Earthbound, il mondo che verrà - Il Discorso

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Earthbound, il mondo che verrà - Il Discorso
Earthbound,                   il       mondo           che
verrà
In un mondo che non ci vuole più, devastato e violato da
inquinamento e sfruttamento esiste la possibilità di una vita
futura e possibile.

Marta Cuscunà, pluripremiata artista monfaconese ci dà, con il
suo nuovo lavoro Earthbound, ovvero le storie delle Camille,
dei suggerimenti. Liberamente tratto dagli scritti di Donna
Haraway che, nelle sue storie delle Camille e dei bambini,
partendo dal presupposto che la specie umana ha commesso gravi
errori ecologici e politici, e per sopravvivere deve
sviluppare l’arte di vivere in un pianeta danneggiato, la
Cuscunà immagina un alleanza tra umani a cui vengono
impiantati geni di creature in estinzione. In questo modo si
può ristabilire un equilibrio dove l’uomo non è più dominatore
della realtà che lo circonda.

Lo spettacolo. Sul palco una grande sfera che ruotando ci
permette di osservare le sue due facce, una abitata dalle
Camille, l’altra da un’anziana che sembra dormire. A lato
della sfera un albero senza le foglie con i rami protesi verso
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il cielo.                                                   La
parte abitata dalle Camille, noi ne vediamo tre, ha una
vegetazione lussureggiante. Le loro forme ricordano animali.
Le Camille si interrogano sul futuro e sulla possibilità di
avere dei figli. La scelta di mettere al mondo una nuova
creatura avviene in modo collegiale attraverso una specie di
sondaggio che non si effettuava da più di quarant’anni. Tutto
nel mondo delle Camille è interconnesso e nessuna scelta è
fine a se stessa: il mantra ripetuto più e più volte è infatti
“fate legami non bambini”. La prescelta che accoglierà la
nuova vita è piena di timori, fragilità e insicurezze proprie
di chi è, o spera di essere in attesa. La figura che abita
l’altra parte della sfera ha le sembianze umane di una donna
anziana, stanca che racconta delle sue emozioni e sensazioni.

La Cuscunà, unica vera umana sul palco, muove, aziona lei
direttamente le creature animatroniche (progettate da Paola
Villani e ispirate alle opere di Patricia Piccinini) le
accompagna nei movimenti e nelle parole. È anche Gaia,
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l’intelligenza artificiale grazie alla quale possono esistere.
Alla fine il cerchio si chiude: l’umano è connesso alle
Camille attraverso l’intelligenza artificiale.

Can’t take my eyes off you chiude lo spettacolo molto
apprezzato e applaudito dal pubblico del Palamostre di Udine
(il lavoro è una coproduzione CSS Teatro Stabile di
Innovazione del Fvg, ERT Fondazione, Etnorama con il sostegno
di São Luiz Teatro Municipal Lisbona).

Difficilmente i pensieri potranno essere distolti dal
significato della storia ambientata in un futuro prossimo non
troppo lontano.

La domanda quindi è: vogliamo davvero far parte del futuro?
Non possiamo chiudere gli occhi. Dobbiamo fare qualcosa,
tutti.

mtr

Pignolo     e   friulanità
nell’enoteca di Alessandro
Cossa
Udine, a metà via Manin, prima di arrivare in piazza Libertà,
Alessandro Cossa ha scelto di aprire l’enoteca al Pignolo.
Distinto ed eclettico, ci accoglie con la sua personalità
magnetica.

Il locale è storico e celebra la friulanità con quel giusto
mix tra tradizione e innovazione.

L’abbinamento della persona con un vino sembra quasi scontata
Earthbound, il mondo che verrà - Il Discorso
ma estremamente azzeccata in questo caso, Alessandro
rispecchia veramente il vino Pignolo, anche nel suo essere,
una persona che si apre poco a poco, regalando struttura,
verve e dinamicità che si affinano col tempo.

Qual è la storia della tua enoteca?

L’enoteca il Pignolo ha un nome che evoca il re delle uve a
bacca rossa del Friuli e che rispecchia anche la mia
personalità, dato che sono abbastanza preciso nelle cose che
faccio.

Abbiamo aperto il 25 maggio dell’anno scorso, in realtà il
progetto dell’enoteca era pronto per l’8 Marzo di quell’anno,
si voleva prendere due piccioni con una fava e fare la festa
della donna e l’inaugurazione del locale. L’unica cosa che
abbiamo fatto e l’8 Marzo è stata chiamare il fiorista e
disdire le 200 mimose ordinate, dato che poi avremmo chiuso
per 86 giorni causa lockdown.

Questo è un progetto che nasce da un piccolo sogno nel
cassetto e i cassetti ogni tanto si riescono ad aprire.

Io volevo avviare in realtà un agriturismo/enoteca/ristorante
sul Collio, ma era una cosa impegnativa, mi mancava uno 0 in
più nel budget, così ho deciso di partire con l’enoteca.

Ho lavorato per più di 10 anni nella grande distribuzione in
giro per il mondo, ho fatto tre continenti, 7 paesi e un paio
di città. Ho sempre avuto la passione del vino. Mio nonno si
chiamava Romano Biasutti, terza tessera Ais del Friuli Venezia
Giulia. In famiglia il vino è sempre stato nel nostro DNA. Nel
2019 mi sono preso un anno sabbatico, dove ho girato Udine per
capire cosa c’era e cosa mancava.

Dal mio punto di vista mancava un’enoteca che facesse 100%
Friuli e che tenesse cantine meno blasonate, visto che in
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regione ci sono più di 2000 produttori, ma a Udine giravano
per lo più quei 100/150.

Quindi armato di pazienza, ho iniziato a girare cantine. Ne ho
fatto 133 nel 2019, un po’ insieme a mio cugino, un po’
insieme agli amici, ad assaggiare quello che volevo per poi
tenerlo nella mia enoteca.

Arrivati in via Manin mi sono accorto che mancava un posto del
genere, in una via storica che a mio avviso andava rilanciata.
Non sapevamo se eravamo le persone giuste per rilanciarla,
però a livello logistico è ottima, poi riaprivano i Piombi e
altre realtà, quindi abbiamo deciso di procedere.

Ho trovato Il locale in un palazzo storico del 1400 con una
porta del quattordicesimo secolo e tanta storia alle spalle.
Negli anni 50’ e 60’ è stato la prima trattoria Aquila nera,
un vecchio ristorante udinese, si racconta che fosse l’unico
ristorante, bar, osteria che avesse una corte interna con le
travi a vista. Si voleva dare un po’ di lustro al nome, a
quello che era in passato il nostro locale, volevamo dargli un
tono rustico. Tutto l’arredamento interno è made in Friuli, il
legno massello è di Tarvisio, così siamo partiti con l’idea di
fare 100% Friuli, compreso chi ci lavora.        Fino ad oggi
abbiamo rispettato quest’idea al 99%, ma ogni tanto siamo
passati per la valle del Vipacco, in Brda, eccetera, anche
perché siamo una terra di confine ed è giusto che venga
rispettato.

Come ti sei appassionato a questo mondo? E qual è il tuo primo
ricordo legato al vino?

Credo faccia parte del DNA di noi friulani, come dire che
domani un genovese non si appassionerà al mare, o un
tarvisiano non si appassionerà alla montagna. Io credo che un
friulano non potrà mai non appassionarsi al vino. Abbiamo un
territorio dal punto di vista ampelografico fantastico, basta
fare da qualsiasi paesino 10 km e troverai comunque una vite.
Di famiglia mio padre è un bravo bevitore, mio nonno era un
grande bevitore, un gran collezionista di vino, un super
appassionato.

Il vino va di pari passo purtroppo col portafoglio, più il tuo
portafoglio cresce più avrai la possibilità di poter
assaggiare, di poter studiare. Un ricordo che ho, e penso che
tutti friulani lo abbiano, è di quando tuo nonno ti chiamava
in cantina e diceva, con la damigiana da 53 litri vicino, di
aspirare dal tubo del travaso e poi travasare, dopo 10 minuti
ti girava la testa e avevi le labbra viola. Mi ricordo anche
di qualche bicchiere di vino rosso e aranciata di mio papà,
che diceva prova a quest’aranciata amara, ma devo dire che ho
dei ricordi un po’ annebbiati.

C’è un prodotto di punta del tuo locale?

Noi ogni lunedì mettiamo in mescita un Pignolo differente,
d’estate abbiamo però un po’ accantonato questa usanza, dato
che non abbiamo più l’estate di una volta, ora fa veramente
troppo caldo per bere vini rossi, solo i veri eroi lo fanno.

Il Pignolo è il vino su cui puntiamo, perché ci piace farlo
conoscere. I suoi produttori in Friuli sono una settantina
circa ed è giusto puntare su questo vino. Non ci guadagniamo
economicamente, lo dico subito fuori dai denti, perché non
riusciamo con un paio di calici a ripagare una bottiglia,
diciamo che sul Pignolo arriviamo a 4 calici o più per
ammortizzare i costi, però abbiamo piacere che la gente possa
capire perché noi amiamo quest’uva. Nel 1978 il vitigno stava
per scomparire, poi grazie a Walter Filiputti è state
riscoperto, leggenda vuole che abbiano conservato le ultime
due piante a Rauscedo, questo è importante.
Cosa ne pensi del mondo vitivinicolo oggi e dove pensi si
trovi il mondo vitivinicolo friulano al suo interno?

Penso che il mondo vitivinicolo oggi sia in forte crescita.
Penso che il turismo enogastronomico oggi sia veramente una
cosa di punta, lo si vede nel momento in cui nascono
influencer del vino come conigli, gente che dovrebbe studiare
un po’ di più ed essere più preparata. Il vino per me è sempre
o buono o cattivo, poi o è rosso, o bianco, o bollicina e dopo
da lì ognuno mette in campo la sua soggettività e la sua
esperienza. E’ bello vedere che le persone oggi non hanno più
paura di bere il taglio da 4 o 8 euro. La mia opinione è che
si vada verso un mondo in cui si beve meno, ma più
consapevolmente. In Friuli su questo siamo molto indietro,
nonostante sia fantastico che il nostro vino faccio parte del
quotidiano già alle 10 del mattino, con un taglio da €1,50, ma
non può in qualche modo regalarti una soddisfazione o farti
accrescere dal punto di vista vitivinicolo la tua conoscenza.
Una volta il vino era alimentazione, oggi è diventato un
piacere, un vizio, una passione. Ormai non ha senso bere sei
vini della casa a €1,50, preferisco con €9 bermi due calici da
€4,50 o un calice da 5€ e uno da 4€. Penso questa sia la
direzione che il Friuli debba prendere. Negli anni ’80 eravamo
la terza regione vitivinicola per importanza in Italia. Oggi
siamo all’undicesimo posto, davanti a noi ci sono le Marche,
se chiedi a 10 passanti adesso, non sanno collocarla
fisicamente in Italia, però sono più forti di noi. In Friuli è
difficile fare, è difficile darsi una mano. Ognuno guarda
l’erba del vicino che è sempre più verde, non vuole fare il
giardiniere, dal punto di vista vitivinicolo dobbiamo fare
tanti, tanti passi avanti. Oggi in regione si beve bene, è
difficile che ci siano vini difettati nel XXI secolo e ci sono
grandi produttori, alcuni a mio parere sono anche fra i top 10
in Italia a livello di vigneron, poi ognuno ha i propri gusti.

Come pensi si possa migliorare il rapporto tra vignaioli e
consumatori ?

Io credo che un esempio da prendere in considerazione sia il
Trentino Alto Adige, non tanto per le cantine sociali, ma per
la correttezza che hanno i produttori. Mi spiego meglio, se tu
vai in una cantina in Trentino, anche se sei un distributore
piuttosto che un privato e gli chiedi di comprare 10 cartoni,
non ti diranno mai di sì. Ti diranno passa per il nostro
agente di zona, lo compri da lui e al limite ti do adesso una
o due bottiglie. Magari te le regalano pure, però passi per il
loro agente. In Friuli invece è un far-west, tu vai in cantina
e il produttore ti dirà, prendi sei cartoni subito, che tu sia
un privato, un agente, un distributore, un’enoteca e avrai un
prezzo diverso per ognuno. Penso sia una catena, come quella
alimentare. Nel momento in cui uno fa il vino, deve
concentrarsi a fare il vino. Una persona che stimo molto per
questo e non perché è un mio zio adottivo però è Fulvio
Bressan.

Vai in cantina da lui e ti vende al massimo due o tre
bottiglie, se gli va di venderti, ma se tu vai lì per comprare
sei cartoni non te li darà, dirà contatta il mio agente sul
Friuli. Quando in lockdown abbiamo fatto una diretta Facebook
con Fulvio, uno dei commenti in chat live era se in periodo di
lockdown inizierà a vendere ai privati. Lui rispose che se
vende ai privati cosa gli serve avere un’enoteca come
Alessandro al Pignolo e avere Oscar come agente? Ma è giusto
che sia così il, vignaiolo deve fare il vino, è come quando
vai in un ristorante e leggi specialità pesce e poi vedi che
dalla cucina esce tutt’altro.

Cosa pensi delle enoturismo?

Dal 2019 ad oggi è stato molto complicato, il 2020 e 2021
devono essere presi come esempio e siamo stati limitati su
tantissime cose. Eravamo abituati ad avere tantissimi
austriaci nella nostra terra, ma quest’anno siamo stati
aiutati a livello turistico, grazie ai paesi non Schengen,
tipo la Croazia. Tantissimi americani volavano lì e invece di
andare direttamente in Toscana o in Piemonte passavano per il
Friuli, questo può aiutare ma sarà un processo lunghissimo.
Secondo me ad oggi la Toscana o il Piemonte non fanno dei vini
nettamente superiori a quelli friulani. La vera differenza è
che sono regioni progettate per accogliere un tipo di turismo,
dal punto di vista sia di strutture ricettive, di
infrastrutture e di vini bandiera, che il Friuli non ha. Tu
vai in Piemonte se vuoi andare a bere Nebbiolo, vai in Toscana
se vuoi andare a bere un San Giovese. Chi viene in Friuli va
in Oslavia a bere i vini macerati, va sul Carso a bere
vitovska e Malvasia, va sul Collio a bere qualsiasi cosa, da
quel punto di vista siamo ancora dispersivi.

Una decina di anni fa per il rilancio del Brand friulano, sono
stati stanziati più di 50 milioni di euro. Il tipicamente
friulano è stato un fallimento totale e da lì in poi ci siamo
ancorati, non ci saranno più quegli incentivi europei che
aiuteranno il Friuli a crescere dal punto di vista
dell’enoturismo. Abbiamo tantissimi enti come Promoturismo
Friuli, FVG live, eccetera, che dovrebbero trovare delle
relazioni più importanti e durature tra enoteche, ristoranti,
cantine. Ci sono tantissime società che hanno progetti sul
Collio eccetera, ma bisogna vedere se vengono fatti per
passione o se sono fatti per intascarsi qualche soldo in più.
Se la risposta è la b allora non cresceremo mai, ma se la
risposta è per promuovere un territorio, allora lì si potrebbe
fare veramente bene.

                                             Filippo Frongillo

                                       ©Riproduzione riservata
Primož Roglic ha vinto                                   la
102^ Milano-Torino
                     ROGLIC RE DI SUPERGA
 Lo sloveno conquista la Milano-Torino attaccando sull’ultima
  salita, insieme a Yates, per poi staccarlo a 250 metri dal
  traguardo. Almeida ha completato il podio mentre quarto è
   giunto Pogacar. Domani GranPiemonte con Sonny Colbrelli,
   Filippo Ganna, Elia Viviani, Giacomo Nizzolo and Matteo
                          Moschetti.

                 Credits: Tommaso Pelagalli

Torino (Superga), 6 ottobre 2021 – Primoz Roglic vince la
classica più antica arrivando solo al traguardo, posto ai
piedi della Basilica di Superga. Lo sloveno, vincitore della
Vuelta e recentemente del Giro dell’Emilia, ha battuto Adam
Yates con cui si era avvantaggiato sull’ultima salita. Joao
Almeida ha completato il podio precedendo Tadej Pogacar e
Michael Woods. La vittoria di oggi è la sua tredicesima della
stagione.
Il campione del mondo, Julian Alaphilippe, si è arreso solo
nei chilometri finali prima dell’arrivo di Superga, dopo che
la sua squadra aveva lavorato durante la prima ascesa per
tenerlo nelle prime posizioni del gruppo.

RISULTATO FINALE
1 – Primož Roglic (Jumbo-Visma) – 189km in 4h17’41”, media
44.240 km/h
2 – Adam Yates (Ineos Grenadiers) a 12’’
3 – João Almeida (Deceuninck-Quick Step) a 35’’

I dati raccolti dai dispositivi Velon sulla corsa di Roglic
possono essere trovati qui.

DICHIARAZIONI
Il vincitore della 102^ Milano-Torino presented by Eolo Primož
Roglic (Jumbo-Visma) ha dichiarato in conferenza stampa: “Non
ho avuto molto tempo per pensare quando la Deceuninck-Quick
Step ha attaccato. Se perdi tempo a pensare sei già nel
secondo gruppo. Non ero pronto alla sconfitta. La corsa si è
fatta dura da allora. Sento che sto migliorando sempre più
nelle gare di un giorno. Sapevo esattamente cosa aspettarmi
quando sono venuto in Italia per le ultime corse della
stagione. Sono le gare che preferisco. Sicuramente la vittoria
di oggi significa essere tra i favoriti per Il Lombardia. Ma
io mi preparerò alla gara di sabato da zero. Oggi ho vinto una
bellissima classica, sono davvero molto contento e positivo
per la corsa di sabato. Ci aspettiamo una mossa da parte di
Remco Evenepoel. Spero di avere gambe e squadra forti per
poter competere con lui”.

Il secondo Adam Yates (Ineos Grenadiers), ha detto: “Ho fatto
una bella corsa ma alla fine ha vinto il più forte. Sono
partito molto presto. Di solito Primoz parte solo a 500 metri
dalla fine e vince. È difficile batterlo e oggi la sua
condizione era migliore della mia. Ho fatto del mio meglio ma
sabato ci riproveremo”.
Il terzo João Almeida (Deceuninck-Quick Step), ha dichiarato:
“Adam e Primoz erano semplicemente su un altro livello. Ho
fatto di tutto per seguirli ma non ci sono riuscito. Alla fine
sono orgoglioso di prendere il terzo posto. Per il podio ho
dovuto lottare contro Tadej Pogacar: è davvero un bravo
corridore. Negli ultimi 600 metri ci siamo resi conto che non
avremmo preso i due davanti e così abbiamo lottato per il
terzo posto. Vorrei ringraziare la mia squadra, oggi hanno
fatto un lavoro straordinario”.
Credits: Dario Belingheri

DOMANI GRANPIEMONTE

Tra i nomi che figurano al via della 105a edizione del Gran
Piemonte, che si disputerà lungo un tracciato sostanzialmente
pianeggiante da Rocca Canavese e Borgosesia, c’è il campione
italiano ed europeo, nonché vincitore dell’ultima Parigi-
Roubaix Sorry Colbrelli (Bahrain Victorious) oltre al campione
olimpico Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Elia Viviani
(Cofidis), Matteo Moschetti (Trek – Segafredo), Matteo Trentin
(UAE Team Emirates) e Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Nexthash).

                        #MilanoTorino

                   Photo Credits: LaPresse

Monfalcone   (GO)  UN                               FINE
SETTIMANA   DEDICATO                                ALLA
GRANDE GUERRA
0.
VISITA GUIDATA ALLE TRINCEE DEL PARCO TEMATICO DELLA GRANDE
GUERRA
CON LO STUDIOSO ROBERTO TODERO
ALLA ROCCA DI MONFALCONE MATERIALI ED EQUIPAGGIAMENTI STORICI

Raccontare il primo conflitto mondiale attraverso visite
guidate e approfondimenti storici: lo propone il Comune di
Monfalcone, nell’ambito delle commemorazioni per il Centenario
del Milite Ignoto promosse insieme al Comune di Aquileia.
La Rocca Fasolo Andrea

Il primo evento si snoda tra la Rocca e le trincee del Parco
Tematico della Grande Guerra di Monfalcone. Sabato 9 ottobre,
alle ore 9.30, (con ritrovo davanti alla Rocca) viene proposta
una visita guidata gratuita delle trincee con lo storico e
studioso della Grande Guerra, Roberto Todero. Sia sabato 9 che
domenica 10, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, saranno
inoltre possibili viste tematiche all’interno della Rocca: si
potranno ammirare materiali ed equipaggiamenti della Grande
Guerra e osservare i campi di battaglia del Basso Isonzo dalle
mura della fortezza, arrivando con lo sguardo fino ai cipressi
che oggi adornano il colle Sant’Elia, primo cimitero
monumentale dedicato agli invitti della Terza Armata.

Prenotazioni    al    cell.    334    6000121        o    via
mail: booking@comune.monfalcone.go.it
RALLYLEGEND 2021:                                        CHE        LA
FESTA ABBIA INIZIO!

Eh si, perchè Rallylegend è proprio una festa, una festa di migliaia
di persone che si radunano nella Repubblica di San Marino per
celebrare   un   evento   motoristico   diventato   un   “cult”   fra   gli
appassionati. Tre giorni di auto meravigliose, traversi e derapate (in
totale sicurezza) che riportano indietro negli anni, a quei periodi
ritenuti, a torto o ragione, leggendari e irripetibili, se non nella
piccola Repubblica del Titano.
Frank Kelly

Dall’8 al 10 ottobre fior di campioni, ma anche di piloti meno
blasonati, a bordo di vetture che hanno fatto la storia dei rally si
sfideranno lungo le prove speciali ricavate all’interno del territorio
sammarinese regalando emozioni e adrenalina ad un pubblico pronto ad
applaudire le evoluzioni di questi artisti del volante, dal primo
all’ultimo senza distinzione.

Sono ben 150 gli iscritti a Rallylegend 2021, fra essi spiccano nomi
quali Miki Biasion, Francois Delecour, Craig Breen, Gigi Galli, Franco
Cunico e moltissimi altri ancora che daranno lustro alla 19^ edizione
di Rallylegend.
Christof Klausner

Mancherà purtroppo l’idolo austriaco Christof Klausner con la sua
mitica    Audi   quattro,      deceduto
prematuramente qualche mese fa in un
incidente motociclisto, la cui memoria
verrà ricordata con delle iniziative
specifiche come la “X” sulle vetture
Legend Stars – le più spettacolari – che
da quest’anno saranno denominate “CK
Legend”   in   memoria   del   funambolo
austriaco.

Un’altra iniziativa meritevole di attenzione sarà la maglietta
celebrativa che verrà messa in vendita a Rallylegend, con l’acquisto
si contribuirà ad una raccolta di fondi destinata alla ricostruzione
dell’Audi quattro di Klausner pesantemente danneggiata da una uscita
di strada allo Janner Ralle 2020; una volta restaurata la vettura
dovrebbe partecipare all’edizione 2022 di Rallylegend alla guida di un
pilota a sorpresa scelto dalla famiglia Klausner.
Paolo Diana, ospite fisso a Rallylegend, sempre
  funambolico e spettacolarec con la sua 131
  ipervitaminizzata

Moltissime inoltre le novità per questa edizione di Rallylegend come,
ad esempio, un parco assistenza più grande al Village per poter
ammirare in un unico luogo un maggior numero di vetture.

Insomma, le premesse ci sono tutte per tre giorni di spettacolo e
divertimento: ci si vede a San Marino.

Servizio e foto: Dario Furlan
Musiche Accoglienti: dal 9 al
30      ottobre       quattro
appuntamenti online con le
musiche   nate    dai   suoni
dell’ambiente

9-30 ottobre 2021
MUSICHE ACCOGLIENTI
Quattro appuntamenti online per una nuova
ecologia del suono, con le musiche nate
dai suoni dell’ambiente che ci circonda
Ideate per accogliere il pubblico mentre accede agli spazi
performativi, le Musiche Accoglienti sono performance nate
sull’onda della musique d’ameublement (o de tapisserie) del
grande compositore francese Erik Satie. Sono musiche che
vivono nell’ambiente e lo fanno vivere. Commissionate a
quattro compositori di differenti età e residenti in diverse
parti d’Italia – Victor Andrini, Riccardo Piacentini, Corrado
Rojac, Giorgio Sollazzi – sono espressione di un modo
rinnovato e qualitativamente consistente di vivere
l’esperienza acustica del paesaggio sonoro nel quale viviamo
immersi.

Le quattro musiche accoglienti saranno trasmesse dal 9 al 30
ottobre, tutti i sabati, sui canali Youtube e Facebook di
Rive-Gauche Concerti. Si parte sabato 9 con gli “Abissi
improvvisi” di Victor Andrini, basati su registrazioni
ambientali e strumentali – perlopiù piccole percussioni di
stalattiti e stalagmiti effettuate con diversi tipi di
mazzuole e voci – all’interno delle Grotte di Toirano.
“Polvere e corde” di Corrado Rojac del 16 ottobre, nasce
dall’ascolto del Trio “Dumky” di Antonin Dvořak che ha evocato
nel compositore i ricordi di quando in passato, da studente,
ne acquistò lo spartito in un negozio di articoli musicali a
Trieste. “L’Opera di Gaia e Selene” di sabato 23 di Giorgio
Sollazzi è un “vento musicale” fatto di suoni quasi
impercettibili composti da sezioni elettroniche ispirate a
suoni naturali (l’acqua, il cinguettio degli uccelli, le
campane). L’ultimo appuntamento, sabato 30 ottobre, è con i
“Foto-songs ai tempi del coronavirus” di Riccardo Piacentini,
nati da una serie di registrazioni di paesaggi sonori urbani
effettuate a Torino durante le fasi del primo lockdown e del
successivo post-lockdown.

Rive-Gauche Concerti è da anni impegnata sul fronte di una
nuova ecologia del suono per una musica del presente che,
senza rinunciare a un alto valore artistico, rifletta e faccia
riflettere sulle problematiche dell’inquinamento acustico così
come del silenzio e di una sua migliore (o semplicemente
possibile) esperienzialità nei nostri contesti urbani. Con le
musiche accoglienti si vuole stimolare la creatività di
compositori aperti e sensibili a questa nuova ecologia del
suono per progettare un percorso musicale immersivo che
accompagni il pubblico dai luoghi “naturalmente” aperti a
quelli performativi (che “chiusi” non dovrebbero idealmente
mai essere). Un ponte di suoni organizzati, in altri termini
musica, che conduca per mano dalla vita quotidiana
all’esperienza performativa nell’ottica della foto-musica e
del soundwatching, tenendo mente e orecchie bene aperti e
anche criticamente sensibili alla deturpante invadenza di
alcuni suoni dei paesaggi urbani. Una musica accogliente,
quindi, pensata ad hoc nel più pieno rispetto dell’ambiente:
dolce, sensibile, non invasiva, quasi sublimale, ispirata ai
suoni del quotidiano ma senza banalità e abbrutimento,
civilmente.

CALENDARIO

Sabato 9 ottobre, Victor Andrini “Abissi improvvisi”

Scrive l’autore: «L’archetipo della caverna racchiude
molteplici significati: luogo protetto, regressione all’utero
materno, ma anche inconscio primitivo e apertura a nuovi
mondi. L’elettronica di “Abissi improvvisi” è basata su
registrazioni ambientali e strumentali – perlopiù piccole
percussioni e voci – effettuate all’interno delle Grotte di
Toirano (SV). La percussione di stalattiti e stalagmiti,
realizzata con diversi tipi di mazzuole, è stata autorizzata
dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione
Liguria con la supervisione del Servizio Guide delle Grotte».

Sabato 16 ottobre, Corrado Rojac “Polvere e corde”

Scrive l’autore: «Il brano nasce dall’ascolto del Trio “Dumky”
di Antonin Dvořak che ha evocato in me le immagini di quando,
in passato, da studente, ne avevo acquistato lo spartito qui a
Trieste, in una viuzza del centro storico dove avevo scoperto
un negozio di articoli musicali che ora non esiste più,
scomparso assieme al proprietario, una persona bonaria,
anziana, che prendeva le ordinazioni degli spartiti
avvicinando all’orecchio una specie di corno che l’aiutava a
combattere la sordità avanzante. Ricordo di esser poi capitato
davanti al negozio oramai definitivamente chiuso; dalla
saracinesca abbassata si vedevano ancora gli scaffali, ora
impolverati, e, nella penombra, si notava qualche spartito
sparso si di essi qua e là».

Sabato 23 ottobre, Giorgio Sollazzi “L’Opera di Gaia e Selene”

Scrive l’autore: «[…] Uno degli aspetti per me più stimolanti,
concettualmente e musicalmente, è la presenza di sezioni
elettroniche (composte senza usare suoni naturali: l’acqua, il
cinguettio degli uccelli, le campane) complete e molto
complesse, brani veri e propri che potrebbero anche essere
presentati autonomamente ma trattati in modo che l’altezza sia
tale da non poter essere uditi dall’orecchio umano. Il
risultato, grazie agli altoparlanti che comunque li “eseguono”
è un “vento musicale”. Sono certo che il cervello in qualche
modo sia in grado di recepirli, sia pure in modo inconscio».

Sabato 30 ottobre, Riccardo Piacentini “Foto-songs ai tempi
del coronavirus”

Così l’autore: «‘Foto-songs ai tempi del coronavirus’ nasce da
una serie di registrazioni di paesaggi sonori urbani
effettuate a Torino durante le fasi del primo lockdown e del
successivo post-lockdown. In questa versione concepita come
‘musica accogliente’ l’intento è di immergere l’ascoltatore in
una passeggiata costellata di suoni ambientali e narrazioni
estemporanee che evocano, attraverso la speciale sensibilità
dell’orecchio, alcuni momenti significativi di quelle due fasi
così dense di drammaticità e di speranza. I reportage acustici
si configurano qui come ‘musica’, con il suo tipico
fraseggiare e una capacità organizzativa che affonda nelle
tradizioni della sua storia».

Savoldi.press

Natura   Dèi                      Teatri,   25
EDIZIONE                              Festival
Inaugurazione 7 ott. ore 20 a
Lenz Teatro Parma
La creatività delle donne del panorama internazionale
contemporaneo dà impulso alla venticinquesima edizione del
Festival diretto a Parma da Maria Federica Maestri e Francesco
Pititto in un periodo particolarmente denso per l’ensemble,
tra tour, progetti performativi e formativi in collaborazione
con il Dams di Bologna, l’Università di Parma e lo Iuav di
Venezia.

TOCCARE nelle tre declinazioni di Tenero, Liscio/Striato,
Sforzo è stato il tema del quadriennio 2018-2021 di Natura Dèi
Teatri, ispirato all’opera del grande filosofo Jean-Luc Nancy,
purtroppo recentemente scomparso. Nel 2021 il Festival, che si
tiene a Parma negli spazi di Lenz Teatro, si concentra
sull’elaborazione scenica, visuale, musicale, coreografica del
concetto di Sforzo.

È un’edizione totalmente interpretata dalle opere performative
e visuali di artiste di diverse generazioni e provenienze e
dalle riflessioni di curatrici, studiose, attiviste, filosofe:
«Un messaggio politico e culturale molto nitido» spiega Maria
Federica Maestri «che vuole evidenziare la potenza espressiva
e la densità estetica delle donne nel panorama artistico
contemporaneo» in quest’anno di Parma Capitale italiana della
Cultura.

Inaugura giovedì 7 ottobre alle ore 20 a Lenz Teatro con un
drink di apertura, alle ore 21, con Iphigenia in Tauride | Ich
bin stumm (Io sono muta) di Lenz Fondazione la sezione
autunnale del Festival Natura Dèi Teatri, in programma fino al
26 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 e 13 novembre, la
creazione di Lenz sarà in scena a Bologna, nell’ambito della
programmazione de La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle
Arti dell’Università. In questa creazione – opera-riflesso del
tema concettuale di questa edizione – la biografia della
performer – Monica Barone – è diventata materiale estetico per
un’azione che rende pubblica la propria condizione fisica, il
proprio stato, la propria potente volontà di trasformazione
del gesto intimo in riscatto dall’imposizione religiosa, di
liberazione dall’ordine politico e dalle convenzioni.

Questi i numeri dell’edizione 2021 di Natura Dèi Teatri che,
dopo la sezione estiva che nel mese di giugno ha visto il
debutto dell’irripetibile creazione La vita è sogno realizzata
per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 nel perimetro
esterno dell’Abbazia di Valserena alle porte di Parma nonché
la presenza di Mariangela Gualtieri e Stefania Alos Pedretti e
dopo la preview a settembre in occasione delle celebrazioni
per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ora
entra nel vivo: 24 artiste e 16 studiose coinvolte, 17 diverse
creazioni, 6 prime nazionali, 30 repliche, inoltre una
Personale di fotografia, una Lectio Magistralis di filosofia,
un seminario pluritematico, 2 luoghi di spettacolo.

Prima nazionale per due nuovi allestimenti di Lenz Fondazione:
La Creazione (19-22 ottobre) e Orestea (13-20 novembre).

La Creazione – ph
Francesco Pititto
Ne La Creazione, tra i progetti vincitori del bando Vivere
all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli
Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volto a
valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane e
prima opera del progetto triennale dedicato alle Sacre
Scritture,     Maria    Federica    Maestri    e   Francesco
Pititto dirigono Valentina Barbarini e la soprano Debora
Tresanini in una meditazione di fronte al mistero del
Principio, immersi nell’opera di Franz Joseph Haydn – Die
Schöpfung – e ispirati dalla scrittura sonora di Andrea
Azzali: «Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di
una natura perduta e folgorazioni scientifiche contemporanee
compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi
de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini
ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso
perduto di John Milton» riflettono i registi «Un back
movement interpretato da due figurazioni sceniche,
la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza
dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente
creativo».

Orestea è la summa del progetto quadriennale dedicato alla
tragedia eschilea che si compone di tre creazioni: #1
Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Le Coefore e #3
Pupilla da Le Eumenidi, per la drammaturgia di Francesco
Pititto e la regia di Maria Federica Maestri, la cui potente
traduzione sonora è disegnata da Lillevan, artista tra i più
significativi della scena elettronica musicale internazionale:
«Per una rilettura contemporanea delle origini del tragico, si
confrontano in un’imprescindibile necessità di fusione e in un
dialogo scenico serrato le attrici sensibili e le attrici
storiche dell’ensemble» riflette la regista «L’òikos scenico
abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale
e di dissonanze etiche, in cui l’opposizione tra onore e
amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e
superiorità può trovare risoluzione solo in un atto
degenerativo».
Orestea # Pupilla – ph Maria
                                 Federica Maestri

Modi affatto diversi tra loro ma analogamente rigorosi e
visionari di intendere la danza si realizzano nelle creazioni
di artiste fra le più interessanti del panorama contemporaneo
internazionale: Gloria Dorliguzzo (Folk Tales, 19 ottobre),
Cristina Kristal Rizzo (Toccare. The white dance, 3 novembre),
Silvia Rampelli (Courtesy of, 6 novembre), Doris Uhlich (Every
Body Electric, in video, 6 novembre) e Antonella Bertoni (C’è
vita su Venere, 12 novembre), mentre in continuità con la
preview dedicata all’anniversario dantesco, sabato 30 ottobre
a Lenz Teatro è in programma Esercizi per voce e violoncello
sulla Divina Commedia di Dante di Chiara Guidi, drammaturga,
regista e attrice della Societas. In video Claudia Sorace |
Muta Imago presenterà Bartleby, secondo capitolo della
trilogia dei Racconti Americani, narrazione per suono e
immagini ispirata al celeberrimo testo omonimo di Herman
Melville (21 ottobre).

Tutti gli spettacoli saranno seguiti da conversazioni tra
artisti e pubblico.

«In questi venticinque anni sono state davvero tantissime le
artiste che hanno partecipato alle diverse edizioni del
Festival e molte di loro sono tornate ciclicamente a Parma per
presentare i propri lavori o per realizzarne ad hoc, stimolate
dal tema concettuale individuato» suggerisce Maria Federica
Maestri «A dare forma e sostanza a questa edizione sono le
artiste con cui abbiamo dialogato con più continuità ed
intensità, quelle con le quali pur nella differenza e distanza
linguistica abbiamo percepito affinità e similitudini di
fondo, nitide assonanze con le ragioni etiche che muovono il
fare estetico».

Il ruolo della tragedia, del teatro e degli dèi (in
particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più
influenti della modernità, Friedrich Nietzsche, e la loro
necessità al pensiero in quanto tale saranno al centro della
Lectio Magistralis della filosofa Susanna Mati (12 novembre, a
introdurre la première dell’Orestea di Lenz, in programma il
giorno seguente).

Sabato 20 novembre è in programma un denso seminario
pluritematico con artiste, studiose e attiviste sulle
questioni sensibili nella scena contemporanea, con l’obiettivo
di «dare voce a una differenza, quella femminile, che
ribadisce la propria soggettività nei modi di abitare il
mondo, di fondare linguaggi, alla ricerca di autenticità
singolari e uniche», come spiegano le curatrici Silvia Mei ed
Elena Sorbi.

Il Festival si concluderà venerdì 26 novembre con un finissage
dedicato a Rocco Caccavari, presidente dell’associazione
culturale Natura Dèi Teatri e presidente onorario di Lenz
Fondazione scomparso lo scorso gennaio. Una chiusura del
Festival come anticipazione di un ampio progetto a lui
dedicato per il 2022 in collaborazione con enti istituzionali,
scientifici e artistici, sulla sua figura di politico, medico,
direttore del Sert e di diverse associazioni scientifico-
culturali, figura poliedrica impegnata sui temi sensibili del
nostro tempo.

Pluralità di mondi performativi, lingue sceniche, universi
sensibili e modi di fruizione: molte linee si intrecciano
nella ricerca rigorosa e visionaria di Natura Dèi Teatri. A
ciascuno la possibilità di tracciare il proprio percorso.
Il Festival si colloca in un periodo molto intenso per Lenz
Fondazione, che nei prossimi mesi sarà protagonista di tre
importanti progetti: Campo Lenz. Paesaggi e passaggi nella
poetica di Lenz Fondazione, due giorni che La Soffitta |
DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
il 12 e 13 ottobre dedica, con la curatela di Silvia Mei, alla
ricerca di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (in
programma creazioni live e in video e un seminario teorico-
pratico rivolto agli studenti); la presentazione a L’Altra
Mente Festival di Foligno (PG) dello storico Hamlet Solo
interpretato da Barbara Voghera (recentemente in scena alla
Biennale Teatro di Venezia con Altro stato) e il corso
Creazione della Creazione, in avvio nel mese di dicembre
rivolto alle utenti del Servizio Dipendenze Patologiche
dell’Ausl di Parma, nell’ambito di un’indagine artistica sulle
Sacre Scritture.

Lenz Fondazione, inoltre, è parte della Rete Italiana Europe
Beyond Access, nata in questi mesi dopo un intenso lavoro
iniziato nel 2019 per realizzare manifesti, azioni e impattare
sull’agenda politica nazionale allo scopo di interrogare e
discutere i temi di accessibilità ed inclusione nelle arti
performative per generare consapevolezza, diffondere
conoscenze ed esperienze di buone pratiche, incoraggiare
maggiore partecipazione e leadership di artisti e operatori
culturali con disabilità.

Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione
obbligatoria:       0521      270141,      335     6096220,
info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it.

Lenz Fondazione 2021 > PARTNER ISTITUZIONALI MiC Ministero
della Cultura, MAECI Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di
Parma, AUSL Parma DAI SM-DP Dipartimento Assistenziale
Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Università
degli Studi di Parma PARTNER SOSTENITORI Fondazione
Monteparma, Chiesi Farmaceutici S.p.A. COLLABORAZIONI CSAC
Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Complesso
Monumentale della Pilotta, Fondazione Arturo Toscanini,
Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Istituto
Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma,
Instituto Cervantes, Goethe-Institut, Arcigay Associazione
LGBTI italiana, eUROPA tEATRI – RETI Rete italiana Europe
Beyond Access, Rete regionale I Teatri della Salute, Parma
Città Universitaria, Comitato di indirizzo DUSIC Università
degli Studi di Parma, Coordinamento nazionale Festival del
Contemporaneo SPONSOR TECNICI AuroraDomus, Koppel A.W. Srl.

Michele Pascarella

La creatività delle donne del panorama internazionale
contemporaneo dà impulso alla venticinquesima edizione del
Festival diretto a Parma da Maria Federica Maestri e Francesco
Pititto in un periodo particolarmente denso per l’ensemble,
tra tour, progetti performativi e formativi in collaborazione
con il Dams di Bologna, l’Università di Parma e lo Iuav di
Venezia.

TOCCARE nelle tre declinazioni di Tenero, Liscio/Striato,
Sforzo è stato il tema del quadriennio 2018-2021 di Natura Dèi
Teatri, ispirato all’opera del grande filosofo Jean-Luc Nancy,
purtroppo recentemente scomparso. Nel 2021 il Festival, che si
tiene a Parma negli spazi di Lenz Teatro, si concentra
sull’elaborazione scenica, visuale, musicale, coreografica del
concetto di Sforzo.

È un’edizione totalmente interpretata dalle opere performative
e visuali di artiste di diverse generazioni e provenienze e
dalle riflessioni di curatrici, studiose, attiviste, filosofe:
«Un messaggio politico e culturale molto nitido» spiega Maria
Federica Maestri «che vuole evidenziare la potenza espressiva
e la densità estetica delle donne nel panorama artistico
contemporaneo» in quest’anno di Parma Capitale italiana della
Cultura.
Inaugura giovedì 7 ottobre alle ore 20 a Lenz Teatro con un
drink di apertura, alle ore 21, con Iphigenia in Tauride | Ich
bin stumm (Io sono muta) di Lenz Fondazione la sezione
autunnale del Festival Natura Dèi Teatri, in programma fino al
26 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 e 13 novembre, la
creazione di Lenz sarà in scena a Bologna, nell’ambito della
programmazione de La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle
Arti dell’Università. In questa creazione – opera-riflesso del
tema concettuale di questa edizione – la biografia della
performer – Monica Barone – è diventata materiale estetico per
un’azione che rende pubblica la propria condizione fisica, il
proprio stato, la propria potente volontà di trasformazione
del gesto intimo in riscatto dall’imposizione religiosa, di
liberazione dall’ordine politico e dalle convenzioni.

Questi i numeri dell’edizione 2021 di Natura Dèi Teatri che,
dopo la sezione estiva che nel mese di giugno ha visto il
debutto dell’irripetibile creazione La vita è sogno realizzata
per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 nel perimetro
esterno dell’Abbazia di Valserena alle porte di Parma nonché
la presenza di Mariangela Gualtieri e Stefania ?Alos Pedretti
e dopo la preview a settembre in occasione delle celebrazioni
per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ora
entra nel vivo: 24 artiste e 16 studiose coinvolte, 17 diverse
creazioni, 6 prime nazionali, 30 repliche, inoltre una
Personale di fotografia, una Lectio Magistralis di filosofia,
un seminario pluritematico, 2 luoghi di spettacolo.

Prima nazionale per due nuovi allestimenti di Lenz Fondazione:
La Creazione (19-22 ottobre) e Orestea (13-20 novembre).

Ne La Creazione, tra i progetti vincitori del bando Vivere
all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli
Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volto a
valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane e
prima opera del progetto triennale dedicato alle Sacre
Scritture,     Maria   Federica     Maestri    e  Francesco
Pititto dirigono Valentina Barbarini e la soprano Debora
Tresanini in una meditazione di fronte al mistero del
Principio, immersi nell’opera di Franz Joseph Haydn – Die
Schöpfung – e ispirati dalla scrittura sonora di Andrea
Azzali: «Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di
una natura perduta e folgorazioni scientifiche contemporanee
compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi
de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini
ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso
perduto di John Milton» riflettono i registi «Un back
movement interpretato da due figurazioni sceniche,
la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza
dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente
creativo».

Orestea è la summa del progetto quadriennale dedicato alla
tragedia eschilea che si compone di tre creazioni: #1
Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Le Coefore e #3
Pupilla da Le Eumenidi, per la drammaturgia di Francesco
Pititto e la regia di Maria Federica Maestri, la cui potente
traduzione sonora è disegnata da Lillevan, artista tra i più
significativi della scena elettronica musicale internazionale:
«Per una rilettura contemporanea delle origini del tragico, si
confrontano in un’imprescindibile necessità di fusione e in un
dialogo scenico serrato le attrici sensibili e le attrici
storiche dell’ensemble» riflette la regista «L’òikos scenico
abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale
e di dissonanze etiche, in cui l’opposizione tra onore e
amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e
superiorità può trovare risoluzione solo in un atto
degenerativo».

Modi affatto diversi tra loro ma analogamente rigorosi e
visionari di intendere la danza si realizzano nelle creazioni
di artiste fra le più interessanti del panorama contemporaneo
internazionale: Gloria Dorliguzzo (Folk Tales, 19 ottobre),
Cristina Kristal Rizzo (Toccare. The white dance, 3 novembre),
Silvia Rampelli (Courtesy of, 6 novembre), Doris Uhlich (Every
Body Electric, in video, 6 novembre) e Antonella Bertoni (C’è
vita su Venere, 12 novembre), mentre in continuità con la
preview dedicata all’anniversario dantesco, sabato 30 ottobre
a Lenz Teatro è in programma Esercizi per voce e violoncello
sulla Divina Commedia di Dante di Chiara Guidi, drammaturga,
regista e attrice della Societas. In video Claudia Sorace |
Muta Imago presenterà Bartleby, secondo capitolo della
trilogia dei Racconti Americani, narrazione per suono e
immagini ispirata al celeberrimo testo omonimo di Herman
Melville (21 ottobre).

Tutti gli spettacoli saranno seguiti da conversazioni tra
artisti e pubblico.

«In questi venticinque anni sono state davvero tantissime le
artiste che hanno partecipato alle diverse edizioni del
Festival e molte di loro sono tornate ciclicamente a Parma per
presentare i propri lavori o per realizzarne ad hoc, stimolate
dal tema concettuale individuato» suggerisce Maria Federica
Maestri «A dare forma e sostanza a questa edizione sono le
artiste con cui abbiamo dialogato con più continuità ed
intensità, quelle con le quali pur nella differenza e distanza
linguistica abbiamo percepito affinità e similitudini di
fondo, nitide assonanze con le ragioni etiche che muovono il
fare estetico».

Il ruolo della tragedia, del teatro e degli dèi (in
particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più
influenti della modernità, Friedrich Nietzsche, e la loro
necessità al pensiero in quanto tale saranno al centro della
Lectio Magistralis della filosofa Susanna Mati (12 novembre, a
introdurre la première dell’Orestea di Lenz, in programma il
giorno seguente).

Sabato 20 novembre è in programma un denso seminario
pluritematico con artiste, studiose e attiviste sulle
questioni sensibili nella scena contemporanea, con l’obiettivo
di «dare voce a una differenza, quella femminile, che
ribadisce la propria soggettività nei modi di abitare il
mondo, di fondare linguaggi, alla ricerca di autenticità
singolari e uniche», come spiegano le curatrici Silvia Mei ed
Elena Sorbi.

Il Festival si concluderà venerdì 26 novembre con un finissage
dedicato a Rocco Caccavari, presidente dell’associazione
culturale Natura Dèi Teatri e presidente onorario di Lenz
Fondazione scomparso lo scorso gennaio. Una chiusura del
Festival come anticipazione di un ampio progetto a lui
dedicato per il 2022 in collaborazione con enti istituzionali,
scientifici e artistici, sulla sua figura di politico, medico,
direttore del Sert e di diverse associazioni scientifico-
culturali, figura poliedrica impegnata sui temi sensibili del
nostro tempo. Pluralità di mondi performativi, lingue
sceniche, universi sensibili e modi di fruizione: molte linee
si intrecciano nella ricerca rigorosa e visionaria di Natura
Dèi Teatri. A ciascuno la possibilità di tracciare il proprio
percorso.

Il Festival si colloca in un periodo molto intenso per Lenz
Fondazione, che nei prossimi mesi sarà protagonista di tre
importanti progetti: Campo Lenz. Paesaggi e passaggi nella
poetica di Lenz Fondazione, due giorni che La Soffitta |
DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
il 12 e 13 ottobre dedica, con la curatela di Silvia Mei, alla
ricerca di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (in
programma creazioni live e in video e un seminario teorico-
pratico rivolto agli studenti); la presentazione a L’Altra
Mente Festival di Foligno (PG) dello storico Hamlet Solo
interpretato da Barbara Voghera (recentemente in scena alla
Biennale Teatro di Venezia con Altro stato) e il corso
Creazione della Creazione, in avvio nel mese di dicembre
rivolto alle utenti del Servizio Dipendenze Patologiche
dell’Ausl di Parma, nell’ambito di un’indagine artistica sulle
Sacre Scritture.

Lenz Fondazione, inoltre, è parte della Rete Italiana Europe
Beyond Access, nata in questi mesi dopo un intenso lavoro
iniziato nel 2019 per realizzare manifesti, azioni e impattare
sull’agenda politica nazionale allo scopo di interrogare e
discutere i temi di accessibilità ed inclusione nelle arti
performative per generare consapevolezza, diffondere
conoscenze ed esperienze di buone pratiche, incoraggiare
maggiore partecipazione e leadership di artisti e operatori
culturali con disabilità.

Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione
obbligatoria:       0521      270141,      335     6096220,
info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it.

Lenz Fondazione 2021 > PARTNER ISTITUZIONALI MiC Ministero
della Cultura, MAECI Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di
Parma, AUSL Parma DAI SM-DP Dipartimento Assistenziale
Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Università
degli Studi di Parma PARTNER SOSTENITORI Fondazione
Monteparma, Chiesi Farmaceutici S.p.A. COLLABORAZIONI CSAC
Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Complesso
Monumentale della Pilotta, Fondazione Arturo Toscanini,
Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Istituto
Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma,
Instituto Cervantes, Goethe-Institut, Arcigay Associazione
LGBTI italiana, eUROPA tEATRI – RETI Rete italiana Europe
Beyond Access, Rete regionale I Teatri della Salute, Parma
Città Universitaria, Comitato di indirizzo DUSIC Università
degli Studi di Parma, Coordinamento nazionale Festival del
Contemporaneo SPONSOR TECNICI AuroraDomus, Koppel A.W. Srl.

Michele Pascarella
Anà-Thema impegnata ne “Il
segreto del bosco vecchio” di
Buzzati debutto 10 ottobre
ore 18 e 21
Una stagione che non solo porterà come sempre sul
palco di Osoppo prime assolute, regionali e
nazionali con grandi nomi del mondo dello
spettacolo, ma che addirittura raddoppia. Già,
perché “Eureka 12”, il cartellone proposto da Anà-
Thema al Teatro della Corte di Osoppo, è pronto a
partire da domenica 10 ottobre con due repliche per
ogni serata, una alle 18 e una alle 21. Un modo per
venire incontro al sempre folto pubblico che assiste
agli spettacoli e che, a causa della ridotta
capienza dovuta alle normative sanitarie, non
avrebbe potuto trovare posto.

compagnia ana-thema teatro

Un viaggio oltre i confini
“Presentiamo – spiega il direttore artistico della compagnia,
l’attore e regista Luca Ferri – una stagione completa che
proseguirà fino a marzo e oltre perché vogliamo credere in una
vera ripartenza e guardare al futuro con ottimismo. Un
programma che quest’anno proporrà meno monologhi e più storie
ricche di emozioni, attori, scene e diverse compagnie.
L’energia, l’ottimismo e la voglia di guardare oltre
l’orizzonte che ci hanno sempre caratterizzato – prosegue –
non ci mancano”.
Ecco allora che sta per alzarsi il sipario su un cartellone di
eventi per tutta la famiglia, dalla prosa agli spettacoli
itineranti, dal capodanno ai concerti, dalle rappresentazioni
natalizie alle ormai famose cene con delitto sia alla Corte di
Osoppo, ma anche nell’Atelier teatrale di Udine e in tanti
altri luoghi insoliti della regione.

Il debutto in prima assoluta con Buzzati
Fresco dell’anteprima appena proposta al Comunale di Belluno,
debutta in prima

                                  Il segreto del bosco vecchio
                                  Ana-Thema

assoluta domenica 10 ottobre la nuova produzione di Anà-Thema
Teatro che stavolta si cimenta con un classico della
letteratura italiana come “Il segreto del bosco vecchio” di
Dino Buzzati, spettacolo che ha ottenuto il patrocinio sia
dell’associazione internazionale a lui dedicata, sia del
Centro studi Dino Buzzati così come dell’associazione
culturale Villa Buzzati San pellegrino- Il granaio.

La prima edizione del romanzo-fiaba è del 1935 e tantissimi
ricorderanno la celebre trasposizione cinematografica di
Ermanno Olmi del 1993. Sogno, magia, nostalgia, umanità e
natura sono intrecciati in un affresco portato in scena, per
la regia di Luca Ferri, da Luca Marchioro, Alberto Fornasati e
Massimiliano Kodric.

Una stagione ricca di sorprese

Denny Mendez Carro di
Dioniso

Scorrendo il programma, balzano agli occhi i nomi dei
protagonisti di questa stagione, come Denny Mendez, ospite di
Anà-Thema con “Il carro di Dioniso” il 24 ottobre, ma
anche Maddalena Lizzi con la regia di Filippo D’Alesso
impegnata sulla scena nei panni di Elisabetta I.
Torna a grande richiesta (28 novembre) l’applaudita
compagnia Stivalaccio Teatro che a Osoppo porta il suo
“Arlecchino furioso”. Sul fronte delle nuove produzioni di
Anà-Thema, domenica 23 gennaio sarà la volta della prima
assoluta del Re Lear, una riscrittura drammaturgica che
contamina il testo originale pur restando fedele
a Shakespeare nella sua forma più profonda.

                                 Maddalena Lizzi Elisabetta I

Raffinato dialogo drammatico sulla vita e l’arte, su finzione
e realtà, sulle possibilità dell’uomo di sapere distinguere
tra la prima e la seconda è “Il veleno del teatro” (13
febbraio) con Salvatore Della Villa e Mauro Racanati. Grande
attesa, il 27 febbraio, per “Frida”, spettacolo di danza della

Lyric    dance
company Frida

Lyric Dance Company con le coreografie di Alberto Canestro su
musiche di Enrico Fabio Cortese. Il ritratto danzato “dipinto”
da Canestro trasporta lo spettatore nel mondo a tinte forti di
una donna, Frida Kahlo, che esprime la libertà di essere sé
stessa, senza maschere, autentica e naturale.
Non poteva mancare, 13 marzo, un grande classico come Luigi
Pirandello con “Non si sa come”, ultimo lavoro teatrale
compiuto del genio siciliano che ora rivive grazie alla regia
di Francesco Brachetti. Gran finale, il 27 marzo, con un’altra
produzione di Anà-Thema che con determinazione ha voluto
portare in scena la vita di David Maria Turoldo. Realizzato in
collaborazione e col patrocinio del Centro studi David Maria
Turoldo, “Anima ribelle”, questo il titolo dello spettacolo,
esplora il vissuto e le radici friulane di Turoldo, il suo
rapporto con la madre e con la gente della sua terra e della
sua casa.

Natale, Capodanno, Cene con delitto e la Villa di Dracula.
Non mancano nel calendario gli appuntamenti divenuti ormai
irrinunciabili nelle proposte di Anà-Thema, come il Concerto
di Natale (19 dicembre), il Capodanno a teatro, stavolta con
l’irresistibile comicità dei Trigeminus e la loro “Divine
Comedie”, così come le “Cene con delitto” e due serate
all’insegna di Halloween con la “Villa di Dracula” (30 e 31
ottobre).

Biglietteria
Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare ai
numeri 3453146797 o 04321740499 o inviare una email
all’indirizzo info@anathemateatro.com. In base alle normative
sanitarie per il contenimento della pandemia, per accedere al
Teatro della Corte di Osoppo è necessaria, dai 12 anni in su,
la presentazione del Green Pass. Come ricordato gli spettacoli
in cartellone, ad eccezione di quelli proposti per le
festività (Capodanno, Halloween), si terranno la domenica con
due repliche, una alle 18 e una alle 21. La stagione Eureka 12
gode del contributo della Regione Friuli Venezia Giulia,
Fondazione Friuli e del Comune di Osoppo.
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