono essere sicuramente presi in considerazione anche da forze politiche distanti dalla mia. Ad esempio, è strategica la lotta contro l'evasione fiscale; in tal senso si valuti l'aumento dell'organico dell'Ispettorato fiscale cantonale, sempre più sollecitato. Inoltre, a tutto vantaggio dei piccoli imprenditori locali, strangolati dal grande capitale globale, si preveda l'imposizione progressiva e non proporzionale sugli utili delle persone giuridiche, come proposto da due iniziative11 parlamentari del partito comunista attualmente al vaglio commissionale. L'art. 127 cpv. 2 della Costituzione federale chiarisce che l'imposizione deve avvenire secondo la capacità economica. Tale principio è secondo noi disatteso. Il mio partito ritiene che la giustizia fiscale sia un tema di fondamentale importanza per una società democratica in cui la cosiddetta responsabilità sociale non sia solo uno slogan. FERRARI C. - Vorrei capire la politica cantonale in merito alle residenze secondarie. Al momento della votazione nel 2013 c'è stata una grande discussione, come c'è stata anche con l'apertura di AlpTransit. Storicamente il nostro Cantone, grazie al suo clima, ha attirato moltissimi svizzeri tedeschi e svizzeri romandi, che qui hanno la loro casa di vacanza. In Ticino quindi si trovano molte residenze secondarie. Vorrei sapere quali misure si 10 Riforma fiscale e sociale: misure fiscali, modifica della Legge tributaria. La riforma è stata accolta dal popolo con il 51.14%. 11 Iniziativa parlamentare generica: Modifica dell'art. 87 della Legge tributaria: per un'imposta progressiva sul capitale delle persone giuridiche, Massimiliano Ay, 18.06.2018 e iniziativa parlamentare generica: Modifica dell'art. 76 della Legge tributaria: per un'imposta progressiva sull'utile delle persone giuridiche, Massimiliano Ay, 18.06.2018. 3866
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ intraprendono per cercare di trasformare i letti freddi in letti tiepidi. Io sono convinto che siamo ancora molto carenti di offerta infrastrutturale, soprattutto nelle zone lacustri. Sarebbe auspicabile una collaborazione intensa tra i due Dipartimenti che si spartiscono le competenze in questo campo, ma mi sembra che essa manchi. Un Dipartimento è indirizzato alla tutela di tutto ciò che esiste, ciò che significa immobilismo; l'altro Dipartimento, chiaramente per non turbare la pace interna, non ci mette il naso. Per il nostro Cantone però questo è veramente peccato, perché così facendo non andiamo da nessuna parte. Abbiamo un potenziale incredibile, potremmo allungare la presenza in Ticino di persone con potere d'acquisto, e invece queste chiaramente prendono l'aeroplano e vanno altrove. Gli effetti di AlpTransit e tutte le misure che avremmo voluto intraprendere mi sembra che siano stati dimenticati, lasciati a maturare per conto loro e naturalmente non maturano. SEITZ G. - Io ho fatto l'arbitro di calcio. In questo sport esistono diverse categorie a dipendenza dell'età: gli attivi, i seniori e i veterani. Nel 2017 gli abitanti del Canton Ticino erano 354'375. Il Ticino e i Grigioni sono i Cantoni più vecchi della Svizzera. Le nascite sono state 2'774 (1'422 donne e 1'352 uomini). L'età media delle donne quando mettono al mondo un figlio è di 31 anni e 9 mesi. Portare un bambino fino a 18 anni costa 170'000 franchi. C'è anche l'altra faccia della vita, quella più normale: la morte. Nel 2017 i decessi sono stati 3'230 (1'552 donne e 1'678 uomini). L'attivo dei morti rispetto alle nascite è di 456 unità. Ciò significa, con una media del genere, che un Comune come Agno in dieci anni scompare. Perché vi porto questo esempio? Perché il futuro di un Paese dipende anche dal ricambio generazionale. Il Canton Ticino è l'ultimo in Svizzera e l'ultimo in Europa. Si parla di start-up, si parla di progetti che coinvolgono i giovani, però non c'è il ricambio. Come nello sport, quando non c'è il ricambio, piano piano scompaiono gli attivi, scompaiono i seniori, scompaiono i veterani. Non c'è natalità, ci sono problemi di immigrazione e ci sono tante altre difficoltà. In una situazione analoga, nel Canton Vallese sono state escogitate alcune iniziative. Prendiamo il caso di Albinen. Questo Comune aveva 367 abitanti, che sono diminuiti a 243. Albinen ‒ paese piccolo e molto bello ‒ voleva attirare persone e rilanciarsi, perciò ha fatto un'offerta a chi vi si fosse trasferito: 25'000 franchi a ogni adulto con meno di 45 anni, 50'000 franchi alle coppie e 10'000 per ogni bambino. A una condizione: effettuare un investimento di 200'000 franchi in case vecchie o nuove. Questa iniziativa ha avuto molto successo ed è stata copiata altrove in Vallese, ad esempio Bourg-Saint-Pierre e Mont-Noble. A Gondo invece hanno trovato un sistema per far pagare meno l'elettricità. Il nostro Consiglio nazionale sta discutendo di un credito da 250 milioni di franchi in favore di abitazioni accessibili. Il problema del ricambio della popolazione sta emergendo in maniera piuttosto pesante. Possiamo avere tutta la buona volontà che vogliamo, ma se non investiamo nelle nuove generazioni non si va da nessuna parte. Dai dati dei morti e delle nascite non si scappa. Bisogna trovare il modo di favorire il ricambio sostenendo le famiglie, perché avere una famiglia e mettere al mondo dei figli è oneroso, si pensi solo ai premi di cassa malati. Una misura, ad esempio, potrebbe essere favorire fiscalmente chi ha almeno tre figli. Invito il Dipartimento e il Governo ad adottare una politica che guardi al futuro e chiedo se hanno già una strategia. Passiamo al settore agricolo. Prima Bang ha parlato di patate, e aveva ragione. Noi abbiamo un deficit di 15 milioni su tutti i movimenti finanziari con l'agricoltura. Io non sono contro l'agricoltura, però… Quando ero un ragazzo c'era il tabacco e riceveva sussidi sia federali sia cantonali. Sono state costruite varie fabbriche di sigari, che poi però sono scomparse. Vorrei sapere dal Consigliere di Stato se chi coltiva canapa riceve sussidi. La 3867
Anno 2018/2019 - Seduta XXXI: giovedì 13 dicembre 2018 - pomeridiana ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ canapa è riconosciuta come una qualsiasi altra coltivazione? MATTEI G. - Desidero porre alcune domande al Direttore del DFE. Non concernono entrate e uscite, perché questi temi sono fuori dal mio campo. Mi limito a temi che interessano la vita di tutti i giorni degli abitanti di questo Paese. Prima di tutto vorrei informazioni sulla linea ad altissima tensione di nuova generazione Bedretto-Italia via Passo San Giacomo-Formazza-Ossola. Si parla di questa linea totalmente innovativa e ad altissima velocità per esportare energia in Italia (non penso importarne), quando sappiamo che a livello di politica svizzera si sta cercando di tappare buchi qua e là. Il problema maggiore però è costituito dalla linea stessa: si parla di un suo sconfinamento in alta Valle Maggia, nella zona di Campo Vallemaggia. Vorrei sapere se ciò corrisponde al vero. Da mesi e mesi il tema dell'impatto ambientale di questa nuova linea sta creando discussioni e polemiche nella vicina Italia, specialmente nell'area Verbano-Cusio-Ossola. Sembra infatti che sarà costruita parallelamente ad altre linee già esistenti. Chiedo al Consigliere di Stato se ci può informare sullo stato di questo progetto, di cui penso sia a conoscenza. Quali sono le procedure di approvazione della linea? Essa è necessaria per la politica energetica svizzera e cantonale? Ho un'altra domanda, concernente il settore idroelettrico e più precisamente i posti di lavoro di Ofima e Ofible. L'anno scorso si sono tenuti discussioni e incontri con il Direttore del DFE e i suoi collaboratori, il consiglio di amministrazione di Ofima e AET. In seguito però sono stati presi accordi che, stando a quanto sento in giro ‒ non ho informazioni precise, ma è quello che si sente vivendo in Valle ‒ non corrispondono a quanto era stato discusso in precedenza. È proprio così? Chiedo inoltre se c'è un monitoraggio dei posti di lavoro eliminati nei Comuni periferici sedi delle centrali idroelettriche e quanti di questi posti di lavoro sono stati assorbiti da AET e quindi probabilmente trasferiti dalla montagna al piano. Vorrei poi sapere se la scuola di formazione per apprendisti specialisti montatori di cui si era discusso ha avuto un seguito. Rammento che i montatori per assemblare i nuovi pezzi delle centrali in ristrutturazione provengono persino dalla Cina, perché da noi questo settore è stato del tutto smantellato e non si trova più personale preparato. Restiamo sempre in tema acqua con il problema della Navigazione Lago Maggiore e dei contratti per i marinai. Ieri ho posto la domanda al Direttore del DT, il quale mi ha rinviato al DFE e alle sue competenze, quindi pongo nuovamente la questione oggi. Sono state concluse le trattative per i contratti collettivi di lavoro, grazie alla mediazione del Direttore del DFE e alla collaborazione della Navigazione del Lago di Lugano e dei sindacati. Purtroppo, nonostante quanto mi ha detto ieri il sindacalista e collega Jelmini, mi giungono notizie, di prima mano e confermate questa mattina, che tra i marinai vi è malcontento sui livelli salariali raggiunti. I sacrifici richiesti sono troppi, perché devono rinunciare a una gran parte del loro salario attuale. È un fatto anche che i contratti lavoro non sono ancora stati consegnati in visione al personale e che da qualche giorno i marinai stessi ‒ non solo quelli stagionali, ma anche quelli nominati ‒ si sono messi per precauzione in disoccupazione. Passo ora al turismo. In tutte le valli si sentono molte lamentele sugli effetti della riorganizzazione. Io non condivido l'accentramento a Locarno, Bellinzona e Lugano. Chiedo a che punto è il rapporto sullo stato della revisione della Legge sul turismo e sulla sua applicazione pratica e concreta. Chiedo a che punto è la revisione del deprecabile articolo che mette in difficoltà molti proprietari ticinesi, che si vedono tassati in maniera forfettaria anche i letti che non utilizzano, i letti freddi. È un vero e proprio furto legalizzato, a cui si deve mettere mano con urgenza. Rammento che in proposito è pendente 3868
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