"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia

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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
NUOVI       Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia
            Numero 12 • Dicembre 2020
            Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma. 20/B legge 662/96 - filiale di Milano

Ci dicevano:
“ANDRÀ TUTTO
BENE”
...ma
avevamo
paura

Lombardia
"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia

Sommario
    2       Introduzione                                                    44         Lodi
            Ci dicevano: “Andrà tutto bene”                                            I nostri anziani un patrimonio
            …ma avevamo paura                                                          da salvaguardare
            Valerio Zanolla                                                            Daniela Saresani
                                                                            46         Pavia
    7       CI DICEVANO: “ANDRÀ TUTTO BENE ”                                           Riprogettare le Rsa
            …MA AVEVAMO PAURA                                                          è una necessità
            Sintesi della ricerca                                                      Osvaldo Galli
    8       È venuta meno la socialità                                      48         Varese
            Maurizio Bonati                                                            Lavoriamo per essere vicini
    10      Al medico di base un ruolo                                                 ai nostri iscritti
            più proattivo                                                              Salvatore Giglio
            Antonio Clavenna
    12      Ci dicevano: “Andrà tutto bene”                                 51         INTERVENTI
            …ma avevamo paura                                               52         Reagire alla cultura
            Le slide                                                                   dello scarto
            A cura di Maurizio Bonati                                                  Don Virgilio Colmegna
            e Antonio Clavenna                                              55         Dobbiamo dare grande attenzione
    20      Le analisi stratificate per genere                                         alla prevenzione
    28      Le analisi stratificate per residenza                                      Silvio Angelo Garattini

    37      TESTIMONIANZE DAL TERRITORIO                                    58         Conclusioni
                                                                                       Abbiamo bisogno
    38      Bergamo                                                                    di comunità
            Più attenzione ai servizi                                                  Antonella Pezzullo
            sul territorio
            Mario Belotti                                                   68         LETTI PER VOI
    40      Milano                                                                     Per saperne di più
            Un numero unico per supplire                                               Erica Ardenti
            al contatto umano
            Michele Lomonaco
    42      Cremona
            Nuove priorità sono emerse
            con la pandemia
            Daniela Chiodelli

Nuovi Argomenti Spi Lombardia                                               Impaginazione: A&B, Besana in Brianza (MB)
Pubblicazione mensile del Sindacato Pensionati Italiani                     Prestampa digitale, stampa, confezione:
Cgil Lombardia                                                              RDS WEBPRINTING S.r.l.
Numero 12 • Dicembre 2020                                                   Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB)
Direttore responsabile: Erica Ardenti                                       Registrazione Tribunale di Milano n. 477 del 20 luglio 1996
Editore: MIMOSA srl uninominale, presidente Pietro Giudice                  Numero singolo Euro 2,00
                                                                            Abbonamento annuale Euro 10,32
"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
CI DICEVANO:
  “ANDRÀ TUTTO BENE ”
  …MA AVEVAMO PAURA
   Valerio Zanolla      Segretario generale Spi Lombardia

P    erché quest’indagine?
     Perché lo Spi Cgil è un
sindacato che rappresenta le
                                                                                rebbe finito al risveglio, ma
                                                                                i giorni passavano. Ci diceva-
                                                                                no “Andrà tutto bene!”… ma
persone anziane e pensiona-                                                     avevamo paura e oggi sappia-
te, i loro diritti, i loro bi-                                                  mo che saranno necessari al-
sogni e le loro aspettative e                                                   tri mesi perché siamo dentro
questo è un impegno che, an-                                                    la fase due.
cora di più in una fase come                                                    Non era, ad esempio, un
questa, dobbiamo portare                                                        incubo ma una dura real-
avanti anche se la situazio-                                                    tà quando ci siamo messi,
ne si complica e ha ricadu-                                                     noi dello Spi della Lombar-
te sulla vita di tutti i giorni.                                                dia, già dalla fine di febbra-
Molti sanno che lo Spi Lom-                                                     io a sorvegliare con più at-
bardia è un’organizzazione                                                      tenzione quello che accadeva
diffusa sul territorio, con 430mila iscritti, con           nelle Rsa quei luoghi dove vivevano le persone
sedi e recapiti in quasi tutti i comuni e con più           più fragili. E, a partire dalla fine di febbraio e
presenze nelle grandi città. Il nostro compito è            poi nei mesi successivi, si è abbattuto sulla no-
negoziare nuovi diritti per le persone anziane,             stra regione e in particolare su alcune provin-
siamo un sindacato, ma oltre alla negoziazione              ce, quello che molti hanno chiamato uno tsu-
diamo ai nostri iscritti e pensionati una molte-            nami. Dei contagi e delle morti hanno scritto
plicità di servizi di carattere fiscale, previden-          e parlato in molti attingendo a piene mani alle
ziale e sociale.                                            varie metafore disponibili. Noi oggi siamo qui
Siamo un avamposto di democrazia in una del-                per dare conto di come – di fronte al Covid-19
le regioni più progredite del paese. Per questo             e soprattutto di fronte alle misure decise dal go-
abbiamo ritenuto doveroso farci carico di un’a-             verno per arrestarne la diffusione – le persone
nalisi su cosa stava succedendo dentro la no-               anziane hanno reagito e abbiamo visto che le re-
stra regione e cosa stava capitando alle persone            azioni sono state differenti. Del resto ognuno di
anziane che vogliamo rappresentare e difende-               noi è diverso dagli altri, ha stili di vita, luoghi
re. Per alcuni l’epidemia dovuta al Sars Cov 2,             di residenza, affetti familiari diversi, storie per-
come nel libro La Peste di Camus, poteva so-                sonali che giocoforza non sono mai paragonabi-
migliare a un brutto sogno, un incubo che sa-               li. C’è chi ha parenti vicini e chi non ne ha o li

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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
ha lontani e ha dovuto trascorrere magari anche        dell’ottimismo e del volontariato sociale senza
mesi senza mai poterli vedere. Per di più abi-         pesare sui figli e sui nipoti.
tare in una grande città o nelle periferie o nel-      Il coronavirus, nel giro di poche settimane, ha
le campagne cambia di molto. Vivere in cop-            cancellato un quadro così idilliaco. Fino a meno
pia o da soli, abitare in una delle tante villette     di un anno fa, la terza e quarta età erano viste,
dei nostri comuni o in un piccolo appartamento         dalla pubblicità e dal mercato, come un’isola
poteva fare, e fa la differenza, anche oggi davan-     di serenità. Oggi sono assediate dalla paura del
ti alla notizia di un nuovo lockdown.                  contagio, dalla sofferenza e anche dalla morte.
Per capirne di più la segreteria dello Spi Lom-        Anzi, per un certo periodo ci siamo presi de-
bardia si è posta e ha posto molte domande agli        gli untori e eravamo visti come dei privilegia-
over 65 con l’aiuto dell’Istituto Mario Negri.         ti, con la certezza del reddito, in taluni casi per-
Ci siamo chiesti:                                      cepito senza meritarcelo. Ci caricavano di colpe
• come ha pesato tutto questo sulle condizio-          che non erano e non sono nostre, tipo il debito
ni fisiche, psicologiche e di salute delle perso-      pubblico e il sistema pensionistico considerato,
ne anziane?                                            a ragione, penalizzante per i giovani. Il nostro è
• di che cosa avranno avvertito di più la man-         un paese dove lo sport più praticato è lo scarica
canza?                                                 barile. Cercare qualcuno a cui dare la colpa è lo
• come hanno trascorso il tempo dell’isolamen-         sport nazionale. Riteniamo sia puerile farlo tra
to? Sappiamo che molti anziani si lasciano an-         partiti ma diventa pericolosamente ridicolo se
dare perché si sentono soli, inutili e indifesi, an-   lo si scatena tra le generazioni.
che a causa degli acciacchi.                           I diritti che abbiamo non ci sono state regala-
• e più in generale, che tipo di vita fanno i no-      ti, anzi. Noi siamo la prima generazione, e for-
stri anziani normalmente dal punto di vista del-       se l’ultima che ha versato e verserà pienamente
le attività culturali, sportive, ricreative?           i contributi pensionistici, molti di noi per ol-
Le tante nostre iniziative, realizzate negli anni,     tre quarant’anni di lavoro. Certo, la precarie-
ci hanno fatto conoscere molte abitudini, inte-        tà attuale genera incertezze e un forte calo della
ressi e passioni delle persone che rappresentia-       contribuzione individuale e in una società indi-
mo. Ma, con la paura del contagio, tutto è stato       vidualista come questa, che noi abbiamo com-
diverso. Ci si domandava se fosse finita per col-      battuto scontata, si tratta di una conseguenza
pa della pandemia l’epoca in cui pensavamo alla        quasi scontata. Lavori? Guadagni! Paghi? Pre-
nostra età come fase della vita pienamente atti-       tendi! Altrimenti zitto, niente solidarietà. Ci
va e piena di nuove opportunità di svago e di          viene assegnata anche la colpa che lasceremo
interessi da soddisfare.                               ai nostri figli un debito pubblico esagerato, in-
Eravamo abituati da anni a fare i conti con l’ap-      tanto vorrei dire che i nostri genitori e i no-
pellativo diversamente giovani, e questo ci consen-    stri nonni, non certamente solo per colpa loro ci
tiva, anche in pensione, di essere dinamicissimi.      hanno lasciato città bombardate, ponti distrut-
Inventavamo il futuro, viaggiavamo e, perché           ti e scuole e servizi da ricostruire. Durante i
no, curavamo il nostro aspetto e ci dedicavamo         quarant’anni e più che abbiamo lavorato abbia-
allo sport, alle attività culturali al volontariato.   mo modernizzato l’Italia e conquistato diritti.
Non dimentichiamoci che oltre a negoziare              Oggi questi diritti li stanno togliendo? Biso-
con i comuni, a dare servizi previdenziali fisca-      gna attivarsi ma non ci dicano che noi non sia-
li e assistenziali alle persone che tutti i giorni     mo andati in piazza per difenderli. E non ci di-
vengono nei nostri uffici lo Spi Cgil Lombar-          cano che noi non contribuiamo all’economia del
dia organizza tutti gli anni quelli che chiamia-       nostro paese, la no tax area per i pensionati su-
mo Giochi di LiberEtà ai quali partecipano in          pera di poco gli 8 mila euro, per i lavoratori at-
tutta la regione migliaia di pensionati e ragaz-       tivi dal 1° luglio la no tax area è di 12.000 euro.
zi ospiti nelle residenze sanitarie per disabili.      Poi come non ricordare che durante la prima
Ci siamo costruiti, insomma, un ultimo capito-         fase della pandemia si è persino assistito a un
lo della nostra vita all’insegna della leggerezza,     atteggiamento di cinismo politico mai visto

                                                                                                         3
"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
prima nei confronti di una generazione di an-        • Quale certezza abbiamo che non avranno con-
ziani, colpevoli soltanto di essere vecchi e con     seguenze durature nel futuro? La scienza su
plurime patologie.                                   questo non ha ancora dato risposte.
Con il semplice appellativo “sono vecchi” si è       Dire di stare a casa agli anziani sembra quasi un
giustificata la morte di migliaia di persone, al     volersi lavare la coscienza, anche i giovani han-
di là di ciò che hanno rappresentato nella no-       no bisogno di protezione e soprattutto di una
stra società, e che ancora rappresentano, e ciò      sanità che sia presente nel territorio, che sap-
che svolgono in supporto delle loro famiglie,        pia cogliere i segnali di come si muove il conta-
oltre che in sostituzione ad un welfare clamoro-     gio. Il dibattito sull’obbligo di stare a casa per
samente deficitario.                                 le persone anziane è una sorta di arma di distra-
E da questo punto di vista è quello che sta ca-      zione di massa.
pitando ancora, ad esempio con la polemica che       Sono milioni le persone anziane, un terzo della
si è aperta con la frase che gli anziani non sono:   popolazione in Lombardia, con interessi e com-
“indispensabili allo sforzo produttivo del pae-      piti nella società senza i quali molte cose ver-
se”. Polemica seguita da molti altri interventi      rebbero meno, lo vediamo in Cgil. I nostri ser-
che ci suggeriscono di rimanere sempre e solo        vizi, l’accoglienza nelle Camere del Lavoro e nel
chiusi in casa.                                      volontariato in generale, a tutti i livelli.
Già, chiusi in casa, in attesa che qualcuno ci       Per questo crediamo sia più importante che
porti il morbo, come è capitato nelle case di ri-    tutti rispettino le regole. L’impressione è che ci
poso, chiuse ai parenti ma aperte al contagio.       siano ex sessantottini che vogliono riprodurre la
• Ma siamo sicuri che siano solo gli anziani a       celebre frase di Mao Zedong: colpirne uno per edu-
rischio?                                             carne cento. Ora sono andati più avanti e per sal-
• Come ne escono i giovani dal Covid se sono         varsi, senza cambiare niente, cercano e trovano,
stati in terapia intensiva?                          come fa la destra, il colpevole, sempre le perso-
                                                     ne anziane.
                                                     Secondo loro il sistema sociale e sanitario del
                                                     nostro paese va bene così, basta che le persone
                                                     più fragili stiano rinchiuse in casa.
                                                     Rinchiuderne trenta per salvarne settanta, ma
                                                     il loro obbiettivo vero mi pare sia, salvare la sa-
                                                     nità privata e la medicina ospedalocentrica che
                                                     ha fallito!
                                                     E soprattutto salvare i loro profitti, una sani-
                                                     tà che ora ci fa subire delle conseguenze a cau-
                                                     sa della pandemia ma che già prima costringeva
                                                     molte persone anziane a rinunciare alle cure per
                                                     ragioni economiche.
                                                     Da tutte queste considerazioni e da molte al-
                                                     tre ancora abbiamo preso lo spunto per effet-
                                                     tuare questa indagine somministrata attraverso
                                                     un questionario compilato anche online. Con-
                                                     dotto in collaborazione con l’Istituto Mario Ne-
                                                     gri. Abbiamo ricevuto 1.480 risposte tra i mesi
                                                     di luglio e settembre, di over 65 residenti in
                                                     Lombardia. Una fotografia della condizione de-
                                                     gli anziani e di come il Covid-19 abbia cambia-
                                                     to le loro vite.
                                                     Con i ricercatori dell’istituto abbiamo deciso di
                                                     indagare su quanto vissuto dagli anziani in tut-

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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
to quel periodo di fine inverno e inizio prima-        ne. Noi sappiamo come Spi che se intorno alla
vera, a partire dalle loro condizioni pregresse        persona anziana c’è un progetto, una rete di as-
che sono utili per capire come ha inciso la pan-       sistenza che funziona, anche interesse per la sto-
demia. Sulle diverse situazioni economiche in-         ria che lui ci può raccontare ecco che la longe-
dividuali, culturali, abitative. Somministrando        vità può essere una risorsa. Lo abbiamo capito
una serie di domande, poco meno di una set-            dalle risposte che ci sono state date. Gli over 65
tantina su vari aspetti della loro vita e sulle loro   hanno ancora molti progetti per il loro futuro,
condizioni di salute, di come trascorrevano pri-       e questo potrà valere anche per i giovani di oggi
ma del Covid il loro tempo libero, come si ali-        quando anche loro invecchieranno. Chiediamo
mentavano, per poi entrare nel particolare delle       a loro di non bruciarsi i ponti dietro le spalle.
conseguenze fisiche, psichiche e su come aveva-        Anzi chiediamo loro di lavorare e lottare assie-
no vissuto il periodo di quarantena.                   me a noi per ridare vita allo spirito della legge
Volevamo capire quale sarebbe stato l’impatto          833 del 1978 di Riforma sanitaria, che è stata
dell’epidemia Covid-19 e come venivano accol-          conquistata con le lotte di coloro che adesso si
te le misure di contenimento in atto sulle atti-       vorrebbe rinchiudere nelle case.
vità quotidiane, sulle relazioni sociali e sulla sa-   Perché, concludendo, una cosa mi piace sottoli-
lute fisica e psicologica.                             neare emersa alla fine dell’indagine, gli over 65
• Avrà avuto il lockdown un impatto sulla salute?      hanno voglia di imparare e vedono positiva-
• Ci sono conseguenze indipendentemente                mente il futuro per questo sarebbe un crimine
dall’infezione Covid-19, sulla condizione fisica?      trattarli come dei soggetti incapaci e se doves-
• Si sono manifestati nuovi sintomi di malat-          simo rinchiuderli da soli in casa sarebbe un al-
tia o sono diventati più acuti sintomi di malat-       tro fallimento perché apparirebbe come un evi-
tie già presenti?                                      dente fallimento della società che dimostra di
• Come è stato il rapporto con il proprio medico?      non essere stata capace e di non essere capace di
• Ci sono stati problemi sulla frequenza dei           difenderli come si difendono tutti gli altri. Ad
rapporti con lo stesso, le modalità, il grado di       ognuno sia data la possibilità di vivere serena-
soddisfazione, sia per consulti/visite che per le      mente gli ultimi anni della propria vita senza
prescrizioni di farmaci, visite o esami;               discriminazioni ma, ovviamente, nel pieno ri-
• se ci sono state modifiche nell’attività fisica,     spetto delle norme emanate dalle istituzioni,
nell’alimentazione o nelle abitudini di vita, per      che devono valere per tutti.
esempio orari del sonno, tempo dedicato a hob-
by, TV, lettura.
Guardare alla luce di queste risposte la secon-
da virulente ondata e nella prospettiva del nuo-
vo lockdown potrebbe aiutarci ad affrontare con
maggiore consapevolezza la nuova difficile fase
e nel rapporto con i sindaci e le istituzioni per
avere più argomenti per rivendicare soluzioni
che nella prima fase non sono state individua-
te, e soprattutto cercare di evitare i disagi che
abbiamo letto nelle risposte. È anche questo un
obbiettivo della ricerca, trovare idee per lavora-
re assieme con le istituzioni con le Ats e le asso-
ciazioni di volontariato, affinché in caso di nuo-
ve chiusure, agli anziani non manchino affetto,
supporti, sanità nel territorio e servizi. Guarda-
re a questa fase affermando con forza che sì, sia-
mo ancora vivi e da questa indagine abbiamo
capito che invecchiare e basta non è la soluzio-

                                                                                                       5
"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
CI DICEVANO:
“ANDRÀ TUTTO BENE ”
…MA AVEVAMO PAURA
Sintesi della ricerca
A cura di Maurizio Bonati, Antonio Clavenna
Dipartimento di Salute Pubblica
Laboratorio per la Salute Materno Infantile

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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
È VENUTA MENO
    LA SOCIALITÀ
    Maurizio Bonati      Responsabile Dipartimento di Salute pubblica, Istituto Mario Negri

I  l solo titolo dell’iniziati-
   va Ci dicevano: “andrà tutto
bene”, ma avevamo paura sin-
                                                                                  ternet molto più di prima.
                                                                                  È una popolazione che ha fi-
                                                                                  ducia nel futuro, nonostan-
tetizza quella che è stata la                                                     te tutto e pur reclamando,
ragione dell’inchiesta e quel-                                                    in particolar modo sulla sa-
lo che è stato l’obiettivo.                                                       lute. È una popolazione po-
La popolazione selezionata,                                                       sitiva, spera ovviamente nel
perché è quella dello Spi, ha                                                     meglio. La seconda ondata
rappresentato tutta la regione.                                                   della pandemia al momen-
L’inchiesta è stata condotta                                                      to dell’intervista sembra-
in un periodo particolare, il                                                     va lontana, eppure per vari
periodo estivo in cui si di-                                                      aspetti, sembra una popola-
ceva “tutto andrà bene”, si                                                       zione dimenticata e in atte-
usciva e si guardava avanti                                                       sa di sapere. Questo indi-
speranzosi, ma allo stesso tempo si aveva pau-                 pendentemente dalla residenza (in città o
ra. In sintesi, è la paura, l’insicurezza, quella              in periferia) o di vivere in una zona critica
che aleggia, anche oggi in attesa, oltretutto,                 per l’incidenza della pandemia.
di provvedimenti che sono spesso inefficaci, ri-               Una popolazione che tutto sommato inve-
tardati e, comunque, non compresi dai cittadi-                 ste anche nel proprio benessere fisico. Infatti
ni. Il clima di attesa e indecisione è quello che              è quella dei giovani pensionati che si sotto-
fondamentalmente caratterizza il quotidiano,                   pongono a controlli medici periodicamente
in particolar modo in un periodo che si protrae                e regolarmente, cercano di investire per non
senza certezze.                                                perdere memoria, fanno esercizi, ma poco per
Il profilo della popolazione che ha risposto a                 quanto riguarda la parte di attività motoria.
questa iniziativa è stato quello di una popola-                È una popolazione che assume farmaci, è iper-
zione che si attesta mediamente intorno ai set-                tesa almeno nei tre quarti, ha magari disturbi
tanta anni, con una prevalenza leggera degli                   nell’addormentarsi – come almeno il 10/12
uomini – di solito sono le donne che rispon-                   per cento della popolazione cosiddetta in salu-
dono ai questionari – con un livello cultura-                  te – quindi rappresentativa di quello che era e
le, educativo e formativo che corrisponde alla                 che è, purtroppo, la situazione.
licenza media per la metà della popolazione e                  È una popolazione che, in particolar modo
che, fondamentalmente, prima della pensione                    dopo la prima fase, si è chiusa in casa, esce
aveva una forma occupazionale da dipendente.                   poco o meno, non fa attività sportiva o moto-
La quasi totalità di chi ha risposto utilizza in-              ria. Fa poca ginnastica, fa sì qualcosa per man-

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"ANDRÀ TUTTO BENE" Ci dicevano: Lombardia - SPI-CGIL Lombardia
Un momento della diretta Fb. Da sinistra Valerio Zanolla, la moderatrice dell’incontro Giulia Fabbri,
 Maurizio Bonati e Antonio Clavenna

tenersi in buona forma fisica, ma non segue ed              essere ulteriormente preso in considerazione
è irrispettosa dei consigli dietetici. Questo è             per disegnare un nuovo welfare e, perché no,
un altro di quegli aspetti a cui sarebbe utile              da ripensare anche in considerazione del fatto
pensare per poi rilanciare quelli che sono gli              che – se il 16 per cento di chi ha risposto ha
effetti secondari della pandemia.                           dei familiari a carico o delle persone non auto-
L’interazione con i familiari, con gruppi or-               sufficienti – in realtà la risposta sul volontaria-
ganizzati o con amici, è venuta meno. È una                 to è che si prendono cura di persone care. Al-
popolazione che non frequenta o frequentava                 tra considerazione necessaria alla luce dei
poco i centri di aggregazione (p. es., i centri             risultati dell’indagine è che le donne appa-
sociali per anziani) e questo ancor meno dopo               iono meno resilienti degli uomini e quindi
la prima ondata. La grande totalità di quanti               necessitano di maggiori attenzioni nelle
utilizzano i servizi sociali della terza età è poco         iniziative che si intraprenderanno nell’am-
soddisfatta e lo è per niente della qualità dei             bito del welfare; con lungimiranza, anche
servizi sanitari locali.                                    perché le donne vivono più degli uomini.
Rispetto alle attività sociali emerge un dato
importante perché i due terzi di coloro che
hanno risposto hanno dichiarato che dedica
tempo al volontariato. Quando poi si chiede
cosa intenda per volontariato si vede che la
metà ha nipoti in età scolare per cui il suo vo-
lontariato, la sua offerta sociale, è il dedicarsi
ai nipoti. Questo è uno dei punti che potrebbe

                                                                                                             9
AL MEDICO DI BASE
    UN RUOLO
    PIÙ PROATTIVO
    Antonio Clavenna       Ricercatore, dipartimento di Salute pubblica, Istituto Mario Negri

I  l mio compito è quello di
   cercare di riassumere qua-
li sono i dati che riguardano
                                                                                    ziana che ha risposto non ha
                                                                                    modificato sostanzialmente
                                                                                    le sue abitudini di vita.
più da vicino l’esperienza                                                          Abbiamo poi valutato se
della popolazione anziana                                                           durante l’epidemia le per-
che ha risposto rispetto all’e-                                                     sone avessero percepito il
pidemia di Covid-19 e alle                                                          loro benessere psicologico
misure di quarantena forzata                                                        come migliorato, peggiorato
a cui siamo tutti costretti nel                                                     o uguale rispetto al periodo
periodo tra marzo e maggio.                                                         precedente. In questo caso
Durante la prima fase dell’e-                                                       solo un terzo riferisce di aver
pidemia Covid-19 circa una                                                          percepito come peggiorato il
persona su cinque ha riferi-                                                        proprio benessere psicologi-
to di avere avuto un contat-                                                        co, ma in realtà forse non è
to con una persona che poi è risultata positiva                proprio così, è una percezione personale che non
all’infezione. Spesso erano persone che non face-              trova riscontro rispetto ad altri dati.
vano parte del nucleo familiare, uno su dieci ha               L’altro dato interessante è che questa percezione
effettuato almeno una volta un tampone per la                  di benessere psicologico peggiorato è più alta
ricerca del virus Sars-Cov-2, il quattro per cen-              nelle persone che hanno malattie croniche o che
to riferisce di aver avuto dei sintomi potenzial-              assumono farmaci, mentre è più bassa nelle per-
mente riconducibili al Covid, che potrebbe vo-                 sone che hanno uno stato di salute buono nel
ler dire Covid positivi accertati o anche persone              senso che sono sostanzialmente sane. Le varia-
con un sospetto di Covid, che non è stato poi                  bili che ci aspettavamo potessero influenzare
confermato con il tampone diagnostico. Solo un                 questa percezione non hanno avuto un impatto,
quarto di queste persone sono state ricoverate in              penso, ad esempio, al vivere da soli, oppure ri-
ospedale per cui, nella maggior parte dei casi,                siedere in province che sono state più pesante-
la malattia, accertata o presunta, è stata gestita             mente colpite dalla prima fase dell’epidemia.
a domicilio. Il sei per cento ha avuto un lutto                Sempre durante l’epidemia Covid-19 osservia-
all’interno del nucleo familiare dovuto all’infe-              mo un quaranta per cento di anziani che rife-
zione Covid-19.                                                riscono di essersi sentiti sempre o a volte, ab-
Durante l’epidemia, il 53% ha dovuto modifi-                   bandonati. Questo è un dato su cui vale la pena
care le proprie abitudini; comunque, possiamo                  riflettere, in particolar modo alla luce dei fattori
leggere questo dato anche in un altro modo;                    che pongono più a rischio di sentirsi abbando-
poco meno della metà della popolazione an-                     nati e dei fattori protettivi. Quelli più a rischio

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in questo caso sono: il genere femminile, il fat-     tevano influire sulla probabilità di sviluppare
to di vivere da soli, il fatto di essere residente    questi sintomi, vediamo che, coerentemente
in province come Bergamo, Brescia, Cremona,           con quanto noto e anche con quanto abbiamo
Lodi, che nella prima fase dell’epidemia sono         evidenziato in altre indagini simili fatte sulla
state più fortemente colpite. L’avere dei nipoti      popolazione generale, il genere femminile è un
e il fatto di svolgere frequentemente un’attivi-      po’ più a rischio del genere maschile e chi ha
tà fisica e motoria, sono associati a una minore      malattie croniche è molto più a rischio di avere
sensazione di abbandono, per cui c’è da pensare       ansia, stress, paura. L’altro dato ci dice che chi
a possibili interventi per il prossimo futuro su      ha vissuto più da vicino la prima fase dell’epi-
come far fronte a questo.                             demia è molto più esposto ad avere il rischio
Durante la quarantena forzata, come dicevamo          di sviluppare ansia, paura, depressione – anche
prima, un terzo di persone hanno avvertito il         se nel nostro campione è poco rappresentata la
proprio benessere psicologico come peggiora-          provincia di Bergamo rispetto ad altre indagini
to – ma nel momento in cui veniva chiesto se          che abbiamo effettuato.
erano presenti alcuni sintomi, alcuni stati d’a-      Che cosa è mancato maggiormente durante la
nimo, le due risposte più frequenti sono state:       quarantena forzata? Forse può apparire sconta-
“mi sono sentito ansioso”, circa la metà dei casi,    to, ma sei persone su dieci ci dicono che è man-
“mi sono sentito impotente” circa un terzo dei        cato maggiormente il fatto di non poter vedere
casi – solo tre su dieci hanno riferito di sentirsi   i familiari, l’altra risposta più frequente è il non
in qualche modo fiduciosi o di avere dei senti-       poter mantenere i rapporti sociali, la rete socia-
menti positivi rispetto alla propria esperienza.      le che frequentavano prima del lockdown, pochi
In totale, circa due terzi delle persone che han-     hanno risposto che è mancata la possibilità di
no risposto, hanno manifestato dei sintomi            svolgere attività fisica.
potenzialmente associati a una situazione di          L’ultima delle sottolineature che mi permetto
stress, come ansia, tristezza, spavento. Andan-       di fare rispetto a questi dati, e che mi sembra
do a verificare se c’erano delle variabili che po-    importante, riguarda il rapporto con il medico
                                                      curante. Anche qui emerge un dato da sottoli-
                                                      neare, circa la metà dice: “i miei contatti con il
                                                      mio medico, sono stati simili a quelli che c’era-
                                                      no prima dell’epidemia e prima del lockdown”,
                                                      ma, a fronte di questo, abbiamo tre anziani su
                                                      dieci che ci dicono che durante l’epidemia non
                                                      hanno avuto contatti con il medico di base. Da
                                                      un lato sono anziani sicuramente più giovani,
                                                      mediamente più sani, però dà l’idea che tre an-
                                                      ziani su dieci non hanno il proprio medico, e
                                                      forse questo è un rimando anche al fatto che il
                                                      medico di base dovrebbe avere un ruolo più
                                                      proattivo – quantomeno anche solo una telefo-
                                                      nata – trattandosi di una popolazione più a ri-
                                                      schio sia per la malattia che per le conseguenze
                                                      indirette anche di tipo psicologico dell’epide-
                                                      mia. Forse una telefonata può essere utile, può
                                                      far piacere.

                                                                                                       11
CI DICEVANO:
   “ANDRÀ TUTTO BENE ”
   …MA AVEVAMO PAURA
   Le slide
   A cura di Maurizio Bonati e Antonio Clavenna

   POPOLAZIONE

12 Numero 12 • Dicembre 2020
POPOLAZIONE

ASPETTI GENERALI

                   13
SALUTE

   BENESSERE FISICO

14 Numero 12 • Dicembre 2020
SERVIZI

ATTIVITÀ SOCIALI

                   15
DURANTE L’EPIDEMIA COVID-19

16 Numero 12 • Dicembre 2020
DURANTE L’EPIDEMIA COVID-19

DURANTE L’EPIDEMIA COVID-19

                              17
DURANTE LA QUARANTENA FORZATA

   DURANTE L’EPIDEMIA COVID-19

18 Numero 12 • Dicembre 2020
DURANTE L’EPIDEMIA COVID-19

CONCLUSIONI

                              19
LE ANALISI STRATIFICATE
PER GENERE
Contenuto del report:
• Tabella 1. Numero di questionari ricevuti      • Tabella 5. Sezione aspetti generali
• Tabella 2. Distribuzione dei questionari       • Tabella 6. Sezione salute
             ricevuti per regione, provincia     • Tabella 7. Sezione tempo libero
             e tipo di compilazione              • Tabella 8. Sezione benessere fisico
• Tabella 3. Sezione anagrafica                  • Tabella 9. Sezione Covid-19
• Tabella 4. Sezione famiglia                    • Tabella 10. Sezione quarantena

   Tabella 1. Numero di questionari
   ricevuti

   Tabella 2. Distribuzione dei questionari ricevuti
   per regione e tipo di compilazione

20 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 3. Sezione anagrafica

                                21
LE ANALISI STRATIFICATE PER GENERE

   Tabella 4. Sezione famiglia

22 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 5. Sezione aspetti generali

                                      23
LE ANALISI STRATIFICATE PER GENERE

   Tabella 6. Sezione salute

24 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 7. Sezione tempo libero

Tabella 8. Sezione benessere fisico

                                      25
LE ANALISI STRATIFICATE PER GENERE

   Tabella 9. Sezione Covid-19

26 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 10. Sezione quarantena

                                 27
LE ANALISI STRATIFICATE
PER RESIDENZA
Contenuto del report:
• Tabella 1. Numero di questionari ricevuti      • Tabella 5. Sezione aspetti generali
• Tabella 2. Distribuzione dei questionari       • Tabella 6. Sezione salute
             ricevuti per regione, provincia     • Tabella 7. Sezione tempo libero
             e tipo di compilazione              • Tabella 8. Sezione benessere fisico
• Tabella 3. Sezione anagrafica                  • Tabella 9. Sezione Covid-19
• Tabella 4. Sezione famiglia                    • Tabella 10. Sezione quarantena

   Tabella 1. Numero di questionari ricevuti

   Tabella 2. Distribuzione dei questionari ricevuti
   per regione e tipo di compilazione

28 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 3. Sezione anagrafica

                                29
LE ANALISI STRATIFICATE PER RESIDENZA

   Tabella 4. Sezione famiglia

30 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 5. Sezione aspetti generali

                                      31
LE ANALISI STRATIFICATE PER RESIDENZA

   Tabella 6. Sezione salute

32 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 7. Sezione tempo libero

Tabella 8. Sezione benessere fisico

                                      33
LE ANALISI STRATIFICATE PER GENERE

   Tabella 9. Sezione Covid-19

34 Numero 12 • Dicembre 2020
Tabella 10. Sezione quarantena

                                 35
36 Numero 12 • Dicembre 2020
TESTIMONIANZE
DAL TERRITORIO

             37
PIÙ ATTENZIONE
   AI SERVIZI
   SUL TERRITORIO
   Mario Belotti     Spi Bergamo

P    arlando dell’impatto sul
     nostro territorio della
pandemia da Sars Cov 2 e di
                                                                            lockdown cosiddetto locale, ci
                                                                            spiegano che la Lombardia è
                                                                            una zona rossa e che dovremo
quanto avvenuto all’interno                                                 sottostare a regole che vanno
delle Rsa – che in provincia                                                rispettate sicuramente, ma
di Bergamo hanno pagato un                                                  che, secondo me, andavano
tributo molto alto in termini                                               pensate in modo più confa-
di vite umane – la mia im-                                                  cente alle varie realtà delle
pressione è che da febbraio                                                 province lombarde.
tutte le strutture, non solo                                                Bisogna pensare a una riabi-
quelle residenziali, si siano                                               litazione delle strutture pro-
trovate abbandonate. Nessu-                                                 tette, non solo delle Rsa. Ri-
no era preparato a dare rispo-                                              abilitarle cioè nei confronti
ste concrete ma ciò che più                                                 dell’opinione pubblica e
è pesato è stato l’essere da soli a fronteggiare la   ridare a queste strutture il riconoscimento del
situazione: “ci siamo trovati a dover decidere in     lavoro di cura che svolgono sul territorio.
prima persona senza il sostegno delle istituzioni     Sostengo questo perché ciò che è stato scritto
su tutti i problemi che nascevano all’interno di      a fiumi sulla stampa e diffuso dai media nei
queste realtà.”                                       mesi scorsi, ha fatto, per un certo verso, piom-
I lavoratori, in prima battuta, e i parenti – mes-    bare queste strutture in una sorta di inferno.
si nella condizione di non avere più notizie dei      Uso una parola forte perché chi ha gestito e sta
loro cari – sono le persone che più hanno soffer-     gestendo queste strutture è passato dall’essere
to e che hanno dovuto sobbarcarsi sulle spalle le     carceriere a essere eroe e viceversa.
conseguenze dell’impatto del Covid-19.                È stata per loro dura affrontare da soli questa
Non credo valga la pena rivedere quello che è         esperienza. Pur sapendo che le istituzioni, le Ats
successo: è sotto gli occhi di tutti la gravità di    e le altre strutture territoriali, erano anch’esse
ciò che Bergamo, insieme a Brescia, ha vissuto        in difficoltà ci si aspettava da loro un coordina-
nella tragica primavera.                              mento e un aiuto che sono mancati.
Credo invece valga la pena cominciare a ragio-        Le Rsa hanno dovuto sobbarcarsi interamente
nare, come si è appena detto anche negli inter-       la questione del mantenimento di un servizio
venti tecnici, sulla possibilità di un futuro mi-     dignitoso all’interno di queste strutture anche
gliore sebbene oggi si sia di nuovo in presenza di    con forti criticità economiche da affrontare.
una recrudescenza della pandemia. Il Dpcm che         È notizia di oggi, sui quotidiani locali, che
verrà adottato domani, ci farà ripiombare in un       Regione Lombardia ha deciso di dare un ri-

38 Numero 12 • Dicembre 2020
storo a queste strutture in continua sofferenza.       stare costantemente in contatto con i loro cari.
Credo vada rivista la mission delle Rsa e un ripo-     Per mantenere il contatto con le famiglie, lo
sizionamento più concreto del welfare di que-          stanno facendo a proprie spese le strutture sen-
ste realtà all’interno di una rete che pensi più       za nessun contributo degli enti sovrastruttura-
alla prossimità e che dialoghi costantemente col       li e comprensoriali, va implementato l’acqui-
territorio per affrontare le problematiche pre-        sto di tablet, telefoni, smartphone per l’uso di
senti. Mi riferisco a una medicina del territorio      whatsapp, skype o quant’altro.
che dovrebbe vedere come ultima spiaggia le            La ricerca ha fatto emergere lo stress psicoso-
strutture residenziali e che dialoga e costruisce      ciale: la solitudine, il non poter dialogare con
rete per rispondere ai bisogni dei cittadini con       altri anziani, fare sport all’aperto, frequentare le
un’età superiore ai 65 anni. Penso alla solitudi-      famiglie, soprattutto i nipoti che si sono sentiti
ne, alla difficoltà di reperire dei pasti, alle dif-   “abbandonati” dai nonni e i nonni che si sono
ficoltà per i farmaci, alle liste di attesa che sono   sentiti “abbandonati” dai loro nipoti. Tra le fa-
state congelate per i controlli specialistici negli    miglie si è in parte provveduto a questo disagio
ospedali che, per ovvi motivi, danno risposte          mettendo in atto quel collegamento tecnologi-
soprattutto al Covid “dimenticandosi”, non per         co che ormai sui social la fa da padrone.
colpa loro, di quelle patologie presenti sul terri-    Non vorrei aggiungere altro, ma vorrei solo che
torio che producono più o meno gli stessi effetti      prendessimo visione di questa difficoltà e con-
della pandemia del Covid.                              tribuissimo a mantenere alta la guardia su quel-
Credo sia necessario pensare a una burocrazia          lo che danno i servizi alla terza età nei territori.
che non sia soffocante per queste strutture e che      Ho parlato pensando alla mia provincia, Berga-
eviti di produrre solo una “dispersione” di tem-       mo, ma vale per tutta la Lombardia. È necessa-
po. Dispersione che incide pesantemente sulla          rio che ogni ente, ogni istituzione si prenda ca-
qualità dei servizi erogati all’interno delle Rsa      rico, per quanto di sua competenza, di una fetta
a favore degli ospiti, in particolare delle fami-      di questa grande riforma volta a rivedere e ripo-
glie che si dovranno adeguare a questo nuovo           sizionare le Rsa in un welfare reale e non effime-
lockdown, rivedendo di nuovo i loro piani per re-      ro, e che dia garanzie ai ricoverati.

                                                                                                        39
UN NUMERO UNICO
   PER SUPPLIRE
   AL CONTATTO UMANO
   Michele Lomonaco            Segreteria Spi Milano

P    arto dalla sperimenta-
     zione del numero unico
telefonico, che Cgil Milano
                                                                            anziani over 65 che, ormai
                                                                            in numeri consistenti e cre-
                                                                            scenti, vivono soli e privi di
ha attivato per tutta la fase                                               assistenza e conforto.
uno di Covid-19, per intro-                                                 Non possiamo parcheggiar-
durre la nostra esperienza                                                  li a casa loro sino a quando
rispetto all’impatto che il                                                 sono autonomi e poi desti-
virus, e la clausura che ne è                                               narli alle Rsa quando non lo
conseguita, ha avuto riguar-                                                sono più.
do alla popolazione anziana                                                 Può e deve esistere un ap-
di una città di grandi di-                                                  proccio molto più attento
mensioni come Milano.                                                       e socialmente responsabi-
Il numero unico è nato col                                                  le che attivi meccanismi di
duplice intento di rendere                                                  sollievo, assistenza e aiuto
agibile una serie di servizi altrimenti irrag-         presso le proprie abitazioni attraverso il raffor-
giungibili, causa la chiusura di Camere del La-        zamento e la forte integrazione tra assistenza
voro e leghe Spi, ma anche di tenere vivo un           domiciliare integrata, servizi di assistenza do-
contatto “umano” con gli iscritti e le persone         miciliare comunale, unità speciali di continu-
che gravitano attorno alle nostre sedi.                ità assistenziale, infermiere di comunità, assi-
Ebbene, vale anche per la mia esperienza perso-        stenti sociali ecc.
nale, in molte delle chiamate ricevute l’inter-        Diffondere e strutturare, specialmente nelle
locutore, specialmente se anziano, non solo ha         grandi città, luoghi di ritrovo diurni e serali a
mostrato di gradire il contatto ma si è dilunga-       socialità diffusa e trovare impieghi per anziani/
to e “allargato” nella conversazione sconfinando       pensionati in attività socialmente utili.
in considerazioni legate al disagio, alle paure e      In aggiunta a quanto detto mi permetto anche
soprattutto all’isolamento che, seppur antece-         una proposta, forse velleitaria ma a mio avviso
dente al Covid, da questo veniva pesantemente          efficace: perché non ripristinare/istituire il ser-
rimarcato e reso insopportabile. La richiesta di       vizio civile di massa (ad esempio per un periodo
Isee o la domanda di reversibilità diventavano         di sei mesi) durante il quale impiegare decine
quasi delle scusanti per intrattenersi con una         di migliaia di giovani ventenni a supporto de-
persona disponibile.                                   gli anziani per compagnia, spesa, accompagno
Da qui ne deriva quanto, già prima del Covid,          alle visite ecc.? Questo, forse, potrebbe essere
come Spi andavamo sostenendo: va modifica-             un tassello concreto di quello scambio gene-
to alla radice l’approccio nei confronti degli         razionale citato il più delle volte a sproposito.

40 Numero 12 • Dicembre 2020
E ancora, sull’onda delle nostre proposte in          venire strutturalmente e velocemente per mi-
campo socio-sanitario, chiediamo un cambio            gliorare la situazione e affrontare finalmente
radicale e in controtendenza rispetto alla pre-       con soluzioni efficaci l’ineludibile invecchia-
senza della medicina sul territorio vicina ai pa-     mento della società. Questo potrebbe essere un
zienti; il poliambulatorio, casa della salute o       modo per superare in positivo questa tragica
Presst, che dir si voglia, nei quartieri rassicura    pandemia.
ed è gradito e riconosciuto purché efficiente,        Si può e si deve attuare una sanità più sana,
attrezzato, con pluriservizi e, appunto, facil-       nonostante i disastri di Gallera e Fontana.
mente raggiungibile.
Il medico di medicina generale deve, associan-
dosi con suoi colleghi, consentire che presso
ambulatori comuni si assicuri una presenza co-
stante, attraverso la turnazione, di almeno un
medico per molte ore al giorno e per l’intera
settimana. La certezza di una interlocuzione
medica nell’ambulatorio associato contribui-
rebbe tra l’altro ad alleviare il ricorso oggi mol-
to frequente al Pronto Soccorso. Il nuovo me-
dico di medicina generale deve anche tornare
a fare il medico che visita a domicilio quando
necessario, anche perché, ad esempio, seguire e
monitorare il Covid sul territorio (di concerto
con le Usca come in altre regioni) avrebbe li-
mitato quel contagio che invece l’ospedale ha
contribuito a diffondere.
Ansia, paura, abbandono, disagio psicologico
sono stati acuiti sensibilmente dalla clausura
ma esistevano anche prima, è d’obbligo inter-

                                                                                                  41
NUOVE PRIORITÀ
   SONO EMERSE
   CON LA PANDEMIA
   Daniela Chiodelli      Segreteria Spi Cremona

O      ggi siamo qui per ana-
       lizzare i contenuti dei
questionari sugli anziani
                                                                           tutti riconosciuto al di là del
                                                                           bisogno immediato?
                                                                           In tutta questa confusione,
e cercare di interpretare i                                                che occupa le nostre gior-
nuovi bisogni alla luce di                                                 nate, gli anziani più fragili
quanto accaduto in questo                                                  sono i più colpiti; anche se
terribile 2020.                                                            le loro condizioni di vita e di
La pandemia ha cambiato                                                    salute non sono cambiate ora
il nostro modo di pensare e                                                hanno più paura, si rinchiu-
soprattutto di sentire. Sono                                               dono in casa perché hanno
emerse nuove priorità e solo                                               visto in televisione quanto
quando tutto sarà finito, se                                               accaduto la scorsa primavera
è vero che “nulla sarà come                                                e temono di finire in uno di
prima”, la letteratura ci darà                                             quei bruttissimi luoghi che
un quadro più completo su quanto avvenuto,             sono le Rsa, dimenticati da tutti, lontani dagli
mettendo in fila i fatti, i ritardi (molti) le man-    affetti senza alcuna certezza della cura.
cate responsabilità di una classe dirigente che si     Noi dello Spi a Cremona, due anni fa, abbiamo
è dimostrata non all’altezza del compito asse-         realizzato un’interessante indagine – attraver-
gnato e non solo in ambito sanitario.                  so un questionario indirizzato alla popolazione
Ora viviamo una seconda ondata, largamente             over 65 – grazie alla collaborazione dei nostri
prevista e ancora ci dimostriamo impreparati           volontari nelle leghe. I quesiti erano per lo più
mentre nella società emergono alcuni compor-           gli stessi dell’indagine di oggi e già emerge-
tamenti che non ci saremmo mai aspettati.              vano alcuni contenuti comuni: la solitudine
Da una parte notiamo la paura di molti e dall’al-      dei più anziani, la scarsa qualità dello stile di
tra l’insofferenza di altri alle restrizioni imposte   vita – poco sport o movimento in genere, pochi
dai decreti. Siamo passati dai canti sui balconi       momenti di socialità anche culturale, problemi
alle piazze piene di gente rancorosa: il lavoro ver-   di salute via via comuni al passare degli anni.
so la salute, il reddito individuale verso la tutela   Diversa è l’immagine degli over più giovani e
collettiva… quasi un quesito etico, potremmo           in buona salute: viaggi, sport, ballo e tanto al-
dire. È forse cambiato il paradigma? Viene pri-        tro ma soprattutto la possibilità di spostarsi e
ma la salute o il lavoro? Possiamo ancora parlare      muoversi in autonomia, cosa invece non possi-
di solidarietà circolare e di gratuità verso chi è     bile per i molti più in età Per questi ultimi è
più fragile – non importa se anziano, malato, di-      indispensabile affidarsi all’aiuto di una persona
soccupato o immigrato – come di un valore da           vicina, familiare o altro; per fortuna tante sono

42 Numero 12 • Dicembre 2020
le associazioni di volontari che prestano parte        Il prezzo che pagheremo sarà altissimo in tutti
del proprio tempo libero a chi ne ha bisogno. E        i sensi – sanitari, economici e anche culturali.
poi c’è il problema della casa, non sempre age-        Lo pagheranno ancor di più i giovani, privati di
vole e adatta all’avvicinarsi della non autosuffi-     certezze per il loro futuro in termini di studio e
cienza, fattore che aumenta giorno su giorno la        di lavoro; i più anziani, per quanto già detto, e
paura di non farcela da soli.                          le donne, ancora una volta chiamate a prendersi
Va anche detto che nei nostri piccoli comuni i         cura un po’ di tutto: dei figli per la scuola a
sindaci cercano di non lasciare indietro o solo        distanza, della loro salute e di quella di fami-
nessun cittadino, ma non basta. Anche le am-           liari anziani o malati. L’Italia è già ultima in
ministrazioni hanno il fiato corto. Intervengono       Europa per partecipazione delle donne al lavoro
sulle emergenze ma difficile è la visione, a lunga     produttivo, per il minor salario, per la difficoltà
distanza, su come il territorio possa essere una       di trovare una nuova occupazione quando si è
risorsa se cambiano i criteri, anche burocrati-        dovuto lasciare il lavoro (e sono tante!).
ci, che tengono insieme le varie competenze di         Tutto ciò ci chiama in causa anche come sinda-
una amministrazione comunale, spostando più            cato. Nonostante le numerose iniziative fatte in
risorse sul sociale e sugli anziani bisognosi, non     questi mesi – i tavoli sulla riorganizzazione sa-
di fondi, ma di servizi alla persona.                  nitaria in Lombardia, il sostegno dato tramite i
Naturalmente il 2020 aggiunge a tutto questo           nostri servizi alle persone che necessitano di
l’emergenza Covid, nemico invisibile, virus sco-       contatti con la pubblica amministrazione – la
nosciuto e crudele. E i nostri anziani, incollati      nostra visibilità generale si è un po’ annacquata.
al televisore, passano ore se non giornate a se-       Siamo scomparsi dall’agenda generale, dalla te-
guire i numeri, i fatti e i misfatti, sollecitati da   levisione senz’altro se non per qualche presa di
una informazione che spinge sulle emozioni, che        posizione di alcuni dirigenti sindacali più noti.
alimenta il contraddittorio aggiungendo alla tri-      La pandemia ci costringerà a rivedere la nostra
stezza della solitudine, confusione e ansia.           azione sindacale, misurandone risultati e limiti.
Ora, trascorsi alcuni mesi da quella che pensa-        Sono emerse nuove priorità, all’interno delle
vamo la fine della pandemia, possiamo afferma-         grandi difficoltà del lavoro e dell’occupazione
re che sul territorio, dal punto di vista sanitario,   che il virus ha amplificato.
poco o nulla è cambiato. La medicina territoria-
le è rimasta quella conosciuta, medici di base
che mancano, per cui si è fortunati se si riesce a
trovare un sanitario che, nel momento del biso-
gno, venga a casa a fare una visita. Ovviamen-
te parlo della realtà che conosco. Ospedali più
organizzati sì, ma rispetto a una riforma della
sanità territoriale certamente nella realtà lom-
barda non si vedono cambiamenti significativi.
Mi riferisco a più prossimità, più presidi spe-
cialistici, l’infermiere di famiglia, analisi e dia-
gnostica non rinviata a tempi biblici.
Nel frattempo è emersa un’altra pandemia,
quella dei malati cronici no Covid che, nei mesi
scorsi, non hanno potuto curarsi, peggiorando
le loro condizioni di salute e qualità di vita.
Questo i nostri anziani l’hanno compreso be-
nissimo e fra i rimpalli delle competenze (tocca
al governo centrale, no ai governatori di Regio-
ne!) hanno ben chiaro di quanto, con le loro fra-
gilità, siano a rischio!

                                                                                                       43
I NOSTRI ANZIANI
   UN PATRIMONIO
   DA SALVAGUARDARE
   Daniela Saresani      Segreteria Spi Lodi

A     inizio anno era opinio-
      ne comune che il nuovo
virus fosse una cosa che non
                                                                         sarà necessario il ricovero in
                                                                         terapia intensiva per tre lun-
                                                                         ghe settimane.
ci riguardava, era confinato                                             Qui in Lombardia la no-
in Cina e, quindi, lontano                                               stra famiglia è molto ben
da noi.                                                                  supportata dal medico di
La suocera di mia figlia,                                                medicina generale, mentre
ammalata da dieci anni di                                                l’Ats si fa sentire una sola
Alzheimer ma non ancora an-                                              volta e la Regione latita.
ziana, si era aggravata molto                                            Nessun tampone è previsto
ed era arrivato il momento                                               in questa fase. Solo quaran-
di trovare per lei una Rsa che                                           tena domiciliare. Anche a
potesse meglio seguirla dal                                              me viene chiesto di restare
punto di vista medico, siamo                                             a casa perché avevo avuto
a inizio Febbraio 2020.                              un contatto con loro. Personalmente la pren-
La ricerca si è dimostrata subito difficile perché   do come una punizione, una forzatura, perché
le liste di attesa in Lombardia sono, per i nu-      non ho sintomi. Contatto l’Ats e mi conferma-
clei Alzheimer, notoriamente lunghe. Inaspet-        no la quarantena.
tatamente il 17 Febbraio una Rsa di Codogno          Nei giorni seguenti la Rsa di Codogno ci forni-
ci ha contattato: “che fortuna!”, ci siamo detti.    sce informazioni altalenanti: la paziente a volte
Martedì 18 Febbraio era già ricoverata. I figli      ha febbre, ma poi migliora… Mia figlia, mio
si sono recati a Codogno anche il 19 e il 20 per     genero e io siamo ancora in quarantena nelle
parlare coi medici e per espletare le formalità e    nostre rispettive abitazioni, come anche gli al-
l’inserimento.                                       tri parenti in Puglia, di cui due ricoverati. La
L’ormai famoso venerdì 21 Febbraio, giorno del       sera del 6 Marzo arriva una chiamata da Codo-
primo paziente Covid di Codogno, anche questa        gno per informarci che la situazione è improv-
Rsa inibisce l’ingresso ai parenti, nessuno può      visamente peggiorata, la nostra cara ha la febbre
più varcare i cancelli. I figli rassegnati tornano   alta ed è entrata in coma! Il medico del 118 ci
a casa. Nei giorni seguenti dalla Rsa arrivano       comunica che non è il caso di spostarla in ospe-
alcune telefonate dallo psicologo, unico medico      dale. Muore appena dopo mezzanotte, sabato 7
deputato a parlare coi parenti. Ci rassicura: la     marzo dopo soltanto diciotto giorni in Rsa, sen-
paziente sta bene e si sta ambientando! Subito,      za averla mai rivista, toccata, accarezzata, senza
però, sia i fratelli che le rispettive consorti si   aver mai parlato con lei, nemmeno una video-
ammalano e per due di loro residenti in Puglia       chiamata. Assunta se ne è andata così, in punta

44 Numero 12 • Dicembre 2020
di piedi… Aveva soltanto settant’anni ma per
l’opinione comune forse era già una vecchia.
Ecco che inizia il calvario delle formalità per
il funerale. Codogno è ancora zona rossa e non
si può entrare né uscire dal perimetro dei nove
paesi coinvolti (nemmeno le salme, se non die-
tro benestare del prefetto). Con l’aiuto delle
pompe funebri, del nostro sindaco e del medi-
co di famiglia, riusciamo a espletare tutto l’iter
burocratico. Negli stessi giorni finisce la nostra
restrizione domiciliare, anche se nessuno di noi
era sicuro di essersi negativizzato. Siamo riusci-
ti a ottenere la tumulazione nel nostro cimitero
con la presenza del solo parroco che ha celebrato
una piccola funzione e benedetto la bara. Una
cerimonia squallidissima. Purtroppo questo ri-
tuale è capitato a tante altre famiglie in questo
maledetto periodo.
Noi abbiamo saputo solo dopo l’estate che mio
genero e mia figlia hanno effettivamente con-
tratto il virus, grazie ai test sierologici fatti
privatamente o con il Comune. Io invece sono
risultata negativa, l’ho scoperto col test che ha       sono la nostra storia, una enciclopedia umana,
organizzato lo Spi di Lodi.                             coloro che hanno contribuito alla ricostruzione
La morale di questa storia è che:                       dell’Italia nel dopoguerra. Non dobbiamo di-
- nelle Rsa così come negli ospedali e sicura-          menticarci di loro e soprattutto non possiamo
mente anche nelle nostre case, il virus era già         abbandonarli a loro stessi né segregarli in casa.
presente prima del 21 Febbraio – altrimenti             Non facciamoli sentire soli né morire senza nes-
non si spiegherebbe un contagio così virulento          sun caro accanto!
in poche ore di permanenza a Codogno;                   Andrà tutto bene in questa seconda ondata del
- la Lombardia ha lasciato i suoi residenti ab-         contagio? Incrociamo le dita.
bandonati a se stessi, senza tamponi né certezze,
l’Ats non richiamava nessuno;
- solo a distanza di parecchi mesi i nostri politi-
ci hanno messo rimedio alle mancanze autoriz-
zando test sierologici e tamponi ma la situazio-
ne era già scappata di mano.
L’ultimo dato che disponiamo è che su 1314
ospiti nelle Rsa del Lodigiano ci sono stati 594
decessi, ma non è dato saperne la causa, a oggi
nessuno ci ha comunicato ufficialmente se la
nostra congiunta appartiene al triste conteggio
dei morti per Covid o per altre cause.
Lo slogan della prima ondata del virus era An-
drà tutto bene ma evidentemente non è andata
così… almeno non per noi.
Finisco con una considerazione. I nostri anziani
sono un patrimonio da preservare, i nostri geni-
tori e i nostri nonni, i babysitter dei nostri figli,

                                                                                                      45
RIPROGETTARE
   LE RSA È
   UNA NECESSITÀ
   Osvaldo Galli     Segretario generale Spi Pavia

D     urante il lockdown, come
      Spi Cgil territoriale la
preoccupazione è stata quel-
                                                                           ganizzando specifiche video-
                                                                           conferenze alle quali hanno
                                                                           partecipato diverse decine
la di mantenere vive le re-                                                dei nostri volontari.
lazioni tra il nostro gruppo                                               Abbiamo conosciuto situa-
dirigente e le decine e decine                                             zioni nuove, a volte dram-
di volontari che tutti i gior-                                             matiche, a volte belle. In un
ni sono in attività presso le                                              qualche modo ci sembrava
nostre sedi, sparse sul ter-                                               di esorcizzare la paura.
ritorio, e che affrontano le
diverse esigenze portate dai                                                Nel nostro territorio ci sono
pensionati e dai cittadini che                                              un centinaio di Rsa, con cir-
si rivolgono a noi. Inoltre,                                                ca settemila ospiti, mentre
abbiamo cercato di sostene-                                                 circa mille sono, a vario tito-
re un giusto rapporto, seppur in termini nuovi,        lo, i lavoratori impiegati. Tale situazione assu-
con strutture presenti sul territorio come le Rsa      me caratteristiche di un vero e proprio “sistema
e i vari circoli oltre che con le diverse associa-     produttivo territoriale”. Le risorse messe dalle
zioni vicine alla Cgil, come l’Auser. Abbiamo          famiglie sono elevate, quanto quelle messe da
anche provveduto ad attivare numeri telefonici         altri e generano un volano economico di grande
dedicati alle varie problematiche e canali di-         valore. Penso che tutto questo, per noi pave-
gitali come Facebook e WhatsApp. Ciò ci ha             si e per lo stesso sindacato, meriterebbe l’avvio
permesso di dialogare, esprimere le nostre opi-        di una profonda riflessione per individuare non
nioni sui vari fatti che nel frattempo accadeva-       solo nuove rivendicazioni ma anche nuovi mo-
no e seguirne l’evoluzione collettivamente. L’u-       delli sindacali in grado d’incidere maggiormen-
tilizzo di questi strumenti ci ha aiutato molto        te per una diversa tutela a favore sia degli ospiti
e abbiamo, alla ripresa, raccolto in un volume         che dei lavoratori inseriti in questo comparto.
dal titolo La buona giornata, tutto quello che ci      La pandemia della scorsa primavera nelle Rsa
siamo raccontati.                                      pavesi ha significato oltre 750 decessi: questo il
L’altra attività che ci ha permesso di rimanere        dato ufficiale, mentre il dato stimato dalla Cgil
collegati all’insieme dell’organizzazione ai vari      parla di non meno di mille. Anche per questo
livelli è stata sia l’organizzazione che la parteci-   abbiamo voluto, nel nostro comitato direttivo
pazione a video-conferenze. Nel frattempo non          di ottobre, ricordare i morti da Covid nelle Rsa,
abbiamo abbandonato le celebrazioni del 25             e appeso nelle nostre sedi un loro ricordo.
Aprile e del 1 Maggio, anche in questi casi or-        Durante la chiusura totale di questa primavera

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