Animatore Turistico: la gestione del tempo libero del cliente nelle strutture turistiche all'aria aperta - AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE
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Animatore Turistico: la gestione del tempo libero del cliente nelle strutture turistiche all’aria aperta. AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE
Animatore Turistico: la gestione del tempo libero del cliente nelle strutture turistiche all’aria aperta. AD USO DI OPERATORI E ADDETTI DEL SETTORE Manuale realizzato in collaborazione tra: Ente Bilaterale Nazionale del Turismo – EBNT e Faita Federcamping rivolto agli operatori dell’open Air. A cura di Marco Sperapani Tutti i diritti riservati
Federalberghi Fipe Faita Fiavet Federreti Filcams-CGIL Fisascat-CISL Uiltucs-Uil
L’ENTE BILATERALE NAZIONALE DEL TURISMO (EBNT) è un organismo paritetico costituito nel 1991 dalle organizzazioni sindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative nel settore Turismo: Federalberghi, Fipe, Fiavet, Faita, Federreti, Filcams - CGIL, Fisascat - CISL, Uiltucs - UIL. EBNT è un ente senza fini di lucro e costituisce uno strumento per lo svolgimento delle attività individuate dalle parti stipulanti il CCNL Turismo in materia di occupazione, mercato del lavoro, formazione e qualificazione professionali. EBNT svolge e promuove attività di studio e ricerca, sperimentazione, documentazione, informazione e valutazione. Fornisce un supporto tecnico-scientifico alla rete degli Enti Bilaterali Territoriali sulle politiche e sui sistemi della formazione e dell’apprendimento continuo, del mercato del lavoro e dell’inclusione sociale, ne coordina il lavoro e ne definisce le linee operative di indirizzo. EBNT riveste un ruolo determinante nella creazione e consolidamento dell’occupazione di settore e ne studia l’evoluzione, anche in relazione al tema delle pari opportunità, promuovendo interventi mirati volti al superamento di ogni forma di discriminazione nel luogo di lavoro. L’impegno di EBNT, inoltre, è quello di offrire risposte alle situazioni di crisi congiunturali che si manifestano sul territorio nazionale, intervenendo con forme di sostegno al reddito a favore dei lavoratori dipendenti, salvaguardando l’occupazione e la professionalità degli addetti. EBNT intende investire molto sul valore della bilateralità, ritenendo le relazioni tra l'impresa e il sindacato come una risorsa. Ente Bilaterale Nazionale Turismo Via Lucullo, 3 - 00187 Roma Tel. +39 06 42012372 Fax. +39 06 42012404 www.ebnt.it info@ebnt.it 3
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L’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo, costantemente attento alle esigenze del complesso sistema turistico, ha voluto approfondire gli aspetti legati al mondo delle imprese della ricet- tività turistica open air (campeggi e villaggi turistici). In collaborazione con la FAITA FEDER- CAMPING - Federazione delle Associazioni Italiane dei complessi turistico ricettivi all'aria aperta - ha fortemente voluto la realizzazione di un Manuale dedicato alla figura professionale dell’Animatore Turistico, analizzando gli aspetti legati alla formazione professionale e alla orga- nizzazione delle attività di animazione. Il lavoro di animatore turistico è uno dei più belli ed entusiasmanti, ma spesso, tuttavia, viene affrontato con superficialità e approssimazione. Si tratta, infatti, di un lavoro che non si improvvisa, per il quale è necessaria una buona attitudine alla relazione interpersonale, al lavo- ro di gruppo, alla organizzazione delle attività e del tempo personale e che quasi sempre richie- de solide competenze tecniche o sportive. Una vera e propria professione, che offre l’opportunità di viaggiare in luoghi affascinanti, conoscere persone sempre diverse ed acquisire esperienze che permettono anche interessan- ti sviluppi di carriera per i talenti migliori. Le imprese della ricettività turistica open air necessitano di un concreto impegno per raggiun- gere livelli qualitativi, strutturali tali da garantire rispondenza alle necessità di una domanda sempre più in crescita e diversificata. Il Manuale costituirà, in tal senso, un prodotto di facile consultazione, un testo agile per muo- versi con più sicurezza nel mondo dell'animazione turistica e cogliere le numerose opportuni- tà disponibili per quanti sono capaci di un impegno molto intenso che richiede sempre alta motivazione e il sorriso sulle labbra. Insieme a FAITA FEDERCAMPING, l’EBNT ha precedentemente realizzato anche i manuali “Guida Normativa per la Gestione dei Campeggi e Villaggi turistici”, “Web Marketing” per lo sviluppo e l’utilizzo di sistemi avanzati di web marketing tesi a favorire una sempre più effi- ciente comunicazione tra domanda e offerta, fornendo una valida risposta all’esigenza del nuovo ruolo assunto da internet nella programmazione turistica delle famiglie; ed il manuale “Turismo Accessibile”, che ha volto uno sguardo particolare al tema dell’accessibilità nelle strutture ricettive open air. La VicePresidente Il Presidente Lucia Anile Alfredo Zini Ente Bilaterale Nazionale Turismo Via Lucullo, 3 - 00187 Roma Tel. +39 06 42012372 Fax. +39 06 42012404 www.ebnt.it info@ebnt.it 5
FAITA FederCamping rappresenta e tutela gli interessi ed i diritti delle Imprese Turistico Ricettive dell’Aria Aperta (camping e villaggi turistici). La Federazione è attiva ed opera da più di 50 anni asso- ciando la maggioranza delle imprese italiane del settore attraverso 18 associazioni regionali. FAITA FederCamping è da sempre impegnata nella tutela e promozione delle aziende aderenti e più in generale del comparto turistico ricettivo all’aria aperta. L’obiettivo prioritario federale punta alla valorizzazione del comparto attraverso la promozione della cultura d’impresa e la qualificazione del management aziendale. In questo senso sono stati svilup- pati programmi di certificazione sia del processo aziendale, sia ambientali, già applicati in numero- se strutture. Inoltre, la politica federale, orientata alla promozione del settore, è integrata da iniziative direttamen- te rivolte ai camp manager quali la formazione professionale, l’ausilio all’adeguamento ed al miglio- ramento delle dotazioni strutturali, le politiche promozionali, l’attività di lobbying, di rappresentan- za e di partenariato. La Federazione realizza servizi per le Associazioni Regionali (stesura del contratto nazionale di lavo- ro, osservatorio congiunturale, studi e pubblicazioni, accordi e convenzioni) e coopera con loro per la soluzione delle problematiche locali. FAITA FederCamping è tra i soggetti fondatori di CONFTURISMO ed aderisce alla CONFCOM- MERCIO ed all’EFCO, organismo europeo di rappresentanza di settore. FAITA FEDERCAMPING Via Cola di Rienzo, 285 00192 ROMA Tel. +39 06 32111043 Fax +39 06 3200830 www.faita.it nazionale@faita.it 7
Da molto tempo le aziende turistiche, in genere, ed i campeggi, in particolare, hanno evoluto la loro struttura modellandola via via sul profilo della domanda. Questo processo ha fatto sì che i campeggi ed i villaggi turistici, da aziende generalmente semplici ed impegnate prevalentemente, se non esclusivamente, nell’offerta di ospitalità, si siano trasformati in complesse strutture per l’erogazione di una gamma di servizi poliedrici e, ancorché legati dall’obbiettivo comune di rendere più piacevole e ricca la permanenza degli ospiti, assai distanti e diversificati tra loro. Dalla ristorazione al tempo libero sono entrate nei campeggi numerose professionalità il cui deno- minatore comune è sempre l’alto livello qualitativo del servizio erogato. Ma si fa presto a definire di qualità qualsiasi livello si decida di erogare, in realtà la qualità è un risul- tato che si raggiunge solo a patto di utilizzare elementi i cui prerequisiti essenziali ed ineludibili sono la preparazione e la professionalità. Tuttavia non sono pochi gli imprenditori che considerano la preparazione e la professionalità in mate- ria di animazione un accessorio opzionale del talento personale. Si tratta di un grossolano errore di valutazione, che discende direttamente dalla scarsa conoscenza delle dinamiche che più di recente hanno modificato il profilo della nostra clientela portando, all’interno delle aziende open air, ospiti che considerano la vacanza come una variabile indipendente dalla destina- zione e la giudicano per la complessità, la gamma ed il livello dell’insieme dei servizi erogati. Ecco dunque che il responsabile o l’addetto all’animazione possono condizionare la percezione del- l’intera vacanza perché, più e meglio di altre figure aziendali, essi sono a contatto diretto e costante con la clientela. Questo manuale, che non pretende di esaurire la complessità, la profondità e l’ampiezza della mate- ria, vuole, invece, rappresentare un’introduzione ed una guida per l’approccio al tema del servizio di ani- mazione. Un approccio che ritengo sia utile tanto all’imprenditore, che deve comunque ampliare la conoscen- za delle tecniche e delle specificità del servizio di intrattenimento ed animazione, quanto a chi sarà poi chiamato a porre in essere detti servizi. Per questi motivi Faita-FederCamping ritiene che l’edizione di questo agile compendio costituisca un ulteriore tassello del progetto di promozione e crescita della cultura d’impresa del settore open air e, per- sonalmente, auspico che attraverso di esso si possa giungere a considerare nella giusta dimensione di professionalità anche questo servizio, per troppo tempo ritenuto secondario ed affidato all’improvvisa- zione ed all’estro del momento. Maurizio Vianello Presidente di FAITA-FederCamping 9
INDICE Il mestiere dell’Animatore Professionista del divertimento e Organizzatore dell’evento Introduzione pag. 13 1. Il mestiere dell’Animatore - L’Animatore come “Manager dell’Evento” 15 Nascita, sviluppo ed applicazione di una professionalità complessa 16 Il contesto in Italia e all’estero 17 2. La Formazione – Dal gioco alla Professione 19 La formazione come percorso obbligato 21 Metodologie didattiche e contenuti 22 Stage come forma di prova attitudinale 25 Cenni di psicologia di gruppo 26 3. Analisi delle competenze 29 Competenze trasversali 29 L’Organizzazione 30 La psicologia dell’ospite e della sua vacanza 32 Il rapporto con la clientela 38 Competenze disciplinari 41 Animatore di contatto e tecnici 43 Animatore di contatto 43 Organizzatore di tornei 43 D.J. - tecnico suono/luci 44 Coreografo 45 Scenografo 45 Costumista 46 Musicista 46 11
Animazione sportiva pag. 47 Sport di terra 47 Sport di mare 48 Attività aerobiche/fitness 49 Animazione per bambini e ragazzi 49 Baby club 49 Mini club 50 Junior club 50 Responsabili di Settore 52 Capo Sport 52 Capo Animazione 52 Capo Villaggio 53 4. La qualità nel servizio offerto 55 La qualità come requisito fondamentale 56 Analisi dell’ospite 57 5. Aspetti organizzativi nella gestione delle attività 59 Organizzazione interna delle attività 60 Rapporti con la Direzione e con altre Figure Professionali della struttura 61 Gestione ed organizzazione delle attività ludiche e sportive 62 Arrivo del cliente 63 Prima serata di presentazione 63 Attività diurne 64 Attività pomeridiane 65 Attività serali 65 Eventi particolari 66 Chiusura del periodo di soggiorno 66 12
Introduzione Le imprese turistiche, oggi più che mai, devono essere concepite come un sistema in continua evoluzione, in cui la professionalità degli operatori è alla base del loro successo. Secondo la definizione formulata dal World Tourist Organisation (WTO) il turismo è “l’attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per un periodo non superiore ad un anno consecutivo per svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerativa all’interno dell’ambiente visitato”. In quest’ambito, spesso, tra le motivazioni che spingono un turista a scegliere la struttura dove trascorrere le proprie vacanze, i servizi cosiddetti “accessori” trovano un ruolo sempre più predominante. Tra questi non si può non tener conto dei servizi dedicati alla gestione del tempo libero del cliente, ovvero a tutti quei contesti collegati direttamente o indirettamente alle attività ludico/sportive. Figura professionale fondamentale ed imprescindibile per la gestione e l’organizzazione di tali attività è l’Animatore Turistico. Nel corso degli ultimi anni sono nate innumerevoli figure professionali, tutte identificate con il termine “Animatore”. In particolar modo, il target di clientela utilizzatrice delle strutture turistiche all’aria aperta predilige un genere di “Animazione” molto legato alle attività sportive e ovviamente alla fruizione degli spazi aperti, inoltre la particolare organizzazione e tipologia delle imprese En Plein Air favorisce tutte quelle attività incentrate sulla socializzazione e coinvolgimento collettivo. Questo testo cercherà, attraverso concetti semplici ed esempi concreti, di illustrare il ruolo e le competenze, trasversali e disciplinari, dell’animatore nelle strutture turistico ricettive all’aria aperta. 13
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1. IL MESTIERE DELL’ANIMATORE L’ANIMATORE COME “MANAGER DELL’EVENTO” I contenuti dell’attività dell’Animatore Turistico potrebbero essere ricercati direttamen- te nella definizione, ora non più di moda, che ebbe questa figura professionale alla sua nascita: G.O. ossia “Gentil Organisateur”. Un “Organizzatore Gentile” deve possedere tutte quelle qualità che sono implicite in tale definizione; tali qualità e le tecniche per adattarle alle diverse situazioni saranno i con- tenuti di questo testo. Per facilitare il compito, è possibile distinguere le competenze e le professionalità che riguardano il “sostantivo” Organizzatore, da quelle riguardanti “l’aggettivo” Gentile, iden- tificando le une come il ruolo svolto e le altre come la modalità con cui si svolge tale man- sione. L’animatore, inteso come organizzatore, è colui che, con la propria esperienza e capa- cità, crea, pianifica, gestisce e prevede ogni necessità di un qualsiasi momento o avveni- mento; colui che fornisce un servizio qualitativo addizionale all’attività: è il manager del- l’evento. In ambito turistico, esso si rivolge ad un ospite chiaramente ben disposto al servizio fornito, ma che, in ogni caso, ha delle attese rispetto al servizio stesso. Gli animatori devono essere in grado di strutturare un programma d’intrattenimento e d’assistenza alla vacanza che possa corrispondere il più possibile alle aspettative ed alle esigenze dell’ospite. La soddisfazione di queste attese è il fine ultimo delle imprese turistiche e l’animazio- ne, in tal senso, svolge un ruolo di fondamentale importanza. È possibile definire come “buona organizzazione” quella in grado di riconoscere ciò che l’ospite si attende dal servizio che gli viene fornito. L’animatore è, quindi, un esperto di comunicazione interpersonale, un ottimo organiz- zatore ed un efficiente assistente, un professionista con l’impagabile qualità di prevedere le esigenze dei clienti e di curarne la soddisfazione. 15
NASCITA, SVILUPPO ED APPLICAZIONE DI UNA PROFESSIONALITÀ COMPLESSA La figura professionale dell’animatore è comparsa con l’avvento del villaggio turistico, quando il Club Méditerranée pensò ad una struttura giovane, senza troppi comfort alberghieri, con un servizio d’assistenza ed un’organizzazione che sapesse ricreare l’ambiente di un villaggio per una vacanza all’insegna del divertimento. In origine i villaggi turistici erano rinomati per un prodotto avente come nucleo centrale lo svago; animatori a piedi scalzi, pareo e fiore in testa rappresentavano l’immaginifico dell’evasione dai luoghi comuni; la loro vita fuori dagli schemi, completamente dedita al divertimento, rappresentava un esempio stimolante di scelta estremamente gratificante rispetto alla caotica vita cittadina. Il grosso successo di questo prodotto spinse l’INSUD a creare una società a partecipazione pubblico-privata, la Valtur, che avrebbe con il tempo caratterizzato, con lo stile italiano, un prodotto originariamente francese. Il Villaggio turistico all’italiana si distingueva per una ristorazione nazionale d’alta qualità e per servizi di animazione sempre più professionali. Sulla scia di questa esperienza, altri gruppi nascevano e si differenziavano offrendo al mercato soluzioni diverse: il Club Vacanze offriva strutture di qualità superiore, con servizi destinati ad una clientela più esigente a livello alberghiero, rinunciando, in parte, all’iniziale tipo di atmosfera che risultava più “formale”. La forte richiesta fece nascere così altre esperienze, dando inizio ad un periodo di prolificazione delle strutture e ad una rapida espansione del modello di “Villaggio Turistico”. Con un villaggio nella Repubblica Dominicana, che ha fatto epoca per la bellezza dei luoghi e dell’ambiente caraibico, iniziava il percorso nell’ambito turistico il gruppo Ventaglio. Nel tempo, tutte le strutture ricettive si resero conto della necessità di offrire un servizio d’intrattenimento e d’assistenza e di quanto questo fosse gradito alla propria clientela. La consolidazione di questa tipologia di servizi avvenne con la nascita di vere e proprie società, aventi come oggetto sociale l’erogazione e la fornitura di “pacchetti chiavi in mano” di attività di animazione presso le strutture turistiche. Da queste premesse, la figura dell’Animatore si evolse da quella legata a qualità 16
innate come simpatico intrattenitore dallo spirito libero, a professionista del customer satisfaction. Da qui l’esigenza di prevedere continui aggiornamenti delle competenze acquisite, anche avvalendosi di percorsi formativi personalizzati, spesso integrati con elementi di discipline sociologiche e di marketing. IL CONTESTO IN ITALIA E ALL’ESTERO Rispetto alle prime introduzioni di questa nuova figura professionale nelle strutture turistico ricettive, in Italia oggi sono poche le strutture che non ne dispongono. Ad esclu- sione delle strutture prettamente targettizzate su clientela business, in ogni realtà impren- ditoriale, piccola o grande che sia, è possibile individuare professionalità riconducibili all’animazione. Buona parte degli animatori turistici sono attualmente impegnati con grandi società turistiche quali Tour Operator o grandi catene turistico ricettive, altri vengono selezionati, spesso precedentemente formati e successivamente introdotti nelle varie strutture turisti- che che ne facciano richiesta dalle Agenzie di Animazione preposte, numerosi sono colo- ro che vengono richiesti direttamente dalle strutture turistiche all’aria aperta. È importante sottolineare che in Italia, più che in altri contesti, la professione dell’ani- matore è ancora in continua crescita e con ulteriori prospettive di sviluppo, a patto ovvia- mente che si accompagni questo percorso di crescita con delle attività di formazione con- tinua adeguate ed in linea con le nuove tendenze del mercato. Forse possiamo affermare che la professione dell’animatore in Italia sia ben sviluppa- ta e consolidata anche a causa del nostro retaggio socioculturale predisposto alla socia- lizzazione. Diversamente, oltre confine, l’animazione non ha avuto nel tempo uno sviluppo così consistente. Anche nelle strutture ricettive Open Air all’estero spesso l’animazione viene utilizzata come tipologia di intrattenimento. Molte grandi catene ricettive internazionali si avvalgono normalmente di giovani del 17
luogo che riescono, con la propria vitalità e conoscenza del territorio a trascinare l’ospite nell’atmosfera del proprio paese, nella maggior parte dei casi attraverso attività di escur- sioni organizzate. Le attività di carattere “teatrale”, generalmente svolte nelle ore serali, di norma vengo- no proposte attraverso spettacoli itineranti organizzati da professionisti esterni. Da non trascurare l’importante evoluzione delle attività di animazione nel comparto crocieristico. 18
2. LA FORMAZIONE: DAL GIOCO ALLA PROFESSIONE Il percorso professionale dell’animatore turistico ha inizio molto spesso per caso o per gioco. Frequenti sono i casi in cui si è passati dalla condizione di cliente a quella di animato- re turistico. Accade infatti, spesso, di solito nelle piccole o medie strutture, che ad un cliente par- ticolarmente simpatico, giovane e molto dinamico, venga fatta la proposta alla fine del periodo di soggiorno turistico di rimanere come componente dello staff d’animazione. Il nuovo arrivato si inserisce a supporto di figure già formate e preparate, ma nella maggior parte dei casi ottiene la riconferma per la futura stagione con un ruolo definito. Anche se questo contesto avvia alla professione dell’animatore, è evidente che per ricoprire ruoli più specifici o di responsabilità occorra avere un’ampia esperienza o aver effettuato dei percorsi formativi. 19
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LA FORMAZIONE COME PERCORSO OBBLIGATO La nascita di percorsi formativi mirati alle competenze di animatore è abbastanza recente. In passato il proprio bagaglio professionale veniva quotidianamente sviluppato dalla sola esperienza e dai consigli ed insegnamenti di amici, colleghi o responsabili del settore. Con lo sviluppo di questa nuova professione la preparazione dell’animatore si è costruita attraverso un percorso nato da una forte volontà e spirito di socializzazione, ed arrivato al raggiungimento di un ruolo professionale spendibile nel mercato del lavoro. L’itinerario formativo è complesso, può essere definito attraverso corsi di formazione svolti da scuole, agenzie e società di formazione, oppure attraverso percorsi sviluppati direttamente dalle imprese del settore. Il “bagaglio di competenze” che si dovrà acquisire sarà così profondo e completo da renderci in grado di attingervi nel nostro quotidiano. Più alto sarà il livello di professionalità che vorremo ottenere, maggiore e più approfondita dovrà essere la nostra conoscenza del settore. Partendo da questo concetto, possiamo facilmente desumere quale enorme valenza acquisti un processo formativo in questo campo, le sue metodiche e la loro fruibilità rispetto ai risultati che vogliamo raggiungere. Questi ultimi, infatti, saranno direttamente proporzionali alla qualità della formazione; la cura analitica, la capacità di comunicare nozioni (teoriche e pratiche) e la completezza della preparazione dei formatori saranno alla base dei risultati della formazione. Ogni competenza potrebbe seguire dei processi formativi distinti, necessitando anche di programmi completamente diversi. Spesso, a supporto di lezioni teoriche, sarà necessaria la pratica, in particolar modo per le competenze più tecniche o per quelle sportive, in ogni caso dovranno rimanere invariati lo spirito propositivo, l’impegno e l’attenzione sia da parte di chi apprende che da parte di chi insegna. Tale responsabilità si divide equamente tra le parti ma la figura del Formatore deve necessariamente essere ben definita. Su di lui, o sulla sua tecnica d’insegnamento, infatti, gravano le responsabilità di un calo d’interesse o d’attenzione, d’entusiasmo o di partecipazione, di un programma non completo od obsoleto, ma l’allievo avrà il dovere di svolgere le esercitazioni e di partecipare alle lezioni con impegno e serietà. Solo se entrambe le figure sapranno svolgere il proprio compito in maniera efficiente i 21
risultati ottenuti potranno avvicinarsi alle attese. Altrettanto importante, per un ottimo risultato, sarà l’utilizzo di un buon metodo. Dobbiamo applicare quello più utile e costruttivo sia per chi forma che per chi è formato: L’ANALITICO. Prendiamo in considerazione le diverse questioni fin qui riscontrate, “CONOSCIAMOLE” risalendo alla loro causa, “AFFRONTIAMOLE” individuandone la soluzione migliore. METODOLOGIE DIDATTICHE E CONTENUTI Per quel che concerne i contenuti didattici è possibile analizzare le diverse peculiarità tecniche e comportamentali per ciascuna competenza. Tali caratteristiche verranno dettagliatamente descritte all’interno dei paragrafi dedica- ti alle competenze trasversali e dei singoli settori. In questa fase sarà necessario semplicemente sottolineare come questi contenuti deb- bano essere trattati al fine di essere compresi e, quindi, utilizzati in concreto. Nel momento della formazione sarà necessario commettere più “errori” possibili, fare le domande più insensate e affrontare le questioni meno usuali. È l’occasione che non avremo sul luogo di lavoro… quella di provare… ”sbagliando s’impara”. Considerando la particolare attitudine alla socializzazione ed all’aggregazione, nonché all’estroversione ed all’esibizionismo che contraddistinguono il carattere di chi sceglie di misurarsi con questo mestiere, appare evidente che la gestione dell’aula può rivelarsi dif- ficile. Per essere compreso ed assimilato, ogni argomento di un programma di formazione deve essere PIANIFICATO, SPIEGATO, SIMULATO, CONTROLLATO. PIANIFICARE, perché: Le lezioni Teoriche devono svolgersi nei momenti di maggiore attenzione, prevedendo pause e momenti di pratica. L’ambiente deve essere curato e confortevole ed ognuno deve avere il proprio spazio. È fondamentale che ogni lezione teorica non duri eccessivamente per evitare cali di attenzione. Ogni argomento affrontato deve essere riveduto con il gruppo, ed è in questo momen- 22
to che le note caratteriali, citate precedentemente, possono, se gestite in maniera costruttiva, rivelarsi importanti al fine dell’integrazione e del progresso dell’intero gruppo. Ogni lezione deve legarsi alle precedenti che devono essere richiamate o sintetizzate dal gruppo, prima della prosecuzione. Le nozioni devono essere comunicate anche VISIVAMENTE. SPIEGARE, perché: Il concetto deve essere chiaro ed elencato nel giusto ordine rispetto agli altri. Non devono esistere processi sottointesi. Deve esserne giustificato il valore, affinché possa essere ritenuto valido non per un “atto di fede” ma per una ragione, derivante dalla consapevolezza di questo valore. SIMULARE, perché: Ogni concetto per essere fatto proprio deve avere un riscontro nella realtà operativa, quotidiana… un’utilità. L’applicazione del concetto appreso ci consente di scoprirne gli eventuali limiti e di correggerlo, se necessario. La simulazione va ben oltre la comprensione del singolo concetto, infatti, prevede la sintesi anche dei precedenti e la loro integrazione. CONTROLLARE, perché: Costituisce il riscontro finale sulla comprensione completa del programma. Ha la funzione fondamentale di riportare nuovamente all’attenzione tutti gli argomen- ti, magari affrontati qualche tempo prima e quindi non ancora fissati nella MEMORIA A LUNGO TERMINE. A tal proposito è opportuno dedicare qualche istante ad un’importante analisi del fun- zionamento della nostra memoria (organo perfetto purtroppo solo in fase di deposito con qualche problema nel richiamo). La memoria si compone, infatti, di tre diversi stadi: a) Breve termine b) Lungo termine c) Definitivo 23
Un’informazione viene immagazzinata dalla nostra memoria inizialmente per un periodo breve dopo di che, se non avviene un riutilizzo di tale informazione, essa viene eliminata naturalmente. Tale richiamo deve quindi essere fatto prima che l’informazione vada persa (24 ore); non sarà necessario rivederla completamente ma semplicemente riportarla alla memoria. A questo punto l’informazione durerà nella nostra mente per circa una settimana… ed ecco la necessità di una terza revisione. La quarta revisione sarà necessaria dopo un mese per fissare l’informazione per un periodo più lungo. Se desideriamo che questa informazione non venga mai più persa, effettueremo un’ultima revisione. Questa pianificazione si rivolge a nozioni che, chiaramente, non sono utilizzate spesso, infatti, è intuibile che un’informazione in continuo utilizzo riceve questo trattamento senza una pianificazione “volontaria”. Queste informazioni potranno essere utili nell’organizzazione del lavoro di formazione, soprattutto per quanto riguarda quella continua. Quindi, il “DIRE – FARE – FAR FARE” è una buona struttura di partenza per una formazione che rimanga nel tempo e nella memoria di chi affronta questo particolare processo formativo. Individualmente il singolo animatore dovrà sfruttare ogni momento formativo, che sia d’aula o individuale, teorico o pratico, al fine di costruire una professionalità personale di buona qualità permettendogli di distinguersi in un universo in espansione dove la scarsa competenza professionale è in continuo, ed evidente, agguato. Le macro aree di un percorso di formazione relativo all’animazione, in genere si pos- sono identificare in: Elementi socio-psicologici Elementi di tecnica turistica Percorsi specifici per ogni competenza tecnica e sportiva Elementi di tecnica teatrale Lingue straniere 24
Alla fine dell’apprendimento teorico, un’esperienza diretta presso una struttura turistica si rende necessaria al fine di verificare ed applicare le competenze teoriche acquisite, nel paragrafo successivo andremo ad analizzare questa importante modalità di inserimento nel mondo del lavoro: “lo stage”. STAGE COME FORMA DI PROVA ATTITUDINALE Spesso questo tirocinio viene utilizzato dalle aziende anche come momento di valutazione e selezione dello staff. In linea generale, lo stage rimane un passo fondamentale per la costruzione della competenza dell’animatore turistico. In questo periodo vengono messe a dura prova le capacità di adattamento e di convivenza di ogni singolo soggetto, rendendo necessario l’inserimento all’interno di un team di lavoro che richiede affiatamento e spirito di gruppo. Spesso le modalità di svolgimento dello stage prevedono gruppi composti da un numero a volte anche elevato di “futuri animatori”, questo potrebbe portare gli stagiaires, inesperti e presi dall’entusiasmo di questa nuova esperienza, a chiudersi nel loro gruppo, dimenticando che l’attività di animazione ha, come scopo prevalente, quello di coinvolgere e divertire gli ospiti. L’animatore deve, quindi, possedere la capacità di gestire e promuovere le relazioni interpersonali senza dimenticare che le sue capacità di intrattenimento devono essere rivolte all’ospite. È fondamentale che questa esperienza venga percepita, dai soggetti interessati, come parte integrante di un percorso formativo individuale, come opportunità di inserimento nella struttura e come prova personale per verificare le proprie attitudini. È altresì importante che questo periodo venga affrontato con serenità e consapevolezza delle proprie capacità professionali, e nel caso si tratti della prima esperienza, che questa venga affrontata con un forte spirito propositivo. 25
CENNI DI PSICOLOGIA DI GRUPPO La capacità di relazionarsi con più persone in tempi brevi ed efficacemente è fonda- mentale nel lavoro dell’animatore turistico. Il gruppo è la dimensione relazionale in cui si svolge l’attività dell’animatore. I gruppi che si incontrano nell’ambito dell’attività lavorativa sono fondamentalmente di due tipi: a) gruppo di lavoro (staff d’animazione) b) gruppi di turisti Nel primo caso il gruppo è una dimensione organizzativa specifica e strutturata; mentre nel secondo caso i gruppi sono composti da persone che si trovano in vacanza e hanno voglia di divertirsi, di vivere nuovi modi di relazionarsi, di stare con gli altri. In termini quantitativi si possono distinguere quattro tipologie di gruppo: 1) di coppia (a due) 2) di gruppo (o di piccolo gruppo da 3 a 15 persone) 3) di collettivo o organizzativo(da 20 a 500 persone) 4) di comunità (da 500 a migliaia) I gruppi sono approfondibili da due punti di vista differenti e complementari: come realtà oggettiva (dimensione sociologica) e/o come realtà soggettiva (dimensione psico- logica). La dimensione sociologica è una realtà oggettiva comune a tutti noi, ad esempio le persone in un ristorante sono un gruppo, le persone alla fermata di un autobus sono un gruppo, tuttavia entrambi non sono un gruppo dal punto di vista psicologico. La dimensione psicologica del gruppo esiste quando i suoi membri sono condiziona- ti nel loro agire dal sentimento di appartenenza, quindi per “essere gruppo” è importante “sentirsi in gruppo”. I gruppi sono anche distinguibili in base all’interesse che i membri del gruppo hanno nei confronti dell’attività aggregativa, si distinguono in gruppi di base ed in gruppi di lavo- ro. Nei gruppi di base, il gruppo è un’occasione per essere insieme, i membri sono lega- ti da vincoli di sangue, affettivi o di amicizia. 26
Nel caso dei gruppi di lavoro, il gruppo è una modalità per realizzare forme più artico- late e complesse di un determinato prodotto e/o servizio. All’interno del gruppo è inevitabile l’emergere di una leadership, che può rilevarsi attraverso tre tipologie: 1) la leadership formale (o leader gerarchico/burocratico) 2) la leadership tecnica (o leader tecnico/funzionale) 3) la leadership affettiva (o leader socio/emotivo) Queste tre forme di leadership, incarnate da persone diverse, si verificano in molti gruppi e svolgono precise funzioni psicologiche. La struttura a tre leader consente ai componenti del gruppo di trovare riferimenti uni- voci ma differenziati ad esigenze diverse (emotive, tecniche o disciplinari) e questo per- mette al gruppo non solo di avere livelli di stress più bassi ma anche una maggiore effi- cacia nel raggiungimento degli obiettivi. Spesso si identifica il “capo” come leader, ma il capo è un ruolo organizzativo, mentre il leader è un fenomeno relazionale e di gruppo che nasce nel gruppo e ne esprime la vita emotiva. Pertanto in un gruppo di lavoro non è detto che il capo sia il leader né che il leader sia il capo. È per questo che i responsabili di settore sono i primi gestori dei processi di leader- ship e delle dinamiche di gruppo all’interno delle varie situazioni. Essi devono: far coincidere il proprio ruolo istituzionale (leader gerarchico) con altri ruoli di leader (emotivo e tecnico), ma anche lasciare che questi ruoli siano sviluppati da altri membri del gruppo nel caso in cui ve ne siano le risorse o le potenzialità; imparare a riconoscere le varie fenomenologie del gruppo per favorirne gli svi- luppi in direzione di un più forte senso di appartenenza al gruppo; tollerare l’ansia che si produce in noi ogni volta in cui intraprendiamo qualcosa di nuovo; favorire l’instaurarsi di un clima che agevoli lo spirito di gruppo, la collaborazio- ne e la complicità fra i componenti e che tenda a trasmettere all’interno del grup- po fattori come: comunicazione, disponibilità, ascolto, fantasia, sicurezza, fidu- cia, etc.. 27
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3. ANALISI DELLE COMPETENZE Possiamo identificare la competenza come la capacità di applicare la conoscenza. Nell’individuazione delle competenze relative all’animatore turistico si evidenzia, infat- ti, una forte caratterizzazione di competenze comuni, che sono alla base della costruzio- ne completa dell’animatore. Spesso nei rapporti con la clientela emergono delle peculiarità caratteriali e personali che trasmettono ed amplificano le proprie emozioni, anche perché, è importante ricorda- re, molte delle competenze che l’animatore acquista e sviluppa nel tempo si applicano sempre attraverso dei percorsi emotivi molto vivi, e vengono per questo recepite dalla clientela più o meno positivamente. Tanto per citare un esempio, un eccellente atleta insegnante di qualche attività sporti- va presente nella struttura, non si rivela un buon animatore, se non capisce che il cliente non è nella struttura per allenarsi alle prossime olimpiadi, ma si trova in un luogo di vacanza e pretende di divertirsi, magari anche praticando qualche sport in compagnia di simpatici amici. Iniziamo quindi ad analizzare tutte quelle competenze, a volte solo atteggiamenti, che un buon animatore dovrebbe sempre tenere presente. COMPETENZE TRASVERSALI Per competenze trasversali intendiamo considerare quelle capacità tecniche ed umane che ogni animatore, al di fuori del suo team di lavoro, deve possedere per svolgere in maniera adeguata la professione di animatore turistico. Prendiamo per esempio la qualità umana della gentilezza; è evidente che debba appar- tenere a tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico, non solo ad un distinto grup- po, anzi è importante sottolineare che dovrebbe appartenere a tutti indistintamente. Possiamo considerare quindi trasversali competenze come: • La capacità organizzativa; • la conoscenza psicologica dell’ospite; • la comunicazione verbale e gestuale; • la gestione dell’ospite; 29
• la cura del particolare; • la capacità di adattare le proprie tecnicità (ad es. sportive o teatrali) al prodotto turistico. Queste sono le più significative, affrontiamole quindi singolarmente. L’Organizzazione Nessun mestiere ha più bisogno d’esperienza ed organizzazione di quello dell’animatore turistico. Spesso il buon esito di un’attività dipende proprio dalla capacità, di chi la gestisce ed organizza, di adattarla al particolare momento ed alla differente tipologia di Ospiti a cui si rivolge. Per questo motivo ogni attività deve essere sperimentata e simulata più volte per prevederne tutte le diverse situazioni, in modo da percepire le distinte sensazioni che sono alla base di queste variazioni. Poniamo il caso di dover organizzare una serata di giochi, da dove partiamo? Che giochi prevediamo? Siamo in grado di prevedere delle attività alternative in caso di imprevisti (ad es. mutazioni climatiche, eventi speciali…)? Per risolvere questo tipo di problematiche organizzative, che prevedono anche una certa qualità artistica, potrebbe essere utile la sperimentazione di un particolare metodo di lavoro di gruppo: il Brain-storming. Questo metodo prevede l’espressione di diverse e disparate idee, senza ordine, senza analisi, così come vengono in mente al singolo componente del gruppo. Consideratele globalmente in un secondo tempo, potrete estrapolare da ogni singola idea la parte più interessante per la soluzione del problema affrontato (ad es. la serata giochi) e, integrandola con le altre, giungerete ad una sintesi intelligente e, 30
questa volta organizzata, per la soluzione del caso. Dall’esperienza quotidiana possiamo sicuramente evincere il valore della capacità organizzativa per l’animatore turistico, ma ne abbiamo già sottolineato l’importanza parlando dell’origine della denominazione di questa professione. Il metodo organizzativo che riteniamo particolarmente adatto è quello analitico che com- prende tutti gli aspetti, anche i più prevedibili e sottointesi. Proviamo ad esempio ad organizzare un intrattenimento musicale notturno in spiaggia. Facciamo una lista di ciò che potrà servirci: • una chitarra e almeno una persona che la sappia suonare; • della legna, per accendere un falò (qualora fosse possibile per le leggi locali delle quali ci saremo informati); • pubblicità dell’evento; • un recipiente contenente la Sangria. Perfetto, ora analizziamo il primo punto: quale accortezza manca? Potremmo preoccuparci che la chitarra sia accordata e vi siano delle corde di riserva nell’eventualità se ne rompesse qualcuna. Potremmo trovare degli spartiti e fare una lista di canzoni che usualmente piacciono a tutti e creano ambiente, potremmo anche provare a suonarle! Nel secondo punto? Non è che ci dimentichiamo di un po’ di carta e di un accendino, o di sistemi di sicurezza per spegnere il fuoco se dovessimo avere un’emergenza?!!! Nel quarto punto potremmo dimenticare i bicchieri di carta o un mestolo per servire la Sangria, oppure delle semplici bottiglie d’acqua per dissetare anche gli astemi, etc... E se dovesse piovere? Prevediamo per l’emergenza una sala all’interno da poter utiliz- zare in questo caso. 31
Se nell’analizzare ogni singolo punto riusciremo ad essere molto attenti potremo evi- tare molti contrattempi e difficoltà spesso causa di un insuccesso e potremo considerar- ci dei discreti organizzatori. La psicologia dell’ospite e della sua vacanza Ogni essere umano è singolare ed unico e non è nostra intenzione svolgere analisi sociologiche. Sicuramente però sarà più semplice e costruttivo, procedendo sempre con il nostro metodo d’indagine ANALITICO, individuare delle “tipologie” in modo da poterne “preve- dere” le aspettative. A tal fine può rivelarsi più utile partire da quello che ognuno di noi sa già sui nostri ospiti. Nella pagina successiva, proviamo a compilare la prima colonna dello stampato (A) (TIPOLOGIA), con quelle che, secondo voi, possono essere le categorie di ospiti incontra- bili sul vostro luogo di lavoro. Nello stampato sono presenti 14 righe, ma ciò non significa che vi siano necessaria- mente 14 tipologie, l’elenco può essere, evidentemente, più lungo o più corto. Compiliamolo con attenzione tenendo per ora in considerazione solo le distinzioni oggettive (età, stato civile, etc…). In un secondo tempo e dopo averle confrontate con quelle da noi riportate successi- vamente, prenderemo in considerazione le diverse tipologie psicologiche e comportamen- tali. 32
TIPOLOGIE DI OSPITI TIPOLOGIA ASPETTATIVE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 33
Confrontiamo adesso le categorie da voi individuate con quelle riportate qui sotto. TIPOLOGIE 1 GENITORI GIOVANI (20-40 ANNI) 2 GENITORI (oltre i 40 anni) 3 BAMBINI 0-3 ANNI 4 BAMBINI 3-5 ANNI 5 BAMBINI 6-11 ANNI 6 RAGAZZI 11-15 ANNI 7 RAGAZZI 16-21 ANNI 8 GIOVANI 21-35 ANNI SINGLE 9 COPPIE GIOVANI 10 SINGLE oltre i 35-40 anni 11 ANZIANI 12 GRUPPI 13 STRANIERI 14 PORTATORI DI HANDICAP Ecco le principali tipologie di ospiti che sarà possibile incontrare durante lo svolgimen- to del nostro lavoro, non considerando tutte le caratteristiche comportamentali. Stabilito questo possiamo, sempre analizzandole, trovare quelle che sono, secondo voi, le aspettative (rispetto al servizio di animazione e assistenza turistica) per ogni singola tipolo- gia, ed aggiungerle allo stampato. È chiaro che questa analisi deve prevedere un’attenzione particolare per la clientela non ita- liana per la quale le tipologie dovrebbero essere moltiplicate per ogni singola nazionalità pre- sente, poiché sarebbero diverse anche le abitudini e, di conseguenza, le aspettative. 34
Il miglior consiglio nel cercare di svolgere questo compito è quello di immedesimarsi, per quanto sia possibile, nell’ospite. Sempre in un secondo tempo, confrontate le vostre previsioni con quelle descritte in questa pagina. ASPETTATIVE Relax, momenti di coppia (assistenza e sicurezza per i figli), occasioni di svago, 1 sport organizzato, romanticismo, privacy. Relax, momenti di coppia (assistenza e sicurezza per i figli), occasioni di svago, 2 sport organizzato, romanticismo, privacy, comodità, educazione, attenzioni. 3 Cure materne, attenzioni, serenità, affetto. 4 Gioco, divertimento, conoscenza, scoperta del nuovo, amicizia, attenzione, affetto. 5 Divertimento, giochi, avventura, amici, complicità. 6 Divertimento, gruppo, primi "amori", amici, sport. 7 Avventure amorose, divertimento, amicizia e gruppo, occasioni per affermarsi. 8 Trovare un/a compagno/a, avventure, sport, svago attivo, relax. Occasioni da condividere, momenti di coppia, privacy, svago, sport, divertimento, 9 amicizia. 10 Sentirsi giovani-inseriti-considerati, sport, un/a compagno/a, relax, disponibilità. 11 Considerazione, coinvolgimento, rispetto, affetto, massima educazione. Sport e attività dedicate, coinvolgimento, considerazione come singolo, non 12 classificazione. Attività, animazione, servizi, assistenza nella propria lingua, coinvolgimento, 13 atmosfera italiana. Rispetto, amicizia, non discriminazione, divertimento, comprensione, aiuto, relax, 14 divertimento. 35
Sarebbe superfluo sottolineare che tutti, nella propria vacanza, desiderano divertirsi, rilassarsi, godersi la vita e dimenticare le quotidiane preoccupazioni… ma come scopriremo nel seguito di questa analisi, nella professione dell’organizzatore non è contemplata la parola “superfluo”; infatti, non si può mai considerare nessun particolare come scontato, è appunto nello scontato che nasce l’errore. Come si può notare molte voci sono comuni ma hanno una valenza diversa: il divertimento di un anziano non è lo stesso di una coppia, né quello di un bambino di 5 anni è uguale a quello di un ragazzo di 18. È per questo motivo che nella programmazione e nell’organizzazione di ogni attività si devono considerare tutte le diverse esigenze … non ci si può permettere il lusso di soddisfare solo una parte, anche se vasta (es. non racconteremo mai una barzelletta che verta su persone portatrici di handicap, sulla religione, sul colore della pelle etc… anche se ci può sembrare la più divertente mai sentita e personalmente non la viviamo come offensiva). Definite le aspettative, addentriamoci ora nella psicologia dell’ospite, per capire come queste ultime si mostrano nei loro atteggiamenti. Tenteremo di capire le ragioni dei diversi comportamenti ed il modo migliore di interagire con essi. Innanzi tutto dobbiamo distinguere quattro diversi sistemi che, interagendo tra loro e con l’ambiente esterno, producono varie reazioni. 1) sistema cognitivo; 2) sistema emotivo; 3) sistema emozionale; 4) sistema comportamentale. Questi sistemi possono far sì che una determinata situazione possa essere vissuta da ogni persona in maniera anche completamente diversa. Esistono altri fattori che incidono notevolmente sulla risposta che un determinato atteggiamento può provocare nell’altro, ad esempio la percezione di 36
noi stessi, ossia il nostro atteggiamento interiore, che, se sarà negativo, causerà nel nostro interlocutore una reazione che rafforzerà la nostra sensazione. Primo passo da compiere è quindi quello di improntare un atteggiamento costruttivo ... ASSERTIVO. Le tipologie psicologiche che incontreremo sono riconoscibili da alcuni atteggiamenti che le contraddistinguono e che ci dovrebbero consentire di riconoscerle per poter agire correttamente. La prima tipologia che analizziamo è quella PASSIVA. • Il comportamento è timido, riservato e con la tendenza a mettersi sempre in disparte, non entra mai in conflitto anche se subisce dei torti, ma conserva le sensazioni di frustrazione, ansia e quindi rabbia repressa. Può accadere che alcuni individui possano, non di rado, esplodere in atteggiamenti rabbiosi ed aggressivi, causati dalla dose di ansia e frustrazione accumulata. Lo sguardo è basso così come il tono della voce, la postura ricurva con impaccio nel trovare una posizione alle mani. Il nostro compito con un ospite passivo è quello di rassicurarlo, incoraggiarlo e consigliarlo con “amicizia” senza mai essere invadenti...lo subirebbe come una violenza. • Tipologia FRUSTRATA Questo tipo di persona non prende l’iniziativa, subisce torti ma somatizza e si carica come una bomba. Atteggiamento imbronciato, apatico e poco rilassato, tono di voce variabile accentuato da sospiri e frequenti attacchi d’ira. Insoddisfatta e depressa, è pronta a scagliarsi contro di voi, va trattata con le “pinze” e nel caso di aggressione dovrete cercare di troncare educatamente il conflitto. 37
• Tipologia ASSERTIVA Attivo, tenace, determinato, pronto ad assumersi le proprie responsabilità, vi farà complimenti e osservazioni con lo stesso criterio costruttivo. L’espressione del volto accompagna le parole...difficilmente vi creerà problemi... se lo fa, riflettete!! • Tipologia AGGRESSIVA Sente sempre il bisogno di imporsi, le responsabilità non gli appartengono, si sente superiore, è ostile, impaziente, carico di rabbia. Monopolizza l’attenzione, spesso non rispetta le distanze personali, è invadente. È necessario porsi nei suoi confronti accettandolo e accattivandoselo con atteggiamenti che gratifichino il suo superego. Il rapporto con la clientela Provate ad immaginare “l’animatore ideale”. Sicuramente avrete pensato che un animatore deve essere gentile, divertente, sempre iperattivo etc… ma c’è molto di più. Quello che lo renderà unico… sarà la sua umanità. Con questo intendiamo dire che nei suoi comportamenti non dovrà mai esagerare, non cercherà di essere per forza in primo piano, ciò significa che non lavorerà per gratificare ed ingigantire il proprio Ego ma avrà come obiettivo la soddisfazione dell’ospite. Quante volte abbiamo provato quel fastidio profondo nell’incontrare qualcuno che voleva essere Animatore per forza, a tutti i costi ed in ogni momento. Lasciamo, quindi, che gli ospiti ci apprezzino per la nostra capacità di comunicare, di organizzare e di condividere la nostra inesauribile energia vitale con gli altri, contagiandoli piacevolmente. Permettiamogli di ammirarci per la nostra umiltà e grande professionalità 38
dimostrata anche e soprattutto in questi atteggiamenti. Mostrarsi umili, infatti, non vuol dire essere timidi e impacciati o incapaci di valorizzare i nostri sforzi e le nostre capacità, dovremo solo farlo, come abbiamo già sottolineato, nel modo più appropriato senza esasperare quegli atteggiamenti che possano risultare forzati o aggressivi nei confronti di chi, inevitabilmente, ci osserva durante l’arco di un intera giornata, per tutto il periodo del suo soggiorno. Sarà, quindi, necessario saper gestire ogni momento della nostra giornata, compreso quello che possiamo ritenere “privato”, anche se, a dire il vero, di momenti privati ne rimangono molto pochi. È facile immaginare, infatti, come anche il dormire, se condiviso con altri compagni di lavoro, possa divenire argomento della comunità nel caso non si rispettino i diritti dei propri coinquilini (per l’animatore il riposo è talmente raro da risultare sacro e inviolabile), o come un “chiarimento di idee” tra colleghi debba essere affrontato nella sede idonea, ossia lontanissimo dallo sguardo assolutamente interessato dell’ospite. L’ospite si interesserà di più della vita privata, dei conflitti interni (se malauguratamente ve ne fossero) e dei “segreti” dello Staff che dei propri figli. Ulteriore punto focale del nostro comportamento dovrà essere l’estrema gentilezza e disponibilità ed anche se non sempre ci potrà venire spontanea… dovrà essere credibile e concreta. Un problema riscontrato dall’ospite è un nostro problema, anche se non riguarda prettamente il nostro lavoro tecnico, ci occuperemo di rintracciare o indicare la soluzione migliore al nostro “amico” (es. manca l’acqua calda nel bungalow n° 20, la signora è infuriata, non dipende certo da una nostra mancanza, ma ce ne interesseremo ugualmente come se lo fosse, segnalando il problema alla persona che potrà risolverlo e ne seguiremo, per quanto ci sarà concesso, la risoluzione… (“Come va signora … è tornata l’acqua?… Bene,… ne sono felice!!!”). 39
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COMPETENZE DISCIPLINARI Cercheremo di considerare, viste le varie realtà ricettive all’aria aperta e soprattutto la diversità delle organizzazioni, le molteplici figure professionali del mondo dell’animazione. Possiamo subito distinguere tre grandi gruppi che godono di una certa autonomia, sia per la differenza tecnica delle singole specializzazioni che per le forme d’intrattenimento che forniscono, ed un’area relativa ai responsabili di settore. Tralasciando per ora questa ultima area, che approfondiremo più avanti, individuiamo di seguito le tre macro aree e le corrispondenti figure professionali: Animatore di contatto e tecnici Animazione sportiva Animazione per bambini e ragazzi Il primo gruppo, non per ordine d’importanza, comprende tutti coloro che più tecnicamente si occupano di “spettacolo” e divertimento. Essi sono: • Animatore di contatto • Organizzatore di tornei • D.J. - tecnico suono/luci • Coreografo • Scenografo • Costumista • Musicista Il secondo gruppo contiene tutti gli animatori istruttori sportivi. Possono essere tanti quanti gli sport che si desidera proporre agli ospiti della struttura ma si possono racchiudere in tre attività principali: • Sport di terra • Sport di mare • Attività aerobiche/fitness 41
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