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• TRANSIZIONE GREEN Mercoledì 9 febbraio 2022 - 13:11 Nuovo studio di Euler Hermes e Format Research sul tema della Green Transition Destinata a cambiare il volto delle imprese Roma, 9 feb. (askanews) – Il futuro è nelle mani dello sviluppo sostenibile e la crisi mondiale innescata dalla diffusione del Covid-19 è divenuta l’occasione per ripensare un nuovo modello di crescita. Sfruttare lo stop imposto dalla pandemia per scrivere nuove regole condivise, centrate proprio sulla sostenibilità intesa in senso più ampio, dalla tutela dell’ambiente a quella dei lavoratori, dall’attenzione verso i giovani al riconoscimento professionale delle donne.
Su questo tema, informa una nota, Euler Hermes (Gruppo Allianz), in collaborazione con Format Research, ha realizzato uno studio, attraverso un’indagine condotta su di un campione statisticamente rappresentativo delle imprese italiane extra-agricole e non finanziarie, con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. L’ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) è il parametro ufficiale per valutare le imprese sulla base di fattori sociali e ambientali e i suoi principi sono condivisi a livello mondiale. La strada è tracciata dalle principali istituzioni internazionali. L’Unione Europea ha costruito il suo Next Generation EU proprio sulla transizione energetica e sullo sviluppo di progetti sostenibili. Le imprese che intendono competere su questi mercati, e vincere la sfida, devono aderire a questi principi, farli propri e rimodulare i propri modelli produttivi guardando al futuro e al benessere delle persone. Gli asset della transizione verso un’economia sostenibile Sono quattro i pilastri intorno ai quali la maggioranza delle imprese ha confermato l’intenzione di diventare protagonista di un nuovo modello di sviluppo. Un cambiamento destinato ad avere un impatto positivo sul business; Mettersi al riparo dagli effetti nefasti dei cambiamenti climatici; Investire nella sostenibilità per cambiare i modelli produttivi; Un’occasione per riformare i modelli di business; I risultati dello Studio: il cambiamento avrà un impatto positivo sul business Il 50% delle imprese italiane sono convinte che il processo di transizione verso un’economia sostenibile avrà un impatto favorevole sulla propria attività; questo spiega la decisione di tantissime aziende di aderire ai principi ESG, sviluppando i modelli di business sostenibili. In particolare, sono le aziende di dimensioni maggiori (il 71,9% del totale) ad aver compreso l’importanza di modificare il loro rapporto con l’ambiente e con l’essere umano. Tra queste, spiccano le imprese manifatturiere che operano nel Nord Italia, le grandi imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte di queste presenti anche nel Mezzogiorno. Il dato più significativo, per comprendere la portata del cambiamento, riguarda le aziende non convinte: infatti, solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. Investire nella sostenibilità per cambiare i modelli produttivi Le imprese camminano lungo la frontiera del cambiamento anche per avere un vantaggio competitivo sugli altri. Il 37,8% delle aziende italiane ha infatti già avviato investimenti in tema di sostenibilità ambientale. Il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Tutte vogliono salire sul treno della sostenibilità perché sono ormai consapevoli che questo possa davvero rappresentare un acceleratore per il business. Ad oggi le
imprese più avanzate in tema di stanziamenti sono quelle manifatturiere, del turismo e dei servizi alle imprese. A livello territoriale, sono ad oggi in fase avanzata le aziende del Nord Est, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Significativo è anche capire perché le aziende stanno indirizzando una parte considerevole dei loro investimenti proprio sul green. La maggior parte (il 69,3%) lo fa per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l’efficienza operativa, riduce i conti, e contribuisce ad aumentare il fatturato. Un’impresa su tre in Italia è convinta che investire nel green sia un vero e proprio acceleratore del business, oltre che un ottimo passe-partout per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. Basta la cronaca per capire quanto i cambiamenti climatici incidano sullo sviluppo delle imprese. Nubifragi, frane, terremoti, inondazioni: sono fenomeni ormai molto comuni anche sul territorio italiano, capaci di creare danni enormi alle persone ma anche alle imprese. Dal turismo di Venezia alle attività industriali nell’area Sud di Roma, gli eventi climatici hanno creato negli ultimi anni danni considerevoli. E infatti il 32,8% delle imprese teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con il cambiamento climatico, il degrado ambientale o qualunque genere di calamità naturale. Colpisce poi che proprio le imprese di dimensioni minori (quelle che non raggiungono i 10 milioni di fatturato) siano le più esposte ai cambiamenti climatici. Una ragione in più per investire in uno sviluppo che tuteli l’ambiente e per sostenere le politiche governative di contrasto ai cambiamenti climatici. Imboccare la strada della sostenibilità diventa quindi la soluzione più efficace per riformare i modelli di business. L’82% delle imprese è infatti convinto che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative ai modelli di business, con il passaggio a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un’economia circolare. Investire nella sostenibilità significa quindi per un’azienda modificare al proprio interno il modello organizzativo e il modo di approcciarsi al mercato. Utile in questo senso anche la spinta delle politiche pubbliche. Tanto l’Unione Europea quanto il Governo Italiano stanno spingendo affinché le aziende accelerino i loro processi di sviluppo green, un percorso necessario per incoraggiare le imprese a investire sulla strada del cambiamento. Anche Euler Hermes Italia ha sposato i principi dell’ESG, convinta che proprio la sostenibilità debba diventare un parametro su cui calcolare la solvibilità di un’azienda e la durevolezza e affidabilità di un business. Luca Burrafato, Responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa Euler Hermes ha spiegato: “Euler Hermes è profondamente impegnata nella transizione “green” e
più in generale nel rispettare i parametri ESG attraverso una strategia globale allineata a quella di Allianz. Tra le attività concrete che vengono svolte quotidianamente, il tema della sostenibilità è centrale rispetto ai processi di valutazione e sottoscrizione del rischio di credito. Si analizza con estrema attenzione il comportamento delle aziende clienti e il loro impatto sociale e ambientale e infine si promuove la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio nelle operazioni di business. Sul fronte prodotti, da circa un anno è stato lanciato “Green2Green Single Risk”, un prodotto pionieristico che contribuisce alla transizione ambientale assicurando transazioni verdi e investendo premi in obbligazioni green. Siamo solo all’inizio di un lungo viaggio verso la sostenibilità. Continueremo a far evolvere la nostra organizzazione e le nostre attività operative quotidiane adattandoci alle nuove necessità, in modo da dare forma al nostro mondo negli anni a venire”. https://www.askanews.it/economia/2022/02/09/nuovo-studio-di-euler-hermes-e-format-research-sul-tema-della-green-transition-pn_20220209_00114/
Imprese italiane e green transition: il 38% ha già fatto investimenti sostenibili Si trovano soprattutto nel nord Italia e sono attive nel settore manifatturiero, turistico e alberghiero di Caterina Maconi 09 FEBBRAIO 2022 In Italia un’impresa su due è convinta che il processo di transizione verso un’economia più sostenibile avrà un impatto positivo sulla propria attività, e ha quindi deciso di intraprendere azioni green concrete. Soprattutto facendo investimenti guidati dai criteri Esg(Environmental, social and corporate governance), e quindi su asset che permettano nuovi modelli produttivi rispettosi e un’attenzione maggiore ai temi del cambiamento climatico e della sostenibilità in tutte le sue declinazioni e fasi della filiera. Solo il 4% delle imprese ritiene che lo sviluppo sostenibile possa essere un freno alla crescita. È quanto evidenza uno studio condotto da Euler Hermes con Format Research che ha sondato che cosa ne pensano e che cosa stanno facendo a tal proposito le imprese italiane extra-agricole e non finanziarie con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro. Il report spiega come il 37,8% delle aziende italiane ha già avviato investimenti green, il 27,8% aveva iniziato prima del 2020, il 10% si è accodato nel corso del
biennio 2020-2021, mentre il 7,7% lo farà entro il 2023. Sono prevalentemente le aziende di grandi dimensioni (71,9%) ad aver cominciato ad agire, in particolar modo le manifatturiere che operano nel nord Italia e le imprese della ricezione turistica e alberghiera, molte delle quali presenti al sud. Più in generale hanno compreso come questa possa essere una leva competitiva e un acceleratore per crescere le aziende del nord-est, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano. Un’impresa su tre è convinta che investire nel green sia inoltre un buon modo per accedere ai finanziamenti degli istituti di credito. “La sostenibilità non solo si sta dimostrando un booster della crescita, ma un volano di sviluppo – spiega Pierluigi Ascani, presidente di Format Research –, le imprese acquisiscono nuovo business dimostrando di essere sostenibili ai propri clienti e allo stesso tempo chiedono ai fornitori di praticare adeguate politiche per la sostenibilità, con un effetto positivo circolare e a cascata sull’intero tessuto delle imprese italiane in filiera”. La maggior parte (69,3%) lo fa per adeguarsi alle normative italiane e internazionali, ma anche perché investire nel settore migliora l’efficienza operativa, riduce i conti, e contribuisce ad aumentare il fatturato. Senza contare che il 32,8% teme di essere colpito da fenomeni che hanno a che fare con il cambiamento climatico e il degrado ambientale. Le ragioni per cui intraprendere scelte sostenibili sono dunque di diverso tipo, ma quasi tutti (82%) sono convinti che lo sforzo green stia comportando modifiche molto significative, con il passaggio concreto a processi produttivi a bassi consumi e l’apertura verso un’economia circolare. HTTPS://WWW.REPUBBLICA.IT/ECONOMIA/RAPPORTI/ENERGITALIA/SOSTENIBILITA/2022/02/09/NEWS/IMPRESE_ITALIANE_E_GREEN_TRANSITION_IL_38_HA_GIA_FATTO_INVESTIMENTI_SOSTENIBILI-337114429/
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