Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di congresso - Le Cronache Salerno

Pagina creata da Francesca Forte
 
CONTINUA A LEGGERE
Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di congresso - Le Cronache Salerno
Il   Conte  bis   divide  i
socialisti: Craxi chiede di
convocare    il   congresso
nazionale
di Andrea Pellegrino

Socialisti divisi sul sostegno al governo Conte bis. La linea
del salernitano Maraio pare abbia suscitato non poche
perplessità all’interno del partito. In ballo c’è la partita
dei sottosegretari, con lo stesso segretario nazionale in pole
position per l’ingresso nell’esecutivo nazionale, insieme,
naturalmente al suo predecessore Riccardo Nencini, attuale
senatore (eletto nelle liste Pd). A sollevare i primi dubbi è
Bobo Craxi che chiede la convocazione di un congresso
nazionale che definisca la linea del Partito socialista. «La
decisione (di sostegno al governo, ndr) rovescia di 360 gradi
– scrive Craxi su Facebook – l’impostazione congressuale che
escludeva alleanze di questo tipo». Non mancano critiche alla
linea Maraio neppure da alcuni membri della direzione
nazionale. Ma intanto si continua a trattare e a metà
settimana la composizione del governo, quindi con viceministri
e sottosegretari, sarà completa. Salvo, naturalmente, colpi di
scena.

«De        Luca          foraggia               questo
Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di congresso - Le Cronache Salerno
clima d’odio»
di Erika Noschese

Utilizza il nostro quotidiano Le Cronache la consigliera
regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino per
attaccare, ancora una volta, il governatore De Luca.
Nonostante a livello nazionale sia ormai pace fatta tra
pentastellati e dem, a livello locale l’intenzione è
abbastanza chiara: mai sotterrare l’ascia di guerra ma, anzi,
rilanciare con nuove accuse di giorno in giorno. « Le becere
offese personali rilanciate da un deputato di FdI in
un’intervista al quotidiano Cronache del Salernitano sono solo
l’ultimo atto di una stagione di odio e di violenza verbale
che non è stata inaugurata certo dal Movimento 5 Stelle», ha
infatti dichiarato la capogruppo regionale, secondo cui quando
«De Luca sostiene di aver subìto aggressioni di ogni tipo
dalla nostra forza politica, andasse a leggere le
dichiarazioni rilasciate oggi da questo parlamentare suo
compaesano, che elenca tutti gli epiteti rivolti dal
governatore in questi anni a esponenti istituzionali di M5S.
Senza scordare il volgare gesto del dito medio che, dall’alto
del suo ruolo istituzionale, il presidente di questa Regione
ha rivolto al nostro gruppo durante una delicata seduta di
assise sulla Legge di Bilancio». Per la pentastellata, il
governatore ha dato vita ad un «clima di chiusura e di
ingiustificato pregiudizio che si è determinato anche con la
sistematica bocciatura di ogni nostra proposta, anche di
miglioramento degli atti prodotti dalla maggioranza,
stracciataci in faccia senza essere mai neppure letta o presa
in considerazione solo perché a firma M5S. Il sigillo è stata
la norma bavaglio firmata da De Luca che ha impedito che
potessimo convocare i suoi    manager della sanità e dirigenti
regionali in Commissione     Trasparenza». Consapevole di un
cambio di rotta, in virtù    dell’accordo raggiunto a livello
nazionale, il Movimento 5     Stelle regionale pretende che a
Il Conte bis divide i socialisti: Craxi chiede di congresso - Le Cronache Salerno
farlo sia il Pd, «ovvero a chi ha inaugurato e foraggiato
questo clima di chiusura e di sistematica contrapposizione a
ogni costo. Il nostro ruolo continuerà a essere propositivo.
Continueremo a portare avanti il nostro processo di
contaminazione degli altri partiti politici, provando a
imporre una volta per tutte la linea del bene del paese e non
di asservimento ai poteri. Come a Roma, così in Campania
auspichiamo un rigurgito di dignità in tutti gli esponenti
politici. Un processo che non sarà certo possibile immaginare
che avvenga nel Pd campano, con o senza Vincenzo De Luca, in
appena pochi mesi che ci separano dalle prossime regionali».

Il ritorno di Amendola, in
prima linea con il Pd
di Andrea Pellegrino

Una Speranza per Leu, la soddisfazione dei grillini campani di
Di Maio, Costa e Spadafora, il ritorno in prima linea per il
Partito democratico di Enzo Amendola. Nei 21 ministri del
governo giallorosso, presentato ieri dal premier Conte, c’è un
pezzo importante della Campania: in prima linea con l’ingresso
nell’esecutivo nazionale ma anche nelle retroguardie con il
lavoro del salernitano Federico Conte nell’accordo tra Leu e
MaZinga. Roberto Speranza ministro della Salute grazie anche
al lavoro profuso dal deputato salernitano Federico Conte.
Grande è la soddisfazione espressa dal segretario provinciale
di Mdp Articolo 1, Carmine Ansalone. «Siamo soddisfatti –
spiega Ansalone – la nomina di Roberto Speranza a capo di un
ministero così delicato e fondamentale come quello alla
Salute», un ministero di peso quindi affidato a LeU, ma la
fierezza di Ansalone non si ferma a Speranza: «Un ruolo di
medizione – prosegue Ansalone – lo ha avuto Federico Conte,
tra l’altro vicino di banco ed amico di Speranza. Conte ha
individuato il metodo che portasse Leu a indicare il proprio
rappresentante nel Governo del Paese». «Questa nuova squadra
di ministri – conclude Ansalone – ha una rappresentanza forte
per il Sud Italia che fa ben sperare per questo tanto atteso
rilancio dei nostri territori». Ed è proprio Federico
Conte   che ora indica anche una nuova traccia al governo
giallorosso: «Nasce un governo che può garantire al Paese una
svolta, con un’agenda innovativa nel segno della crescita e
del lavoro, della giustizia e dell’equità sociale, della lotta
alle diseguaglianze e del rilancio del Mezzogiorno. Un governo
composto da ministri di qualità, che esprimono e coniugano
vocazione politica e competenze. È per me motivo di grande
soddisfazione personale l’incarico affidato a Roberto
Speranza, un amico e un compagno. Sono sicuro che saprà
guidare il dicastero della Salute con equilibrio e
sensibilità. Con due obiettivi principali: garantire le cure
ai cittadini più deboli e bisognosi e ridurre l’insopportabile
divario tra la sanità del nord e quella del sud». Un in bocca
al lupo a Speranza, anche da Andrea De Simone, già senatore
della Repubblica: «In un momento difficile e delicato la
formazione del nuovo governo è una scelta necessaria per il
bene dell’Italia. C’è bisogno di risposte non di propaganda,
di soluzioni non di proclami. I punti programmatici della
nuova coalizione se realizzati possono far ripartire il paese
e restituire speranza. Buon lavoro a tutte ed a tutti ed in
particolare al mio amico Roberto Speranza».

Il Pd salernitano plaude all’accordo ed attende. «Si tratta
di un passaggio obbligato per il Pd, dopo l’improvvisa e
scellerata decisione di Salvini di chiamarsi fuori – spiega
Enzo Luciano, segretario provinciale del Partito democratico
di Salerno – Con lo stesso senso di responsabilità dimostrato
in altre circostanze abbiamo offerto la nostra disponibilità
alla formazione di una maggioranza parlamentare con il M5s e
con Leu. Lo abbiamo fatto perché non si può votare ogni anno e
perché, per noi, vengono prima gli interessi più generali
dell’Italia, che non quelli della nostra ‘parte’. Ci auguriamo
che siano profetiche le parole del nostro Segretario nazionale
-“andiamo a cambiare l’Italia”, ma anche che con il M5s si
possa finalmente avviare un confronto serio e civile in
relazione ai problemi dei nostri territori. Sarebbe, forse,
questo il risultato strategicamente più rilevante di un
governo nato sotto il segno dell’ “emergenza”». Infine, Tino
Iannuzzi, già deputato dem e zingarettiano: «Il nuovo Governo
parte con il piede giusto, con una compagine autorevole e
fortemente rinnovata ed un programma che segna una netta
discontinuità per voltare finalmente pagina. Il Pd ha una
funzione assolutamente determinante. Fondamentale, in
particolare, la nomina autorevole di Roberto Gualtieri nel
Ministero cardine dell’Economia, al quale compete la regia
sulle scelte e le decisioni più importanti dell’intero
esecutivo. Al Pd spetta la guida di dicasteri essenziali per
una forte e qualificata innovazione , come quello delle
Infrastrutture e dei Trasporti; nonché, per poter realizzare
una seria politica meridionalistica, i Ministeri agli Affari
Regionali e per il Sud, per porre così la parola fine ad ogni
sciagurato       disegno      di     regionalismo         c.d
differenziato,    che,nella   volontà di Salvini e      Zaia,
distruggerebbe l’unita’ profonda e vera del Paese. Ci sono
tutte le condizioni per una politica che effettivamente
valorizzi e tuteli le legittime istanze del Mezzogiorno,
mortificate totalmente dalla precedente egemonia della Lega.
Significativo, inoltre, è il ruolo di regia affidato a Dario
Franceschini, che, oltre a ritornare allo strategico Ministero
della Cultura unificato giustamente con il Turismo dove ha già
operato benissimo, sarà il capodelegazione del Pd in Consiglio
dei Ministri ed in tutto il percorso del Governo Conte. È
questo il riconoscimento della capacità politica e della
visione lungimirante di Dario, che è stato preziosissimo in
tutta questa fase così complicata e delicata, che per primo e
da più di un anno aveva preannunciato e sollecitato. Il Pd
Campano esprime tutta la sua soddisfazione per la prestigiosa
nomina agli Affari Europei di Enzo Amendola, che ha dimostrato
una rilevante e qualificata competenza in questo campo. Ora
tutto il Pd, con la guida dimostratasi così efficace,
equilibrata e seria di Nicola Zingaretti, dovrà lavorare con
umiltà e passione a contatto continuo con le comunità ed i
territori per far vincere la speranza di una nuova, bella e
moderna Italia, nel segno dello sviluppo sostenibile ed
ecocompatibile, della green economy e dell’agricoltura di
eccellenza per creare occupazione e nuove solide attività
economiche, della Giustizia sociale, del riequilibrio
territoriale, della legalità e della solidarietà,
riconquistando un ruolo di primo piano in Europa».

Governo, pronto incarico di
prestigio per De Luca junior
di Andrea Pellegrino

Le correnti spingono nel Partito democratico per entrare
nell’eventuale governo che nascerà con il Movimento 5 Stelle.
Posti di governo e di sottogoverno che nelle ultime ore si
stanno delineando, soprattutto, all’interno del Nazareno. La
Campania farà la sua parte e non sarà un gioco semplice.
Stando alle correnti, Renzi è vicino a Vincenzo De Luca, per
il tramite di Luca Lotti ma anche di Lorenzo Guerini. I
deluchiani, già alle prese con il caso Campania, in vista
delle prossime Regionali, spingono naturalmente per un posto
di prestigio per Piero, primogenito del governatore, eletto
deputato lo scorso anno, renziano di ferro. Sul tavolo c’è il
posto che fu del padre nel governo Letta: sottosegretario al
ministero delle Infrastrutture e trasporti. Quello che è oggi,
o almeno fino al cambio di governo, del salernitano grillino
Andrea Cioffi. Ma l’area Renzi ha anche un altro nome: si
tratta del sindaco di Sassano e presidente del parco nazionale
del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, Tommaso Pellegrino,
vicino al rottamatore, ancor prima della giravolta di Vincenzo
De Luca. Pellegrino solo di recente ha incontrato Renzi,
vestendo anche i panni di prof per una “lezione” durante la
scuola di formazione. Ma è stato soprattutto uno dei sempre
presenti alle Leopolde fiorentine. Di certo, nella rosa dei
campani, tra i più blindati ci sono Enzo Amendola, già
sottosegretario alla Difesa nel governo Gentiloni, e Nicola
Oddati, attuale membro della segreteria di Nicola Zingaretti.
E c’è anche un pizzico di Costiera Amalfitana nelle
trattative. Tra i nomi emersi c’è Dario Scannapieco, origini
maioresi, attuale vicepresidente della Bei, indicato per il
ministero dell’Economia.

Il Governatore De Luca come
Antonio La Trippa «Sembra un
comizio      svoltosi      a
Roccasecca»
«Cosa non si fa per i figli. Negli ultimi tre mesi Vincenzo De
Luca si e ̀ visto costretto a sacrificare il ruolo di
governatore, per impegnarsi notte e giorno a trovare
occupazione stabile al figlio indagato Piero. E l’unico posto
disponibile, che lo salverà anche dalle conseguenze di una
possibile condanna, l’ha trovato in Parlamento. Un imputato
per bancarotta non potrà che trovarsi a suo agio tra gli
scranni occupati dal Pd, dove si e   ̀ perso il conto degli
inquisiti a vario titolo. E non dovesse bastargli
quell’allegra comitiva, Pierino incontrerà certamente nuovi
amici impresentabili e indagati tra i suoi alleati di Forza
Italia». A lanciare accuse al governatore della Regione
Campania è Valeria Ciarambino, consigliera regionale del
Movimento 5 Stelle. A poche ore dalla chiusura della campagna
elettorale di Piero De Luca, la consigliera pentastellata non
le manda a dire: «Nel frattempo, ci ha pensato papà a
procurargli un salvacondotto per Roma, presenziando ad un
comizio al giorno, lanciando spot poco credibili. Dai numeri
farsa sulla rimozione delle ecoballe, all’apertura di qualche
reparto fantasma nei rari ospedali non ancora chiusi col suo
piano rivoluzionario. Oggi ha rilanciato il finanziamento
sull’aeroporto di Salerno, a cui dona fior di milioni ogni
anno a fronte di un numero in costante decrescita di
passeggeri. Quindi e
                   ̀ tornato per un giorno a fare il sindaco
di Salerno, il collegio dove ha candidato Pierino, annunciando
fior di opere infrastrutturali. Un comizio durante il quale ha
snocciolato nu- meri, promesse e strabilianti proclami che ha
evocato la celebre scena di Antonio La Trippa nella città di
Roccasecca». «E’ chiaro che il governatore – conclude
Ciarambino – sta provando a recuperare un po’ del terreno
perso nei giorni scorsi, occupato com’era a difendere
Robertino, l’altro erede, fresco indagato per corruzione, reso
celebre dalla sua interpretazione nella videoinchiesta di
Fanpage. Una storia che a Robertino e
                                    ̀ costata il posto da
assessore. Sistemato Piero, ora papà penserà anche a lui.
Un’occupazione gliela troverà. Nella peggiore delle ipotesi,
potrà approfittare del reddito di cittadinanza del prossimo
Governo 5 Stelle. E chissà che Roberto De Luca non sarà uno
dei tantissimi giovani che troveranno collocazione nel mercato
del lavoro grazie alle misure introdotte dal Movimento 5
Stelle». Accuse al vetriolo anche da parte del già senatore
Andrea De Simone che commenta le dichiarazioni di Vincenzo De
Luca sui fondi stanziati per le opere pubbliche a Salerno:
«Una ignobile propaganda con I fondi pubblici». «Nessuno,
nella storia repubblicana del Paese, è stato capace di tanto,
ne
 ̀ gli uomini dei governi Dc, ne ̀ Achille Lauro a Napoli. Le
comunicazioni di questa mattina sono utili solo per la satira
di Crozza. Ma c’è poco da ridere. La situazione della nostra
provincia richiederebbe ben altre scelte: serie, credibili e
non buffonate», ha detto ancora De Simone. «Da noi manca il
lavoro; i cantieri chiudono; si pagano i ticket per le
prestazioni sanitarie; la scuole non sono a norma; il
commercio e
          ̀ fermo ma soprattutto mancano le strutture sportive
e i giovani piùbraci ci lasciano. Potrei continuare l’elenco,
lunghissimo, dei problemi che si riscontrano nella nostra
regione». «Di fronte ad un quadro drammatico c’è il folklore,
c’e
  ̀ la ripetizione di palle sparate alla vigilia delle
elezioni per aiutare la famiglia, non Salerno. Si ripete la
propaganda che da oltre vent’anni si ripete con monologhi
senza interlocutori che possano smentire. E si tenta di
distrarre le persone dal senso di indignazione per i video di
fanpage degli affari loschi sull’emergenza rifiuti. Proprio
questa mattina alcuni organi di in- formazione hanno
comunicato il dato: solo l’ 1 % delle ecoballe sono state
rimosse. Tre giorni fa invece, era stato comunicato il dato
sull’utilizzo dei fondi europei: il 3% della spesa. C’e’ una
sola verità
           : la Campania era ultima e ultima è rimasta dopo
circa tre anni di governo di propaganda», ha detto infine
l’onorevole.

Eva Longo spara a zero sui 5
Stelle:              «Offesa
all’intelligenza       degli
elettori»
Adriano Rescigno

Eva Longo show. La vulcanica senatrice di Pellezzano giàprimo
cittadino del Comune della valle dell’Irno (dal 1990 al 1995 e
in seguito per altri due mandati consecutivi, dal 1999 al 2009
– ndr) e consigliere regionale da sempre vicino al centro
destra si racconta in una lunga intervista, dalla mancata
ricandidatura in Parlamento (sperava in una riconferma) fino
al Movimento 5 Stelle, definendo l’aspirante premier un
“giovanotto offensivo per l’intelligenza degli elettori”.
«Alla luce di quanto sta accadendo sarà una governo retto
dalle larghe intese ma la spina verrà staccata presto. A
Salerno bisogna azzerare il centro destra per poi ripartire».

Lei non si e
           ̀ presente tra le fila dei partecipanti all’agone
elettorale, si presume un ritorno allo scranno di primo
cittadino?

«Ve lo dico tra una settimana. Prima devo risolvere altre
faccende di ordine politico»
Come si manifesta il suo impegno elettorale ora?

«Il mio e
        ̀ un percorso compiuto in solitaria, ed e
                                                ̀ un percorso
di formatore e continuo la mia battaglia per questi sentieri,
ma non mi posso prodigare con chi continua a fare
chiacchiere».

Ci dica la verità
                 , qualcuno le ha fatto il filo per una sua
candidatura?

«Si, confermo. Ma non quelli di Salerno. A livello romano. Io
potevo tranquillamente candidarmi ma ho preferito di no.
Fermarsi un giro non fa male».

Di cosa necessita la provincia di Salerno?
«C’è n e c e s s i t à d i f o r z e p o l i t i c h e   giovani   che   con
autorevolezza possano portare avanti le istanze del
territorio, forze che attualmente il centro destra non ha.
Adesso non è il momento di andare a votare per un credo,
adesso bisogna votare la progettualità
                                      . Chi mi ha attaccato ha
votato sempre tutto. Chi e  ̀ fuggito da Salerno in nome di
presunte credenzialitànazionali e
                                 ̀ un codardo, non si puòfare
la politica attraverso i soliti lacche   ̀ . Perche
                                                  ́ non hanno
attaccato il figlio di Cesaro, lady Mastella. Attaccano quel
povero Piero De Luca che e ̀ un degno figlio del padre. Sono
solo impotenti e invidiosi, Piero ha un lavoro, fa politica da
sempre per quale motivo non dovrebbe essere candidabile?»

Come si affronta una campagna elettorale in un tempo così
breve in un collegio cosìgrande come quello di Salerno?

 ̀ difficile, non c’e
«E                  ̀ il tempo materiale per parlare a tutti
gli elettori. E non e ̀ vero che il leader tira. Ci saranno
grandi sorprese a Salerno, il centro sinistra può conquistare
tutti i collegi tranne uno, l’Agro».

Non parla peròdi Movimento 5 stelle.

«Io rispetto tutte le formazioni politiche legittimate dagli
elettori, ma non hanno progettualità
                                    , urlano solo, alla pancia
della gente. Hanno un giovanotto che vuol diventare presidente
del Consiglio offensivo per l’intelligenza degli elettori».

Scafati.    Viaggio    nella
politica scafatese: partiti,
movimenti, personaggi
Di Adriano Falanga

Le elezioni comunali sono lontane, con buona probabilità gli
scafatesi torneranno alle urne per scegliere la nuova
amministrazione nella primavera del 2019. Con l’insediamento
della commissione straordinaria a Palazzo Mayer la politica
eletta è stata sospesa, con tutte le gravi conseguenze
relative ad uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche.
Seppur la scena mediatica è occupata ancora dalle indagini
dell’inchiesta che ha comportato il commissariamento, partiti
e movimenti politici non stanno fermi. Anzi, stare lontano dai
riflettori può favorire (o almeno dovrebbe farlo) un dialogo
interno e la costruzione di nuovi progetti politici. Partiamo
dal Partito Democratico allora. Dopo le dimissioni di giugno
della segretaria Margherita Rinaldi, al circolo di via
Giovanni 23° si lavoro al prossimo congresso cittadino. La
partita è molto importante, perché chi prenderà le redini in
mano della sezione cittadina sarà chiamato a farlo fino alle
amministrative, passando per le politiche 2018. Compito non
facile, considerato l’alto tasso di “litigiosità” che alimenta
il partito negli ultimi anni. Oggi si paga ancora il dazio per
non aver presentato un proprio candidato alle elezioni
regionali del 2015. Un’occasione persa, che avrebbe potuto
“misurare” su scala provinciale e regionale la forza dem
scafatese. Hanno preferito dividersi e oggi, non è forse un
caso se il governatore Enzo De Luca non è mai stato a Scafati
sia prima che dopo la sua elezione. E Scafati ha bisogno di un
rapporto con la Regione come un diabetico con la sua insulina.
Passano da Palazzo Santa Lucia le risposte ai principali temi
che attanagliano la città dell’agro: ambiente, sanità, fiume
Sarno. Ma oltre un comunicato stampa sulla firma del nuovo
accordo di programma non si è visto e saputo nulla. Un accordo
che va a finanziare opere già completate o interrotte, tutte
progettate dall’amministrazione Aliberti. Il congresso
cittadino necessita quindi di un forte segnale di unità e
condivisione di intenti.

                              Arrivare    ad   un  congresso
                              unitario è fondamentale, come
                              fondamentale è trovare il giusto
                              segretario che riesca a far
                              sintesi interna e rendere
                              appetibile       il     partito
                              all’esterno.     Pare   che   la
                              convergenza stiano portando alla
scelta di Michele Grimaldi, ex leader dei Giovani Democratici.
Grimaldi, nonostante la giovane età, ha alle spalle una forte
esperienza di partito, ha capacità di aggregazione e dopo
l’esperienza da consigliere comunale ha assunto un carattere
più “moderato”, così da piacere anche all’area ex
democristiana del partito. Quanto ai possibili aspiranti alla
poltrona di primo cittadino, spicca su tutti Marco Cucurachi,
che neanche lo ha mai nascosto. A guardare alla poltrona che
fu di Aliberti c’è anche Michele Marano, noto imprenditore
scafatese e già sponsor dell’ex sindaco Francesco Bottoni.
Potrebbe inserirsi nella partita, in prospettiva primarie,
anche Gennaro Velardo, il cui nome è stato ad un passo
dall’essere candidato alle regionali scorse. Il già due volte
sindaco Nicola Pesce potrebbe avere anche il sostegno di
Art.1-Mdp mentre in quota rosa potrebbe spuntare Margherita
Rinaldi, che pure ha ben lavorato alla guida del partito, fino
ad essere eletta in Assemblea Nazionale. Tutte ipotesi che
avranno maggiori certezze soltanto dopo le elezioni politiche
in programma la prossima primavera.

CENTRODESTRA DIVISO
Il centrodestra attualmente a
                             Scafati non ha più un partito di
                             riferimento. E non è detto possa
                             essere    un  male,    visti   i
                             trascorsi. Si parte dalle
                             macerie dello scioglimento, con
                             due correnti contrapposte, l’una
facente capo a Pasquale Aliberti, l’altra che raccoglie tutto
il resto. Gli alibertiani per forza di cose non potranno
contare (salvo colpi di scena giudiziari) in una candidatura
diretta proveniente dalla famiglia Aliberti. Monica Paolino
terminerà il mandato regionale nel 2020, mentre tra le fila
dei fedelissimi, l’inchiesta Sarastra ha bruciato il nome di
Giancarlo Fele, unico capace di fare sintesi dopo Aliberti,
durante l’esperienza amministrativa. Restando dentro l’ex
maggioranza consiliare, Brigida Marra o Annalisa Pisacane
potrebbero segnare la continuità alibertiana. Ma sono solo
mere ipotesi, tutte legate agli sviluppi dell’inchiesta
giudiziaria. L’altra corrente di centrodestra potrebbe far
capo all’ex presidente del consiglio comunale Pasquale
Coppola, ma quest’ultimo al momento ha assunto un profilo
basso, non certo da leader politico. Coppola potrebbe
sintetizzare un paio di liste, assieme all’amico di sempre
Pasquale Vitiello, all’ex vicesindaco Giacinto Grandito, e
qualche ex alibertiano in crisi di identità. Una candidatura
più “partitica” potrebbe essere quella di Cristoforo Salvati,
che nel 2019 andrebbe a ritentare il grande salto. Al momento
però il medico scafatese deve prima trovare l’unità nel suo
schieramento. Con lui in Fratelli d’Italia anche Mario
Santocchio e Angelo Matrone. Il primo pare guardare ad una
coalizione di moderati, molto allargata e di stampo civico,
seppur avendo espresso gradimento per Pasquale Coppola. Angelo
Matrone è invece determinato a giocarsi la partita da
protagonista, almeno al primo turno. Poi ci sono gli “ex”. Su
tutti Luca Celiberti, che punta a guidare Forza Italia a
Scafati, sponsorizzando la candidatura di Filippo Accardi, già
assessore con Aliberti.
GLI ALTRI

                             Se il centrodestra, monco di
                             Pasquale Aliberti, è ancora alla
                             ricerca di un leader, la
                             sinistra può vantare di tutta
                             una   serie   di   realtà    ben
                             organizzate e piuttosto attive.
                             Articolo Uno-Mdp non è ancora
                             “sposato” con il Pd, e non è
detto possa diventarlo, visto il lavoro che il segretario
Mirko Secondulfo sta realizzando. Certo, molto dipende dagli
esiti delle elezioni politiche, ma l’ambizione è di esprimere
un proprio candidato, da mettere magari sulla bilancia delle
primarie. Un nome su tutti: Ignazio Tafuro. Nell’attivismo di
sinistra impossibile non citare Francesco Carotenuto. Alla
guida di Scafati Arancione (corrente vicina al sindaco di
Napoli Luigi De Magistris) Carotenuto potrebbe e meriterebbe
più spazio, in una forza politica di maggiore spessore.
Carotenuto dalla sua ha la capacità di saper aggregare
giovani, e formare una lista elettorale non di poco valore.
C’è poi il M5S, in città rappresentato da Scafati in
Movimento. I militanti sono stati vera spina nel fianco
dell’amministrazione sciolta, a differenza dei meet up del
comprensorio, da queste parti si è andati oltre i gazebo e
l’eco degli slogan romani. Ai grillini va riconosciuto il
merito di essere stati costantemente attivi, con o senza
amministrazione comunale. Però per le elezioni comunali
bisogna uscire dalla mentalità dell’attivismo e cominciare a
mettere le basi di un vero progetto programmatico, che
sintetizzi non solo giovani militanti, ma anche personalità
provenienti dall’esterno del Movimento. L’uno vale uno in fase
elettorale serve a poco, se non a creare divisioni. Il M5S
deve esprimere un leader, che possa essere espressione
sintetica e concreta dell’attività politica da anni portata
avanti dal meet up in città. E chissà che non esca da queste
fila un candidato rosa.
Scafati. “Sfido chiunque a
dimostrare di aver detto
menzogne”,   la   Sicignano
replica alle accuse
Di Adriano Falanga

. Non nasconde la sua rabbia Patrizia Sicignano,
dopo che parte della sua audizione presso la procura antimafia
è emersa dall’ordinanza del riesame che ha disposto il carcere
per Pasquale Aliberti. . Non
è stata la sola ad essere convocata lo scorso mese di luglio.
Con lei anche il fratello Raffaele e Daniela Ugliano, entrambi
ex assessori dell’ultima giunta Aliberti. Parla di gogna
mediatica Patrizia Sicignano, e non risparmia stoccate.
. Insomma, non intende
cercare scappatoie, ma anzi, rivendica il suo diritto di “dire
la verità”. Il suo nome compare nell’inchiesta Sarastra perché
citata dal pentito Alfonso Loreto. La Sicignano sarebbe stata
presente con Monica Paolino al comizio presso la famiglia
Ridosso, a quello precedente organizzato dal clan presso un
noto bar del centro, e ancora, sempre lei era al fianco della
moglie dell’ex sindaco nel 2015, nel corso dei tour elettorali
in giro per la provincia di Salerno. Agli inquirenti avrebbe
confermato la forte, se non decisionale influenza, dell’ex
sindaco nelle scelte politico istituzionali della moglie. Il
giorno dopo il riesame Patrizia Sicignano si è sentita al
centro di accuse, spesso non tanto velate, nei confronti suoi,
del fratello e della Ugliano.

                             . Non si
sente affatto una traditrice, ma una tradita la Sicignano.
Prima ancora del boom giudiziario aveva contribuito a dar vita
al gruppo consiliare “Identità Scafatese”, a cui faceva
riferimento il fratello assessore e composto, oltre che dalla
Ugliano, anche da Stefano Cirillo e Bruno Pagano (tutti
estranei alle indagini, ndr). . Non risparmia
parole pesanti la Sicignano:
azioni: molto più gratificante sentirsi vittima di rancori e
invidia. Molto più mediatico mantenere il ruolo della vittima:
ci pensano i suoi fedelissimi ad attaccare, ognuno col proprio
linguaggio>>.

RESTO PERO’ GARANTISTA. SMENTISCO VELLEITA’ SINDACALI

                          Entrando nel merito dell’inchiesta,
                          il cui processo partirà a breve,
                          Patrizia Sicignano ritiene che la
                          misura estrema del carcere sia
                          eccessiva per l’ex amico ed ex
                          sindaco Pasquale Aliberti. . Sulla scelta dell’ex
sindaco di rinunciare al ricorso in Cassazione, la Sicignano
sottolinea: . Alle prossime
politiche molto probabilmente sosterranno “Energie per
l’Italia”, progetto del deputato scafatese Guglielmo Vaccaro,
in uno con l’ex candidato sindaco di Milano Stefano Parisi.
Quanto alle amministrative del 2019, la Sicignano puntualizza:
discorso sia alquanto aleatorio, siamo ancora scossi dalle
vicende politico amministrative>>. Poi l’apertura: 

TOFALO (M5S) RINGRAZIA GLI      INVESTIGATORI   E   CHIEDE   LE
DIMISSIONI DELLA PAOLINO

                             . Angelo Tofalo, deputato
salernitano del M5S, sposta la sua attenzione nel “dietro le
quinte” dell’inchiesta Sarastra. . Dopo
la chiusura delle indagini e l’imminente avvio del processo,
Tofalo punta l’indice verso la consigliera regionale Monica
Paolino.
Scafati.          Escalation
criminalità:     lo     Stato
balbetta, la camorra parla…e
troppo. Lo sappia Minniti
Di Adriano Falanga

Stava approssimandosi l’alba di un nuovo giorno, a 24 ore di
distanza dall’ultimo raid camorristico, quando una pattuglia
dei carabinieri di Angri riscontrava l’ennesimo attentato. Via
Monte Grappa è in pieno centro città, a cento metri dal
Municipio, di spalle ad un noto istituto bancario. Saranno
decine le videocamere di sorveglianza che avranno ripreso
scene dell’attentato. Ma a Scafati servono a poco, non è
azzardato dire a nulla. Dal 2012, anno in cui cominciò
l’escalation delle bombe, non un solo mittente è stato
identificato. E mentre l’antimafia da due anni cerca di
arrestare l’ex sindaco Pasquale Aliberti (ancora non rinviato
neanche a giudizio) la camorra s.p.a si adopera
freneticamente. Ieri notte sul posto si è trovata una
pattuglia di Angri, e non è la prima volta che questo comando
interviene a Scafati. Questo mostra chiaramente la misura
delle difficoltà in cui si trova lo Stato a imporre la
legalità. La città è ferma alle parole di Salvatore Malfi,
Prefetto di Salerno, pronunciate lo scorso 14 agosto. La
commissione straordinaria prova a districarsi nei meandri
burocratici per racimolare qualche centinaio di migliaia di
euro per potenziare la videosorveglianza pubblica. E alla
Tenenza dei Carabinieri di via Oberdan manca da mesi il nuovo
Tenente. Può essere mai questa la risposta dello Stato?
Eppure, dopo il vertice sulla sicurezza del 14 agosto la città
si aspettava una risposta forte, decisa: posti di blocco,
perquisizioni, fermi, controlli, e invece nulla. Non un
arresto, non un indagato. E’ tutto facile a Scafati, come
rapinare, da soli e senza pistola, in pieno giorno, l’ufficio
postale centrale, situato sotto le finestre di Palazzo Mayer.
Facile come sparare ben 13 colpi di arma da fuoco contro la
serranda di un’attività commerciale e la sera dopo, piazzare
un ordigno incendiario ai danni di un’altra attività. Se c’è
qualcosa che contraddistingue la camorra scafatese è la
mancanza di paura. Da queste parti si muovono con una
sfacciata spavalderia, e i fatti lo dimostrano. Lo Stato
balbetta, ma la criminalità “parla” e pure troppo. Lo sapia il
ministro Minniti

DECRETO MINNITI APRE AL POTENZIAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA

Il decreto del ministro Marco Minniti, approvato il 14 agosto,
ha come obiettivo la razionalizzazione dei compiti e dei
presidi delle forza di polizia italiane. Il decreto ridisegna,
in maniera chiara e definita, anche i requisiti e le
condizioni territoriali affinché possano essere potenziati,
chiusi, aperti o trasferiti presidi di forze dell’ordine. Ed è
il caso di Scafati, dove sul territorio sussiste ancora solo
una Tenenza dei carabinieri che funziona però come un presidio
territoriale, quanto a organizzazione e soprattutto risultati
prodotti. E’ chiaro che bisogna potenziare e rinnovare
l’organico della struttura. La nuova geografia criminale
richiede una rivisitazione delle strategie di prevenzione e
contrasto di cui la dislocazione e il numero dei presidi delle
Forze di polizia rappresentano indubbiamente un aspetto
significativo. Secondo i dettami del decreto Minniti, potrebbe
anche presentarsi la necessità di trasferire il presidio di
Pubblica Sicurezza da Sarno a Scafati, mentre la Tenenza dei
carabinieri potrebbe essere elevata a Comando Compagnia. Non
sempre è questione di quantità di uomini, ma delle loro
distribuzione territoriale. Minniti è stato chiaro. Ai
prefetti la decisione.

GLI ONOREVOLI CHIEDONO AIUTO A MINNITI

                          . Così Angelo
Tofalo (in foto), deputato del M5S, che promette: . Il salernitano grillino raccoglie le segnalazioni
del meet up locale e non lesina critiche anche all’operato
della commissione straordinaria: . Articolo Uno-Mdp, a Scafati rappresentato da
Mirko Secondulfo e Ignazio Tafuro, fa leva sul deputato
Michele Ragosta, che raccoglie l’invito:
garantire sicurezza e rispetto della legalità>>. 

Scafati. Dalla Regione il via
libera    definitivo     alla
Helios,   tra   obblighi    e
prescrizioni
Di Adriano Falanga

Seppur tra una lunga lista di prescrizioni, la Helios vede la
parola fine alla lunga Conferenza dei Sevizi chiesta dalla
Regione Campania lo scorso anno a seguito dell’ultima
richiesta di ampliamento attività non sostanziale. Una
richiesta necessaria per apportare le modifiche agli impianti
dopo la diffida del Comune di Scafati circa la formazione di
odori, ai rilievi del Dipartimento ARPAC di Salerno a seguito
di sopralluogo del 20/07/2016 e in ottemperanza delle
prescrizioni impartite il 30/11/2015 dal Corpo Forestale dello
Stato – Stazione di Sarno. L’azienda di via Ferraris che
stocca e lavora i rifiuti, vede chiudersi anche la fase
commissariale imposta dalla Procura di Nocera Inferiore ad
ottobre 2017, dopo il sequestro “in attività” e la nomina di
un pool di tecnici ad affiancare l’amministratore delegato
Francesco D’Auria, finito sul registro degli indagati. La
Helios avrebbe regolarizzato la sua posizione e concretizzato
le dovute misure per evitare il pesante impatto ambientale con
l’ambiente che la ospita. La Conferenza di Servizi si è tenuta
nelle sedute del 20/10/2016, 19/12/2016, 02/02/2017,
16/03/2017 e 19/05/2017. L’autorizzazione viene concessa
nonostante il parere negativo del Comune di Scafati (rispetto
alla regolarità edilizia limitatamente alle opere indicate
nelle ordinanze comunali emesse). Via libera invece dall’Ente
d’Ambito Sarnese Vesuviano e dall’Arpac. Assenti gli altri
enti convocati, tra cui l’Asl, che non hanno fatto pervenire
nessuna nota in merito. L’azienda dovrà sottostare a precise
prescrizioni, tra cui il rispetto del Piano di Monitoraggio e
Controllo sostanze chimiche in atmosfera, effettuare entro
trenta giorni dall’ultimazione dei lavori un’indagine
fonometrica lungo il perimetro aziendale finalizzato a
verificare il rispetto dei valori limite previsti dalle norme
di settore, nonché un autocontrollo delle emissioni in
atmosfera odorigene. Niente turni notturni, l’attività
lavorativa dovrà essere svolta esclusivamente in orario diurno
dalle ore 6 alle ore 22; in occasione di ponti festivi che non
consentono il regolare conferimento verso impianti esterni,
quanto al rifiuto umido biodegradabile, potrà applicare la
procedura emergenziale di stoccaggio, da attuare mediante
l’utilizzo di sei cassoni metallici scarrabili a tenuta, da
ubicare nell’area in depressione dedicata.

                             Quanto all’attività edilizia
                             spetterà al Comune controllare
                             (attualmente azienda ed Ente
                             pubblico sono finiti davanti al
                             Tar). Per quanto riguarda il
trattamento delle acque nere e grigie provenienti dei servizi
igienici, la Helios previa depurazione, verserà tutto nel
collettore fognario posto sulla strada prospiciente
l’impianto. Le acque pluviali incidenti sulle coperture dei
corpi di fabbrica, raccolte mediante idonee condotte pluviali
e pozzetti di raccolta saranno scaricate nella fognatura
passante per via F. Ferraris. Le acque pluviali, incidenti sui
manufatti presenti all’interno dei capannoni e tettoie,
finiranno nel canale Fosso del Mulino, e da qui nel fiume
Sarno. Le acque interne ai capannoni confluiranno in griglie
di raccolta del tipo a nastro, da qui giungeranno in un
pozzetto di raccolta e derivazione posto sul piazzale e dove
seguiranno, poi, il percorso delle acque di dilavamento del
piazzale verso l’impianto di depurazione; Le acque di
dilavamento piazzali, raccolte da adeguate griglie disposte
sull’intera superficie dell’impianto, fino ad essere
canalizzate al pozzetto temporizzatore e da qui all’impianto
di depurazione prima dell’immissione in fogna. Vietato
qualsiasi altro tipo di scarico liquido non autorizzato.
L’azienda avrà obbligo di effettuare l’autocontrollo sullo
scarico procedendo ad analisi qualitative sulle acque reflue
rilasciate e sull’emissione in atmosfera di sostanze chimiche,
con cadenza periodica, tramite compilazione di apposito
registro.

DAL 2011 GUERRA SENZA TREGUA

                               Era il 21 ottobre 2011 quando
                              l’Igiene Urbana fu autorizzata
                              dalla Regione Campania, previo
                              silenzio assenso del Comune di
                              Scafati,         all’esercizio
                              dell’impianto di stoccaggio e
                              trattamento rifiuti pericolosi e
                              non, ubicato in un opificio che
prima ospitava un’industria conserviera, in piena area Pip. E
questo, nonostante i piani attuativi degli insediamenti
industriali prevedessero il divieto per lo svolgimento di
attività insalubre. Il 31 luglio del 2013 l’autorizzazione è
stata volturata alla Helios srl, di fatto collegata all’Igiene
Urbana che ha lavorato con l’Acse, occupandosi del ritiro del
rifiuto organico, fino all’anno scorso. Nel corso degli anni,
più volte l’azienda ha fatto richiesta di ampliamento,
sostanziale e non sostanziale, della propria attività.
L’ultima autorizzazione è stata concessa il 23 dicembre 2015,
relativa ad un aumento della volumetria di alcuni tipi di
rifiuto, tra cui una maggiorazione del 10% degli scarti
alimentari di mense e cucine. Ed ogni volta la Regione ha
informato il Comune di Scafati, che puntualmente non ha
opposto resistenza o presentato deduzioni. In questi anni sono
molteplici gli esposti sottoscritti dai residenti contro la
puzza e i rumori molesti provenienti dall’opificio. Prima
dello scioglimento il consiglio comunale aveva costituito una
commissione d’inchiesta per verificare la regolarità dell’iter
procedurale e le autorizzazioni in possesso della Helios. Sul
tema anche uno scontro politico tra maggioranza e opposizione,
quest’ultima accusava l’amministrazione uscente di aver
taciuto e permesso sia l’insediamento che i successivi
ampliamenti dell’azienda. Ad ottobre 2016 il sequestro e il
commissariamento, poi la conferenza dei servizi, ed infine il
via libera definitivo alle attività, con decreto dirigenziale
della Regione Campania n. 36 del 6 luglio 2017.

M5S: ORAMAI PROBLEMA POLITICO

                              . Da
                              Scafati in Movimento la promessa
                              di investire nuovamente il
                              gruppo di consiglieri regionali
                              del M5S per affrontare la
                              questione ambientale di via
Ferraris.
nuovo decreto autorizzativo>>. Il gruppo consiliare uscente
dei democrat è stato molto attivo sulla vicenda, contribuendo
in maniera determinante alla revoca dei permessi comunali.
Ecco perché i grillini sollecitano il partito . L’area Pip, eterna croce degli scafatesi. . Gli attivisti accusano il Comune di
Scafati di aver fatto una blanda opposizione in sede di
conferenza dei servizi: .
Insistono sulle norme di attuazione: . Infine, l’appello alla commissione
straordinaria
Puoi anche leggere