Cinquant'anni fa l'epica impresa degli alpini: posato sul Balmenhorn il "Cristo delle vette" - Associazione ...
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Agosto/Settembre 2005 Mensile dell’A.N.A. Sped. in a. p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 - filiale di Milano - Anno LXXXIV - N. 8 Cinquant’anni fa l’epica impresa degli alpini: posato sul Balmenhorn il “Cristo delle vette”
IN COPERTINA AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229 l Cristo delle vette è una statua alta 3 DIRETTORE RESPONSABILE Itonnellata: metri e 60 centimetri, pesante una da cinquant’anni dalla vetta Cesare Di Dato DIREZIONE E REDAZIONE del Balmenhorn, a 4170 metri di altitudi- via Marsala, 9 - 20121 Milano ne, domina il ghiacciaio del Lys e una tel. 02.29013181 - fax 02.29003611 spettacolare corona di montagne. Lo INTERNET E-MAIL portarono, a pezzi, gli alpini di una com- www.ana.it lalpino@ana.it pagnia di formazione guidata dall’allora (ora generale) Costanzo Picco, e fu rico- COMITATO DI DIREZIONE Adriano Rocci (presidente), Alcide Bertarini, struito in vetta dallo scultore Bai. A Gres- Cesare Di Dato, Bruno Gazzola, Sandro Rossi soney è stata organizzata una grande ce- rimonia commemorativa di quest’epica NON ISCRITTI ALL’ANA: impresa, presenti anche alcuni protago- Abbonamenti, cambio indirizzo, rinnovi tel. 02.62410215 - fax 02.6555139 nisti di allora, compreso il capitano Pic- associati@ana.it co, oggi generale. Sarà un po’ la rievoca- zione di un episodio, fra i tanti, di quando per l’Italia: 12 euro (L. 23.235) per l’estero: 14 euro (L. 27.108) gli alpini di leva andavano per le monta- sul C.C.P. 23853203 intestato a: gne compiendo imprese incredibili. Sì, lo «L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 Milano sappiamo, non bisogna piangerci addos- ISCRITTI ALL’ANA: so: oggi gli alpini costruiscono la pace, Gli iscritti all’ANA, per il cambiamento di aiutano popolazioni lontane a risorgere, indirizzo, devono rivolgersi esclusivamente imprese non meno difficili. Ma a noi, che al gruppo o alla sezione di appartenenza. siamo sentimentali, piace commuoverci pensando a queste imprese di come era- ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI Via Marsala, 9 - 20121 Milano vamo e conservarne la memoria. (La bella foto di copertina, che riprodu- Segreteria: tel. 02.62410200 ciamo anche qui a sinistra, è del foto- fax 02.6592364 grafo di Aosta Davide Camisasca). segreteria@ana.it Direttore Generale: tel. 02.62410211 direttore.generale@ana.it Segretario Nazionale: tel. 02.62410212 segretario.nazionale@ana.it Amministrazione: tel. 02.62410201 Sommario fax 02.6555139 amministrazione@ana.it Protezione Civile: tel. 02.62410205 fax 02.6592364 protezionecivile@ana.it agosto/settembre 2005 Centro Studi ANA: tel. 02.62410207 fax 02.62410230 3 Editoriale 18-19 42º pellegrinaggio centrostudi@ana.it in Adamello Fotolito e stampa: Amilcare Pizzi s.p.a. 4-5 Via Amilcare Pizzi, 14 Lettere al Direttore 20092 Cinisello Balsamo (MI) 20-24 Nostri Alpini in armi Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi 6 Commissioni Chiuso in tipografia il 29 agosto 2005 e zone di competenza 26-28 Alpino dell’anno Di questo numero sono state tirate 377.590 copie dei Consiglieri nazionali 30-31 Giornata IFMS 7 Calendario delle manifestazioni 34-35 Olimpiadi invernali: intervista al gen. De Salvia 8-11 Inviare a L’Alpino Cristo delle vette: 50 anni fa la posa 36-37 Concerto dei cori una copia dei giornali della statua sul Balmenhorn dei congedati delle Brigate di sezione e gruppo Rinnoviamo l’invito ai presidenti di sezione 12-13 38 Zona franca e ai capi gruppo ad inviare alla redazione Sull’Ortigara, pensando de L’Alpino una copia del loro giornale. alla prossima Adunata 39-43 Rubriche Servirà non soltanto per la nostra raccolta ma anche per avere la possibilità di pubbli- 14-16 care qualche articolo di particolare inte- ECHI DELL’ADUNATA 44-46 Dalle nostre sezioni resse, meritevole di essere riportato all’at- in Italia tenzione di tutti attraverso le pagine del 17 Cuneense: commemorazione mensile nazionale. 47 Quindi inviate i vostri periodici alpini! al Colle di Nava Dalle sezioni all’estero 2 8 - 2005
editoriale Radici endi forti le nostre armi contro chiun- nali (e non solo nazionali): editoriali e repor- … R que minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana…”. Così recita la Preghiera dell’Alpi- tage che hanno in comune lo stesso disorien- tamento ma suggeriscono anche la stessa te- rapia nella quale le culture dell’accoglienza e no, che siamo usi ascoltare sugli attenti e con della multietnicità vengono subordinate al ri- Labaro, vessilli e gagliardetti rivolti al cielo. goroso rispetto delle leggi dello Stato ospite, Già, la nostra “millenaria civiltà cristiana”, ov- laico e democratico, tenuto a dare certezze ai vero le nostre radici, a difesa delle quali si so- cittadini. Certezze del rispetto delle istituzio- no schierati prima Papa Wojtyla e ora Papa ni, delle norme che regolano la convivenza Ratzinger. Sull’onda di una discutibile inter- secondo l’imperativo del rispetto della perso- pretazione dell’illuminismo la Costituzione na che trae fondamento nel diritto romano e europea ha ignorato che queste radici sono nell’umanesimo. state il presupposto, la formazione e poi la Per la prima volta, dopo la disastrosa tenden- salvaguardia – per tanti secoli – della stessa za avviata negli anni Sessanta contro ogni cultura europea e occidentale. Un’amnesia in rappresentazione iconografica dello Stato, ossequio ad una multietnicità incombente iniziando dal Tricolore e dall’Inno di Mameli - che prepotentemente si inserisce nelle mono- ascoltato con un misto di imbarazzo e fasti- culture di tanti Paesi. dio tranne che negli stadi di calcio – assistia- La diversità può essere una ricchezza se cia- mo, non solo attraverso i giornali ma anche in scuno rispetta la diversità altrui. Ma fino a ampi servizi televisivi, ad un recupero della quando questa ricchezza resta tale? Fino a nostra storia: impariamo a conoscere come quando vengono rispettate le regole che i cit- eravamo per capire come siamo. tadini si sono democraticamente dati. Ma come saremo? Sembrerebbe tutto semplice se non vivessimo La nostra Associazione, così profondamente in tempi di grande incertezza, provocato dal- inserita nella quotidianità e non certo estra- l’impatto del terrorismo internazionale, un fe- nea a questi cambiamenti, non ha avuto timo- nomeno drammatico che ha dimensioni mon- ri nel guardare al futuro. Ha affrontato con de- diali e sta cambiando il nostro modello di vita. terminazione le conseguenze della sospen- Non c’è dubbio che stiamo vivendo un mo- sione della leva, è rivolta al sociale attraverso mento di transizione: geopolitico, culturale, la struttura della Protezione civile, è aperta – sociale ed economico. Eppure, di tutto que- indiscriminatamente – al volontariato e all’as- sto raramente troviamo traccia nella nostra sistenza. Sul piano istituzionale custodisce stampa associativa. Eppure sempre più si ha tradizioni e valori che sono il fondamento l’impressione di vivere una sorta di terza della nostra stessa unità nazionale e intende guerra mondiale, diversa dalle due che hanno difenderli. È un esempio di come si possa insanguinato il Novecento, più subdola, lunga conciliare un profondo senso di appartenen- e – parrebbe – senza speranza. za con la solidarietà. Campanelli di allarme suonano sempre più Iniziando dalla Preghiera dell’Alpino, quella spesso dalle pagine di grandi giornali nazio- originale … ** 3 8 - 2005
va ma spero che tanti si uniscano TESTIMONIANZA per ricordare che molte gocce fan- Esercito di letterati? no il mare. Giorgio Canavero - Tonco (AT) H o diciott’anni e non riesco ad arruolarmi. Ho chiesto l’arruolamen- to negli alpini nel novembre 2004 ma mi è stato risposto che non vi Non è la prima volta che lancio que- sto messaggio dei “tonchesi”, perché lettere al direttore erano più posti. Ho chiesto il VFB-1 nei due bandi, giugno e ottobre: ravviso nella loro iniziativa un’ope- niente. ra a vantaggio dei nipoti dei nostri Perché non riesco a entrare nell’Esercito? Un ufficiale mi disse. “Ormai fedeli ascari, fin troppo dimenticati non si può più fare un esercito di ignoranti. Si tende ad arruolare di- da quella che essi considerano la lo- plomati e laureati”. Dunque un ragazzo diplomato è migliore di un suo ro seconda Patria. Perciò chi può dia coetaneo senza diploma? A un soldato si insegna ciò che deve appren- attraverso il contatto diretto con il dere sotto le armi; cosa cambia tra chi ha un titolo e chi no? Se l’eser- gruppo di Tonco: è denaro ben indi- cito vuole arruolare solo persone intelligenti non si soffermi sul titolo rizzato. di studio! Spero che il Capo di Stato Maggiore si accorga del grossola- no errore che l’esercito sta facendo. Enrico Magnani ■ Il tema dell’Adunata Il tuo appassionato discorso mi dimostra quali sentimenti alberghino in te; continua a coltivarli. Mi risulta che le domande di arruolamento supe- rino i posti a disposizione per cui le commissioni devono stilare una clas- P er l’Adunata, anziché definire un solo tema perché non isti- tuirne più di uno lasciando ai presi- sifica per non incorrere in palesi ingiustizie. Uno degli elementi è il titolo denti di sezione la discrezionalità di studio, che però non è determinante. Se credi in quello che fai, conti- di espressione sul contenuto degli nua a presentare domanda: prima o poi riuscirai. Ricorda che uno dei striscioni? Forse ne uscirebbe qual- motti degli alpini è: “Mai cedere”. cosa di più vario e incisivo, natural- mente nel rispetto della difesa dei nostri valori. Giuseppe Guanziroli ■ Cappello con la penna... di Parma mi sono fratturato la gam- di pavone ba sinistra in un’escursione in Il tema delle adunate è stato istituito montagna. Perciò dovetti rinuncia- tre o quattro anni fa dal Consiglio di- re e vedermi la sfilata in TV dal let- rettivo nazionale su proposta dell’al- I n viaggio per l’adunata di Parma mi si è spezzata la penna bianca del mio cappello. Impossibile tro- to dell’ospedale. Lorenzo Fantin - Lainate (MI) lora presidente Parazzini. Questo per dare un indirizzo univoco alle indicazioni degli striscioni che era- varne in città, ma durante la visita no troppo eterogenei. Applicare il a un museo di Traversetolo una si- Sotto naia, in casi come il tuo, si dice- tuo consiglio sarebbe un tornare ad gnora me ne offrì una, asserendo va “È naia”, e si continuava. Per i let- origini che nessuno rimpiange. che era di un pavone. Alla mia in- tori aggiungo che Fantin mi ha man- credulità, perché sapevo che que- dato una foto della sua ingessatura gli uccelli non hanno penne bian- sulla quale figurano, in bell’ordine, gli ■ Lezione di giornalismo che, mi fu spiegato che nel giardino scudetti delle cinque brigate alpine e esisteva un pavone albino. Era ve- la scritta “Cara suora, cara suora son ro. Ringrazio la signora per aver ri- solto un problema che mi avrebbe ferito...”: un bell’esempio di alpinità pura. Solo che, per fortuna di Fantin, R itengo molto utile l’intervento del caporedattore de L’Alpino, Giangaspare Basile, al recente 9° costretto a restare dietro le tran- lui “A domani ci arriverà”, ancora de- CISA, che ha toccato problemati- senne. cine di migliaia di volte. che semplici ma reali che si ripeto- Anton Giulio Dell’Eva - Bolzano no ogni volta che si parte per redi- gere una nostra rivista. In sintesi: tu sei l’unico in Italia a po- ■ Raccolta fondi per l’Eritrea Il giornale è un mezzo di comunica- ter affermare che “indossi le penne zione notevole, spedito a tutti i so- del pavone” non a scopi autocele- ci, a molte autorità e ad amici per brativi ma per motivi di concretezza alpina. L eggendo L’Alpino di maggio ho appreso che gli alpini di Treviso hanno costruito una scuola in Bra- cui riveste importanza sia la ric- chezza di contenuti sia un’accatti- vante impaginazione; qui, purtrop- sile. Ciò mi dà l’occasione di ricor- po, non sempre riusciamo a essere dare che il gruppo di Tonco (Asti) bravi e professionali. Sto pensando ■ Che sfortuna! porta avanti con ostinata determi- seriamente di mettere a disposizio- nazione una raccolta di fondi per la ne la nostra sede e convocare i di- S ono vittima del colmo della sfor- tuna: dopo aver preparato il mio zaino, tre giorni prima dell’Adunata costruzione di una scuola a Mas- saua in Eritrea. Già altri – pochi – gruppi si sono associati all’iniziati- rettori dei giornali di sezione e di gruppo del 1° rgpt. per una giorna- ta di lavori legati concretamente al- 4 8 - 2005
lettere al direttore l’invocata professionalità giornali- stica. Gian Luigi Ravera presidente della sezione di Casale Monferrato Il convegno di Imola ha dato buoni frutti: lo avrai letto nei due articoli di maggio. Tu hai indicato l’imperativo categorico della nostra editoria: mi- gliorarsi sempre e aprire ai colleghi della stampa nazionale. Ben venga- no dunque iniziative come la tua che riprende una vecchia idea del nostro caporedattore già sviluppata negli in- contri di Luino e Vicenza. I prossimi incontri di giornalismo saranno a Va- rese e (il secondo, avanzato) a Luino. associazione di donatori presente Carmelo Dattero. Egli si preoccupa- in Italia. Tengo a precisare che in va di organizzare il tempo libero ■ La Preghiera dell’Alpino Piemonte esistono oltre 140 gruppi delle reclute e curava il recupero Fidas, nei quali figurano sicura- degli obiettori di coscienza, allora mente vostri iscritti. non protetti dalle leggi di oggi. Ci S ono rimasto allibito nel leggere che a Imola Sandro Rossi, consi- gliere nazionale e membro del co- Andrea Burlando - Levone (TO) ha lasciati una decina di anni fa, ma credo che siano migliaia gli alpini mitato di redazione della rivista, ha Giusta osservazione, che accolgo e che conservano un ottimo ricordo dichiarato che la “Preghiera dell’Al- pubblico per dare risalto alla vostra di lui. pino” deve essere recitata nel testo meritoria attività che affianca la più Maurizio Donelli approvato dal Consiglio Direttivo nota Avis. Gli errori che qualche vol- Collecchio (PR) Nazionale e non in quello suggerito ta sfuggono al nostro controllo (è dall’Ordinariato militare. Una pre- umano) dipendono da segnalazioni Tu non me lo hai chiesto, ma riten- ghiera ha bisogno dell’imprimatur non sempre esatte dei nostri corri- go buona cosa tradurre la tua lettera di un vescovo, altrimenti resta una spondenti, tutti in buona fede. in questo messaggio diretto ai tan- mera e più o meno valida prosa. tissimi alpini che sono transitati dal Don Valentino Quinz - Brunico BAR L’Aquila. I cappellani militari Sandro Rossi ha ribadito un concetto ■ Il cappellano don Carmelo hanno svolto e svolgono un ruolo ben radicato in CDN. Io credo che il molto importante nei reparti, specie buon Dio non faccia distinzioni quando un credente si rivolge a Lui C hi è stato recluta al BAR Julia de L’Aquila negli anni Settanta si ricorderà del cappellano don in questi tempi, dove i giovani sono alle prese con problemi da non sot- tovalutare. con la preghiera che più gli aggrada. Queste nostre diatribe sono proprie di noi miseri mortali; nei pascoli del TESTIMONIANZA Cielo si ragiona in altro modo. Al- meno così mi fu insegnato quando, bimbetto, andavo a Catechismo. Monsignor Bonicelli E poi, caro don Valentino, lei mi in- segna che non c’è nulla di più spon- taneo della preghiera dell’uomo. La P enso che un ringraziamento particolare gli alpini lo devano a mon- signor Bonicelli, arcivescovo di Parma. È confortante che un prela- to testimoni con la sua presenza i valori alpini. Dopo anni in cui certi nostra, che difende le radici cristia- settori minoritari di un cattolicesimo edulcorato hanno contribuito ne, è più in linea con il Papa, che non poco ad incitare i giovani a scegliere l’obiezione di coscienza, ad- conta più del Vescovo. ditando come inutile o addirittura contraria alla morale cristiana la scelta di servire il Paese in divisa, la testimonianza di mons. Bonicelli è un grande ed importante segnale, che rimarrà la caratteristica dell’A- ■ Donatori alpini dunata di Parma. Insomma, gli alpini, hanno sentito di aver combattu- to e di continuare a combattere la “buona battaglia”. Q uale donatore di sangue, iscrit- to al gruppo Fidas unitamente ai miei due figli alpini soci dell’A- Alberto Quagliotto - Maser (TV) Perfettamente d’accordo: e non dimentichiamo mai che mons. Bonicelli è NA, noto con rammarico che tali fiero di aver servito la Patria come sottotenente degli alpini nel 5° reggi- donatori sono spesso indicati su mento. L’Alpino come appartenenti all’A- vis, pur non essendo questa l’unica 5 8 - 2005
Commissioni e zone di competenza iportiamo i responsabili delle commissioni decise R cide Bertarini, Roberto Formaggioni, Maurizio Gorza, dal CDN, le competenze e i nominativi dei consi- Franco Munarini, Alfredo Nebiolo, Giancarlo Sosello; in- glieri nazionali e dei collaboratori esterni che le vitati alla commissione di Protezione Civile – coordina- compongono. tori: Aurelio De Maria (CIO) – Giai Arcota, Giotto Scara- muzzi, Orazio D’Incà, Gianni Cedermaz, Francesco ■ RESPONSABILI COMMISSIONI: Beolchini; specialisti - GIMC: Ugolino Ugolini – Sanità: Mario Giaretta – AIB: Francesco Morzenti – UCS: Gio- VITTORIO BRUNELLO – vice presidente nazionale vi- vanni Martinelli – CO: Carlo Cassani – Radio: Marco cario: Contrin, Costalovara, Grandi Opere, Protezione Lampugnani – Inf: Maurizio Girola – Sub: Enrico Franci- Civile; sci; Segreterario: Angelo Greppi. PREMO FEDELTÀ ALLA MONTAGNA: Attilio Martini GIAN PAOLO NICHELE – vice presidente nazionale: presidente, Antonio Cason, Marco Valditara, Arrigo Centro Studi, Fiscale, Informatica, Legale, Premio Gior- Cadore, Bruno Gazzola. nalista dell’anno. PREMIO GIORNALISTA DELL’ANNO: Adriano Rocci presidente, Cesare Di Dato – esterni: Enzo Grosso, Li- GIORGIO SONZOGNI – vice presidente nazionale: vio Olivotto, Giancarlo Romoli. I.F.M.S., Manifestazioni Nazionali, Servizio d’Ordine SPORT: Giorgio Sonzogni presidente, Silvio Botter, Nazionale, Premio Fedeltà alla Montagna, Sport. Antonio Cason, Alfredo Nebiolo. ■ COMMISSIONI E INCARICHI: ■ ZONE DI COMPETENZA DEI COMPONENTI IL CDN Queste le sezioni di competenza attribuite ai consiglie- COMITATO DI DIREZIONE de L’ALPINO: Adriano Rocci ri nazionali: presidente, Alcide Bertarini, Cesare Di Dato, Bruno Gazzola, Alessandro Rossi. ANTONELLI Domodossola, Intra, Novara, CENTRO STUDI: Silvio Botter presidente, Cesare La- Omegna; vizzari, Alfredo Nebiolo – esterni: Giuseppe Brazzoli, BERNARDI Colico, Lecco, Sondrio, Tirano; Quintilio Fostini, Gianluca Marchesi, Giosuè Negretti. BIONAZ Aosta, Biella, Ivrea, Valsesia, Vercelli; CONTRIN: Attilio Martini presidente, Luigi Bernardi, BOTTER Luino, Varese; Arrigo Cadore, Ivano Gentili; – esterni: Luciano Chero- CAPANNOLO Abruzzi, Bari, Marche, Molise, bin, Bruno Serafin. Napoli; COSTALOVARA: Alfonsino Ercole presidente, Ildo CASINI Milano; Baiesi, Luigi Bernardi, Carlo Bionaz, Alessandro Rossi, CASON Belluno, Cadore, Feltre, Silvano Spiller – esterni: Renato Raffaelli, Ferdinando Valdobbiadene; Scafariello. SEZIONI ESTERE: Vittorio Brunello presidente, Ornel- ERCOLE Verona; lo Capannolo. FORMAGGIONI Bolognese Romagnola, Modena, FISCALE: Michele Casini presidente – esterni: Rodolfo Parma, Piacenza, Reggio Emilia; Anghileri, Mauro De Marco, Stefano Gandini, Andrea GAZZOLA Ceva, Cuneo, Mondovì, Saluzzo; Scalvini, Enrico Tarabini. GENTILI Conegliano, Treviso, Vittorio Veneto; GRANDI OPERE: Ivano Gentili presidente, Luigi Ber- LAVIZZARI Monza, Como, Cremona, Pavia; nardi, Carlo Bionaz, Arrigo Cadore, Roberto Formag- MARTINI Bolzano, Trento; gioni – Tecnici: Lino Chies, Sebastiano Favero, Cesare MUNARINI Padova, Venezia, Valdagno; Poncato. NEBIOLO Alessandria, Asti, Casale; IFMS: Adriano Rocci presidente, Franco Munarini, NICHELE Genova, Imperia, La Spezia, Savona, Dante Soravito De Franceschi. Massa; INFORMATICA: Gian Paolo Nichele presidente – ester- PERAGINE Firenze, Latina, Pisa/Lucca/Livorno, ni: Maurizio Girola, Dario Gonano, Michele Tresoldi, Sicilia, Sardegna, Roma; Fabrizio Tonna. ROCCI Pinerolo, Susa, Torino; LEGALE: Cesare Lavizzari presidente, Antonio Lumel- lo, Vito Peragine, Adriano Rocci. ROSSI Brescia, Salò, Vallecamonica; MANIFESTAZIONI NAZIONALI e SERVIZIO D’ORDINE SONZOGNI Bergamo; NAZIONALE: Dante Soravito De Franceschi presiden- SORAVITO Carnica, Cividale, Gemona, Udine; te, Giancarlo Antonelli, Roberto Formaggioni, Alfredo SPILLER Asiago, Bassano, Marostica, Vicenza; Nebiolo, Vito Peragine, Silverio Vecchio. VALDITARA Gorizia, Palmanova, Pordenone, PROTEZIONE CIVILE: Giorgio Sonzogni presidente, Al- Trieste. ● 6 8 - 2005
calendario manifestazioni CALENDARIO MANIFESTAZIONI 1 ottobre LUINO – Marcia di solidarietà “Dal la- 16 ottobre GENOVA – A Sampierdarena cele- go alla montagna” per il 4° raduno di A MILANO RIUNIONE DEI PRE- brazione Madonna del Don e 133° Monte. SIDENTI DI SEZIONE. anniversario TT.AA. OMEGNA – 133° anniversario TT.AA. COMO – 80° del gruppo di Albate e PINEROLO – Annuale Messa per gli al- Santa Messa. 1/2 ottobre pini defunti. ROMA – Manifestazioni al monu- SICILIA - 9ª traversata dell’Etna. SARDEGNA - 3ª marcia alpina della mento a Villa Borghese. solidarietà. SARDEGNA – Manifestazioni per il 2 ottobre VENEZIA – Festa della Madonna del 133° delle TT.AA. - 33° CAMPIONATO DI MARCIA Don a Mestre. VERONA – A Nogarole Rocca 133° DI REGOLARITÀ A SALÒ. CASALE MONFERRATO – Festa dei “veci” della sezione”. anniversario TT.AA. - PELLEGRINAGGIO AL SACRA- SALUZZO – 11° raduno artiglieri da RIO CADUTI DI OLTREMARE A PAVIA – Festa sezionale a Stradella. montagna del gruppo “Aosta”. BARI. REGGIO EMILIA – Inaugurazione 11 ottobre TRIESTE – 133° anniversario TT.AA. 22/23 ottobre del restauro della chiesetta degli A LUCCA RADUNO 4° RAG- alpini a Beleo. 14 ottobre GRUPPAMENTO. VERCELLI – 2° trofeo podistico. SALÒ – 133° anniversario TT.AA. e Messa nel duomo di Salò. 23 ottobre 3 ottobre PADOVA – Raduno sezionale a ALESSANDRIA – A Tortona 133° 15 ottobre anniversario TT.AA. Monte Madonna di Teolo. PALMANOVA – 2° raduno sezionale ALTO ADIGE – Gara di tiro a segno e celebrazioni per il 133° anniversa- 7° “Trofeo presidenti”. 8 ottobre rio TT.AA. DOMODOSSOLA – Cerimonie per il ASTI – 133° anniversario TT.AA. e PORDENONE – Messa al Santuario 133° anniversario TT.AA. Messa per i Caduti. della Madonna delle Grazie per il 133° TT.AA. CUNEO – Cerimonia di chiusura del 8/9 ottobre UDINE – Ad Aquileia 133° delle Santuario della Madonna degli Al- TORINO – Festa della sezione per TT.AA. pini l’85° di fondazione. VALSESIA – Premio sezionale fe- IVREA – 53° convegno della frater- deltà alla montagna. nità alpina. 9 ottobre UDINE – 62° di Nikolajewka al ASTI – A Bruno d’Asti processione 15/16 ottobre Tempio di Cargnacco. alla cappella della Madonna della Mi- A LUCCA 36° CAMPIONATO DI TI- sericordia. RO A SEGNO CON CARABINA E 30 ottobre DOMODOSSOLA – Marcia degli scar- 22° CON PISTOLA. CASALE MONFERRATO – Giornata poncini. GENOVA – A Rapallo raduno sezionale. delle Penne Mozze. L’improvvisa morte del presidente della Sezione di Saluzzo Camillo Isasca è andato avanti na morte repentina ha U colto Camillo Isasca, presidente della Sezione Sa- sonalità: niente di particolare lo rendeva simpatico ed alla La Sezione, sotto il suo impulso, ha saputo mettersi in prima linea per correre in aiuto mano, ma proprio per questa di chi aveva bisogno, si è data da fare per luzzo. Aveva 71 anni. Era uno normalità era un uomo che si organizzare la raccolta di offerte destinate dei fondatori della Sezione, faceva amare e stimare. all’acquisto di un macchinario sanitario che aveva ricoperto anche la ca- Era generoso, schivo, riservato mancava all’ospedale, sul quale gravitano rica di consigliere nazionale e capace di grandi slanci. Nel tutte le vallate alpine: un’iniziativa che va negli anni Ottanta. ’76 fu tra i primi ad accorrere ricordata e che gli fa onore. È scontato parlare bene di in Friuli colpito dal terremoto; Alla moglie Consolata e alla figlia Maria Vit- un amico che va avanti, ma la sua stessa quotidianità era toria va tutta la nostra solidarietà alpina e questo assunto non vale per improntata all’aiuto verso gli diciamo loro: “Ricorderemo Camillo che ci Isasca. Egli è stato davvero altri, sentito come spontaneità ha insegnato che cosa sia la vera amicizia, un modello di vita, come pa- d’animo prima ancora che co- l’onestà di intenti, l’alpinità più salda e più dre di famiglia, come uomo e come alpino. me dovere. Lo ricordiamo presente in tante vera: questo ricordo serva a voi come leni- Chi, nella famiglia alpina, gli era più vicino occasioni, col fare di chi non desidera metter- mento del vostro dolore che è anche il no- dice che ci si sentiva attratti dalla sua per- si in mostra. stro”. (r.g.) 7 8 - 2005
La statua, pesante una tonnellata, fu portata dagli alpini Cinquant’anni fa a pezzi e montata sulla cima, a quota 4.170 sul Balmenhorn veniva posato il “Cristo delle vette” DI UMBERTO PELAZZA di tutte le guerre e a protezione di su mezzi militari il territorio valdo- coloro che affrontano i pericoli della stano, risalì la valle del Lys e, dopo naviganti avevano immerso un I montagna. Nato in una stalla come una sosta a Gressoney-Saint-Jean, Cristo benedicente nella salsedine Gesù di Nazaret, il Cristo delle Vette concluse il suo pellegrinaggio tra dei fondali marini: perché non in- fu modellato a sezioni e fuso nel due ali di folla commossa e plauden- nalzarlo anche nel biancore delle ne- bronzo di vecchi cannoni rottamati te a Gressoney-la-Trinité, ai piedi del vi alpine? Non un'ennesima vetta de- col metodo celliniano della cera per- Monte Rosa. dicata al Signore delle cime, ma la sa. Una sottoscrizione popolare, pa- La scelta della vetta era caduta dap- realizzazione di un grande sogno col- trocinata dalla Gazzetta del Popolo, prima sul Cervino, ma l'esile cresta, tivato dallo scultore torinese Alfredo assicurò la copertura finanziaria. oltre ai problemi di trasporto, non Bai, comandante di una formazione Nella notte del 28 luglio 1955, al chia- offriva garanzie di ancoraggio e sa- partigiana alpina durante la Resi- rore delle fiaccole, quindicimila per- rebbe stata meta del solo alpinismo stenza e trasformato in voto nel pe- sone, fra le quali i reduci del K2, ac- d'élite. L'attenzione si era allora spo- riodo della lotta armata: se fosse tor- compagnarono la statua, alta m. 3,60 stata ai 4.170 metri del Balmenhorn, nato a casa sano e salvo avrebbe e pesante una tonnellata, nel santua- una solida scogliera rocciosa affio- scolpito e fatto erigere ad alta quota rio torinese della Consolata, dove ri- rante dal ghiacciaio del Lys, non lon- una statua del Redentore dalle misu- mase esposta per tre giorni. Suddivi- tano dalla displuviale svizzera. In re eccezionali, a ricordo dei Caduti sa quindi in undici pezzi, raggiunse una capanna a poca distanza dalla 8 8 - 2005
Il Cristo delle Vette invia la sua benedizione a tutte le valli alpine. Nella foto sopra: un momento della celebrazione della S. Messa in vetta, dopo la posa della statua (a destra il capitano Costanzo Picco). vetta aveva bivaccato nel 1884 un Il 10 agosto 1955 ha inizio in modo in- coli – ci siamo presi vento e pioggia, giovane sacerdote alpinista diretto solito (le vie del Signore sono davve- il barcone scarrocciava e ci vedeva- al colle Zumstein: si chiamava Achil- ro infinite) l'avventura montana del mo a bagno da un momento all'al- le Ratti e nel 1922 sarebbe diventato Cristo delle Vette, con i suoi undici tro”. papa Pio XI. pezzi che da Gressoney (quota Allo sbarco i pezzi passano sulle A Gressoney il prezioso simulacro fu 1.637) raggiungono i 2.367 metri del spalle degli uomini, compresi i due preso in consegna da un reparto di lago-diga del Gabiet sul carrello a più pesanti (123 chili), ai quali però i quaranta penne nere, scremate alla cremagliera di una società idroelet- sei muli in attesa all'alpe di Gabiet Scuola di Aosta e alle cinque brigate trica. Sulla sponda gli alpini ferrovie- oppongono un deciso rifiuto scal- alpine, reduci da un duro allenamen- ri si trasformano in marinai d'acqua ciando e sgroppando, immemori e to di oltre due mesi tra Monte Bianco dolce, Picco è proclamato nocchie- degeneri discendenti di quel quieto e Cervino, cime comprese, imposto e ro-pro tempore e su una chiatta me- asinello che la domenica delle palme condotto dallo smalpino capitano tallica a fondo piatto, con quattro era entrato in Gerusalemme portan- Costanzo Picco, che tre anni prima traversate, i carichi vengono tra- do in groppa un Cristo in carne e os- aveva portato un' intera compagnia ghettati a oltre un chilometro sulla sa. Per rispetto all'illustre passegge- in armi sulla Gran Becca. Suo validis- riva opposta. ro gli alpini ricacciano in gola gli ine- simo coadiutore era il maresciallo “Non ci sentivamo affatto marinai – vitabili moccoli e sostituiscono i Attilio Bosio. ricorda l'allora ventunenne Dario Ni- cocciuti quadrupedi con barelle por- 9 8 - 2005
giunto intanto dal rifugio lo scultore Bai, che in vita sua non aveva mai superato i duemila metri: soffre di vertigini ma stringe i denti. Con la scelta delle piazzole per statua e pa- rafulmine si dà il via all'ultimo atto, scandito dai ritmici colpi di mazza (15 a testa: la quota non perdona). Per il primo miracolo il Salvatore non attende di essere rimontato: un geniere, caduto dal basamento, si ar- resta gambe all'aria e rannicchiato sulla schiena a un metro dal dirupo, rimanendo incolume: passata la strizza riprende il lavoro. Con movimenti al rallentatore si an- corano, si fissano, si saldano in suc- cessione gli ultimi pezzi. È un momento emozionante quando, con l'aiuto della "capra", il traliccio triangolare con carrucola, il capo chiomato del Redentore si posa dol- cemente sul busto e la statua prende Nella foto a sinistra: sul carrello a cremagliera la parte più preziosa della statua ascende al lago del Gabiet. In questa foto: spalleggiata da un artigliere alpino, la testa del Redentore procede lentamente verso la vetta. taferiti rinforzate da asticelle di fer- Il capitano Picco fa da apricordata. ro: ai primi nevai sono già state ap- prontate alcune "akie" (slitte metalli- che a barchetta). Il 4 agosto tutti i fardelli si trovano ammassati ai 3.647 metri del rifugio Gnifetti e dopo la necessaria sosta prende avvio la spola con la vetta, proprio nel momento in cui stanno discendendo verso il rifugio gli escursionisti, con meta la capanna Margherita, respinti dal maltempo. Ricorda ancora l'alpino Nicolì: “Era- vamo in undici, pestavamo neve molle, cominciò a nevicare e poco dopo ci arrivò addosso un vento del diavolo (che sia stato proprio lui, per legittima difesa? n.d.r.) e le bandieri- ne volavano. Ad aprire la strada c'e- ra la testa di Cristo, pesante oltre cinquanta chili, ma abbiamo voluto dividerci il privilegio spalleggiandola a turno: anch'io ho fatto il mio trat- to”. All'ultimo cireneo, l'ossolano Arioli, è riservata la prodezza finale sul ripido ponte di ghiaccio della cre- paccia terminale. Dieci giorni di fatiche improbe, 2.500 metri di dislivello, venti quintali di materiali depositati in vetta, dove è 10 8 - 2005
pellano degli alpini in Russia, che commemora l'alpino Mario Puchoz, caduto l'anno prima sul K2. Alto su di lui il gesto benedicente del Reden- tore, che pare voglia abbracciare tut- te le valli alpine. Esodo da gran finale nella cornice di sicurezza creata dal capitano Picco: gli dà manforte il festeggiato pren- dendosi particolare cura degli im- mancabili incoscienti che sciamano sul ghiacciaio slegati o con la corda arrotolata nello zaino. È passato mezzo secolo. Con l'immu- tato spirito che l'aveva accompagna- to sul Balmenhorn col Cristo delle Vette, all'apertura dell'anno cinquan- tenario, il generale Picco ha voluto far pervenire la documentazione fo- tografica di quelle giornate a Giovan- ni Paolo II: l'ultimo dei ricordi per un Papa dai frequenti soggiorni valdo- stani che, poco tempo prima della sua scomparsa, volgendo lo sguardo a quei monti lontani, aveva esclama- Come un bambino fra le braccia del padre, un geniere alpino procede all'ultima to sorridendo: "Se avessi vent'anni di giunzione. meno!". ● vita: lo scultore piange in silenzio dell'impresa, la vecia penna nera Ful- senza vergognarsene. Sceso a valle manifesterà la sua commozione: “So- vio Campiotti. Disagi cancellati dalla consapevolezza di partecipare ad un È stato un ritorno al come era- vamo il cinquantenario cele- brato a Gressoney la Trinité saba- no stati giorni di terribile fatica: non avvenimento eccezionale, nello sce- to 3 e domenica 4 settembre (ne riesco ancora a rendermi conto co- nario di uno degli anfiteatri più sug- scriveremo sul prossimo numero me gli alpini abbiano potuto traspor- gestivi dell'arco alpino. Benedice la de L’Alpino). Grande concorso di tare in così poco tempo e lottando statua mons. Carlo Chiavazza, cap- alpini e autorità, ma soprattutto contro il vento tutti quei carichi. Che Lo scultore Bai (a sinistra): il suo sogno grande commozione dei pochi ragazzi!”. si è realizzato. protagonisti di quell’epica impre- La sera del 12 agosto gli ultimi di lo- sa, primo fra tutti l’allora capita- ro, fradici di pioggia, rientrano a no, ora generale, Costanzo Picco. Gressoney, accolti con applausi e ab- Con il sapore di qualcosa che non bracci, mentre lassù un velo di neve tornerà più, ma alla quale è co- sta ammantando per la prima volta il munque indispensabile puntare Cristo delle Vette. Sarà invece limpi- ancora. Oggi gli alpini sono im- do e soleggiato il 4 settembre, giorno pegnati a difendere la pace per dell'inaugurazione, nel rispetto dell'i- tutte le genti auspicata da quel scrizione sul basamento: "O Reden- maestoso Cristo dalla vetta del tore Gesù, se qualcuno ti vuole, Balmenhorn. prenda come guida il sole e s'innalzi quassù". A innalzarsi è una processione di cordate che di buon mattino si sno- da dal rifugio Gnifetti, trasformato in bivacco notturno dall'andirivieni di quattrocento persone intrufolatesi in ogni dove: come Luigi Carrel, "il gatto del Cervino" e come tale raggo- mitolato sotto il tavolo, come il col. Vismara, comandante della Scuola Alpina, e i suoi allievi sergenti del picchetto d'onore rannicchiati nel corridoio, come il cronista ufficiale 11 8 - 2005
Sull’Ortigara, pensando già all’Adunata Centinaia di alpini, 35 vessilli, una selva di gagliardetti al pellegrinaggio sulla “montagna sacra” L’onore ai Caduti sull’Ortigara, ai piedi della Colonna Mozza. Accanto al Labaro il vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello, il vice presidente Giorgio Sonzogni e i consiglieri nazionali. Sotto: un momento della S. Messa e il cippo dei Caduti austro-ungarici con il Labaro, l’alfiere e la bandiera dell’Associazione dei Kaiserschützen della delegazione di Innsbruck. 12 8 - 2005
anno prossimo saremo di trasferiti o se, incurabili, portati al- “L’ nuovo qui, in migliaia, deci- ne, centinaia di migliaia, per ripercorre il pellegrinaggio dell’Orti- trove e abbandonati per lasciar po- sto ad altri, giudicati recuperabili. Ed ecco il costone opposto, oltre la gara e testimoniare che il nostro pa- strettoia della valle, dal quale una in- trimonio di identità, di onestà, di soli- tera compagnia di nostri allievi uffi- darietà e di amore verso gli altri vo- ciali si calò, ad uno ad uno, e uno do- gliamo che continui e che si perpetui, po l’altro precipitò colpito dai cec- per i nostri figli, per dare una speran- chini nel tentativo, finalmente riusci- za a un mondo che ci sembra dispe- to – ma quante giovani vite sacrifica- rato. Se riusciremo tutti a sentirci te! – di raggiungere una cengia sulla parte di un Paese, fieri di esserlo, tra- quale piazzare una mitragliatrice ca- manderemo l’impronta che ha fatto pace di battere le postazioni avversa- grande l’Italia, alla quale guardare rie. con ammirazione e rispetto”. Laggiù, a sinistra, oltre il cippo dedi- Il vice presidente nazionale vicario cato ai Caduti austro-ungarici, la Val- Vittorio Brunello ha concluso così il sugana: è da lì che salì sull’Ortigara suo intervento ufficiale alla spianata anche il nonno del vostro cronista, al del Lozze, ai piedi dell’Ortigara, a quale – fra assalti e contrassalti – ri- conclusione di un pellegrinaggio che fecero otto volte la compagnia in un aveva in più il sapore della vigilia: l’a- sol giorno. Caro nonno Bepi, eroico dunata nazionale dell’anno prossi- invalido della Grande Guerra, che a mo. ottant’anni ti svegliavi nella notte gri- Per questo è stato un pellegrinaggio dando, pensando di andare ancora speciale, se può essere usato questo all’attacco, tuo nipote è andato alla termine per l’Ortigara, che costitui- colonna mozza anche per te. sce un assoluto nella scala dei valori Lasciata la cima, superate le ripide alpini. È una montagna sacra, in cui il rocce e la barriera di mughi dalle ricordo dei giorni terribili vissuti bacche odorose di resina – è il mo- quasi novant’anni fa da decine di mi- mento della raccolta, per farne infusi gliaia di soldati è ancora incombente salutari – che copre la pietraia deva- e visibile. stata, si ritrova il sentiero che ser- Lo si comprende dallo stesso paesag- peggiando porta in vista della Ma- gio, percorrendo la mulattiera che donnina del Lozze. L’altipiano è alle porta all’altopiano, passando prima nostre spalle, ma chissà perché lo su distese di pascoli e malghe, poi – sentiamo ancora incombente, come sempre più accidentata – fino alle pri- se volesse trattenerci, quasi avessi- me rocce. E continuando in un pae- mo dimenticato qualcosa lassù, fra saggio carsico che sembra abbando- quei sassi che furono insanguinati da nato dalla natura, disseminato di bu- tanti soldati, da tanti nemici divenuti che e avvallamenti, ruderi di posta- fratelli nella morte. zioni austriache, devastazioni del ter- Già si vede tra i rami dei pini la co- reno sul quale non cresce neanche lonna sulla quale la Madonnina del- un filo d’erba, tanto fu bruciato e l’Ortigara veglia su tante vite spezza- sconvolto dalle granate. Fino alla Co- te, in poco tempo si supera il crinale lonna Mozza, un drammatico monito e ai arriva alla chiesetta del Lozze, alla pace, un monumento a tante vite dove è tutto pronto per la celebrazio- spezzate. ne della Messa: c’è un picchetto d’o- Guardando dalle trincee incise nella nore degli alpini con il vice coman- roccia, trincee difese, perse, ricon- dante gen. Carlo Frigo, ci sono il vice quistate, ancora perse, o dalle fine- presidente vicario Brunello, il presi- stre scavate sulla parete della monta- dente della sezione di Asiago Massi- gna, lungo un camminamento di mo Bonomo che lavora da un anno Dall’alto in basso: La resa degli onori ai strette gallerie, viene quasi impossi- per preparare la prossima adunata, Caduti austro-ungarici: il maggiore Hel- bile pensare che decine di migliaia di ci sono tanti presidenti di sezione, 35 muth Berchtold, con il nostro vice presi- giovani abbiano potuto fronteggiarsi vessilli, centinaia di gagliardetti. Pio- dente vicario Vittorio Brunello e il presi- così tenacemente perché il senso del ve a dirotto, cade anche la grandine, dente della sezione di Asiago Massimo dovere imponeva loro di obbedire. ma la cerimonia va avanti come se Bonomo. Così, ecco sul fronte austriaco la nulla fosse. Ci vuole altro! La monta- Uno scorcio della spianata del Lozze, piazzola che fungeva da poligono per gna è coperta da nuvole scure. È ri- accanto alla cappella dei Caduti. la fucilazione dei disertori, e più tornata nel silenzio. L’Ortigara è tor- avanti quella sulla quale vivevano at- nato ai suoi Caduti. Che non saranno Gli onori ai Caduti. La cerimonia è stata timi atroci i feriti, in attesa di cono- mai soli: saranno sempre dappertut- accompagnata dalla pioggia battente. scere la propria sorte: se medicati e to, dove siamo noi. ● La Madonnina del Lozze. 13 8 - 2005
Con i fondi ricavati dalla vendita del libro “In punta di Vibram”, antologia di racconti degli allievi della SMALP Echi dell’Adunata Aperto al Centro Don Gnocchi di Parma un sistema di informazione interattiva di solidarietà che ha voluto rinsal- dare l’affettuoso legame che unisce gli alpini alla Fondazione Don Gnocchi, nella riconoscente memo- ria del venerabile cappellano don Carlo Gnocchi. All’inaugurazione hanno presenzia- to tra gli altri, il sindaco di Parma Elvio Ubaldi, il presidente dell’As- sociazione Nazionale Alpini Corra- do Perona, il presidente della Fon- dazione Don Gnocchi monsignor Angelo Bazzari, il presidente della sezione ANA di Parma, Maurizio Astorri il responsabile del coordi- namento gestionale della struttura parmense della Fondazione Don Al centro il sindaco Ubaldi con il presidente Perona. Fra loro, in secondo piano, mon- Gnocchi Sergio Zattra e i compo- signor Bazzari e, semicoperto, il presidente della sezione di Parma, Astorri. nenti del Comitato di redazione ell’ambito delle manifestazio- Centro. Il Sistema di Informazione dell’iniziativa “In punta di Vibram”, N ni collegate alla 78a Adunata nazionale degli alpini, è stato inaugurato lo scorso 13 maggio, al Interattiva è stato finanziato con il ricavato della vendita del libro “In punta di Vibram”, antologia di rac- coordinata da Paolo Zanzi e diretta dallo scrittore Filippo Rissotto, che ha curato la parte letteraria del li- bro. Quest’ultimo, non potendo es- Centro “S. Maria ai Servi” Fondazio- conti ed immagini sulla Scuola Mili- ne Don Gnocchi di Parma, il “Siste- tare Alpina di Aosta (SMALP)”, edi- sere presente, è intervenuto in col- ma di informazione interattiva”, tore Arterigere di Varese, giunto at- legamento telefonico da Genova. una strumentazione multimediale tualmente alla seconda edizione e A perenne memoria dell’evento è per l’informazione che verrà utiliz- del quale L’Alpino ha scritto nei nu- stata posta una targa dedicata agli zata come supporto terapeutico meri di novembre 2004 e di aprile allievi della SMALP che hanno con- delle persone disabili ospiti del 2005. La donazione è stata un gesto tribuito alla realizzazione e alla di- vulgazione dell’antologia. Il successo di “In punta di Vibram” è stato tale che non solo ha per- messo di raggiungere l’obiettivo di realizzare il “Sistema di Informazio- ne Interattiva” alla Fondazione Don Gnocchi di Parma, ma ha convinto i membri del Comitato editoriale a proseguire l’impegno, trasforman- do il singolo “episodio” in una col- lana, che vede come secondo pas- so la ristampa del romanzo “La Cin- que” (256 pagine, inserto di foto- grafie a colori, prefazioni di Corra- do Perona e Bruno Pizzul, editore Arterigere), scritto da Filippo Ris- sotto. Con questa pubblicazione il comitato editoriale “In punta di Vi- bram”, presieduto da Paolo Zanzi, Lo striscione alla sfilata di domenica, che ricorda don Gnocchi e la solidarietà alpina. punta nuovamente a conseguire gli 14 8 - 2005
obiettivi perseguiti fin dall’inizio e raggiunti grazie anche alla preziosa collaborazione del partner unico A piedi per 300 chilometri Echi dell’Adunata Vibram Spa: affermare la validità dell’esperienza fra gli alpini e so- stenere altre iniziative della Fonda- per partecipare all’Adunata zione Don Gnocchi. Ricordiamo che Il Centro “S. Maria ai Servi” di Parma si trova all’inter- no del cinquecentesco convento dei Servi di Maria, adibito nell’800 a caserma e poi a infermeria milita- re. Dopo la seconda guerra mondia- le fu trasformato in centro di riedu- cazione per minori mutilati a cura dell’assistenza post-bellica, con successivo affidamento alla “Pro infanzia mutilata” di don Carlo Gnocchi. Dalla metà degli anni ’70 il Centro ha subito una profonda trasforma- zione: ai mutilatini e ai poliomieliti- I sette alpini ritratti con il presidente Perona e il direttore de “L’Alpino” gen. Di ci sono subentrati pazienti di tutte Dato. Hanno il logo ufficiale del trekking e lo striscione delle paraolimpiadi di le età portatori di diverse disabi- Torino 2006, manifestazione per la quale lavoreranno come volontari. lità, diventando un moderno Cen- ono partiti in sette dalla sede del gruppo) e a Solero dove nel tro di riabilitazione neuromotoria e cardiologica. ● S del gruppo di Alpignano (To- rino) salutati dal sindaco Gianluca Pinzi per raggiungere a 1994 Miraglio e Bruno avevano prestato soccorso come volontari durante l’alluvione. Le tappe suc- piedi Parma per l’Adunata nazio- cessive hanno toccato l’Oltrepo Un grazie all’Azienda nale. Sono: Francesco Bruno, Gio- pavese con sosta a Tortona, Stra- vanni e Michele Cordero, Bruno della e Piacenza. All’arrivo al pe- dei trasporti pubblici Miraglio, Pier Rocco Olivero, Lui- nultimo posto tappa a Soragna gi Mobilia e Sergio Bello. c’erano ad attenderli il sindaco Caro direttore, è tramite la rivista L’Alpino che La prima tappa prevedeva l’attra- del paese e il principe Meli Lupi. vorremmo ringraziare i dipen- versamento di Torino e l’arrivo a Il 13 maggio, dopo 8 giorni e qua- denti dell’Azienda dei Trasporti Chieri, dove con le autorità locali si 300 chilometri percorsi, i sette Pubblici di Parma. Al termine hanno deposto una corona al mo- alpini sono arrivati a Parma nella della sfilata con dodici alpini del numento ai Caduti. Il giorno se- sede dell’auditorio Cavagnari, nostro gruppo ci siamo ritrovati, guente il percorso si snodava tra dove hanno incontrato il presi- all’estrema periferia della città, le verdi colline dell’astigiano con dente nazionale dell’ANA Corra- praticamente nella posizione tappa a Vigliano d’Asti, Masio, do Perona e il direttore de L’Alpi- opposta rispetto al parcheggio Quattordio (con sosta nella sede no Cesare Di Dato. del nostro pullman. Chieste Como informazioni ad un funzionario Aosta Varese dell’azienda dei trasporti che Valle d'Aosta Bergamo stazionava ad una fermata que- Milano sti, dopo alcune consultazioni Novara V via radio, probabilmente con un Vercelli Lombardia Brescia centro di coordinamento, con Torino Pavia Stradella Cremona nostro grande stupore ci mette- Alpignano M va a disposizione esclusivamen- Chieri nd ria essa Quattordio te per noi un intero autobus che Asti Al Piacenza Solero Soragna Vigliano Tortona con la massima celerità ci por- Masio Parma tava davanti al nostro pullman. Piemonte Amici di Parma siete stati vera- Reggio mente grandi. Cuneo Genova Gruppo alpini Savona Emilia-Rom Alta Valfontanabuona Liguria Genova 15 8 - 2005
Trabiccoli, battaglia persa (per ora) Echi dell’Adunata DI CESARE DI DATO delinquenti” (con licenza di uccidere l’adunata?), “Sono olutamente ho aspettato V infiltrati” (da chi e per quali alcuni mesi prima di trar- fini?). Posso essere d’accor- re gli insegnamenti dalla do che si tratti di persone im- campagna – purtroppo fallita mature e frustrate che in – contro i trabiccoli e contro quei due giorni scaricano in alpini indegni che il sabato, e un ambiente di per sé ordina- ormai anche il venerdì, insoz- to e allegro il loro disagio psi- zano con la loro presenza la chico per il gusto di rovinare nostra adunata. Ho voluto tutto. Ma anche questa tesi aspettare che si manifestasse non regge se si considera la reazione dei lettori e che si che in nessuna delle adunate placasse la loro indignazione delle altre associazioni d’Ar- che è anche la mia. ma avviene un fenomeno del Devo lealmente riconoscere genere; anzi, neppure in nes- che la campagna che ho con- suna delle riunioni alpine di dotto contro questi indeside- gruppo, di sezione e di rag- rati ospiti dalle pagine della gruppamento. rivista fin dall’autunno scor- È da qualunquisti scrollare le so, secondo quando indicato spalle e scuotere la testa. Oc- dalla Sede nazionale, non ha corre agire, lo sto dicendo da sortito l’effetto desiderato. anni; presidenti di sezione e Lealmente, ho detto, al con- più ancora capigruppo, de- trario dei miei avversari che vono vigilare perché la cosa leali non sono. Malgrado le non si verifichi. larghe assicurazioni di inter- Se si tratta di iscritti non pos- vento date al presidente Perona il loro cervello in queste due gior- sono sfuggire alla loro attenzione: dalle autorità preposte all’ordine nate di baccanali senza freni non è un trabiccolo non lo si può nascon- pubblico a Parma, le forze dell’ordi- dato di sapere. Così come non è da- dere durante la lavorazione e la cu- ne hanno finito con il lasciar corre- to di sapere perché giovani che per stodia; se si tratta di non iscritti, re chiudendo entrambi gli occhi di il resto dell’anno bevono al più una poichè occupano comunque uno fronte a palesi infrazioni alle regole birra o una coca, si sentano in do- spazio nell’universo che ci circon- della circolazione stradale e del vi- vere di ingurgitare litri di alcoolici da, anch’essi non possono passare vere civile. Unanime è stata la ri- riducendosi a pietose parodie di inosservati a chi sa vedere. Dun- provazione dei tanti lettori (un cen- uomo buttati a terra come sacchi que stringendo la vigilanza si pos- tinaio le lettere giunte in redazio- di spazzatura. sono ottenere risultati apprezzabi- ne) che hanno stigmatizzato il com- Facendo scrivere a chi ha interesse li; non dico l’eliminazione ma una portamento dei trabiccolari e dei a denigrarci, su giornali anche stra- forte riduzione questo sì. violenti rendendosi evidentemente nieri, che l’adunata è l’occasione Parma, da questo punto di vista, interpreti del disagio dei più. per organizzare un’orgia dove il segna un punto in negativo; speria- Mi chiedo quale sia la molla che profumo sovrano è quello delle ori- mo che Asiago, più difficile da rag- spinge un mezzo migliaio di alpini, ne sparse generosamente, del vo- giungere – come lo fu Catania del non importa se iscritti o non, a mito e degli scarichi dei trabiccoli; resto – rimanga immune da questo inforcare improbabili mezzi auto- dimenticando del tutto che noi al- tristo fenomeno anche perché cal- propulsi, possibilmente fuori nor- pini non siamo quei pochi irrespon- cheremo una “zolla di storia pa- ma, sicuramente audiolesivi, certa- sabili ma i 13.500 della Protezione tria”, per dirla con un mio lettore, mente frutto di un’immaginazione Civile, i 30.000 della solidarietà sen- carica del sangue e degli eroismi di deviata e con quelli entrare di pre- za riscontri, i 300.000 (meno cin- decine di migliaia di Caduti, non so- potenza nella nostra “due giorni” quecento ovviamente) che difen- lo alpini, non solo italiani. che precede la sfilata della domeni- dono i valori della Patria. Occorre- Sarebbe un sacrilegio; pensateci, ca. Non dubito che si tratti di buoni rebbe uno psicologo delle masse trabiccolari e alcoolisti occasiona- padri di famiglia, di giovani rispet- per dirimere il mio dubbio: troppo li: ogni vostra intemperanza non in- tosi dell’altrui persona, di alpini se- facile cavarsela, come molti fanno, sulta noi vivi, insulta i nostri Cadu- ri e corretti negli altri 363 giorni dicendo: “Di sicuro non sono alpi- ti. Che non vanno neppure sfiorati dell’anno. Cosa metta a soqquadro ni” (e chi lo ha detto?), “Sono solo dalle vostre puerili esibizioni. ● 16 8 - 2005
Al Colle di Nava, nel ricordo della Cuneense L’onore ai Caduti: il capitano Deregibus, il vicepresidente nazionale Nichele e il sindaco di Pornassio. artiti dall’Italia 16.500 uomini, P 13.470 Caduti e dispersi, 2.144 feriti e congelati. Questi numeri, non hanno bisogno di commenti e spiegano l’aggettivo “Martire” che Il momento dell’alzabandiera. viene associato alla Divisione Alpina Cuneense sul Fronte Russo. zione di Imperia Gianfranco Marini e Come ogni anno, grazie all’organizza- del vice presidente nazionale Gian zione della Sezione di Imperia, gli al- Paolo Nichele) ma ancor più per pini si sono ritrovati sul Colle di Na- guardare negli occhi quei pochi testi- va per coltivare la memoria del sa- moni viventi di quella tragedia e con- crificio, del dovere e del valore. Si so- dividerne in silenzio le emozioni e i no stretti attorno al luogo ove ripo- ricordi. Come ogni altra manifesta- sano i resti del gen. Emilio Battisti, zione alpina anche a Nava si è ripe- comandante della Divisione, per ren- tuto il miracolo di una partecipazio- dere omaggio, a lui ed alle migliaia di Il vessillo di Imperia scortato dal vice- ne collettiva ed intima nello stesso uomini semplici e perbene che han- presidente vicario Massimino Filippi. tempo. no compiuto il loro dovere di soldati La cerimonia della domenica è stata con dignità e umanità e che spesso done l’obbligo morale e istituziona- preceduta dalla 7ª edizione del Can- sono stati ripagati dalla Patria con il le, non hanno fatto nulla per affron- tamontagna, nel corso della quale è più assordante dei silenzi. tare il problema ed hanno lasciato stato festeggiato il 10° anniversario Perché parlare di Cuneense significa- che i nostri soldati fossero fatti mori- della costituzione del coro ANA di va inevitabilmente affrontare il capi- re a migliaia … Imperia “Monte Saccarello”. tolo tragico e mai risolto della prigio- Se non fosse stato per gli alpini e per Le voci del coro e quella di Sandro nia in Russia dei nostri tanti alpini e i reduci di quella tragica campagna Palmieri, che ha recitato poesie e pa- soldati. E parlare di prigionia signifi- oggi il ricordo di quel sacrificio sa- gine di letteratura e di semplici ricor- cava inevitabilmente fare i conti con rebbe stato allegramente cancellato di, hanno dato corpo ad uno spetta- le responsabilità di quanti, pur aven- e quei ragazzi sfortunati sarebbero colo di particolare intensità che ha stati uccisi per la seconda volta. raccontato la vita semplice e al con- Ma gli alpini non hanno paura … e tempo simbolica di un alpino di Im- senza clamori, ma con la tipica ca- peria: “Nestù” (al secolo Giuseppe Er- parbietà della gente di montagna, nesto Garibaldi di Porto Maurizio), hanno continuato e continuano a reduce dell’Ortigara e della prigionia coltivare la memoria … in Austria e socio fondatore, nel 1929, Ed ecco che una vera folla si è ritro- della Sezione ANA di Imperia. vata nel profumo di lavanda del Col- Il Coro Monte Saccarello ci ha assi- le di Nava in una assolata giornata di curato che lo spettacolo verrà porta- luglio, per ascoltare la S. Messa, i di- to in altre piazze. Se vi capiterà l’oc- scorsi ufficiali (del sindaco di Por- casione non fatevelo scappare: vi Un gruppo di reduci. (foto CA.MA) nassio, del vice presidente della Se- toccherà il cuore. (C.L.) 17 8 - 2005
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