Strategia di Escalation o Early High Effective per il paziente con Sclerosi Multipla
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Strategia di Escalation o Early High Effective per il paziente con Sclerosi Multipla Marco Capobianco SCDO Neurologia e Centro di Riferimento Regionale Sclerosi Multipla (CReSM) - AOU San Luigi Gonzaga, Orbassano (TO) Lo sviluppo esponenziale dei farmaci approvati negli immunomodulante cronica (Chronic Immunosuppression) ultimi 10 anni per la Sclerosi Multipla (SM) sta modi- ad elevata efficacia che mantenga il sistema immunitario ficando radicalmente la strategia terapeutica applicabile in uno stato di equilibrio “anti-infiammatorio” a lungo ter- alla malattia. mine mediante la somministrazione costante del farmaco Seguendo la classificazione proposta dall’Agenzia Italiana (ad es. fingolimod, natalizumab). del Farmaco (AIFA) per i criteri di prescrivibilità, i farmaci L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) contempla la pos- attualmente approvati per la Sclerosi Multipla sono sud- sibilità di un approccio EHE, attraverso il “criterio B” di divisi in farmaci di I linea e farmaci di II linea, ove la di- prescrivibilità, che consente la somministrazione dei far- stinzione risiede soprattutto sui rischi connessi agli eventi maci EHE come prima terapia in pazienti con almeno 2 avversi potenziali, ma che porta con se’ anche una diffe- ricadute disabilitanti nel corso dell’ultimo anno (con in- rente efficacia almeno per quanto riguarda i parametri di completo recupero), e 1 o più lesioni captanti gadolinio attività infiammatoria di malattia, cioè riduzione del tasso alla RM cerebrale o comparsa di un aumento significativo annualizzato di ricadute, riduzione dell’accumulo di nuo- del carico lesionale alla RM. ve lesioni o lesioni attive alla risonanza magnetica. La scelta della strategia terapeutica si basa sulla valutazio- I farmaci di I linea sono gli interferoni (in tutte le loro ne dei fattori prognostici del singolo paziente, ovviamen- varianti di dose, frequenza e via di somministrazione), il te prendendo anche in considerazione le aspettative del glatiramer acetato, la teriflunomide e il dimetilfumarato, paziente, il suo stile di vita, la sua propensione al rischio mentre di II linea sono fingolimod, natalizumab, ocrelizu- (Figura 1). mab, alemtuzumab, cladribina, mitoxantrone. La strategia adottata prevede poi la valutazione di fattori In quest’ottica la strategia terapeutica adottabile può esse- legati al farmaco e implica un continuo re-assessment del re definita di “Escalation” (ESC), cioè decidere di iniziare paziente per verificarne la risposta terapeutica e adeguare con un farmaco ad alta sicurezza ma efficacia moderata la terapia qualora non vi sia risposta ottimale al farmaco (generalmente una I linea), cambiando quindi terapia scelto (Figura 2). qualora non si verifichi risposta terapeutica, piuttosto che iniziare con un farmaco ad alta efficacia e rischio più ele- Strategia “Escalation” vato (farmaci di II linea). Quest’ultima strategia definita Nei pazienti in cui vengono giudicati fattori prognostici Early High Effective (EHE) contempla 2 diverse moda- favorevoli all’esordio, la prima scelta terapeutica può ri- lità di azione: la strategia di Induction o meglio definibile cadere in una strategia di Escalation (ESC), quindi in una Immune Reconstitution Therapy (IRT), in cui il farmaco, terapia di I linea, con una verifica costante della risposta generalmente somministrato con protocolli che prevedo- terapeutica onde poi identificare la necessità di un cam- no un breve periodo di somministrazione, determina un biamento terapeutico qualora si verifichi una risposta profondo cambiamento dell’assetto immunologico del sub-ottimale. paziente, secondario all’intensa ma rapida immunosop- L’ottimizzazione terapeutica precoce alla luce dei para- pressione/immunoablazione e quindi alla ricostituzione metri di risposta terapeutica, siano essi clinici o di riso- del sistema immunitario stesso (ad es. alemtuzumab, cla- nanza magnetica, può modificare il decorso di malattia dribina), piuttosto che una terapia immunosoppressiva/ dei pazienti. 4 Multiple Sclerosis Update 2019 - Anno 1, Numero 1
Fattori demografici e ambientali Fattori clinici • Età avanzata • Malattia primariamente progressiva • Sesso maschile • Alto tasso di ricadute • Origine non europea • Intervallo più breve tra la prima e la seconda ricaduta • Livelli di vitamina D bassi • Esordio a livello del tronco cerebrale, del cervelletto o del • Fumo midollo spinale • Comorbilità • Recupero scarso dopo la prima recidiva • Expanded Disability Status Scale score più elevato alla diagnosi • Esordio polisintomatico • Deficit cognitivi precoci Prognosi negativa Analisi RMI Biomarkers • Numero di lesioni T2 elevato • Numero di lesioni T2 elevato • Volume delle lesioni T2 elevato • Presenza di bande oligoclonali IgG e IgM nel CSF • Presenza di lesioni captanti-gadolino • Livelli elevati della catena leggera del neurofilamento nel • Presenza di lesioni infratentoriali CSF e nel siero • Presenza di lesioni nel midollo spinale • Livelli elevati di chitinasi nel CSF • Atrofia cerebrale completa • Assottigliamento dello strato delle fibre nervose retiniche • Atrofia della sostanza grigia rilevato mediante tomografia a coerenza ottica Fig.1 - Fattori Prognostici RMI, risonanza magnetica per immagini, CSF, liquido cerebrospinale, IgG, immunoglobulina G; IgM, immunoglobulina M Negativi. Diagnosi di sindrome clinicamente isolata o sclerosi multipla recidivante-remittente Assenza di fattori prognostici negativi Presenza di fattori prognostici negativi Iniettabili Orali Infusioni Orali IFNβ1a sottocutaneo Teriflunomide Natalizumab Fingolimod IFNβ1a intramuscolare Dimetilfumarato Risposta subottimale Alemtuzumab Cladribina PEG-IFNβ1a sottocutaneo Ocrelizumab IFNβ1b sottocutaneo Glatiramer acetato Eventi avversi Eventi avversi Risposta subottimale Scelta di trattamenti alternativi iniettabili o orali Scelta di trattamenti alternativi per infusione o orali Fattori che influenzano la scelta del farmaco Fattori che influenzano la scelta del farmaco Fattori Farmaci favoriti Fattori Farmaci favoriti Agofobia Teriflunomide Positività JCV Tutti eccetto natalizumab Dimetilfumarato Scarsa aderenza Natalizumab, Ocrelizumab Monitoraggio Glatiramer acetato Monitoraggio Cladribina, Ocrelizumab Gravidanza Glatiramer acetato, IFNβ Efficacia Alemtuzumab, Natalizumab, Ocrelizumab Sicurezza Glatiramer acetato Gravidanza (pianificata) Alemtuzumab, Cladribina, Natalizumab Preferenza della via Cladribina, Fingolimod di somministrazione orale Preferenza dell’induzione Alemtuzumab, Cladribina Fig.2 - Algoritmo Terapeutico e Fattori legati al Farmaco. Multiple Sclerosis Update 2019 - Anno 1 Numero 1 5
Non vi è dubbio che l’incremento dei farmaci disponi- Lo switch a fingolimod riduce il rischio di ricadute e la pro- bili abbia portato nel tempo ad un aumento delle pos- gressione di disabilità riportando i pazienti ad un control- sibilità per il paziente di andare incontro ad uno switch lo di malattia simile a quello dimostrato dai pazienti trattati terapeutico: il tempo intercorso tra il primo farmaco ed in I linea con fingolimod (approccio EHE), dimostrando il primo switch nel 25% di 5929 pazienti dell’Adelphi MS che un farmaco a più alta efficacia offre dei vantaggi in ter- Disease Program è sceso da 3,6 anni per i pazienti diagno- mini di controllo di malattia non solo nei pazienti naïve ma sticati prima del 2006 a 1,2 anni per i pazienti diagnosti- anche nei pazienti switcher. cati nel 2014. In conclusione quindi tutti i dati derivati da studi di real- L’approccio di switch terapeutico può prevedere, alla luce life sottolineano l’importanza di un’escalation precoce nei del rapporto rischio/beneficio di ogni singolo farmaco la pazienti non-responder ai farmaci di I linea: sebbene non scelta di switch “laterale” tra farmaci di I linea, piuttosto che vi sia ad oggi un sequencing terapeutico sicuramente mi- switch “verticale” a farmaci di II linea (ESC), ove nel pri- gliore dell’altro, non vi è dubbio che la strategia di switch mo caso si va a soppesare maggiormente la sicurezza del “verticale”, qualora precoce e costruita sul singolo paziente farmaco mentre nel secondo approccio viene preferita la sulla base della valutazione dei suoi fattori prognostici e valutazione di efficacia relativa del farmaco in questione. del rapporto rischio/benefico del farmaco proposto, sia Da un punto di vista teorico, il passaggio ad una diversa da considerare la strategia terapeutica ottimale in quei pa- terapia di I linea considerando il meccanismo d’azione dif- zienti che dimostrino una risposta non ottimale al primo ferente di ogni farmaco potrebbe portare ad un controllo trattamento proposto. efficace della malattia; tuttavia i dati di letteratura ad oggi pubblicati sono coerenti nel definire che un approccio Strategia “Early High Effective” ESC sia più efficace, portando un maggior numero di pa- (EHE) zienti ad un controllo di malattia ottimale. La strategia terapeutica da adottare nei pazienti con indici Già nel 2012 Prosperini et al. dimostrarono in un grup- prognostici negativi dovrebbe ricadere sull’uso precoce e po di 266 pazienti non-responder a DMDs di I linea che lo naïve di farmaci ad elevata efficacia, che inducano una ri- switch a natalizumab aumentava la probabilità di controllo sposta terapeutica rapida e altamente efficace con un man- dell’attività sia clinica sia radiologica a 2 anni rispetto ai pa- tenimento dello stato di risposta nel lungo termine. zienti che avevano seguito una strategia di switch “laterale”: Una proposta di categorizzazione dei trattamenti EHE in particolare il rischio relativo di essere NEDA (No Evi- prevede immunomodulazione e immunosoppressione a dence of Disease Activity)-3 a 1 e 2 anni era rispettivamente lungo termine che richiede la continua somministrazione dello 0,81 e 0,46 in favore dei pazienti che andavano in- della terapia (fingolimod e natalizumab) rispetto ad una contro allo switch “verticale” (p
A Somministrazione del farmaco Presenza del farmaco nell’organismo Effetti del farmaco sul sistema immunitario Effetti benefici clinici-terapeutici e RMI Tempo B Somministrazione del farmaco Presenza del farmaco nell’organismo Effetti del farmaco sul sistema immunitario Effetti benefici clinici-terapeutici e RMI Fig.3 - Concetto di Immunosoppressione/ Tempo immunomodulazione continua (A) e Terapia RMI, risonanza magnetica per immagini Immunoricostitutiva (B). i diversi parametri di risposta terapeutica presi in conside- tiche in 21 diverse nazioni, per un totale di 68 centri SM. razione (ricadute cliniche, progressione di disabilità, atti- I pazienti considerati eleggibili per il confronto erano vità di malattia alla risonanza magnetica, atrofia cerebrale, 9452. Dopo un matching per propensity score sono stati progressione di danno cognitivo, biomarcatori di danno confrontati 380 pazienti trattati con approccio escalation neuronale come neurofilamenti sierici, ecc.). (Interferone o Glatiramer Acetato come prima terapia) Differente è invece l’inquadramento di ocrelizumab, versus 235 pazienti trattati con EHE (Fingolimod, Nata- poiché è definibile sia immunosoppressore cronico, sia lizumab o Alemtuzumab come prima terapia). L’outcome pulsed-IRT data la sua frequenza di somministrazione se- di analisi era il passaggio a fase progressiva di malattia: mestrale, ma non è chiaro quale sia la durata di azione del dall’analisi è risultato che le terapie EHE hanno ridotto farmaco stesso in termini di durata di NEDA oltre i 6 mesi, del 44% il rischio di passaggio a fase progressiva di SM per cui viene attualmente utilizzato alla stregua di fingoli- (p=0,046), già ad un follow-up medio di circa 5 anni. Il mod e natalizumab, cioè cronicamente con infusioni ogni dato ha mantenuto una significatività anche conside- 6 mesi. rando quei pazienti che avevano iniziato una terapia con Interferone o Glatiramer Acetato, ma poi erano passati Escalation versus Early High nei primi anni a terapie ad elevata efficacia come Mito- Effective xantrone o Ciclofosfamide. Nel 2019 è stato pubblicato un lavoro svolto dal consor- Sempre nel 2019 un altro lavoro ha confrontato escalation zio MS-base che ha confrontato le due strategie terapeu- ed EHE. In questo lavoro sono stati retrospettivamente Multiple Sclerosis Update 2019 - Anno 1 Numero 1 7
analizzati i dati di 592 pazienti, di cui 104 trattati con anti- potenza del trattamento quando il paziente non è in un corpi monoclonali come prima terapia (EHE) e 488 con regime terapeutico ottimale. Interferone, Glatiramer Acetato o farmaci orali (approccio Nel 2018 è stato pubblicato uno studio in cui ad un gruppo escalation). I due gruppi erano disomogenei per caratteri- di neurologi erano presentati 20 casi clinici di persone con stiche basali, dato che l’approccio EHE è stato riservato a SM in cui si verificavano vari scenari di risposta insoddisfa- pazienti con una maggiore attività infiammatoria di malat- cente in pazienti in DMD di I linea. L’obiettivo era verificare tia: il tasso annualizzato di ricadute (ARR) pre-terapia era in quanti e quali scenari il neurologo ricadeva in uno stato 1,7 per i pazienti trattati con EHE, e 0,7 per quelli ESC. di inerzia terapeutica, cioè non decideva nel caso clinico di Nonostante un fattore prognostico più negativo, i pazienti passare a terapia di II linea. Allo studio hanno risposto 64 avviati a EHE hanno un ARR più basso nel follow-up: 0,16 esperti di SM e 32 neurologi generali. L’inerzia terapeutica nel gruppo ESC e 0 nell’EHE (p = 0,02). Soprattutto, il è stata presente nel 69% dei casi quando venivano sottopo- gruppo EHE mostra un ridotto rischio (del 30% circa) di sti a neurologi generali e, sorprendentemente, ben nel 47% accumulo irreversibile di disabilità. dei casi quando ad effettuare una scelta erano gli esperti di Un ulteriore recente studio dimostra che l’approccio SM. In particolare, lo scenario in cui più frequentemente gli EHE offre dei vantaggi rispetto a ESC: nello studio RE- esperti di SM andavano incontro a inerzia terapeutica era la LODIMS di Paolicelli et al. già precedentemente citato, presenza, durante terapia di I linea, di 1 ricaduta e 1 lesione l’approccio inziale con EHE (in questo caso fingolimod) attiva alla risonanza magnetica. riduce la probabilità di progressione di disabilità rispetto Le cause possibili di inerzia terapeutica sono plurime, le- ad un approccio ESC (interferone). gate a fattori di personalità e cultura del medico, caratteri- stiche cliniche o di attitudine del paziente, o contingenze Inerzia terapeutica pratiche, e sono elencate nella tabella 1, adattata da una Che si tratti di iniziare una terapia o di cambiare farmaco review di Saposnik e Montalban sull’argomento. in caso di non risposta, il clinico deve essere conscio del rischio di cadere in un atteggiamento definito “inerzia te- Conclusioni rapeutica”. Le strategie terapeutiche per la cura della persona con Per inerzia terapeutica si intende il non iniziare una terapia Sclerosi Multipla sono radicalmente cambiate negli ultimi adeguata alle caratteristiche prognostiche della malattia anni grazie alla disponibilità di nuovi farmaci con differen- quando ciò sarebbe necessario, o il non aumentare dose/ ti meccanismi d’azione e gradi di efficacia. Fattori correlati al medico Fattori correlati al paziente Fattori sanitari Incapacità di fissare degli obiettivi chiari Demografici (e.g. età avanzata) Mancanza di linee guida Errori nella valutazione del rischio Interpretazione errata dell’attività Copertura e finanziamenti per DMT clinica (e.g. attacchi non disabilitanti) (governo, sistema sanitario, etc.) Incapacità di identificare comorbilità che Attività radiologica Mancanza di pianificazione delle visite influenzano gli outcome clinici Sottovalutazione dei bisogni del paziente Scarsa propensione al cambiamento Mancanza di piani di emergenza per i pazienti che manifestano sintomi nuovi Bassa tolleranza all’incertezza terapeutica Malattia mentale concomitante (e.g. Risorse limitate (e.g., spazi clinici per la depressione con effetti sulla cura SM, appuntamenti non disponibili, scarsa di sé) capacità clinica e RMI) Scarsa propensione a rischi non noti/status quo Effetti collaterali dei nuovi DMT Costi elevati Comportamento di emulazione (seguire una Scarsa comunicazione Mancanza di coordinazione dei servizi precedente ed errata decisione di un collega) sanitari Approccio nichilista Mancanza di fiducia Gap conoscitivo (mancanza di conoscenza Tab.1 - Fattori determinanti delle linee guida cliniche) inerzia terapeutica. DMT, farmaci modificanti la malattia 8 Multiple Sclerosis Update 2019 - Anno 1, Numero 1
Mentre per pazienti con fattori prognostici positivi all’e- tinua piuttosto che una strategia di induzione o pulsed-IRT. sordio può essere proposta una strategia di escalation, la Qualunque sia la scelta inziale è comunque necessaria presenza di fattori prognostici negativi o intermedi do- una continua rivalutazione del paziente per verificarne vrebbe far optare alla scelta di una strategia Early High Ef- la risposta terapeutica ed adattare la strategia terapeutica, fective; in questa strategia, in base a fattori legati al farmaco evitando un atteggiamento di inerzia che può comportare in analisi e alla propensione al rischio del paziente può maggiori rischi per il paziente di progressione di disabilità essere adottata una strategia di immunosoppressione con- e peggiori outcomes clinici. Bibliografia • Brown JWL, Coles A, Horakova D, et al. Association of • Prosperini L, Giannì C, Leonardi L, et al. Escalation to initial disease-modifying therapy with later conversion natalizumab or switching among immuno-modulators in to secondary progressive multiple sclerosis. JAMA relapsing multiple sclerosis. Mult Scler 2012;18(1):64-71. 2019;321(2):175-187. • Rotstein D, Montalban X. Reaching an evidence-based • Harding K, Williams O, Willis M et al. Clinical outcomes of prognosis for personalized treatment of multiple sclerosis. escalation vs early intensive disease-modifying therapy in Nat Rev Neurol 2019;15(5):287-300. patients with multiple sclerosis. JAMA Neurol 2019; 76(5): • Saposnik G, Montalban X, Selchen D, et al. Therapeutic 536-541. inertia in multiple sclerosis care: a study of canadian • He A, Spelman T, Jokubaitis V, et al. Comparison of switch neurologists. Front Neurol 2018;9:781. to fingolimod or interferon be-ta/glatiramer acetate in active • Saposnik G, Montalban X. Therapeutic inertia in the multiple sclerosis. Jama Neurol 2015;72(4):405-13. new landscape of multiple sclerosis care. Front Neurol • O’Connor PJ, Sperl-Hillen JAM, Johnson PE, et al. Clinical 2018;9:174. inertia and outpatient medical errors. In: Henriksen K, • Sorensen PS, Sellebjerg F., Pulsed immune reconstitution Battles JB, Marks ES, Lewin DI, editors. Advances in patient therapy in multiple sclerosis. Ther Adv Neurol Disord safety: from research to implementation. (Vol. 2), Rockville, 2019;12:1-16. MD: Concepts and Methodology (2005). • Spelman T, Kalincik T, Zhang A, et al. Comparative efficacy • Paolicelli D, Lucisano G, Manni A et al. Retrospectively of switching to natalizumab in active multiple sclerosis. Ann acquired cohort study to evaluate the long-term impact of Clin Transl Neurol 2015;2(4):373-87. two different treatment strategies on disability outcomes in patients with relap-sing multiple sclerosis (RE. • Wakeford C, Ye X, Pike J, et al. Changing disease modifying LO.DI.MS): data from the Italian MS Register. J Neurol therapy switching dynamics for relap-sing-remitting multiple 2019;266(12):3098-3107. sclerosis patients” - ECTRIMS Online Library. 2017; 200339; P684. Multiple Sclerosis Update 2019 - Anno 1 Numero 1 9
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