Warhammer 40.000 Mechanicus arriva su Xbox One, Ps4 e Switch
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Warhammer 40.000 Mechanicus arriva su Xbox One, Ps4 e Switch Warhammer 40.000 Mechanicus è finalmente arrivato su Xbox One, PlayStation 4 e Switch dopo 2 anni rispetto alla sua controparte per PC. Il titolo include i contenuti della Omnissiah Edition e il DLC Heretek che introduce nuove discipline e battaglie. Accostato spesso a X-COM, in realtà, Mechanicus assomiglia al gioco di Mythos e Firaxis Games in quanto strategico a turni più leggero. Paragonare il titolo di Bulwark Studios a uno dei capostipiti del genere porta inevitabilmente aspettative che rischiano di mettere in secondo piano gli spunti originali portati dal team di sviluppo. E’ bene quindi sapere che in questo titolo bisogna fare a meno di una parte gestionale approfondita, di coperture, nebbia di guerra, percentuali di successo. Invece sarà possibile godere di un’ampia personalizzazione delle
truppe e un rinnovato sistema di azione che se sapientemente sfruttato permette di estendere i turni di gioco. Ma andiamo a scoprire di più: gli appassionati di Warhammer sanno bene quanto i videogiochi su licenza Games Workshop non abbiano sempre goduto dei migliori trattamenti, come dimostra la qualità spesso altalenante di alcune delle trasposizioni ludiche. Per fortuna Warhammer 40,000 Mechanicus si colloca nella lista dei titoli meritevoli, grazie anche al rispetto che riversa nel trattare da un lato le armate dell’Imperium formate dagli Adeptus Mechanicus e dall’altra le armate Xeno dei Necrons. L’Adeptus Mechanicus ha sempre affascinato per la sua storia e per i principi che lo guidano, un concentrato unico di fede e scienza che si esplicita nel venerare il Dio Macchina e nella ricerca di conoscenza, manifestazione del divino. La carne è fallace, ma la perfezione della macchina è superiore a qualsiasi evoluzione biologica. Quando gli eventi però conducono al risveglio dei Necron dalle loro tombe, la ricerca della conoscenza e lo studio delle forme viventi diventa un cammino impervio fatto di scelte guidate da diverse interpretazioni delle sedici leggi universali alle quali Magi e Tech-Priest fanno riferimento. Bruciare ogni segno del passaggio Necron è in linea con la decima legge universale “Il meccanismo alieno è una perversione dal vero percorso”, ma studiare le tecnologie aliene, registrarle e analizzarle non forse è ciò che porta alla comprensione della realtà? L’influenza di Ben Counter, scrittore ben noto agli appassionati della Black Library, contribuisce a dar vita a una storia intensa e ricca di particolari in cui i nostri si opporranno ai Necros, terribili robot autorigeneranti che si rifanno alle tradizioni egizie. In seguito alla ricezione di un segnale dal pianeta Silva Umbris, i nostri decidono di lanciarsi in una missione di ricognizione che si rivela disastrosa, dato che il capo dei Necros in persona si farà vivo per sgominare i nostri futuristici preti. Inizierà così la lunga campagna di Warhammer 40.000Mechanicus in cui i protagonisti, ognuno con un preciso scopo personale, tenteranno di spingere il giocatore ad affrontare le missioni
secondo un particolare stile, facendo così evolvere la storia in una direzione piuttosto che in un’altra e favorendo la rigiocabilità di uno strategico in cui saranno richieste pazienza, tattica e molta programmazione. Come dicevamo all’inizio, Warhammer 40,000: Mechanicus, tenta di emulare il successo di prodotti come XCOM: Enemy Unknown, si presenta come uno strategico in cui fasi di movimento e di scelta di opzioni testuali si alternano a combattimenti tattici in cui spostare le proprie pedine su una scacchiera virtuale per eliminare nugoli di robot. L’influenza di uno scrittore come Counter si nota già dalle prime fasi di gioco, durante le quali verranno presentati gli eroi che si potranno schierare in battaglia sfruttando una lunga serie di dialoghi, sfortunatamente solo in inglese, che permettono di calarsi fin da subito nello stile dark fantasy di Warhammer 40,000. Faustinius, Videx e Scaevola sono nomi che, per quanto strani, si arriverà a conoscere a menadito, dato che saranno anche i preti che si potranno utilizzare nelle numerose battaglie. Andiamo con ordine, però, dato che prima di poter mettere mano alle armi i giocatori saranno chiamati ad affrontare alcune scelte difficili: esplorando varie stanze, infatti, si potrà incappare in eventi in cui scegliere una tra alcune opzioni testuali che porteranno a conseguenze più o meno positive. Questa possibilità, oltre ad aumentare notevolmente il coinvolgimento del giocatore nella trama, avrà il pregio di rendere più frammentate e meno pesanti le lunghe sezioni di combattimento, oltre a fornire una finestra sempre più ampia sul carattere dei nostri cyborg religiosi che porterà inevitabilmente a patteggiare per uno o per l’altro personaggio, proprio come in un buon libro. Non tutte le esplorazioni vanno però lisce: quando i Necros fanno la loro comparsa, gli Adeptus Mechanicus sono obbligati a estrarre una serie di armi futuristiche e combattere in prima linea oppure
inviare i Servitors, picchiatori nudi e crudi, e gli Skitarii, truppe più esperte e versatili, a fare piazza pulita dei nemici. Warhammer 40.000 Mechanicus offre un sistema di combattimento tattico che riporta alla mente i giochi da tavolo, in cui sarà necessario scegliere come schierare e soprattutto spostare su una scacchiera le proprie truppe per evitare di esporsi ma nel contempo riuscire ad attaccare i nemici. I tecno-preti saranno le legioni più forti, nonché quelle che una volta sconfitte causeranno il game over. Gli altri soldati saranno invece poco più che carne da macello, perfetti per fare da scudo o per essere inviati in avanscoperta. La vera novità rispetto a tanti altri titoli tattici di stampo classico è rappresentata dalla possibilità di ottenere punti Cognizione da nemici e strutture; questi garantiranno azioni aggiuntive e perfino la possibilità di sfruttare devastanti armi speciali, introducendo un ulteriore elemento tattico che spingerà a ulteriori pianificazioni delle proprie mosse. Raccogliendo poi le monete del gioco, le Blackstone, sarà possibile potenziare le proprie truppe con devastanti abilità e sbloccarne di nuove. Le possibilità offerte da Warhammer 40.000 Mechanicus, soprattutto se si ama passare ore a personalizzare i personaggi, sono pressoché infinite, dato che non ci saranno limitazioni di alcun genere a frenare la creatività dei giocatori. Uno degli aspetti migliori di questo titolo è senza ombra di dubbio l’ambientazione. Il design accattivante dei robot si accompagna a quello di boss cattivi, enormi e dotati di una loro personalità unica e persino di un doppiaggio dedicato. Sfortunatamente la mancata localizzazione in italiano di Warhammer 40,000 Mechanicus toglie immediatezza alla narrazione, tanto che molto spesso ci si ritroverà quasi costretti a saltare una mole corposa di testo in lingua anglosassone, perdendo però così inevitabilmente alcuni
dettagli. A livello grafico, il gioco fa un ampio uso del verde fluorescente, associato principalmente ai Necron, e più in generale di una serie di colori al neon che contrastano con fondali scuri, scelta che contribuisce a calare i giocatori in un’atmosfera cupa e cibernetica. La splendida realizzazione dei modelli dei personaggi principali e dei nemici mostrata nei dialoghi cozza però con una grafica obsoleta che presta il fianco a critiche soprattutto durante le sezioni di combattimento, in cui il gioco non brillerà mai né a livello di character design né per quanto riguarda gli effetti speciali, spesso ridotti all’osso. La colonna sonora di Warhammer 40,000 Mechanicus è un altro elemento che non si farà ricordare per qualità e innovazione. A eccezione delle voci di alcuni personaggi e di qualche traccia coinvolgente, la maggior parte delle volte la musica accompagnerà in maniera piuttosto poco enfatica gli scontri e le esplorazioni. Più che ottima invece la rigiocabilità di un titolo che risulta tutt’altro che breve già limitandosi ad affrontare una prima volta la campagna, ma che offrirà numerosi percorsi da intraprendere e soprattutto svariate opzioni per personalizzare e rendere più semplice o complicata l’avventura. Tirando le somme, Warhammer 40.000 Mechanicus non sarà certo uno degli strategici con il gameplay più rifinito e ricercato e non sarà nemmeno una perla di tecnica, ma riesce davvero a conquistare con la sua atmosfera incredibile. Bastano poche missioni per appassionarsi alla trama e agli intrecci narrativi, con tutto l’impianto di gioco che, non farà miracoli, ma riesce a regalare un buon gameplay e a divertire. Consigliato per chi è alla ricerca di un buon videogame strategico dalle tinte cupe, con l’unico scoglio che potrebbe essere la mancanza della lingua italiana. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8
Sonoro: 7 Gameplay: 8,5 Longevità: 8,5 VOTO FINALE: 8 Francesco Pellegrino Lise “Ci vediamo a via Veneto”:
una chiacchierata a 360 gradi con Michela Califano Michela Califano Consigliere Regionale del Lazio per il partito Democratico ospite di Chiara Rai per la puntata di sabato 8 agosto di “Ci vediamo a via Veneto”. Un’intervista all’esterno dell’Harry’s Bar, lo storico locale della “Dolce Vita”. “La ‘me’ nascosta, quella di cui difficilmente riesco a parlare. – Ha detto Michela Califano riguardo l’intervista – I miei primi passi in politica, i miei ‘mentori’, i momenti bui e difficili che mi hanno reso la Michela che tutti conoscete. Ma anche le gioie e le soddisfazioni. Un bellissimo momento trascorso insieme alla bravissima Chiara Rai che ringrazio davvero di cuore per la piacevolissima chiacchierata. Un bel ritratto della Michela che non sempre faccio emergere”.
34 esimo Rapporto sul Commercio Estero: l’Italia nell’economia internazionale Nel 2019 l’export italiano ha registrato una crescita del 2,3% e la bilancia commerciale un saldo positivo di 53 miliardi di euro. Nel 2020 le esportazioni italiane subiranno una brusca frenata e chiuderanno l’anno in flessione del 12%, a prezzi
costanti, per poi crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022, anno su anno. È quanto emerge dalla XXXIV edizione del Rapporto sul commercio estero L’Italia nell’economia internazionale realizzato dall’Agenzia ICE in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano. La ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti Asia, Cina in testa. Lo studio è stato illustrato presso la sede dell’ICE, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio; del Sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Manlio Di Stefano; del Presidente di Istat Gian Carlo Blangiardo e del Presidente dell’ICE, Carlo Ferro. L’evento, aperto dal Ministro Di Maio, ha permesso di approfondire le linee direttrici del rilancio economico del nostro Paese a seguito degli effetti della pandemia ponendo particolare attenzione ai settori dell’innovazione, e- commerce, finanza al servizio dell’economia reale, sostegno all’internazionalizzazione. “Sappiamo quanto l’economia italiana abbia sofferto in questi mesi” -ha affermato il Sottosegretario- “ecco perché durante la crisi Covid abbiamo lavorato incessantemente guardando alla ripresa economica, fino ad arrivare alla firma dell’ormai celebre Patto per l’Export, lo scorso 8 giugno.”
Il Presidente dell’CE, Carlo Ferro, col ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, foto ICE Il Sottosegretario Di Stefano si è inoltre soffermato sulla recente acquisizione da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale delle competenze in materia di commercio internazionale, che rendono la Farnesina un interlocutore chiave nel sostegno al processo di internazionalizzazione delle imprese, anche grazie alla sua estesa Rete estera, composta da oltre 300 Sedi tra Ambasciate, Consolati, Rappresentanze Permanenti e Istituti Italiani di Cultura, alla quale si aggiungono i 78 Uffici di ICE Agenzia e
i 12 Uffici del Gruppo CDP-SACE-SIMEST. “Grazie a tale riforma”, ha evidenziato Di Stefano “dal gennaio scorso le aziende italiane trovano nella Farnesina un interlocutore unico per le loro esigenze di tutela e promozione all’estero, cui si affianca innanzitutto il supporto offerto da ICE Agenzia quale braccio operativo delle politiche di promozione commerciale”. In conclusione del suo intervento, il Sottosegretario Di Stefano ha sottolineato in particolare l’impegno del Patto per l’Export per fornire alle imprese italiane gli strumenti digitali a sostegno dell’export, quali i dirigenti temporanei per l’export o la messa in opera di una nuova piattaforma online dedicata agli strumenti per le imprese che costituirà un “punto unico d’accesso” in cui le aziende potranno informarsi e approfondire le numerose opportunità messe a disposizione dalle Istituzioni italiane, ad ogni livello. Il 2019 “Idati consuntivi confermano che nel 2019 l’export italiano godeva di un ottimo stato di salute. Aveva terminato l’anno con una crescita del 2,3% attestandosi a 476 miliardi di euro e mantenuto la quota di mercato sul commercio mondiale stabile al 2,84%. Un risultato importante perché ottenuto in un periodo turbolento sui mercati mondiali, particolarmente per i Paesi europei, stretti nella disputa commerciale USA-Cina, pressati dai dazi americani su molti beni esportati dall’Europa e confusi nell’incertezza su tempi e termini della Brexit” – afferma Carlo Ferro, Presidente dell ICE. La crescita ha riguardato, in particolare, il
settore farmaceutico (+25,6%), le bevande (+ 6,8%), i prodotti del sistema moda (+ 6,2%), la metallurgia (+5,3%). Le vendite all’estero di macchine e apparecchi meccanici non sono cresciute (-0.5%) ma il settore continua a contribuire con oltre 50 miliardi di euro alla formazione dell’avanzo commerciale e “paga” la bolletta energetica italiana (-42 miliardi di euro). Dal punto di vista dei mercati, inoltre, la crescita ha riguardato principalmente il Giappone (+19,7%) anche grazie all’accordo di libero scambio con l’Unione Europea in vigore da febbraio 2019 e la Svizzera (+16,6%), hub di smistamento internazionale. Anche verso gli Stati Uniti l’export italiano è cresciuto (+7,5%), nonostante i dazi imposti a fine 2019 su alcune categorie di merci, per le quali ICE ha reso immediatamente disponibile un piano straordinario di supporto. Tra le Regioni italiane, la crescita più sostenuta si è avuta per Toscana (+15,6%) e Lazio (+15,3%); subito dopo vengono Molise (+11,7%) Puglia (+9,1%) e Campania (+8,1%). Mentre Germania (12.2% sull’export totale italiano), Francia (10.5%) e Stati Uniti (9.6%) sono rimasti i primi tre mercati di sbocco. Macchinari (17.2%), moda (11,9%) e la filiera agro-alimentare (9,1%) i tre settori che contribuiscono maggiormente al nostro export. E Lombardia (27%), Emilia-Romagna (14.1%) e Veneto (13.7%) sono le tre regioni che esportano di più. Il 2020 “Anche i primi due mesi del 2020 sono stati positivi per l’export: +4.7% tendenziale, nonostante a febbraio fosse già evidente il rallentamento dei flussi con la Cina. Istat ha recentemente pubblicato le rilevazioni del periodo gennaio–maggio 2020 che vedono l’export in caduta tendenziale del 16%, sintomo evidente della pandemia globale, da una parte. Dall’altra l’andamento congiunturale segna una crescita
del 35% da aprile a maggio: primo segno di ripresa delle attività” – continua Ferro. Ad aprile ICE stimava, su dati Prometeia, una flessione dell’export italiano di beni – a prezzi costanti e nell’ipotesi di stabilità della quota di mercato per paese di destinazione – nell’ordine del 12% quest’anno, per poi crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022, anno su anno. In questo quadro, l’export del nostro Paese tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2022. Il Covid-19 segna infatti una brusca frenata facendo “perdere” tre anni al percorso di crescita dell’export italiano, che era in marcia dal 2010. Istat ha previsto per il 2020 un calo del 13,9%, per beni e servizi e la Commissione europea, sempre per beni e servizi, stima una flessione del 13%. D’altra parte, la difficoltà di previsione in questo scenario è evidente nell’ampiezza della forchetta con cui il WTO stima la caduta degli scambi internazionali: un range che va dal 12% al 35%. La ripresa nel 2021: reazione e visione Secondo lo studio ICE-Prometeia, la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli Emergenti Asia (+10,3% e +8,2% per l’import di manufatti rispettivamente nel 2021 e 2022), Cina in testa. Il maggiore utilizzo dell’e- commerce, in questi Paesi, potrebbe diventare strutturale, agendo da volano per gli scambi, soprattutto nell’ambito dei beni di consumo. Dal punto di vista delle categorie merceologiche, i cali più importanti nel 2020 sono previsti nei mezzi di trasporto, con l’import mondiale di autoveicoli e moto in contrazione del 16%
a prezzi costanti e una domanda globale di cantieristica in forte flessione (-12%). Il ridimensionamento potrà essere più contenuto nei settori meno ciclici e favoriti nel paniere di spesa associato all’emergenza, quali la chimica farmaceutica (-9,6%), l’alimentare e bevande (-10,6%) – con una forte contrazione della domanda del canale Ho.Re.Ca – e elettronica ed elettrotecnica (- 10% circa). “Più che ragionare sui numeri è ora importante orientare l’azione combinando reazione e visione perché le sfide di oggi si giocano in un contesto globale diverso dal passato. Digitale, innovazione e sostenibilità sono le parole chiave per rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori globali. Per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani è quanto mai importante l’azione di supporto del Sistema Paese.” – continua Ferro. “La risposta a questa sfida collettiva, in aggiunta agli interventi sulla liquidità delle imprese, è il Patto per l’Export voluto dal Ministro Di Maio e come ICE siamo impegnati a supportare il MAECI nella sua attuazione. Da aprile scorso i servizi di avvio all’export da parte dei nostri 78 uffici esteri sono stati resi gratuiti per le imprese fino a 100 addetti. Allo scoppio dell’emergenza Covid abbiamo deciso l’offerta gratuita del primo modulo di partecipazione a fiere estere per il 2020 e il 2021 e i rimborsi alle imprese per gli oneri sostenuti per fiere estere non svolte” – continua Ferro. “Con il Patto per l’Export abbiamo sottoscritto l’impegno in questo percorso di ammodernamento e di servizio e acceleriamo ora con una serie di azioni mirate tra cui: accordi con l’obiettivo di portare le imprese italiane in 59 iniziative nei canali e- commerce e della grande distribuzione offline to online in 28 Paesi nel mondo; il progetto Fiera Smart 365 che consentirà alla manifestazione di vivere 365 giorni all’anno; la formazione di 150 nuovi digital export manager; i progetti di impiego della tecnologia blockchain per la tutela del Made in
Italy;” – continua Ferro. “Quest’edizione del Rapporto sul Commercio estero, infine, presenta tre aree di focus collegate a questa visione: e-commerce, Mezzogiorno e innovazione. Le vendite on line costituiscono un mercato che si rivolge a 1.45 miliardi di consumatori nel mondo e cresce a ritmi del 9% all’anno. È pertanto fondamentale l’accesso all’e-commerce per le PMI. L’export delle regioni del Sud rappresenta solo il 10,3% dell’export nazionale e questo dato è sostanzialmente fermo da 10 anni. Proponiamo quindi uno studio che quantifica in 17 miliardi di euro il potenziale di export addizionale dalle Regioni del Sud da cogliere nel breve termine e lo declina per settore, mercato di destinazione e regione di provenienza. Il focus sull’innovazione riconosce, infine, l’internazionalizzazione come uno dei fattori chiave per lo sviluppo virtuoso di: finanziamento, innovazione e crescita delle Start-up” – continua Ferro, che conclude: “Ecco, dunque, i nuovi strumenti per reagire nella ripresa e riposizionare con visione gli strumenti di marketing internazionale. Superata l’emergenza, ne sono convinto, prevarrà l’eccellenza del Made in Italy, prevarrà il riconoscimento della qualità dei nostri prodotti, perché tutti nel mondo amano l’Italia, ambiscono al suo stile di consumo e apprezzano il fascino della combinazione di storia-cultura-territorio”.
Caronia, Dj trovata morta: si cerca il figlio di 4 anni Proseguono senza sosta le ricerche di Gioele, 4 anni, il figlio di Viviana Parisi, 43 anni, la dj trovata morta a Caronia che secondo gli investigatori era con lei nel bosco dove è stata ritrovata. L’ipotesi più drammatica, fatta dagli inquirenti, è che la donna potrebbe avere ucciso il figlio seppellendolo nella zona prima di suicidarsi. Decine di
persone con unità cinofile stanno perlustrando le campagne. “Fino ad oggi – spiegano i vigili del fuoco abbiamo perlustrato più di 500 ettari con l’ausilio dei cani e dei droni. È complicato perché si tratta di boschi e luoghi impervi dove è difficile spostarsi”. E’ di Viviana Parisi il cadavere trovato nei boschi attorno a Caronia. La conferma è arrivata dalla fede che la donna aveva al dito e dalle scarpe indossate. Il corpo è stato portato via. Sarà eseguito sia l’esame del dna che l’autopsia. Le speranze di ritrovare viva la 43enne originaria di Torino che aveva fatto perdere le sue tracce insieme al figlio Gioiele di 4 anni, sei giorni fa, si sono così infrante sul quel cadavere scoperto nei boschi in provincia di Messina. Il corpo, irriconoscibile e in stato di decomposizione, indossava un paio di pantaloncini jeans, una maglietta e un paio di scarpe bianche: una era al piede l’altra è stata trovata vicino al cadavere che giaceva bocconi tra gli alberi di una boscaglia non molto distante dal punto dell’autostrada A20 da cui Viviana si è allontanata. E uno degli indumenti sin da subito è stato riconosciuto dal marito come uno di quelli che portava la piemontese, un primo indizio che aveva spinto gli investigatori a ipotizzare che fosse lei fin quando, dopo l’arrivo del medico legale, è arrivata la conferma dalla fede nuziale. Per avere comunque la certezza assoluta dell’identità si attende l’esame del dna. Sara eseguita anche l’autopsia sul corpo. Nessuna segno invece al momento che nella zona possa esserci anche il bambino. Soccorritori e investigatori stanno setacciando i boschi ma del piccolo Gioele non c’è alcuna traccia. Le ricerche sono riprese con un massiccio impegno di uomini, mezzi e cani molecolari che proseguiranno per tutta la notte.
L’area divisa per reticoli è di oltre 300 ettari. Le esplorazioni si svilupperanno a partire dal punto in cui è stato ritrovato il cadavere. In linea d’aria è a meno di un chilometro dalla galleria Pizzo Turda nel quale Viviana ha avuto il lieve incidente con il furgone degli impiegati di una ditta di manutenzione. Secondo la ricostruzione degli operai, che si sono subito fermati per deviare il traffico, la donna avrebbe proseguito per un tratto e poi sarebbe scomparsa. I vigli del fuoco hanno seguito le sue tracce per alcune centinaia di metri. La logica avrebbe voluto che Parisi imboccasse un varco sul lato destro della carreggiata. Invece, la posizione del cadavere indica che abbia lasciato a piedi l’autostrada scavalcando il guard rail a sinistra. Da qui si sarebbe allontanata per alcune centinaia di metri prima di trovare la morte nella boscaglia vicina. Gli operai sostengono che era sola (altri dicono che fosse con il figlio). Resta da capire a questo punto dove sia finito Gioele. “Mia moglie durante il coronavirus stava male – aveva detto il marito di Viviana anche lui dj – temeva sia per me che per il bimbo. Siamo una coppia che è sempre stata vicina, lei è una mamma speciale. Le dico di tornare a casa”. ” E ora alla memoria tornano in mente le parole dell’ultimo post pubblicato dalla dj sui social: “Non ho più niente ma pian piano se arrivano alcune serate vorrei riprendermi il mio passato per andare avanti con il presente e il futuro se Dio vuole, riprendere un po’ la mia vita lavorativa per vivere, per ritornare nella famiglia, per condividere di nuovo tutto, collaborare con il mio compagno di viaggio che comunque da solo ha continuato a lottare come si fa con tutto nella vita per il lavoro e la quotidianità”.
Milano, operaio 49 enne adesca ragazzini su facebook e poi abusa di loro MILANO – Adescava i ragazzini in rete usando un falso profilo femminile, poi dopo averli attirati a casa sua a Saronno, in provincia di Varese, al buio, travestito da donna abusava di loro. Per questo un operaio di 49 anni, arrestato lo scorso novembre, è stato condannato con rito abbreviato a Milano a 7 anni di carcere per violenza sessuale consumata nei confronti di tre minorenni e una tentata nei confronti di un quarto con l’aggravante della sostituzione di persona e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo l’accusa, l’uomo adescava su Facebook le sue giovani vittime, utilizzando il profilo falso e avvenente di una donna, poi prometteva loro un incontro sessuale in cambio di foto da inviare a lui in chat. Infine li attirava nel suo
appartamento, dove indossando una parrucca rossa e parlando in falsetto, e rimanendo costantemente al buio, abusava di loro. A far partire le indagini dei militari è stato l’intervento di una pattuglia nell’abitazione dell’operaio per via di un litigio con il padre di uno dei minori che aveva scoperto come l’uomo stesse adescando suo figlio. Beirut, guerriglia in città: ucciso un poliziotto. Feriti
oltre 230 manifestanti La rabbia di una città devastata e di un intero Paese, scivolato da mesi nel baratro del collasso economico e politico, è scoppiata, con azioni senza precedenti da parte dei manifestanti anti-governativi. Dimostranti hanno preso d’assalto e occupato per diverse ore la sede del ministero degli esteri, nel cuore di Beirut colpita dall’esplosione di martedì scorso, per essere poi in serata costretti dall’esercito ad uscire. Altri manifestanti hanno ‘impiccato’ un manichino del leader degli Hezbollah, Hasan Nasrallah, a un finto patibolo eretto a piazza dei Martiri. Nelle violenze di strada un poliziotto è morto e i feriti sono almeno 230. Questo mentre i vertici istituzionali continuano a prendere tempo rispetto alla pericolosa spirale di violenza in corso nel paese: il premier Hassan Diab è intervenuto con un laconico discorso tv, lanciando ai suoi stessi alleati governativi un “ultimatum” di due mesi, evocando elezioni anticipate. “Sono pronto ad assumere la responsabilità per i prossimi due mesi fino a che i partiti non troveranno un accordo sulla prossima fase. Lunedì proporrò al governo elezioni anticipate”, ha detto Diab dal Serraglio, la sede governativa che sovrasta la zona del parlamento e Piazza dei Martiri, teatro di una vera e propria guerriglia urbana. Diab invoca “il momento della responsabilità collettiva. Vogliamo una soluzione per tutti i libanesi”, ha detto il premier, promettendo, come già fatto nei giorni scorsi, che “presto emergerà la verità” sull’esplosione di martedì scorso, nel quale sono state uccise più di 150 persone, cinquemila sono rimaste ferite, anche gravemente, 300 mila sono rimasti senza casa. In quello che appare come una svolta negli eventi in rapida evoluzione, i manifestanti in piazza hanno espresso la loro ira anche, e soprattutto, contro il leader degli
Hezbollah filo-iraniani, Hasan Nasrallah. E’ considerato dalla comunità sciita libanese e mediorientale un leader politico e religioso “intoccabile” soprattutto per il fatto che è un ‘sayyid’, un discendente del profeta Maometto. La scena del manichino di Nasrallah ‘impiccato’ a un finto patibolo in piazza dei Martiri ha suscitato l’attesa reazione di centinaia di suoi seguaci, che dal vicino quartiere di Zoqaq al Blatt hanno provato a scendere verso la piazza ma sono stati fermati da un cordone di militari sul Ring, la sopraelevata che si affaccia su piazza dei Martiri. Negli stessi concitati momenti, nel cuore di Ashrafiye, uno dei quartieri di Beirut più colpiti dalla potente esplosione del 4 agosto, decine di attivisti guidati da un manipolo di veterani dell’esercito in pensione, hanno assaltato la sede del ministero degli esteri, considerato da tempo un feudo del partito del presidente della Repubblica Michel Aoun e di suo genero, l’ex ministro Gibran Bassil. Gli assalitori hanno sfondato la porta sopra le antiche scale di pietra e hanno strappato dal muro foto di Bassil e di Aoun, fracassandole a terra, pestandole, sputandoci sopra e pronunciando pesanti offese. Gli assalitori hanno appeso degli striscioni alle finestre di palazzo Bustros, con su scritto: “Beirut capitale della rivoluzione”, di cui hanno proclamato l’edificio “quartier generale”, Poi in serata c’e’ stato l’intervento dell’esercito, che ha chiesto anche rinforzi per l’operazione ed ha messo fine all’occupazione Stesse scene, qualche ora dopo, al ministero dell’economia. Un altro striscione recita: “Fuori le armi da Beirut”, in riferimento al fatto che da più parti si è affermato in questi giorni che l’esplosione del porto possa essere stata provocata non da un “incidente” – come hanno affermato le autorità in un primo momento e come ha detto lo stesso Nasrallah nel suo discorso di venerdì – ma dalla detonazione di un deposito di missili di Hezbollah. In serata, altri manifestanti hanno preso d’assalto la super- fortificata sede dell’Associazione delle Banche, vicino a
piazza dei Martiri. E altri attivisti si sono diretti alla sede del ministero dell’energia. Una guerriglia che rischia di non fermarsi presto. Lutto nel mondo del teatro, della Tv e del cinema: morta Franca Valeri E’ morta Franca Valeri. L’attrice, nata a Milano nel 1920, aveva appena compiuto 100 anni il 31 luglio. Si è spenta intorno alle 7.40 nella sua casa di Roma. Franca Valeri “si è spenta serenamente, nel sonno, circondata dall’affetto di tutta la famiglia e degli amici. Ha conservato la sua ironia fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa: è stata la sua chiave di vita fino alla fine”. Lo dice all’ANSA
Stefania Bonfadelli, la figlia di Franca Valeri. Cent’anni fra ironia e classe, una vitalità e longevità straordinarie, senza perdere il contatto col mondo e le sue trasformazioni. Franca Valeri la prima vera voce femminile autonoma della scena italiana, fin dal suo debutto nel 1948. Ma anche le icone popolari della Signorina Snobo della Sora Cecioni. Un umorismo raffinato e una satira capaci di sedurre gli intellettuali e conquistare il pubblico più popolare. Una protagonista anche nella scrittura teatrale e nella regia per la lirica. ”Ogni volta che mi illudo d’incontrare quel signore che ritengo sia il teatro, mi rendo conto di vivere la più bella illusione della mia vita”, ha sempre dichiarato Franca Valeri ed in questa illusione, in questo incontro è stato il segreto della sua vitalità e della sua longevità, senza mai perdere il contatto col mondo e le sue trasformazioni. L’attrice è morta oggi a Roma, circondata dall’affetto della famiglia, a pochi giorni dal centesimo compleanno, il 31 luglio. Era nata a nel 1920 a Milano, di buona famiglia di origine ebraica. Facile dire, di un’ artista che ha interpretato da subito dopo la guerra i vizi, i mutamenti, le debolezze di una società in grande trasformazione e poi decadenza, ricordando che questa signora, colta, ironica, di gusto, è stata la prima vera voce femminile autonoma della scena italiana, sin dal suo debutto nel 1948. In ”Bugiarda no, reticente” poco prima dei 90 anni, aveva scritto ”La nostra generazione era preparata. La preparazione non è solo forza fisica, ed è indubbio che noi siamo più robusti dei giovani, l’esercizio è soprattutto di genere morale”. Allora ancora saliva in scena e stava per debuttare con una nuova commedia, ”Non tutto risolto”, mentre si batteva pubblicamente e riusciva a far cancellare il progetto di una discarica vicino a Villa Adriana.
E mentre tutti la ricordavano ancora come la Signorina Snob o la Sora Cecioni, figure divenute icone popolari di strepitoso successo e di cui a lungo si è sentita prigioniera, amava sottolineare come a un certo punto avessero ”riconosciuto Franca Valeri come scrittrice e autrice di vari libri e commedie” e non più solo come attrice comica tv, tra l’altro tradita sulle sue origini culturali dal proprio nome d’arte, derivato dal raffinato poeta francese Paul Valery, ”perché mio padre non voleva facessi teatro”, al posto dell’originale Franca Maria Norsa. E infatti la sua grandezza è stata proprio nella raffinatezza del suo umorismo, come della sua satira, capace di sedurre gli intellettuali e assieme di conquistare il pubblico pi popolare, in un percorso che nasce nel dopoguerra e dal suo sodalizio con Vittorio Caprioli (poi diventato suo marito) e Valerio Bonucci con cui diede vita nel 1951 ai ”Gobbi”, creatori di una rivista da camera intitolata ”Carnet des notes”, un nuovo modo di fare cabaret con mordente satira della società italiana, che fu lanciata anche dal travolgente successo ottenuto a Parigi. La sua carriera si divide agli inizi, prima che arrivi l’impegno con la musica e la lirica, tra teatro e cinema, che la rende nota con i vari film di Caprioli (da ‘Leoni al sole’ a ‘Parigi o cara’) e in particolare con ‘Il segno di Venere’ del 1955 di Dino Risi, in cui sfoggia tutta la sua grinta teatrale, duettando con l’antagonista Sordi e senza farsi mettere in ombra da Sophia Loren. Ma a farle guadagnare un posto nell’antologia dei caratteristi italiani è la straordinaria prova al fianco sempre di Sordi ne ‘Il vedovo’ (1959) come poi ”Crimen’ di Camerini nel 1960, anno in cui in teatro l Piccolo nella ‘Maria Brasca’ di Testori, e via via sarà anche in spettacoli d’autore come ‘Fior di pisello’ di Bourdet, diretto da Giuseppe Patroni Griffi, e ‘Gin Game’ di Coburn con Paolo Stoppa. Presso il grande pubblico comunque lei resta legata ai suoi personaggi femminili, maschere se si vuole ma non macchiette e dotate di una loro sincera umanità.
La popolarità arriva con la radio e poi la tv dove divenne una delle attrazioni dei varietà firmati da Antonello Falqui. E’ l’epoca della romana Sora Cecioni, pigra e di cattivo gusto nella sua irruenza, lanciata da Studio Uno e diventata un piccolo classico, assieme alla più sofisticata e milanese Signorina Snob, che per la sua creatrice ”non era la figurina di uno sketch, ma qualcosa di vero e vissuto in cui traspare anche la tragedia dello snob, quella di non riuscire a adeguarsi alla realtà che lo circonda”. In tv, più avanti, prenderà anche parte ad alcune fiction, dalla sit-com con Bramieri ‘Norma e Felice’ sino ancora nel 2000, ottantenne, accanto a Nino Manfredi in ‘Linda, il brigadiere e…’ su Rai1. Il suo sguardo ironico di interprete e testimone partecipe dei cambiamenti della società italiana nella seconda metà del secolo scorso troverà un momento alto di espressione quando, dopo un esordio nel 1961 con ”Le catacombe”, pochade che inverte i ruoli e rende sciocco e vanesio protagonista un uomo, negli anni ’70 comincia a scrivere e interpretare commedie proprie cui tiene moltissimo, da ‘Lina e il cavaliere’ a ‘Meno storie’ o ‘Tosca e altre due’ (divenuta anche film nel 2003) e ‘La vedova Socrate’ sino a ”Non tutto risolto” del 2011 e ”Il cambio dei cavalli” del 2014 sulle illusioni e ambiguità della vita indagando il rapporto e il passaggio tra generazioni, che la vedono in scena sino a 94 anni a Spoleto col partner sodale Urbano Barberini e il regista Giuseppe Marini, per il quale ha preso parte alle impegnative ‘Serve’ di Genet con la Guarneri nel 2007, nonostante la lotta col male, il morbo di Parkinson, che già la affliggeva. Nel frattempo, con la solita vitalità e curiosità, aveva iniziato seriamente a darsi alla musica appoggiata dal suo nuovo compagno, il musicista Maurizio Rinaldi, sia come regista lirica, sia dando vita al concorso ‘Battistini’ per giovani cantanti. Del resto ricordava sempre che la mamma le aveva insegnato a non festeggiare i compleanni e a guardare invece sempre avanti, per lei sempre con la
voglia e la nostalgia del palcoscenico: ”Oggi sto qui a casa e non nella mia casa naturale, il teatro. Non recito più e non capisco quasi nemmeno il perché. Vorrei ancora ripagare l’affetto della gente continuando a lavorare”, aveva detto non molto tempo fa, rifiutando di autocelebrarsi, davanti al pubblico o in un’intervista, con la sua eterna ottica autoironica. Anguillara Sabazia, tennis. Finali Replat Open: tra organizzatori, sportivi, politici e sponsor tutte le
video interviste di Chiara Rai #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #CarloZugarelli #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #CarloZugarelli Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #CarloZugarelli #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #BenedettaSensi #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #BenedettaSensi Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #BenedettaSensi #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AnneSchaefer #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AnneSchaefer Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020
#Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AnneSchaefer #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #LeonardoZugarelli #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #LeonardoZugarelli Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #LeonardoZugarelli #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #MicheleCardone #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #MicheleCardone Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #MicheleCardone #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AntonioFioroni #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AntonioFioroni Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AntonioFioroni
#Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #EmilianoMinnucci #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #EmilianoMinnucci Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #EmilianoMinnucci #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SergioManciuria #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SergioManciuria Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SergioManciuria #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FabrizioGhera #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FabrizioGhera Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FabrizioGhera #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FrancescoPizzorno
#Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FrancescoPizzorno Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Venerdì 7 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #FrancescoPizzorno #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #RosarioAmodeo #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #RosarioAmodeo Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Sabato 8 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #RosarioAmodeo #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SaverioPaoletti #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SaverioPaoletti Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Sabato 8 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #SaverioPaoletti #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AlessioAureli #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AlessioAureli
Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Domenica 9 agosto 2020 #Anguillara #Tennis #FinaliReplatOpen – #ChiaraRai intervista #AlessioAureli Marsala, al via un ricco calendario di eventi estivi “Ci siamo riusciti ! L’obbligo di osservare le regole anticovid e i necessari accorgimenti per farle rispettare, ha comportato tempo e lavoro in più. Ma, alla fine, abbiamo
definito un programma ricco di eventi, con tanti generi artistici che vanno incontro ai gusti di cittadini e visitatori. Grazie alla rete di collaborazione con gli artisti marsalesi, possiamo contare su nuovi spettacoli ma anche su Rassegne che ormai contano diverse edizioni”. Lo ha affermato il sindaco Alberto Di Girolamo nel corso della conferenza stampa di presentazione del MARSALA ESTATE 2020, il ricco calendario di appuntamenti culturali, tra arte, musica, teatro e cinema, fino al 27 Settembre. Sugli eventi si è soffermata l’assessore Clara Ruggieri: “Abbiamo accolto tutte le proposte che ci sono pervenute dagli artisti locali, con i quali ci siamo confrontati assieme alla Commissione Cultura. Siamo riusciti anche a recuperare il concerto di Massimo Ranieri, evento clou con mille posti a sedere in Piazza della Vittoria, nel rispetto del distanziamento anticovid. Insomma, possiamo ritenerci soddisfatti di essere riusciti, anche in questo anno così particolare, ad offrire alla città una rassegna estiva di qualità”. Presenti molti artisti che saranno protagonisti negli spettacoli – alcuni dei quali hanno illustrato i propri lavori – alla conferenza stampa è pure intervenuto l’assessore Andrea Baiata che ha sottolineato la difficoltà di organizzare eventi sportivi a causa del rischio contagio, comunicando comunque che è in corso nel Piazzale Stadio l’EXTREME MOTOR SHOW. Oltre al “Cinema sotto le Stelle” (avviata il 31 Luglio), nel programma anche altre Rassegne proposte annualmente: ‘A SCURATA, INCONTRO CON L’AUTORE, 38° PARALLELO TRA LIBRI E CANTINE, FESTIVAL LE VIE DEI TESORI. Per gli spettacoli ad ingresso libero è necessario prenotarsi all’Ufficio turistico comunale di via XI Maggio.
Regione Lazio, arrivate prime dosi del vaccino italiano anti Covid: dal 24 agosto al via la sperimentazione sull’uomo “Sono arrivate all’Istituto Spallanzani le prime dosi del vaccino ‘made in Italy’ e dal 24 agosto siamo pronti alla sperimentazione sull’ uomo”. Lo annuncia l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Lo Spallanzani sta completando la ricerca dei volontari per la sperimentazione”, aggiunge l’assessore. Il vaccino, informa la Regione Lazio, ha già superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli
animali, “che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta dal vaccino e il buon profilo di sicurezza”. Secondo quanto si apprende nei giorni scorsi è giunta l’approvazione della sperimentazione da parte del comitato etico nazionale presso l’Istituto Spallanzani di Roma, e ora può quindi cominciare la fase 1 di sperimentazione sull’uomo della piattaforma vaccinale italiana, alla quale hanno collaborato l’INMI e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, e che si avvale dei finanziamenti del Ministero della Ricerca Scientifica e della Regione Lazio ed è stato supportato dal Ministero della Salute. Guidonia, oggi la
mobilitazione cittadina contro l’impianto TMB: gli ex 5 stelle Marco Cacciatore e Claudio Zarro in prima linea per dire no GUIDONIA (RM) – Mobilitazione a Guidonia-Montecelio per dire un «no al TMB dell’Inviolata», alla spalle della megadiscarica, seconda solo a Malagrotta, nel cuore del Parco Regionale Archeologico Naturale. «Il nostro territorio ha già dato», attacca Claudio Zarro, organizzatore e consigliere comunale, «c’è un’alta concentrazione di siti industriali e di roghi tossici che minano l’ambiente». L’appuntamento è per oggi pomeriggio, 7 agosto, alle ore 17.30 al Parco Giochi in prossimità dello svincolo autostradale del comune, di fronte a Bartolini. Con distanziamento fisico, ovviamente. L’ Obiettivo è «dare un futuro sostenibile ai nostri figli, ai nostri nipoti, la difesa della salute è trasversale», riprende Zarro, «intendiamo sensibilizzare tutti i cittadini di Guidonia e dei territori limitrofi». E cioè, il VI Municipio di Roma e oltre, al di là della Tiburtina. «Dove insiste un’altra discarica simile all’Inviolata e il TMB di Rocca Cencia», fa eco il Comitato Spontaneo No TMB Guidonia, «coi suoi miasmi nauseabondi, a soli 14 chilometri da qui. Non siamo contrari alla chiusura del ciclo dei rifiuti, troviamo assurdo che sia sempre il nostro quadrante a pagarne le conseguenze. La salute prima di tutto». Tra l’altro c’è il progetto di realizzare un impianto di Biogas a Lunghezza, ancora più vicino, e un’altra discarica sotto Villa Adriana, nel Comune di San Gregorio da Sassola. Per non parlare dei
fumi alla diossina che si levano quasi ogni giorno dall’Albuccione, Salone e Salviati, tanto per gradire. «Basta, si devono ficcare in testa che non siamo il territorio della monnezza», risponde il Comitato, «occorre unire le forze. Invitiamo a partecipare massicciamente al sit-in, l’aria che respiriamo non ha confini, e a certificare la propria contrarietà firmando la petizione online [cliccare qui]». Dalla Pisana, arriva il sostegno di Marco Cacciatore, Presidente della Commissione regionale sui Rifiuti, nettamente contrario al Piano della gestione e raccolta della Regione Lazio. «Parteciperò al sit-in di oggi», dichiara perentorio, «resto accanto ai territori, soprattutto a quelli preziosi come l’Inviolata, troppo vulnerabili. Nell’approvazione del Piano dei Rifiuti non si è risolta l’improbabile e poco opportuna localizzazione del TMB di Guidonia e non si risolve la troppo confusa e affrettata vicenda, che ha portato alla nuova autorizzazione. L’unico aspetto positivo deriva dal fatto che Roma è obbligata all’autosufficienza, pertanto la quantità di rifiuti ora previsti è, in questo primo momento, impossibile da giustificare razionalmente». Infatti, secondo quell’autorizzazione, al momento rimasta tale, l’impianto dovrebbe smaltire una mole di immondizia pari a 190mila tonnellate l’anno. Un’enormità. «Noi diciamo no», riprende il consigliere comunale Zarro, «il TMB va dismesso, completamente». Per il Comitato Periferie Roma Est, in prima linea per l’alleggerimento e la conversione di Rocca Cencia, quella di Guidonia è una «battaglia sacrosanta», scrive il Presidente Marco Manna, «ci scusiamo per la nostra assenza, esprimiamo, comunque, la nostra solidarietà a all’iniziativa. È una battaglia di dignità e tutela della salute», prosegue, «che prima di tutto sancisce la nostra lungimirante Costituzione Italiana. Vi auguriamo di avere la caparbietà e la pazienza di porvi sempre con la prospettiva di affrontare
questo così delicato e complesso tema, sempre con uno spirito solidaristico, senza farsi mai accecare da egoismi territoriali che oltre a non portare a nulla potrebbero portare a, come si dice, spostare il problema da una parte per portarlo da un’altra parte. Ci auguriamo e ne siamo convinti che le vostre battaglie saranno un ulteriore supporto alle tante battaglie ambientaliste volte a far comprendere ai decisori istituzionali l’idea che la salute non si baratta con niente e che lo sforzo che dovranno mettere in campo dovrà essere rivolto a superare con sistemi sostenibili e di prossimità queste situazioni ingiuste e insostenibili». Le adesioni alla manifestazione non mancano, in molti in queste ora stanno facendo sentire la propria voce, il grido di disapprovazione. C’è poi chi dice che questa è soltanto una manovra politica: «consigliamo a costoro di farsi un giro a Rocca Cencia e di dare un’occhiata alla relazione della dottoressa Paola Michelozzi, Direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio Sanitario del Lazio», risponde il Comitato Spontaneo, «la quale conferma che le aspettativa di vita alla nascita in quella zona sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro della città. Le polveri sottili (Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei limiti e questo aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore. Dalle rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia si aggira tra l’11 e il 21% in più. Ovvero 9 punti percentuali sopra la media. Anche gli animali non hanno scampo. Parlassero con il signor Gianfranco Biagetti, se ne hanno il coraggio, che ha perso il figlio e il fratello, morti di cancro, oppure con altri che, come lui, piangono i propri cari. Stessero attenti a quel che dicono o scrivono, se non vogliono finire in Tribunale». Il messaggio è chiaro, esplicito il concetto, basta negazionismo.
Puoi anche leggere