Tutela: è ora di cambiare gli accordi!

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Tutela: è ora di cambiare gli
accordi!
Sulla tutela è ora di cambiare definitivamente musica anche in
Toscana.
Nel corso degli ultimi mesi come AltraPsicologia abbiamo
portato in Consiglio alcune proposte con l’obiettivo di
incidere anche sugli enti di formazione che promuovono o
collaborano con counselor e affini.

LE CONVENZIONI.
Nei mesi passati sono state avviate numerose convenzioni, che
comprendono diversi tipi di servizi, tra cui anche corsi di
formazione (soprattutto per quanto riguarda la possibilità di
avere corsi ECM scontati).
Si tratta di poter dare ai nostri iscritti la possibilità di
poter accedere all’eventuale formazione obbligatoria
approfittando di una scontistica.
Questo è naturalmente possibile grazie al fatto che, come
Ordine, rappresentiamo un cliente “appetibile” per gli enti di
formazione.
E proprio per questo, vale la pena ragionare in ottica di
reciproco vantaggio.
Abbiamo perciò proposto che nella delibera in cui il Consiglio
identificava i criteri degli enti convenzionabili, venisse
inserito in modo esplicito una premessa che rimandasse al
rispetto del Codice Deontologico (Rif: Delibera G08 del 21
Febbraio 2021).
In questo modo, quando a Marzo ci sono state proposte una
serie di convenzioni con vari enti di formazione, abbiamo
potuto individuare – e poi successivamente scartare – una
serie di situazioni critiche, come enti che proponevano corsi
su tecniche psicoterapeutiche anche a non psicologi oppure che
erogavano corsi di formazione su tecniche psicologiche avendo
counselor come didatti.
Alcune di queste situazioni sono state prese in carico dalla
commissione tutela e verranno quindi esaminate ancora più
approfonditamente negli aspetti specifici.

LE SCUOLE DI PSICOTERAPIA.
In Toscana esiste da anni un protocollo con le scuole di
psicoterapia.
L’Ordine chiede alle scuole un impegno in merito ad alcuni
aspetti (soprattutto organizzativi e di trasparenza) e in
cambio le scuole ottengono la possibilità di avere maggiore
visibilità e promozione attraverso il sito dell’Ordine e un
evento dedicato (quello che in genere si teneva al Convitto
della Calza con i banchetti e che l’anno scorso – causa covid
– si è tenuto online con i vari webinar di presentazione).
In quel protocollo d’intesa, però, c’è un elefante nella
stanza: le scuole che formano counsellor o che sostengono,
attraverso “astuzie di nuova generazione”, associazioni che
erogano questo tipo di formazione.

Abbiamo sempre ritenuto che questo fosse una grave criticità,
per aspetti diretti e indiretti.

Diretti perché chi forma o sostiene la formazione di
counselor, contribuisce attivamente a mettere sul mercato
pseudoprofessionisti   che   possono   commettere   abuso   della
professione.

Indiretti perché mette sullo stesso piano le scuole che
agiscono ispirandosi ai principi deontologici e scuole che non
lo fanno.

Avevamo segnalato questa grave carenza già l’anno scorso,
quando ci eravamo espressi in modo fortemente contrario alla
partecipazione degli istituti coinvolti nella formazione di
counselor nei vari webinar di presentazione fatti usando i
canali e risorse di OPT.

Allo scorso consiglio di Giugno abbiamo quindi chiesto un
apposito punto all’Ordine del Giorno per poter discutere della
modifica del protocollo d’intesa, in vista della prevedibile
riproposizione della serie di webinar di presentazione delle
scuole.

In particolare abbiamo chiesto che all’interno del protocollo
d’intesa venisse inserito un criterio che rimandasse
esplicitamente al rispetto del Codice Deontologico, nello
specifico riferendoci all’articolo 8 e 21 del Codice, al fine
di richiamare al dovere di contrastare l’abuso professionale e
il divieto di insegnamento di tecniche psicologiche a non
psicologi.

E’ giunto il momento di togliersi la maschera e schierarsi
apertamente (e lealmente) a contrasto dell’esercizio abusivo
della nostra professione.

Siamo sufficientemente rassicurati dal fatto che queste
istanze verranno accolte, e che a, al contrario dell’anno
scorso, non assisteremo alla beffarda promozione di istituti
che formano o promuovono counselor sui canali dell’Ordine.

Finalmente UNI-ti per la
tutela della professione?
Finalmente non saremo più soli.
Dopo più di 15 anni di battaglia, politica e culturale
attraverso la nostra attività associativa e istituzionale
quando ci siamo trovati alla guida degli Ordini, martedì 16
Giugno la nostra comunità professionale sarà compatta per dire
no al riconoscimento dei counselor.

Ci sarà infatti un nuovo incontro al Tavolo UNI per la
normazione dei counselor e per la prima volta quasi tutti gli
Ordini regionali siederanno al tavolo con una posizione netta
e unitaria.

LA NORMAZIONE UNI. Lo scopo dell’UNI è produrre delle norme di
applicazione volontaria con l’auspicato scopo di garantire un
più alto standard di qualità a favore dei consumatori. Si può
proporre di normare praticamente qualsiasi cosa: nell’ultimo
mese sono uscite delle norme riguardanti le valvole in
materiale termoplastico, gli indumenti di protezione per lo
snowboard e le parallele da ginnastica.
Ma non solo. L’UNI può normare anche le cosiddette
“professioni non regolamentate”, ossia tutte quelle afferenti
alla famosa Legge 4/2013, quella cui fanno sempre riferimento
i counselor per accreditarsi – impropriamente – come
professione “riconosciuta”.

LA NORMA SUI COUNSELOR. Il tentativo di normazione dei
counselor è in corso da ormai qualche anno, caratterizzato da
una caparbietà a tratti incomprensibile.
L’Ordine del Lazio, a guida AltraPsicologia, è presente al
tavolo sin dalla sua apertura e fino a qualche mese fa era
praticamente solo a portare avanti le istanze di chiusura del
tavolo.
Una chiusura richiesta anche dal Ministero della Salute, per
ben due volte: una richiesta assurdamente ignorata dall’UNI,
che prosegue per la sua strada; persino dopo che l’inchiesta
pubblica ha raccolto più di 40mila pareri sfavorevoli alla
normazione.

LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI. Già il 1 Marzo scorso
l’Ordine dell’Emilia-Romagna – ora a guida AltraPsicologia –
insieme all’Ordine del Lazio avevano inviato un ulteriore
sollecito ai Ministeri del Lavoro, della Salute, delle
Sviluppo economico, delle Politiche Sociali, dell’Istruzione e
al CNOP per evidenziare i vari profili di criticità.
Martedì 16 Giugno, finalmente non saremo soli a portare avanti
queste istanze. In queste settimane 19 Ordini regionali su 21
si sono iscritti al Tavolo UNI per rappresentare compatti
quello che per anni come AltraPsicologia abbiamo rappresentato
alla comunità professionale: le attività dello psicologo, sono
esclusiva dello psicologo e nessun altro può improvvisarsi ad
intervenire sulla salute psichica dei cittadini.

UN CAMBIO DI PASSO? Finalmente ci siamo? Finalmente, dopo anni
di battaglia politica, culturale, istituzionale, siamo
riusciti a imprimere una direzione chiara alla politica degli
Ordini sul tema della tutela?

Molti degli Ordini che martedì 16 Giugno saranno al tavolo UNI
per mettere in discussione la normazione, due anni fa
sostenevano favorevolmente la Consensus Conference sul
counseling promossa del precedente CNOP, un tavolo cui
sedevano insieme psicologi e counselor e che era stato
definito un “percorso di pacificazione” . Anche in
quell’occasione, come AltraPsicologia, ci siamo trovati soli,
ma nonostante tutto non ci siamo mai scoraggiati e la
consensus, per fortuna, non ha mai prodotto i suoi frutti.

Il nostro auspicio è che quello di martedì sia il primo di
tanti momenti in cui finalmente l’intera comunità
professionale esce dalle ambiguità cui abbiamo assistito in
questi anni e che sia questo l’inizio di un percorso che
sempre più nettamente si orienti sul tema della tutela,
svincolandosi da conflitti di interesse.
Perché quando punti il dito contro qualcuno, ne punti tre
contro te stesso: prima o poi dovremmo farci concretamente
carico di affrontare il problema di tutte quelle realtà che,
dall’interno della comunità professionale, sostengono e
formano counselor.
Opt – Si comincia in salita…
Il 9 Gennaio c’è stato l’insediamento del nuovo Consiglio
dell’Ordine degli Psicologi della Toscana.

All’Ordine del giorno:
1. la votazione delle cariche dell’esecutivo
2. l’elezione del candidato di Albo B per il CNOP.

REMIND: I RISULTATI DELLE ELEZIONI. Le elezioni a dicembre
erano finite con l’ingresso in maggioranza di 9 Consiglieri
del gruppo cosiddetto “psicologi in rete” e l’ingresso in
minoranza di 5 Consiglieri di AltraPsicologia e della ex
vicepresidente Christina Bachmann, risultata la più votata tra
i candidati, ma senza un sostegno a tutta la sua squadra,
rimasta invece fuori dal Consiglio.

L’INSEDIAMENTO. Il 9 Gennaio c’è la seduta di insediamento e
il nostro primo compito è votare le cariche dell’esecutivo.
Contestualmente, il Ministero aveva convocato tutti i consigli
regionali per votare il candidato di Albo B che siederà in
Consiglio Nazionale.

L’ESECUTIVO. L’esecutivo di un Ordine prevede l’elezione di 4
cariche: Presidente, Vicepresidente, Tesoriere, Segretario.
La mattina del Consiglio giunge, come un fulmine a ciel
sereno, la comunicazione della rinuncia dell’incarico della
collega Bachmann: ci ritroviamo così in consiglio i 9 eletti
in maggioranza e noi 5 consiglieri di AltraPsicologia.

I NOSTRI CRITERI DI SCELTA. Il risultato elettorale in Toscana
ha espresso delle particolarità significative. Nello specifico
tra le prime 4 preferenze espresse dai colleghi ci sono le 3
candidate “capolista” dei diversi gruppi che si sono
presentati alle elezioni. Abbiamo letto questo segnale come
l’espressione di una volontà, da parte dei nostri colleghi, di
vedere il massimo impegno di tutti a collaborare
nell’interesse della comunità professionale.
Abbiamo così deciso di dare un segnale concreto di apertura
alla collaborazione: abbiamo votato la candidata Presidente
Gulino e non abbiamo presentato nostre candidature per nessuna
delle altre cariche.
È il nostro modo di dire: collaboriamo, facciamo rete, stiamo
sui temi e lavoriamo insieme per l’interesse della comunità
professionale.
Sul voto alle altre cariche ci siamo astenuti: non per un
giudizio sui colleghi, ma perché, ignari del tutto di quali
azioni programmatiche concrete si vorranno proporre a questo
consiglio, non ci sembra responsabile esprimere un sostegno
pieno su un progetto a scatola chiusa.

 Le cariche si vengono così a configurare:
 Presidente: Maria Antonietta Gulino
 Vicepresidente: Simone Mangini
 Tesoriere: Eleonora Ceccarelli
 Segretario: Rossella Capecchi

cui facciamo sinceri auguri e a cui ribadiamo la nostra
disponibilità a collaborare e a confrontarsi.

Fine del primo consiglio.
Si apre un altro consiglio        convocato   direttamente   dal
Ministero di Giustizia: all’ordine del giorno l’elezione del
Candidato di Albo b.

LA SCELTA DEL CANDIDATO DI ALBO B PER IL CNOP. Come primo
atto, il nuovo consiglio di OPT si è subito trovato a prendere
una decisione importate, ossia esprimere la propria preferenza
per il candidato di albo B da eleggere direttamente in
Consiglio Nazionale.
Un consigliere che ha diritto ad esprimere un voto in quel
consiglio, esattamente come un presidente di un Ordine
regionale.
Un voto che può risultare talvolta decisivo per l’intera
comunità professionale in Italia.
Come AltraPsicologia, non è un mistero, avevamo proposto nei
diversi consigli regionali di sostenere Dario Caminita.
Perché è un collega che ha esperienza istituzionale, perché ha
idee chiare su temi che per noi sono importanti come la
tutela, la trasparenza, lo sviluppo della comunità
professionale.

Sin dal mattino, da prima del consiglio, eravamo stati
avvertiti che la maggioranza in OPT non avrebbe sostenuto il
collega Caminita.

Presentiamo comunque la candidatura di Dario e spieghiamo
perché secondo noi è meritevole di un voto espresso da OPT:
crediamo sia importante chiarire sempre le ragioni di una
scelta e i criteri che portano a prendere decisioni,
soprattutto così importanti.

Procediamo a votare, e prima dello scrutinio la Presidente
Gulino chiede di mettere a verbale una dichiarazione in cui
spiega che lei e i suoi consiglieri hanno deciso di scegliere
un candidato in base alla valutazione fatta sui curricula.

Avevamo, nei giorni scorsi, anche noi dato lettura di tutto il
materiale fornitoci dal Ministero, in particolare i curricula
degli altri candidati e ce n’erano effettivamente di
interessanti oltre quello di Dario Caminita, sia dal punto di
vista formativo, ma soprattutto dal punto di vista
dell’esperienza istituzionale.
Tra tutti però non ci aveva colpito quello della collega poi
scelta dalla maggioranza poiché avevamo notato che, ben prima
dell’abilitazione, aveva conseguito un “diploma” di counselor
professionale e come counselor aveva lavorato in regime di
libera professione con pazienti oncologici e in casa di cura.
E ancora oggi, nonostante l’abilitazione, si definisce sul suo
profilo linkdin “COUNSELOR”.

Su un tema del genere, su cui come AltraPsicologia ci battiamo
quotidianamente da 15 anni, non potevamo non esprimere almeno
perplessità.

Un tema, per altro, sul quale pensavamo di poter costruire una
posizione condivisa in consiglio.

Ci siamo chiesti:

E’ una svista? E allora non è un buon segno: con tutta la
buona fede del mondo, una delibera inviata a un Ministero è un
atto di rilevanza assoluta. La collega può ritrovarsi a
rappresentare gli iscritti in consiglio nazionale. Non si
possono fare scelte simili con leggerezza.

E’ una scelta deliberata? Ci è stato spiegato di sì, con un
lungo post sui social dove ci è stato spiegato che il
curriculum è stato esaminato attentamente e proprio per questo
scelto tra gli 11 candidati.

Allora, a maggior ragione dopo aver preso una posizione di
collaborazione e apertura, è necessario per noi sottolineare
che su questi temi, con questo assetto, noi siamo per lo meno
perplessi.

Speriamo che nei prossimi consigli il tiro si raddrizzi: noi,
come detto e dimostrato, desideriamo poter fare il meglio per
la nostra comunità professionale.

                      I consiglieri di AltraPsicologia Toscana

NO ai Counselor, NO agli Ecm,
SI alla riduzione della Quota
Nelle prossime settimane si vota per il rinnovo dei Consigli
degli Ordini regionali.
AltraPsicologia è l’unica associazione
  che ha un programma articolato con una
   visione sul piano nazionale e diversi
           programmi regionali.
Non è un fatto trascurabile: ci sono temi su cui un Ordine
regionale non ha potere per intervenire, ma la posizione che
il suo Presidente andrà a rappresentare in Consiglio Nazionale
(CNOP) sarà fondamentale.

L’unico modo per intervenire sui grandi temi di interesse
nazionale, infatti, è quello di avere la maggioranza al
Consiglio Nazionale (CNOP).

Per questo motivo AltraPsicologia ha candidati in 18 Regioni
e, unici tra tutti i candidati, un programma nazionale di 40
pagine.

Al suo interno vi sono 3 impegni concreti che potranno essere
realizzati solo se AltraPsicologia vincerà nella maggioranza
delle regioni:

1. NO ai Counselor: la battaglia che portiamo avanti, in
solitaria, da anni si può chiudere solo con un’interlocuzione
credibile con i Ministeri (MISE per il tavolo UNI, Min. Salute
per il contrasto all’abusivismo professionale, MIUR per
chiudere le scuole italiane ai counselor)

2. NO agli ECM per tutti: Siamo per la formazione continua, e
stiamo aspettando da sei anni che il Consiglio Nazionale
finalmente dia regole chiare agli psicologi. Che non possono
risolversi in ECM per tutti. Ad oggi poi non ci sono i
presupposti normativi perché l’obbligo sia esteso a tutti gli
psicologi (quindi NO! Ad oggi non c’è nessun obbligo di ECM
anche se alcuni Ordini dicono il contrario), ma bisogna essere
abbastanza autorevoli e credibili per chiedere al Min. Salute
di rispettare il nostro reale fabbisogno formativo e la norma,
che prevede che il CNOP deliberi un Regolamento per la
Formazione Continua con un sistema di crediti ad hoc (che
preveda ad esempio il grande valore della supervisione, della
terapia individuale, ecc.) e che il Min. Salute lo approvi.

3. SI alla riduzione della Quota: i bilanci degli Ordini sono
del tutto approssimativi, soprattutto sui residui attivi,
ovvero i crediti da incassare, e quindi si ha difficoltà ad
uniformare gli importi delle quote. Con il risultato che
ognuno paga importi diversi e il paradosso che in regioni come
l’Abruzzo, dove l’Ordine fa il minimo sindacale (e a volte
sperpera denaro in iniziative assolutamente inaudite, d’altra
parte questo è il Presidente ) si paga 170 Euro, mentre nel
Lazio, dove le attività fervono e i servizi sono numerosi, si
paga 150 Euro, se poi si è iscritti al secondo o terzo anno
nel Lazio si ha uno sconto del 50% e si paga 75 Euro con una
differenza di    quasi   100   Euro   l’anno   tra   due   Regioni
confinanti.

Il CNOP è il principale responsabile di tutte queste storture
perché non solo non determina una quota uguale per tutti, ma
non vigila neanche in modo proattivo sui bilanci.

Se AltraPsicologia avesse la maggioranza si otterrebbe una
quota uniforme per tutti gli Psicologi italiani, con
l’obiettivo di portarla entro i 4 anni a 140 Euro e uno sconto
del 50% per gli iscritti ai primi tre anni.

In fondo la logica è davvero semplice, se il numero degli
Psicologi aumenta come mai non si riesce a ridurre la quota?
In questi sei anni il CNOP ha solo aumentato il minimo
consentito passando dai 140 Euro ai 150 Euro.

Insomma se davvero si vuole cambiare qualcosa, prima di votare
per l’amico o per il grande professionista della mia scuola di
specializzazione, bisogna pensare a chi davvero ha la
possibilità di realizzare quel cambiamento che tutti
auspichiamo.
L’appello al voto di AltraPsicologia è da
 anni sempre lo stesso: facciamo in modo
che prevalga la logica della “competenza”
         sulla logica dell’“amico”
 E come diceva qualcuno: “La storia non
       cambia, se tu non la cambi!”

“Il feroce counselor del
Suriname”: un thriller in tre
stagioni
Gli Psicologi italiani hanno appena appreso che esiste una
creatura mitologica: il “Counselor del Suriname”.
Una figura temuta e feroce, che sta cercando di sbarcare in
Italia dalle foreste dell’Amazzonia, e che le Tutor Psicologhe
useranno d’ora in poi per intimidire i Tirocinanti cattivi:
“Se non fai bene la siglatura del test, arriva il Counselor
del Suriname e ti porta via!”.
Con un nome così esotico, sembrerebbe infatti una creatura
tratta dalle avventure di Sandokan; ma invece, secondo UNI
(ente privato di normazione), esisterebbe davvero.
UNI sta infatti inondando migliaia di psicologi italiani con
mail non richieste, in cui ci racconta cose curiose: ad
esempio che il “Counselor” esiste in tanti posti, perfino in
Suriname (il più piccolo Stato dell’America Latina, noto
produttore di canna da zucchero sulle coste caraibiche);
sempre secondo queste comunicazioni, si chiama “Counselor”
perché “Consola la gente”, e sarebbe capace di fare delle
“diagnosi” per sapere quando non può fare diagnosi. Confusi?
Anche noi!
Quale è l’antefatto di questa avvincente vicenda?

IL PREQUEL: LE MISTERIOSI ORIGINI DEL FEROCE COUNSELOR DEL
SURINAME
L’UNI stava lavorando da tempo ad un “Tavolo di normazione”
della “professione di Counselor”. Hanno provato prima a
normare il cosiddetto “Counselor relazionale”; poi – bloccato
questo primo tentativo – hanno tolto la parola “relazionale”,
e stanno ora provando a normare il “Counselor-punto-e-basta”.
Un’iniziativa rispetto a cui AltraPsicologia ha fin
dall’inizio sollevato durissime critiche, nell’apparente
“torpore” (fino a tempi recenti) del Consiglio Nazionale
dell’Ordine; le Istituzioni in cui AP è in maggioranza, Ordine
del Lazio in primis, si sono quindi attivate per chiedere
l’intervento del Ministero della Salute. Il rischio da noi
paventato era che si finisse ipoteticamente col normare delle
attività potenzialmente strabordanti in quelle di ambito
sanitario, cosa vietata dalla Legge.
E il Ministero della Salute è infatti intervenuto, dicendo ad
UNI “Fermatevi, questo Tavolo non s’ha da fare”:

 il progetto di norma UNI n.1605227 pone la figura del
 Counselor non psicologo in palese sovrapposizione con quelle
 dello psicologo (…) in analogia con il precedente progetto
 UNI 08000070 sul “Counseling relazionale”, la cui adozione
 venne già sospesa da codesto Ufficio

(http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.
php?articolo_id=70084).
Storia chiusa?
La potente “cannonata” del Ministero avrà impedito al temuto
Counselor del Suriname di sbarcare anche in Italia?

PRIMA STAGIONE: DAL SURINAME CON FURORE
UNI è andata avanti.
Dritta come un treno, ha ignorato l’opposizione dei
rappresentanti di Ordine Lazio, ha ignorato le posizioni del
CNOP, ha ignorato le richieste formali del Ministero.
UNI, per procedura, deve però svolgere una fase di
“Consultazione Pubblica”: hanno così dovuto permettere a tutti
i cittadini di esprimersi sul loro sito (ne avevamo parlato
qui).
Sono stati subito sommersi da decine di migliaia di pareri
negativi, con commenti giunti da professionisti di ogni parte
di Italia che spiegavano i gravi rischi di questo tentativo di
normazione. E’ stata la più grande risposta pubblica nella
storia di UNI: non avevano mai avuto una tale marea di
riscontri contrari!
A questo punto, sommerso da questa reazione di massa, il
temibile Counselor del     Suriname   sarà   stato   finalmente
rispedito ai Caraibi?
No.
Si sa: il Counselor del Suriname è una creatura feroce e
resistente, che non si fa certo intimidire da una semplice
Consultazione Pubblica!
Come nei migliori climax delle serie televisive, proprio
mentre sembrava finalmente a terra immobile, abbattuto
dall’onda d’urto della Consultazione, nell’ultima inquadratura
dell’ultima puntata si vede la sua mano che riprende a tremare
leggermente…

SECONDA STAGIONE: “LOST IN GDPR”
Succede a questo punto qualcosa che nessuno capisce.
Sembra infatti che qualcuno nelle stanze di UNI abbia preso
tutte le migliaia di email di chi aveva partecipato alla
Consultazione pubblica, e le abbia associate una per una alla
tipologia esatta di opinioni personali espresse (senza che
apparentemente nessuno se lo immaginasse, o avesse autorizzato
ai sensi del GDPR tale ben specifico trattamento di
categorizzazione      a   fini   di   contatto     successivo
personalizzato).
“Classificati” a decine di migliaia, sulla base delle nostre
idee personali e politico-professionali sul counseling,
associandole in un database privato alla nostra identità ed
email? Abbiamo capito bene?
E, sulla base di questa classificazione inattesa delle
opinioni personali di migliaia di noi, un soggetto privato sta
ora contattandoci in massa per mandarci sette diversi tipi di
comunicazioni personalizzate sulla base delle nostre idee
politico-professionali, da loro conservate internamente?
Ai profili in codice con cui siamo stati classificati (da “R0”
a “R6” – io ad esempio sarei un “Soggetto R5”), conseguono
infatti “lezioni personalizzate” sul perché intendano normare
il counseling (e allora, perchè mai fare la Consultazione?);
ma, ancora più strano, le risposte sembrano essere tutte
“difese del counseling”, quasi come se l’Ente pensasse di far
cambiare opinione a chi gli aveva dato parere negativo in una
Consultazione pubblica!
Strano: personalmente, non ricordavo di aver mai autorizzato
UNI a “classificarmi” assieme a migliaia di altre persone,
sulla base delle mie idee ed al fine di ricontattarmi dopo in
modo personalizzato. Ma certamente avrò problemi di memoria
io: in fondo, sono solo uno psicologo, non un infallibile
Counselor del Suriname…
Se fosse stato solo un feedback tecnico, ci saremmo aspettati
che ci inviassero gli esiti della Consultazione: “Grazie della
partecipazione; hanno risposto in tot persone, X hanno detto
Sì, Y hanno detto No”. Paradossalmente, nessuna informazione
di questo tipo è stata mandata ai partecipanti.

STAGIONE FINALE: L’ARRIVO DEI COUNSELOR DEL SURINAME A GRANDE
INVERNO, O L’INATTESO RITORNO JON “GDPR” SNOW?
Che succederà, adesso, nella attesissima Stagione finale di
questo serial, che ormai compete col Trono di Spade?
I feroci Counselor del Suriname, creature simili agli Estranei
in quanto capaci di sopravvivere ripetutamente ai durissimi
colpi delle richieste Ministeriali, degli Ordini e delle
Consultazioni Pubbliche, avanzeranno oltre la Barriera? Oppure
ci sarà qualche interessante colpo di scena, nel finale di
stagione?
Come AltraPsicologia, stiamo – come sempre – sulla Barriera; e
anche nelle Istituzioni in cui siamo maggioranza ci stiamo
muovendo per approfondire le numerose domande relative al GDPR
che ci giungono in questi giorni da centinaia di colleghi
inviperiti, e che ci esprimono il loro disagio personale
perché si sentono – almeno apparentemente – “classificati a
loro insaputa”.
Riscontreremo presto ai colleghi di tutta Italia. Soprattutto
nei prossimi mesi, quando magari un nuovo CNOP a maggioranza
AltraPsicologia potrebbe dire in maniera molto chiara e senza
timidezze cosa ne pensano davvero, gli Psicologi Italiani, dei
Counselor del Suriname…
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