UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
UN CONTRI
        BUTO PER L'
                  EXPO
         2015

       Eugenio Repetto
UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
GENNAIO 2010

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015
                                        Eugenio Repetto

INTRODUZIONE

1 - L'ESPERIENZA DELL'EXPO DI SARAGOZZA
2 - EXPO 2015: IL CONCEPT DEL MASTERPLAN
3 - LE SERRE DELL'EDEN PARK
4 - DA LASCITO EXPO A PARCO TEMATICO
4.1 Il lascito secondo il dossier BIE
4.2 Il lascito secondo il concept del Masterplan
5 - IL PARCO TEMATICO
5.1 Gruppo multidisciplinare per studio di fattibilità
6 - UN'IPOTESI DI ASSETTO DELL'AREA ESPOSITIVA
7 - EXPO/DOPO-EXPO ED IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA

                                            Etica
                                           Ecologia
                                          Tecnologia

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
INTRODUZIONE

L'esperienza dell'EXPO di Saragozza come di altre esposizioni internazionali ed universali
insegna che, se non viene correttamente pianificato il dopo EXPO, i padiglioni destinati a
rimanere rischiano di trasformarsi in strutture prive di qualsiasi utilità pratica.
Dall'esame del concept del Masterplan relativo all'EXPO 2015 di Milano, ad opera della
Consulta Architettonica coordinata dall'architetto Stefano Boeri, sembra si sia fatta strada
la tentazione, per evitare questo rischio, di progettare una EXPO "leggera" con padiglioni
destinati ad essere smontati dopo l'evento.
Rimarrebbero solo 5 grandi serre bioclimatiche, riproducenti i principali climi del nostro pia-
neta, distribuite sull'intera area espositiva.
In realtà, se correttamente impostato, il dopo EXPO può essere trasformato in una grande
opportunità.
È la tesi sostenuta dallo scrivente [1, 2] e che si articola nella proposta di trasformare il lasci-
to di una EXPO "meno leggera" in un innovativo Parco ludico-educativo le cui tematiche
ampliano e spettacolarizzano quelle presentate durante l'EXPO incentrate sulla alimenta-
zione e lo sviluppo sostenibile.
Il Parco da progettare, contestualmente all'EXPO, per essere modello avanzato di bioar-
chitettura, per essere alimentato da energie rinnovabili e gestito con l'intento di ridurre il
suo impatto ambientale a valori prossimi a zero, rappresenterebbe un'evoluzione dei più
celebrati parchi ludico-educativi europei.
Fortemente integrato con il territorio metropolitano può svolgere il ruolo di motore econo-
mico-turistico-culturale-tecnologico. La prospettiva di avere nel territorio metropolitano un
Parco tematico in grado di attrarre 2 milioni di presenze all'anno può produrre l'effetto di
mobilitare, in una strategia di lungo periodo, altri progetti già ampiamente pubblicizzati [3, 4]
volti a far conoscere e valorizzare l'agricoltura di prossimità, le cascine storiche del Parco
Agricolo Sud Milano, l'agriturismo, etc.
La proposta avanzata di trasformare il lascito EXPO in un Parco tematico richiederebbe un
ulteriore approfondimento attraverso uno studio di fattibilità.
Per questo è stato costituito dallo scrivente un Gruppo di lavoro multidisciplinare di cui fan-
no parte rappresentanti di Istituzioni nazionali ed internazionali, liberi professionisti, docen-
ti universitari.
Questo Gruppo di lavoro nello sviluppare lo studio di fattibilità, quando finanziato, è in gra-
do di rapportarsi in modo sinergico con la Consulta Architettonica, con l'Ufficio di Piano per
far procedere, in parallelo, la progettazione dell'EXPO e quella del Parco.

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1. L'ESPERIENZA DELL'EXPO DI SARAGOZZA

L'esposizione internazionale dedicata al tema "acqua e sviluppo sostenibile" organizzata a
Saragozza si è svolta nel 2008, nel periodo 14 giugno - 14 settembre.
La realizzazione dell'EXPO è stata completata in 30 mesi con investimenti per un ammon-
tare pari a 530 mil. €; altri 370 mil. € saranno necessari per la riconversione post-EXPO.
Le visite, nei 3 mesi di esposizione, sono state pari a 5,6 milioni, 28% in meno rispetto alle
attese e con una scarsa presenza straniera (4,5 %) [2, 5].
Spenti i riflettori sull'EXPO la domanda che è venuta spontanea alla opinione pubblica
spagnola ed anche allo scrivente, avendo visitato l'area espositiva durante l'EXPO e 9
mesi dopo la sua chiusura [6], è se, nella progettazione dell'evento, sia stato affrontato, con
la dovuta attenzione, il problema del corretto utilizzo, dopo l'EXPO, delle principali strutture
ossia:
- i Padiglioni dei Paesi partecipanti
- le Piazze tematiche
- i Padiglioni tematici
Emergerebbe il quadro seguente:

 - Padiglione dei Paesi parteci-
   panti: gli otto padiglioni verran-
   no convertiti in un Centro eco-
   nomico-finanziario      concepito
   per accogliere fino a 150 impre-
   se, a fronte di investimenti per
   la ristrutturazione stimati in 150
   mil. €. Finora scarse sono state
   le adesioni anche a causa del-
   l'attuale crisi economica.
 - Piazze tematiche: si tratta di sei
   piazze che hanno ospitato mo-
   stre e spettacoli con padiglioni
   dove sono state affrontate te-
   matiche collegate al tema del-
   l'EXPO. Dopo la demolizione
   delle strutture l'area verrà con-
   vertita in un parco pubblico.
 - Padiglioni tematici: rappresen-
  tano la parte nobile e spettaco-
  lare dell'EXPO, progettati da fa-
  mosi architetti. Si tratta di quat-
  tro padiglioni, destinati a rima-
  nere dopo l'evento: la Torre del-
  l'acqua (Fig. 1), il Padiglione-
  ponte (Fig. 2), l'Acquario fluvia-
  le, (Fig. 3), il Padiglione della
  Spagna (Fig. 4).                                              Fig. 1

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Fig. 2

Fig. 3

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
Fig. 4

Su questi padiglioni, la cui realizzazione ha richiesto un rilevante impegno finanziario, si
concentrerebbero le maggiori criticità collegate al dopo EXPO, quali:
- eccessiva attenzione agli aspetti architettonici su quelli legati ai contenuti;
- incerta ridefinizione d'uso di tre dei quattro padiglioni permanenti, destinati verosimilmen -
  te ad impieghi museali e a studi su cambiamenti climatici. Il quarto, l'Acquario fluviale
  stenta a decollare non potendo più contare sul battage per l'EXPO;
- tempi di riconversione dei tre padiglioni (2-3 anni) non diversi da quelli impiegati per la
  loro costruzione, a fronte di investimenti importanti necessari a ristrutturazioni e rifaci-
  mento degli interni;
- dispersione di esperienze e competenze accumulate dal personale EXPO prima e duran-
  te l'evento;
- distruzione di exhibit, materiale espositivo, etc. la cui funzione culturale è venuta a man-
  care con la chiusura dell'EXPO.
Per evitare le criticità legate al dopo EXPO, comuni anche ad altre esposizioni internazio -
nali o universali, la soluzione non è necessariamente quella di chiedere agli architetti di
fare un passo indietro con un gesto di umiltà, rinunciando così al loro ruolo tradizionale di
tracciare nuovi percorsi estetici e tecnologici.
I padiglioni destinati a rimanere (padiglioni permanenti) andrebbero concepiti pen-
sando all'EXPO e al dopo EXPO come un unico momento progettuale e rivolgendo
un'uguale attenzione all'involucro architettonico ed ai suoi contenuti (con il contri-
buto di esperti nelle diverse discipline) per far sì che contenitore e contenuto siano
fra loro in un rapporto armonico e sinergico.

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2. EXPO 2015: IL CONCEPT DEL MASTERPLAN

L'8 settembre 2009 è stato presentato ufficialmente, da parte della Consulta Architettonica
composta dagli architetti: Stefano Boeri, Jacques Herzog, Ricky Burdett, Joan Busquets,
William Mc Donough, la definizione concettuale (concept) del Masterplan del sito destinato
ad ospitare l'EXPO 2015. Per avere il Masterplan definitivo e vincolante nei confronti del
BIE bisognerà attendere l'aprile 2010.
L'idea base che ha orientato la definizione del concept è stata quella di evitare la costru -
zione di architetture monumentali, come la Torre alta 200 m prevista originariamente, che
per esperienze pregresse di altri EXPO rischiano di rimanere inutilizzate dopo l'evento.
"L'EXPO immaginata sarà un grande Parco Botanico planetario aperto ai cittadini di Mila-
no e del Mondo. Il luogo inedito di un nuovo incontro tra agricoltura e città che nutrirà Mila -
no sia nel senso letterale che in quello spirituale ed intellettuale.
Un Grande Parco agroalimentare strutturato su una griglia di tracciati ortogonali, circonda-
to da canali d'acqua e punteggiato da grandi architetture paesaggistiche" [7] Figg. 5, 6 e 7.
Nel progettare il giardino planetario gli architetti si sono basati sui principi insediatici della
città romana e dei suoi due assi generatori: il cardo e il decumano, modello che si articola
in due tracciati perpendicolari con un Foro al centro.

                                             Fig. 5

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
Fig. 6

Fig 7

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UN CONTRIBUTO PER L'EXPO 2015 - Eugenio Repetto - Parco Tematico e Parco ...
"Un primo asse di 1 chilometro e 400 metri, disposto in linea con il tracciato storico del
Sempione, ospiterà un grande Boulevard pedonale e ciclabile dove si muoveranno i visita-
tori" mentre "un secondo asse perpendicolare, che riprende le geometrie di tracciati agri -
coli che circondano Milano, sarà invece il riferimento per la suddivisione dei lotti destinati
ai Padiglioni Nazionali, che si affacceranno sull'asse centrale e avranno tutti a disposizione
una stessa campitura di terreno" [7] (100 × 20 m, per un totale di 140).
"I due assi genereranno una griglia chiara e aperta di spazi; di questi, una parte sarà pro -
gettata dagli organizzatori, mentre l'altra sarà direttamente realizzata - in futuro - dai Paesi
invitati". [7]
"La griglia di spazi dell'EXPO funzionerà come una semplice infrastruttura per valorizzare
un confronto serio e serrato tra idee, progetti e prodotti che affronteranno il grande tema
dell'alimentazione". [7]
"I lotti destinati ai Padiglioni ospiteranno infatti le coltivazioni esemplari della propria sovra-
nità alimentare e quelle che ogni Paese sviluppa per affrontare le problematiche dell'ali-
mentazione: campi agricoli sperimentali, orti, giardini, serre, padiglioni di trasformazione
del cibo, dove i visitatori potranno assistere dal vivo (fino a nutrirsene) all'intero ciclo vitale
dei prodotti alimentari". [7]
"I diversi Padiglioni nazionali saranno raggruppati in relazione alla loro condizione geocli-
matica. A questo scopo, lungo il perimetro del sito, grandi serre bioclimatiche, destinate
a ricostruire i principali biomi planetari (la foresta tropicale, la tundra, il paesaggio me-
diterraneo, i climi estremi dei Poli, il deserto ...) saranno punto di partenza per i lotti
coltivati dai diversi Paesi, costituendo inoltre una straordinaria attrattiva per i visitatori
che nel 2015, a Milano, vorranno conoscere e percepire con il proprio corpo i paesaggi cli-
matici e naturali del pianeta insieme con le loro biodiversità vegetali e faunistiche". [7]
"Agli estremi del percorso centrale saranno realizzate una grande Arena teatrale e una va-
sta Collina verde costruita con gli scavi del quartiere.
I grandi Padiglioni tematici che affronteranno le questioni aperte e le nuove sfide dell'ali-
mentazione planetaria (la denutrizione, la genetica, l'agricoltura di prossimità, lo spreco del
cibo dei paesi ricchi, la coltivazione biologica...) interromperanno come contrappunti locali
la griglia dei Padiglioni Nazionali.
L'intero perimetro dell'area dell'EXPO sarà circondato da una serie di percorsi navigabili
che grazie ad un sistema di fitodepurazione raccoglierà e pulirà le acque dei canali pre-
senti nel sito". [7]
In definitiva, si è "voluto dare più spazio ad una architettura complessiva del paesaggio
piuttosto che alle singole opere architettoniche". [7]
Riguardo il lascito dell'EXPO si afferma che "l'EXPO lascerà in eredità alla città, come re-
galo, un territorio che celebrerà nel tempo il messaggio fondamentale di nutrire il pianeta
fornendo energia per la vita". [7]
Come ha sottolineato il Sindaco Moratti, si sta concependo un'EXPO assolutamente inno-
vativa "nella quale il sito stesso simboleggia il contenuto dell'EXPO quindi il tema dell'EX-
PO che è di alimentare il pianeta viene realizzato attraverso il sito. Sito che diventa tema
dell'EXPO e quindi contenuto e contenitore si identificano ...". [8]
Ed ancora "è una modalità innovativa anche la leggerezza con la quale abbiamo deciso di
realizzare questo sito..., con questa modalità facciamo in modo che ci sia una grandissima
flessibilità per lasciare alla città di Milano quanto potremo lasciare in termini di Orto Botani -
co Planetario... e nel poter progettare quello che faremo dopo l'EXPO". [8]
Non sono mancati i commenti da parte della stampa, come ad es. "resta nebuloso il tema
della destinazione post evento delle aree espositive (l'Orto Botanico dovrebbe restare in
eredità alla città ma c'è chi pensa a sviluppi immobiliari)". [8]
D'altra parte lo stesso A.D. della Società EXPO 2015 ha sottolineato che "il concept Ma-
steplan non è il progetto del sito, ma una idea guida, una visione e che la scelta è stata
proprio nella non scelta". [8]

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3. LE SERRE DELL'EDEN PARK

Nel concept è prevista la realizzazione di grandi serre bioclimatiche destinate a ricostruire i
principali biomi planetari.
Interessanti spunti progettuali possono venire offerti dalle serre dell'Eden Park, parco natu-
ralistico di nuova generazione ad apertura annuale che sorge in Cornovaglia, in prossimità
di St. Austeel. [9, 10]
Inaugurato nel 2001, l'anno dopo raggiungeva già 1,8 milioni di visitatori/anno, valore ulte-
riormente incrementato negli anni seguenti.
L'area del parco di 14 ettari, ospita due spettacolari serre, la prima di 15 500 m2 ospitante
vegetazione tipica di climi umidi tropicali, la seconda di 6 500 m2, dedicata alla vegetazio-
ne di climi moderati e mediterranei.
Ogni serra è composta da un raggruppamento (cluster) di 4 cupole geodetiche di diametro
diverso. In Fig. 8a è visibile, al centro della foto, il cluster più grande dedicato ad ecosiste-
mi tropicali e sulla destra lo scorcio del cluster più piccolo dedicato ad ecosistemi mediter-
ranei (vedi anche Fig. 8b).

               Fig. 8a

                                                                       Fig. 8b

                                               11
I due cluster sono uniti da un corpo allungato ospitante ristoranti e servizi, i cui interni sono
osservabili in Fig. 9, ricoperto da un manto erboso per esigenze paesaggistiche.

                                                                   Le cupole di ogni cluster
                                                                   sono fra loro interconnesse
                                                                   con linee di contatto curve
                                                                   dando così origine ad un
                                                                   unico ambiente interno sen-
                                                                   za altri sostegni; realizzate
                                                                   in acciaio sono formate dal-
                                                                   l'unione di facce esagonali
                                                                   con saltuari inserimenti di
                                                                   facce pentagonali per con-
                                                                   ferire alla serra la forma de-
                                                                   siderata.

                                                                 Fig. 9

Ogni faccia poligonale è chiusa ermeticamente da un doppio telo di etiltetrafluoroetilene
(ETFE), gonfiato con aria secca perché si venga a formare una sacca in pressione di for -
ma lenticolare dello spessore massimo di 2 m il cui potere isolante è superiore a quello del
doppio vetro e di peso nettamente inferiore.
La forma sferica delle cupole, scelta per ridurre
le perdite termiche e le facce poligonali a cusci-
no d'aria sono particolari che testimoniano lo
sforzo di garantire temperature fino a 35° C con
il minimo apporto di energia dall'esterno.
Il cluster più grande, lungo 200 m, alto 57 e lar-
go 100, modello per l'EXPO ma difficile da su-
perare, ospita più di 2000 specie di piante tropi-
cali tipiche delle Isole Oceaniche, Malaysia,
Africa Occidentale e Sud America Tropicale.
I vari biomi, con temperature che variano da
18° C a 35 °C, sono osservabili seguendo un
percorso che si snoda attraverso la serra deli-
mitato da ringhiere in bambù funzionanti anche
da barriere anti intrusione per i visitatori (Fig.
10).
Si hanno così biomi che ospitano piante tropi-
cali tipiche delle foreste pluviali e biomi che
ospitano piante selezionate dall'uomo per la
coltivazione di una serie di prodotti (cola, gom-
ma, cacao, palma, riso, caffè, ananas, zucche-
ro, banane, frutti tropicali, etc.) e piante da cui
estrarre colori naturali, piante ornamentali, etc.
(Fig. 11).
                                            Fig. 10

                                               12
01 introduzione ai Tropici umidi
                                                                                 02 Isole oceaniche
                                                                                 03 Malesia
                                                                                 04 Africa occidentale
                                                                                 05 America del Sud Tropicale
                                                                                 06 coltivazione e raccolto
                                                                                 07 cola
                                                                                 08 chewing-gum
               06        07                                                      09 caucciù
                                   08
                                                                                 10 alberi da legname
     05                                      09                                  11 cacao e cioccolato
                                                       13                        12 palme
                              10
                                             11        12                        13 riso
                                                                                 14 caffè
                                                                       15        15 ananas
                                                                  14             16 zucchero
                                              20                            16
                    02                                  19                       17 banana
                                        21
                                                                        17       18 frutti tropicali
04        03                                      22              18             19 bambù
                                                            23                   20 vegetali tropicali
                                                                                 21 tinture tropicali
                                                                                 22 spezie
                                                                                 23 fiori ornamentali
                                                             01

                                                                                 Fig. 11

                                        13
4. DA LASCITO EXPO A PARCO TEMATICO

Più che chiedersi come sarà l'EXPO di Milano nel 2015 "la domanda giusta è un'altra. Ov-
vero cosa rimarrà dopo quei sei mesi? ... Ragionare sul destino di quest'area immensa tra
i comuni di Rho e Pero, a Nord Ovest della metropoli è doveroso quanto lavorare sulla
buona riuscita dell'evento. Il problema del "dopo" è cruciale e impone la previsione del riu -
tilizzo o della dismissione programmata di molte strutture espositive una volta terminato
l'EXPO". [11]
Questa è una delle tante esternazioni che riflettono l'attenzione dell'opinione pubblica su
questo tema e il timore che si possano ripetere le esperienze negative di passate edizioni
dell'EXPO come quella di Saragozza.
Dall'esame del concept sembra si sia fatta strada l'idea che per eliminare il problema del
dopo EXPO si debba rinunciare a realizzare opere architettoniche di pregio e di avanguar-
dia nel timore che ad EXPO conclusa siano prive di qualsiasi reale utilità. Questo orienta -
mento troverebbe un'ulteriore motivazione nell'attuale crisi economica che potrebbe aver
indotto a pensare ad un'EXPO "più leggera" ma anche, aggiungo, in una mancanza di pro-
gettualità sul "dopo".
Il concept del Masterplan è piuttosto criptico sul dopo EXPO ma da dichiarazioni autorevoli
si evincerebbe che le serre bioclimatiche dovrebbero restare in eredità alla città. Per il re -
sto: vie d'acqua, laghetti; campi agricoli, orti, giardini; Arena teatrale nulla è stato deciso in
attesa che venga definito il PGT (Piano di Governo del Territorio) e decisi gli assetti pro-
prietari delle aree espositive.
Più esplicito il dossier BIE riguardo il lascito EXPO dove vengono illustrate le tematiche
che verranno sviluppate in padiglioni permanenti (eredità dell'EXPO) e vengono fornite in-
dicazioni di massima sulla destinazione finale di questi padiglioni, ad EXPO conclusa.
Si vogliono ora analizzare questi lasciti, secondo il dossier BIE e secondo il concept del
Masterplan ai fini della nascita di un Parco tematico.
L'EXPO attraverso il suo lascito rappresenta infatti l'occasione irripetibile per dotare Milano
e l'Italia intera di un Parco ludico educativo al quale potrebbero essere assegnate le se -
guenti funzioni:
- presentare tematiche che rappresentano l'estensione e/o l'approfondimento senza stra-
  volgimenti, di quelle dell'EXPO prevalentemente incentrate sull'alimentazione, sullo svi-
  luppo sostenibile;
- essere in simbiosi con il territorio verso il quale esercitare il ruolo di motore di sviluppo
  economico-turistico-culturale- tecnologico permanente.
La proposta riguarda un Parco nel quale il visitatore percorre un viaggio ideale che, dal
Centro della Terra lo porta, dopo aver attraversato i più rappresentativi biomi del pianeta,
nell'Universo, da qui il nome "Dal Centro della Terra all'Universo" che viene proposto per
questo Parco descritto analiticamente in uno studio dedicato [9].
Per le sue caratteristiche fortemente innovative è in grado di porsi come benchmark nei
confronti dei più celebrati parchi ludico-educativi europei come: Eden Park (Inghilterra);
Citè de l'Espace, Vulcania, Futuroscope (Francia); Museo delle Scienze "Principe Felipe"
(Spagna), etc., con un numero di visitatori attesi dell'ordine di 2 mil./anno.

4.1 Il lascito secondo il dossier BIE
Nel dossier BIE [12] al par. 5.2 (pagg. 141-148) vengono illustrate in modo sintetico le tema-
tiche che verranno sviluppate nei padiglioni permanenti. Nei parr. 9.11 e 21.2 vengono for -
nite alcune indicazioni sulla destinazione finale di questi padiglioni per il dopo EXPO.
Si tratta di padiglioni che, per i loro contenuti e le funzioni da assolvere non rientrerebbero
nella categoria di "architetture monumentali" giustamente da bandire da esposizioni inter-
nazionali e universali.

                                               14
Dall'esame di questa documentazione ho selezionato alcune tematiche che, per successi-
ve estensioni o approfondimenti di contenuti, potrebbero dar vita al Parco tematico.
Mi riferisco in particolare a:
 Scienze della Terra: evoluzione della Terra, natura del suolo in relazione alle specie ve-
  getali che vi abitano e che nutrono sia gli uomini che gli animali (cap. 9, pag. 337).
 Salvaguardia della biodiversità: con particolare riferimento alle specie vegetali a rischio
  di estinzione, utili all'umanità per impieghi nei settori: alimentare, farmacologico, cosme-
  tico, omeopatico. È previsto (par. 9.11, pag. 337) di conservare i semi di queste specie
  in una banca dei semi. Nei documenti [1, 2] ho proposto, per la spettacolarizzazione di
  questo tema di dotare l'EXPO di serre bioclimatiche innovative dove ricostruire i princi-
  pali biomi del pianeta e dove coltivare queste specie, da mostrare al pubblico [9]. Questa
  proposta ha anticipato le indicazioni strategiche del concept del Masterplan.
 Alimentazione e ricerca spaziale(*): osservazione satellitare della Terra, finalizzata ad es.
  a: controllo e gestione dell'agricoltura, climatologia, monitoraggio e controllo della quali -
  tà delle acque, mappatura di foreste, aree agricole, desertiche [13, 14, 15], etc.
  Per una presentazione efficace di questa tematica andrebbe prevista una sala multime-
  diale con planetario digitale di nuova generazione.
 Educazione dei giovani: all'interno di un padiglione dove, con giochi interattivi, i giovani
  si possano cimentare ad immaginare e progettare un pianeta migliore, più rispettoso
  dell'ambiente (dossier BIE: cap. 9, pag. 328).
 Impatto ambientale e sviluppo sostenibile: in questo senso EXPO 2015 dovrebbe rap-
  presentare un modello da imitare con riferimento a: progettazione ecosostenibile delle
  strutture architettoniche, scelta dei materiali da costruzione, impiego di energie rinnova-
  bili, trattamenti delle acque, salvaguardia della biodiversità, etc.
Queste tematiche andrebbero coniugate con iniziative, da svolgere nell'area EXPO desti-
nata a Parco, volte a far conoscere il patrimonio agricolo, naturalistico, culturale, tecnologi -
co del territorio, comprendente i Comuni lungo l'Asse Statale 33 del Sempione, facenti par-
te del Rhodense e dell'Alto milanese, e del territorio occupato dal Parco Agricolo Sud Mila -
no.
Cito in particolare:
 Ristorazione a km zero: utilizzando alimenti freschi e sani provenienti da: cascine,
aziende agricole, allevamenti del circondario.
 Valorizzazione e commercializzazione di prodotti agricoli, enogastronomici provenienti
da questi territori potenzialmente di grado di "diventare modello esemplare per la gestione
dello sviluppo rurale dell'Occidente" [16].
 Creazione di un' "Area rinaturalizzata" (nell'area destinata a parco pubblico [12]) nella
quale ricreare un habitat simile a quello rintracciabile localmente ed idoneo ad ospitare
specie vegetali ed animali tipiche di ambienti terrestri e di ambienti acquatici-umidi
                                         =====o=====

Il dossier BIE, analogamente al concept fa menzione della presenza nell'area EXPO di: vie
d'acqua, laghetti, piscine, fontane, stagni la cui funzione sembra essere essenzialmente
ludica ed educativa apparentemente senza un tema che li unisca. Potrebbero invece dar
vita, nel dopo EXPO, ad un Parco acquatico contiguo ma separato dal Parco Tematico [9].
____________
(*)
  Dall'esame del dossier BIE ho tratto la convinzione che il monitoraggio dello stato di salute del nostro pia -
neta, dei suoi cambiamenti climatici con effetti indotti anche sui nuovi stili di vita e sull'alimentazione non
possa prescindere dall'apporto dell'osservazione satellitare.

                                                      15
4.2 Il lascito secondo il Concept del Masterplan
A differenza del dossier BIE è più problematica l'individuazione, dall'esame del concept,
del lascito EXPO. Quasi certamente rimarranno le grandi serre bioclimatiche anche a cau-
sa degli elevati investimenti necessari alla loro realizzazione, mentre è lasciato nel vago il
destino dei campi agricoli, degli orti, dei canali, laghetti, dell'Arena teatrale.
 Serre bioclimatiche del Parco Botanico Planetario
Si tratta di una pluralità di grandi serre bioclimatiche dove vengono ricostruiti i principali
microclimi terrestri distribuite lungo il perimetro dell'area espositiva, punto di partenza per i
lotti coltivati dai diversi Paesi ospiti.
Idea grandiosa ed innovativa ha tuttavia una sua complessità di tipo logistico e tecnologico
dovendo dare continuità spaziale all'intero ciclo vitale di ciascun prodotto alimentare che,
come ad es. nel caso del caffè inizia dalla serra e continua all'esterno fino ad arrivare alla
degustazione del prodotto da parte del visitatore.
Non va poi dimenticato che comporta sia un elevato consumo di territorio a causa della
disseminazione delle 5 serre nell'area espositiva, sia maggiori costi di gestione con mag-
giore impegno di personale.
L'alternativa, per rendere fruibile il lascito EXPO, è di concentrare in uno spazio più ristret -
to, accorpandole, le serre bioclimatiche che potrebbero diventare, come esplicitato al par.
4.1., il cuore di un Parco tematico di nuova generazione svincolandole al tempo stesso dai
campi agricoli, dagli orti i cui spazi, dopo l'EXPO, potrebbero avere destinazioni di grande
pregio e rilievo.
D'altra parte l'Eden Park insegna come sia possibile ricreare i principali biomi terrestri in
un'unica struttura composta, nel caso specifico, da due cluster di cupole geodetiche unite
da un corpo dedicato alla ristorazione e ai servizi. Tutto ciò senza grandi sacrifici in termini
di contenuti considerando che il grosso della biodiversità è concentrato nelle aree del pia -
neta circoscritte dai Tropici e secondariamente dal Sudafrica e da una parte del Mediterra-
neo.
 Campi agricoli, orti, canali, laghetti, Arena teatrale
In mancanza, nel concept, di precise indicazioni sulla loro destinazione mi limito ad auspi -
care che, in vista della creazione del Parco Tematico, una porzione dell'area occupata dai
campi agricoli e dagli orti venga destinata ad Area rinaturalizzata e che le vie d'acqua, i la-
ghetti, etc. rientrino nel progetto più ambizioso di dar vita ad un parco acquatico ad apertu-
ra annuale, una grande opportunità per la città di Milano.
D'altra parte sarebbe riduttivo lasciare in eredità solo le serre bioclimatiche che, da sole,
non potrebbero avere una grande attrazione sul pubblico, quello italiano, meno appassio-
nato rispetto al pubblico inglese, alle tematiche del mondo vegetale e alla sua biodiversità
come testimoniato dal successo dell'Eden Park.

5. IL PARCO TEMATICO

Come già ricordato, si tratta di un Parco nel quale il visitatore compie un viaggio ideale che
dal centro della Terra lo porta, dopo aver attraversato i più suggestivi biomi del pianeta,
nell'Universo.
Il passaggio da EXPO a Parco tematico può avvenire in tempi brevi (stimabili in 6 mesi
contro i 2-3 anni previsti per Saragozza) con investimenti contenuti, quelli necessari all'am-
pliamento/approfondimento delle tematiche dell'EXPO incentrate sulla alimentazione e svi-
luppo sostenibile, alla contemporanea incentivazione del tasso di spettacolarità del Parco
visto che queste tematiche non sono particolarmente accattivanti per il grande pubblico.
Rimarrebbero sostanzialmente immutati sia gli impianti audio-visivi, gli exhibit, etc. sia gli
involucri architettonici dei padiglioni (completamente privi di monumentalità) progettati per
essere multifunzionali. Orientativamente per passare da EXPO a Parco tematico andreb-
bero pianificate le seguenti azioni:
                                               16
1)     Padiglione della Terra (dossier BIE): lungo il percorso espositivo è prevista una
      sala grande schermo per spettacoli in 4 D e i cui prodotti audiovisivi dovranno essere
      ampliati per includere le tematiche del Parco riguardanti le Scienze della Terra (strut-
      tura interna della Terra,vulcanologia, geotermia, sismologia, etc.). Per esigenze di
      spettacolarità andrebbero introdotte ad es. simulazioni di viaggio ispirate al Viaggio
      al Centro della Terra.
2)     Serre bioclimatiche (concept e l'autore [1, 2, 9]): si tratta di serre dove coltivare spe-
      cie vegetali anche a rischio di estinzione, utili all'Umanità. Esistono in Europa serre a
      bassa dispersione termica, di grande fascino (Eden Park, cap. 3, è uno straordinario
      esempio di serra innovativa). Per passare a Parco è sufficiente arricchire la biodiver-
      sità delle serre con la piantumazione di altre specie vegetali, per fini ornamentali etc.
      Spettacolarizzare vorrebbe dire ad es. riprendere il modello voyeuristico del reality
      show.
3)     Padiglione con sala multimediale dotata di planetario digitale (l'autore [1, 2]): l'EX-
      PO è un'occasione irripetibile per dotare la città di Milano di un planetario digitale
      che andrebbe ad affiancare il planetario "Ulrico Hoepli" di grande diametro ma ormai
      irrimediabilmente datato in quanto fa ancora ricorso a tecnologie di tipo ottico dalle li-
      mitate capacità di spettacolarizzazione. Grazie alle tecnologie digitali, dal monitorag-
      gio della Terra e sfruttamento delle sue risorse si può passare, nella versione a Par-
      co, all'esplorazione dello spazio e alla simulazione di viaggi con filmati (realizzati allo
      scopo o reperibili sul mercato) di grande presa per il pubblico.
4)     Padiglione virtuale (dossier BIE): concepito per familiarizzare i giovani su argo-
      menti come: le energie rinnovabili, lo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici, la
      biodiversità, nel passaggio a Parco potrebbe sviluppare argomenti sulle meraviglie
      tecnologiche in grado di sorprendere e risolvere i problemi della vita quotidiana, sulle
      tematiche spaziali, etc.
5, 6)  Piazza delle Regioni (dossier BIE): costruita attorno ad un laghetto si compone di
      padiglioni regionali dotati di ristoranti tipici tradizionali, di negozi con prodotti enoga -
      stronomici, artigianali, etc. Si propone di convertire, dopo l'EXPO, i negozi nello
      Shopping Center dove si aggiungono i prodotti che richiamano le tematiche ludico-e-
      ducative ed ecologiche presentate nel Parco (prodotti multimediali, giochi ed attrez-
      zature didattiche su: energie rinnovabili, scienza della Terra, sviluppo sostenibile, co-
      smologia, etc.). La ristorazione regionale può diventare a km zero ed etnica.
7)     Campi agricoli, orti, giardini (concept e dossier BIE): l'area espositiva destinata ad
      ospitare coltivazioni e a ricreare paesaggi tipici del Nord Italia potrebbe al tempo
      stesso ospitare, almeno in embrione, un habitat (Area rinaturalizzata) simile a quello
      rintracciabile nel territorio attorno a Milano, caratterizzato dalla presenza di aree umi-
      de, di foresta planiziale, di brughiera, etc. e dove è ancora presente tanta fauna sel -
      vatica. Il completamento di questo habitat potrebbe avvenire negli anni seguenti al-
      l'evento espositivo.
8)     Attrazioni d'acqua (vie d'acqua, laghetti, piscine, etc.) (concept e dossier BIE): sa-
      rebbe suggestivo progettare alcune di queste attrazioni in modo da poter essere
      convertite, dopo l'EXPO, in un parco acquatico ad apertura annuale, alimentato da
      energie rinnovabili (geotermica a bassissima entalpia, solare, da biomasse, etc): una
      grande opportunità per gli abitanti di Milano e dei territori limitrofi (Rho, Pero, etc.)
Essendo diverse le categorie di visitatori che li frequentano, i padiglioni tematici (n° 1, 2, 3,
4 di Tab. I) e il parco acquatico devono avere, anche se confinanti, ingressi indipendenti e
due gestioni completamente separate.
Le considerazioni precedenti sono state riassunte nella seguente tabella nella quale sono
riportati i lasciti EXPO le cui caratteristiche li rendono idonei a dar vita, dopo alcuni inter-
venti, al Parco tematico.

                                                17
Tab. I

                                                                 Parco Tematico
                   Lascito EXPO
                                                       "Dal Centro della Terra all'Universo"

                Padiglione della Terra
 1                                                            "Le Scienze della Terra"
                    (dossier BIE)

                 Serre bioclimatiche
 2                                                                 "La Biosfera"
              (concept e l'autore [1, 2, 9])
         Padiglione con sala multimediale
 3           (alimentazione e spazio)                        "La Cupola dell'Universo"
                  (l'autore [1, 2, 9])
           Padiglione virtuale per giovani
 4                                                         Padiglione virtuale per giovani
                   (dossier BIE)

 5                                                                  Ristorazione
                Piazza delle Regioni
                   (dossier BIE)
 6                                                               Shopping Center

             Campi agricoli, orti, giardini
 7                                                           Area rinaturalizzata et al.
              (concept e dossier BIE)
                  Attrazioni d'acqua
 8       (vie d'acqua, laghetti, piscine, etc.)                   Parco Acquatico
               (concept e dossier BIE)

5.1 Gruppo multidisciplinare per lo studio di fattibilità
La proposta di utilizzare il lascito EXPO per dar vita ad un Parco tematico, modello avan -
zato di bioachitettura, alimentato da energie rinnovabili e gestito con l'intento di ridurre il
suo impatto ambientale a valori prossimi a zero, è stata recepita con grande interesse da
quanti ne sono venuti a conoscenza.
Da qui l'idea di costituire un Gruppo di lavoro finalizzato ad approfondire la proposta attra -
verso uno studio di fattibilità, Gruppo che sarebbe diventato operativo non appena avesse
trovato sponsor interessati a finanziarlo. L'impostazione che si vuol dare allo studio è di
concepire il lascito EXPO anche nell'ottica di ciò che verrà dopo, ossia il Parco tematico, in
un unico momento progettuale.
Del Gruppo di lavoro, che si è ora costituito, fanno parte rappresentanti di Istituzioni sia
nazionali che internazionali, liberi professionisti, docenti universitari, con competenze tec-
niche, scientifiche, nonché specialistiche nel settore dei parchi ludico-educativi.
In Tab. II è riportata la composizione del Gruppo di lavoro nonché la sintesi, l'articolazione
delle attività descritte più analiticamente in [2] e sono messe in evidenza le sinergie che an-
drebbero attivate fra i suoi membri per valorizzare al massimo il carattere multidisciplinare
che informa il Gruppo di lavoro, nel quale, oltre allo scrivente, dovrebbero farne parte inte-
grante un rappresentante della Società EXPO 2015 S.p.A. ed uno del territorio limitrofo, in
stretto raccordo con la Consulta Architettonica e l'Ufficio di Piano.

                                                  18
Tab. II

                            COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO

 1) Dr. Donato CAMPOREALE (CESI-ISMES; Milano): scelta delle tecnologie e soluzioni a basso
 consumo e impatto ambientale "zero"da adottare per i padiglioni tematici permanenti e le altre
 strutture. Contributo alla definizione dei contenuti tematici del Padiglione virtuale per i giovani.
 Sinergie con 2), 3), 5) e 7).
 2) Dr. Fabio CARNIELLO (direttore Science Centre Immaginario Scientifico; Trieste): progetta-
 zione percorsi di exhibit hands e proiezioni multimediali all'interno dei padiglioni tematici perma-
 nenti (le Scienze della Terra, la Biosfera, la Cupola dell'Universo, il Padiglione virtuale per giova-
 ni). Sinergie con: 1), 3), 4), 6), 9).
 3) Prof. Vanni CODELUPPI (sociologo, insegnante di comunicazione presso l'Università di Mo-
 dena e Reggio Emilia): progettazione temi, contenuti, attrazioni dei padiglioni tematici permanen-
 ti, attività di marketing, di promozione e di comunicazione del Parco. Sinergie con: 2), 4), 6), 7),
 9).
 4) Prof. Marcello CORADINI (direttore ESA-European Space Agency; Parigi): trasferimento co-
 noscenze sull'osservazione satellitare della Terra per la gestione delle risorse naturali, sicurezza
 alimentare, protezione ambientale; trasferimento conoscenze sulla esplorazione del Sistema So-
 lare e dell'Universo (padiglione: la Cupola dell'Universo). Sinergie con: 2), 3), 6), 9).
 5) Arch. Ralf DEJACO (dr. arch. Ralf Dejaco; Bressanone): progettazione architetture del Parco
 acquatico, Shopping Centre e Ristorazione, trasferimento delle conoscenze sulla bioarchitettura
 nella progettazione dei padiglioni tematici permanenti. Sinergie con: 1), 7).
 6) Dr. John LATHAM (*) (direttore FAO: ambiente, cambiamenti climatici; Roma) contributo nel
 definire i contenuti del padiglione: Le Scienze della Terra (natura del suolo in rapporto alle specie
 vegetali che vi dimorano per ambienti tropicali e subtropicali) ; scelta di specie vegetali a rischio
 di estinzione da ospitare nel padiglione: la Biosfera; trasferimento di conoscenze sull'applicazio-
 ne di tecnologie spaziali per lo sviluppo sostenibile. Sinergie con 4), 8), 10).
 7) Dr. Valerio MAZZOLI (Valerio Mazzoli LLC; Orlando-USA): studio tecnico-creativo dei padi-
 glioni tematici permanenti articolato in: layout delle tematizzazioni ed architetture dei padiglioni,
 rendering a colori delle zone più significative, disegni architettonici quotati delle architetture e
 scenografie, Master Plan a colori finale .Sinergie con: 1), 2), 3), 5), 9), 10).
 8) Prof.ssa Francesca NEONATO (Politecnico Milano, PN Studio Progetto Natura): progetto di ri-
 naturalizzazione di specie vegetali tipiche di aree umide, foreste planiziali, brughiere, etc. pre-
 senti nella cintura milanese, studio dei percorsi dei visitatori (Parco pubblico-Area rinaturalizza-
 ta); trasferimento di esperienze nella progettazione del padiglione: la Biosfera. Sinergie con: 6),
 10).
 9) Dr. Gianluca RANZINI (astrofisico, autore, giornalista FOCUS; Milano): definizione specifiche,
 dimensionamento del planetario digitale da ospitare nel padiglione: la Cupola dell'Universo; pro-
 gettazione di exhibit distribuiti lungo il percorso espositivo del padiglione. Sinergie con: 2), 3), 4),
 7).
 10) Dr.ssa Susanna RAMBELLI (biologa, esperta in habitat tropicali; Roma): stato dell'arte su
 serre tropicali e subtropicali di ultima generazione (involucri architettonici di copertura, impianti
 tecnologici per la regolazione dei parametri climatici, fabbisogni idrici ed energetici) scelta delle
 specie botaniche, studio dei percorsi per visitatori (padiglione: la Biosfera); trasferimento di espe-
 rienze nella progettazione del Parco pubblico-Area rinaturalizzata. Sinergie con: 2), 6), 7), 8).
 11) Prof. Mauro ROSI (direttore dipartimento "Scienze della Terra", Pisa): il contributo riguardan-
 te i padiglioni: le Scienze della Terra e la Biosfera, finalizzato ad allargare le tematiche dell'EX-
 PO, consiste nell'esplicitare il ruolo esercitato sulla biodiversità dalla struttura della Terra, dai vul-
 cani e dai fenomeni ad essi associati. Sinergie con 6) e 10)
 __________

                                                    19
(*) I contatti sono ancora in corso.

6. UNA IPOTESI DI ASSETTO DELL'AREA ESPOSITIVA

Secondo la proposta formulata al cap. 5, al termine dell'evento l'eredità dell'EXPO costitui-
ta dal suo lascito potrebbe essere convertita, con investimenti contenuti ed in tempi brevi,
in un Parco tematico costituito da: Padiglioni tematici, l'Area rinaturalizzata, lo Shopping
Center, la Ristorazione, il Parco acquatico ed un eventuale Resort.
Si stima che l'area occupata dal Parco non debba essere inferiore a 30 ettari come sugge-
rito dalle dimensioni di parchi tematici europei di analoga rilevanza.
Durante l'EXPO l'area espositiva più estesa sarà occupata da campi agricoli sperimentali,
orti, etc. e dai Padiglioni delle Nazioni, questi ultimi destinati, dopo l'evento, ad essere
smontati e trasferiti altrove.
La funzione dei campi e degli orti dove verranno coltivate le eccellenze agroalimentari dei
Paesi partecipanti successivamente sottoposte al ciclo di trasformazione fino al prodotto
fruibile dal pubblico è destinata ad esaurirsi con l'evento.
Le esperienze e conoscenze mostrate da questi Paesi e riguardanti le diversità agricole ed
enogastronomiche verranno certamente metabolizzate dalle aziende facenti parte del Par-
co Agricolo Sud Milano e dalle numerose cascine disseminate su tutto il territorio milane-
se.
Il destino dell'area espositiva ed in particolare di quella su cui si è costruita l'ipotesi del
Parco, per una estensione complessiva di 100 ettari circa, è fortemente condizionato dalla
attuale struttura proprietaria ma anche dai contenuti che avrà il PGT (Piano di Governo del
Territorio) in fase di definizione a Palazzo Marino [8].
Attualmente questi terreni di proprietà di: Fondazione Fiera Milano, Gruppo Cabassi ed al-
tri per quote minoritarie sono stati ceduti temporaneamente in comodato d'uso alla Società
EXPO 2015 Spa, ma non viene esclusa la possibilità che l'intera area venga acquisita, tra -
mite mutuo, dalla stessa Società.
In attesa che il nodo sulla proprietà del sito dell'EXPO venga sciolto può essere utile iden-
tificare i valori che potrebbero accomunare queste due aree e formulare delle ipotesi sulla
destinazione da dare all'area contigua al Parco.
Innanzi tutto le due aree non devono presentare una discontinuità culturale ma devono
condividere la stessa "philosophia" e gli stessi valori, improntati allo sviluppo sostenibile e
esemplificati nei seguenti punti:
- adottare soluzioni basate sul massimo impiego di energie rinnovabili (geotermia a bas-
   sissima entalpia, fotovoltaica, da biomasse, da inceneritori, etc.) prodotte all'interno delle
   due aree e nelle immediate vicinanze;
- impiegare tecnologie innovative volte alla riduzione dei consumi energetici;
- concepire le varie strutture adottando i principi di una architettura ecologica e sostenibile
   (bioarchitettura - architettura bioclimatica);
- favorire la mobilità sostenibile di uomini e cose: per rendere compatibile l'esigenza della
   mobilità con la salvaguardia dell'ambiente;
- prevedere, ove possibile, l'uso in cascata dei materiali di consumo, da sottoporre a riuti-
   lizzo o riciclaggio.
La conformità a questi valori significa passare, in pratica, da un sistema operante secondo
un procedimento lineare: produrre, consumare ed eliminare ad uno di tipo circolare ad imi-
tazione degli ecosistemi naturali [17].
Alcune ipotesi possono essere formulate sulla destinazione dell'area espositiva contigua al
Parco, ad esempio come:
- quartiere residenziale di nuova concezione, dagli elevati standard abitativi e di vita po-
  tendo beneficiare della presenza del Parco Tematico dotato di: ristorazione, shopping
                                               20
center, parco acquatico, area rinaturalizzata e per essere servito da una rete di piste ci-
clabili, da vie d'acqua, etc.

                                           21
- quartiere ad uso misto, in parte residenziale, in parte destinato ad attività di ricerca o
  produttive nei settori delle tecnologie avanzate, purché conformi ai valori sopra citati.
Naturalmente una convalida economica è necessaria per ottenere l'adesione e la parteci-
pazione del mondo finanziario ed imprenditoriale.
Al previsto Centro per lo Sviluppo Sostenibile potrebbe essere assegnata, fra gli altri com-
piti, la regia nella gestione strategica delle aree interessate nonché il monitoraggio per ve-
rificare la conformità ai principi dello sviluppo sostenibile e l'elaborazione di regole di com-
portamento da suggerire alla comunità del quartiere.

7. EXPO / DOPO EXPO ED IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO

L'EXPO rappresenta un'occasione significativa per ripensare la Società nella quale vivia-
mo nei suoi molteplici aspetti: dalla alimentazione alla salvaguardia della biodiversità, dalla
salute alla gestione del tempo libero, dal turismo ai trasporti, dalla produzione di energia
da fonti rinnovabili alla riduzione dei consumi, etc., nell'ottica dello sviluppo sostenibile.
In questo senso l'EXPO è destinato a svolgere il ruolo di motore economico-turistico-tec-
nologico-culturale per i sei mesi dell'evento.
Se il destino dell'area è di diventare un quartiere residenziale questo ruolo verrà a cessare
ad EXPO conclusa così come la capacità di attrarre i milioni di visitatori che vedevano nel
territorio limitrofo una ulteriore meta turistica.
Il Parco tematico potrebbe invece accogliere l'eredità dell'EXPO e mantenere questa fun-
zione di baricentro e di motore di sviluppo nei decenni successivi.
A beneficiare sarà in primo luogo questo territorio ma anche la città di Milano o più estensi-
vamente l'intera Regione.
Per territorio limitrofo si intende: il Territorio di Nord-Ovest, l'Alto Milanese (territorio com-
preso tra l'aeroporto di Malpensa e la Fiera di Rho Pero) e la cintura meridionale occupata
in buona parte dal Parco Agricolo Sud Milano.
È una estensione di particolare pregio ambientale e culturale per la presenza di parchi na-
turali, di ville, castelli, di cascine storiche, di fiumi, di canali irrigui e di bonifica e con signi-
ficative presenze agricole, agroalimentari e agrituristiche.
In vista dell'EXPO sono in fase di elaborazione iniziative per dare nuovi contenuti ed un
nuovo volto a questi luoghi, come ad es.:
- incentivazione dell'agricoltura di prossimità: "al servizio dei cittadini non solo per quanto
  riguarda forniture sufficienti di cibo fresco e buono, ma anche attraverso un ambiente in-
  tegro fruibile e produttivo appena fuori il grigiore del cemento" [3]. È un progetto che ha la
  finalità di creare un sistema di vendita di prodotti alternativo alla grande distribuzione.
  In prospettiva questa agricoltura potrà far tesoro delle esperienze e delle tecnologie ap-
  plicate, da parte dei Paesi ospiti, nella coltivazione dei campi agricoli sperimentali, degli
  orti e delle serre, all'interno dell'area espositiva, e nella trasformazione del cibo;
- recupero e rilancio delle numerose cascine storiche disseminate nel Milanese valorizzan-
  done il ruolo storico di mediazione tra città e campagna e dotandole di capacità di acco-
  glienza (bed & breakfast, agriturismo) [4, 18, 19];
- progetto delle vie d'acqua: che prevede, fra l'altro, il congiungimento, attraverso queste
  vie, dei parchi della zona ovest di Milano, ora tra loro separati, come: il Bosco in città, il
  Parco delle Cave, il Parco di Trenno, il Parco dei Fontanili. Sono aree verdi, che una vol-
  ta unite, darebbero vita ad un polmone verde attraversato da canali artificiali, da fiumi,
  servito da una rete di piste ciclabili e che una via d'acqua dedicata lo metterebbe in co -
  municazione con l'area EXPO [4, 18];

                                                  22
- valorizzazione di beni architettonici, storici importanti che, in quanto relegati alle realtà lo-
  cali, non costituiscono ancora un sistema integrato con l'area metropolitana. Sono, ad
  esempio: Villa Reale di Monza, Villa Litta, Villa Valera, Castellazzo di Rho etc. [19]
Fra queste e le altre numerose iniziative che verranno promosse in vista dell'EXPO alcune
avranno una forza propria di crescita, ma per la maggior parte il destino sarà incerto quan-
do verrà a mancare l'effetto trainante dell'EXPO.
Nello schema di Fig. 12 ho cercato di individuare i legami che si possono instaurare con il
Parco Tematico nel suo ruolo di motore economico, turistico, tecnologico, culturale. Alcuni
legami vanno attivati già nel corso dell'EXPO altri con il decollo del Parco Tematico. I be-
nefici ricadrebbero in primo luogo sull'area metropolitana.
Così la presenza nel Parco dell'Area rinaturalizzata con la riproposizione di habitat tipici
delle aree umide, dei fontanili, etc. può indurre il visitatore ad esplorare i parchi naturali
mentre Ristorazione e Shopping Center rendono possibile la degustazione di prodotti fre-
schi e sani a km zero e l'acquisto di prodotti da agricoltura di prossimità.
Nella prospettiva della creazione del Parco eventuali nuovi alberghi da inaugurare per
l'EXPO andrebbero progettati per essere in simbiosi con le soluzioni architettoniche e le
ambientazioni che caratterizzano i padiglioni del Parco, dando così vita ad un Resort. La
saturazione della sua capacità ricettiva verrebbe garantita dai visitatori del Parco dopo la
chiusura dell'EXPO.
Il sistema descritto nello schema rappresenta, per le sinergie attivabili, una novità assoluta
in campo internazionale

                                      PARCO TEMATICO
                                             con:
                                     Area rinaturalizzata
                                     Parco acquatico
                                     Ristorazione
                                     Shopping Center

 Alto Milanese          Bosco in città      Residenze storiche,          Centro per lo
 Aree Nord-             Parco delle Cave    ville, palazzi:              Sviluppo Sostenibile
Ovest                    Parco di Trenno      Villa Reale di             Quartiere
 Parco Agricolo         Parco dei Fontanili Monza                        residenziale area EX
 Sud Milano              Cascine storiche     Villa Litta                EXPO
 Città di Milano                              Villa Valera, etc.         Resort tematizzato

                                             Fig. 12

                                                23
CONCLUSIONI

Raccogliendo l'invito da parte della Società EXPO 2015 ed in particolare della Consulta
Architettonica, rivolto al pubblico, di dare un contributo nella definizione dei contenuti del-
l'EXPO e del destino del suo lascito, è stata elaborata la proposta oggetto del presente
rapporto volta a trasformare il lascito EXPO (in primo luogo le serre bioclimatiche) in un in-
novativo Parco tematico ludico-educativo.
Si tratta in pratica di allargare le tematiche originarie dell'EXPO, non particolarmente ac-
cattivanti per il grande pubblico, incentrate sulla alimentazione e lo sviluppo sostenibile, ri-
volgendo al tempo stesso l'attenzione alla loro spettacolarizzazione non potendo più con-
tare sull'effetto indotto dal battage per l'EXPO.
In via ancora preliminare si è stimata in almeno 30 ettari l'estensione del Parco. Riguardo
la parte restante, più estesa, dell'area espositiva non si è escluso che possa avere, fra le
diverse opzioni possibili, una destinazione di tipo residenziale o misto purché rispondente
ai principi di una architettura ecologica e sostenibile.
Se l'investimento richiesto per la realizzazione dell'EXPO sul sito di Rho-Pero è dell'ordine
di 1 Mld €, il lascito EXPO potrebbe valere il 15÷20% di questo ammontare (ossia 150-200
mil €). La conversione da lascito a Parco richiederebbe un ulteriore investimento, non su -
periore al 5% del valore del lascito (ossia 7,5-10 mil €).
Per approfondire la proposta di Parco tematico è stato costituito dallo scrivente un Gruppo
di lavoro multidisciplinare in grado di elaborare uno studio di fattibilità, pronto a partire non
appena venga sostenuto finanziariamente.
Ne fanno parte rappresentanti di Istituzioni nazionali ed internazionali (ESA, CESI, IS,
etc.), docenti universitari, liberi professionisti con competenze tecniche, scientifiche non-
ché specialistiche nel settore dei parchi tematici.
Tale Gruppo dovrebbe sviluppare questo studio in sinergia con la Consulta Architettonica e
con l'Ufficio di Piano.
Numerosi sono gli obiettivi che il Parco può perseguire:
- presentare al pubblico in modo spettacolare e divertente tematiche nate, per estensione,
  da quelle dell'EXPO incentrate sulla alimentazione e lo sviluppo sostenibile;
- essere motore economico-turistico-culturale-tecnologico per il Territorio di Nord-Ovest,
  l'Alto Milanese e la cintura meridionale occupata dal Parco Agricolo Sud Milano;
- avere al proprio interno un dipartimento distaccato, facente capo al Centro dello Sviluppo
  Sostenibile e specializzato nel rinnovo dell'offerta del Parco;
- essere un esempio di bioarchitettura ed un luogo di aggregazione e convivenza alimen-
  tato da energie rinnovabili, strutturato e gestito per riprodurre la circolarità dei sistemi na-
  turali con un impatto ambientale vicino a zero; essere dotato di percorsi ecologici per
  promuovere la mobilità sostenibile al suo interno e da e per il Parco;
- rappresentare un'opportunità di crescita professionale per il personale EXPO con con-
  tratti a breve termine, altrimenti destinato ad essere ricollocato sul mercato del lavoro;
- raggiungere a regime fino a 2 milioni di presenze/anno, con un fatturalo stimato in 60 mil. €.

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BIBLIOGRAFIA

[1]* E. Repetto, "Dopo EXPO 2015: un'occasione da non perdere", dicembre 2008

[2]* E. Repetto, "Dopo EXPO - Parco Tematico: Gruppo di lavoro per studio di fattibilità",
     maggio 2009

[3] C. Petrini, "Com'è Verde la mia EXPO, l'Espresso, settembre 2009

[4] E. Battisti, P. Deganillo, "Comunicato Stampa: Associazione EXPO diffusa e sostenibi-
    le", luglio 2009

[5] "Da EXPO Saragozza 2008 ... a EXPO Milano 2015: Debriefing Observer Program",
    Milano, 21 novembre 2008.

[6] E. Repetto "EXPO 2008, Zaragoza: rassegna fotografica 9 mesi dopo", giugno 2009

[7] S. Boeri et al., "Conceptual Master Plan", settembre 2009

[8] articoli su "EXPO Milano 2015"

[9]* E. Repetto et. al. "Dal Centro della Terra all'Universo: Parco tematico di nuova gene-
     razione", novembre 2005.

[10] www.edenproject.com

[11] P. Raitano, "L'EXPO che ci resta", Altreconomia, settembre 2009

[12] Dossier BIE: Proposta di candidatura della Città di Milano a ospitare l'Esposizione
     Universale del 2015.

[13] "Osservare la Terra con dettaglio sempre maggiore", ESA Portal, marzo 2008

[14] E. Lo Scalzo, "Conseguire la sicurezza alimentare in tempo di crisi. E un obiettivo:
     parlare ai consumatori", ottobre 2009

[15] "Condivisione di dati satellitari evidenziata in un workshop con la FAO", ESA Portal,
     maggio 2006

[16] C. Petrini, "Idea Verde per Milano EXPO", l'Espresso, luglio 2008

[17] M Braungart, "Dalla Culla alla Culla" Edizioni Blu

[18] E. Battisti, "Dalla parte di EXPO DIFFUSA", Arcipelago Milano, settembre 2009

[19] "Osservatorio EXPO 2015 di FAI, Italia Nostra e WWF Italia", febbraio 2008

* documenti depositati presso il Ministero dei Beni Culturali

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Finito di stampare nel mese di gennaio 2010
                    presso la tipografia
«Braille Gamma s.r.l» di Santa Rufina di Cittaducale (RI)

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