Esperienze e soluzioni realizzate nell'ambito del Progetto GIT - Programma Enti Locali - Innovazione di Sistema
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Progetto “GIT” Buone Pratiche Programma Enti Locali – Innovazione di Sistema ___________________________________________________________________ Esperienze e soluzioni realizzate nell’ambito del Progetto GIT Luglio 2012 1
Progetto “GIT” Buone Pratiche Premessa Il presente documento ha lo scopo di facilitare la disseminazione e il riuso delle soluzioni tecnologiche ed organizzative, conseguite con i progetti del Programma Elisa, individuando le best practices locali, favorendone la personalizzazione e il riuso in altre realtà del Paese. Si evidenzia che le informazioni contenute nel presente documento contemplano solo quelle disponibili al momento della redazione dello stesso (luglio 2012). Nell’ambito del progetto “GIT” sono state sviluppate le seguenti soluzioni: - Sistema di interscambio flussi con Agenzia del Territorio Pag.05 - Gestione e aggiornamento fonti Esterne Pag.05 - MUI (compravendite, successioni, DOCFA) Pag.05 - Cartella di fiscalità locale del contribuente Pag.05 - Fascicolo amministrativo corpo di fabbrica Pag.05 - DIA Telematica Pag.05 - Gestione adempimenti c.340 e c. 335/336 L.311/04 Pag.05 - Osservatorio comune Regione interazione cartografica Pag.06 2
Progetto “GIT” Buone Pratiche Progetto (GIT) Gestione Intersettoriale del Territorio SEZIONE 1 – ANAGRAFICA DELLA SOLUZIONE OFFERTA AL RIUSO Nome dell’Amministrazione proponente - Comune di Milano (Metodologia di definizione degli indicatori) - Comune di Milano (Metodologia di rilevazione dei dati) Referente per l’Amministrazione • Comune di Milano: Dott.ssa Silvia Brandodoro, silvia.brandodoro@comune.milano.it • ANCI Lombardia: Dott. Stefano Toselli, Tel. 02.26707271, toselli@ancitel.lombardia.it • WebRed (per la Regione Umbria): Ing. Carlo Falcinelli, Tel. 075.5027401, carlo.falcinelli@webred.it Nome della soluzione Soluzioni GIT. Ambito amministrativo interessato Trasversale. Gli ambiti maggiormente coinvolti sono i tributi, il territorio e i sistemi informativi (CED). Altre Amministrazioni che utilizzano o che hanno aderito al riuso della soluzione Monza, Aggregazione di Chiari, Crema, Aggregazione di Erba, Comunità Montana Valli del Verbano, Aggregazione di Vicenza, Aggregazione Alto Vicentino, Melzo, Pioltello, Ispra, Aggregazione di Bollate, Aggregazione SIR Umbria, Oristano, Aggregazione di Olbia, Alghero, Castrovillari, Crotone, Novara, Vigevano, Besana. 3
Progetto “GIT” Buone Pratiche Tipologie di Amministrazioni che a parere dell’Amministrazione cedente sono le più idonee a riutilizzare la soluzione Amministrazioni con popolazione superiore ai trenta, quarantamila abitanti o contesti aggregati. Rientrano in questa casistica Comunità Montane, Poli catastali o qualsiasi aggregazione di Enti che hanno sviluppato tra loro, o intendono farlo, relazioni stabili volte a condividere progettualità condivise. Quali servizi vengono implementati con l’uso della soluzione Caratteristiche di servizio previste dalla piattaforma • Ambiente flessibile che consente gradi di intervento nella definizione delle strutture degli archivi, della correlazione tra i dati, delle chiavi di ricerca e delle catene dei processi; • struttura di interscambio capace di gestire modelli di cooperazione applicativa e di interscambio dei dati da e verso l’esterno del Sistema; • servizio di gestione dei flussi informativi e storicizzazione dei dati per una efficace gestione delle attività di acquisizione e aggiornamento dei dati immessi nel Sistema; • servizi di consultazione ai dati alfanumerica e cartografica con gestione del profilo utente e dei log di accessi pienamente rispondente alla normativa sulla privacy; • ambiente di gestione di applicativi “verticali” in grado di interagire con i dati della Piattaforma; • catalogo delle diagnostiche messe a disposizione dell’utenza per analisi e confronti tra contenti informativi provenienti dalle diverse fonti di provenienza; • gestione multiutente e organizzazione della gestione informatica dei processi in modalità “Polo” per gli aspetti di: organizzazione dei processi di acquisizione delle fonti; gestione ambiente dati ad hoc, separati per ogni Ente, e dei repository delle specifiche e dei dati; rendicontabilità separata delle azioni di servizio svolte; gestione dei criteri della sicurezza più propriamente dedicati ad una gestione da Centro Servizi. 4
Progetto “GIT” Buone Pratiche Servizi applicativi disponibili in riuso gratuito e integrabili sulla piattaforma C&T • Sistema di interscambio flussi con Agenzia del Territorio - Aggiornamento delle informazioni rese disponibile dal Sistema del Catasto circ. 7/2005 AdT; • gestione e aggiornamento fonti Esterne - Acquisizione dei flussi informativi da fonti selezionate dell’Ente e esterne all’Ente. Gestione dei controlli di correttezza dei dati delle fonti; creazione del DataWareHouse del Sistema informativo comunale; ambiente integrato correlato di dati strutturati, documenti digitali e rappresentazioni cartografiche. • MUI (compravendite, successioni, DOCFA) - Gestione delle informazioni dell’Agenzia del Territorio e delle Entrate per l’esecuzione di servizi di: controllo delle informazioni rispetto alle dichiarazioni del cittadino; esenzione del cittadino dall’esecuzione di istanze amministrative di tipo tributario a seguito di modifiche di titolarità su Immobili o interventi edilizi. • Cartella di fiscalità locale del contribuente - Servizio di informazione del cittadino in relazione a quanto conosciuto dal Comune in termini patrimoniali, tributari, coattivi e sociali; • fascicolo amministrativo corpo di fabbrica - Servizio informativo per l’accesso al fascicolo di informazioni tecniche ed amministrative che caratterizza un corpo di fabbrica, inteso come particella catastale all’urbano o al terreno. Attraverso tale servizio si è inteso rendere disponibile in ambiente modulare l’intero patrimonio informativo che caratterizza un oggetto territoriale; • DIA Telematica - Servizio di acquisizione digitale via internet delle pratiche edilizie di interventi minori prodotte dai professionisti attraverso un apposito ambiente Web in grado di accettare una richiesta di autorizzazione all’intervento edilizio da parte del professionista. L’interazione interamente automatica senza intervento di operatore è guidata dal Sistema che analizza gli inserimenti del professionista confrontando quanto nelle intenzioni rispetto al regolamento edilizio ed alla situazione catastale del Bene; • gestione adempimenti c.340 e c. 335/336 L.311/04 - Servizi a disposizione degli uffici del Comune per l’esecuzione degli adempimenti della L.311/04 in relazione ai controlli sul territorio in materia TARSU (c.340) e Classamento catastale (c.335/6). Il Servizio supporta gli uffici nella costruzione del quadro d’insieme della posizione tributaria del bene e del dichiarato su di esso, confrontando gli elementi presenti nei diversi archivi di Progetto e segnalando situazioni di non conformità autocertificazioni e atti amministrativi; 5
Progetto “GIT” Buone Pratiche • osservatorio comune Regione interazione cartografia Agenda di raccolta e documentazione dell’azione di lotta all’evasione svolta dal Comune in relazione al protocollo di convenzione con l’Agenzia delle Entrate; Web Service di cooperazione federata con ambiente DB TOPOGRAFICO regionale. Il Servizio assicura a fronte di una interrogazione sul DB regionale sull’indicazione del “civico”, una possibilità di chiamata del Web Service che ritorna all’utenza esterna una informativa contenente un insieme di dati di dettaglio e di sintesi descrittivi del corpo di fabbrica che corrisponde a quel civico. Tipo di Amministrazioni a cui è destinato La soluzione è stata diffusa con successo in amministrazioni singole di medio grandi dimensioni o in contesti associati. L’Ente è chiamato a dotarsi di un unico sistema informativo comunale che integri i differenti prodotti informatici in uso presso i servizi comunali e conseguentemente integri anche tutte le informazioni in essi contenute. Prerequisiti economici Per l’attivazione è richiesta la presenza dell’infrastruttura tecnologica e del software di base non previsto nei costi sotto riportati. I costi indicati tengono conto del riuso del software prodotto dal Progetto e delle configurazioni (standard) definite per quello commerciale a cui il nuovo iscritto si adatterà, considerando d’altra parte che scaturiscono dall’applicazione dell’esperienza dei Centri di eccellenza. Prerequisiti organizzativi/gestionali • ESISTENZA di un professionalità con capacità sistemistica per la gestione di primo livello del sistema con conoscenza di base DBA (backup, gestione utenti, parametrizzazione del software, caricamento e controllo scarichi di aggiornamento, ecc..). in alternativa attestazione su CENTRI SERVIZI. • ESISTENZA di un livello di automazione minimo del Sistema Informativo comunale come investimento da valorizzare attraverso il framework di Sistema. A riguardo si fa riferimento ai servizi di Anagrafe e Tributi come archivi minimali da avere digitalizzati. • ESISTENZA di regole formali, procedure e prassi operative nel Comune che prevedano la concreta condivisione dell’informazione tra settori e il miglioramento complessivo della qualità dei dati gestiti. 6
Progetto “GIT” Buone Pratiche • ESISTENZA o intendimento di attuare regole formali, procedure e prassi operative nel Comune volte a consentire l’avvio dei processi di cooperazione applicativa tra amministrazioni attraverso protocolli e accordi di servizio. • ESISTENZA o intendimento di attuare la scelta di decentramento Catastale presso l’Ente interessato, attivata attraverso gli adempimenti previsti dalla norma e pertanto aver attivato regole formali, procedure e prassi operative nel Comune volte a una ridefinizione delle competenze operative nei confronti del territorio amministrato. • ESISTENZA di regole formali, procedure e prassi operative nel Comune in materia di adempimenti già in capo ai Comuni in materia di riordino del territorio (es. contenuti L. 23/12/1996 n. 662, L. 30/11/2004 n. 311, L. 9/3/2006 n. 80, L. 27/12/2006, n. 296) Prerequisiti o condizioni di contesto/esterne • Il Progetto non pone limiti al singolo partecipante e, a regime, al sottoscrittore del servizio. Pertanto non esistono limiti nella dimensione del Comune; • il Progetto prevede, esclusivamente, accessi di utenti appartenenti alla struttura comunale. Pertanto sono esclusi accessi diretti da parte di cittadini. Il Sistema a riguardo costituisce un framework di servizi di base per Portali o Sportelli virtuali di servizi che possono chiamare le porte applicative della piattaforma per avere a loro volta servizi da utilizzare nei confronti dell’utenza richiedente (internauta conosciuto dal Portale); • l’accesso al servizio della Piattaforma non richiede particolari caratteristiche delle postazioni client. I servizi sono attivati e gestiti attraverso un browser Internet con le sole condizioni che l’utente deve essere conosciuto dal Sistema e deve possedere nel Client un protocollo VPN scaricato dalla Piattaforma di Progetto e configurato secondo le specifiche previste. 7
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 2 – DESCRIZIONE TESTUALE DELLA SOLUZIONE Link della soluzione http://www.progettogit.it Descrizione sintetica della soluzione La soluzione si propone di diffondere esperienze caratterizzate dallo svolgimento di attività di collaborazione intersettoriale, dove ogni area organizzativa opera per le proprie competenze e contribuisce al contempo a comporre uno scenario informativo e operativo integrato in un ambiente dedicato, in grado di far condividere la conoscenza e le risposte dell’amministrazione all’utente. I servizi applicativi presenti nell’ambiente GIT sono i seguenti: • Sistema di interscambio flussi con Agenzia del Territorio; • gestione e aggiornamento fonti esterne; • MUI (compravendite, Successioni, DOCFA); • cartella di fiscalità locale del contribuente; • fascicolo amministrativo corpo di fabbrica; • DIA Telematica; • gestione adempimenti c.340 e c. 335/336 L.311/04; • Osservatorio comune Regione interazione cartografia; • agenda attività lotta all’evasione. 8
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 3 – ASPETTI LEGATI ALL’USO DELLA SOLUZIONE Data di avvio in esercizio della soluzione 06 ottobre 2009 N. di addetti operanti con la soluzione Lo stretto funzionamento della soluzione richiede l’operatività di circa 4 figure (1 CED, 1 tributi, 1 ufficio tecnico/territorio, 1 anagrafe). La soluzione è tuttavia finalizzata a coinvolgere trasversalmente figure appartenenti a tutti i settore dell’amministrazione. Breve descrizione del contesto organizzativo in cui la soluzione e’ stata adottata (assegnazione di ruoli e funzioni) Ruolo Responsabilità Profili Cabina di • Direzione strategica delle attività generali, di • Amministratore Regia sviluppo e diffusione (Sindaco e/o • Indirizzo strategico nella gestione dei assessori rapporti con altri enti/istituzioni competenti) • Gestione delle relazioni con gli stakeholder interessati agli impatti progettuali Responsabile • Direzione delle attività • Referente del di Progetto • Responsabilità d’approvazione degli atti Comune (dirigente) amministrativi • Gestione operativa delle relazioni con gli stakeholder interessati agli impatti progettuali • Elaborazione e approvazione delle articolazioni operative del piano esecutivo Staff di • Supporto operativo e consulenza alle attività • Esperti di project supporto svolte dal Responsabile di Progetto management operativo e • Gestione amministrativa dei contratti con project fornitori di servizi e consulenze professionali management • Gestione dei rapporti con altri enti/istituzioni Gruppo • Definizione d’indirizzi di coordinamento e • Responsabile di Operativo realizzazione delle attività progettuali Progetto • Definizione dei Piani Operativi e delle • Referenti dei variazioni del progetto esecutivo, e delle sue Comuni Aderenti articolazioni operative • Esperti di ICT • Collaudo sistemi informatici e telematici • Esperti di gestione di entrate locali e di “territorio e catasto” 9
Progetto “GIT” Buone Pratiche N. di giornate e tipologia di formazione 10 giornate N. di giornate per manutenzione evolutiva 5 giornate Formazione specifica erogata da risorse La formazione da prevedere nell’ambito del progetto di diffusione delle soluzioni GIT deve trattare sia argomenti di carattere generale (sistemi informativi, banche dati, privacy, dati territoriali, database topografici, entrate locali) sia argomenti “tecnici” legati all’effettivo utilizzo e gestione della piattaforma. Occorre a tal fine prevedere il coinvolgimento di tutto il personale dell’Ente; in una fase di avvio gli uffici maggiormente coinvolti risultano essere: uffici tecnici, tributi, anagrafe, polizia locale e CED. La proposta formativa può prevedere le seguenti attività: • incontri di formazione/assistenza; • seminari tematici/convegni; • formazione a distanza. In tal modo è possibile organizzare momenti di approfondimento tematico a scopo formativo, ma anche momenti di condivisione e confronto sulle attività e sui processi di miglioramento che i gruppi di lavoro possono adottare per perseguire al meglio gli obiettivi di progetto. La formazione a distanza, soprattutto per ambiti territori allargati, rappresenta una un’opportunità che può opportunamente integrare l’offerta formativa proposta. Esiste un manuale d’uso della soluzione per gli addetti? Per la soluzione realizzata esiste una documentazione tecnico-funzionale per i diversi livelli di interazione con le applicazione da parte degli addetti all’uso. In particolare è disponibile: • il manuale d’uso dei servizi di framework per la gestione della piattaforma relativa ai servizi di back-office di acquisizione e trattamento delle informazioni, di profilazione degli utenti, di 10
Progetto “GIT” Buone Pratiche gestione dei sistemi di correlazione diagnostica previsti per il trattamento delle fonti nel Datawarehouse di progetto; • i manuali d’uso utenti per ogni servizio specifico definito come verticale del Progetto; • i manuali d’uso delle specifiche tecniche e del sorgente software per gli addetti interessanti alla manutenzione ed evoluzione della piattaforma; • i manuali d’uso per le attività di manutenzione tecnico sistemistica della piattaforma per gli addetti dei CED. Disponibilità di personale dell’ente a fornire assistenza In linea generale il Comune di Milano e ANCI Lombardia, oltre a tutte le amministrazioni che hanno preso parte al progetto, sono disponibili a fornire informazioni sulla soluzione GIT. Nello specifico il soggetto disponibile a offrire assistenza gratuita per trasferire la tecnologia sviluppata è, attraverso la propria società in-house WebRed S.p.A., la Regione Umbria, che è disponibile anche a svolgere - se in Umbria – attività di formazione gratuita sul sistema tecnologico e sulla sua manutenzione. La soluzione e’ di completa proprietà dell’amministrazione cedente? La soluzione sviluppata è completamente di proprietà dell’Amministrazione a eccezione del software di gestione RDBMS e del componente driver di acquisizione e trattamento dei dati catastali, fornito comunque comprensivo dei codice sorgente e della manualistica tecnica, insieme alla piattaforma. Per richiedere formalmente il software in riuso gratuito, di quanto sviluppato dall’Amministrazione, occorre inviare formale richiesta al riferimento indicato presso il Comune di Milano. 11
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 4 – ASPETTI DI COSTO DELLA SOLUZIONE SOSTENUTI DALL’AMMINISTRAZIONE Costi esterni (fornitori + consulenza) per la realizzazione della soluzione Le soluzioni GIT sono state diffuse con successo al costo puramente indicativo di € 0,73 ad abitante. Gli Enti aderenti hanno potuto usufruire, grazie alla presenza di un finanziamento, di condizioni privilegiate che hanno consentito il contenimento dei costi da sostenere. La componente costo è in realtà molto variabile dal contesto, condizionato soprattutto da fattori, che possono influire sulla voce “costo” sia in termini migliorativi sia peggiorativi rispetto alla quota indicata. Di seguito sono indicati i principali fattori che concorrono nella definizione del costo finale: • numero di enti coinvolti; • popolazione (utenza) servita; • presenza o meno di un ambiente tecnologico sul territorio (centro servizi); • variabilità e qualità dei fornitori degli applicativi “verticali”; • presenza di una rete locale che presenti sinergie già rodate in termini di relazione tra gli enti nei quali si vuole diffondere le soluzioni GIT. Costi interni per la realizzazione della soluzione I costi riguardano l’impegno dedicato dalle Amministrazioni partecipanti alla realizzazione del Progetto nelle sue diverse direttrici: sviluppo/ingegnerizzazione della piattaforma, intervento nell’attività di diffusione della piattaforma presso nel territorio di competenza. Impegno della Impegno nella realizzazione della realizzazione della diffusione presso Categoria piattaforma le Amministrazioni gg coinvolte gg Project Manager 111 226 Personale esperto TRIBUTI 171 256 Personale esperto TERRITORIO 101 236 Personale esperto Altri Uffici 49 175 Personale esperto CED 189 440 Personale amministrativo 18 275 TOTALE 639 1.608 12
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 5 – BENEFICI OTTENUTI DALL’USO DELLA SOLUZIONE Benefici in termini di riduzione di costi conseguiti dall’Amministrazione; riportare i costi, in euro, relativi al processo supportato dalla soluzione, prima dell’adozione della soluzione e dopo l’adozione della soluzione stessa Non è possibile definire i benefici ottenuti dall’impiego della soluzione considerato che questa attiva procedure innovative per l’amministrazione e non confrontabili con attività pregresse. Rientrano in questo ambito i processi di attivazione dei canali di interscambio da e verso le Agenzie del Territorio e delle Entrate attraverso i protocolli in essere e le tecnologie messe a disposizione dal Ministero, con l’apertura all’accesso diretto ed alla consultazione dei flussi informativi ministeriali. Benefici in termini di miglioramento del servizio reso a cittadini e imprese conseguiti dall’Amministrazione Rientrano in questo ambito le seguenti linee di azione: • digitalizzazione di una serie di adempimenti in capo ai professionisti al fine di ottimizzare il processo di interazione in fase di redazione e presentazione delle istanza inerenti gli interventi edilizi. In questo ambito rientrano anche la predisposizione di supporto di ausilio per la definizione delle pratiche e del loro trattamento; • accesso ai dati della Pubblica Amministrazione attraverso appositi canali di consultazione e verifica che consentano l’accesso al patrimonio informativo dei Comuni da parte di professionisti, notai, amministratori di condominio e imprese; • accesso alla propria posizione contributiva da parte del cittadino/contribuente sul fronte del tributo locale attraverso il canale telematico, corredata delle informazioni in possesso della Pubblica Amministrazione che giustificano il quadro presentato; • elaborazione di contenuti da parte dell’Amministrazione nei modelli di dichiarazione previsti dal punto di vista fiscale e della titolarità a disposizione degli sportelli al pubblico per migliorare i tempi di interazione da parte del cittadino con contestuale riscontro immediato della posizione; • aumento delle competenze e della capacità di risposta al Cittadino a livello di sportello anche multidisciplinare, con abbattimento dei tempi morti tra richiesta e risposta; • accertamento patrimoniale e tributario da parte degli Enti sfruttando l’informazione prodotta dal cittadino nelle sedi essenziali (Notaio, Comune, CAF, ecc…) o già posseduta dall’Amministrazione, riducendo la minimo l’interazione con il contribuente almeno in fase istruttoria. 13
Progetto “GIT” Buone Pratiche Benefici derivanti all’amministrazione dall’elaborazione dei dati che la soluzione utilizzata o genera, al fine di orientare in modo più efficace l’azione amministrativa Rientrano in questo ambito le seguenti linee di azione: • predisposizione dei processi di automazione dello scambio di informazioni tra Amministrazioni inerenti gli atti di variazione catastale e di titolarità inerenti il patrimonio immobiliare posseduto dai cittadini, con eliminazione degli adempimenti formali auto dichiarativi di evento avvenuto; • intersettorialità cooperativa e collaborativa tra uffici del Comune attraverso l’attivazione dei processi amministrativi previsti per i quali il progetto fornisce strumenti di supporto; • trasformazione del processo di accertamento e riscossione in “servizio di fiscalità”, con diminuzione del livello di contenzioso tributario tra cittadino e Amministrazione relativo sia agli aspetti di giustizia fiscale che agli aspetti di incongruenza delle informazioni e di non omogeneità delle posizioni amministrative presenti nei Sistemi dello Stato. Elementi di semplificazione della procedura tradizionale introdotti dalla soluzione Rientrano in questo ambito le seguenti linee di azione: • diminuzione a tendere del livello di incongruenza tra le informazioni presenti in archivi differenti delle pubbliche Amministrazioni inerenti lo stesso argomento o posizione del cittadino. Altri benefici derivanti dall’utilizzo della soluzione non ricompresi nelle tipologie prima indicate Rientrano in questo ambito le seguenti linee di azione: • diffusione del Sistema a tutti i Comuni del Progetto che ne faranno richiesta secondo i canoni formali previsti; • attivazione potenzialmente disponibile dei servizi applicativi presso tutti i Comuni, senza preclusione di dimensione ma solo in relazione al livello organizzativo del Comune e dell’Aggregazione; • riqualificazione del personale degli Enti attraverso il coinvolgimento nei contenuti del progetto e delle nuove tecnologie a disposizione. 14
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 6 – ASPETTI LEGATI ALLE TECNOLOGIE UTILIZZATE Caratteristiche della soluzione tecnologica Nella creazione del Sistema, obiettivo primario è stato individuare una soluzione in cui una nuova specifica esigenza informativa potesse essere vista prevalentemente limitandosi alla peculiarità di trattamento del dato (magari nuovo), utilizzando primariamente servizi già esistenti per predisporre tutte le funzionalità di supporto generale (acquisizione fonte, controlli, caricamento, visualizzazione, ecc..). Questo perché sostanzialmente il lavoro svolto si basava sulla evoluzione di una precedente piattaforma C&T messa a disposizione dalla Regione Umbria, già operativa e funzionante a regime. La piattaforma include le seguenti componenti • Ambiente gestione acquisizione fonti - ambiente della piattaforma dedicato al trattamento delle fonti di popolamento del DWH, definito anche come “sistema degli ETL”.); • servizio di cooperazione applicativa - Ambiente dedicato a interagire in cooperazione applicativa con il Sistema di interscambio dell’Agenzia del Territorio; • ambiente di correlazione del DWH - ambiente che assicura la funzione di associazione dei dati contenuti nel DWH, mediante i concetti di Soggetto, Oggetto, Via, Civico e Fabbricato, attraverso meccanismi di correlazione in grado di porre a fattor comune le informazioni provenienti da Sistemi informativi eterogenei sotto il profilo della modalità di trattamento dell’informazione, della identificazione dei criteri di codifica e univocità (eterogeneità della chiavi; • ambiente delle Diagnostiche - ambiente che assicura le operazioni di controllo sui dati nelle diverse fasi operative in cui si caratterizza l’utilizzo e il funzionamento della piattaforma; • visualizzatore di Front End - ambiente che include è il “Visualizzatore GIT” che, attraverso iconografie censuarie e cartografiche, consente una navigazione tra i dati delle fonti; • librerie e di cataloghi per la realizzazione e la attivazione di servizi specialistici verticali – ambiente di gestione di servizi software verticali specifici per esigenze di tipo amministrativo a supporto della gestione di iter e di istanze della Pubblica Amministrazione. 15
Progetto “GIT” Buone Pratiche Prerequisiti di natura tecnica (hw e sw di base) per il funzionamento della soluzione; descrizione dell’hw e sw di base necessario per riusare la soluzione, ovvero senza la quale la soluzione non è utilizzabile Di seguito si riportano i principali prerequisiti tecnici ritenuti di maggior importanza per la piena operatività delle soluzioni GIT. Apparati di rete L’Aggregazione dovrà essere dotata di una rete Lan Tcp/ip da 1Gb e predisporre uno Switch Ethernet 1Gb di 5 porte a esclusivo uso degli host predisposti al funzionamento della soluzione. L’Aggregazione dovrà possedere un accesso ad internet a banda larga per permettere l’instaurazione di sessioni di assistenza remota. Nello scenario ottimale ogni Aggregazione è connessa con i comuni che la compongono attraverso un collegamento veloce. Tale requisito non è però indispensabile ai fini della fruizione del prodotto a patto di rinunciare ad automatismi di reperimento dati insiti nella soluzione. L’accesso alla soluzione da parte di un operatore comunale dovrà avvenire attraverso un browser web operante su una connessione privata (fisica o virtuale), l’Aggregazione dovrà curare la predisposizione di tale connessione con tutti i comuni componenti. Dotazione hardware Per un’Aggregazione composta da un singolo comune il requisito minimo necessario al funzionamento della soluzione è la presenza di : n.1 database server e n.1 application server. Si sottolinea, comunque, che ciò può essere considerata una configurazione “estrema” che può portare ad alcuni disservizi soprattutto dal punto di vista prestazionale. La configurazione ottimale prevede, infatti, almeno 2 application server. Configurazione minima hardware per Aggregazione costituita da un singolo comune: Database server: xeonDP, 4 Gb/8 Gb di Ram, hd da 250Gb scsi Application server: Pentium Core 2 Quad, 2 Gb di Ram, hd da 150Gb scsi Scalabilità della soluzione La scalabilità di carico verticale deve essere una considerata un requisito dell’hardware utilizzato, soprattutto per quanto concerne lo spazio su disco. In un’Aggregazione costituita da più comuni oltre alla scalabilità di carico verticale va considerata anche la scalabilità di carico orizzontale, intesa come la possibilità di aggiungere altre macchine in distribuzione di carico e non, all’aumentare dei comuni connessi al servizio. Un’ipotesi architetturale realistica potrebbe essere quella di utilizzare come RDBMS più server connessi attraverso sistemi RAC (es. ORACLE). In questa ottica i requisiti hardware dei server possono abbassarsi all’aumentare delle macchine in distribuzione di carico. 16
Progetto “GIT” Buone Pratiche La scalabilità di carico è requisito indispensabile per raggiungere una scalabilità amministrativa e una scalabilità geografica sufficiente. In altri termini il sistema non deve aumentare di complessità e le prestazioni non degenerare all’aumentare degli utenti connessi e della loro distanza. Dotazione software RDBMS compatibile con il framework selezionato con ambiente di gestione dei dati cartografici e ortofotogrammetrici, eventuale presenza di un ambiente GIS. Application server Jboss. Come risaputo questi componenti non pongono nessun requisito particolare sul sistema operativo ospitante potendo funzionare sia su Windows che Linux, naturalmente all’interno del range di versioni supportate. Partners coinvolti nella realizzazione della soluzione; indicare il partner/fornitori coinvolti nelle diverse fasi di realizzazione della soluzione: analisi, realizzazione, test, gestione a regime Anci Lombardia (Associazione dei Comuni Italiani della Lombardia), ha svolto nel progetto GIT, per conto del Comune di Milano (ente capofila) il ruolo di Ente che ha seguito il coordinamento, la rendicontazione e la formazione. Oggi è Ente coordinatore di ReteComuni (www.retecomuni.it) la rete che si propone di operare nell’ambito della gestione di sistemi tecnologici e soluzioni organizzative che consentano di mantenere in capo alle amministrazioni comunali informazioni “certificate” per indirizzare e gestire prioritariamente le attività nei campi delle entrate locali, della gestione territoriale, dell’innovazione tecnologica e della sicurezza. WebRed, società in house della regione Umbria ha svolto il ruolo di soggetto di riferimento per tutti gli aspetti tecnologici delle tecnologie C&T. E’ il soggetto che oggi è in grado di fornire il software in riuso gratuito di formare gratuitamente - presso la propria sede in Umbria – chiunque fosse interessato ad acquisire il know-how relativo al funzionamento e alla manutenzione del sistema tecnologici C&T. Quanto tempo è durato il progetto (mesi) 24 mesi 17
Progetto “GIT” Buone Pratiche Quali sono i volumi di servizio che la soluzione gestisce Relativamente ai volumi è possibile dare un quadro d’insieme relativamente alle tipologie di pratiche che sono acquisite nel sistema GIT provenienti da archivi operazionali interni ed esterni alle Amministrazioni partecipanti. A riguardo non si ritiene significativo il numero, comunque elevato, ma le tipologie di atti/dati delle istanze amministrative acquisite e il fatto che tutte queste sono nelle disponibilità di ogni Comune partecipante. DA ARCHIVI ESTERNI PER OGNI COMUNE DEL PROGETTO: • pratiche accatastamento docfa dal 2006; • storico Planimetrie catastali unità Immobiliari; • pratiche accatastamento PREGEO dal 2009; • atti di compravendita dal 2006; • atti di successione in titolarità Immobili e terreni dal 2006; • atti di locazione dal 2006; • consumi ENEL luce e Gas dal 2004; • fogli di mappa catastali a copertura intero Comune con storicizzazione aggiornamenti; • anagrafica Aziende Camere di commercio; • anagrafica utenza acquedotti; • anagrafica dati catastali immobili e terreni da impianto (1987 o 1995) ad oggi con intero impianto storico; • redditi cittadini residenti, dichiarazioni sintetiche da 2004. DA ARCHIVI INTERNI PRINCIPALI PER OGNI COMUNE DEL PROGETTO: • anagrafica dei cittadini residenti con incremento storico periodico da parte della fonte in incremento continuo. Ogni posizione è memorizzata con i cambi di indirizzo e di famiglia aggiornati; • dichiarazioni di fiscalità locale ICI, TARSU/TIA, Occupazione suolo pubblico, Pubblicità da data di impianto gestionale informatico; • dichiarazioni interventi edilizi e condoni da data di impianto del gestionale, comprensivo di materiale documentale scannerizzato come immagini digitali se disponibile; • attività commerciali inerenti le attività denunciate al Comune dalla data di digitalizzazione nel sistema informativo dell’Ente; • anagrafiche varie a disposizione degli uffici per le pratiche amministrative e la gestione degli adempimenti (es. acquedotto, bucalossi, ecc…); • cartografia inerente ortofoto storiche, PRG, PGT e carte tecniche comunali e regionali, strati informativi tematici. Altro materiale georiferito. 18
Progetto “GIT” Buone Pratiche La soluzione è integrata con altre applicazioni della amministrazione L’adozione delle tecnologie GIT non preclude il normale funzionamento delle applicazioni presenti nell’amministrazione. Tramite opportuni sistemi di collegamento (transcodifica) il DataWareHouse è messo nelle condizioni di acquisire le informazioni presenti nei singoli applicativi in uso. 19
Progetto “GIT” Buone Pratiche SEZIONE 7 – ALTRI ASPETTI VINCOLANTI Esigenza di specifici modelli organizzativi Si. L’amministrazione è chiamata a dotarsi di un modello organizzativo particolarmente flessibile e professionalizzato che garantisca: • forti capacità relazionali interne ed esterne all’ente di appartenenza; • disponibilità al cambiamento; • una inevitabile “riconversione” di compiti, attività, competenze, funzioni; • la visibilità e l’attenzione sui dati "rilevanti", ad esempio ai fini della collaborazione sull’accertamento erariale con l’Agenzia delle Entrate. Occorre prevedere che l’Ente, oltre al servizio Tributi, adotti opportune misure di coinvolgimento dei seguenti settori/uffici: • anagrafe: con cui è già collaudata la condivisione della banca dati, garantita da un gestionale integrato, e la costante segnalazione di anomalie o incongruenze eventuali; • urbanistica: non sono condivise le banche dati ma sono in corso attività congiunte prevalentemente orientate all'accertamento ICI Aree Fabbricabili; • edilizia Privata: non sono condivise banche dati. Sono in corso attività interne al settore per aggiornare / migrare i dati in un nuovo gestionale; • ufficio CED: che provvede a garantire il funzionamento dell'intero sistema svolgendo anche i seguenti servizi: o gestione dell'Hosting della Piattaforma GIT e della connettività; o scarico periodico dei dati dai Portali delle Agenzie; o estrazione periodica dei dati dai gestionali interni di Monza e degli Enti del Polo aderenti al Progetto GIT. o gestione dei rapporti con le software house per le problematiche di estrazione dati dai rispettivi programmi applicativi; o caricamento periodico, attraverso appositi programmi dedicati, dei dati nel DataWareHouse. 20
Progetto “GIT” Buone Pratiche Necessità di accordi con Enti terzi Si, sono necessari accordi con Enti terzi. Obiettivo della soluzione è dare un contributo all'innovazione nella Pubblica Amministrazione in un contesto di: • sviluppo della collaborazione interna agli Enti locali tra i vari settori di gestione dei servizi; • massima collaborazione con gli altri livelli della PA; • massima attenzione alla sostenibilità nel tempo delle scelte effettuate con la creazione di modelli di rete che, oltre che garantire il mantenimento dei risultati raggiunti, prefiguri attività di sviluppi innovativi anche in considerazione di modifiche sia normative sia informatiche. I temi da affrontare per un corretto mantenimento e sviluppo degli obiettivi delle soluzioni GIT richiedono di poter sviluppare alcuni significativi temi quali (a titolo esemplificativo): • collaborazione con i livelli istituzionali quali Regione e Provincia per consolidare il modello organizzativo implementato facendolo diventare un modello diffuso ed uno standard per la pubblica amministrazione locale (struttura organizzativa e tracciati di tenuta delle banche dati) indipendentemente degli strumenti informatici, gestionali e non, utilizzati dalle varie realtà; • collaborazione con le Agenzie dello Stato Centrale, Agenzia del Territorio e Agenzia delle Entrate, per lavorare su più fronti quali: collaborazione in termini di recupero evasione elusione; migliore e più coerente rappresentazione della realtà in tema di immobili; collaborazione per studiare, produrre e sviluppare nuovi modelli di integrazione delle banche dati e di collegamenti telematici per lo scambio di dati. • Collaborazione con le Associazioni di comuni per lavorare su più fronti quali: affiancamento per garantire la continuità della rete GIT consolidatasi a livello nazionali tra i comuni aderenti al progetto in fase di chiusura, in particolare per la tenuta degli aspetti “amministrativi” e di “diffusione” ed allargamento presso altri enti interessati (Anci Lombardia); affiancamento per sviluppare e realizzare modelli formativi e di aggiornamento, nonché di integrazione con altre Esperienze (Elisa 1) in atto a livello nazionale (Anutel, Anci Lombardia). 21
Progetto “GIT” Buone Pratiche Dipendenza da normative regionali Risultano influenzate dalla normativa regionale esclusivamente le attività legate all’integrazione dei sistemi tecnologici con il Database topografico regionale, eventualmente adattabile alla singola realtà. 22
Progetto “GIT” Buone Pratiche Licenza di Riuso – (versione e data) La Licenza di Riuso, richiamando le disposizioni sul riuso contenute nel Codice dell’Amministrazione Digitale (d.lgsl. 82/2005), definisce i diritti e i doveri dei soggetti pubblici e privati coinvolti nel riuso di un prodotto software stabilendo le condizioni alle quali è possibile studiarlo, usarlo, modificarlo e redistribuirlo. La Licenza di Riuso permette il riuso, a titolo gratuito, del prodotto software da parte di soggetti pubblici, senza necessità di convenzioni specifiche. La Licenza di Riuso stabilisce che: • è permesso modificare il prodotto software e realizzare prodotti derivati; • è vietato commercializzare il prodotto software; • titolari e contitolari del prodotto software non sono responsabili delle conseguenze del suo uso. La Licenza di Riuso stabilisce che, in caso di modifiche al prodotto software: • sono riconosciuti, nel tempo e nella loro diversità, i contributi di chi ha collaborato alla realizzazione e/o all’evoluzione del prodotto software; • il prodotto software derivato può essere distribuito solo se è rilasciato con la licenza di riuso e non è degradato nella sua riusabilità. Art. 1 – Definizioni 1. Riuso, uso da parte di un soggetto pubblico di un prodotto software realizzato da uno o più soggetti pubblici o privati, con il diritto di modificarlo per realizzare prodotti derivati. 2. Prodotto software (prodotto), sistema software pronto per essere installato e usato, completo di tutte le sue componenti, incluse ma non limitate a: sorgenti, dati di configurazione, eseguibili, dati e contenuti iniziali, documentazione per gli sviluppatori, documentazione per gli amministratori, documentazione per gli utenti. 3. Disponibilità, un prodotto è disponibile per il riuso per i diritti che il titolare e i contitolari, tramite la Licenza di Riuso, concedono ai riusatori e ai fornitori. 4. Riusabilità, un prodotto può essere più o meno riusabile in dipendenza di quanto le sue caratteristiche tecniche favoriscono il riuso. 5. Prodotto derivato, ogni prodotto risultante da un intervento di modifica al prodotto, indipendentemente dal tipo e dalla dimensione dell’intervento. 6. Prodotto degradato, un prodotto derivato che, per le sue mutate caratteristiche tecniche, favorisce il riuso con minor efficacia del prodotto originario. In particolare, sono prodotti degradati: a) prodotti derivati che eliminano funzionalità che non sono obsolete né deprecate; b) prodotti derivati che introducono dipendenze da componenti esterne che non sono rilasciate con la Licenza di Riuso o con una licenza a codice aperto; c) prodotti derivati che riducono il numero di piattaforme tecnologiche sulle quali possono essere installati ed eseguiti; d) prodotti derivati che non hanno aggiornato la documentazione per gli utenti, per gli amministratori di sistema e per gli sviluppatori. 23
Progetto “GIT” Buone Pratiche 7. Titolare, soggetto pubblico o privato che, disponendo dei diritti su un prodotto tali da consentirne il riuso, lo ha rilasciato con la Licenza di Riuso. 8. Contitolare, soggetto pubblico o privato che ha collaborato, con un contributo identificato, alla realizzazione e/o all’evoluzione di un prodotto. 9. Riusatore, soggetto pubblico che, in qualsiasi modo, riceve un prodotto rilasciato con la Licenza di Riuso e che, al fine di poter riusare il prodotto, ha il diritto di studiarlo, usarlo, modificarlo e redistribuirlo. 10. Fornitore, soggetto privato che, in qualsiasi modo, riceve un prodotto rilasciato con la Licenza di Riuso, e che, al solo fine di poter offrire ai riusatori servizi di supporto al prodotto, ha il diritto di studiarlo, modificarlo e redistribuirlo. Art. 2 – Prodotto a cui si applica la licenza La Licenza di Riuso si applica a tutti i prodotti che contengono una nota informativa che li dichiara esplicitamente rilasciati con essa. Art. 3 – Oggetto 1. Con la Licenza di Riuso, il titolare e i contitolari concedono ai riusatori il diritto, non esclusivo, a tempo indeterminato e a titolo gratuito, di studiare, usare, modificare e redistribuire il prodotto con le modalità definite di seguito. 2. Con la Licenza di Riuso, il titolare e i contitolari concedono ai fornitori il diritto, non esclusivo, a tempo indeterminato e a titolo gratuito, di studiare, modificare e redistribuire il prodotto con le modalità definite di seguito. Art. 4 – Titolarità del prodotto e dei prodotti derivati 1. Il titolare del prodotto è titolare anche dei prodotti derivati. 2. I contitolari sono titolari dei contributi che hanno fornito per la realizzazione e/o l’evoluzione del prodotto. Art. 5 – Diritti comuni dei riusatori e dei fornitori 1. Riusatori e fornitori hanno il diritto di studiare il prodotto. In particolare hanno i seguenti diritti: a) fare copie locali del prodotto, in ogni sua componente, con ogni mezzo e in ogni forma, in via permanente o provvisoria; b) installare ed eseguire il prodotto, senza alcun limite di tempo, di numero di installazioni, di numero di elaboratori, di numero di utenti, per sperimentarne e verificarne il funzionamento. 2. Riusatori e fornitori hanno il diritto di modificare il prodotto per realizzare prodotti derivati. 3. Riusatori e fornitori hanno il diritto di redistribuire il prodotto senza limitazioni, purché identico all’originale e completo di tutte le sue componenti. 4. Riusatori e fornitori hanno il diritto di redistribuire un prodotto derivato solo se il prodotto derivato è rilasciato con la Licenza di Riuso e non è degradato. 5. Riusatori e fornitori hanno il diritto di offrire, ai riusatori, i seguenti servizi: a) installazione, avviamento, formazione e assistenza all’uso del prodotto; b) manutenzione e sviluppo del prodotto; c) gestione operativa del prodotto. 24
Progetto “GIT” Buone Pratiche Art. 6 – Divieto di registrazione e commercializzazione Ai riusatori e ai fornitori è vietato registrare a proprio nome e/o commercializzare il prodotto. Art. 7 – Divieti per i fornitori Ai fornitori è vietato usare il prodotto: a) per scopi applicativi propri; b) per fornire servizi applicativi a terzi. Art. 8 – Diritti aggiuntivi dei riusatori I riusatori hanno il diritto di usare il prodotto: a) per scopi applicativi propri; b) per fornire servizi applicativi ad altri soggetti pubblici. Art. 9 – Responsabilità e garanzie 1. Il titolare e i contitolari forniscono il prodotto “così come è”, senza garanzie di alcun tipo, né espresse né implicite, incluse le garanzie di utilizzabilità per un particolare scopo. 2. Il titolare e i contitolari non sono tenuti a fornire servizi di supporto al prodotto, inclusi ma non limitati a: installazione, avviamento, formazione e assistenza all’uso, manutenzione e sviluppo, gestione operativa del prodotto. 3. Il titolare e i contitolari non sono responsabili per gli eventuali danni dovuti all’uso o all’impossibilità d’uso del prodotto, incluso qualunque danneggiamento generico, speciale, incidentale o consequenziale e inclusi, ma non limitati a: perdite e corruzione di dati, accesso non consentito ai dati, danni causati ad altri sistemi software o alle loro prestazioni, danni economici sostenuti dal riusatore, dal fornitore o da terzi. Art. 10 – Rilascio di un prodotto con la Licenza di Riuso 1. Il prodotto è identificato da un nome che rappresenta l’insieme delle componenti che costituiscono il prodotto. Fino a diversa decisione del titolare e dei contitolari, il nome è mantenuto per le diverse versioni e configurazioni del prodotto, comunque esse siano il risultato di modifiche nelle componenti e/o nel loro insieme. 2. Ogni componente del prodotto (incluse, ma non limitate a: file sorgente, file di configurazione, file eseguibili, file dei dati e contenuti iniziali, file di documentazione ed eventuali documenti in formato non digitale) è identificata da un nome, univoco all’interno dell’insieme delle componenti del prodotto. 3. Ogni componente riporta nel suo contenuto una nota informativa che la identifica, ne descrive la storia, la associa al prodotto e dichiara che questo è rilascato con la Licenza di Riuso, richiamando una sintesi delle clausole principali e rimandando al testo integrale per i dettagli. La nota informativa è organizzata in quattro sezioni: identificazione della componente, storia delle modifiche, associazione al prodotto, sintesi e riferimento al testo integrale della Licenza di Riuso. 4. L’identificazione della componente è un testo strutturato con campi che ha struttura fissa e contenuto dei campi che varia da componente a componente (tra parentesi angolate i campi variabili): 25
Progetto “GIT” Buone Pratiche 5. La storia delle modifiche è una lista di descrizioni di modifiche, ognuna delle quali è un testo strutturato con campi che ha struttura fissa e contenuto dei campi che varia da modifica a modifica (in corsivo i campi variabili): 6. L’associazione al prodotto è un testo strutturato con campi che ha struttura fissa e contenuto dei campi identico per tutte le componenti del prodotto (tra parentesi angolate i campi variabili): 7. La sintesi e il riferimento alla Licenza di Riuso sono costituite dal seguente testo, non modificabile: A questo prodotto si applicano i termini della Licenza di Riuso, versione 1.00 o successive. I soggetti pubblici possono studiarlo, usarlo, modificarlo e redistribuirlo nei termini della Licenza di Riuso. I soggetti privati possono studiarlo, modificarlo e redistribuirlo nei termini della Licenza di Riuso. La commercializzazione del prodotto è vietata. Questo prodotto è distribuito “così come è” senza garanzie di alcun tipo, né espresse né implicite, incluse, ma non limitate a, le garanzie di utilizzabilità per un particolare scopo. 8. La modifica di una componente effettuata da un soggetto diverso dal titolare della componente comporta l’aggiunta di una descrizione della modifica alla storia delle modifiche. La descrizione aggiunta diventa parte integrante della nota informativa. 9. In nessun caso la modifica di una componente può comportare la cancellazione o la modifica delle preesistenti sezioni della nota informativa. 10. In nessun caso una componente può essere rimossa dal prodotto. Nel caso una componente non sia più necessaria, nella sua nota informativa deve essere aggiunta una descrizione di modifica che documenta il suo cessato utilizzo. Nel caso una componente sia integrata, in tutto o in parte, in una o più altre componenti, nuove o modificate, nella nota informativa di queste ultime è aggiunta una descrizione di modifica che documenta l’avvenuta integrazione. Art. 11 – Informazioni accessibili durante l’esecuzione del prodotto 1. Quando il prodotto è in esecuzione deve essere sempre possibile, per qualsiasi utente e in qualsiasi momento, accedere alle seguenti informazioni: a) identificazione del prodotto; b) identificazione del titolare; c) dichiarazione che il prodotto è rilasciato con la Licenza di Riuso; d) testo integrale della Licenza di Riuso. Art. 12 – Accettazione della Licenza di Riuso alla distribuzione e all’installazione del prodotto 1. Prima di installare effettivamente il prodotto, la procedura di installazione deve: a) mettere a conoscenza delle informazioni di cui all’art. 11.1 commi a, b, c, d; b) far sì che siano accettati i termini della Licenza di Riuso, e in particolare la clausola finale. 2. Il soggetto che redistribuisce il prodotto, tramite consegna di copie su supporto fisico o per via telematica, ha gli stessi obblighi di cui all’art. 12.1 commi a, b. Art. 13 – Nuove versioni della Licenza di Riuso 1. Il testo della Licenza di Riuso può essere modificato solo dagli autori che possono pubblicarne nuove versioni. 26
Progetto “GIT” Buone Pratiche 2. Un prodotto rilasciato con una determinata versione della Licenza di Riuso può essere redistribuito con una versione successiva della Licenza di Riuso. Art. 14 – Clausola risolutiva 1. In caso di violazione degli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 e 13 vengono meno i diritti concessi con la Licenza di Riuso e dovrà cessare ogni attività di studio, uso, modifica e redistribuzione del prodotto. 2. L’autore della violazione sarà perseguito a termini di legge, inclusa la richiesta di risarcimento dei danni. Art. 15 – Legge applicabile e Foro competente 1. La Licenza di Riuso è regolata dalle leggi dello Stato Italiano. 2. Per quanto non previsto dalla Licenza di Riuso si fa espresso rinvio al Codice Civile e alla normativa vigente in materia di proprietà intellettuale. 3. Per qualunque controversia relativa all’applicazione della Licenza di Riuso è competente il Foro di Firenze. Art. 16 – Clausola finale Il riusatore o il fornitore accetta espressamente i seguenti articoli: 3 (oggetto), 4 (titolarità del prodotto e dei prodotti derivati), 5 (diritti comuni dei riusatori e dei fornitori), 6 (divieto di registrazione e commercializzazione), 7 (divieti per i fornitori), 8 (diritti aggiuntivi dei riusatori), 9 (responsabilità e garanzie), 10 (rilascio di un prodotto con la Licenza di Riuso), 11 (informazioni accessibili durante l’esecuzione del prodotto), 12 (accettazione della Licenza di Riuso alla distribuzione e all’installazione del prodotto), 13 (nuove versioni della Licenza di Riuso), 14 (clausola risolutiva). Autori del testo della Licenza di Riuso, per conto del Centro Regionale di Competenza sul Riuso, sono: Giovanni A. Cignoni, V. Ambriola, C. Flick. Copyright © 2008 G.A. Cignoni, V. Ambriola, C. Flick La Licenza di Riuso, per volontà degli autori è pubblicata nei termini della licenza Creative Commons – Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate – 2.5 Italia. È possibile riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest’opera alle seguenti condizioni: Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l’opera. Non commerciale. Non puoi usare quest’opera per fini commerciali. Non opere derivate. Non puoi alterare o trasformare quest’opera, né usarla per crearne un’altra. Ogni volta che usi o distribuisci quest’opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. Il testo integrale della licenza è reperibile al seguente indirizzo: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode 27
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