Earthbound, il mondo che verrà - Il Discorso
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Earthbound, il mondo che verrà In un mondo che non ci vuole più, devastato e violato da inquinamento e sfruttamento esiste la possibilità di una vita futura e possibile. Marta Cuscunà, pluripremiata artista monfaconese ci dà, con il suo nuovo lavoro Earthbound, ovvero le storie delle Camille, dei suggerimenti. Liberamente tratto dagli scritti di Donna Haraway che, nelle sue storie delle Camille e dei bambini, partendo dal presupposto che la specie umana ha commesso gravi errori ecologici e politici, e per sopravvivere deve sviluppare l’arte di vivere in un pianeta danneggiato, la Cuscunà immagina un alleanza tra umani a cui vengono impiantati geni di creature in estinzione. In questo modo si può ristabilire un equilibrio dove l’uomo non è più dominatore della realtà che lo circonda. Lo spettacolo. Sul palco una grande sfera che ruotando ci permette di osservare le sue due facce, una abitata dalle Camille, l’altra da un’anziana che sembra dormire. A lato della sfera un albero senza le foglie con i rami protesi verso
il cielo. La parte abitata dalle Camille, noi ne vediamo tre, ha una vegetazione lussureggiante. Le loro forme ricordano animali. Le Camille si interrogano sul futuro e sulla possibilità di avere dei figli. La scelta di mettere al mondo una nuova creatura avviene in modo collegiale attraverso una specie di sondaggio che non si effettuava da più di quarant’anni. Tutto nel mondo delle Camille è interconnesso e nessuna scelta è fine a se stessa: il mantra ripetuto più e più volte è infatti “fate legami non bambini”. La prescelta che accoglierà la nuova vita è piena di timori, fragilità e insicurezze proprie di chi è, o spera di essere in attesa. La figura che abita l’altra parte della sfera ha le sembianze umane di una donna anziana, stanca che racconta delle sue emozioni e sensazioni. La Cuscunà, unica vera umana sul palco, muove, aziona lei direttamente le creature animatroniche (progettate da Paola Villani e ispirate alle opere di Patricia Piccinini) le accompagna nei movimenti e nelle parole. È anche Gaia,
l’intelligenza artificiale grazie alla quale possono esistere. Alla fine il cerchio si chiude: l’umano è connesso alle Camille attraverso l’intelligenza artificiale. Can’t take my eyes off you chiude lo spettacolo molto apprezzato e applaudito dal pubblico del Palamostre di Udine (il lavoro è una coproduzione CSS Teatro Stabile di Innovazione del Fvg, ERT Fondazione, Etnorama con il sostegno di São Luiz Teatro Municipal Lisbona). Difficilmente i pensieri potranno essere distolti dal significato della storia ambientata in un futuro prossimo non troppo lontano. La domanda quindi è: vogliamo davvero far parte del futuro? Non possiamo chiudere gli occhi. Dobbiamo fare qualcosa, tutti. mtr Pignolo e friulanità nell’enoteca di Alessandro Cossa Udine, a metà via Manin, prima di arrivare in piazza Libertà, Alessandro Cossa ha scelto di aprire l’enoteca al Pignolo. Distinto ed eclettico, ci accoglie con la sua personalità magnetica. Il locale è storico e celebra la friulanità con quel giusto mix tra tradizione e innovazione. L’abbinamento della persona con un vino sembra quasi scontata
ma estremamente azzeccata in questo caso, Alessandro rispecchia veramente il vino Pignolo, anche nel suo essere, una persona che si apre poco a poco, regalando struttura, verve e dinamicità che si affinano col tempo. Qual è la storia della tua enoteca? L’enoteca il Pignolo ha un nome che evoca il re delle uve a bacca rossa del Friuli e che rispecchia anche la mia personalità, dato che sono abbastanza preciso nelle cose che faccio. Abbiamo aperto il 25 maggio dell’anno scorso, in realtà il progetto dell’enoteca era pronto per l’8 Marzo di quell’anno, si voleva prendere due piccioni con una fava e fare la festa della donna e l’inaugurazione del locale. L’unica cosa che abbiamo fatto e l’8 Marzo è stata chiamare il fiorista e disdire le 200 mimose ordinate, dato che poi avremmo chiuso per 86 giorni causa lockdown. Questo è un progetto che nasce da un piccolo sogno nel cassetto e i cassetti ogni tanto si riescono ad aprire. Io volevo avviare in realtà un agriturismo/enoteca/ristorante sul Collio, ma era una cosa impegnativa, mi mancava uno 0 in più nel budget, così ho deciso di partire con l’enoteca. Ho lavorato per più di 10 anni nella grande distribuzione in giro per il mondo, ho fatto tre continenti, 7 paesi e un paio di città. Ho sempre avuto la passione del vino. Mio nonno si chiamava Romano Biasutti, terza tessera Ais del Friuli Venezia Giulia. In famiglia il vino è sempre stato nel nostro DNA. Nel 2019 mi sono preso un anno sabbatico, dove ho girato Udine per capire cosa c’era e cosa mancava. Dal mio punto di vista mancava un’enoteca che facesse 100% Friuli e che tenesse cantine meno blasonate, visto che in
regione ci sono più di 2000 produttori, ma a Udine giravano per lo più quei 100/150. Quindi armato di pazienza, ho iniziato a girare cantine. Ne ho fatto 133 nel 2019, un po’ insieme a mio cugino, un po’ insieme agli amici, ad assaggiare quello che volevo per poi tenerlo nella mia enoteca. Arrivati in via Manin mi sono accorto che mancava un posto del genere, in una via storica che a mio avviso andava rilanciata. Non sapevamo se eravamo le persone giuste per rilanciarla, però a livello logistico è ottima, poi riaprivano i Piombi e altre realtà, quindi abbiamo deciso di procedere. Ho trovato Il locale in un palazzo storico del 1400 con una porta del quattordicesimo secolo e tanta storia alle spalle. Negli anni 50’ e 60’ è stato la prima trattoria Aquila nera, un vecchio ristorante udinese, si racconta che fosse l’unico ristorante, bar, osteria che avesse una corte interna con le travi a vista. Si voleva dare un po’ di lustro al nome, a quello che era in passato il nostro locale, volevamo dargli un tono rustico. Tutto l’arredamento interno è made in Friuli, il legno massello è di Tarvisio, così siamo partiti con l’idea di fare 100% Friuli, compreso chi ci lavora. Fino ad oggi abbiamo rispettato quest’idea al 99%, ma ogni tanto siamo passati per la valle del Vipacco, in Brda, eccetera, anche perché siamo una terra di confine ed è giusto che venga rispettato. Come ti sei appassionato a questo mondo? E qual è il tuo primo ricordo legato al vino? Credo faccia parte del DNA di noi friulani, come dire che domani un genovese non si appassionerà al mare, o un tarvisiano non si appassionerà alla montagna. Io credo che un friulano non potrà mai non appassionarsi al vino. Abbiamo un territorio dal punto di vista ampelografico fantastico, basta
fare da qualsiasi paesino 10 km e troverai comunque una vite. Di famiglia mio padre è un bravo bevitore, mio nonno era un grande bevitore, un gran collezionista di vino, un super appassionato. Il vino va di pari passo purtroppo col portafoglio, più il tuo portafoglio cresce più avrai la possibilità di poter assaggiare, di poter studiare. Un ricordo che ho, e penso che tutti friulani lo abbiano, è di quando tuo nonno ti chiamava in cantina e diceva, con la damigiana da 53 litri vicino, di aspirare dal tubo del travaso e poi travasare, dopo 10 minuti ti girava la testa e avevi le labbra viola. Mi ricordo anche di qualche bicchiere di vino rosso e aranciata di mio papà, che diceva prova a quest’aranciata amara, ma devo dire che ho dei ricordi un po’ annebbiati. C’è un prodotto di punta del tuo locale? Noi ogni lunedì mettiamo in mescita un Pignolo differente, d’estate abbiamo però un po’ accantonato questa usanza, dato che non abbiamo più l’estate di una volta, ora fa veramente troppo caldo per bere vini rossi, solo i veri eroi lo fanno. Il Pignolo è il vino su cui puntiamo, perché ci piace farlo conoscere. I suoi produttori in Friuli sono una settantina circa ed è giusto puntare su questo vino. Non ci guadagniamo economicamente, lo dico subito fuori dai denti, perché non riusciamo con un paio di calici a ripagare una bottiglia, diciamo che sul Pignolo arriviamo a 4 calici o più per ammortizzare i costi, però abbiamo piacere che la gente possa capire perché noi amiamo quest’uva. Nel 1978 il vitigno stava per scomparire, poi grazie a Walter Filiputti è state riscoperto, leggenda vuole che abbiano conservato le ultime due piante a Rauscedo, questo è importante.
Cosa ne pensi del mondo vitivinicolo oggi e dove pensi si trovi il mondo vitivinicolo friulano al suo interno? Penso che il mondo vitivinicolo oggi sia in forte crescita. Penso che il turismo enogastronomico oggi sia veramente una cosa di punta, lo si vede nel momento in cui nascono influencer del vino come conigli, gente che dovrebbe studiare un po’ di più ed essere più preparata. Il vino per me è sempre o buono o cattivo, poi o è rosso, o bianco, o bollicina e dopo da lì ognuno mette in campo la sua soggettività e la sua esperienza. E’ bello vedere che le persone oggi non hanno più paura di bere il taglio da 4 o 8 euro. La mia opinione è che si vada verso un mondo in cui si beve meno, ma più consapevolmente. In Friuli su questo siamo molto indietro, nonostante sia fantastico che il nostro vino faccio parte del quotidiano già alle 10 del mattino, con un taglio da €1,50, ma non può in qualche modo regalarti una soddisfazione o farti accrescere dal punto di vista vitivinicolo la tua conoscenza. Una volta il vino era alimentazione, oggi è diventato un piacere, un vizio, una passione. Ormai non ha senso bere sei vini della casa a €1,50, preferisco con €9 bermi due calici da €4,50 o un calice da 5€ e uno da 4€. Penso questa sia la direzione che il Friuli debba prendere. Negli anni ’80 eravamo la terza regione vitivinicola per importanza in Italia. Oggi siamo all’undicesimo posto, davanti a noi ci sono le Marche, se chiedi a 10 passanti adesso, non sanno collocarla fisicamente in Italia, però sono più forti di noi. In Friuli è difficile fare, è difficile darsi una mano. Ognuno guarda l’erba del vicino che è sempre più verde, non vuole fare il giardiniere, dal punto di vista vitivinicolo dobbiamo fare tanti, tanti passi avanti. Oggi in regione si beve bene, è difficile che ci siano vini difettati nel XXI secolo e ci sono grandi produttori, alcuni a mio parere sono anche fra i top 10 in Italia a livello di vigneron, poi ognuno ha i propri gusti. Come pensi si possa migliorare il rapporto tra vignaioli e
consumatori ? Io credo che un esempio da prendere in considerazione sia il Trentino Alto Adige, non tanto per le cantine sociali, ma per la correttezza che hanno i produttori. Mi spiego meglio, se tu vai in una cantina in Trentino, anche se sei un distributore piuttosto che un privato e gli chiedi di comprare 10 cartoni, non ti diranno mai di sì. Ti diranno passa per il nostro agente di zona, lo compri da lui e al limite ti do adesso una o due bottiglie. Magari te le regalano pure, però passi per il loro agente. In Friuli invece è un far-west, tu vai in cantina e il produttore ti dirà, prendi sei cartoni subito, che tu sia un privato, un agente, un distributore, un’enoteca e avrai un prezzo diverso per ognuno. Penso sia una catena, come quella alimentare. Nel momento in cui uno fa il vino, deve concentrarsi a fare il vino. Una persona che stimo molto per questo e non perché è un mio zio adottivo però è Fulvio Bressan. Vai in cantina da lui e ti vende al massimo due o tre bottiglie, se gli va di venderti, ma se tu vai lì per comprare sei cartoni non te li darà, dirà contatta il mio agente sul Friuli. Quando in lockdown abbiamo fatto una diretta Facebook con Fulvio, uno dei commenti in chat live era se in periodo di lockdown inizierà a vendere ai privati. Lui rispose che se vende ai privati cosa gli serve avere un’enoteca come Alessandro al Pignolo e avere Oscar come agente? Ma è giusto che sia così il, vignaiolo deve fare il vino, è come quando vai in un ristorante e leggi specialità pesce e poi vedi che dalla cucina esce tutt’altro. Cosa pensi delle enoturismo? Dal 2019 ad oggi è stato molto complicato, il 2020 e 2021 devono essere presi come esempio e siamo stati limitati su tantissime cose. Eravamo abituati ad avere tantissimi
austriaci nella nostra terra, ma quest’anno siamo stati aiutati a livello turistico, grazie ai paesi non Schengen, tipo la Croazia. Tantissimi americani volavano lì e invece di andare direttamente in Toscana o in Piemonte passavano per il Friuli, questo può aiutare ma sarà un processo lunghissimo. Secondo me ad oggi la Toscana o il Piemonte non fanno dei vini nettamente superiori a quelli friulani. La vera differenza è che sono regioni progettate per accogliere un tipo di turismo, dal punto di vista sia di strutture ricettive, di infrastrutture e di vini bandiera, che il Friuli non ha. Tu vai in Piemonte se vuoi andare a bere Nebbiolo, vai in Toscana se vuoi andare a bere un San Giovese. Chi viene in Friuli va in Oslavia a bere i vini macerati, va sul Carso a bere vitovska e Malvasia, va sul Collio a bere qualsiasi cosa, da quel punto di vista siamo ancora dispersivi. Una decina di anni fa per il rilancio del Brand friulano, sono stati stanziati più di 50 milioni di euro. Il tipicamente friulano è stato un fallimento totale e da lì in poi ci siamo ancorati, non ci saranno più quegli incentivi europei che aiuteranno il Friuli a crescere dal punto di vista dell’enoturismo. Abbiamo tantissimi enti come Promoturismo Friuli, FVG live, eccetera, che dovrebbero trovare delle relazioni più importanti e durature tra enoteche, ristoranti, cantine. Ci sono tantissime società che hanno progetti sul Collio eccetera, ma bisogna vedere se vengono fatti per passione o se sono fatti per intascarsi qualche soldo in più. Se la risposta è la b allora non cresceremo mai, ma se la risposta è per promuovere un territorio, allora lì si potrebbe fare veramente bene. Filippo Frongillo ©Riproduzione riservata
Primož Roglic ha vinto la 102^ Milano-Torino ROGLIC RE DI SUPERGA Lo sloveno conquista la Milano-Torino attaccando sull’ultima salita, insieme a Yates, per poi staccarlo a 250 metri dal traguardo. Almeida ha completato il podio mentre quarto è giunto Pogacar. Domani GranPiemonte con Sonny Colbrelli, Filippo Ganna, Elia Viviani, Giacomo Nizzolo and Matteo Moschetti. Credits: Tommaso Pelagalli Torino (Superga), 6 ottobre 2021 – Primoz Roglic vince la classica più antica arrivando solo al traguardo, posto ai piedi della Basilica di Superga. Lo sloveno, vincitore della Vuelta e recentemente del Giro dell’Emilia, ha battuto Adam Yates con cui si era avvantaggiato sull’ultima salita. Joao Almeida ha completato il podio precedendo Tadej Pogacar e Michael Woods. La vittoria di oggi è la sua tredicesima della
stagione. Il campione del mondo, Julian Alaphilippe, si è arreso solo nei chilometri finali prima dell’arrivo di Superga, dopo che la sua squadra aveva lavorato durante la prima ascesa per tenerlo nelle prime posizioni del gruppo. RISULTATO FINALE 1 – Primož Roglic (Jumbo-Visma) – 189km in 4h17’41”, media 44.240 km/h 2 – Adam Yates (Ineos Grenadiers) a 12’’ 3 – João Almeida (Deceuninck-Quick Step) a 35’’ I dati raccolti dai dispositivi Velon sulla corsa di Roglic possono essere trovati qui. DICHIARAZIONI Il vincitore della 102^ Milano-Torino presented by Eolo Primož Roglic (Jumbo-Visma) ha dichiarato in conferenza stampa: “Non ho avuto molto tempo per pensare quando la Deceuninck-Quick Step ha attaccato. Se perdi tempo a pensare sei già nel secondo gruppo. Non ero pronto alla sconfitta. La corsa si è fatta dura da allora. Sento che sto migliorando sempre più
nelle gare di un giorno. Sapevo esattamente cosa aspettarmi quando sono venuto in Italia per le ultime corse della stagione. Sono le gare che preferisco. Sicuramente la vittoria di oggi significa essere tra i favoriti per Il Lombardia. Ma io mi preparerò alla gara di sabato da zero. Oggi ho vinto una bellissima classica, sono davvero molto contento e positivo per la corsa di sabato. Ci aspettiamo una mossa da parte di Remco Evenepoel. Spero di avere gambe e squadra forti per poter competere con lui”. Il secondo Adam Yates (Ineos Grenadiers), ha detto: “Ho fatto una bella corsa ma alla fine ha vinto il più forte. Sono partito molto presto. Di solito Primoz parte solo a 500 metri dalla fine e vince. È difficile batterlo e oggi la sua condizione era migliore della mia. Ho fatto del mio meglio ma sabato ci riproveremo”.
Il terzo João Almeida (Deceuninck-Quick Step), ha dichiarato: “Adam e Primoz erano semplicemente su un altro livello. Ho fatto di tutto per seguirli ma non ci sono riuscito. Alla fine sono orgoglioso di prendere il terzo posto. Per il podio ho dovuto lottare contro Tadej Pogacar: è davvero un bravo corridore. Negli ultimi 600 metri ci siamo resi conto che non avremmo preso i due davanti e così abbiamo lottato per il terzo posto. Vorrei ringraziare la mia squadra, oggi hanno fatto un lavoro straordinario”.
Credits: Dario Belingheri DOMANI GRANPIEMONTE Tra i nomi che figurano al via della 105a edizione del Gran Piemonte, che si disputerà lungo un tracciato sostanzialmente pianeggiante da Rocca Canavese e Borgosesia, c’è il campione italiano ed europeo, nonché vincitore dell’ultima Parigi-
Roubaix Sorry Colbrelli (Bahrain Victorious) oltre al campione olimpico Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Elia Viviani (Cofidis), Matteo Moschetti (Trek – Segafredo), Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Nexthash). #MilanoTorino Photo Credits: LaPresse Monfalcone (GO) UN FINE SETTIMANA DEDICATO ALLA GRANDE GUERRA 0. VISITA GUIDATA ALLE TRINCEE DEL PARCO TEMATICO DELLA GRANDE GUERRA CON LO STUDIOSO ROBERTO TODERO ALLA ROCCA DI MONFALCONE MATERIALI ED EQUIPAGGIAMENTI STORICI Raccontare il primo conflitto mondiale attraverso visite guidate e approfondimenti storici: lo propone il Comune di Monfalcone, nell’ambito delle commemorazioni per il Centenario del Milite Ignoto promosse insieme al Comune di Aquileia.
La Rocca Fasolo Andrea Il primo evento si snoda tra la Rocca e le trincee del Parco Tematico della Grande Guerra di Monfalcone. Sabato 9 ottobre, alle ore 9.30, (con ritrovo davanti alla Rocca) viene proposta una visita guidata gratuita delle trincee con lo storico e studioso della Grande Guerra, Roberto Todero. Sia sabato 9 che domenica 10, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, saranno inoltre possibili viste tematiche all’interno della Rocca: si potranno ammirare materiali ed equipaggiamenti della Grande Guerra e osservare i campi di battaglia del Basso Isonzo dalle mura della fortezza, arrivando con lo sguardo fino ai cipressi che oggi adornano il colle Sant’Elia, primo cimitero monumentale dedicato agli invitti della Terza Armata. Prenotazioni al cell. 334 6000121 o via mail: booking@comune.monfalcone.go.it
RALLYLEGEND 2021: CHE LA FESTA ABBIA INIZIO! Eh si, perchè Rallylegend è proprio una festa, una festa di migliaia di persone che si radunano nella Repubblica di San Marino per celebrare un evento motoristico diventato un “cult” fra gli appassionati. Tre giorni di auto meravigliose, traversi e derapate (in totale sicurezza) che riportano indietro negli anni, a quei periodi ritenuti, a torto o ragione, leggendari e irripetibili, se non nella piccola Repubblica del Titano.
Frank Kelly Dall’8 al 10 ottobre fior di campioni, ma anche di piloti meno blasonati, a bordo di vetture che hanno fatto la storia dei rally si sfideranno lungo le prove speciali ricavate all’interno del territorio sammarinese regalando emozioni e adrenalina ad un pubblico pronto ad applaudire le evoluzioni di questi artisti del volante, dal primo all’ultimo senza distinzione. Sono ben 150 gli iscritti a Rallylegend 2021, fra essi spiccano nomi quali Miki Biasion, Francois Delecour, Craig Breen, Gigi Galli, Franco Cunico e moltissimi altri ancora che daranno lustro alla 19^ edizione di Rallylegend.
Christof Klausner Mancherà purtroppo l’idolo austriaco Christof Klausner con la sua mitica Audi quattro, deceduto prematuramente qualche mese fa in un incidente motociclisto, la cui memoria verrà ricordata con delle iniziative specifiche come la “X” sulle vetture Legend Stars – le più spettacolari – che da quest’anno saranno denominate “CK Legend” in memoria del funambolo austriaco. Un’altra iniziativa meritevole di attenzione sarà la maglietta celebrativa che verrà messa in vendita a Rallylegend, con l’acquisto si contribuirà ad una raccolta di fondi destinata alla ricostruzione dell’Audi quattro di Klausner pesantemente danneggiata da una uscita di strada allo Janner Ralle 2020; una volta restaurata la vettura dovrebbe partecipare all’edizione 2022 di Rallylegend alla guida di un pilota a sorpresa scelto dalla famiglia Klausner.
Paolo Diana, ospite fisso a Rallylegend, sempre funambolico e spettacolarec con la sua 131 ipervitaminizzata Moltissime inoltre le novità per questa edizione di Rallylegend come, ad esempio, un parco assistenza più grande al Village per poter ammirare in un unico luogo un maggior numero di vetture. Insomma, le premesse ci sono tutte per tre giorni di spettacolo e divertimento: ci si vede a San Marino. Servizio e foto: Dario Furlan
Musiche Accoglienti: dal 9 al 30 ottobre quattro appuntamenti online con le musiche nate dai suoni dell’ambiente 9-30 ottobre 2021 MUSICHE ACCOGLIENTI Quattro appuntamenti online per una nuova ecologia del suono, con le musiche nate dai suoni dell’ambiente che ci circonda
Ideate per accogliere il pubblico mentre accede agli spazi performativi, le Musiche Accoglienti sono performance nate sull’onda della musique d’ameublement (o de tapisserie) del grande compositore francese Erik Satie. Sono musiche che vivono nell’ambiente e lo fanno vivere. Commissionate a quattro compositori di differenti età e residenti in diverse parti d’Italia – Victor Andrini, Riccardo Piacentini, Corrado Rojac, Giorgio Sollazzi – sono espressione di un modo rinnovato e qualitativamente consistente di vivere l’esperienza acustica del paesaggio sonoro nel quale viviamo immersi. Le quattro musiche accoglienti saranno trasmesse dal 9 al 30 ottobre, tutti i sabati, sui canali Youtube e Facebook di Rive-Gauche Concerti. Si parte sabato 9 con gli “Abissi improvvisi” di Victor Andrini, basati su registrazioni
ambientali e strumentali – perlopiù piccole percussioni di stalattiti e stalagmiti effettuate con diversi tipi di mazzuole e voci – all’interno delle Grotte di Toirano. “Polvere e corde” di Corrado Rojac del 16 ottobre, nasce dall’ascolto del Trio “Dumky” di Antonin Dvořak che ha evocato nel compositore i ricordi di quando in passato, da studente, ne acquistò lo spartito in un negozio di articoli musicali a Trieste. “L’Opera di Gaia e Selene” di sabato 23 di Giorgio Sollazzi è un “vento musicale” fatto di suoni quasi impercettibili composti da sezioni elettroniche ispirate a suoni naturali (l’acqua, il cinguettio degli uccelli, le campane). L’ultimo appuntamento, sabato 30 ottobre, è con i “Foto-songs ai tempi del coronavirus” di Riccardo Piacentini, nati da una serie di registrazioni di paesaggi sonori urbani effettuate a Torino durante le fasi del primo lockdown e del successivo post-lockdown. Rive-Gauche Concerti è da anni impegnata sul fronte di una nuova ecologia del suono per una musica del presente che, senza rinunciare a un alto valore artistico, rifletta e faccia riflettere sulle problematiche dell’inquinamento acustico così come del silenzio e di una sua migliore (o semplicemente possibile) esperienzialità nei nostri contesti urbani. Con le musiche accoglienti si vuole stimolare la creatività di compositori aperti e sensibili a questa nuova ecologia del suono per progettare un percorso musicale immersivo che accompagni il pubblico dai luoghi “naturalmente” aperti a quelli performativi (che “chiusi” non dovrebbero idealmente mai essere). Un ponte di suoni organizzati, in altri termini musica, che conduca per mano dalla vita quotidiana all’esperienza performativa nell’ottica della foto-musica e del soundwatching, tenendo mente e orecchie bene aperti e anche criticamente sensibili alla deturpante invadenza di alcuni suoni dei paesaggi urbani. Una musica accogliente, quindi, pensata ad hoc nel più pieno rispetto dell’ambiente: dolce, sensibile, non invasiva, quasi sublimale, ispirata ai suoni del quotidiano ma senza banalità e abbrutimento,
civilmente. CALENDARIO Sabato 9 ottobre, Victor Andrini “Abissi improvvisi” Scrive l’autore: «L’archetipo della caverna racchiude molteplici significati: luogo protetto, regressione all’utero materno, ma anche inconscio primitivo e apertura a nuovi mondi. L’elettronica di “Abissi improvvisi” è basata su registrazioni ambientali e strumentali – perlopiù piccole percussioni e voci – effettuate all’interno delle Grotte di Toirano (SV). La percussione di stalattiti e stalagmiti, realizzata con diversi tipi di mazzuole, è stata autorizzata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Liguria con la supervisione del Servizio Guide delle Grotte». Sabato 16 ottobre, Corrado Rojac “Polvere e corde” Scrive l’autore: «Il brano nasce dall’ascolto del Trio “Dumky” di Antonin Dvořak che ha evocato in me le immagini di quando, in passato, da studente, ne avevo acquistato lo spartito qui a Trieste, in una viuzza del centro storico dove avevo scoperto un negozio di articoli musicali che ora non esiste più, scomparso assieme al proprietario, una persona bonaria, anziana, che prendeva le ordinazioni degli spartiti avvicinando all’orecchio una specie di corno che l’aiutava a combattere la sordità avanzante. Ricordo di esser poi capitato davanti al negozio oramai definitivamente chiuso; dalla saracinesca abbassata si vedevano ancora gli scaffali, ora impolverati, e, nella penombra, si notava qualche spartito sparso si di essi qua e là». Sabato 23 ottobre, Giorgio Sollazzi “L’Opera di Gaia e Selene” Scrive l’autore: «[…] Uno degli aspetti per me più stimolanti, concettualmente e musicalmente, è la presenza di sezioni elettroniche (composte senza usare suoni naturali: l’acqua, il cinguettio degli uccelli, le campane) complete e molto
complesse, brani veri e propri che potrebbero anche essere presentati autonomamente ma trattati in modo che l’altezza sia tale da non poter essere uditi dall’orecchio umano. Il risultato, grazie agli altoparlanti che comunque li “eseguono” è un “vento musicale”. Sono certo che il cervello in qualche modo sia in grado di recepirli, sia pure in modo inconscio». Sabato 30 ottobre, Riccardo Piacentini “Foto-songs ai tempi del coronavirus” Così l’autore: «‘Foto-songs ai tempi del coronavirus’ nasce da una serie di registrazioni di paesaggi sonori urbani effettuate a Torino durante le fasi del primo lockdown e del successivo post-lockdown. In questa versione concepita come ‘musica accogliente’ l’intento è di immergere l’ascoltatore in una passeggiata costellata di suoni ambientali e narrazioni estemporanee che evocano, attraverso la speciale sensibilità dell’orecchio, alcuni momenti significativi di quelle due fasi così dense di drammaticità e di speranza. I reportage acustici si configurano qui come ‘musica’, con il suo tipico fraseggiare e una capacità organizzativa che affonda nelle tradizioni della sua storia». Savoldi.press Natura Dèi Teatri, 25 EDIZIONE Festival
Inaugurazione 7 ott. ore 20 a Lenz Teatro Parma La creatività delle donne del panorama internazionale contemporaneo dà impulso alla venticinquesima edizione del Festival diretto a Parma da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto in un periodo particolarmente denso per l’ensemble, tra tour, progetti performativi e formativi in collaborazione con il Dams di Bologna, l’Università di Parma e lo Iuav di Venezia. TOCCARE nelle tre declinazioni di Tenero, Liscio/Striato, Sforzo è stato il tema del quadriennio 2018-2021 di Natura Dèi Teatri, ispirato all’opera del grande filosofo Jean-Luc Nancy, purtroppo recentemente scomparso. Nel 2021 il Festival, che si tiene a Parma negli spazi di Lenz Teatro, si concentra sull’elaborazione scenica, visuale, musicale, coreografica del concetto di Sforzo. È un’edizione totalmente interpretata dalle opere performative e visuali di artiste di diverse generazioni e provenienze e dalle riflessioni di curatrici, studiose, attiviste, filosofe: «Un messaggio politico e culturale molto nitido» spiega Maria Federica Maestri «che vuole evidenziare la potenza espressiva e la densità estetica delle donne nel panorama artistico contemporaneo» in quest’anno di Parma Capitale italiana della Cultura. Inaugura giovedì 7 ottobre alle ore 20 a Lenz Teatro con un drink di apertura, alle ore 21, con Iphigenia in Tauride | Ich bin stumm (Io sono muta) di Lenz Fondazione la sezione autunnale del Festival Natura Dèi Teatri, in programma fino al 26 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 e 13 novembre, la creazione di Lenz sarà in scena a Bologna, nell’ambito della programmazione de La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università. In questa creazione – opera-riflesso del
tema concettuale di questa edizione – la biografia della performer – Monica Barone – è diventata materiale estetico per un’azione che rende pubblica la propria condizione fisica, il proprio stato, la propria potente volontà di trasformazione del gesto intimo in riscatto dall’imposizione religiosa, di liberazione dall’ordine politico e dalle convenzioni. Questi i numeri dell’edizione 2021 di Natura Dèi Teatri che, dopo la sezione estiva che nel mese di giugno ha visto il debutto dell’irripetibile creazione La vita è sogno realizzata per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 nel perimetro esterno dell’Abbazia di Valserena alle porte di Parma nonché la presenza di Mariangela Gualtieri e Stefania Alos Pedretti e dopo la preview a settembre in occasione delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ora entra nel vivo: 24 artiste e 16 studiose coinvolte, 17 diverse creazioni, 6 prime nazionali, 30 repliche, inoltre una Personale di fotografia, una Lectio Magistralis di filosofia, un seminario pluritematico, 2 luoghi di spettacolo. Prima nazionale per due nuovi allestimenti di Lenz Fondazione: La Creazione (19-22 ottobre) e Orestea (13-20 novembre). La Creazione – ph Francesco Pititto
Ne La Creazione, tra i progetti vincitori del bando Vivere all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volto a valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane e prima opera del progetto triennale dedicato alle Sacre Scritture, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto dirigono Valentina Barbarini e la soprano Debora Tresanini in una meditazione di fronte al mistero del Principio, immersi nell’opera di Franz Joseph Haydn – Die Schöpfung – e ispirati dalla scrittura sonora di Andrea Azzali: «Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di una natura perduta e folgorazioni scientifiche contemporanee compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso perduto di John Milton» riflettono i registi «Un back movement interpretato da due figurazioni sceniche, la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente creativo». Orestea è la summa del progetto quadriennale dedicato alla tragedia eschilea che si compone di tre creazioni: #1 Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Le Coefore e #3 Pupilla da Le Eumenidi, per la drammaturgia di Francesco Pititto e la regia di Maria Federica Maestri, la cui potente traduzione sonora è disegnata da Lillevan, artista tra i più significativi della scena elettronica musicale internazionale: «Per una rilettura contemporanea delle origini del tragico, si confrontano in un’imprescindibile necessità di fusione e in un dialogo scenico serrato le attrici sensibili e le attrici storiche dell’ensemble» riflette la regista «L’òikos scenico abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale e di dissonanze etiche, in cui l’opposizione tra onore e amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e superiorità può trovare risoluzione solo in un atto degenerativo».
Orestea # Pupilla – ph Maria Federica Maestri Modi affatto diversi tra loro ma analogamente rigorosi e visionari di intendere la danza si realizzano nelle creazioni di artiste fra le più interessanti del panorama contemporaneo internazionale: Gloria Dorliguzzo (Folk Tales, 19 ottobre), Cristina Kristal Rizzo (Toccare. The white dance, 3 novembre), Silvia Rampelli (Courtesy of, 6 novembre), Doris Uhlich (Every Body Electric, in video, 6 novembre) e Antonella Bertoni (C’è vita su Venere, 12 novembre), mentre in continuità con la preview dedicata all’anniversario dantesco, sabato 30 ottobre a Lenz Teatro è in programma Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante di Chiara Guidi, drammaturga, regista e attrice della Societas. In video Claudia Sorace | Muta Imago presenterà Bartleby, secondo capitolo della trilogia dei Racconti Americani, narrazione per suono e immagini ispirata al celeberrimo testo omonimo di Herman Melville (21 ottobre). Tutti gli spettacoli saranno seguiti da conversazioni tra artisti e pubblico. «In questi venticinque anni sono state davvero tantissime le artiste che hanno partecipato alle diverse edizioni del Festival e molte di loro sono tornate ciclicamente a Parma per presentare i propri lavori o per realizzarne ad hoc, stimolate dal tema concettuale individuato» suggerisce Maria Federica Maestri «A dare forma e sostanza a questa edizione sono le artiste con cui abbiamo dialogato con più continuità ed
intensità, quelle con le quali pur nella differenza e distanza linguistica abbiamo percepito affinità e similitudini di fondo, nitide assonanze con le ragioni etiche che muovono il fare estetico». Il ruolo della tragedia, del teatro e degli dèi (in particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più influenti della modernità, Friedrich Nietzsche, e la loro necessità al pensiero in quanto tale saranno al centro della Lectio Magistralis della filosofa Susanna Mati (12 novembre, a introdurre la première dell’Orestea di Lenz, in programma il giorno seguente). Sabato 20 novembre è in programma un denso seminario pluritematico con artiste, studiose e attiviste sulle questioni sensibili nella scena contemporanea, con l’obiettivo di «dare voce a una differenza, quella femminile, che ribadisce la propria soggettività nei modi di abitare il mondo, di fondare linguaggi, alla ricerca di autenticità singolari e uniche», come spiegano le curatrici Silvia Mei ed Elena Sorbi. Il Festival si concluderà venerdì 26 novembre con un finissage dedicato a Rocco Caccavari, presidente dell’associazione culturale Natura Dèi Teatri e presidente onorario di Lenz Fondazione scomparso lo scorso gennaio. Una chiusura del Festival come anticipazione di un ampio progetto a lui dedicato per il 2022 in collaborazione con enti istituzionali, scientifici e artistici, sulla sua figura di politico, medico, direttore del Sert e di diverse associazioni scientifico- culturali, figura poliedrica impegnata sui temi sensibili del nostro tempo. Pluralità di mondi performativi, lingue sceniche, universi sensibili e modi di fruizione: molte linee si intrecciano nella ricerca rigorosa e visionaria di Natura Dèi Teatri. A ciascuno la possibilità di tracciare il proprio percorso.
Il Festival si colloca in un periodo molto intenso per Lenz Fondazione, che nei prossimi mesi sarà protagonista di tre importanti progetti: Campo Lenz. Paesaggi e passaggi nella poetica di Lenz Fondazione, due giorni che La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna il 12 e 13 ottobre dedica, con la curatela di Silvia Mei, alla ricerca di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (in programma creazioni live e in video e un seminario teorico- pratico rivolto agli studenti); la presentazione a L’Altra Mente Festival di Foligno (PG) dello storico Hamlet Solo interpretato da Barbara Voghera (recentemente in scena alla Biennale Teatro di Venezia con Altro stato) e il corso Creazione della Creazione, in avvio nel mese di dicembre rivolto alle utenti del Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Parma, nell’ambito di un’indagine artistica sulle Sacre Scritture. Lenz Fondazione, inoltre, è parte della Rete Italiana Europe Beyond Access, nata in questi mesi dopo un intenso lavoro iniziato nel 2019 per realizzare manifesti, azioni e impattare sull’agenda politica nazionale allo scopo di interrogare e discutere i temi di accessibilità ed inclusione nelle arti performative per generare consapevolezza, diffondere conoscenze ed esperienze di buone pratiche, incoraggiare maggiore partecipazione e leadership di artisti e operatori culturali con disabilità. Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione obbligatoria: 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it. Lenz Fondazione 2021 > PARTNER ISTITUZIONALI MiC Ministero della Cultura, MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, AUSL Parma DAI SM-DP Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Università degli Studi di Parma PARTNER SOSTENITORI Fondazione Monteparma, Chiesi Farmaceutici S.p.A. COLLABORAZIONI CSAC
Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Complesso Monumentale della Pilotta, Fondazione Arturo Toscanini, Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, Instituto Cervantes, Goethe-Institut, Arcigay Associazione LGBTI italiana, eUROPA tEATRI – RETI Rete italiana Europe Beyond Access, Rete regionale I Teatri della Salute, Parma Città Universitaria, Comitato di indirizzo DUSIC Università degli Studi di Parma, Coordinamento nazionale Festival del Contemporaneo SPONSOR TECNICI AuroraDomus, Koppel A.W. Srl. Michele Pascarella La creatività delle donne del panorama internazionale contemporaneo dà impulso alla venticinquesima edizione del Festival diretto a Parma da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto in un periodo particolarmente denso per l’ensemble, tra tour, progetti performativi e formativi in collaborazione con il Dams di Bologna, l’Università di Parma e lo Iuav di Venezia. TOCCARE nelle tre declinazioni di Tenero, Liscio/Striato, Sforzo è stato il tema del quadriennio 2018-2021 di Natura Dèi Teatri, ispirato all’opera del grande filosofo Jean-Luc Nancy, purtroppo recentemente scomparso. Nel 2021 il Festival, che si tiene a Parma negli spazi di Lenz Teatro, si concentra sull’elaborazione scenica, visuale, musicale, coreografica del concetto di Sforzo. È un’edizione totalmente interpretata dalle opere performative e visuali di artiste di diverse generazioni e provenienze e dalle riflessioni di curatrici, studiose, attiviste, filosofe: «Un messaggio politico e culturale molto nitido» spiega Maria Federica Maestri «che vuole evidenziare la potenza espressiva e la densità estetica delle donne nel panorama artistico contemporaneo» in quest’anno di Parma Capitale italiana della Cultura.
Inaugura giovedì 7 ottobre alle ore 20 a Lenz Teatro con un drink di apertura, alle ore 21, con Iphigenia in Tauride | Ich bin stumm (Io sono muta) di Lenz Fondazione la sezione autunnale del Festival Natura Dèi Teatri, in programma fino al 26 novembre. Pochi giorni dopo, il 12 e 13 novembre, la creazione di Lenz sarà in scena a Bologna, nell’ambito della programmazione de La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università. In questa creazione – opera-riflesso del tema concettuale di questa edizione – la biografia della performer – Monica Barone – è diventata materiale estetico per un’azione che rende pubblica la propria condizione fisica, il proprio stato, la propria potente volontà di trasformazione del gesto intimo in riscatto dall’imposizione religiosa, di liberazione dall’ordine politico e dalle convenzioni. Questi i numeri dell’edizione 2021 di Natura Dèi Teatri che, dopo la sezione estiva che nel mese di giugno ha visto il debutto dell’irripetibile creazione La vita è sogno realizzata per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021 nel perimetro esterno dell’Abbazia di Valserena alle porte di Parma nonché la presenza di Mariangela Gualtieri e Stefania ?Alos Pedretti e dopo la preview a settembre in occasione delle celebrazioni per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, ora entra nel vivo: 24 artiste e 16 studiose coinvolte, 17 diverse creazioni, 6 prime nazionali, 30 repliche, inoltre una Personale di fotografia, una Lectio Magistralis di filosofia, un seminario pluritematico, 2 luoghi di spettacolo. Prima nazionale per due nuovi allestimenti di Lenz Fondazione: La Creazione (19-22 ottobre) e Orestea (13-20 novembre). Ne La Creazione, tra i progetti vincitori del bando Vivere all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale volto a valorizzare le progettualità artistiche innovative italiane e prima opera del progetto triennale dedicato alle Sacre Scritture, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto dirigono Valentina Barbarini e la soprano Debora
Tresanini in una meditazione di fronte al mistero del Principio, immersi nell’opera di Franz Joseph Haydn – Die Schöpfung – e ispirati dalla scrittura sonora di Andrea Azzali: «Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di una natura perduta e folgorazioni scientifiche contemporanee compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso perduto di John Milton» riflettono i registi «Un back movement interpretato da due figurazioni sceniche, la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente creativo». Orestea è la summa del progetto quadriennale dedicato alla tragedia eschilea che si compone di tre creazioni: #1 Nidi dall’Agamennone, #2 Latte da Le Coefore e #3 Pupilla da Le Eumenidi, per la drammaturgia di Francesco Pititto e la regia di Maria Federica Maestri, la cui potente traduzione sonora è disegnata da Lillevan, artista tra i più significativi della scena elettronica musicale internazionale: «Per una rilettura contemporanea delle origini del tragico, si confrontano in un’imprescindibile necessità di fusione e in un dialogo scenico serrato le attrici sensibili e le attrici storiche dell’ensemble» riflette la regista «L’òikos scenico abitato dalla Famiglia è uno spazio di soggezione sentimentale e di dissonanze etiche, in cui l’opposizione tra onore e amore, ubbidienza e disobbedienza, subordinazione e superiorità può trovare risoluzione solo in un atto degenerativo». Modi affatto diversi tra loro ma analogamente rigorosi e visionari di intendere la danza si realizzano nelle creazioni di artiste fra le più interessanti del panorama contemporaneo internazionale: Gloria Dorliguzzo (Folk Tales, 19 ottobre), Cristina Kristal Rizzo (Toccare. The white dance, 3 novembre), Silvia Rampelli (Courtesy of, 6 novembre), Doris Uhlich (Every
Body Electric, in video, 6 novembre) e Antonella Bertoni (C’è vita su Venere, 12 novembre), mentre in continuità con la preview dedicata all’anniversario dantesco, sabato 30 ottobre a Lenz Teatro è in programma Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante di Chiara Guidi, drammaturga, regista e attrice della Societas. In video Claudia Sorace | Muta Imago presenterà Bartleby, secondo capitolo della trilogia dei Racconti Americani, narrazione per suono e immagini ispirata al celeberrimo testo omonimo di Herman Melville (21 ottobre). Tutti gli spettacoli saranno seguiti da conversazioni tra artisti e pubblico. «In questi venticinque anni sono state davvero tantissime le artiste che hanno partecipato alle diverse edizioni del Festival e molte di loro sono tornate ciclicamente a Parma per presentare i propri lavori o per realizzarne ad hoc, stimolate dal tema concettuale individuato» suggerisce Maria Federica Maestri «A dare forma e sostanza a questa edizione sono le artiste con cui abbiamo dialogato con più continuità ed intensità, quelle con le quali pur nella differenza e distanza linguistica abbiamo percepito affinità e similitudini di fondo, nitide assonanze con le ragioni etiche che muovono il fare estetico». Il ruolo della tragedia, del teatro e degli dèi (in particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più influenti della modernità, Friedrich Nietzsche, e la loro necessità al pensiero in quanto tale saranno al centro della Lectio Magistralis della filosofa Susanna Mati (12 novembre, a introdurre la première dell’Orestea di Lenz, in programma il giorno seguente). Sabato 20 novembre è in programma un denso seminario pluritematico con artiste, studiose e attiviste sulle questioni sensibili nella scena contemporanea, con l’obiettivo di «dare voce a una differenza, quella femminile, che
ribadisce la propria soggettività nei modi di abitare il mondo, di fondare linguaggi, alla ricerca di autenticità singolari e uniche», come spiegano le curatrici Silvia Mei ed Elena Sorbi. Il Festival si concluderà venerdì 26 novembre con un finissage dedicato a Rocco Caccavari, presidente dell’associazione culturale Natura Dèi Teatri e presidente onorario di Lenz Fondazione scomparso lo scorso gennaio. Una chiusura del Festival come anticipazione di un ampio progetto a lui dedicato per il 2022 in collaborazione con enti istituzionali, scientifici e artistici, sulla sua figura di politico, medico, direttore del Sert e di diverse associazioni scientifico- culturali, figura poliedrica impegnata sui temi sensibili del nostro tempo. Pluralità di mondi performativi, lingue sceniche, universi sensibili e modi di fruizione: molte linee si intrecciano nella ricerca rigorosa e visionaria di Natura Dèi Teatri. A ciascuno la possibilità di tracciare il proprio percorso. Il Festival si colloca in un periodo molto intenso per Lenz Fondazione, che nei prossimi mesi sarà protagonista di tre importanti progetti: Campo Lenz. Paesaggi e passaggi nella poetica di Lenz Fondazione, due giorni che La Soffitta | DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna il 12 e 13 ottobre dedica, con la curatela di Silvia Mei, alla ricerca di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (in programma creazioni live e in video e un seminario teorico- pratico rivolto agli studenti); la presentazione a L’Altra Mente Festival di Foligno (PG) dello storico Hamlet Solo interpretato da Barbara Voghera (recentemente in scena alla Biennale Teatro di Venezia con Altro stato) e il corso Creazione della Creazione, in avvio nel mese di dicembre rivolto alle utenti del Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Parma, nell’ambito di un’indagine artistica sulle Sacre Scritture. Lenz Fondazione, inoltre, è parte della Rete Italiana Europe
Beyond Access, nata in questi mesi dopo un intenso lavoro iniziato nel 2019 per realizzare manifesti, azioni e impattare sull’agenda politica nazionale allo scopo di interrogare e discutere i temi di accessibilità ed inclusione nelle arti performative per generare consapevolezza, diffondere conoscenze ed esperienze di buone pratiche, incoraggiare maggiore partecipazione e leadership di artisti e operatori culturali con disabilità. Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione obbligatoria: 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it. Lenz Fondazione 2021 > PARTNER ISTITUZIONALI MiC Ministero della Cultura, MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, AUSL Parma DAI SM-DP Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Università degli Studi di Parma PARTNER SOSTENITORI Fondazione Monteparma, Chiesi Farmaceutici S.p.A. COLLABORAZIONI CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Complesso Monumentale della Pilotta, Fondazione Arturo Toscanini, Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, Instituto Cervantes, Goethe-Institut, Arcigay Associazione LGBTI italiana, eUROPA tEATRI – RETI Rete italiana Europe Beyond Access, Rete regionale I Teatri della Salute, Parma Città Universitaria, Comitato di indirizzo DUSIC Università degli Studi di Parma, Coordinamento nazionale Festival del Contemporaneo SPONSOR TECNICI AuroraDomus, Koppel A.W. Srl. Michele Pascarella
Anà-Thema impegnata ne “Il segreto del bosco vecchio” di Buzzati debutto 10 ottobre ore 18 e 21 Una stagione che non solo porterà come sempre sul palco di Osoppo prime assolute, regionali e nazionali con grandi nomi del mondo dello spettacolo, ma che addirittura raddoppia. Già, perché “Eureka 12”, il cartellone proposto da Anà- Thema al Teatro della Corte di Osoppo, è pronto a partire da domenica 10 ottobre con due repliche per ogni serata, una alle 18 e una alle 21. Un modo per venire incontro al sempre folto pubblico che assiste agli spettacoli e che, a causa della ridotta capienza dovuta alle normative sanitarie, non avrebbe potuto trovare posto. compagnia ana-thema teatro Un viaggio oltre i confini “Presentiamo – spiega il direttore artistico della compagnia,
l’attore e regista Luca Ferri – una stagione completa che proseguirà fino a marzo e oltre perché vogliamo credere in una vera ripartenza e guardare al futuro con ottimismo. Un programma che quest’anno proporrà meno monologhi e più storie ricche di emozioni, attori, scene e diverse compagnie. L’energia, l’ottimismo e la voglia di guardare oltre l’orizzonte che ci hanno sempre caratterizzato – prosegue – non ci mancano”. Ecco allora che sta per alzarsi il sipario su un cartellone di eventi per tutta la famiglia, dalla prosa agli spettacoli itineranti, dal capodanno ai concerti, dalle rappresentazioni natalizie alle ormai famose cene con delitto sia alla Corte di Osoppo, ma anche nell’Atelier teatrale di Udine e in tanti altri luoghi insoliti della regione. Il debutto in prima assoluta con Buzzati Fresco dell’anteprima appena proposta al Comunale di Belluno, debutta in prima Il segreto del bosco vecchio Ana-Thema assoluta domenica 10 ottobre la nuova produzione di Anà-Thema Teatro che stavolta si cimenta con un classico della letteratura italiana come “Il segreto del bosco vecchio” di
Dino Buzzati, spettacolo che ha ottenuto il patrocinio sia dell’associazione internazionale a lui dedicata, sia del Centro studi Dino Buzzati così come dell’associazione culturale Villa Buzzati San pellegrino- Il granaio. La prima edizione del romanzo-fiaba è del 1935 e tantissimi ricorderanno la celebre trasposizione cinematografica di Ermanno Olmi del 1993. Sogno, magia, nostalgia, umanità e natura sono intrecciati in un affresco portato in scena, per la regia di Luca Ferri, da Luca Marchioro, Alberto Fornasati e Massimiliano Kodric. Una stagione ricca di sorprese Denny Mendez Carro di Dioniso Scorrendo il programma, balzano agli occhi i nomi dei protagonisti di questa stagione, come Denny Mendez, ospite di Anà-Thema con “Il carro di Dioniso” il 24 ottobre, ma anche Maddalena Lizzi con la regia di Filippo D’Alesso impegnata sulla scena nei panni di Elisabetta I. Torna a grande richiesta (28 novembre) l’applaudita compagnia Stivalaccio Teatro che a Osoppo porta il suo “Arlecchino furioso”. Sul fronte delle nuove produzioni di Anà-Thema, domenica 23 gennaio sarà la volta della prima
assoluta del Re Lear, una riscrittura drammaturgica che contamina il testo originale pur restando fedele a Shakespeare nella sua forma più profonda. Maddalena Lizzi Elisabetta I Raffinato dialogo drammatico sulla vita e l’arte, su finzione e realtà, sulle possibilità dell’uomo di sapere distinguere tra la prima e la seconda è “Il veleno del teatro” (13 febbraio) con Salvatore Della Villa e Mauro Racanati. Grande attesa, il 27 febbraio, per “Frida”, spettacolo di danza della Lyric dance company Frida Lyric Dance Company con le coreografie di Alberto Canestro su musiche di Enrico Fabio Cortese. Il ritratto danzato “dipinto”
da Canestro trasporta lo spettatore nel mondo a tinte forti di una donna, Frida Kahlo, che esprime la libertà di essere sé stessa, senza maschere, autentica e naturale. Non poteva mancare, 13 marzo, un grande classico come Luigi Pirandello con “Non si sa come”, ultimo lavoro teatrale compiuto del genio siciliano che ora rivive grazie alla regia di Francesco Brachetti. Gran finale, il 27 marzo, con un’altra produzione di Anà-Thema che con determinazione ha voluto portare in scena la vita di David Maria Turoldo. Realizzato in collaborazione e col patrocinio del Centro studi David Maria Turoldo, “Anima ribelle”, questo il titolo dello spettacolo, esplora il vissuto e le radici friulane di Turoldo, il suo rapporto con la madre e con la gente della sua terra e della sua casa. Natale, Capodanno, Cene con delitto e la Villa di Dracula. Non mancano nel calendario gli appuntamenti divenuti ormai irrinunciabili nelle proposte di Anà-Thema, come il Concerto di Natale (19 dicembre), il Capodanno a teatro, stavolta con l’irresistibile comicità dei Trigeminus e la loro “Divine Comedie”, così come le “Cene con delitto” e due serate all’insegna di Halloween con la “Villa di Dracula” (30 e 31 ottobre). Biglietteria Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri 3453146797 o 04321740499 o inviare una email all’indirizzo info@anathemateatro.com. In base alle normative sanitarie per il contenimento della pandemia, per accedere al Teatro della Corte di Osoppo è necessaria, dai 12 anni in su, la presentazione del Green Pass. Come ricordato gli spettacoli in cartellone, ad eccezione di quelli proposti per le festività (Capodanno, Halloween), si terranno la domenica con due repliche, una alle 18 e una alle 21. La stagione Eureka 12 gode del contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e del Comune di Osoppo.
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