STUDIO SULLA AFFIDABILITA' DEL METODO UNI EN ISO 17075 PER LA DETERMINAZIONE DEL CROMO ESAVALENTE NELLE PELLI - Autori : Giulio Miazzo Stefano ...

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STUDIO SULLA AFFIDABILITA’ DEL METODO
 UNI EN ISO 17075 PER LA DETERMINAZIONE DEL
      CROMO ESAVALENTE NELLE PELLI

Autori : Giulio Miazzo
         Stefano Farinon

Relatori : Prof. Alberto Ballardin
           Prof. Laura Iannone

I.T.I.S. Galileo Galilei
Arzignano
INTRODUZIONE
La possibile presenza di cromato nelle pelli conciate al cromo risale al 1994.
Tale presenza, se confermata, rappresentava un grave problema data la
tossicità e la cancerogenicità accertata di tale ione, anche a piccole dosi.
L’ ente tedesco DIN (Deutsche Institut fur Normung) e quello internazionale
IUC emisero dei metodi di analisi (praticamente identici) per la
determinazione del cromo esavalente nei cuoi e stabilirono un limite massimo
della sua presenza in 3 ppm (mg/kg di pelle).
L’ analisi è particolarmente delicata in quanto tale limite risulta di 0,000003
g di Cr VI per kg, cioè quantità bassissime.
Dopo le prime applicazioni di tale metodo apparvero le sue limitazioni :

  1. la tecnica spettrofotometrica adottata era estremamente sensibile ad
     ogni interferenza ottica (torbidità non percepibile all’ occhio, presenza
     di coloranti estratti dalla soluzione alcalina, presenza anche di tracce di
     cromo trivalente liberi nel cuoio che passa in soluzione); la
     determinazione del cromato era impossibile in tali condizioni.
  2. la supposta stabilità del sistema Cr3+/Cr6+, necessaria per la validità
     dell’ analisi, si rilevò errata per il valore alcalino (pH = 8) adottato dal
     metodo dato che in questa situazione il potenziale del sistema è
     bassissimo cosicché anche ossidanti deboli possano provocare
     l’ossidazione del Cr3+ a Cr6+ dando risultati falso-positivi. Nel 1999 J.
     Font affermò che circa il 60% del cromo esavalente trovato, era
     prodotto dal metodo alcalino di estrazione.
  3. una tesi di diploma eseguita presso il nostro istituto da Davide Concato
     aveva mostrato come il cromato estratto da pelli identiche fosse
     estremamente dipendente dal pH, con un aumento che intorno a pH 8
     assumeva una crescita quasi esponenziale. Questo ovviamente ci ha
     portato a chiederci perché fosse stato scelto un pH di estrazione così
     diverso da quello normale della pelle, che è circa 4.

Lo scopo del nostro lavoro è stato di confrontare i risultati del metodo UNI
EN ISO 17075 con un metodo diverso che utilizza un pH di estrazione di 4.5
e con un 5% di NaCl per eliminare il gonfiamento delle pelli.
OBBIETTIVI

1. Confrontare i risultati della determinazione del cromo esavalente nelle
   pelli con il metodo UNI EN ISO 17075 (pH = 8) con il metodo nuovo
   (pH = 4.5);
2. Verificare se l’ utilizzo delle cartucce SPE non renda inutile la
   determinazione dell’ indice di recupero

     SINTESI DEL METODO UNI EN ISO 17075

 1. Pesare 2,000 +/- 0.01 grammi di cuoio macinato;
 2. In un contenitore porre 100 ml di tampone (pH 7,5/8 per l’estrazione
    alcalina, pH 4,4 +/- 0,2 per quella acida), sgasare per 5 min con N2 ;
 3. Aggiungere il cuoio macinato e un’ ancoretta magnetica al
    contenitore ed agitare per 3h +/- 5 min;
 4. Filtrare l’estratto attraverso membrana e/o Gooch a porosità fine in
    una bottiglia di vetro con tappo. Controllare il pH (7,5/8 o 4,4);
 5. Dalla soluzione filtrata prelevare 20,0 ml e filtrare attraverso
    cartuccia SPE, seguita da un lavaggio con 10 ml di tampone;
 6. Raccogliere i filtrati in un matraccio da 50 ml;
 7. Aggiungere nel matraccio 1 ml di Acido Fosforico e 1 ml di
    Difenilcarbazide e portare a volume con il tampone;
 8. Dopo 15 min +/- 5 min misurare l’assorbanza con uno
    spettrofotometro UV/VIS della soluzione contro bianco preparato
    come al punto 7 ma senza l’aggiunta di DFC; ricavare l’assorbanza,
    a 540 nm e usando cuvette in vetro con cammino ottico di 2 cm.
 9. Si calcola i ppm di Cr6+ nel cuoio con l’equazione A = ε b C ;
MATERIALI

     1. Acido Fosforico (H3PO4) : preparato diluendo 700 ml di acido
        fosforico all’ 85% in 1 litro;
     2. 1-5 Difenilcarbazide : 2g in un matraccio da 100 ml in Acetone e una
        goccia di acido Acetico Glaciale;
     3. Acqua bidistillata, l’ acqua per tutte le soluzioni è distillata 2 volte e
        sgasata con N2 per 5 min con un flusso di 50 ml +/- 10 ml/min ;
     4. Tampone pH 8 sciogliere 22,8 g di K2HPO4 + 3H2O in un 1 litro di
        H2O, nell’eventualità portare a pH 8 con H3PO4, sgasare con N2 per 5
        min con un flusso di 50ml +/- 10 ml/ min;
     5. Tampone pH 4.4 : sciogliere 0,1 moli di NaH2PO4 e aggiungere un
        5% di NaCl e portare in 750 ml di H2O, portare a pH 4,4 con H3PO4
        o Na2HPO4 a seconda del valore iniziale di pH, portare ad un litro e
        sgasare con N2 per 5 min con un flusso di 50 ml +/- 10 ml/min;
     6. Cartucce C18 SPE Agilent ACCUBOND Reversed Phase (Non-
        polar), e cartucce C18 Agilent Bulk SERBENT;
     7. Spettrofotometro UV/Visibile Lamba25 Perking Elmer;
     8. Stufa dove abbiamo invecchiato le pelli per 24 ore;
     9. Sistema di filtrazione a vuoto che abbiamo installato sotto cappa
        marca Waters;
     10. pHmetro digitale Mettler, previa taratura a due tamponi
         (pH 4 e 7,5/8).
     11. Macchina per macinare le pelli del laboratorio di Tecnologia
        Conciaria del nostro Istituto

Le pelli utilizzate nella ricerca sono state gentilmente concesse da due
laboratori di Arzignano ed erano risultate positive al test UNI EN ISO 17075
con tenori di cromato superiori a 3 ppm.
Dato che i valori da noi determinati, dopo qualche tempo, erano inferiori a
quelli determinati dai laboratori abbiamo sottoposto tutti i campioni
all’ attivazione con riscaldamento a 80° C per 24 ore (un metodo proposto in
ambito comunitario per determinare l’ attitudine di un cuoi a formare cromo
esavalente).
RISULTATI

1. Confronto Cr6+ nelle pelli :

         Metodo UNI EN ISO 17075                 Metodo nuovo

                            pH 8                     pH 4,5

         Campione           ppm                       ppm

             1               70,2                      5,7
             2               25,8                      1,4
             3              145,9                     46,6
             4                0,3                     0,08
             5               30,2                      0,6
             6               23,7                     0,00
             7               43,7                     0,00
             8               90,3                     83,9
             9                9,4                     0,04
            10                6,4                      0,8
            11              12,00                     0,3
            12                7,6                     0,00
            13                4,9                      0,1
            14               71,1                     16,1

2. Confronto delle misurazioni con e senza cartucce SPE :

         pH = 8
Con                                    Senza
SPE                                    SPE

  ppm                A                   ppm                   A

 11,19              0,128                11,69                0,144
 25,47              0,291                24,55                0,303
 37,68              0,431                38,03                0,469

  ∆ A % = 7,25
pH = 4
Con                                   Senza
SPE                                   SPE

 ppm               A                     ppm               A

  9,98            0,101                  10,64           0,120
 23,83            0,241                  24,82           0,280
 39,03            0,395                  38,21           0,431

  ∆ A % = 10,62

  I risultati indicano che il materiale C18 non è inerte nei riguardi del
  cromato in soluzione.

3. Confronto con due cartucce SPE diverse :

  Dato che le cartucce Accubond erano terminate e risultavano sostituibili
  da un materiale simile, ma di produzione Agilent, abbiamo testato l’ indice
  di recupero dei due materiali, ottenendo due valori, praticamente uguale,
  ma ai limiti dell’ accettabilità.

       ∆ A1 % = 10,56 %

       ∆ A2 % = 10,61 %
RETTE DI TARATURA

Allo scopo di valutare l’ indice di recupero del cromo esavalente dopo
filtrazione su SPE abbiamo misurato le rette di taratura ai due pH con e
senza l’ impiego di cartucce filtranti.
I risultati sono rappresentati nelle seguenti curve di taratura

                              Retta di taratura, con SPE, pH=8

                0,5

                0,4

                0,3
            A

                0,2
                                                                   y = 0,0114x
                0,1                                                   R2 = 1
                    0
                        0         10       20         30         40
                                          ppm

                            Retta di taratura, senza SPE, pH=8

              0,5

              0,4

              0,3
          A

                                                                 y = 0,0123x
              0,2                                                    2
                                                                    R =1
              0,1

                0
                    0             10            20         30              40
                                                ppm
Retta di taratura; con SPE; pH=4

                     0,5

                     0,4

                     0,3
                 A

                                                                     y = 0,0101x
                     0,2                                                   2
                                                                          R =1
                     0,1

                       0
                           0             20         40          60
                                              ppm

                               Retta di taratura senza SPE; pH=4

                     0,5

                     0,4

                     0,3
                 A

                                                               y = 0,0113x
                     0,2
                                                                  R2 = 1
                     0,1

                      0
                           0        10         20         30         40          50
                                                    ppm

E’ evidente come la filtrazione su SPE porti alla riduzione del cromo
esavalente; abbiamo verificato che le cartucce, pur lavate,
trattengono del Cr6+.
Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere la causa di questo legame
irreversibile con il materiale che compone le cartucce.
DISCUSSIONE

I metodi ufficiali di analisi del contenuto di cromo esavalente nelle pelli sono
stati, fin la loro primo impiego, fortemente criticati da diversi autori, per i
diversi limiti che presentavano in termini di correttezza dei valori ottenuti,
per essere affetti in genere da sovra-estimazione per la scarsa selettività del
metodo che era soggetto a molte e difficilmente eliminabili interferenze.
La principale era costituita dalla estrazione di coloranti dal cuoio, favorita dal
valore alcalino del tampone estraente, che notoriamente indebolisce il legame
cuoio-coloranti acidi molto usati nell’ industria conciaria.
Inoltre, spesso, l’estratto era torbido e non era prevista nessuna
pre-filtrazione; qualunque sostanza estratta dal cuoio (ingrassi), complessi di
cromo solubili poteva interferire con l’ analisi.
Stranamente la decisione se scartare l’ analisi in presenza di queste
interferenze veniva lasciata al giudizio visivo dell’ analita, che ovviamente ha
una sensibilità nettamente inferiore a quella dello spettrofotometro.
Successivi lavori indipendenti condotti nel nostro Istituto e dalla sezione
sperimentale del Cuoio di Napoli portarono a suggerire l’ impiego di cartucce
SPE C18 che erano in grado di eliminare la torbidità e colorazione degli
estratti, permettendo l’ analisi di qualunque cuoio.
Successivamente in seguito al lavoro di Ballardin e Xompero venne chiarito
il meccanismo di formazione del cromo esavalente nelle pelli attraverso
l’ossidazione del cromo trivalente (probabilmente non legato) da parte degli
idroperossidi formati dalla reazione tra ingrassi insaturi e O2, favorita dal
calore, luce visibile e raggi UV.
La reazione proposta è :

Eq. 1     3ROOH + 2Cr(OH)3 + 4OH- ↔ 3ROH + 2CrO42- + 5H2O

ROOH è l’abbreviazione degli idroperossidi degli acidi grassi costituenti i
trigliceridi dell’ ingrasso del cuoio.
Come si vede l’ equazione pone in evidenza il pH, come ulteriore fattore
importante nella formazione del cromo esavalente.
Una successiva tesi di diploma condotta da Davide Concato nel 2000-2001,
impiegando un perossido sintetico aveva confermato come l’ ossidazione del
cromo trivalente a cromato aumentava in modo netto a pH alcalini.
Nel 2003 in una tesi di laurea condotta all’ Università di Padova il laureando
Daniele Danieletto dimostrò come pelli sottoposte al medesimo stress
ossidativo (e quindi teoricamente contenenti lo stesso tenore di cromo
esavalente) dessero risultati dipendenti dal pH d’estrazione con un
drammatico aumento a valori intorno a pH = 8, cioè proprio quello utilizzato
dal metodo ufficiale.
L’ andamento della dipendenza dal pH era praticamente uguale a quella del
perossido sintetico, convalidando il meccanismo di formazione del cromo
esavalente proposto (eq. 1).
Si confermava la pericolosità dell’ impiego di un tampone alcalino, che
favoriva la formazione di cromato, non presente sulla pelle originale.
Questa osservazione suggerì la scelta di un tampone estraente a pH
debolmente acido, simile a quello dell’ acqua contenuta nelle pelli. Questa
modifica fu ritenuta valida dai chimici del cuoio americani, da sempre
favorevoli ad estrarre il cromato dalle pelli con un liquido avente pH simile a
quello dell’ estratto acquoso del cuoio, tanto che il lavoro fu pubblicato dalla
rivista scientifica Talanta(3).
Inoltre il tenore il tenore di cromo esavalente diminuiva nel tempo, si trattava
cioè di un composto transiente.
Il primo risultato della presente ricerca confermò tale dato e ci costrinse a
rifare tutte le analisi già fatte e ripeterle, per entrambi i pH, dopo attivazione
a 80°C delle pelli.
I valori della tabella 1 indicano chiaramente come il metodo ufficiale
sovra-estimi costantemente il tenore di cromo esavalente, a volte rendendo
invendibili cuoi che invece sono in regola con la norma vigente.
Questi risultati differiscono da quelli del lavoro citato (3) in quanto le pelli da
noi utilizzate erano pelli commerciali e non le pelli modello opportunamente
irradiate con UVA impiegate a Padova.
Questo dato è un ulteriore conferma del fatto che il metodo ufficiale è
sistematicamente affetto da risultati falso-positivi, a causa dell’ errata scelta
del pH estraente.
Va notato come l’obiezione posta all’impiego di un pH acido della possibile
riduzione del cromo esavalente da parte della pelle si rivela infondata, in
quanto se esso esiste, viene rilevato a pH = 4,4.
La valutazione teorica di questa inerzia considera che a pH debolmente acidi
il cromato agisce in maniera infinitamente lenta, tanto che è notorio come
tutti i metodi analitici basati sull’ ossidazione di reattivi (es. ioduro di
potassio) da parte del cromato prescrivono valori di pH intorno a 1 perché la
reazione avvenga.
Un ulteriore aggravamento della validità del metodo deriva dal fatto che le
rette di taratura ottenute con il metodo ufficiale hanno, ovviamente, una
pendenza maggiore di quello ricavate dopo filtrazione su SPE : di
conseguenza il loro utilizzo porta a sotto-estimazione il tenore di cromato dal
7 al 10% a seconda del pH utilizzato.
Nei nostri calcoli , abbiamo sempre utilizzato le curve di taratura ottenute
filtrando gli standard su SPE, cioè ricavata nelle stesse condizioni di analisi
del campione.
Questa è un’ ulteriore modifica che la nostra ricerca ha evidenziato.
CONCLUSIONI

Si sono confrontati i risultati del tenore di cromo esavalente in pelli
risultate positive con il metodo ufficiale ma che sono state analizzate
anche con un metodo che utilizza per il tampone estraente un pH prossimo
a quello dell’ estratto acquoso tipico per pelli al cromo.
I risultati mostrano come i valori risultino molto più bassi a pH acido e,
molte volte, il valore di cromato scende a zero.
Questo conferma che il metodo ufficiale dà sistematicamente risultati
falso-positivi a causa della scelta di un pH alcalino di estrazione che
favorisce l’ ossidazione del cromo trivalente presente nel cuoio a cromo
esavalente.
In nove casi su tredici delle pelli esaminate, il valore di cromo(VI) trovato
a pH 4.5 è risultato inferiore al limite previsto dalle norme; quindi
contrariamente a quanto determinato dal metodo ufficiale, il pellame era
perfettamente commerciabile.
Nel corso delle analisi è risultato che l’impiego delle cartucce SPE di
entrambi i metodi porta ad una riduzione del Cr6+ trovato del 10% a
pH 4,5 e del 7,3% a pH 8 e quindi, le rette di taratura andrebbero
determinate filtrando anche gli standard su SPE.
BIBLIOGRAFIA

1. Studio sulla formazione del cromo esavalente nelle pelli.
A. Ballardin, M. Xompero Cuoio Pelli Materie Concianti 76, 155-165 (2000)

2. Davide Concato tesina ITIS GALILEI (2000-2001) :
L' effetto del pH sulla reazione tra idroperossidi organici e Cr 3+

3. Paolo Pastore, Alberto Ballardin Gabriella Favaro, Daniele Danieletto,
Talanta 63 (2004) 941-947.
Evidence of Cr(VI) formation during analysis of leather
Proposal of an alternative method of analysis through the
ion-chromatographic approach and post-column reaction;
Pubblicazione Talanta, www.elsevier-com/locatetalanta

4. J. Font (1999) :
Journal of the Society of Leather Technologists and Chemists 82, 91-95

5. U. Sammarco, Cuoio Pelli Materie Concianti 74, 83-94 (1998)

6. E. Scaglia, B. Vialetto Cuoio Pelli Materie Concianti 74, 121-133 (1998)
RINGRAZIAMENTI

Si desidera ringraziare le ditte di analisi chimiche “Dedalo s.r.l. e Analitycal”
per la disponibilità e per i campioni di cuoio forniti che ci hanno permesso di
eseguire le analisi.

Siamo grati al Sig. Paolo Rasia dell’ ITIS “G. Galilei” per il supporto tecnico
offerto per la nostra ricerca.
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