Programmazione POR-FESR - VENETO 2014/2020 Una proiezione per le imprese - A cura di Italo Candoni
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Programmazione POR-FESR VENETO 2014/2020 Una proiezione per le imprese A cura di Italo Candoni (con la collaborazione di Silvia Occhialini)
Si coglie l’occasione di ringraziare la collaborazione nelle varie fasi del partenariato regionale del gruppo di coordinamento sui fondi comunitari delle associazioni territoriali del Veneto composto dai colleghi: Stefano Miotto, Nicola De Gaspari, Alberto Nardi, Mario Damiani, Stefano Chelli, Roberta D’Orazio, Alessandra Merlante, Bruno Carrera, Anna Granata, Alessandro Molinari, Vanni Ferrari, Sabine Armanini. 1
INDICE Premessa …………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 2 1. Il piano: sviluppo e contenuti principali ………………………….………………………………………………………………… 3 2. Il quadro agevolativo ……………………………………………………………………………………………………………………….. 5 3. Le modalità di gestione ed i beneficiari…………………………………………………………………………………………….. 27 4. L'integrazione tra piani e la riduzione degli oneri amministrativi ……………………………………………………… 28 5. Il FESR e la cooperazione territoriale europea in veneto ………………………………………………………………….. 29 Appendice e riferimenti ………………………………………………………………………………………………………………………. 32 2
PREMESSA A distanza di più di un anno dalla nota di sintesi datata Luglio 2014 ed intitolata “Programmazione Comunitaria Regionale 2014-2020: appunti di cantiere” , segue ora un altrettanto sintetico commento del Piano Operativo SIE forse più direttamente incentrato sullo sviluppo delle PMI venete. Il 17 Agosto 2015, la Commissione Europea ha infatti approvato (Decisione di Esecuzione n. 5903) il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR ). Pertanto siamo ora in possesso dei contenuti che ci accompagneranno fino al Dicembre del 2020 (e, contabilmente, addirittura fino al 2022). Il documento in parola consta di oltre 300 pagine: spesso non di facile lettura, qualche volta caratterizzate da un intercalare complicato e ridondante, ricco di rimandi più o meno continui a fonti regolamentari ed a tabelle e indicatori di risultato, con intere parti per lo più destinate ad una platea di addetti ai lavori. Abbiamo pertanto pensato di darne conto (quantomeno per le parti descrittive di azioni e misure di finanziamento) non per il tramite di una relazione o un commento che, per quanto ridotti, avrebbero comunque alla fin fine riflesso tanta complessità; ma, in quanto possibile, ricorrendo a slide. Si perderà qualcosa, certo; la completezza e precisione dell'informazione in qualche parte ne risentiranno, certo; ma, in compenso, auspichiamo che si comprenda più facilmente ciò che all'impresa serve. Anzi, auspichiamo che così la nota possa essere diretta alla lettura da parte proprio delle stesse imprese. Si è rinunciato anche al commento di alcune parti del Piano, quali quelle afferenti, ad esempio, alla “condizionalità ex ante”, oppure agli indicatori di risultato, oppure ancora alla organizzazione funzionale del medesimo; ciò, poiché per l'appunto riteniamo vada proposto l'essenziale, rimandando a singole e specifiche richieste gli eventuali approfondimenti. Un ringraziamento particolare va all’Autorità di Gestione regionale FESR, che ci ha messo a disposizione le slide ufficiali e che non ha mai fatto mancare la disponibilità al confronto. 3
1. IL PIANO: SVILUPPO E CONTENUTI PRINCIPALI Lo sviluppo del Piano ,prevede, per sommi capi: una parte introduttiva, dedicata per lo più ad indicare quale sia la strategia del Veneto per contribuire alle scelte europee per i fondi strutturali (e concentrate in particolare sulle tre priorità riferite alla crescita e cioè intelligente, sostenibile ed inclusiva); una relazione sul sistema economico e produttivo regionale, completo delle analisi SWOT afferenti i vari Obiettivi Tematici/Assi costituenti il Piano (con tabelle riassuntive delle motivazioni delle scelte operate, delle priorità di investimento selezionate e della relativa dotazione finanziaria); una tabella sinottica contenente una “panoramica” della strategia di investimento del programma operativo; la disamina approfondita e dettagliata dei vari assi e delle varie misure/interventi in esso contenute; una tabella contenente la ripartizione del Piano di finanziamento per asse prioritario, fondo, categoria di regioni ed obiettivo tematico; una parte dedicata all'approccio integrato tra Fondi UE diversi; una tabella riassuntiva dell'assetto organizzativo e funzionale di cui il Piano si è dotato (in tale parte viene indicato anche il ruolo affidato al partenariato); una parte dedicata al coordinamento tra Fondi regionali (FESR, FEASR, FSE); le informazioni sulle condizionalità ex ante (e cioè quelle strategie in campo economico, sociale, ambientale ed istituzionale, la cui sussistenza è considerata condizione per la erogazione dei Fondi); gli impegni sulla riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari. Il dispiegarsi divulgativo delle azioni segue un format non banale, che è poi il seguente: Identificativo dell'Asse Prioritario (es. 3); titolo dell'Asse Prioritario (es. Competitività dei sistemi produttivi); Identificativo della priorità di investimento (es. 3a) titolo della priorità di investimento (es. Promuovere l'imprenditorialità, facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende); Identificativo dell'obiettivo specifico (es. 3.5.1); titolo dell'obiettivo specifico (es. Interventi di supporto alla nascita di nuove imprese). A valle dell'obiettivo specifico ed in base alle risorse disponibili, la struttura regionale competente pone in essere i relativi strumenti gestionali e dunque, per lo più, bandi ed azioni a titolarità regionale. 4
Non va tuttavia tralasciata la lettura relativa a parti del Piano non immediatamente “operative”: essa determina infatti la visione complessiva dell'azione prescelta ed agevola nella progettualità da avviare. Ci riferiamo in particolare alla iniziale (e proprio per questo spesso trascurata) parte che relaziona sul sistema economico veneto, con particolare riferimento alla motivazione strategica sulle scelte operate. Costituiscono poi parte integrante del Piano (ed anzi, come nel caso della RIS3, addirittura componenti essenziali), una serie articolata di documenti specifici e che corrispondono a: aree urbane eleggibili; indicatori di risultato e di realizzazione; Piano di rafforzamento amministrativo; Smart Specialization Strategy (RIS3); Valutazione Ambientale Strategica (VAS ); Rapporto di valutazione ex ante (VEXA). Tra tutti questi documenti, quello ai nostri fini di gran lunga più importante è quello della RIS3 ; essa infatti contiene le direttrici principali della strategia in tema di ricerca ed innovazione e gli ambiti strategici o aree di specializzazione su cui concentrare gli interventi agevolativi e che corrispondono poi a: smart agrifood; sustainable living; creatività; smart manifacturing. Tali aree o ambiti di specializzazione sono poi affiancati da una serie di aree tradizionali e da una serie di driver tecnologici. L'importanza della Smart Strategy travalica in verità il suo ambito di diretta ed immediata applicazione e che sarebbe quello dell'Asse Prioritario 1 (Ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione) per coerentemente riflettersi e regolamentare tutti gli interventi a contenuto di innovazione e ricerca presenti nei restanti Assi Prioritari . Riportiamo di seguito lo schema finale e riassuntivo della impostazione della RIS3Veneto. Da ultimo, non si può non fare un brevissimo riferimento al testo di “strategia Unitaria” sull'utilizzo dei fondi per la strutturalità, elaborata dalla Regione con la DGR 657/2014 a monte di tutto l'impianto 5
pianificatorio . Qui sono contenuti i principi ispiratori ed, insieme, le linee guida della programmazione regionale 2014-2020. Data la sua brevità, rinnoviamo l’invito a “partire da qui” e cioè da documenti essenziali che non solo stanno a monte del Piano, ma che ne determinano l’impianto genetico. 2. IL QUADRO AGEVOLATIVO Siamo al cuore del Piano e, come motivato in premessa, ci muoveremo tramite una lunga sequenza di slide . Per loro tramite, ripercorreremo gli elementi essenziali del Piano ed anche delle azioni. Le slide sono quelle “istituzionali” , predisposte quindi direttamente dalla Autorità di Gestione, e si riferiscono per lo più agli assi ed alle azioni direttamente incentrate sull'impresa e sul relativo sviluppo. A completamento di questo quadro, abbiamo poi incluso, ma con minori informazioni, anche Assi ed azioni che ,pur non riferendosi direttamente alle PMI, possono da queste essere intercettate ed utilizzate. Naturalmente, esse non esauriscono il materiale da conoscere circa le singole azioni che compongono il Piano e che restano in ogni caso acquisibili nei link riportati in Appendice. 6
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3. LE MODALITÀ DI GESTIONE ED I BENEFICIARI Il Piano in commento si attua attraverso azioni a bando (con diverse modalità) ed azioni a titolarità regionale. In questo, la programmazione 2020 non si pone in alcuna discontinuità rispetto alle precedenti. Le modalità di bando possono essere molteplici, dal tradizionale format, alla modalità “a sportello” o a quella di call for proposal. Le recenti esperienze ci pongono a preferire di gran lunga la modalità di bando a sportello, consentendo questa, tra l'altro, un minor impatto procedurale/burocratico sulle imprese. In alcun i casi, per altro, viene addirittura stabilita come unica modalità di gestione quella della regia regionale (è il caso dell’azione sulla realizzazione di sistemi di distribuzione intelligenti che operano a bassa e media tensione, di cui alla priorità di investimento 4d). Su tutto questo, non va poi sottaciuto l’impatto prodotto dal DLVO n.118/2011 (disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni - modificato ed aggiornato con il DLVO n.126/2014) , che obbliga le strutture regionali a procedere con bandi o con altri e diversi strumenti di attuazione solo qualora queste strutture si trovino nella effettiva disponibilità di cassa (in riferimento come ovvio alle risorse stanziate) . E se ciò va valutato positivamente, in quanto rende certa (a differenza del passato) la disponibilità delle risorse da erogare, va anche detto che produrrà inevitabili ritardi e “buchi” temporali nella attivazione delle varie misure. Per tale motivo, Confindustria Veneto ha fin da subito richiesto alla Autorità di Gestione di predisporre e rendere noto, struttura per struttura, una programmazione pluriennale dell’impegno delle risorse disponibili, così da comunicare per tempo alle imprese i termini dello sviluppo pianificatorio . E, per la verità, in alcuni Piani Operativi (quali il PSR-FEASR) la volontà di procedere con il suddetto modus operandi è già stata esplicitata dalla competente Autorità di Gestione. Per quanto concerne i beneficiari, questi vengono, come da tradizione, individuati e specificati azione per azione. Detta indicazione ha in molti casi ad oggetto l’intero novero dei potenziali beneficiari (i cd. potenziali beneficiari) e dunque lascia in ogni caso alla struttura regionale competente la scelta su quali beneficiari eventualmente far ricadere la portata di uno specifico bando. Purtroppo, e contrariamente a quanto a più riprese richiesto da Confindustria Veneto, tra i beneficiari la Grande Impresa figura solo nell’asse 1 e, più precisamente, nell’azione 1.1.4 (Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi). 28
4. L'INTEGRAZIONE TRA PIANI E LA RIDUZIONE DEGLI ONERI AMMINISTRATIVI Quella della integrazione tra Piani (detto anche “coordinamento tra Fondi”) non è una novità assoluta rispetto alla precedente programmazione ma, soprattutto, è stata una componente imposta fin dall'inizio alle regioni e dalle fonti comunitarie e dall'Accordo di Partenariato. I meccanismi volti nel Piano in esame a garantire tale integrazione sono di tre tipi: organizzativo (la Regione garantisce che gli interventi finanziati attraverso i Fondi SIE siano complementari e coordinati, per il tramite di una struttura amministrativa definita Programmazione Regionale Unitaria - PRU, composta dalle varie e diverse Autorità di gestione); previsionale (il Piano in esame contiene la indicazione delle priorità sulle quali saranno concentrati gli interventi e gli elementi di complementarietà tra programmi: ergo, per ciascun Obiettivo tematico, il Piano indica le iniziative attraverso cui assicurare complementarietà); di collegamento con programmi di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) e, più in generale, con altri strumenti di finanziamento europei e con la BEI (da Horizon 2020, a Creative Europe ; da Life a Cosme ; ed altri ancora) . In realtà, e a dispetto delle riportate premesse, il Piano esplicita come la scelta adottata dalla Regione sia quella del monofondo, sia pure in una logica stretta di programmazione regionale unitaria. Quanto riportato mette in evidenza un elemento di paradossalità e di contraddizione del Piano, in cui la Regione sembra espliciti una cosa... per poi dichiarare di proseguire nella tradizione (facendone così un'altra!) . Il tempo ci dirà il reale livello di recepimento da parte del Veneto della sfida del multifondo, che impone per la verità un impegno amministrativo e gestionale di grande rilievo, ma che potrebbe significare la messa a disposizione di molte più risorse per le imprese. Confindustria Veneto si farà carico di sorvegliare se vi sarà un seguito nelle indicazioni previsionali che si rintracciano all'interno del Piano : perseguendo la logica secondo cui la richiesta della UE e dell'Accordo di Partenariato di una integrazione tra Fondi diversi, non può essere derubricata sotto forma di mero coordinamento tra gli stessi . Tanto più che la regione sembra adottare una logica ,riportata testualmente dalla DGR 657/2014, che prevede una declinazione del coordinamento tra fondi addirittura su tre diversi livelli: concorso di più Fondi (per la realizzazione di una specifica azione, si impiegano le risorse di Fondi diversi); complementarietà tra Fondi (i Fondi, attraverso iniziative diverse ed autonome, indirizzano la loro azione verso il raggiungimento di un medesimo risultato) ed integrazione tra i medesimi (realizzazione di iniziative congiunte che prevedono l'utilizzo di diversi fondi in bandi congiunti). Val anche la pena di sottolineare come la Regione, proprio sotto il capitolo dedicato al coordinamento tra Fondi, introduca a più riprese anche il concetto di rafforzamento amministrativo: il che significa dotarsi nel corso della programmazione di figure ed assetti organizzativi rivolti espressamente ad una più accentuata 29
gestione integrata tra Fondi (argomento questo ritenuto così rilevante, da stabilire a livello centrale addirittura l'adozione di uno specifico PON Governance e dunque un apposito Piano Operativo Nazionale) . Analogo il discorso sulla riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari delle risorse . Principio, anche questo, ben presente nelle fonti normative comunitarie e che il Veneto declina in realtà rappresentando nel Piano una serie di impegni, primo tra tutti quello di portare ad esecutività ben tre Disegni di Legge regionale (semplificazione amministrativa ; procedimento amministrativo ; modifica del Codice dei Contratti e semplificazione procedure di gara) . Gli altri impegni rilevanti sono quelli di un potenziamento delle azioni già avviate per la creazione di un contesto più favorevole alle imprese basato, tra l'altro, “...sulla riduzione dei tempi e degli oneri amministrativi” e quelli sul potenziamento dei procedimenti digitalizzati su base SUAP. Anche qui, il tempo ci dirà la veridicità dell'impianto. Ciò che importa per davvero è, in ogni caso, sapere che all'interno del Piano vi sono precisi riferimenti ed impegni circa e una integrazione reale tra Piani (che funga da moltiplicatore delle risorse finalizzate da Piani diversi al raggiungimento di medesimi risultati), e una semplificazione altrettanto reale degli oneri per i beneficiari delle rispettive agevolazioni. 5. IL FESR E LA COOPERAZIONE territoriale europea in Veneto La “Cooperazione territoriale europea” è uno dei tre obiettivi prioritari di attuazione della politica di coesione e della politica regionale dell’Unione europea per il periodo 2007-2013, assieme all’obiettivo “Convergenza” e a quello dedicato alla “Competitività regionale e occupazione”. Per il nuovo periodo di programmazione la Commissione europea ha così elevato al rango di obiettivo strutturale la precedente iniziativa comunitaria “Interreg“, definendo nelle sue linee guida strategiche quale scopo della “Cooperazione territoriale europea” quello di promuovere una più forte integrazione del territorio dell’Unione in tutte le sue dimensioni mirando a garantire, attraverso la promozione della cooperazione fra i paesi UE e non UE, uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio comunitario tramite il rafforzamento della coesione economica e sociale. A questo scopo il Consiglio dell’Unione europea ha approvato, nel luglio del 2006, una serie di regolamenti che definiscono l’utilizzo dei Fondi comunitari. I principali documenti di riferimento sono: il regolamento (CE) n. 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che sostituisce il precedente regolamento n. 1783/1999, il regolamento (CE) n. 1083/2006 recante disposizioni di carattere generale, che sostituisce il regolamento quadro n. 1260/1999, ed il regolamento (CE) n. 1082/2006 relativo alla definizione di un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT). 30
La “Cooperazione territoriale europea” (C.T.E.) opera attraverso la cooperazione transfrontaliera (ex Interreg III A), transnazionale (ex III B), e interregionale (ex III C), promuovendo soluzioni comuni in diversi ambiti: sviluppo urbano, rurale e costiero; sviluppo delle relazioni economiche e collegamento in rete delle piccole e medie imprese. La cooperazione sarà incentrata sulla ricerca, lo sviluppo, la società dell’informazione, la tutela dell’ambiente, la prevenzione dei rischi e la gestione integrata delle risorse idriche. Concretamente, l’obiettivo trova applicazione per mezzo di programmi di cooperazione approvati dalla Commissione europea che dettagliano gli ambiti di intervento, le aree geografiche coinvolte, i fondi disponibili e le modalità di svolgimento delle attività di cooperazione. I programmi di C.T.E. nei quali è coinvolto, tutto o in parte, il territorio del Veneto sono otto: tre transfrontalieri (Programmi Interreg IV Italia-Austria, Italia-Slovenia, IPA-Adriatico), quattro transnazionali (Programmi Alpine space, Central Europe, MED, South-east Europe) e uno interregionale (Programma Interreg IV C). Italia-Croazia 2014-2020 Una delle principali novità del periodo di programmazione 2014-2020 è l’istituzione del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia di cui la Regione del Veneto figura quale Autorità di Gestione. Tale programma, a seguito dell’entrata della Repubblica di Croazia nell’Unione Europea (1 luglio 2013), si configura quindi come programma di cooperazione interna. Ai sensi della Decisione di esecuzione della Commissione Europea C (2014) 3776 del 16 giugno 2014, l’ammontare del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) destinato al programma è pari ad euro 201.357.220. DURATA 01/01/2014 – 31/12/2020 ENTE EROGATORE Per la parte FESR: Commissione Europea - Direzione Generale Politica Regionale AUTORITÀ DI GESTIONE Regione Veneto Dipartimento Politiche e Cooperazione Internazionali - Sezione Cooperazione Transfrontaliera e Territoriale Europea OBIETTIVI TEMATICI DEL QUADRO STRATEGICO COMUNE OT1 - Potenziamento della ricerca, sviluppo tecnologico e l'innovazione 31
OT4 - Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio OT6 - Tutela dell'ambiente e uso efficiente delle risorse OT7 - Promozione del trasporto sostenibile e rimozione dei colli di bottiglia nelle strutture infrastrutturali chiave OBIETTIVO GENERALE Il PO intende contribuire al raggiungimento della Strategia Europa 2020 sul territorio transfrontaliero attraverso la promozione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. ASSE 1 - Innovazione ed internazionalizzazione ASSE 2 - Basse emissioni di carbonio ASSE 3 - Patrimonio ambientale e culturale ASSE 4 - Connettività ASSE 5 – Assistenza tecnica DESTINATARI Sistema della ricerca e innovazione Sistema economico- produttivo e sistema della ricerca e innovazione Sistema turistico e sistema produttivo, sistema associativo transfrontaliero Sistema della pubblica amministrazione, cittadinanza, società civile, stakeholders Sistema di istruzione e formazione Mercato del lavoro BENEFICIARI Autorità pubbliche, università, centri di ricerca (anche extra-universitari),cluster di centri di competenza, produttivi, tecnologici e di innovazione, camere di commercio, imprese (PMI, GI) in forma singola o associata, associazioni di categoria, soggetti intermediari dell'innovazione, organizzazioni turistiche. Associazioni, partner sociali. organizzazioni e istituzioni economiche. istituzioni formative e culturali, organizzazioni ambientali, imprese dell'economia sociale, ONG (Organizzazioni Non Governative). organizzazioni non profit, agenzie di sviluppo regionale, gestori del trasporto pubblico, delle infrastrutture e degli hubs multimodali, capitanerie di porto, autorità aereoportuali, gestori di energia, altri soggetti pertinenti con le priorità. 32
REGIONI AMMISSIBILI Italia: Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, Padova, Rovigo, Venezia, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino, Chieti, Pescara, Teramo, Campobasso, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce. Croazia: Primorsko-goranska, Ličko-senjska, Zadarska, Šibensko-kninska, Splitsko-dalmatinska, Istarska, Dubrovačko- neretvanskaì (Adriatic Croatianregion), Karlovačkazupanija (Continental Croatia region). MODALITÀ, PROCEDURE E TIPOLOGIE DI PROGETTI Le risorse del programma vengono attribuite attraverso bandi (calls for project proposals) DOTAZIONE FINANZIARIA 236.890.847,06 euro: - FESR: 201.357.220, 00 euro - Cofinanziamento nazionale: 35.533.627,06 euro APPENDICE E RIFERIMENTI A conclusione di questa nota si ritiene utile fornire una serie di spunti per un ulteriore ed eventuale approfondimento dei temi qui trattati ed acquisibile direttamente e facilmente on line . Trattasi di fonti normative, ma anche di contributi divulgativi e di sintesi aggiornate dell'intero contesto agevolativo che concerne i Fondi SIE . Soprattutto il microsito allestito dalla Regione Veneto si distingue in termini di utilità, presentando esso non solo il novero delle fonti normative e ,ovviamente, il testo integrale del FESR ,ma anche i passaggi storici ed i momenti di condivisione partenariale che hanno caratterizzato la programmazione 2020 . Su tutto questo, mi permetto una piccolissima e leggera considerazione : spesso la consultazione di queste fonti è ritenuta appannaggio degli addetti ai lavori : in realtà, approfondire o anche solo sfogliare le fonti e ,soprattutto, i risultati attesi che presiedono alle varie misure ed azioni, può aiutare e guidare nella corretta predisposizione dei progetti . I bandi e gli altri pochi strumenti di gestione delle varie poste, infatti, debbono trovare coerenza proprio nelle fonti e nelle valutazioni in parola : avere chiarezza e 33
consapevolezza di queste significa valutare con più attenzione ( aumentando dunque la possibilità di una valutazione più alta in sede di graduatoria di bando ) il o i progetti da presentare . Una medesima importanza è da attribuirsi anche ad una ,come dire, visione dall'alto dell'intera programmazione regionale in chiave 2020 : ed in tal senso, ad al di là del soprarichiamato microsito regionale, val la pena di consultare la tabella sinottica che Confindustria Veneto ha elaborato ( e che mantiene aggiornata ) proprio con la funzione di dotare il lettore di una sorta di "cruscotto di regia" complessiva sulla strumentazione disponibile . Vi segnaliamo inoltre, immediatamente qui di seguito, anche i riferimenti degli uffici regionali di riferimento: POR FESR Veneto 2020 Dott. Pietro Cecchinato Rio dei Tre Ponti Dorsoduro, 3494 - 30123 Venezia Tel. 041 2791469-1472 Fax. 041 2791477 e-mail: autoritagestionefesr@regione.veneto.it PEC: dip.cooperazioneinternazionale@pec.regione.veneto.it Italia Croazia Dott.ssa Silvia Majer Regione Veneto Dipartimento Politiche e Cooperazione Internazionali - Sezione Cooperazione Transfrontaliera e Territoriale Europea Dorsoduro 3494/A Venezia Tel.: +39 041-279 1495-97 interreg@regione.veneto.it Spazio Alpino Dott.ssa Anna Flavia Zuccon - "Eva Cerello" Regione del Veneto Dipartimento Politiche e Cooperazione Internazionali Sezione Cooperazione Transfrontaliera e Territoriale Europea Dorsoduro 3494/A 34
Venezia-Italy tel.: 041-279 1480 / 1495 fax: 041-2791490 Sito Regione Veneto http://coopterritoriale.regione.veneto.it/category/politica-di-coesione-2014-2020/programma- italia-croazia-2014-2020 Sito Associazione Europa 2020 http://www.associazioneeuropa2020.eu/news-dall-europa/Politiche-europee-settore-turismo.cfm Sito Programmi comunitari – Formez http://programmicomunitari.formez.it/lista_programmi_2014_2020_per_settore?page=4 Sito del documento Metodi e obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020 http://www.anci.it/Contenuti/Allegati/Metodi-e-obiettivi-per-un-uso-efficace-dei-fondi- comunitari-2014-20.pdf Sito del Governo Italiano http://www.governo.it/Notizie/Ministeri/dettaglio.asp?d=73329 Sito Politica Regionale UE http://ec.europa.eu/regional_policy/information/legislation/index_it.cfm Sito Italia Croazia http://coopterritoriale.regione.veneto.it/category/politica-di-coesione-2014-2020/programma- italia-croazia-2014-2020 Sito Confindustria Veneto – sezione relativa ai piani operativi di tutti i fondi SIE http://www.confindustria.veneto.it/confindustria/veneto/contents.nsf/D6DD676E4CEDD95DC1257 D5D0036A2A8/$FILE/Programmazione%20Comunitaria%20regionale_Appunti%20di%20cantiere.p df Un ringraziamento particolare a Benedetta Friso Bellemo che ha curato la grafica. 35
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