ADAMELLO BRENTA - PERIODICO SEMESTRALE DI CULTURA DELLA MONTAGNA
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ANNO 26 - N. 1/2022 ADAMELLO NE/TN0256/2009 BRENTA Uno scorcio della Val di Fumo. Foto: archivio PNAB. PERIODICO SEMESTRALE DI CULTURA DELLA MONTAGNA Sommario Adamello Brenta Parco Obiettivo condivisione 1 semestrale del Parco Adamello Brenta di Walter Ferrazza Anno 26 n. 1/2022 Autorizzazione del Tribunale di Trento Un Parco per tutti 3 n. 670 Aprile 1997 di Marco Pontoni Edizioni Lo stambecco delle Alpi, il re delle cime alte 6 di Andrea Mustoni Il risveglio del Parco 11 Parco Adamello Brenta di Michele Zeni e Marco Pontoni Sede dell’Ente e Redazione Via Nazionale, 24 - Strembo (TN) “Andar per cascate”: ricchezza e diversità del Parco 14 tel. 0465.806666 - fax 0465.806699 www.pnab.it - info@pnab.it di Roberto Bombarda Direttore responsabile Museo della Guerra Bianca Adamellina 1914-1918 17 Marco Pontoni di Chiara Grassi Comitato di Redazione Walter Ferrazza, Cristiano Trotter, BioMiti: quattro anni alla ricerca della vita sulle Dolomiti di Brenta 21 Ilaria Rigatti, Roberto Bombarda, di Roberta Chirichella e Marco Armanini Chiara Grassi, Elena Baiguera Beltrami Il Parco in breve… 29 Grazie a tutti coloro che hanno collaborato a questo numero della rivista ed in particolare alle maestre e ai bambini delle scuole del Parco per i loro pensieri Il Parco con gli occhi dei bambini 36 e i loro disegni Impaginazione e stampa: L’estate del Parco 39 Litografia EFFE e ERRE Chiuso in stampa il 16 dicembre 2020 Natura… fa rima con cultura 48 Come ricevere questa rivista di Mariano Turrini, Biblioteca Comunale di Denno Il periodico è inviato gratuitamente a tutte le famiglie dei Comuni del Parco, agli enti, alle associazioni e ai collaboratori. I non residenti sottoscrivono un abbona- mento di euro 8,00 da versare sul c.c. postale n. 15351380 (causale: abbona- mento rivista) intestato a: Parco Naturale Adamello Brenta Via Nazionale 24 – 38080 Strembo (TN) Il marchio FSC® identifica i prodotti da fonti provenienti da foreste gestite in maniera responsabile Malga Senaso-Val Ambiez: secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed Giuliana Pincelli. economici.
Obiettivo condivisione di Walter Ferrazza Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Collaborazioni sulla ricerca scientifica, tavole rotonde incentrate sui nostri prin- cipi istitutivi, convenzioni con gli Enti del territorio per la realizzazione delle manutenzioni: sono solo alcuni esempi delle tantissime iniziative che stiamo sottoscrivendo da ormai diversi mesi per rendere il Parco promotore del cam- biamento. Il nostro pianeta sta infatti affrontando sfide senza precedenti in termini di cli- ma e ambiente che, nel loro insieme, costituiscono una minaccia per il benes- sere dell’umanità. Tuttavia, siamo ancora in tempo per adottare misure decisive. Il compito da svolgere può apparire a volte irrealizzabile, ma possiamo ancora invertire alcune tendenze negative, adattarci per ridurre al minimo i danni, ripri- stinare ecosistemi cruciali e meglio proteggere ciò che abbiamo. Per conseguire la sostenibilità a lungo termine dobbiamo considerare l’ambiente, il clima, l’eco- nomia e la società come parti inscindibili della stessa entità: una sfida che ha una sola possibile arma segreta che sia chiama “collaborazione”. Collaborazione che deve mettere al centro quelle Aree che oggi meglio di altre hanno saputo arginare il degrado dell’ambiente: le Aree Protette. I fatti parlano chiaro e non possiamo più ignorarli. Il clima globale sta cambian- do ad opera dell’uomo. La dipendenza delle nostre economie dai combustibili fossili, le pratiche di uso del suolo e la deforestazione globale stanno aumen- tando le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera che, a loro volta, determinano un cambiamento globale del clima. Inoltre emerge con chiarezza che i cambiamenti climatici stanno interessando tutti e ogni angolo del pianeta, compresa l’Italia. La scienza sostiene fermamente che la vita sulla terra sta registrando una per- dita di biodiversità a un ritmo insostenibile. Ogni anno, molte specie si estinguo- no a causa del continuo inquinamento, frammentazione e distruzione dei loro habitat. Se le tendenze attuali dovessero continuare, indipendentemente dal pa- ese e dal livello di reddito, le generazioni future si troveranno a dover affrontare una situazione caratterizzata da temperature ed eventi meteorologici più estre- mi, riduzione della biodiversità, maggiore scarsità di risorse e più elevati livelli di inquinamento. Ora anche le nostre conoscenze e la nostra comprensione dell’ambiente si sono ampliate, sottolineando il fatto che le persone, l’ambiente e l’economia sono tutti parte dello stesso sistema. Le persone non possono vivere bene se l’ambiente e l’economia versano in cattive condizioni. Sappiamo anche che un’economia circolare a zero emissioni di carbonio può ridurre l’impatto del cambiamento sul nostro capitale naturale limitando inoltre l’aumento delle temperature globali. Saremo certamente costretti a modificare anche le nostre abitudini e i nostri comportamenti, come le nostre modalità di spostamento e le abitudini alimenta- ri. Ma le conoscenze necessarie per guidare il passaggio verso una sostenibilità a lungo termine esistono. In questi mesi abbiamo creato come Parco procedure oggettive e blindate con nuove linee-guida, che ci siamo dati ad inizio legislatura e abbiamo creato stra- tegiche Commissioni, che ci aiutano a realizzarle. 1 Adamello Brenta Parco
Siamo quindi pronti a “spingere” per essere parte del cambiamento. L’impegno, ora, deve andare nella direzione di allargare i nostri confini. No, non sto parlan- do dei confini reali del Parco, ma di confini “ideologici” legati ai nostri modi di vivere: Mi riferisco inoltre a qualcosa di molto vicino a noi, cioè innanzitutto al Trentino dell’Autonomia, ovvero alla necessità di aprirci sempre di più alle col- laborazioni, alle partnership, coinvolgendo ogni possibile soggetto, dai Comuni del Parco alle associazioni, dalla Provincia autonoma agli altri due parchi del Trentino, Stelvio e Paneveggio Pale di San Martino, e alla rete delle aree protette. Ed ancora: all’Euregio Trentino-Alto Adige-Tirol, a Eusalp, all’Europa. E, perché no, al resto del mondo. Il nostro obiettivo è riassumibile in una parola semplice e bellissima: condivi- sione. Faccio tre esempi: innanzitutto, la recente apertura del Centro per la feconda- zione assistita delle api, in val Genova, ad opera della Associazione Apicoltori della val Rendena e alla Federazione Apicoltori Trentini, ultimo (per ora) atto di un impegno che ci vede operare già da tempo, assieme ad altri attori territoriali, sul versante della tutela degli insetti impollinatori. Un impegno da cui è scaturito recentemente anche un protocollo d’intesa aperto a tutti i soggetti che volessero contribuire. In secondo luogo, il nostro lavoro sul territorio, in accordo con gli Enti Locali, per la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta una serie di beni pubblici, sentieri, piccole strade e ponti, edifici rurali, segnaletica e quant’altro. Un lavoro di cui si vedono i frutti soprattutto quando si apre la stagione estiva, e migliaia di visitatori ricominciano a percorrere le vie del Parco, nei boschi, nei prati, e alle alte quote, anche utilizzando i servizi che mettiamo loro a disposizione, compre- sa naturalmente la mobilità sostenibile. Terzo piccolo esempio, di cui parliamo anche in questo numero della nostra ri- vista, lo sguardo che proviamo a lanciare anche lontano, verso un altro parco, in Kenya, stavolta, per sostenere i suoi sforzi nella lotta alla deforestazione. Tre esempi, dicevo, ma potrei farne molti altri. Esempi che ci parlano di un Parco che mette le sue competenze e le sue energie al servizio degli altri, che colla- bora, che coopera. Un Parco, insomma, che condivide e che prova ad essere Bosco in Val Brenta: protagonista di quel cambiamento che deve coinvolgere ogni abitante di questa Michele Zeni. meravigliosa e strapazzata terra. Walter Ferrazza Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Adamello Brenta Parco 2
Un Parco per tutti Proseguono gli interventi per rendere più facile l’accesso a diverse località dell’area protetta. Ora è la volta del sentiero Patascoss-Nambino di Marco Pontoni Il sentiero che da malga Patascoss con- duce al lago Nambino, in circa tre quarti d’ora-un’ora di cammino, è conosciutis- simo. I lavori che le squadre del Parco stanno realizzando, e che sarà conclu- so entro l’estate, per consentire a tutti di percorrerlo facilmente e in assoluta sicurezza, sono dunque benvenuti. At- tenzione, però: questo è solo l’ultimo di una serie di interventi che il Parco sta portando a termine in un settore deli- cato e molto “impattante” sul piano so- ciale, quello dell’accessibilità di un’area protetta. Un’area quindi che deve essere preservata sotto il profilo naturalistico, ma che al tempo stesso deve poter es- sere visitata dal più ampio numero di persone possibili, comprese ad esempio quelle che presentano una disabilità sul piano motorio, e che quindi per spostar- si usano delle carrozzine. “Mi piace pensare a un Parco che tutti possono conoscere e apprezzare. – spie- ga il presidente Walter Ferrazza – Il sen- so del nostro progetto è questo, Lo abbia- mo chiamato ‘Parco per tutti’ proprio per sottolineare che vivere un’area protetta deve essere considerato, oggi, un diritto di ogni cittadino. Sappiamo naturalmen- te che non ogni destinazione può essere adatte a tutti. Ma poter consentire l’ac- cesso ad un luogo di straordinaria bellez- za come il lago Nambino anche a chi in- contrerebbe delle difficoltà a percorrere il sentiero che lo congiunge a Patascoss è davvero una grande soddisfazione. Nel farlo, fin dalla fase progettuale, abbiamo dovuto tener conto della necessità di ri- durre al minimo l’impatto ambientale e paesaggistico degli interventi sul traccia- to, che si snoda in mezzo al bosco. Cre- do però che il risultato confermi la bontà dell’intervento, del quale ringrazio il no- stro ufficio tecnico e i nostri operai, oltre a quelli del servizio Sova della Provincia”. 3 Adamello Brenta Parco
IL SENTIERO PER IL LAGO NAMBINO rendere il Parco quando più possibile Il sentiero interessato al nuovo inter- accessibile e fruibile, in ogni sua di- vento di “sbarrieramento” e messa in mensione. In questo caso, poi, abbiamo sicurezza è il B06, quello che parte dalla collaborato con il Servizio per il soste- località Patascoss, la cui manutenzione gno occupazionale e la valorizzazione è in capo al Parco Naturale Adamello ambientale della Provincia, che ha ef- Brenta, e dove si trova un parcheggio di fettuato una parte dei lavori, ed inoltre attestamento, e porta al lago Nambino. con l’Apt Madonna di Campiglio e i Co- Il lago, a 1718 metri di altitudine, poco muni interessati, a partire da quello di sopra Madonna di Campiglio, è un an- Pinzolo, proprietario dell’area dove si golo davvero magnifico del Parco. Vi si sviluppa il sentiero”. trova anche un ampio rifugio, dove gli Gli aspetti problematici dell’intervento, escursionisti possono riposare, goden- come ricavati dalla relazione tecnica dosi la vista delle Dolomiti di Brenta. Da del Parco, riguardano le rocce che af- qui inoltre è possibile fare numerose fiorano in alcuni punti del percorso, che escursioni, compreso il giro dei 5 La- rendono il fondo irregolare e riducono ghi, che tocca anche Lago Ritorto, Lago la larghezza del sentiero, ma anche la Lambin, Lago Serodoli, Lago Gelato. presenza di radici e l’erosione provoca- Per raggiungere il lago, si può percor- ta dalle piogge e dalle acque di scorri- rere un sentiero piuttosto facile per chi mento, così come dal passaggio di tanti non ha particolari difficoltà deambula- escursionisti. torie, ma che diventa impercorribile per L’intervento ha comportato il livellamen- chi ad esempio si muove su una carroz- to del percorso e a volte la realizzazione zina (o per chi ne deve spingere una), a di piccole deviazioni, senza impattare in causa soprattutto del fondo sconnesso maniera significativa sul tracciato. Nei L’intervento per facilitarne la percorri- punti più stretti il sentiero è stato allar- bilità è stato effettuato dalle squadre gato fino a circa 1,20 m. mentre a volte, di manutenzione del Parco, ma non vista l’impossibilità di rimuovere massi di da sole. “Il contributo di Anffas on- grosse dimensioni, a meno di non impat- lus – spiega ancora Ferrazza – è stato tare in maniera sensibile sull’ambiente, determinante. Con l’associazione ab- sono stati realizzati ex-novo cammina- biamo un rapporto molto stretto, che menti in tronchi e tavole di larice appog- Rifugio Nambino: cresce nel tempo, e che ci porta anche giate sui massi stessi. Infine, in alcuni Alessandra Cotti. ad esplorare altre strade, sempre per punti sono stati collocati dei parapetti. Adamello Brenta Parco 4
UN PROGETTO “APERTO” •M alga Ritort – Madonna di Campiglio Sentiero Nudole: “Il Parco per tutti è un progetto in con- •L ungolago Molveno Michele Zeni. tinua evoluzione, un progetto aperto e • Sentiero “Amolacqua” di Val Nambrone che proseguirà, in collaborazione con •T re tappe in Val Genova gli enti locali, le realtà del terzo set- • I gioielli della Val di Tovel. tore, l’Accademia della Montagna, le In tutte le valli presidiate dal Parco i vei- Apt e i consorzi turistici, aprendo in coli con un disabile a bordo, apposita- ogni valle percorsi pensati anche per mente contrassegnati, hanno diritto ad chi ha particolari esigenze: escursio- accedere gratis e senza prenotazione ai nisti con disabilità, innanzitutto”. Il di- parcheggi. A loro sono dedicati alcuni rettore del Parco Cristiano Trotter lo stalli, che diventato particolarmente im- Il Percorso di malga spiega con chiarezza: “Si possono fare portanti nei periodi di maggiore afflusso Nudole, in val Daone, tante cose, grandi e piccole. Ad esem- turistico. aperto nel 2015. pio, come nel sentiero Nudole, in val di Daone, allestire un percorso pensato appositamente per una certa categoria di persone, in questo caso non vedenti o ipovedenti, che consente di utilizzare al meglio sensi diversi rispetto a quello della vista, come il tatto o l’odorato. In molte località sono stati installati an- che cartelli in braille. Sono esperienze che aprono un mondo di opportunità, anche alle guide del Parco, e a noi am- ministratori. Ci consentono di consi- derare ciò che abbiamo a disposizione tutti i giorni in maniera nuova. Un po’ come è stato fatto in passato con le ‘Cene al buio’, solo che qui abbiamo a che fare non con il mondo dei sapori ma con quello della natura”. Questi al momento i percorsi attivi all’in- Per la descrizione completa dei luoghi dedicati alla bellezza ac- terno del Parco, oltre a quello in arrivo cessibile si può consultare un’apposita sezione del sito del Par- Patascoss-Nambino: co all’indirizzo: https://www.pnab.it/il-parco/vivere-il-parco/ • “Un sentiero per tutti – Nudole” Val di come-muoversi/parco-senza-barriere/ Daone 5 Adamello Brenta Parco
Lo stambecco delle Alpi, il re delle cime alte Uno sguardo d’insieme ad uno degli animali simbolo del Parco di Andrea Mustoni LE ORIGINI DELLO STAMBECCO poi rimanere solo sui rilievi montani Val Gabbiolo. Maschio di (Capra ibex) più alti, dove le condizioni ambientali 4 anni. Nonostante lo Le origini dello stambecco sono tutt’o- rimanevano simili a quelle del loro ar- stambecco sia un ra poco chiare, nonostante l’ipote- rivo. Fu così che nell’Europa Meridio- animale più adatto alla si più probabile sia che i suoi antenati nale gli stambecchi rimasero confina- progressione sulla ti sulle Alpi, come su di un’isola dalla si siano sviluppati in Asia Centro Occi- roccia, in alta montagna è spesso costretto a dentale circa 17-14 milioni di anni fa. quale ormai non potevano più spostar- muoversi in ambienti Dalle zone di origine i progenitori del- si. In questo modo, nel tempo si è an- innevati. lo stambecco si spostarono poi verso data a selezionare una specie unica, lo l’Europa in quattro ondate successive. stambecco delle Alpi (Capra ibex ibex, Più in particolare, Capra ibex fece la Linneus 1758), che fino ai giorni nostri sua comparsa sulle Alpi nel corso del- ha trovato il suo unico areale sulla no- la glaciazione di Riss (250-150.000 an- stra catena montuosa. ni fa), raggiungendo la maggior espan- sione nei massimi glaciali, quando LA STORIA anche le pianure erano caratterizzate Sulle Alpi gli stambecchi diventaro- dalla presenza di condizioni climatiche no una importante risorsa alimenta- particolarmente rigide. Nei millenni re anche per l’uomo che, approfittan- successivi sopravvenne un’epoca più do dell’indole “confidente” della specie, calda durante la quale i ghiacci si riti- imparò presto a sfruttarne la presen- rarono dalle pianure. Anche gli stam- za per sopravvivere in ambienti difficili becchi, animali “evoluti” per soprav- come quelli d’alta montagna. Numero- vivere ai climi più freddi, si ritirarono se incisioni rupestri risalenti al paleoli- prima verso le zone pedemontane, per tico ci mostrano figure di stambecchi e Adamello Brenta Parco 6
scene di caccia con arco, frecce e lan- ce; anche nei resti degli insediamen- ti umani dell’epoca sono stati rinvenu- te grandi quantità di ossa appartenenti alla specie. Sembra che nel neolitico la caccia allo stambecco, che nel frattem- po era forse diventato più raro o si era spostato ancora più in alto nelle mon- tagne più impervie, sia diventata meno importante, ma è ipotizzabile che la sua carne rimanesse una risorsa non tra- scurabile per le genti alpine. Molto tempo dopo alla caccia per mo- tivi alimentari si aggiunse una com- ponente “superstiziosa” basata sulla rappresentazione di Satana come un caprone, del tutto simile al povero e ignaro stambecco. In breve alle diverse parti del suo cor- po furono attribuite proprietà terapeu- tiche e magiche tanto da far entrare in modo significativo lo stambecco nella farmacopea dell’epoca. Facile da ab- battere, con la carne particolarmen- te pregiata, la fama oscura, demonia- ca, le diverse parti del corpo che nelle credenze popolari erano capaci di cu- rare ogni tipo di malattia… Il 1700 fu un secolo molto difficile per la nostra ca- pra selvatica! Queste sono le principali motivazio- ni che nel corso del 1700 portarono lo stambecco vicinissimo all’estinzione, tanto che nel 1821 sulle Alpi sembra- re l’uomo, sia di “concedergli” un più Val di San Valentino. vano essere ancora in vita solo un cen- facile accesso alle armi da fuoco, lo Maschio di 9 anni. I maschi sono tinaio di individui, nascosti nelle valla- stambecco è progressivamente usci- sessualmente maturi già te più impervie di quello che sarebbe to da rischio di estinzione anche se il a 2 anni ma riescono a diventato il Parco Nazionale del Gran suo areale appare ancora fortemente partecipare attivamente Paradiso. discontinuo rispetto a quanto potreb- alla stagione degli amori Da allora, pur con fortune alterne, so- be essere possibile. solo a partire dai 7-8 prattutto in concomitanza delle due La ripresa dello stambecco a partire anni. guerre mondiali, capaci sia di affama- dall’inizio del XIX secolo fino ai gior- Val di San Valentino. Maschio di 2 anni e femmina giovane. La maggior parte dei maschi di 2 anni rimane ancora con i branchi femminili, mentre la maggior parte di quelli di 3 anni si allontana a formare “bande” di coetanei. 7 Adamello Brenta Parco
ni nostri, ha vissuto fasi differenti; nei causa dell’emigrazione in Lombardia primi decenni ebbe molta importanza e dei ripetuti atti di bracconaggio, la la tutela della specie da parte dei rea- specie non riuscì ad insediarsi. li di casa Savoia che vedevano nell’ani- Nell’area protetta, lo stambecco “do- male una importante risorsa venatoria vette aspettare” il 1995 quando il pro- che stava andando a sparire. Succes- fessor Schröder, estensore del primo sivamente iniziarono la tutela legale Piano Faunistico del Parco, individuò della specie e progetti pionieristici di la reintroduzione dello stambecco co- reintroduzione, con la traslocazione di me una delle priorità di conservazione individui in parti del loro antico areale. per la fauna. Solo negli anni ’80, con il definitivo af- Nel frattempo, il professor Guido To- fermarsi della “Conser- si, che ai tempi lavorava presso l’U- vazione della natura” niversità degli studi di Milano, si era di gh ia nd ol e come disciplina anche reso promotore del Progetto Stambec- privo Lo stambecco è ap pa re nt e- universitaria, le immis- co Lombardia, un’operazione lungimi- ivo è sudoripare. Il mot ns a ch e il sioni mutarono in veri e rante e visionaria che si proponeva di se si pe mente semplice a ra ffr ed- propri progetti di rein- riportare il bovide in tutte le aree voca- cco” ut ile sudore è un “tru al i e ch e lo troduzione basati su te della regione. gli an im dare il corpo de ia le , ne lla criteri scientifici, dan- In questo contesto l’Adamello “lom- to glac stambecco, relit pr e av ut o il do dignità e robustezza bardo” (Parco Naturale dell’Adamel- se m sua evoluzione ha ... al m en o al ritorno della specie. lo, provincia di Brescia) nel 1994 aveva caldar si problema di ris a co n il ri- È possibile quindi af- già avviato la reintroduzione sul pro- stri; or fino ai giorni no e le co se ale fors fermare che la storia prio territorio. scaldamento glob e pe r lu i? dello stambecco è la Considerando l’unicità del massiccio do an ch stanno cambian rappresentazione di montuoso dell’Adamello-Presanella, quanto di male l’uo- diviso solo da confini di tipo ammini- mo possa fare ad una specie animale strativo e i buoni rapporti tra i due par- e di come sia capace di operarsi per ri- chi, nel 1995 il gruppo di Guido Tosi, parare agli errori del passato. che nel frattempo aveva ricevuto l’in- carico di coordinare la reintroduzione LO STAMBECCO E IL PARCO in Trentino, “dirottò” parte degli stam- NATURALE ADAMELLO BRENTA becchi destinati all’Adamello brescia- Nell’attuale territorio del Parco Ada- no nel Parco Adamello Brenta, dando mello Brenta, lo stambecco fece una vita ad un’operazione coordinata che si breve ricomparsa nel 1973, quando a configurava nel concreto come il com- cura della Riserva Comunale di Caccia pletamento ad est del Progetto Stam- di Strembo, furono rilasciati in Val Ge- becco Lombardia. nova 8 capi provenienti dal Canton dei È grazie a questi passaggi che tra Grigioni. Purtroppo, probabilmente a il 1995 ed il 1997 sono stati rilascia- Val di San Valentino. Maschio di 3 anni insieme ad uno di 5-6 anni. In condizioni di bassa densità maschi di diverse età possono trovarsi nello stesso gruppo. Al contrario, in popolazioni consistenti si trovano branchi di maschi di pari età separati tra loro. Adamello Brenta Parco 8
ti in Val di San Valentino 23 stambec- chi provenienti dal Parco Naturale del- le Alpi Marittime e dal Massiccio dei Monzoni nel Trentino Orientale. Nella primavera del 1998, è inizia- ta, su iniziativa del Servizio Faunistico della Provincia autonoma di Trento, in stretta collaborazione con il Parco, la seconda fase del progetto di reintro- duzione, con la creazione di una neo- colonia nell’area della Val Genova. Le campagne di cattura, trasporto e rila- scio si sono protratte per 2 anni (1998 e 1999) ed hanno portato alla liberazio- ne di 20 capi, di cui 10 provenienti dal Parco Naturale delle Alpi Marittime e 10 dal Massiccio dei Monzoni. A que- sti si sono successivamente aggiunti 12 capi donati dalla Svizzera nell’am- bito del giubileo dello stambecco sul territorio elvetico. SITUAZIONE ATTUALE Dopo una prima fase di attento moni- toraggio che ha seguito le immissio- ni degli anni ’90, il Parco ha diminuito significativamente l’impegno nei con- fronti dello stambecco a causa del ca- rico di lavoro legato alla reintroduzio- ne dell’orso bruno iniziata nel 1999. Solo alla fine di questo progetto, ca- pace di catalizzare tutte le risorse dell’ente, il Parco è potuto torna- re ad occuparsi dello stam- ini, ha una sola becco, inteso come un im- ec co , a dif fer en za degli altri ungulati alp Lo sta mb simarsi della pegno a seguito degli sforzi nu ale de l ma nte llo . In autunno, all’appros muta an ne veste su effettuati tra il 1995 e il 1999. dd a, an zic hé pe rd ere il mantello estivo, stagione fre maglione Nel 2003-04 le prime fasi se co nd o più folto. Un po’ come “mettersi un di esso un Del resto lo stam- di monitoraggio hanno por- ” per restare più caldi. senza togliersi la felpa alta montagna, tato all’osservazione diret- ente adattata a vivere in becco, capra incredibilm che dal caldo. Solo ta di circa 50 stambecchi (35 ss ità di dif en dersi dal freddo prima ha la ne ce ntello e gli ani- in Val di San Valentino e 15 in er a av vie ne un a muta completa del ma in pr im av , per vesti- Val Genova) e alla stima di un rd on o a ciu ffi il pe lo ch e li ha protetti in inverno mali pe stagione. ta e più adatta alla bella re una pelliccia meno fol numero maggiore di presen- ze. Successivamente, a distanza di 5 anni dagli ultimi rilasci in Val Ge- lonia e alla sua sopravvivenza. Val Genova. Maschio nova, il Parco è riuscito a promuovere Va evidenziato che agli stambecchi adulto a fine inverno sul ponte del sentiero che un notevole sforzo di monitoraggio con presenti sulla porzione trentina del porta dal rifugio Bedole l’intenzione di valutare l’esito del Pro- massiccio, vanno sommati quelli pre- alla zona del Mandrone. getto Stambecco Adamello. In questo senti sulla porzione lombarda a segui- Il mantello invernale contesto, nel biennio 2005-06, sempre to dell’operazione di reintroduzione inizia a cadere in ciuffi in stretta collaborazione con il Servizio avviata nel 1994 nel contesto del Pro- biancastri. Foreste e Fauna della Provincia, anche getto Stambecco Lombardia. La consi- grazie alla cattura e al radiomarcaggio stenza della popolazione “lombarda”, di 9 stambecchi, si è arrivati a ipotiz- pur non essendo al momento certa, è zare la presenza di circa 110 capi. Ta- un sicuro contributo alla stabilità di le consistenza ha di fatto allontanato quella “trentina” considerando che i molte delle preoccupazioni in merito nuclei possono a tutti gli effetti esse- ad uno sviluppo positivo della neoco- re considerati un’unica popolazione. 9 Adamello Brenta Parco
In Trentino, anche negli ultimi anni il Parco e il Servizio Foreste e Fauna, in collaborazione con l’Associazione Cacciatori Trentini, hanno effettuato approfondimenti che hanno portato a ipotizzare uno sviluppo della colonia lento ma costante. Sebbene i dati pregressi siano fram- mentari e raccolti in modo poco stan- dardizzato, è evidente che la colonia stia andando verso consistenze discrete. In particolare, i dati raccolti negli ulti- mi due anni sembrano confermare la presenza stimata di 300-400 capi, non lontana da quanto preventivato dalla modellistica posta alla base del pro- getto. Nella tabella che segue vengono ri- portati i dati di consistenza minima accertata (animali visti) nei diversi an- ni in base alle attività di monitoraggio 1995: uno dei primi realizzate, peraltro con sforzi differenti rilasci in Val di San Lo stambecco ha una zampa che sia in termini di intensità (giornate uo- Valentino. termina con uno zoccolo incredibil- mo), sia di metodologia adottata (cen- mente adattato alla progressione simenti “esaustivi”, conteggi primave- sulla roccia. Le unghie hanno bor- rili ecc.). di precisi per fare presa sulle più Numerose esperienze confermano piccole asperità e le unghie hanno che i dati riportati sono una signifi- una consistenza gommosa per fare cativa sottostima degli individui real- attrito sulla roccia, esattamente mente presenti. Si può supporre che come le scarpette dei moderni sca- un miglioramento delle metodologie latori. Inoltre i due unghioni ter- adottate possa tradursi in una diminu- minali sono molto divaricabili tra zione della differenza tra animali av- di loro e permettono all’animale di vistati/animali presenti, fornendo dati appoggiare sul terreno su 8 punti (4 più precisi per la conservazione del- zampe X 2 unghioni) conferendogli la colonia. una stabilità eccezionale. ANNO TOT PRESANELLA ADAMELLO 2001 21 9 12 2003 1 1 2004 24 5 19 2005 37 1 36 2006 53 20 33 2007 46 19 27 2008 37 1 36 2009 49 23 26 2010 25 25 2011 54 6 48 2012 83 27 56 2013 58 13 45 2014 86 39 47 2015 91 44 47 2017 159 64 95 2019 72 66 6 2020 156 114 42 2021 246 155 91 Adamello Brenta Parco 10
Il risveglio del Parco testo e foto di Michele Zeni Il momento esatto può cambiare di anno in anno, tazione, quindi delle messi, ma anche della luce, ma il passaggio da una stagione all’altra è sempre della vita animale e così via. emozionante. L’importanza, anche simbolica, di Queste immagini sono state raccolte ai primi di questi periodi di transizione, era ben nota agli an- maggio, in varie località del Parco, da Michele Zeni, tichi. A scandirli erano non caso riti di passaggio, che ne ha anche curato le didascalie. Colgono le come li chiamamo gli antropologi, che la comuni- trasformazioni in atto nella natura, con l’appros- tà osservava scrupolosamente, anzi che spesso simarsi della “bella stagione”, come la si chiama festeggiava, trattandosi di vere e proprie festività. di solito, e per quanto si sappia che ogni stagione A monte, vi era la consapevolezza, propria delle ha la sua bellezza. Colgono il “risveglio” del Parco, società contadine, che la vita è incessantemente nelle sue diverse manifestazioni. Ci auguriamo vi regolata dai cicli di morte e rinascita: della vege- piacciano, come sono piaciute a noi. (m.p.) SAPONARIA TRA GERMOGLI DI MASSI DI TONALITE SAMBUCO Il seme che si separa La temperatura e le dal suo fiore è già, di per condizioni di luce sé, una pianta che cerca primaverili fanno di un luogo adatto dove partire ogni anno le germinare. attività dei vegetali. Può depositarsi sul Chi perde tutte le terreno attirato dalla foglie in autunno, forza di gravità, può come il sambuco, essere trasportato dal emette i nuovi vento oppure mangiato germogli dalle da qualche animale gemme presenti per poi essere deposto lungo il fusto e le chissà dove. ramificazioni. Il seme germinerà, se Ogni specie ha la troverà le condizioni propria fisionomia giuste per germinare. complessiva: i dettagli di alcune parti di pianta sono sufficienti per saper riconoscere chi abbiamo di fronte. FIORI DI SALICE LICHENI SU TONALITE All’aprirsi delle gemme Una roccia colorata. spunta una peluria Complessi di organismi molto antichi, morbidissima e grigia. i licheni hanno trovato il modo di vivere A quel punto è facile in condizioni proibitive e noi li vediamo riconoscere la pianta com’erano allora: hanno conservato che abbiamo di fronte e quelle funzioni e quelle capacità. che ha passato l’inverno Non un organismo ma due. senza foglie: il salice. Una coppia di elementi che Molte sono le specie di cooperano e sopravvivono. Un salice e, come succede fungo e un’alga o un fungo e un per l’Eucalipto in cianobatterio. Oceania, ogni specie Il fungo fornisce acqua e sali minerali si è adattata a vivere all’alga o al cianobatterio mentre in nicchie ecologiche questi ultimi procurano al fungo diverse fino ad occupare molecole organiche di cui necessita. quasi ogni tipo di Ogni combinazione diversa di ambiente sul territorio. organismi dà origine a un lichene Sono tra le prime piante diverso: forme, colori, luoghi di vita a spuntare a bassa quota, e altri fattori ci permetteranno di in alto la primavera identificarli e dare loro un nome e arriva molto dopo. un cognome. 11 Adamello Brenta Parco
ACQUA SU TONALITE Ha nevicato tardivamente. L’acqua che in quota scorre in superficie è il risultato della liquefazione veloce della neve e del ghiaccio accumulati durante l’inverno e la primavera. Sui gruppi dell’Adamello e della Presanella, settore Ovest del Parco Adamello Brenta, il viaggio dell’acqua verso valle sarà spesso alla luce del sole in quanto i complessi di rocce laviche tonalitiche sottostanti sono compatti e quasi impermeabili. Sul gruppo delle Dolomiti di Brenta, settore Est, ben presto quell’acqua sparirà in un complesso di cavità sotterranee. L’eventuale arrivo in superficie sarà dovuto all’incontro con strati di roccia compatta e senza falle: a quel punto l’uscita è obbligatoria. ARCHITETTURA SOSTENIBILE Per capire meglio il concetto di sostenibilità possiamo osservare ciò che facevamo prima dell’avvento dell’industria, dei grandi macchinari, delle strade asfaltate percorribili con i mezzi meccanici. Una struttura costruita con materiali reperiti sul posto è sostenibile da vari punti di vista: non c’è stato inquinamento con il trasporto dei materiali, è ben inserita paesaggisticamente nel contesto circostante fino a diventarne un tutt’uno, è composta da materiali completamente naturali e smaltibili senza alcuna contaminazione dell’ambiente naturale circostante. Prendere spunto dagli esempi antichi si rivela spesso la forma più utile di intelligenza. DISGELO ERBA TRINITÀ Se in fondovalle i Perché i fiori nella natura sono così belli? Passeggiare tra prati e boschi aiuta forse a prati sono già verdi e meglio comprenderlo, soprattutto a primavera. Forse perché non sono solo vita che gli uccelli cantano da torna dopo l’inverno, sono anche una combinazione di colore, forma e funzione che va un po’, mille o 2000 ben al di là dell’estetica della maggior parte degli organismi che popolano il mondo. metri più in alto è Sono così particolari e unici nel contesto ambientale che pensiamo che i fiori siano per ancora tardo inverno noi, ma se i fiori potessero parlare direbbero che loro sono così per altri, spesso per i per via della neve e compagni insetti. Il miglior modo quindi per goderseli? Guardarli e non raccoglierli. del ghiaccio presenti. Tuttavia a breve anche lassù l’erba e le piante saranno libere di ripartire con le attività, e grazie a loro anche un’infinità di specie animali si potrà attivare. Come recita il testo di una famosa canzone, “e la vita continua, anche senza di noi…” Adamello Brenta Parco 12
BALLERINA BIANCA NOCCIOLAIA Ci sono uccelli che Si direbbe che questo amano stare sulle uccello è parente dei piante e altri che corvi? amano il terreno. La forma e i colori sono Osservare una ben diversi, eppure è ballerina bianca in così. azione ci permette di Un indizio che intuire che zampettare potrebbe farci compiendo repentine supporre la parentela? accelerazioni è il Un’intelligenza metodo che più gli si notevole. addice per reperire La nocciolaia si adatta gli insetti di cui ha a mangiare una vasta bisogno. gamma di alimenti. Il capo che fa avanti Un aspetto meritevole e indietro mentre è la sua capacità di cammina e la coda che mantenere e propagare va su e giù velocemente i boschi di pino sono le altre sue cembro, distribuendo caratteristiche e nascondendo nel inconfondibili. terreno i suoi semi. MARMOTTE Neve a chiazze ed erba verde. Questa è la tipica situazione che le marmotte vivono poco dopo l’uscita dal letargo e ne approfittano mangiando a più non posso. A volte le nevicate tardive le sorprendono impedendogli di trovare quel paesaggio primaverile che si aspettavano. Ma in pochi giorni la nave sparirà e la vita andrà avanti come sempre. TUFFETTO Osservando la superficie di alcuni specchi d’acqua a fine primavera-inizio estate, capita di vedere arrivati dei piccoli uccelli simili a svassi in miniatura. In genere intenti a galleggiare e immergersi repentinamente per tornare dopo qualche secondo in superficie a qualche metro di distanza, magari con un piccolo pesce nel becco. Sono i tuffetti, e nei laghi del nostro Parco si nutrono soprattutto di sanguinerole. A volte anche quando non si vedono se ne può sentire il canto caratteristico, una sorta di trillo veloce e prolungato, modulato in alzare e in calare. 13 Adamello Brenta Parco
“Andar per cascate”: ricchezza e diversità del Parco Dalla Val Genova alla Vallesinella ciascuno può costruire i propri percorsi di visita basandosi sulle informazioni e sui sentieri realizzati dal Parco. di Roberto Bombarda “Andar per cascate” è sempre un bel modo di visitare e di scoprire un terri- torio, per tutte le età e per tutte le abi- lità. Dopo aver scritto di sentieri che attraversano i ghiacciai o di itinerari di lunga percorrenza, abbiamo il piacere di proporre un modo curioso di cono- scere il Parco. Già, perché di cascate ve ne sono in molte valli, soprattutto nell’Adamello-Presanella, dove la roc- cia vulcanica intrusiva impedisce spes- so all’acqua di permeare il suo duro scudo e di nascondersi nelle sue visce- re. Così, qui l’acqua non è solo agente attivo del paesaggio, ma pure compa- gna frequente, rumorosa e costante in ogni escursione. Del tutto differente è invece la situazione nelle Dolomiti di Brenta, dove le rocce sedimentarie, le loro stratificazioni e le fratture struttu- rali consentono all’acqua di scomparire e ricomparire qua e là, con una pre- senza molto più intermittente, creando fenomeni piacevoli ed interessanti dal punto di vista naturalistico. Perché non dimentichiamoci che l’acqua è vita e che dove c’è l’acqua c’è la vita. Andar per cascate, una volta in Ada- mello ed un’altra in Brenta, consente quindi di conoscere e di confrontare anche le differenze geologiche e ge- omorfologiche dei due gruppi mon- tuosi contrapposti; diversità che sono alla base di quella ricchezza che ha giustificato l’inserimento dell’Ada- mello-Brenta nella lista dei “Geopar- chi” dell’UNESCO e pure la creazione da parte della Provincia autonoma di Trento di un “Parco fluviale della Sar- ca”, per tutelare e far conoscere il cor- Adamello Brenta Parco 14
so d’acqua che va ad alimentare il più superare i dieci chilometri, qualcuno in grande lago italiano, il Garda. più decidendo di partire dall’abitato di Vogliamo dunque proporre ai nostri let- Carisolo: ma se ne possono percorrere tori, all’inizio di questa nuova estate, di anche solo alcuni tratti, non disponendo calzare scarpe adeguate, di indossare di tempo od energie sufficienti per se- l’abbigliamento adatto alla stagione ed guirlo interamente. Si potrà così scopri- alle previsioni meteo (guardando sem- re che Nardìs, la meravigliosa cascata pre “Meteotrentino” od altri siti specia- che si presenta ai visitatori all’inizio del- listici di qualità, prima di programmare la valle e che nasce dalla soprastante, l’uscita, e qualche radar meteo prima omonima vedretta adagiata sulla Presa- di incamminarsi) e di informarsi sul nella, non è la più grande. E forse nem- sito internet, nei centri visita o negli ap- meno la più spettacolare, poiché questo positi info point del Parco o da profes- giudizio potrà essere espresso soggetti- sionisti della montagna, per scoprire le vamente a seconda di quello che più col- bellezze “liquide” di due valli, Val Geno- pirà i visitatori. Qualche chilometro più va e Vallesinella. a monte, infatti, s’intravvede nel verde “Nonostante diversi chilometri distan- cupo della foresta un bianco spumeg- zino Malga Bedole da Carisolo, percor- giare: è la cascata del Làres, anch’es- rere il fondovalle della Val Genova non è sa alimentata da un ghiacciaio, posto mai noioso”, ricordava Julius Von Payer, stavolta sul Carè Alto. Una cascata con primo salitore dell’Adamello. Del resto, portata e sviluppo altimetrico maggio- aggiungeva Douglas William Freshfield, ri rispetto alla Nardìs. E poi ancora più primo salitore della Presanella, la Val su le cascate di Folgorida, Casina Muta, Genova “per le sue grandi acque è la Pedruc; e ancora: Gabbiolo, Cercen, Versailles dell’Italia settentrionale”. Al- Matarot… per non dire del grande sal- tri tempi, siamo a fine ‘800, altri contesti to d’acqua che tuona dalla vedretta del ambientali: i ghiacciai della Val Genova Mandrone al sottostante Lago Nuovo, di hanno perso una parte importante delle fronte al Rifugio “Città di Trento” ed al loro masse e relative superfici e con- “Centro Studi Adamello” dedicato dalla seguentemente la portata della Sarca SAT a Payer. e dei suoi affluenti è diminuita, con im- Ma come sono nate queste cascate e patto diretto sull’imponenza di rapide e le loro sorelle che appaiono e scompa- cascate. Ma nonostante ciò, Val Genova iono tra gli alberi sui diversi versanti? rimane un grande “spettacolo” in tutte Semplicemente perché il fondovalle di le stagioni ed il Parco offre l’opportuni- Val Genova è stato percorso per mil- tà di conoscerla a passo lento, gustando lenni da un ghiacciaio più “potente” le sue “grandi acque” lungo un percor- di quelli che scorrevano e incidevano so dedicato, il “Sentiero delle Cascate”. le valli laterali. Quando quello di fon- Un percorso abbastanza agevole, ovvia- dovalle e quelli laterali si sono sciolti, mente più facile da percorrere in discesa alla fine delle ere glaciali, è rimasto dopo aver raggiunto i parcheggi più ele- un “gradino” che le acque di fusione si vati grazie al servizio di mobilità istituito sono trovate a dover superare con un dal Parco. Ma anche in salita parliamo gran balzo. La spettacolarità del fon- comunque di poche centinaia di metri dovalle non è data solo dall’apparire di dislivello, per una lunghezza che può di questi “salti d’acqua” laterali, ma 15 Adamello Brenta Parco
e “Basse”. In tutti i casi il fenomeno diventa particolarmente appariscente nella stagione che va dalla tarda pri- mavera alla piena estate, dunque con lo scioglimento massimo delle nevi e la morbida dei torrenti. Diversamen- te dal prospiciente gruppo “graniti- co”, qui siamo in presenza di rocce in prevalenza sedimentarie che presen- tano successioni tra strati permeabi- li ed impermeabili. Dove prevalgono i primi, l’acqua scompare alla vista. Dove incontrano i secondi, ricompa- re. Quest’area del Brenta, come gran parte di questo gruppo montuoso, è caratterizzata da importanti fenomeni carsici, con condotte, grotte e bacini idrici posti nel cuore delle montagne, che assumono così il ruolo di vere e proprie “spugne”: assorbono l’ac- qua per un periodo e la rilasciano in un altro. Presentato così il fenomeno appare quasi banale, ma la vista delle acque che sgorgano all’improvviso e scorrono fragorose è indubbiamente un’esperienza da provare. In questo senso appare particolarmente inte- ressante l’area del Centro visite Flora, curata dal Parco presso il Rio Bianco di Stenico. Ma ritorniamo in Vallesinella. Come per la Val Genova, anche questa valle offre percorsi curati e mantenuti in efficienza dal Parco, nonché punti conoscitivi e personale preparato per fornire tutte le informazioni neces- sarie. Le “Cascate Alte” possono es- sere visitate partendo dal parcheggio di Vallesinella, salendo per il Sentie- ro delle Sorgenti. Dallo stesso punto Cascata in Val Brenta: pure dalle “rapide”, forme di cascate di partenza, ma in direzione opposta, Michele Zeni. con salti un po’ meno pronunciati, che si scende al rifugio delle “Cascate di riguardano anche il corso principale Mezzo”. Proseguendo ancora, in dire- della Sarca, dove occorra superare un zione della Malga Brenta Bassa, ecco dislivello tra un “piano” e l’altro del- apparire tra gli alberi anche le “Casca- la valle. Già, perché Val Genova è una te Basse”. successione di “piani” e di “rapide”, Le informazioni poc’anzi riportare localmente denominate “Scale”, cia- sono minimali. Ma quelle necessarie scuna con il proprio nome e le proprie per organizzare una bella escursione, storie da raccontare. in queste od in altre valli, non manca- Usciamo dall’Adamello ed entriamo no. E non serve un grande sforzo per nelle Dolomiti di Brenta. Una delle sue programmarla e per renderla unica e valli occidentali è quella di Vallesinel- diversa dalle altre, creando così un’e- la, che dall’alta Rendena e da Campi- sperienza di viaggio propria ed indi- glio porta i visitatori a scoprire la parte menticabile. Si potrebbe dire: il sen- centrale del gruppo dolomitico, certa- tiero è lo stesso per tutti, ma il quando, mente la più famosa ma non sempre il come, e con chi percorrerlo è diverso ben conosciuta dai visitatori. Le ca- per ciascuna persona. L’importante è scate che caratterizzano questa valle mettere sempre la sicurezza propria e sgorgano su diversi livelli, tanto che degli altri al primo posto. si parla di cascate “Alte”, “di Mezzo” “Buone cascate del Parco” a tutti! Adamello Brenta Parco 16
Museo della Guerra Bianca Adamellina 1914-1918 Un nuovo allestimento accoglie i visitatori nel centro espositivo di Spiazzo di Chiara Grassi Sta per compiere cinquant’anni di vita e anni in difesa del Corno di Cavento. ha ormai assunto a pieno titolo l’impor- Dotato di acume e di animo sensibile, tanza di uno scrigno che custodisce un con quelle pagine il tenente von Eleda tesoro unico. Recentemente addirittura ha lasciato una delle più significati- impreziosito nella sua livrea. Stiamo ve testimonianze della Guerra Bian- parlando del Museo della Guerra Bian- ca. Vi si trovano annotate descrizioni ca Adamellina 1914-1918 “Recuperanti puntuali e pensieri personali da cui in Val Rendena” di Spiazzo che, dopo trapelano le enormi difficoltà logisti- un lungo restauro strutturale e un al- che di una guerra a oltre 3.000 metri lestimento espositivo rinfrescato, ha di altitudine ma anche le fatiche e gli riaperto le sue sale al pubblico. stenti della vita dei soldati, costretti a combattere in condizioni estreme per LA VISITA AL MUSEO la sopravvivenza. Il percorso di visita del Museo si sno- Tra i pezzi unici in esposizione vi sono da su due piani. In grandi teche e mo- anche la “Bella Eloisa”, ovvero lo derne vetrinette sono esposti circa stendardo goliardico della 310ª com- 4.000 reperti tra armi, effetti perso- pagnia Skiatori Alpini Monte Cavento nali dei soldati, divise, strumenti di lavoro, documenti cartacei, fotogra- Faro portatile da trincea fie, corrispondenze epistolari e cimeli di origine austroungarica di vario genere, appartenuti sia all’e- proveniente dalla Vedretta di Lares, sercito italiano che a quello austro- ricomposto a più riprese ungarico. Il patrimonio espositivo si grazie al lavoro compone perlopiù di oggetti restituiti coordinato di dal ghiacciaio in scioglimento dopo la Sovrintendenza per i beni fine della guerra, sottratti da parte culturali, SAT, Muse e dei cosiddetti “Recuperanti” al degra- Corpo Forestale. Nell’estate 2017 è stato do e ai tentativi di saccheggio di tra- recuperato il cavalletto fugatori. Ma negli anni le raccolte si telescopico a seguito di sono arricchite notevolmente grazie a un sequestro da parte comodati d’uso della Sovrintendenza della Forestale di Spiazzo e a donazioni da parte di privati. Su che è riuscita a fermarne tutti vanno ricordati gli importanti la- il saccheggio. L’estate successiva, nel corso di sciti delle famiglie di Dante Ongari e due rilievi diversi, sono di Vittorio Martinelli, personaggi che stati recuperati anche hanno nutrito un culto per la Val Ren- l’accumulatore e la dena e per la storia di questa valle, ai parabola del riflettore quali peraltro sono dedicate due sale (foto C. Grassi). del Museo. Alcuni pezzi unici di rilievo aumenta- no il pregio dell’esposizione. Spicca in particolare il diario originale del te- nente Felix Hecht von Eleda, coman- dante austro-ungarico morto a soli 23 17 Adamello Brenta Parco
Teleferino a mano del 5° Reggimento Alpini ai comandi emerso su cima Caré del capitano Aldo Varenna. E poi an- Alto nel 1999 e ricostruito cora la bussola geodetica utilizzata nel Museo (foto C.Grassi). dall’esercito italiano per lo scavo della galleria di mina del Col di Lana. Il secondo piano dell’esposizione ospita inoltre alcune chicche, come la scenografica teleferica a mano origi- nale del Carè Alto che sovrasta l’alto soffitto del giroscala. Nella sala Mar- tinelli poi è stata realizzata una rico- struzione fedele dello stanzino riser- vato al tenente von Eleda nella gal- leria del Corno di Cavento con alcuni oggetti che gli sono appartenuti. A Il Museo è aperto durante l’esta- te tutti i pomeriggi dalle 15:00 alle 18:00, con chiusura il lunedì. Si trova nel centro di Spiazzo presso le ex scuole elementari di fronte alla Chiesa. Fa parte della Rete Trentino Grande Guerra che unisce i 19 musei trenti- ni dedicati alla Grande Guerra ed è a disposizione per visite guidate. chiudere il percorso vi è forse la novi- Tutti i reperti sono archiviati in ver- tà più affascinante: una sala proiezio- sione digitale e sono a disposizione ni all’interno di una grotta ricostrui- per ricerche storiche. ta, che sembra richiamare la galleria Per maggiori info si rimanda al del Corno di Cavento. Il buio, i filmati La parte nuova nuovo sito web www.museoguerra- unici e l’ambientazione permettono al dell’allestimento interno spiazzo.it visitatore di vivere un’esperienza im- (foto C. Grassi). mersiva. Adamello Brenta Parco 18
I RECUPERANTI E L’ORIGINE DEL MUSEO Il desiderio di una mostra espositi- va dei reperti recuperati in Adamello aleggiava già dal 1965. Il primo tenta- tivo di allestimento risale al ’68 in oc- casione del pellegrinaggio in Adamel- lo con i Reduci. Ma la realizzazione uf- ficiale è avvenuta nel settembre 1973 per volontà di Sergio Collini e Giovan- ni Pellizzari, due Recuperanti e “cac- ciatori di foto” con una grande passio- ne per la storia della Guerra Bianca in Adamello. Dopo anni passati su e giù per i ghiacciai, un evento in particolare li convinse della necessità di racco- gliere non più per vendere bensì per ricordare: il ritrovamento sul ghiaccia- io di Lares dei resti di tre poveri solda- ti, due alpini e un kaiserjäger. Sergio Il diario originale del tenente Felix Hecht von Eleda (foto C. Grassi). e Giovanni li ricomposero nei loro in- dumenti sotto un grande masso, con l’intenzione di tornare a recuperarli per dar loro degna sepoltura, ma una grande nevicata impedì la salita. I resti Alcuni degli oggetti recuperati esposti al Museo (foto C. Grassi). non furono mai più ritrovati. Nell’ani- mo dei due Recuperanti si accese così il pensiero che quei soldati non voles- sero essere rimossi ma solo ricordati. La figura del Recuperante in Val Ren- dena è nata fin dal primo dopoguerra. In un’Italia in piena ricostruzione ri- vendere ferro, ottone, rame e piombo era un’attività molto redditizia e vale- va la fatica di salire alle alte quote per tornare carichi di metalli. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, in condizio- ni economiche di maggior benessere, dal recupero per la vendita si è passati al recupero per motivi collezionistici o di salvaguardia. La svolta significativa è avvenuta con l’entrata in vigore della Legge 78/2001 “Tutela del patrimonio storico del- la Prima guerra mondiale” - a cui la Provincia autonoma di Trento si è ade- guata con la L.P. 1/2003 – che prevede l’assoggettamento automatico di ogni vestigia di guerra alla tutela pubblica come patrimonio storico-culturale. È anche in virtù di questa legge che è nato il grande progetto di censimen- to delle opere campali trentine a cui il Parco naturale Adamello Brenta ha dato il suo grande contributo. Oggi il ruolo dei Recuperanti è più importante che mai. Con il veloce scioglimento dei ghiacciai, il teatro di guerra continua a restituire cimeli e il rischio di saccheggio è molto elevato. 19 Adamello Brenta Parco
A IMPERITURA MEMORIA 1914-1918 del Museo, ha il ruolo di comprendere Sono in molti a chiedersi come mai le la memoria di ogni uomo partito per il date riportate nel nome del museo fac- fronte, di ogni donna al servizio degli ciano riferimento al 1914. L’osservazione eserciti, di ogni civile soggiogato. ricorrente è che il fronte adamellino sia stato eretto solo dopo la dichiarazione L’ASSOCIAZIONE di guerra del Regno d’Italia all’Austria- I Templari che si sono assunti l’onere Ungheria nel 1915. La risposta imme- e l’onore di sorvegliare questo Sacro diata sta nel fatto che, allo scoppio della Graal dell’Adamello sono i componen- guerra, il Trentino era territorio austro- ti dell’Associazione Mostra Museale ungarico e quindi gli uomini trentini Guerra Bianca Adamellina 1914-1918 furono chiamati alle armi nell’esercito di Spiazzo che, per la verità, raggrup- di Francesco Giuseppe fin dal 1914. La pa volontari da vari paesi anche fuori risposta più profonda sta, però, nel de- dalla Val Rendena. siderio affidato al Museo di ricordare Attualmente fanno parte del Direttivo: la tragedia umana, l’immane perdita di - Giovanni Pellizzari – presidente vite, prima ancora dei fatti storici. - Donatella Collini – vicepresidente (e Ogni piastrina, ogni lettera, ogni cro- figlia del compianto Sergio Collini) ce conservata qui rievoca la vita di un - Franco Capelli - segretario soldato che prima di tutto era un es- - Samuel Bonapace sere umano, con le sue paure, le sue - Adriano Capelli speranze e i suoi sogni. Quel 1914, - Aldo Gottardi così fortemente sottolineato nel nome - Matteo Motter - Franco Righi - Alessandro Salvadori. ATTENZIONE A tutti coloro che hanno fatto parte Se si rinviene casualmente un ordi- dell’Associazione in questi quasi 50 gno, è importante non toccarlo. Va anni va un ringraziamento particolare La sala proiezioni con segnalata la sua presenza alle forze per il tempo, la passione e la dedizione l’ambientazione che richiama la galleria del dell’ordine che provvederanno alla spesi. Ma, ci tengono a precisare dal Corno di Cavento (foto C. rimozione. Direttivo: “Il Museo è un bene a dispo- Grassi). sizione di tutta la comunità!”. Adamello Brenta Parco 20
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