Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di congresso - Le Cronache Salerno
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Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di convocare il congresso nazionale di Andrea Pellegrino Socialisti divisi sul sostegno al governo Conte bis. La linea del salernitano Maraio pare abbia suscitato non poche perplessità all’interno del partito. In ballo c’è la partita dei sottosegretari, con lo stesso segretario nazionale in pole position per l’ingresso nell’esecutivo nazionale, insieme, naturalmente al suo predecessore Riccardo Nencini, attuale senatore (eletto nelle liste Pd). A sollevare i primi dubbi è Bobo Craxi che chiede la convocazione di un congresso nazionale che definisca la linea del Partito socialista. «La decisione (di sostegno al governo, ndr) rovescia di 360 gradi – scrive Craxi su Facebook – l’impostazione congressuale che escludeva alleanze di questo tipo». Non mancano critiche alla linea Maraio neppure da alcuni membri della direzione nazionale. Ma intanto si continua a trattare e a metà settimana la composizione del governo, quindi con viceministri e sottosegretari, sarà completa. Salvo, naturalmente, colpi di scena. «De Luca foraggia questo
clima d’odio» di Erika Noschese Utilizza il nostro quotidiano Le Cronache la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino per attaccare, ancora una volta, il governatore De Luca. Nonostante a livello nazionale sia ormai pace fatta tra pentastellati e dem, a livello locale l’intenzione è abbastanza chiara: mai sotterrare l’ascia di guerra ma, anzi, rilanciare con nuove accuse di giorno in giorno. « Le becere offese personali rilanciate da un deputato di FdI in un’intervista al quotidiano Cronache del Salernitano sono solo l’ultimo atto di una stagione di odio e di violenza verbale che non è stata inaugurata certo dal Movimento 5 Stelle», ha infatti dichiarato la capogruppo regionale, secondo cui quando «De Luca sostiene di aver subìto aggressioni di ogni tipo dalla nostra forza politica, andasse a leggere le dichiarazioni rilasciate oggi da questo parlamentare suo compaesano, che elenca tutti gli epiteti rivolti dal governatore in questi anni a esponenti istituzionali di M5S. Senza scordare il volgare gesto del dito medio che, dall’alto del suo ruolo istituzionale, il presidente di questa Regione ha rivolto al nostro gruppo durante una delicata seduta di assise sulla Legge di Bilancio». Per la pentastellata, il governatore ha dato vita ad un «clima di chiusura e di ingiustificato pregiudizio che si è determinato anche con la sistematica bocciatura di ogni nostra proposta, anche di miglioramento degli atti prodotti dalla maggioranza, stracciataci in faccia senza essere mai neppure letta o presa in considerazione solo perché a firma M5S. Il sigillo è stata la norma bavaglio firmata da De Luca che ha impedito che potessimo convocare i suoi manager della sanità e dirigenti regionali in Commissione Trasparenza». Consapevole di un cambio di rotta, in virtù dell’accordo raggiunto a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle regionale pretende che a
farlo sia il Pd, «ovvero a chi ha inaugurato e foraggiato questo clima di chiusura e di sistematica contrapposizione a ogni costo. Il nostro ruolo continuerà a essere propositivo. Continueremo a portare avanti il nostro processo di contaminazione degli altri partiti politici, provando a imporre una volta per tutte la linea del bene del paese e non di asservimento ai poteri. Come a Roma, così in Campania auspichiamo un rigurgito di dignità in tutti gli esponenti politici. Un processo che non sarà certo possibile immaginare che avvenga nel Pd campano, con o senza Vincenzo De Luca, in appena pochi mesi che ci separano dalle prossime regionali». Il ritorno di Amendola, in prima linea con il Pd di Andrea Pellegrino Una Speranza per Leu, la soddisfazione dei grillini campani di Di Maio, Costa e Spadafora, il ritorno in prima linea per il Partito democratico di Enzo Amendola. Nei 21 ministri del governo giallorosso, presentato ieri dal premier Conte, c’è un pezzo importante della Campania: in prima linea con l’ingresso nell’esecutivo nazionale ma anche nelle retroguardie con il lavoro del salernitano Federico Conte nell’accordo tra Leu e MaZinga. Roberto Speranza ministro della Salute grazie anche al lavoro profuso dal deputato salernitano Federico Conte. Grande è la soddisfazione espressa dal segretario provinciale di Mdp Articolo 1, Carmine Ansalone. «Siamo soddisfatti – spiega Ansalone – la nomina di Roberto Speranza a capo di un ministero così delicato e fondamentale come quello alla Salute», un ministero di peso quindi affidato a LeU, ma la fierezza di Ansalone non si ferma a Speranza: «Un ruolo di
medizione – prosegue Ansalone – lo ha avuto Federico Conte, tra l’altro vicino di banco ed amico di Speranza. Conte ha individuato il metodo che portasse Leu a indicare il proprio rappresentante nel Governo del Paese». «Questa nuova squadra di ministri – conclude Ansalone – ha una rappresentanza forte per il Sud Italia che fa ben sperare per questo tanto atteso rilancio dei nostri territori». Ed è proprio Federico Conte che ora indica anche una nuova traccia al governo giallorosso: «Nasce un governo che può garantire al Paese una svolta, con un’agenda innovativa nel segno della crescita e del lavoro, della giustizia e dell’equità sociale, della lotta alle diseguaglianze e del rilancio del Mezzogiorno. Un governo composto da ministri di qualità, che esprimono e coniugano vocazione politica e competenze. È per me motivo di grande soddisfazione personale l’incarico affidato a Roberto Speranza, un amico e un compagno. Sono sicuro che saprà guidare il dicastero della Salute con equilibrio e sensibilità. Con due obiettivi principali: garantire le cure ai cittadini più deboli e bisognosi e ridurre l’insopportabile divario tra la sanità del nord e quella del sud». Un in bocca al lupo a Speranza, anche da Andrea De Simone, già senatore della Repubblica: «In un momento difficile e delicato la formazione del nuovo governo è una scelta necessaria per il bene dell’Italia. C’è bisogno di risposte non di propaganda, di soluzioni non di proclami. I punti programmatici della nuova coalizione se realizzati possono far ripartire il paese e restituire speranza. Buon lavoro a tutte ed a tutti ed in particolare al mio amico Roberto Speranza». Il Pd salernitano plaude all’accordo ed attende. «Si tratta di un passaggio obbligato per il Pd, dopo l’improvvisa e scellerata decisione di Salvini di chiamarsi fuori – spiega Enzo Luciano, segretario provinciale del Partito democratico di Salerno – Con lo stesso senso di responsabilità dimostrato in altre circostanze abbiamo offerto la nostra disponibilità alla formazione di una maggioranza parlamentare con il M5s e con Leu. Lo abbiamo fatto perché non si può votare ogni anno e
perché, per noi, vengono prima gli interessi più generali dell’Italia, che non quelli della nostra ‘parte’. Ci auguriamo che siano profetiche le parole del nostro Segretario nazionale -“andiamo a cambiare l’Italia”, ma anche che con il M5s si possa finalmente avviare un confronto serio e civile in relazione ai problemi dei nostri territori. Sarebbe, forse, questo il risultato strategicamente più rilevante di un governo nato sotto il segno dell’ “emergenza”». Infine, Tino Iannuzzi, già deputato dem e zingarettiano: «Il nuovo Governo parte con il piede giusto, con una compagine autorevole e fortemente rinnovata ed un programma che segna una netta discontinuità per voltare finalmente pagina. Il Pd ha una funzione assolutamente determinante. Fondamentale, in particolare, la nomina autorevole di Roberto Gualtieri nel Ministero cardine dell’Economia, al quale compete la regia sulle scelte e le decisioni più importanti dell’intero esecutivo. Al Pd spetta la guida di dicasteri essenziali per una forte e qualificata innovazione , come quello delle Infrastrutture e dei Trasporti; nonché, per poter realizzare una seria politica meridionalistica, i Ministeri agli Affari Regionali e per il Sud, per porre così la parola fine ad ogni sciagurato disegno di regionalismo c.d differenziato, che,nella volontà di Salvini e Zaia, distruggerebbe l’unita’ profonda e vera del Paese. Ci sono tutte le condizioni per una politica che effettivamente valorizzi e tuteli le legittime istanze del Mezzogiorno, mortificate totalmente dalla precedente egemonia della Lega. Significativo, inoltre, è il ruolo di regia affidato a Dario Franceschini, che, oltre a ritornare allo strategico Ministero della Cultura unificato giustamente con il Turismo dove ha già operato benissimo, sarà il capodelegazione del Pd in Consiglio dei Ministri ed in tutto il percorso del Governo Conte. È questo il riconoscimento della capacità politica e della visione lungimirante di Dario, che è stato preziosissimo in tutta questa fase così complicata e delicata, che per primo e da più di un anno aveva preannunciato e sollecitato. Il Pd Campano esprime tutta la sua soddisfazione per la prestigiosa
nomina agli Affari Europei di Enzo Amendola, che ha dimostrato una rilevante e qualificata competenza in questo campo. Ora tutto il Pd, con la guida dimostratasi così efficace, equilibrata e seria di Nicola Zingaretti, dovrà lavorare con umiltà e passione a contatto continuo con le comunità ed i territori per far vincere la speranza di una nuova, bella e moderna Italia, nel segno dello sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, della green economy e dell’agricoltura di eccellenza per creare occupazione e nuove solide attività economiche, della Giustizia sociale, del riequilibrio territoriale, della legalità e della solidarietà, riconquistando un ruolo di primo piano in Europa». Governo, pronto incarico di prestigio per De Luca junior di Andrea Pellegrino Le correnti spingono nel Partito democratico per entrare nell’eventuale governo che nascerà con il Movimento 5 Stelle. Posti di governo e di sottogoverno che nelle ultime ore si stanno delineando, soprattutto, all’interno del Nazareno. La Campania farà la sua parte e non sarà un gioco semplice. Stando alle correnti, Renzi è vicino a Vincenzo De Luca, per il tramite di Luca Lotti ma anche di Lorenzo Guerini. I deluchiani, già alle prese con il caso Campania, in vista delle prossime Regionali, spingono naturalmente per un posto di prestigio per Piero, primogenito del governatore, eletto deputato lo scorso anno, renziano di ferro. Sul tavolo c’è il posto che fu del padre nel governo Letta: sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e trasporti. Quello che è oggi, o almeno fino al cambio di governo, del salernitano grillino
Andrea Cioffi. Ma l’area Renzi ha anche un altro nome: si tratta del sindaco di Sassano e presidente del parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino, vicino al rottamatore, ancor prima della giravolta di Vincenzo De Luca. Pellegrino solo di recente ha incontrato Renzi, vestendo anche i panni di prof per una “lezione” durante la scuola di formazione. Ma è stato soprattutto uno dei sempre presenti alle Leopolde fiorentine. Di certo, nella rosa dei campani, tra i più blindati ci sono Enzo Amendola, già sottosegretario alla Difesa nel governo Gentiloni, e Nicola Oddati, attuale membro della segreteria di Nicola Zingaretti. E c’è anche un pizzico di Costiera Amalfitana nelle trattative. Tra i nomi emersi c’è Dario Scannapieco, origini maioresi, attuale vicepresidente della Bei, indicato per il ministero dell’Economia. Il Governatore De Luca come Antonio La Trippa «Sembra un comizio svoltosi a Roccasecca» «Cosa non si fa per i figli. Negli ultimi tre mesi Vincenzo De Luca si e ̀ visto costretto a sacrificare il ruolo di governatore, per impegnarsi notte e giorno a trovare occupazione stabile al figlio indagato Piero. E l’unico posto disponibile, che lo salverà anche dalle conseguenze di una possibile condanna, l’ha trovato in Parlamento. Un imputato per bancarotta non potrà che trovarsi a suo agio tra gli scranni occupati dal Pd, dove si e ̀ perso il conto degli inquisiti a vario titolo. E non dovesse bastargli
quell’allegra comitiva, Pierino incontrerà certamente nuovi amici impresentabili e indagati tra i suoi alleati di Forza Italia». A lanciare accuse al governatore della Regione Campania è Valeria Ciarambino, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. A poche ore dalla chiusura della campagna elettorale di Piero De Luca, la consigliera pentastellata non le manda a dire: «Nel frattempo, ci ha pensato papà a procurargli un salvacondotto per Roma, presenziando ad un comizio al giorno, lanciando spot poco credibili. Dai numeri farsa sulla rimozione delle ecoballe, all’apertura di qualche reparto fantasma nei rari ospedali non ancora chiusi col suo piano rivoluzionario. Oggi ha rilanciato il finanziamento sull’aeroporto di Salerno, a cui dona fior di milioni ogni anno a fronte di un numero in costante decrescita di passeggeri. Quindi e ̀ tornato per un giorno a fare il sindaco di Salerno, il collegio dove ha candidato Pierino, annunciando fior di opere infrastrutturali. Un comizio durante il quale ha snocciolato nu- meri, promesse e strabilianti proclami che ha evocato la celebre scena di Antonio La Trippa nella città di Roccasecca». «E’ chiaro che il governatore – conclude Ciarambino – sta provando a recuperare un po’ del terreno perso nei giorni scorsi, occupato com’era a difendere Robertino, l’altro erede, fresco indagato per corruzione, reso celebre dalla sua interpretazione nella videoinchiesta di Fanpage. Una storia che a Robertino e ̀ costata il posto da assessore. Sistemato Piero, ora papà penserà anche a lui. Un’occupazione gliela troverà. Nella peggiore delle ipotesi, potrà approfittare del reddito di cittadinanza del prossimo Governo 5 Stelle. E chissà che Roberto De Luca non sarà uno dei tantissimi giovani che troveranno collocazione nel mercato del lavoro grazie alle misure introdotte dal Movimento 5 Stelle». Accuse al vetriolo anche da parte del già senatore Andrea De Simone che commenta le dichiarazioni di Vincenzo De Luca sui fondi stanziati per le opere pubbliche a Salerno: «Una ignobile propaganda con I fondi pubblici». «Nessuno, nella storia repubblicana del Paese, è stato capace di tanto, ne ̀ gli uomini dei governi Dc, ne ̀ Achille Lauro a Napoli. Le
comunicazioni di questa mattina sono utili solo per la satira di Crozza. Ma c’è poco da ridere. La situazione della nostra provincia richiederebbe ben altre scelte: serie, credibili e non buffonate», ha detto ancora De Simone. «Da noi manca il lavoro; i cantieri chiudono; si pagano i ticket per le prestazioni sanitarie; la scuole non sono a norma; il commercio e ̀ fermo ma soprattutto mancano le strutture sportive e i giovani piùbraci ci lasciano. Potrei continuare l’elenco, lunghissimo, dei problemi che si riscontrano nella nostra regione». «Di fronte ad un quadro drammatico c’è il folklore, c’e ̀ la ripetizione di palle sparate alla vigilia delle elezioni per aiutare la famiglia, non Salerno. Si ripete la propaganda che da oltre vent’anni si ripete con monologhi senza interlocutori che possano smentire. E si tenta di distrarre le persone dal senso di indignazione per i video di fanpage degli affari loschi sull’emergenza rifiuti. Proprio questa mattina alcuni organi di in- formazione hanno comunicato il dato: solo l’ 1 % delle ecoballe sono state rimosse. Tre giorni fa invece, era stato comunicato il dato sull’utilizzo dei fondi europei: il 3% della spesa. C’e’ una sola verità : la Campania era ultima e ultima è rimasta dopo circa tre anni di governo di propaganda», ha detto infine l’onorevole. Eva Longo spara a zero sui 5 Stelle: «Offesa all’intelligenza degli
elettori» Adriano Rescigno Eva Longo show. La vulcanica senatrice di Pellezzano giàprimo cittadino del Comune della valle dell’Irno (dal 1990 al 1995 e in seguito per altri due mandati consecutivi, dal 1999 al 2009 – ndr) e consigliere regionale da sempre vicino al centro destra si racconta in una lunga intervista, dalla mancata ricandidatura in Parlamento (sperava in una riconferma) fino al Movimento 5 Stelle, definendo l’aspirante premier un “giovanotto offensivo per l’intelligenza degli elettori”. «Alla luce di quanto sta accadendo sarà una governo retto dalle larghe intese ma la spina verrà staccata presto. A Salerno bisogna azzerare il centro destra per poi ripartire». Lei non si e ̀ presente tra le fila dei partecipanti all’agone elettorale, si presume un ritorno allo scranno di primo cittadino? «Ve lo dico tra una settimana. Prima devo risolvere altre faccende di ordine politico» Come si manifesta il suo impegno elettorale ora? «Il mio e ̀ un percorso compiuto in solitaria, ed e ̀ un percorso di formatore e continuo la mia battaglia per questi sentieri, ma non mi posso prodigare con chi continua a fare chiacchiere». Ci dica la verità , qualcuno le ha fatto il filo per una sua candidatura? «Si, confermo. Ma non quelli di Salerno. A livello romano. Io potevo tranquillamente candidarmi ma ho preferito di no. Fermarsi un giro non fa male». Di cosa necessita la provincia di Salerno? «C’è n e c e s s i t à d i f o r z e p o l i t i c h e giovani che con
autorevolezza possano portare avanti le istanze del territorio, forze che attualmente il centro destra non ha. Adesso non è il momento di andare a votare per un credo, adesso bisogna votare la progettualità . Chi mi ha attaccato ha votato sempre tutto. Chi e ̀ fuggito da Salerno in nome di presunte credenzialitànazionali e ̀ un codardo, non si puòfare la politica attraverso i soliti lacche ̀ . Perche ́ non hanno attaccato il figlio di Cesaro, lady Mastella. Attaccano quel povero Piero De Luca che e ̀ un degno figlio del padre. Sono solo impotenti e invidiosi, Piero ha un lavoro, fa politica da sempre per quale motivo non dovrebbe essere candidabile?» Come si affronta una campagna elettorale in un tempo così breve in un collegio cosìgrande come quello di Salerno? ̀ difficile, non c’e «E ̀ il tempo materiale per parlare a tutti gli elettori. E non e ̀ vero che il leader tira. Ci saranno grandi sorprese a Salerno, il centro sinistra può conquistare tutti i collegi tranne uno, l’Agro». Non parla peròdi Movimento 5 stelle. «Io rispetto tutte le formazioni politiche legittimate dagli elettori, ma non hanno progettualità , urlano solo, alla pancia della gente. Hanno un giovanotto che vuol diventare presidente del Consiglio offensivo per l’intelligenza degli elettori». Scafati. Viaggio nella politica scafatese: partiti,
movimenti, personaggi Di Adriano Falanga Le elezioni comunali sono lontane, con buona probabilità gli scafatesi torneranno alle urne per scegliere la nuova amministrazione nella primavera del 2019. Con l’insediamento della commissione straordinaria a Palazzo Mayer la politica eletta è stata sospesa, con tutte le gravi conseguenze relative ad uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Seppur la scena mediatica è occupata ancora dalle indagini dell’inchiesta che ha comportato il commissariamento, partiti e movimenti politici non stanno fermi. Anzi, stare lontano dai riflettori può favorire (o almeno dovrebbe farlo) un dialogo interno e la costruzione di nuovi progetti politici. Partiamo dal Partito Democratico allora. Dopo le dimissioni di giugno della segretaria Margherita Rinaldi, al circolo di via Giovanni 23° si lavoro al prossimo congresso cittadino. La partita è molto importante, perché chi prenderà le redini in mano della sezione cittadina sarà chiamato a farlo fino alle amministrative, passando per le politiche 2018. Compito non facile, considerato l’alto tasso di “litigiosità” che alimenta il partito negli ultimi anni. Oggi si paga ancora il dazio per non aver presentato un proprio candidato alle elezioni regionali del 2015. Un’occasione persa, che avrebbe potuto “misurare” su scala provinciale e regionale la forza dem scafatese. Hanno preferito dividersi e oggi, non è forse un caso se il governatore Enzo De Luca non è mai stato a Scafati sia prima che dopo la sua elezione. E Scafati ha bisogno di un rapporto con la Regione come un diabetico con la sua insulina. Passano da Palazzo Santa Lucia le risposte ai principali temi che attanagliano la città dell’agro: ambiente, sanità, fiume Sarno. Ma oltre un comunicato stampa sulla firma del nuovo accordo di programma non si è visto e saputo nulla. Un accordo che va a finanziare opere già completate o interrotte, tutte progettate dall’amministrazione Aliberti. Il congresso
cittadino necessita quindi di un forte segnale di unità e condivisione di intenti. Arrivare ad un congresso unitario è fondamentale, come fondamentale è trovare il giusto segretario che riesca a far sintesi interna e rendere appetibile il partito all’esterno. Pare che la convergenza stiano portando alla scelta di Michele Grimaldi, ex leader dei Giovani Democratici. Grimaldi, nonostante la giovane età, ha alle spalle una forte esperienza di partito, ha capacità di aggregazione e dopo l’esperienza da consigliere comunale ha assunto un carattere più “moderato”, così da piacere anche all’area ex democristiana del partito. Quanto ai possibili aspiranti alla poltrona di primo cittadino, spicca su tutti Marco Cucurachi, che neanche lo ha mai nascosto. A guardare alla poltrona che fu di Aliberti c’è anche Michele Marano, noto imprenditore scafatese e già sponsor dell’ex sindaco Francesco Bottoni. Potrebbe inserirsi nella partita, in prospettiva primarie, anche Gennaro Velardo, il cui nome è stato ad un passo dall’essere candidato alle regionali scorse. Il già due volte sindaco Nicola Pesce potrebbe avere anche il sostegno di Art.1-Mdp mentre in quota rosa potrebbe spuntare Margherita Rinaldi, che pure ha ben lavorato alla guida del partito, fino ad essere eletta in Assemblea Nazionale. Tutte ipotesi che avranno maggiori certezze soltanto dopo le elezioni politiche in programma la prossima primavera. CENTRODESTRA DIVISO
Il centrodestra attualmente a Scafati non ha più un partito di riferimento. E non è detto possa essere un male, visti i trascorsi. Si parte dalle macerie dello scioglimento, con due correnti contrapposte, l’una facente capo a Pasquale Aliberti, l’altra che raccoglie tutto il resto. Gli alibertiani per forza di cose non potranno contare (salvo colpi di scena giudiziari) in una candidatura diretta proveniente dalla famiglia Aliberti. Monica Paolino terminerà il mandato regionale nel 2020, mentre tra le fila dei fedelissimi, l’inchiesta Sarastra ha bruciato il nome di Giancarlo Fele, unico capace di fare sintesi dopo Aliberti, durante l’esperienza amministrativa. Restando dentro l’ex maggioranza consiliare, Brigida Marra o Annalisa Pisacane potrebbero segnare la continuità alibertiana. Ma sono solo mere ipotesi, tutte legate agli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria. L’altra corrente di centrodestra potrebbe far capo all’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola, ma quest’ultimo al momento ha assunto un profilo basso, non certo da leader politico. Coppola potrebbe sintetizzare un paio di liste, assieme all’amico di sempre Pasquale Vitiello, all’ex vicesindaco Giacinto Grandito, e qualche ex alibertiano in crisi di identità. Una candidatura più “partitica” potrebbe essere quella di Cristoforo Salvati, che nel 2019 andrebbe a ritentare il grande salto. Al momento però il medico scafatese deve prima trovare l’unità nel suo schieramento. Con lui in Fratelli d’Italia anche Mario Santocchio e Angelo Matrone. Il primo pare guardare ad una coalizione di moderati, molto allargata e di stampo civico, seppur avendo espresso gradimento per Pasquale Coppola. Angelo Matrone è invece determinato a giocarsi la partita da protagonista, almeno al primo turno. Poi ci sono gli “ex”. Su tutti Luca Celiberti, che punta a guidare Forza Italia a Scafati, sponsorizzando la candidatura di Filippo Accardi, già assessore con Aliberti.
GLI ALTRI Se il centrodestra, monco di Pasquale Aliberti, è ancora alla ricerca di un leader, la sinistra può vantare di tutta una serie di realtà ben organizzate e piuttosto attive. Articolo Uno-Mdp non è ancora “sposato” con il Pd, e non è detto possa diventarlo, visto il lavoro che il segretario Mirko Secondulfo sta realizzando. Certo, molto dipende dagli esiti delle elezioni politiche, ma l’ambizione è di esprimere un proprio candidato, da mettere magari sulla bilancia delle primarie. Un nome su tutti: Ignazio Tafuro. Nell’attivismo di sinistra impossibile non citare Francesco Carotenuto. Alla guida di Scafati Arancione (corrente vicina al sindaco di Napoli Luigi De Magistris) Carotenuto potrebbe e meriterebbe più spazio, in una forza politica di maggiore spessore. Carotenuto dalla sua ha la capacità di saper aggregare giovani, e formare una lista elettorale non di poco valore. C’è poi il M5S, in città rappresentato da Scafati in Movimento. I militanti sono stati vera spina nel fianco dell’amministrazione sciolta, a differenza dei meet up del comprensorio, da queste parti si è andati oltre i gazebo e l’eco degli slogan romani. Ai grillini va riconosciuto il merito di essere stati costantemente attivi, con o senza amministrazione comunale. Però per le elezioni comunali bisogna uscire dalla mentalità dell’attivismo e cominciare a mettere le basi di un vero progetto programmatico, che sintetizzi non solo giovani militanti, ma anche personalità provenienti dall’esterno del Movimento. L’uno vale uno in fase elettorale serve a poco, se non a creare divisioni. Il M5S deve esprimere un leader, che possa essere espressione sintetica e concreta dell’attività politica da anni portata avanti dal meet up in città. E chissà che non esca da queste fila un candidato rosa.
Scafati. “Sfido chiunque a dimostrare di aver detto menzogne”, la Sicignano replica alle accuse Di Adriano Falanga . Non nasconde la sua rabbia Patrizia Sicignano, dopo che parte della sua audizione presso la procura antimafia è emersa dall’ordinanza del riesame che ha disposto il carcere per Pasquale Aliberti. . Non è stata la sola ad essere convocata lo scorso mese di luglio. Con lei anche il fratello Raffaele e Daniela Ugliano, entrambi ex assessori dell’ultima giunta Aliberti. Parla di gogna mediatica Patrizia Sicignano, e non risparmia stoccate. . Insomma, non intende cercare scappatoie, ma anzi, rivendica il suo diritto di “dire la verità”. Il suo nome compare nell’inchiesta Sarastra perché citata dal pentito Alfonso Loreto. La Sicignano sarebbe stata presente con Monica Paolino al comizio presso la famiglia
Ridosso, a quello precedente organizzato dal clan presso un noto bar del centro, e ancora, sempre lei era al fianco della moglie dell’ex sindaco nel 2015, nel corso dei tour elettorali in giro per la provincia di Salerno. Agli inquirenti avrebbe confermato la forte, se non decisionale influenza, dell’ex sindaco nelle scelte politico istituzionali della moglie. Il giorno dopo il riesame Patrizia Sicignano si è sentita al centro di accuse, spesso non tanto velate, nei confronti suoi, del fratello e della Ugliano. . Non si sente affatto una traditrice, ma una tradita la Sicignano. Prima ancora del boom giudiziario aveva contribuito a dar vita al gruppo consiliare “Identità Scafatese”, a cui faceva riferimento il fratello assessore e composto, oltre che dalla Ugliano, anche da Stefano Cirillo e Bruno Pagano (tutti estranei alle indagini, ndr). . Non risparmia parole pesanti la Sicignano:
azioni: molto più gratificante sentirsi vittima di rancori e invidia. Molto più mediatico mantenere il ruolo della vittima: ci pensano i suoi fedelissimi ad attaccare, ognuno col proprio linguaggio>>. RESTO PERO’ GARANTISTA. SMENTISCO VELLEITA’ SINDACALI Entrando nel merito dell’inchiesta, il cui processo partirà a breve, Patrizia Sicignano ritiene che la misura estrema del carcere sia eccessiva per l’ex amico ed ex sindaco Pasquale Aliberti. . Sulla scelta dell’ex sindaco di rinunciare al ricorso in Cassazione, la Sicignano sottolinea: . Alle prossime politiche molto probabilmente sosterranno “Energie per l’Italia”, progetto del deputato scafatese Guglielmo Vaccaro, in uno con l’ex candidato sindaco di Milano Stefano Parisi. Quanto alle amministrative del 2019, la Sicignano puntualizza:
discorso sia alquanto aleatorio, siamo ancora scossi dalle vicende politico amministrative>>. Poi l’apertura: TOFALO (M5S) RINGRAZIA GLI INVESTIGATORI E CHIEDE LE DIMISSIONI DELLA PAOLINO . Angelo Tofalo, deputato salernitano del M5S, sposta la sua attenzione nel “dietro le quinte” dell’inchiesta Sarastra. . Dopo la chiusura delle indagini e l’imminente avvio del processo, Tofalo punta l’indice verso la consigliera regionale Monica Paolino.
Scafati. Escalation criminalità: lo Stato balbetta, la camorra parla…e troppo. Lo sappia Minniti Di Adriano Falanga Stava approssimandosi l’alba di un nuovo giorno, a 24 ore di distanza dall’ultimo raid camorristico, quando una pattuglia dei carabinieri di Angri riscontrava l’ennesimo attentato. Via Monte Grappa è in pieno centro città, a cento metri dal Municipio, di spalle ad un noto istituto bancario. Saranno decine le videocamere di sorveglianza che avranno ripreso scene dell’attentato. Ma a Scafati servono a poco, non è azzardato dire a nulla. Dal 2012, anno in cui cominciò l’escalation delle bombe, non un solo mittente è stato identificato. E mentre l’antimafia da due anni cerca di arrestare l’ex sindaco Pasquale Aliberti (ancora non rinviato neanche a giudizio) la camorra s.p.a si adopera freneticamente. Ieri notte sul posto si è trovata una pattuglia di Angri, e non è la prima volta che questo comando interviene a Scafati. Questo mostra chiaramente la misura delle difficoltà in cui si trova lo Stato a imporre la legalità. La città è ferma alle parole di Salvatore Malfi, Prefetto di Salerno, pronunciate lo scorso 14 agosto. La commissione straordinaria prova a districarsi nei meandri burocratici per racimolare qualche centinaio di migliaia di euro per potenziare la videosorveglianza pubblica. E alla Tenenza dei Carabinieri di via Oberdan manca da mesi il nuovo Tenente. Può essere mai questa la risposta dello Stato? Eppure, dopo il vertice sulla sicurezza del 14 agosto la città si aspettava una risposta forte, decisa: posti di blocco, perquisizioni, fermi, controlli, e invece nulla. Non un arresto, non un indagato. E’ tutto facile a Scafati, come
rapinare, da soli e senza pistola, in pieno giorno, l’ufficio postale centrale, situato sotto le finestre di Palazzo Mayer. Facile come sparare ben 13 colpi di arma da fuoco contro la serranda di un’attività commerciale e la sera dopo, piazzare un ordigno incendiario ai danni di un’altra attività. Se c’è qualcosa che contraddistingue la camorra scafatese è la mancanza di paura. Da queste parti si muovono con una sfacciata spavalderia, e i fatti lo dimostrano. Lo Stato balbetta, ma la criminalità “parla” e pure troppo. Lo sapia il ministro Minniti DECRETO MINNITI APRE AL POTENZIAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA Il decreto del ministro Marco Minniti, approvato il 14 agosto, ha come obiettivo la razionalizzazione dei compiti e dei presidi delle forza di polizia italiane. Il decreto ridisegna, in maniera chiara e definita, anche i requisiti e le condizioni territoriali affinché possano essere potenziati, chiusi, aperti o trasferiti presidi di forze dell’ordine. Ed è il caso di Scafati, dove sul territorio sussiste ancora solo una Tenenza dei carabinieri che funziona però come un presidio territoriale, quanto a organizzazione e soprattutto risultati prodotti. E’ chiaro che bisogna potenziare e rinnovare l’organico della struttura. La nuova geografia criminale richiede una rivisitazione delle strategie di prevenzione e contrasto di cui la dislocazione e il numero dei presidi delle Forze di polizia rappresentano indubbiamente un aspetto significativo. Secondo i dettami del decreto Minniti, potrebbe anche presentarsi la necessità di trasferire il presidio di Pubblica Sicurezza da Sarno a Scafati, mentre la Tenenza dei carabinieri potrebbe essere elevata a Comando Compagnia. Non
sempre è questione di quantità di uomini, ma delle loro distribuzione territoriale. Minniti è stato chiaro. Ai prefetti la decisione. GLI ONOREVOLI CHIEDONO AIUTO A MINNITI . Così Angelo Tofalo (in foto), deputato del M5S, che promette: . Il salernitano grillino raccoglie le segnalazioni del meet up locale e non lesina critiche anche all’operato della commissione straordinaria: . Articolo Uno-Mdp, a Scafati rappresentato da Mirko Secondulfo e Ignazio Tafuro, fa leva sul deputato Michele Ragosta, che raccoglie l’invito:
garantire sicurezza e rispetto della legalità>>. Scafati. Dalla Regione il via libera definitivo alla Helios, tra obblighi e prescrizioni Di Adriano Falanga Seppur tra una lunga lista di prescrizioni, la Helios vede la parola fine alla lunga Conferenza dei Sevizi chiesta dalla Regione Campania lo scorso anno a seguito dell’ultima richiesta di ampliamento attività non sostanziale. Una richiesta necessaria per apportare le modifiche agli impianti dopo la diffida del Comune di Scafati circa la formazione di odori, ai rilievi del Dipartimento ARPAC di Salerno a seguito di sopralluogo del 20/07/2016 e in ottemperanza delle prescrizioni impartite il 30/11/2015 dal Corpo Forestale dello Stato – Stazione di Sarno. L’azienda di via Ferraris che stocca e lavora i rifiuti, vede chiudersi anche la fase commissariale imposta dalla Procura di Nocera Inferiore ad
ottobre 2017, dopo il sequestro “in attività” e la nomina di un pool di tecnici ad affiancare l’amministratore delegato Francesco D’Auria, finito sul registro degli indagati. La Helios avrebbe regolarizzato la sua posizione e concretizzato le dovute misure per evitare il pesante impatto ambientale con l’ambiente che la ospita. La Conferenza di Servizi si è tenuta nelle sedute del 20/10/2016, 19/12/2016, 02/02/2017, 16/03/2017 e 19/05/2017. L’autorizzazione viene concessa nonostante il parere negativo del Comune di Scafati (rispetto alla regolarità edilizia limitatamente alle opere indicate nelle ordinanze comunali emesse). Via libera invece dall’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano e dall’Arpac. Assenti gli altri enti convocati, tra cui l’Asl, che non hanno fatto pervenire nessuna nota in merito. L’azienda dovrà sottostare a precise prescrizioni, tra cui il rispetto del Piano di Monitoraggio e Controllo sostanze chimiche in atmosfera, effettuare entro trenta giorni dall’ultimazione dei lavori un’indagine fonometrica lungo il perimetro aziendale finalizzato a verificare il rispetto dei valori limite previsti dalle norme di settore, nonché un autocontrollo delle emissioni in atmosfera odorigene. Niente turni notturni, l’attività lavorativa dovrà essere svolta esclusivamente in orario diurno dalle ore 6 alle ore 22; in occasione di ponti festivi che non consentono il regolare conferimento verso impianti esterni, quanto al rifiuto umido biodegradabile, potrà applicare la procedura emergenziale di stoccaggio, da attuare mediante l’utilizzo di sei cassoni metallici scarrabili a tenuta, da ubicare nell’area in depressione dedicata. Quanto all’attività edilizia spetterà al Comune controllare (attualmente azienda ed Ente pubblico sono finiti davanti al Tar). Per quanto riguarda il trattamento delle acque nere e grigie provenienti dei servizi igienici, la Helios previa depurazione, verserà tutto nel collettore fognario posto sulla strada prospiciente
l’impianto. Le acque pluviali incidenti sulle coperture dei corpi di fabbrica, raccolte mediante idonee condotte pluviali e pozzetti di raccolta saranno scaricate nella fognatura passante per via F. Ferraris. Le acque pluviali, incidenti sui manufatti presenti all’interno dei capannoni e tettoie, finiranno nel canale Fosso del Mulino, e da qui nel fiume Sarno. Le acque interne ai capannoni confluiranno in griglie di raccolta del tipo a nastro, da qui giungeranno in un pozzetto di raccolta e derivazione posto sul piazzale e dove seguiranno, poi, il percorso delle acque di dilavamento del piazzale verso l’impianto di depurazione; Le acque di dilavamento piazzali, raccolte da adeguate griglie disposte sull’intera superficie dell’impianto, fino ad essere canalizzate al pozzetto temporizzatore e da qui all’impianto di depurazione prima dell’immissione in fogna. Vietato qualsiasi altro tipo di scarico liquido non autorizzato. L’azienda avrà obbligo di effettuare l’autocontrollo sullo scarico procedendo ad analisi qualitative sulle acque reflue rilasciate e sull’emissione in atmosfera di sostanze chimiche, con cadenza periodica, tramite compilazione di apposito registro. DAL 2011 GUERRA SENZA TREGUA Era il 21 ottobre 2011 quando l’Igiene Urbana fu autorizzata dalla Regione Campania, previo silenzio assenso del Comune di Scafati, all’esercizio dell’impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti pericolosi e non, ubicato in un opificio che prima ospitava un’industria conserviera, in piena area Pip. E questo, nonostante i piani attuativi degli insediamenti industriali prevedessero il divieto per lo svolgimento di attività insalubre. Il 31 luglio del 2013 l’autorizzazione è stata volturata alla Helios srl, di fatto collegata all’Igiene
Urbana che ha lavorato con l’Acse, occupandosi del ritiro del rifiuto organico, fino all’anno scorso. Nel corso degli anni, più volte l’azienda ha fatto richiesta di ampliamento, sostanziale e non sostanziale, della propria attività. L’ultima autorizzazione è stata concessa il 23 dicembre 2015, relativa ad un aumento della volumetria di alcuni tipi di rifiuto, tra cui una maggiorazione del 10% degli scarti alimentari di mense e cucine. Ed ogni volta la Regione ha informato il Comune di Scafati, che puntualmente non ha opposto resistenza o presentato deduzioni. In questi anni sono molteplici gli esposti sottoscritti dai residenti contro la puzza e i rumori molesti provenienti dall’opificio. Prima dello scioglimento il consiglio comunale aveva costituito una commissione d’inchiesta per verificare la regolarità dell’iter procedurale e le autorizzazioni in possesso della Helios. Sul tema anche uno scontro politico tra maggioranza e opposizione, quest’ultima accusava l’amministrazione uscente di aver taciuto e permesso sia l’insediamento che i successivi ampliamenti dell’azienda. Ad ottobre 2016 il sequestro e il commissariamento, poi la conferenza dei servizi, ed infine il via libera definitivo alle attività, con decreto dirigenziale della Regione Campania n. 36 del 6 luglio 2017. M5S: ORAMAI PROBLEMA POLITICO . Da Scafati in Movimento la promessa di investire nuovamente il gruppo di consiglieri regionali del M5S per affrontare la questione ambientale di via Ferraris.
nuovo decreto autorizzativo>>. Il gruppo consiliare uscente dei democrat è stato molto attivo sulla vicenda, contribuendo in maniera determinante alla revoca dei permessi comunali. Ecco perché i grillini sollecitano il partito . L’area Pip, eterna croce degli scafatesi. . Gli attivisti accusano il Comune di Scafati di aver fatto una blanda opposizione in sede di conferenza dei servizi: . Insistono sulle norme di attuazione: . Infine, l’appello alla commissione straordinaria
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