Tutto il trasporto pubblico sciopera il 24 luglio. Tutto il trasporto aereo il 26 luglio - CGIL Rimini

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Tutto il trasporto pubblico sciopera il 24 luglio. Tutto il trasporto aereo il 26 luglio - CGIL Rimini
Tutto il trasporto pubblico
sciopera il 24 luglio. Tutto
il trasporto aereo il 26
luglio
                         Comunicato stampa. Sarà il primo
                         sciopero nazionale, dopo vent’anni,
                         il prossimo 24 luglio, in tutti i
                         settori del trasporto pubblico
                         locale, ferroviario, merci e
                         logistica, marittimo e porti,
                         autostrade, taxi, autonoleggio e il
                         26 luglio in tutto il trasporto
aereo.

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti dell’Emilia Romagna con
questo sciopero intendono dare sostegno alla piattaforma
unitaria di proposte ‘Rimettiamo in movimento il Paese’
indirizzata al Governo. Questo Governo, che si
contraddistingue per l’assenza di risposte strategiche, non ha
mai convocato le organizzazioni sindacali e lo ha fatto solo
per sporadici incontri per la gestione delle singole crisi
aziendali.

A seguito di questo bisogno di scelte si deve aprire
immediatamente un confronto punto per punto su infrastrutture,
politica dei trasporti e regole ed arrivare alla
sottoscrizione di un Patto Nazionale per i Trasporti che parta
dall’aggiornamento del Piano Generale dei Trasporti e della
Logistica e che tenga conto delle esigenze di mobilità di
persone e merci.

L’Italia, dal punto di vista infrastrutturale, sta rischiando
di diventare la cenerentola d’Europa se non si sbloccano le
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opere che la fanno viaggiare fra sud e nord a due velocità.

Il sistema di regolazione dei trasporti sta penalizzando sia
le lavoratrici che i lavoratori del settore. Basta osservare
cos’è accaduto nel trasporto aereo, dove al crescere del
traffico, una serie di aziende, anziché svilupparsi, sono
entrate in crisi che durano tuttora.

Nel trasporto pubblico locale resta l’incognita dei 58 Mln di
euro che non sono previsti dal DEF a copertura degli eventi di
malattia degli addetti al settore.

Allo stesso tempo nel settore ferroviario la liberalizzazione
ha aperto le infrastrutture senza garantire alle imprese
italiane condizioni di reciprocità verso i Paesi europei.

Inoltre le dichiarazioni dell’Autorità di regolazione dei
trasporti destano inquietudine per i provvedimenti che
dovrebbero colpire la Soc. Rfi, mentre non è ben chiaro cosa
esattamente il governo intende per “aggiornamento del rapporto
concessorio per le autostrade”.

Il nostro Paese ha bisogno di regole, pianificazione e
programmazione. Questo è uno sciopero politico contro
l’immobilismo di questo Governo.

Nel settore dell’autotrasporto delle merci, nelle spedizioni e
nella logistica la durata dello sciopero sarà dell’intera
prestazione lavorativa, per sottolineare l’importanza e
l’attenzione che questo segmento della produzione merita,
visto che lo sviluppo della digitalizzazione e
dell’informatizzazione dei processi di vendita on line, ha
incrementato rapidamente i volumi dei fatturati dei grandi
player internazionali mutando radicalmente le condizioni di
lavoro degli addetti.

Si stima infatti che siano circa un milione i lavoratori
legati all’E-commerce, con un valore del PIL nazionale vicino
all’8%.
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E’ il momento in cui parte di questa ricchezza prodotta venga
redistribuita a chi questa ricchezza la produce. Infine noi
scioperiamo perché i lavoratori dei trasporti vogliono
rivendicare il rinnovo dei contratti. Perché senza trasporti
moderni ed efficienti e senza i lavoratori tutelati dai Ccnl,
questo Paese non potrà ripartire.

Massimo Colognese – Segretario generale FIL CGIL Emilia
Romagna

Appalto   pulizie    Poste
Italiane.  Proclamato   lo
sciopero per il 17 e 18
luglio
                                  Comunicato stampa. Non sono più disagi,
                                  sono vere e proprie difficoltà quelle che
                                  stanno    vivendo   le   lavoratrici      e   i
                                  lavoratori dell’appalto pulizie di Poste
                                  Italiane. 60 giorni senza retribuzione,
                                  famiglie allo sbando, mutui e affitti da
                                  pagare e le lavoratrici non riescono a
                                  raggiungere il lavoro perché non ci sono
i soldi per il carburante.

Ancora una volta le promesse dell’azienda NUOVA IDEA SRL, facente
parte del Consorzio Meridionale, sono state disattese: la lettera
formale di Idea Servizi in cui assicurava il pagamento delle
retribuzioni   entro   il    15    Luglio   è   rimasta    una   promessa   non
mantenuta!!! Ad oggi non c’è la retribuzione di Maggio 2019 nonché
Giugno 2019 e la Quattordicesima 2019 e neppure i cedolini paga.
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Le organizzazioni sindacali FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTRASPORTI-
UIL dei territori di CESENA, FORLI’ e RIMINI congiuntamente alle RSA,
alle lavoratrici e ai lavoratori sono sconcertati, delusi e arrabbiati
e dopo lo stato di agitazione proclamato il 23 aprile 2019 e la
giornata di sciopero già effettuata il giorno 26 giugno 2019,
proclamano SCIOPERO PER I GIORNI 17 E 18 LUGLIO 2019.

Come OO.SS abbiamo sempre denunciato la condizione di questi
lavoratori che hanno subito negli anni continui tagli alle ore
rendendo le loro vite precarie al limite del non sostentamento.

Non vogliamo e non possiamo lasciare proseguire questa offesa alle
dignità delle persone.

Scioperiamo con presidio mercoledì 17 luglio, presso la sede di Poste
Italiane SPA di Bologna via Zanardi, 25 alle ore 10:30 per porre
ancora una volta l’attenzione sui LAVORATORI E LAVORATRICI e sui loro
diritti!

E’ ORA DI PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’ E DI SBLOCCARE QUESTA
INCRESCIOSA SITUAZIONE DANDO IMMEDIATA RISPOSTA AI LAVORATORI!

FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTRASPORTI-UIL dei territori di CESENA,
FORLI e RIMINI vogliono, con questa comunicazione, sensibilizzare
tutta la cittadinanza in merito alla grave situazione di questi
lavoratori e lavoratrici che da anni subiscono riduzioni degli orari
di lavoro e cambi appalto che non garantiscono i loro diritti e delle
degne retribuzioni.

14 Giugno. Sciopero generale
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dei metalmeccanici
                                      I      lavoratori     metalmeccanici
                                      sciopereranno        in   tutta   Italia
                                      venerdì 14 giugno con tre grandi
                                      manifestazioni in contemporanea a
                                      Milano,     Firenze       e   Napoli   per
                                      chiedere al Governo e alle imprese
                                      di mettere al centro il lavoro, i
                                      salari, i diritti. Una decisione
                                      determinata dalla sempre maggiore
incertezza   sul    futuro    vista    la    contrazione   della     produzione
industriale, la perdita di valore del lavoro, l’aumento degli
infortuni e dei morti sul lavoro. I lavoratori riminesi parteciperanno
alla manifestazione di Firenze.

Il Governo e le imprese non possono scaricare sui lavoratori la nuova
crisi che stiamo vivendo: per affrontare la situazione sono necessari
investimenti pubblici e privati per l’innovazione, le competenze,
l’ecosostenibilità, l’occupazione, la prevenzione e la salvaguardia di
salute e sicurezza.

Per rilanciare il mercato interno è indispensabile aumentare i salari,
ridurre la tassazione, garantire lo stato sociale.

E’ necessario che Governo e sistema delle imprese riconoscano il ruolo
dei   lavoratori.     Il   Governo    deve   adottare   politiche     mirate   a
contrastare delocalizzazioni e le chiusure di stabilimenti, a partire
dal Mezzogiorno, ancora una volta, duramente colpito dalla crisi e a
sostenere i buoni motivi per attrarre investimenti industriali. Vanno
rafforzati i vincoli della responsabilità sociale delle imprese verso
i lavoratori e il territorio. Occorre investire per creare occupazione
per i giovani disoccupati, attraverso il consolidamento di alcuni
settori in cui il nostro paese ha una leadership e incentivi per
l’ecosostenibilità del nostro sistema industriale.

Per Fim Fiom e Uilm, le politiche pubbliche devono concentrarsi su ciò
che crea lavoro, sull’occupazione, sulla qualità e la dignità del
lavoro e in questo contesto misure come il reddito di cittadinanza non
possono essere sostitutive di questo impegno e soprattutto non possono
essere il solo strumento di lotta alla povertà.

Serve subito un cambio di rotta, sia da parte del governo che delle
imprese e agire con urgenza sui seguenti elementi:

FUTURO PER L’INDUSTRIA

Difendere e aumentare l’occupazione con gli investimenti pubblici e
privati,    per   produrre   con   qualità   e   sostenibilità   sociale     e
ambientale,       per   rilanciare   settori     strategici    del   paese   e
reindustrializzare le aree di crisi;

AUMENTARE I SALARI

E’ necessario aumetare i salari con i contratti nazionali e di secondo
livello, e attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente;

DIRITTI PER IL LAVORO

Contrastare la precarietà con la stabilizzazione dell’occupazione,
applicare i contratti erga omnes, ed estendere i diritti ai lavoratori
degli appalti, allargare la rappresentanza e la partecipazione
collettiva dei lavoratori;

CONTRATTARE L’INNOVAZIONE

Redistribuire la produttività delle nuove tecnologie per creare nuovo
lavoro e aumentare i salari, diminuire gli orari di lavoro attraverso
le opportunità che la tecnologia mette a disposizione;

EQUITÀ FISCALE

Diminuire le tasse sul lavoro dipendente, lotta all’evasione, basta
condoni che premiano i furbi;

GIUSTIZIA SOCIALE

Riformare    l’iniqua     legislazione   sulle     pensione,   estendere     e
qualificare gli ammortizzatori sociali, garantire a tutti salute e
istruzione di qualità;

SALUTE E SICUREZZA

Investire sulla salute dei lavoratori e sull’ambiente di lavoro,
combattere     gli   infortuni   con    la   prevenzione   e    la   formazione
professionale.

Locandina /f   Locandina r

Metro Italia Cash & Carry.
Sciopero per il Contratto
Integrativo Aziendale
                                       Comunicato   stampa.     Per   la   prima
                                       volta, dopo decenni di relazioni
                                       sindacali     strutturate           e   di
                                       contrattazione           integrativa,
                                       l’attuale dirigenza di Metro non ha
                                       voluto    sottoscrivere         con     le
                                       Organizzazioni          Sindacali       il
                                       Contratto Integrativo Aziendale.

Un atto grave che si è consumato dopo mesi di trattativa surreale, in
cui l’impresa ha esclusivamente ribadito le proprie posizioni in un
monologo sordo alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. A
ottobre del resto, il nuovo gruppo dirigente si è permesso, senza
neanche aver mai visto un magazzino e, per stessa ammissione
dell’impresa, non avendo ancora definito gli obiettivi, di disdettare
il contratto integrativo.
Quattro i punti principali su cui l’impresa non ha voluto ascoltare il
sindacato:

1. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

2. PREMIO VARIABILE

3. ORARIO DI LAVORO

4. RISTRUTTURAZIONI E CHIUSURE DI PUNTI VENDITA

Davanti alle pregiudiziali poste dall’azienda ogni mediazione è
risultata impossibile e gli effetti che la disdetta produrrà saranno a
carico   delle   lavoratrici   e   dei   lavoratori,   l’ennesimo   atto
dell’azienda che punta a tagliare sul costo del lavoro. Le Segreterie
Nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs – unitamente alla delegazione
trattante e alle strutture territoriali – non possono esimersi dal
chiamare le lavoratrici e i lavoratori alla lotta affinché l’azienda
muti radicalmente il proprio atteggiamento. Conseguentemente si
proclama una giornata di sciopero nazionale per il 19 aprile 2019 e si
dispone un pacchetto di ulteriori 8 ore di sciopero da organizzarsi a
livello territoriale e di magazzino secondo le modalità ritenute più
opportune e consone.

A Rimini è perciò proclamato sciopero per i 31 dipendenti della
filiale di Via Tolemaide per l’intero turno di lavoro del 19 aprile
2019.

FILCAMS CGIL RIMINI – FISASCAT CISL ROMAGNA – UILTUCS UIL RIMINI

Mirco Botteghi – Monica Pino – Daniela Giorgini

Rimini, 28/03/2019
Crisi       del      settore
Costruzioni. Manifestazione a
Roma
                                 Circa 200 lavoratori e disoccupati
                                 del territorio della provincia di
                                 Rimini del settore partiranno con i
                                 pullman per manifestare a Roma in
                                 piazza del Popolo, a sostegno delle
                                 proposte dei sindacati di categoria
                                 delle costruzioni di CGIL, CISL,
                                 UIL.

Per rilanciare il nostro Paese serve una seria politica
industriale, in grado di fare ripartire l’intera filiera
dell’edilizia. Vogliamo affrontare questo tema per dare una
risposta agli oltre 3.300 edili che hanno perso il lavoro a
livello locale e a tanti che rischiano di perderlo. Siamo
passati dai 7.000 addetti del 2018 ai 3.700 attuali. Un
territorio che ha visto in 10 anni ridurre le ore lavorate nel
settore edile da 6 milioni a 3 milioni dell’ultimo anno.

Una crisi da mancanza di lavoro e di liquidità che continua a
colpire anche le aziende locali. Ne è un esempio la crisi
finanziaria della cooperativa CMC di Ravenna impegnata nel
consorzio di imprese che lavorano nel cantiere del PSBO di
piazzale Kennedy a Rimini, difficoltà economiche che hanno
investito anche aziende a lei collegate, come la Società
Adriatica impianti e cave con sede a Santarcangelo che la
settimana scorsa ha presentato concordato con riserva.

Lo stesso settore del legno purtroppo non è da meno. Proprio la
settimana scorsa abbiamo siglato un accordo di cassa straordinaria per
cessazione di attività alla Comeca, azienda leader del settore delle
porte.
Intanto anche in Emilia Romagna il Governo ha deciso di fermare opere
che si era già deciso di realizzare, bloccando di fatto la crescita e
a scapito dell’occupazione.

Al contrario, sarebbe necessario, per esempio, promuovere un grande
piano di messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico.
Un’emergenza che riguarda anche i Comuni del nostro territorio essendo
classificati come zona sismica di medio rischio.

Inoltre, nel nostro territorio si sarebbero già dovuti cantierizzare
importanti interventi come quelli previsti nel Bando periferie o sulla
Statale 16 che a causa di ritardi inconcepibili da parte del Ministero
competente non si sa quando partiranno. Infine siamo fortemente
preoccupati dalla recente modifica del Codice degli Appalti nazionale
che prevede che si aumentino le soglie per procedere all’affidamento
dei lavori senza gara, con il rischio di incrementare la corruzione.

Anche per questi motivi tanti lavoratori delle aziende del territorio
saranno “in trasferta” a Roma per chiedere lavoro e sviluppo, con la
consapevolezza che se non riparte il settore delle costruzioni non
ripartirà il Paese”.

I Segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal UIL di
Rimini – Renzo Crociati, Roberto Casanova, Francesco Lorusso

Locandina

Il 14 giugno scioperano i
lavoratori in appalto MARR
Romagna
                      Comunicato stampa. La politica di
                      esternalizzazioni e appalti, messa in
                      atto da tempo dalla MARR, ha generato un
                      pesante peggioramento delle condizioni
                      dei lavoratori coinvolti a fronte di un
                      andamento dell’azienda che nel 2017 ha
                      raggiunto un utile netto di 65,5 milioni
di euro.

Oggi sono i circa 80 lavoratori occupati nell’appalto MARR
ROMAGNA assunti, dopo l’ennesimo cambio di appalto, dalla
ditta ONEBUSINESS, a chiedere che venga rispettato il verbale
di accordo siglato lo scorso 8 marzo, verbale che prevedeva,
tra l’altro, il rispetto del CCNL Multiservizi per i primi tre
mesi e in seguito l’applicazione del CCNL Merci Logistica.

Alla scadenza dei tre mesi, infatti, la risposta ricevuta da
ONEBUSINESS è stata di non voler dare seguito agli impegni
proponendo qualche aggiustamento alle attuali condizioni
contrattuali e agli errori nelle buste paga che vedono fra
l’altro molti lavoratori sotto inquadrati.

Tali proposte risultano largamente insufficienti, tenuto conto
della provenienza dei lavoratori che precedentemente erano
giustamente inquadrati da Marr con il Contratto Collettivo
Nazionale del Terziario Distribuzione e Servizi, e anche del
fatto che si è in una fase lavorativa in cui sono richieste
flessibilità e disponibilità di lavoro notturno, festivo,
straordinario etc., a fronte di inquadramenti contrattuali e
retribuzioni del tutto inadeguate.

I lavoratori, attraverso le Organizzazioni Sindacali, hanno
già chiesto da tempo un incontro a MARR, su cui grava la
responsabilità dell’appalto, ma finora non hanno avuto
risposta quando invece sarebbe necessario un intervento
immediato per risolvere il problema.

Dopo anni di appalti e cambi di gestione da un lato e di utili
per gli azionisti dall’altro, è tempo di ridare valore al
lavoro!

Pertanto, l’assemblea dei lavoratori è stata concorde nel
proclamare lo stato di agitazione con un primo pacchetto di
ore di SCIOPERO di 24 ore a partire da GIOVEDI’ 14 GIUGNO
dalle ore 7,00.

per FILCAMS CGIL -FISASCAT CISL Romagna – UILTRASPORTI

Lora Parmiani – Monica Succi – Saverio Messina

Sciopero della fame alla
Castelfrigo. La solidarietà
della FLAI CGIL di Rimini

                                          Nono   giorno   dello
sciopero della fame davanti alla Castelfrigo di Castelnuovo
Rangone (Modena). Tre operai (un cinese, un albanese, e un
ivoriano) e un sindacalista italiano della Flai-Cgil hanno
messo in atto questa forma di sciopero contro i 127
licenziamenti decisi dai prestanome di due false cooperative
utilizzate dalla Castelfrigo per macellare la carne suina.

Questa mattina una delegazione della FLAI CGIL di Rimini,
capeggiata dal Segretario Mauro Rossi, è andata a Castelnuovo
Rangone a portare solidarietà ai lavoratori in lotta.

Di seguito la dichiarazione del Segretario regionale della
categoria Umberto Franciosi.

Castelfrigo: per risolvere la vertenza servono soluzioni
concrete e parole chiare di condanna, non solo contro le false
cooperative, ma anche nei confronti della committenza

“Bene tutti gli attestati di solidarietà, la preoccupazione
per le sorti dei lavoratori in sciopero ad oltranza da dal 17
ottobre 2017 e, tra questi, tre in sciopero della fame dal 19
dicembre più il segretario generale della Flai Cgil di Modena
Marco Bottura, che giungono da tutte le istituzioni e forze
politiche.

Bene le dichiarazioni, che stiamo sentendo da ormai troppo
tempo, d’istituire a livello regionale tavoli di confronto per
contrastare le illegalità delle false cooperative. Ricordo che
un Tavolo di confronto del genere fu già attivato in provincia
di Modena, dopo la prima vertenza Castelfrigo del febbraio
2016, il quale doveva trovare soluzioni per risolvere le
medesime condizioni di illegalità e irregolarità nel sistema
degli appalti che da anni stiamo denunciando. Quel Tavolo
provinciale, però, produsse scarsi risultati pratici e
generiche dichiarazioni.

Mancano ancora dichiarazioni chiare e nette su come vengono
prodotte queste illegalità, cioè tramite appalti spesso di
dubbia legittimità, non solo a false cooperative, ma anche ad
Srl. Manca, come nel caso della Castelfrigo, un chiaro segnale
di condanna e censura nei confronti di questo genere di
committenza, anch’essa corresponsabile come le false
cooperative appaltatrici.

Bene, se alcune imprese, si faranno avanti per cercare di
collocare gli espulsi delle cooperative appaltatrici della
Castelfrigo, ma permane sempre l’assordante silenzio di chi,
queste imprese, dovrebbe rappresentarle, cioè le associazioni
d’impresa sul tema degli appalti di dubbia legittimità.

La mobilitazione dei lavoratori continuerà fino a quando non
ci saranno soluzioni concrete e dignitose per quanto riguarda
la loro collocazione lavorativa, all’interno della Castelfrigo
ed, eventualmente, nelle altre imprese del distretto
alimentare.”

In pericolo il lavoro e i
servizi. 6 Ottobre Sciopero
nazionale    unitario    dei
lavoratori delle Province
                             Comunicato stampa. 6 ottobre 2017
                             Sciopero   nazionale    del   personale
                             delle   Province    e   delle    Città
                             metropolitane indetto da Fp Cgil,
                             Cisl Fp, Uil Fpl.
Presidio davanti alla Prefettura di Rimini dalle ore 11.00 alle 13.00

Tale scelta si è resa inevitabile a causa della riforma che ha
investito questi Enti, della quale, gli unici risultati tangibili sono
stati i tagli delle risorse senza una adeguata valutazione delle
possibili conseguenze. Infatti, ciò ha fortemente compromesso la
possibilità di garantire quelle funzioni fondamentali che essi
assicuravano, come gli interventi nell’edilizia scolastica e la
manutenzione delle strade.

In particolare, con la scadenza dei termini per l’approvazione dei
bilanci degli enti locali – (30 settembre scorso), come accaduto negli
ultimi anni, il sistema di Comuni e soprattutto Province e Città
metropolitane non riesce in gran parte dei casi, a chiudere i bilanci
in regola. La violazione di vincoli di bilancio comporta per questi
enti, piani di rientro che colpiscono immediatamente i cittadini
attraverso l’incremento della tasse e, nei fatti, una riduzione della
garanzia di diritti fondamentali.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno da sempre contestato il merito e le
modalità della riforma di questi enti, perché, anche se persuasi della
necessità della loro riorganizzazione, non hanno condiviso un
approccio che è sembrato più propagandistico, che di merito, e che di
fatto     ha   portato    pressoché,    alla   totale   paralisi   dell’azione
amministrativa di Province e Città Metropolitane.

Le nostre OO.SS propongono come possibile soluzione quella di cogliere
l’occasione della prossima legge di Bilancio per rivedere le modalità
e   l’entità     dei     tagli   fin   qui   inflitti   a   Province   e   Città
Metropolitane. É necessario trovare soluzioni di buon senso che
consentano di evitare le situazioni di dissesto degli enti, per le
quali di certo, il prezzo più grande sarebbe pagato, come al solito,
dai soggetti più deboli: cittadini e lavoratori.

Elisabetta Morolli FP CGIL Rimini              – Giuseppe Bernardi CISL FP
Romagna    – Nicoletta Perno UIL FPL Rimini
Astensione dal lavoro nelle
giornate festive pasquali,
serve una Legge

Nelle   giornate   festive   pasquali,   FILCAMS-CGIL,   FISASCAT-CISL   e
UILTuCS-UIL regionali proclamano lo sciopero per il giorno 16 Aprile e
l’astensione dal lavoro per il 17 Aprile INVITANDO i lavoratori del
commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei
centri commerciali AD ADERIRE ASTENENDOSI DAL LAVORO NELLE FESTIVITA’!

La disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di
lavoratrici e lavoratori. Recenti sentenze confermano questa nostra
impostazione secondo la quale il datore di lavoro non può imporre al
dipendente di lavorare in una giornata festiva e definisce illegittima
l’eventuale sanzione disciplinare, quale punizione del rifiuto al
lavoro festivo, se non vi sia stato preventivamente un assenso di
quest’ultimo.

Com’è noto la LIBERALIZZAZIONE degli orari introdotta nel 2011 con il
Decreto “Salva Italia” ha eliminato ogni vincolo e regola in materia
di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi
prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro
famiglie.

E’ necessario che la discussione in Parlamento per una nuova
regolamentazione delle aperture commerciali si riattivi! Le nuove
regole, ancora ferme in Parlamento nella X° Commissione Industria,
Commercio e Turismo del Senato, se da una parte potranno permettere
agli Enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di
apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non
ponendo     vincoli,   se   non   la   chiusura   in   sole   6    festività,
sostanzialmente non risolveranno il problema.

Le liberalizzazioni sono sbagliate, non aiutano la crescita economica,
non creano nuova occupazione, producono dumping tra piccola e grande
distribuzione, svendono le festività, svuotano i centri storici delle
città a favore delle ‘cittadelle’ del consumo, sviliscono la qualità
del lavoro spezzettando la prestazione lavorativa e costringendo i
dipendenti ad orari ben poco concilianti con le necessità di riposo.

Per   queste   ragioni,     le    Segreterie   regionali      invitano   i/le
lavoratrici/tori ad astenersi dal lavoro per tutto il turno di lavoro
delle festività sopra riportate, ricordando ai lavoratori, che sulla
base delle norme contrattuali vigenti e alla luce delle recenti
sentenze    della   Cassazione,     potranno   rifiutarsi     di   effettuare
prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in
nessuna sanzione.
FILCAMS CGIL FISASCAT CISL e UILTuCS UIL Emilia Romagna

GAS-ACQUA.  Il  17  marzo
Sciopero Generale per il
rinnovo del Contratto
                             “Dalle     controparti         risposte
                             inaccettabili”

Dopo l’esito negativo presso il ministero del Lavoro del tentativo di
conciliazione, Filctem-Cgil, Femca-
Cisl, Uiltec Uil hanno indetto per venerdì 17 marzo una giornata di
sciopero in tutto il settore gas-acqua (interessati oltre 45 mila
lavoratori) per il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 31
dicembre 2015.
Contestualmente i sindacati di categoria hanno dichiarato lo stato di
agitazione con conseguente sospensione di ogni prestazione
straordinaria, unitamente al blocco delle relazioni sindacali in tutto
il settore.
I sindacati hanno programmato assemblee in tutti i luoghi di lavoro,
presidi di fronte alle aziende e iniziative di mobilitazione in tutti
i territori finalizzate a sbloccare il negoziato per il rinnovo del
contratto nazionale.
Due gli appuntamenti in Emilia Romagna. Il primo è a Bologna (ore 10),
con un presidio davanti alla sede centrale della multiutility Hera (in
viale Berti Pichat 2/4). Il secondo è a Parma
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