Tutela: è ora di cambiare gli accordi!
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Tutela: è ora di cambiare gli accordi! Sulla tutela è ora di cambiare definitivamente musica anche in Toscana. Nel corso degli ultimi mesi come AltraPsicologia abbiamo portato in Consiglio alcune proposte con l’obiettivo di incidere anche sugli enti di formazione che promuovono o collaborano con counselor e affini. LE CONVENZIONI. Nei mesi passati sono state avviate numerose convenzioni, che comprendono diversi tipi di servizi, tra cui anche corsi di formazione (soprattutto per quanto riguarda la possibilità di avere corsi ECM scontati). Si tratta di poter dare ai nostri iscritti la possibilità di poter accedere all’eventuale formazione obbligatoria approfittando di una scontistica. Questo è naturalmente possibile grazie al fatto che, come Ordine, rappresentiamo un cliente “appetibile” per gli enti di formazione. E proprio per questo, vale la pena ragionare in ottica di reciproco vantaggio. Abbiamo perciò proposto che nella delibera in cui il Consiglio identificava i criteri degli enti convenzionabili, venisse inserito in modo esplicito una premessa che rimandasse al rispetto del Codice Deontologico (Rif: Delibera G08 del 21 Febbraio 2021). In questo modo, quando a Marzo ci sono state proposte una serie di convenzioni con vari enti di formazione, abbiamo potuto individuare – e poi successivamente scartare – una serie di situazioni critiche, come enti che proponevano corsi su tecniche psicoterapeutiche anche a non psicologi oppure che erogavano corsi di formazione su tecniche psicologiche avendo counselor come didatti.
Alcune di queste situazioni sono state prese in carico dalla commissione tutela e verranno quindi esaminate ancora più approfonditamente negli aspetti specifici. LE SCUOLE DI PSICOTERAPIA. In Toscana esiste da anni un protocollo con le scuole di psicoterapia. L’Ordine chiede alle scuole un impegno in merito ad alcuni aspetti (soprattutto organizzativi e di trasparenza) e in cambio le scuole ottengono la possibilità di avere maggiore visibilità e promozione attraverso il sito dell’Ordine e un evento dedicato (quello che in genere si teneva al Convitto della Calza con i banchetti e che l’anno scorso – causa covid – si è tenuto online con i vari webinar di presentazione). In quel protocollo d’intesa, però, c’è un elefante nella stanza: le scuole che formano counsellor o che sostengono, attraverso “astuzie di nuova generazione”, associazioni che erogano questo tipo di formazione. Abbiamo sempre ritenuto che questo fosse una grave criticità, per aspetti diretti e indiretti. Diretti perché chi forma o sostiene la formazione di counselor, contribuisce attivamente a mettere sul mercato pseudoprofessionisti che possono commettere abuso della professione. Indiretti perché mette sullo stesso piano le scuole che agiscono ispirandosi ai principi deontologici e scuole che non lo fanno. Avevamo segnalato questa grave carenza già l’anno scorso, quando ci eravamo espressi in modo fortemente contrario alla partecipazione degli istituti coinvolti nella formazione di counselor nei vari webinar di presentazione fatti usando i canali e risorse di OPT. Allo scorso consiglio di Giugno abbiamo quindi chiesto un apposito punto all’Ordine del Giorno per poter discutere della
modifica del protocollo d’intesa, in vista della prevedibile riproposizione della serie di webinar di presentazione delle scuole. In particolare abbiamo chiesto che all’interno del protocollo d’intesa venisse inserito un criterio che rimandasse esplicitamente al rispetto del Codice Deontologico, nello specifico riferendoci all’articolo 8 e 21 del Codice, al fine di richiamare al dovere di contrastare l’abuso professionale e il divieto di insegnamento di tecniche psicologiche a non psicologi. E’ giunto il momento di togliersi la maschera e schierarsi apertamente (e lealmente) a contrasto dell’esercizio abusivo della nostra professione. Siamo sufficientemente rassicurati dal fatto che queste istanze verranno accolte, e che a, al contrario dell’anno scorso, non assisteremo alla beffarda promozione di istituti che formano o promuovono counselor sui canali dell’Ordine. Finalmente UNI-ti per la tutela della professione? Finalmente non saremo più soli. Dopo più di 15 anni di battaglia, politica e culturale attraverso la nostra attività associativa e istituzionale quando ci siamo trovati alla guida degli Ordini, martedì 16 Giugno la nostra comunità professionale sarà compatta per dire no al riconoscimento dei counselor. Ci sarà infatti un nuovo incontro al Tavolo UNI per la normazione dei counselor e per la prima volta quasi tutti gli
Ordini regionali siederanno al tavolo con una posizione netta e unitaria. LA NORMAZIONE UNI. Lo scopo dell’UNI è produrre delle norme di applicazione volontaria con l’auspicato scopo di garantire un più alto standard di qualità a favore dei consumatori. Si può proporre di normare praticamente qualsiasi cosa: nell’ultimo mese sono uscite delle norme riguardanti le valvole in materiale termoplastico, gli indumenti di protezione per lo snowboard e le parallele da ginnastica. Ma non solo. L’UNI può normare anche le cosiddette “professioni non regolamentate”, ossia tutte quelle afferenti alla famosa Legge 4/2013, quella cui fanno sempre riferimento i counselor per accreditarsi – impropriamente – come professione “riconosciuta”. LA NORMA SUI COUNSELOR. Il tentativo di normazione dei counselor è in corso da ormai qualche anno, caratterizzato da una caparbietà a tratti incomprensibile. L’Ordine del Lazio, a guida AltraPsicologia, è presente al tavolo sin dalla sua apertura e fino a qualche mese fa era praticamente solo a portare avanti le istanze di chiusura del tavolo. Una chiusura richiesta anche dal Ministero della Salute, per ben due volte: una richiesta assurdamente ignorata dall’UNI, che prosegue per la sua strada; persino dopo che l’inchiesta pubblica ha raccolto più di 40mila pareri sfavorevoli alla normazione. LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI. Già il 1 Marzo scorso l’Ordine dell’Emilia-Romagna – ora a guida AltraPsicologia – insieme all’Ordine del Lazio avevano inviato un ulteriore sollecito ai Ministeri del Lavoro, della Salute, delle Sviluppo economico, delle Politiche Sociali, dell’Istruzione e al CNOP per evidenziare i vari profili di criticità. Martedì 16 Giugno, finalmente non saremo soli a portare avanti queste istanze. In queste settimane 19 Ordini regionali su 21 si sono iscritti al Tavolo UNI per rappresentare compatti
quello che per anni come AltraPsicologia abbiamo rappresentato alla comunità professionale: le attività dello psicologo, sono esclusiva dello psicologo e nessun altro può improvvisarsi ad intervenire sulla salute psichica dei cittadini. UN CAMBIO DI PASSO? Finalmente ci siamo? Finalmente, dopo anni di battaglia politica, culturale, istituzionale, siamo riusciti a imprimere una direzione chiara alla politica degli Ordini sul tema della tutela? Molti degli Ordini che martedì 16 Giugno saranno al tavolo UNI per mettere in discussione la normazione, due anni fa sostenevano favorevolmente la Consensus Conference sul counseling promossa del precedente CNOP, un tavolo cui sedevano insieme psicologi e counselor e che era stato definito un “percorso di pacificazione” . Anche in quell’occasione, come AltraPsicologia, ci siamo trovati soli, ma nonostante tutto non ci siamo mai scoraggiati e la consensus, per fortuna, non ha mai prodotto i suoi frutti. Il nostro auspicio è che quello di martedì sia il primo di tanti momenti in cui finalmente l’intera comunità professionale esce dalle ambiguità cui abbiamo assistito in questi anni e che sia questo l’inizio di un percorso che sempre più nettamente si orienti sul tema della tutela, svincolandosi da conflitti di interesse. Perché quando punti il dito contro qualcuno, ne punti tre contro te stesso: prima o poi dovremmo farci concretamente carico di affrontare il problema di tutte quelle realtà che, dall’interno della comunità professionale, sostengono e formano counselor.
Opt – Si comincia in salita… Il 9 Gennaio c’è stato l’insediamento del nuovo Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. All’Ordine del giorno: 1. la votazione delle cariche dell’esecutivo 2. l’elezione del candidato di Albo B per il CNOP. REMIND: I RISULTATI DELLE ELEZIONI. Le elezioni a dicembre erano finite con l’ingresso in maggioranza di 9 Consiglieri del gruppo cosiddetto “psicologi in rete” e l’ingresso in minoranza di 5 Consiglieri di AltraPsicologia e della ex vicepresidente Christina Bachmann, risultata la più votata tra i candidati, ma senza un sostegno a tutta la sua squadra, rimasta invece fuori dal Consiglio. L’INSEDIAMENTO. Il 9 Gennaio c’è la seduta di insediamento e il nostro primo compito è votare le cariche dell’esecutivo. Contestualmente, il Ministero aveva convocato tutti i consigli regionali per votare il candidato di Albo B che siederà in Consiglio Nazionale. L’ESECUTIVO. L’esecutivo di un Ordine prevede l’elezione di 4 cariche: Presidente, Vicepresidente, Tesoriere, Segretario. La mattina del Consiglio giunge, come un fulmine a ciel sereno, la comunicazione della rinuncia dell’incarico della collega Bachmann: ci ritroviamo così in consiglio i 9 eletti in maggioranza e noi 5 consiglieri di AltraPsicologia. I NOSTRI CRITERI DI SCELTA. Il risultato elettorale in Toscana ha espresso delle particolarità significative. Nello specifico tra le prime 4 preferenze espresse dai colleghi ci sono le 3 candidate “capolista” dei diversi gruppi che si sono presentati alle elezioni. Abbiamo letto questo segnale come l’espressione di una volontà, da parte dei nostri colleghi, di vedere il massimo impegno di tutti a collaborare nell’interesse della comunità professionale.
Abbiamo così deciso di dare un segnale concreto di apertura alla collaborazione: abbiamo votato la candidata Presidente Gulino e non abbiamo presentato nostre candidature per nessuna delle altre cariche. È il nostro modo di dire: collaboriamo, facciamo rete, stiamo sui temi e lavoriamo insieme per l’interesse della comunità professionale. Sul voto alle altre cariche ci siamo astenuti: non per un giudizio sui colleghi, ma perché, ignari del tutto di quali azioni programmatiche concrete si vorranno proporre a questo consiglio, non ci sembra responsabile esprimere un sostegno pieno su un progetto a scatola chiusa. Le cariche si vengono così a configurare: Presidente: Maria Antonietta Gulino Vicepresidente: Simone Mangini Tesoriere: Eleonora Ceccarelli Segretario: Rossella Capecchi cui facciamo sinceri auguri e a cui ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare e a confrontarsi. Fine del primo consiglio. Si apre un altro consiglio convocato direttamente dal Ministero di Giustizia: all’ordine del giorno l’elezione del Candidato di Albo b. LA SCELTA DEL CANDIDATO DI ALBO B PER IL CNOP. Come primo atto, il nuovo consiglio di OPT si è subito trovato a prendere una decisione importate, ossia esprimere la propria preferenza per il candidato di albo B da eleggere direttamente in Consiglio Nazionale. Un consigliere che ha diritto ad esprimere un voto in quel consiglio, esattamente come un presidente di un Ordine regionale. Un voto che può risultare talvolta decisivo per l’intera comunità professionale in Italia.
Come AltraPsicologia, non è un mistero, avevamo proposto nei diversi consigli regionali di sostenere Dario Caminita. Perché è un collega che ha esperienza istituzionale, perché ha idee chiare su temi che per noi sono importanti come la tutela, la trasparenza, lo sviluppo della comunità professionale. Sin dal mattino, da prima del consiglio, eravamo stati avvertiti che la maggioranza in OPT non avrebbe sostenuto il collega Caminita. Presentiamo comunque la candidatura di Dario e spieghiamo perché secondo noi è meritevole di un voto espresso da OPT: crediamo sia importante chiarire sempre le ragioni di una scelta e i criteri che portano a prendere decisioni, soprattutto così importanti. Procediamo a votare, e prima dello scrutinio la Presidente Gulino chiede di mettere a verbale una dichiarazione in cui spiega che lei e i suoi consiglieri hanno deciso di scegliere un candidato in base alla valutazione fatta sui curricula. Avevamo, nei giorni scorsi, anche noi dato lettura di tutto il materiale fornitoci dal Ministero, in particolare i curricula degli altri candidati e ce n’erano effettivamente di interessanti oltre quello di Dario Caminita, sia dal punto di vista formativo, ma soprattutto dal punto di vista dell’esperienza istituzionale. Tra tutti però non ci aveva colpito quello della collega poi scelta dalla maggioranza poiché avevamo notato che, ben prima dell’abilitazione, aveva conseguito un “diploma” di counselor professionale e come counselor aveva lavorato in regime di libera professione con pazienti oncologici e in casa di cura. E ancora oggi, nonostante l’abilitazione, si definisce sul suo profilo linkdin “COUNSELOR”. Su un tema del genere, su cui come AltraPsicologia ci battiamo quotidianamente da 15 anni, non potevamo non esprimere almeno
perplessità. Un tema, per altro, sul quale pensavamo di poter costruire una posizione condivisa in consiglio. Ci siamo chiesti: E’ una svista? E allora non è un buon segno: con tutta la buona fede del mondo, una delibera inviata a un Ministero è un atto di rilevanza assoluta. La collega può ritrovarsi a rappresentare gli iscritti in consiglio nazionale. Non si possono fare scelte simili con leggerezza. E’ una scelta deliberata? Ci è stato spiegato di sì, con un lungo post sui social dove ci è stato spiegato che il curriculum è stato esaminato attentamente e proprio per questo scelto tra gli 11 candidati. Allora, a maggior ragione dopo aver preso una posizione di collaborazione e apertura, è necessario per noi sottolineare che su questi temi, con questo assetto, noi siamo per lo meno perplessi. Speriamo che nei prossimi consigli il tiro si raddrizzi: noi, come detto e dimostrato, desideriamo poter fare il meglio per la nostra comunità professionale. I consiglieri di AltraPsicologia Toscana NO ai Counselor, NO agli Ecm, SI alla riduzione della Quota Nelle prossime settimane si vota per il rinnovo dei Consigli degli Ordini regionali.
AltraPsicologia è l’unica associazione che ha un programma articolato con una visione sul piano nazionale e diversi programmi regionali. Non è un fatto trascurabile: ci sono temi su cui un Ordine regionale non ha potere per intervenire, ma la posizione che il suo Presidente andrà a rappresentare in Consiglio Nazionale (CNOP) sarà fondamentale. L’unico modo per intervenire sui grandi temi di interesse nazionale, infatti, è quello di avere la maggioranza al Consiglio Nazionale (CNOP). Per questo motivo AltraPsicologia ha candidati in 18 Regioni e, unici tra tutti i candidati, un programma nazionale di 40 pagine. Al suo interno vi sono 3 impegni concreti che potranno essere realizzati solo se AltraPsicologia vincerà nella maggioranza delle regioni: 1. NO ai Counselor: la battaglia che portiamo avanti, in solitaria, da anni si può chiudere solo con un’interlocuzione credibile con i Ministeri (MISE per il tavolo UNI, Min. Salute per il contrasto all’abusivismo professionale, MIUR per chiudere le scuole italiane ai counselor) 2. NO agli ECM per tutti: Siamo per la formazione continua, e stiamo aspettando da sei anni che il Consiglio Nazionale finalmente dia regole chiare agli psicologi. Che non possono risolversi in ECM per tutti. Ad oggi poi non ci sono i presupposti normativi perché l’obbligo sia esteso a tutti gli psicologi (quindi NO! Ad oggi non c’è nessun obbligo di ECM anche se alcuni Ordini dicono il contrario), ma bisogna essere abbastanza autorevoli e credibili per chiedere al Min. Salute di rispettare il nostro reale fabbisogno formativo e la norma,
che prevede che il CNOP deliberi un Regolamento per la Formazione Continua con un sistema di crediti ad hoc (che preveda ad esempio il grande valore della supervisione, della terapia individuale, ecc.) e che il Min. Salute lo approvi. 3. SI alla riduzione della Quota: i bilanci degli Ordini sono del tutto approssimativi, soprattutto sui residui attivi, ovvero i crediti da incassare, e quindi si ha difficoltà ad uniformare gli importi delle quote. Con il risultato che ognuno paga importi diversi e il paradosso che in regioni come l’Abruzzo, dove l’Ordine fa il minimo sindacale (e a volte sperpera denaro in iniziative assolutamente inaudite, d’altra parte questo è il Presidente ) si paga 170 Euro, mentre nel Lazio, dove le attività fervono e i servizi sono numerosi, si paga 150 Euro, se poi si è iscritti al secondo o terzo anno nel Lazio si ha uno sconto del 50% e si paga 75 Euro con una differenza di quasi 100 Euro l’anno tra due Regioni confinanti. Il CNOP è il principale responsabile di tutte queste storture perché non solo non determina una quota uguale per tutti, ma non vigila neanche in modo proattivo sui bilanci. Se AltraPsicologia avesse la maggioranza si otterrebbe una quota uniforme per tutti gli Psicologi italiani, con l’obiettivo di portarla entro i 4 anni a 140 Euro e uno sconto del 50% per gli iscritti ai primi tre anni. In fondo la logica è davvero semplice, se il numero degli Psicologi aumenta come mai non si riesce a ridurre la quota? In questi sei anni il CNOP ha solo aumentato il minimo consentito passando dai 140 Euro ai 150 Euro. Insomma se davvero si vuole cambiare qualcosa, prima di votare per l’amico o per il grande professionista della mia scuola di specializzazione, bisogna pensare a chi davvero ha la possibilità di realizzare quel cambiamento che tutti auspichiamo.
L’appello al voto di AltraPsicologia è da anni sempre lo stesso: facciamo in modo che prevalga la logica della “competenza” sulla logica dell’“amico” E come diceva qualcuno: “La storia non cambia, se tu non la cambi!” “Il feroce counselor del Suriname”: un thriller in tre stagioni Gli Psicologi italiani hanno appena appreso che esiste una creatura mitologica: il “Counselor del Suriname”. Una figura temuta e feroce, che sta cercando di sbarcare in Italia dalle foreste dell’Amazzonia, e che le Tutor Psicologhe useranno d’ora in poi per intimidire i Tirocinanti cattivi: “Se non fai bene la siglatura del test, arriva il Counselor del Suriname e ti porta via!”. Con un nome così esotico, sembrerebbe infatti una creatura tratta dalle avventure di Sandokan; ma invece, secondo UNI (ente privato di normazione), esisterebbe davvero. UNI sta infatti inondando migliaia di psicologi italiani con mail non richieste, in cui ci racconta cose curiose: ad esempio che il “Counselor” esiste in tanti posti, perfino in Suriname (il più piccolo Stato dell’America Latina, noto produttore di canna da zucchero sulle coste caraibiche); sempre secondo queste comunicazioni, si chiama “Counselor”
perché “Consola la gente”, e sarebbe capace di fare delle “diagnosi” per sapere quando non può fare diagnosi. Confusi? Anche noi! Quale è l’antefatto di questa avvincente vicenda? IL PREQUEL: LE MISTERIOSI ORIGINI DEL FEROCE COUNSELOR DEL SURINAME L’UNI stava lavorando da tempo ad un “Tavolo di normazione” della “professione di Counselor”. Hanno provato prima a normare il cosiddetto “Counselor relazionale”; poi – bloccato questo primo tentativo – hanno tolto la parola “relazionale”, e stanno ora provando a normare il “Counselor-punto-e-basta”. Un’iniziativa rispetto a cui AltraPsicologia ha fin dall’inizio sollevato durissime critiche, nell’apparente “torpore” (fino a tempi recenti) del Consiglio Nazionale dell’Ordine; le Istituzioni in cui AP è in maggioranza, Ordine del Lazio in primis, si sono quindi attivate per chiedere l’intervento del Ministero della Salute. Il rischio da noi paventato era che si finisse ipoteticamente col normare delle attività potenzialmente strabordanti in quelle di ambito sanitario, cosa vietata dalla Legge. E il Ministero della Salute è infatti intervenuto, dicendo ad UNI “Fermatevi, questo Tavolo non s’ha da fare”: il progetto di norma UNI n.1605227 pone la figura del Counselor non psicologo in palese sovrapposizione con quelle dello psicologo (…) in analogia con il precedente progetto UNI 08000070 sul “Counseling relazionale”, la cui adozione venne già sospesa da codesto Ufficio (http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo. php?articolo_id=70084). Storia chiusa? La potente “cannonata” del Ministero avrà impedito al temuto Counselor del Suriname di sbarcare anche in Italia? PRIMA STAGIONE: DAL SURINAME CON FURORE
UNI è andata avanti. Dritta come un treno, ha ignorato l’opposizione dei rappresentanti di Ordine Lazio, ha ignorato le posizioni del CNOP, ha ignorato le richieste formali del Ministero. UNI, per procedura, deve però svolgere una fase di “Consultazione Pubblica”: hanno così dovuto permettere a tutti i cittadini di esprimersi sul loro sito (ne avevamo parlato qui). Sono stati subito sommersi da decine di migliaia di pareri negativi, con commenti giunti da professionisti di ogni parte di Italia che spiegavano i gravi rischi di questo tentativo di normazione. E’ stata la più grande risposta pubblica nella storia di UNI: non avevano mai avuto una tale marea di riscontri contrari! A questo punto, sommerso da questa reazione di massa, il temibile Counselor del Suriname sarà stato finalmente rispedito ai Caraibi? No. Si sa: il Counselor del Suriname è una creatura feroce e resistente, che non si fa certo intimidire da una semplice Consultazione Pubblica! Come nei migliori climax delle serie televisive, proprio mentre sembrava finalmente a terra immobile, abbattuto dall’onda d’urto della Consultazione, nell’ultima inquadratura dell’ultima puntata si vede la sua mano che riprende a tremare leggermente… SECONDA STAGIONE: “LOST IN GDPR” Succede a questo punto qualcosa che nessuno capisce. Sembra infatti che qualcuno nelle stanze di UNI abbia preso tutte le migliaia di email di chi aveva partecipato alla Consultazione pubblica, e le abbia associate una per una alla tipologia esatta di opinioni personali espresse (senza che apparentemente nessuno se lo immaginasse, o avesse autorizzato ai sensi del GDPR tale ben specifico trattamento di categorizzazione a fini di contatto successivo personalizzato).
“Classificati” a decine di migliaia, sulla base delle nostre idee personali e politico-professionali sul counseling, associandole in un database privato alla nostra identità ed email? Abbiamo capito bene? E, sulla base di questa classificazione inattesa delle opinioni personali di migliaia di noi, un soggetto privato sta ora contattandoci in massa per mandarci sette diversi tipi di comunicazioni personalizzate sulla base delle nostre idee politico-professionali, da loro conservate internamente? Ai profili in codice con cui siamo stati classificati (da “R0” a “R6” – io ad esempio sarei un “Soggetto R5”), conseguono infatti “lezioni personalizzate” sul perché intendano normare il counseling (e allora, perchè mai fare la Consultazione?); ma, ancora più strano, le risposte sembrano essere tutte “difese del counseling”, quasi come se l’Ente pensasse di far cambiare opinione a chi gli aveva dato parere negativo in una Consultazione pubblica! Strano: personalmente, non ricordavo di aver mai autorizzato UNI a “classificarmi” assieme a migliaia di altre persone, sulla base delle mie idee ed al fine di ricontattarmi dopo in modo personalizzato. Ma certamente avrò problemi di memoria io: in fondo, sono solo uno psicologo, non un infallibile Counselor del Suriname… Se fosse stato solo un feedback tecnico, ci saremmo aspettati che ci inviassero gli esiti della Consultazione: “Grazie della partecipazione; hanno risposto in tot persone, X hanno detto Sì, Y hanno detto No”. Paradossalmente, nessuna informazione di questo tipo è stata mandata ai partecipanti. STAGIONE FINALE: L’ARRIVO DEI COUNSELOR DEL SURINAME A GRANDE INVERNO, O L’INATTESO RITORNO JON “GDPR” SNOW? Che succederà, adesso, nella attesissima Stagione finale di questo serial, che ormai compete col Trono di Spade? I feroci Counselor del Suriname, creature simili agli Estranei in quanto capaci di sopravvivere ripetutamente ai durissimi colpi delle richieste Ministeriali, degli Ordini e delle Consultazioni Pubbliche, avanzeranno oltre la Barriera? Oppure
ci sarà qualche interessante colpo di scena, nel finale di stagione? Come AltraPsicologia, stiamo – come sempre – sulla Barriera; e anche nelle Istituzioni in cui siamo maggioranza ci stiamo muovendo per approfondire le numerose domande relative al GDPR che ci giungono in questi giorni da centinaia di colleghi inviperiti, e che ci esprimono il loro disagio personale perché si sentono – almeno apparentemente – “classificati a loro insaputa”. Riscontreremo presto ai colleghi di tutta Italia. Soprattutto nei prossimi mesi, quando magari un nuovo CNOP a maggioranza AltraPsicologia potrebbe dire in maniera molto chiara e senza timidezze cosa ne pensano davvero, gli Psicologi Italiani, dei Counselor del Suriname…
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