SNA Rassegna Stampa del 05/05/2014 - Sna Service
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SNA Rassegna Stampa del 05/05/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE SNA Il capitolo non contiene articoli ALTRE ASSOCIAZIONI Il capitolo non contiene articoli SCENARIO ASSICURAZIONI 03/05/2014 Il Sole 24 Ore 5 Fitch promuove Generali L'outlook passa a stabile 04/05/2014 Il Sole 24 Ore 6 La linea sottile dell'etica tech 05/05/2014 Il Sole 24 Ore 8 L'assicurazione contumace deve andare in mediazione 04/05/2014 La Repubblica - Genova 9 Matuzalem presta l'auto all'amico che si schianta: l'assicurazione non c'è 05/05/2014 La Repubblica - Affari Finanza 10 TERREMOTO GRECO NEL SALOTTO BUONO 05/05/2014 Corriere Economia 11 Dividendi ricchi: primo Benetton 05/05/2014 Corriere Economia 13 Corporate Puntare al 3% tenendo a bada i rischi 05/05/2014 Corriere Economia 15 La polizza contro il furto dei dati 05/05/2014 ItaliaOggi Sette 16 Successioni, più appeal alle polizze vita 05/05/2014 ItaliaOggi Sette 17 Bond, l'alto rendimento fa gola 03/05/2014 Milano Finanza 18 Poste, intesa sulle deleghe 03/05/2014 Milano Finanza 19 Più cedole in Piazza
03/05/2014 Milano Finanza 20 Ecco i super gestori 03/05/2014 Milano Finanza 26 Da Generali una polizza Vita low cost 03/05/2014 Milano Finanza 27 Una cura a caro prezzo 03/05/2014 Milano Finanza 29 Il fondo è in salute 03/05/2014 Milano Finanza 30 Resistenza a 22.000 punti 03/05/2014 Milano Finanza 34 Continua la discesa 03/05/2014 Milano Finanza 36 Up il conto va in rete 03/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 38 la lettera 03/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 40 A marzo per i fondi 2 miliardi di flussi netti 03/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 42 Covip soppressa, si fa presto a dire lobby
SCENARIO ASSICURAZIONI 22 articoli
03/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 23 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Polizze. I giudizi sul Leone Fitch promuove Generali L'outlook passa a stabile L'agenzia di rating Fitch promuove il gruppo Generali. A due giorni dall'assemblea di Trieste, che ha visto il rafforzamento degli investitori esteri nel capitale della compagnia, Fitch ha rivisto l'outlook di Generali e delle sue controllate strategiche da negativo a stabile. Contemporaneamente l'agenzia ha confermato la forza finanziaria (Insurer Financial Strenght, Ifs) di Generali e delle controllate ad "A-" e il rating a lungo Idr (Issuer Default Rating) a "BBB+". Proprio Fitch ha comunicato ieri la revisione dell'outlook sottolineando che la decisione fa seguito alla revisione dell'outlook dell'Italia da parte della stessa agenzia americana avvenuta lo scorso 25 aprile. Il rating a lungo del gruppo assicurativo di Trieste, spiega Fitch, «è pesantemente influenzato dall'esposizione del gruppo al debito sovrano italiano. Questa esposizione rappresenta un grande rischio di concentrazione e una potenziale fonte di volatilità per il capitale». SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 5
04/05/2014 Il Sole 24 Ore - Nova 24 Pag. 9 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Norme |Progresso|Tecnologie | La linea sottile dell'etica tech Il dilemma delle regole che non riescono a tenere il passo dell'innovazione Vivek Wadhwa aUn imprenditore può finire nei guai se chiede a un candidato all'assunzione dei suoi orientamenti politici, religiosi o sessuali. Ma può ricavare dai social media le sue opinioni. Le banche non possono discriminare sulla base della razza o dei gusti sessuali. Ma possono rifiutarsi di concedere un prestito a persone con amici su Facebook che hanno problemi di debiti oppure se un algoritmo li giudica indesiderabili dal punto di vista social. Questi gap normativi esistono perché la legge non riesce a tenere il passo della tecnologia. «È così perché la legge è nel modello migliore - secondo le parole di Gandhi - "etica codificata"», sostiene Preeta Bansal, ex consigliere della Casa Bianca. Prendiamo lo sviluppo del diritto d'autore con l'invenzione della stampa. Quando fu introdotta, la stampa fu devastante per le élite politiche e religiose aprendo la diffusione del sapere. Provocò il declino del Sacro Romano Impero con la diffusione delle idee del Protestantesimo, l'ascesa del nazionalismo e degli Stati- nazione e in qualche modo anche l'avvento del Rinascimento. Il dibattito sulla proprietà delle idee proseguì per tre secoli prima dell'introduzione delle prime regole in Gran Bretagna. Le nostre leggi e le pratiche etiche sono il risultato di secoli di evoluzione. Oggi la tecnologia è in crescita esponenziale. I cambiamenti che un tempo richiedevano secoli oggi avvengono in decenni, a volte in anni. Non molto tempo fa Facebook era un sito per universitari, i cellulari oggetti da ricchi, i droni macchine da guerra da diversi milioni di dollari e i supercomputer riservati alla ricerca governativa. Oggi gli appassionati possono costruire droni e anche da piccoli villaggi indiani posso accedere a Facebook con smartphone più potenti del Cray 2, supercomputer che nell'85 costava 17,5 milioni di dollari. Non siamo arrivati a una definizione di ciò che è etico, senza tenere conto del l'aspetto legale, per tecnologie come i social media. Consideriamo la questione della privacy. Le nostre leggi datano alla fine del XIX secolo, quando a Boston l'avvocato Samuel Warren contestò il gossip pubblicato dai giornali sulla sua famiglia. Questo portò il futuro presidente della Corte suprema Louis Brandeis a scrivere l'articolo «Il diritto alla privacy». L'idea che esista un diritto a essere ignorati, così come quello di proprietà, pose le basi per la legge sulla privacy. I buchi della legge sulla privacy sono cresciuti in maniera esponenziale da allora. C'è - giustamente - un coro di proteste sulla Nsa, ma la portata di questa sorveglianza impallidisce di fronte ai dati personali raccolti da Google, Facebook, Apple. I nostri smartphone tracciano movimenti e abitudini di ciascuno. Con i device indossabili e i sensori medicali connessi agli smartphone anche le informazioni sulla nostra salute diventano di dominio pubblico. Dove possiamo tracciare la linea su quello che è legale ed etico? Poi c'è il Dna. I test genetici diventeranno presto diffusi come le analisi del sangue e non sarà facile proteggere i dati. La questione più rilevante è che cosa potrebbero fare le aziende con i dati personali. Il Genetic Information Nondiscrimination Act del 2008 proibisce l'uso delle informazioni genetiche per assunzioni e assicurazioni sanitarie, ma non prevede alcuna tutela per discriminazioni sulla disabilità e le polizze vita. Dobbiamo ancora trovare un consenso su come i dati possono essere raccolti e resi pubblici. Non sappiamo nemmeno chi possiede i dati del Dna individuale. Avremo dibattiti simili sulle auto senza conducente, sui robot, sui droni. Thomas Jefferson disse che «leggi e istituzioni devono progredire di concerto con il progresso della mente umana. Man mano che questa si sviluppa, che vengono fatte nuove scoperte, svelate nuove verità, anche le istituzioni devono progredire e mantenersi in linea con i tempi». Il problema è che oggi la mente umana stessa non riesce a tenere testa ai progressi resi possibili dai computer. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 6
04/05/2014 Il Sole 24 Ore - Nova 24 Pag. 9 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Privacy a rischio. Una protesta contro lo spionaggio in rete da parte della Nsa: ma le minacce vengono anche da tutti i big del web SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 7
05/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 33 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Processo civile. I confini della conciliazione ordinata dal giudice L' assicurazione contumace deve andare in mediazione Marco Marinaro Anche la compagnia di assicurazione rimasta contumace nel processo civile deve essere invitata a partecipare alla mediazione disposta dal giudice. Il chiarimento è contenuto in una sentenza parziale del tribunale di Roma (XIII sezione civile) del 10 aprile 2014 che, nell'ambito di un giudizio in materia di infezioni ospedaliere, affronta il tema della mediazione delegata. Il caso riguarda una paziente che, sottoposta a un intervento chirurgico ortopedico presso una casa di cura, durante la degenza ha contratto un'infezione che ne ha rallentato la guarigione e ha impedito una corretta ripresa dell'articolazione interessata dall'intervento. Dopo un prima perizia d'ufficio, che ha accertato l'assenza di responsabilità in capo al chirurgo e nelle more di integrazioni date da perizie e istruttorie necessarie ad accertare la responsabilità della casa di cura, il tribunale è giunto a pronunciare una sentenza parziale con la quale ha rigettato la domanda proposta contro il chirurgo, condannando la parte attrice alle spese del giudizio e ha disposto con separata ordinanza il prosieguo del giudizio, previo espletamento della mediazione stragiudiziale. Infatti il giudice ha ritenuto vantaggioso per le parti disporre l'avvio di un percorso di mediazione al quale far partecipare tutte le compagnie coassicuratrici, anche quella rimasta contumace, chiarendo come possa essere utile, ma non necessaria, la presenza del chirurgo convenuto. Ma la motivazione della sentenza contiene anche una serie di indicazioni per le parti. Per cui, se la presenza di tutte le compagnie di assicurazione costituisce un ottimo viatico per propiziare un accordo, il tribunale sottolinea come l'assenza di una delle stesse non sia di per sé di ostacolo alla soluzione conciliativa. Vi sono situazioni infatti, e questa vi rientra, in cui non sussistendo alcun litisconsorzio necessario, la presenza di tutte le parti invitate è utile ma non indispensabile. Raggiunto l'accordo soltanto con una o più assicurazioni, il giudice provvederà a regolare, autonomamente, i rapporti fra la casa di cura e l'assicurazione che dovesse non aderire all'invito o non partecipare all'accordo (che sia costituita o meno). Evidentemente le valutazioni e i provvedimenti che si dovessero trarre dalla mancata partecipazione alla procedura di mediazione ai sensi delle norme vigenti (articolo 8, comma 4-bis, Dlgs 28/2010) riguarderanno tout court le assicurazioni costituite e, soltanto ai sensi dell'articolo 116, comma 2, Codice di procedura civile, l'assicurazione rimasta contumace. Il tribunale insomma, nel chiarire alle parti i contorni processuali e sostanziali entro i quali potranno ricercare il potenziale accordo conciliativo, segnala con chiarezza anche quali siano le conseguenze alle quali saranno esposte qualora non parteciperanno alla stessa ovvero pur partecipando riterranno ex se impossibile ogni accordo per l'assenza di una o più delle altre parti. Peraltro, posta l'accertata infondatezza della domanda proposta nei confronti del chirurgo, al fine di evitare ogni dubbio, il giudice chiarisce che la procedibilità delle domande della casa di cura di chiamata in giudizio e manleva delle compagnie di assicurazione resta subordinata al puntuale adempimento di quanto prescritto circa la mediazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 8
04/05/2014 La Repubblica - Genova Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STORIA Matuzalem presta l'auto all'amico che si schianta: l' assicurazione non c'è SI FA prestare la Mercedes da un amico, dal centrocampista del Genoa Marcelino Matuzalem, e dopo avere bevuto con un'amica si schianta, lasciando per strada la macchina ammaccata e l'amica ferita. Per questo, il brasiliano Nerylon Ferrera De Olivera, 26 anni, ala destra, ex Under 17 brasiliana ed ex Santos, è stato arrestato. Ieri, processato per direttissima, è stato condannato, ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione (con pena sospesa). Il giovane è stato riconosciuto colpevole di omissione di soccorso, guida senza patente e in stato di ebbrezza. E' successo l'altro ieri, nel ponente di Genova. La ragazza diciottenne è stata trovata ancora in macchina ferita, mentre Nerylon era scappato. I carabinieri della Compagnia di Arenzano hanno accompagnato la giovane donna all'ospedale e hanno rintracciato il brasiliano, arrestandolo. L'auto, priva di assicurazione, è stata sequestrata e Matuzalem denunciato per incauto affidamento. SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 9
05/05/2014 La Repubblica - Affari Finanza - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 1 (diffusione:581000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TERREMOTO GRECO NEL SALOTTO BUONO Massimo Giannini Qualcosa si muove, anche nel vecchio e polveroso "capitalismo reale" all'italiana. L'ultima assemblea delle Generali sancisce un cambio di fase, che non riguarda solo il Leone di Trieste, ma attraversa l'intero sistema di potere che un tempo si chiamava, con un enfasi retorica malriposta, il Salotto Buono. I fondi d'investimento esteri tornano ad affacciarsi sul parco buoi, e scoprono che gli assetti sclerotici e autoreferenziali delle aziende si stanno lentamente ma inesorabilmente scardinando. La quota degli investitori stranieri presenti nel capitale di Generali e' passata dal 9,2% del 2012 al 15,2% del 2014. La "magnifica preda", blindata per decenni nella cassaforte di una Galassia del Nord protetta dai patti di sindacato e dagli accordi parasociali, sta diventando una public company. La stessa cosa sta accadendo a Telecom, che a giugno si libererà definitivamente dall'innaturale "camicia di forza" rappresentata da Telco. Mario Greco ha il merito di aver avviato questa metamorfosi. Aveva promesso che per Generali non ci sarebbero più state "partecipazioni strategiche". Ha mantenuto la sua promessa. Proprio a partire dall'affare Telco. Per Trieste il salvataggio di Telecom (perché di questo si è trattato, nel 2007) si è rivelato un bagno di sangue. Un miliardo e 350 milioni di perdite su un miliardo e 550 milioni di investimento. Questo è il conto che Greco si è trovato sulla scrivania, appena arrivato in Generali. La cessione di una parte della quota Telco a Telefonica nel settembre scorso - se non ha certo premiato i piccoli azionisti, nella migliore tradizione della Borsa italica - è stata però un capolavoro per Generali, che ha venduto i suoi titoli al doppio della valutazione di mercato. E in un colpo solo ha ridotto il rubinetto delle perdite, ha rafforzato il suo patrimonio e ha gettato le basi per "cambiare verso" alla nostra mediocre parabola capitalistica. In giugno, con lo scioglimento di Telco, Generali potrà vendere le azioni residue sul mercato. Di lì tutto è cominciato, e tutto è cambiato. Non solo in Generali, ma anche in Mediobanca (dove Alberto Nagel ha a sua volta aperto il nuovo corso di Piazzetta Cuccia) e poi in Rcs, nella stessa Telecom, persino in Pirelli e in Intesa San Paolo. Si sciolgono legami incestuosi, si rompono partecipazioni incrociate. Enzimi di libero mercato contaminano finalmente il corpaccione amorfo di quel che resta della grande finanza italiana. Non a caso, fino a qualche settimana fa, nascosto tra gli arredi logori del fu Salotto Buono, c'era chi voleva fermare il cambiamento. La "società aperta" ha sempre i suoi nemici. Ieri valeva per Aron, oggi vale per Greco. m.giannini@repubblica.it SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 10
05/05/2014 Corriere Economia - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 1 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Piazza Affari Dividendi ricchi: primo Benetton MARVELLI e monti Le prime venticinque famiglie di Piazza Affari hanno incassato 1,6 miliardi di dividendi. Considerando le prime quaranta si arriva a 1,7. Sui primi tre gradini del podio Benetton, Del Vecchio e i Rocca A pagina 2 I signori italiani della cedola hanno chiuso una stagione più ricca di quella passata. E' vero che l'anno scorso il montepremi complessivo aveva superato i 2 miliardi, ma se si esclude qualche mega-operazione che aveva gonfiato le cifre (il caso Salini Impregilo, per esempio), il totale dei dividendi incassato dalle prime 40 famiglie con partecipazioni in Piazza Affari - pari a oltre un miliardo e 700 milioni - vale il 16% in più, mentre per i primi 25 classificati, che da soli totalizzano un miliardo e 600, il miglioramento supera il 19%. Ma chi sono i re della cedola 2014? Quest'anno sul podio più alto troviamo la famiglia Benetton, la famiglia Del Vecchio e i fratelli Rocca. I Benetton hanno visto aumentare di oltre 54 milioni gli introiti annui dai dividendi delle partecipazioni in portafoglio quasi tutti dovuti ad Atlantia, che ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,746 euro, invariato rispetto all'anno scorso. Il monte dividendi, però, è stato più ricco (da 484 a 606 milioni) per effetto delle nuove azioni emesse a concambio della fusione con Gemina. Redditizia è stata poi la partecipazione ad Assicurazioni Generali, che invece hanno raddoppiato la cedola annua. Anche Del Vecchio ha beneficiato della cedola più generosa del Leone di Trieste e quindi della vocazione finanziaria che segna le scelte di molti Paperoni italiani, sebbene la quota più importante dell'incremento annuo dei dividendi incassati dalla famiglia veneta sia dovuta al gioiello industriale di casa, Luxottica che ha aumentato da 0,58 a 0,65 euro per azione il coupon annuale. Nel caso invece del terzo posto, assegnato ai fratelli Rocca, il lieve calo dei flussi deriva dal cambio euro/dollaro, in quanto i dividendi di Tenaris sono rimasti invariati in dollari (0,45 per azione) ma sono diminuiti in euro (da 0,33 a 0,31) per effetto della rivalutazione della moneta unica europea rispetto al biglietto verde. Su e giù In aumento, dagli 82,4 milioni di un anno fa ai 94,3 di quest'anno, i flussi cedolari delle Famiglie Boroli/Drago in virtù delle partecipazioni in Generali e Gtech (ex Lottomatica) e quelli della famiglia Ferragamo che beneficia quest'anno dell'incremento del dividendo (da 0,33 euro a 0,40) per un flusso complessivo cedolare annuo superiore ai 50 milioni. Un traguardo superato pure dalla famiglia Della Valle, grazie alle cedole derivanti dalla partecipazione in Tod's. Ennio Doris e Silvio Berlusconi hanno invece arricchito il piatto delle cedole in virtù dell'aumento del 38% (da 0,18 a 0,25 euro per azione), deliberato da Mediolanum. Ancora all'asciutto, senza cedole per gli azionisti nè in famiglia nè fuori, sia Mediaset che Mondadori. E così, per il secondo anno consecutivo, Doris conta su una torta più grande di quella del socio storico Berlusconi. Due casi particolari sono poi rappresentati dalla famiglia Vacchi e dalla famiglia Garrone, al settimo e all'ottavo posto nella graduatoria generale. La famiglia Vacchi, proprietaria di oltre il 66% del capitale ordinario di Ima, ha incamerato nel novembre scorso una cedola straordinaria di 1,25 euro dovuta anche alle dismissioni non strumentali alle attività del gruppo, mentre la famiglia dei petrolieri tricolori Garrone ha beneficiato del dividendo straordinario deciso dal cda di Erg. Infine Romano Minozzi, l'industriale della ceramica, che nel 2013 vantava un flusso annuale di dividendi pari a 29,5 milioni, grazie al buon mix di partecipazioni finanziarie (Snam, Eni, Mediobanca e, soprattutto, Terna) quest'anno vede ridursi a 8,1 milioni gli introiti cedolari per effetto della dismissione del 5,35% delle quote di Terna nel maggio 2013 per un controvalore di circa 380 milioni di euro, dopo aver guadagnato circa 50 milioni di euro in dividendi negli anni precedenti. Assenti e presenti SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 11
05/05/2014 Corriere Economia - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 1 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il grande assente - che invece nella passata stagione era stato in prima fila - è Pietro Salini. Nel 2013, dopo l'Opa su Impregilo, nelle sue tasche finì un jumbo coupon da 522 milioni. Quest'anno l'assemblea ha deliberato la liquidazione del dividendo per le sole azioni di risparmio Salini Impregilo. «La stagione è stata ricca per i dividendi ma l'ultimo anno ha visto anche molti azionisti storici finanziarsi vendendo pacchetti azionari - commenta Giovanni Tamburi, presidente di Tip e grande investitore nel made in Italy non quotato -. Il tema, che si vede anche nella massiccia partecipazione dei fondi esteri nelle grandi aziende italiane, è quello di una maggior apertura al mercato». Per necessità o per virtù? Tamburi, che in questi giorni ha incontrato negli Stati Uniti decine di operatori istituzionali interessati all'investimento in Italia, ritiene che le due idee si possano coniugare. E che, se c'è più mercato anche in Piazza Affari, i dividendi diventeranno un po' di più lo strumento per farsi apprezzare dai soci. E non solo per rimpinguare le casse di famiglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA I PAPERONI ITALIANI Quanto valgono le cedole per le famiglie piu ricche in italia 1 2 SOCIETÀ QUOTATE 2014 2013 FAMIGLIA PARTECIPATE DIRETTAMENTE POSIZIONE DIVIDENDI (MIGLIAIA DI EURO) Ass. Generali, Atlantia, Autogrill, Caltagirone editore, Mediobanca, Pirelli &c, World Duty free BENETTON 2 4 Ass. Generali, Luxottica, DEL VECCHIO Unicredit 4 5 Ass. Generali, Dea Capital, BOROLI / DRAGO Gtech 2014 2013 294.186 231.980 94.363 240.161 198.681 82.382 3 3 ROCCA Tenaris 222.509 233.850 15 19 Acea ord, Caltagirone spa, Caltagirone edit., Cementir, Vianini Industria, Vianini lavori, Ass. Generali CALTAGIRONE 18 7 AStm, Ferrovie Nord Milano, GAVIO Mediobanca, Sias 21 31 A2A, Mittel, UBI Banca, ZALESKI Bpm, Cattolica 19 21 MAGNO Campari GARAVOGLIA 6 10 Mediaset, Mediobanca / BERLUSCONI Mediolanum, Mondadori 10 8 Mediobanca, Piaggio, Rcs mediagroup, Tod's, Generali DELLA VALLE 5 9 DORIS Mediolanum 7 18 VACCHI Ima 8 17 GARRONE Erg 9 11 FERRAGAMO Salvatore Ferragamo 11 6 BESNIER Parmalat 12 16 AGNELLI Exor 13 15 DE LONGHI De Longhi 14 12 MARAMOTTI Credem, Unicredit 16 13 RECORDATI Recordati 20 20 CREMONINI Marr 17 28 MONDINI Erg 22 24 BOMBASSEI Brembo 23 27 FURSTENBERG Banca Ifis 24 26 ARMANI Luxottica 25 22 CAIRO Cairo communication TOTALE 38.113 26.926 21.646 23.928 64.699 50.081 67.255 61.574 61.144 50.740 44.046 42.324 39.684 38.976 34.223 22.045 33.389 18.804 17.336 15.375 15.356 23.684 51.887 10.999 20.737 46.928 50.219 47.912 24.385 24.445 42.514 55.401 28.551 29.453 38.322 32.155 22.154 13.342 14.980 13.427 13.570 15.304 1.630.703 1.890.707 Franchino Who's who Chi sono i re di denari del nostro listino Quaranta famiglie per oltre 1,7 miliardi di cedole. Nella tabella vengono considerati gli incassi cedolari della stagione in corso delle prime 25 dinastie italiane con partecipazioni azionarie in Piazza Affari, sia perché titolari di imprese industriali nate per la maggior parte del Dopoguerra, sia perché detentori di quote azionarie in altre società (magari finanziarie) diverse dall'impresa che, a volte, porta il loro nome. A destra, invece, i patrimoni degli imprenditori Usa che hanno fatto strada con la tecnologia. © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 12
05/05/2014 Corriere Economia - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Analisi Il termometro del rischio dice che oggi il reddito fisso è un terreno che scotta: ecco come muoversi Corporate Puntare al 3% tenendo a bada i rischi Si possono utilizzare emissioni societarie high yield in dollari per diversificare con un 10-15% marco sabella In un anno non facile per il mercato del reddito fisso a causa del tendenziale aumento dei tassi di interesse americani, molti risparmiatori hanno scoperto che anche i bond possono essere rischiosi. Lo dimostrano le perdite che sfiorano il 10% dei governativi Usa a 10 anni o il calo superiore al 7% di categorie di emissioni come i titoli high yield (alto rischio e alto rendimento) Usa o le obbligazioni governative dei Paesi emergenti. Per questo motivo, secondo Adviseonly, un social network per risparmiatori e investitori (www.adviseonly.com ), conviene far rotta su categorie di bond in grado di combinare rendimenti accettabili con un livello di rischio contenuto, come le obbligazioni governative in euro a breve termine, le emissioni societarie in euro ad alta sicurezza (investment grade ), i titoli con rendimento agganciato al tasso di inflazione. E solo per una quota residuale, non superiore al 10-15% di un portafoglio globale, puntare sulla ripresa delle emissioni societarie high yield in dollari o sulle obbligazioni in valuta americana dei Paesi emergenti. Ricetta È questa, per l'appunto, la ricetta di un portafoglio prudente ideale elaborata da Adviseonly sulla base di una attenta ponderazione dei rischi e dei rendimenti delle principali categorie di emissioni a reddito fisso. Una graduatoria (vedi tabella ) che sul versante dei rischi potenziali per l'investitore mette al primo posto, in una scala da zero (rischio nullo) a 100 (rischio massimo), le obbligazioni societarie in dollari dei mercati emergenti, con un punteggio di 24,9, mentre allo spettro opposto della scala dell'incertezza si collocano gli investimenti in liquidità (depositi, titoli in euro a brevissima scadenza), il cui potenziale di rischio è di appena 0,1. Naturalmente tra rischio e rendimento c'è una relazione diretta. Quanto più aumenta l'incertezza, tanto più crescono i rendimenti. E, come si vede dalla tabella, la volatilità dei rendimenti (in questo caso sono perdite) è più accentuata per le categorie di emissioni con il punteggio di rischio più elevato. Quando il mercato volgerà in senso favorevole al reddito fisso probabilmente queste categorie, oggi penalizzate, saranno anche le più remunerative. «Nei prossimi 6-12 mesi, data la situazione attuale dei tassi e le aspettative macroeconomiche generali, non mi aspetto tracolli dei mercati obbligazionari, ma neppure risultati entusiasmanti per gli investitori. Un portafoglio ben diversificato che faccia perno sulle categorie delle obbligazioni governative in euro a breve termine, sui corporate bond ad alta sicurezza, sulle emissioni con rendimento agganciato al tasso di inflazione e su una quota non eccessiva di high yield in dollari e di bond dei Paesi emergenti potrebbe infatti raggiungere un rendimento di circa il 2-3% annualizzato», spiega Raffaele Zenti, partner e socio fondatore di Adviseonly. Misura Può sembrare poco ma si tratta comunque di un rendimento «reale» interessante perché con gli attuali livelli del tasso di inflazione (0,6% l'ultimo aumento su base annua nel mese di aprile) la remunerazione al netto del costo della vita è positiva per tutte le categorie di bond considerate in portafoglio. Le emissioni governative in euro a medio-lungo termine, che nella tabella sono associate a un rendimento medio del 3,78% con un livello di rischio di 7,4, potrebbero essere «arrivate». «C'è in giro un eccesso di ottimismo sul superamento della crisi dell'euro e i prezzi di alcune tipologie di obbligazioni, ad esempio quelle di Paesi periferici come la Grecia, potrebbero essere sopravvalutati, o comunque non in linea con i miglioramenti dell'economia reale del Paese», commenta lo strategist. Per questo suggerisce prudenza sulle emissioni governative tradizionali anche se riconosce che «in una situazione di stabilizzazione dell'economia dell'eurozona gli spread potrebbero scendere ancora». SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 13
05/05/2014 Corriere Economia - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A parere di Zenti costituiscono invece una buona opportunità i titoli in euro con rendimento agganciato all'inflazione «non perché ci sia il rischio, almeno nel medio termine, di un ritorno del carovita nell'eurozona, ma perché queste emissioni sono trattate a sconto rispetto ai titoli governativi tradizionali e quindi offrono rendimenti un po' più elevati». Nella logica del portafoglio le emissioni corporate in euro ad alta sicurezza (rischio 4, rendimento medio 1,58%) costituiscono invece una buona diversificazione dai governativi e quindi riducono il rischio emittente. Mentre i titoli in dollari, sia high yield che dei Paesi emergenti, potrebbero dare sprint alla performance di portafoglio nel momento in cui gli investitori torneranno a puntare su questa classe di attivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Società Intesa Sanpaolo Banca Popolare di Milano Buzzi Unicem Enel Assicurazioni Generali Fiat Mediobanca Telecom Italia UnipolSai Assicurazioni World Duty Free Beni Stabili Cattolica Assicurazioni Piaggio & C. Esprinet Editoriale L'Espresso Società Intesa Sanpaolo Banca Popolare di Milano Buzzi Unicem Enel Assicurazioni Generali Fiat Mediobanca Telecom Italia UnipolSai Assicurazioni World Duty Free Beni Stabili Cattolica Assicurazioni Piaggio & C. Esprinet Editoriale L'Espresso Paradossi Il rischio medio dei Btp medio lunghi in una scala da zero a 100 vale 7,4. C'è in giro un eccesso di ottimismo sulla possibilità di un superamento a breve della crisi dell'euro e i prezzi di alcune categorie di bond periferici, per esempio quelli della Grecia, potrebbero essere sopravvalutati o comunque non in linea con gli effettivi miglioramenti economici del Paese SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 14
05/05/2014 Corriere Economia - N.16 - 5 maggio 2014 Pag. 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Social network La polizza contro il furto dei dati F. CH. S icurezza dei dati diffusi sul web a rischio? Contro il furto dell'identità digitale è appena nata la prima polizza. È «Difesa Web» di Das (gruppo Generali), società specializzata nella tutela legale. In base a un'indagine commissionata dalla compagnia, il 13,3% degli italiani sostiene di aver subìto una violazione dell'email, profilo Facebook, Twitter o altro social network e il 22,3% di essere stato vittima di un reato su Internet. Il rischio più percepito è la possibilità che qualcuno acceda ai propri dati finanziari per fare acquisti online (44%), violare il conto corrente (35%) o compiere frodi (38%). «L'indagine - afferma Marco Rossi, direttore commerciale e marketing di Das - ci ha confermato la diffusione dei fenomeni e una doppia esigenza del mercato: da un lato la prevenzione e il monitoraggio, dall'altro la tutela legale». La polizza offre entrambi. Il monitoraggio dei dati è garantito da Crif. Il cliente sarà immediatamente avvisato attraverso un alert ogni volta che ci fosse un'eccessiva esposizione dei dati personali o il sospetto di violazioni. In caso di furto di identità o di utilizzo illecito da parte di terzi dei dati personali e finanziari entra in gioco la copertura assicurativa, che offre la consulenza e l'assistenza di un avvocato specializzato e il rimborso delle spese legali. «La polizza costa 70 euro l'anno con un massimale di 10 mila euro per anno di spese legali - spiega il direttore generale di Das Roberto Grasso -. L'assistenza legale riguarda il supporto per richieste di risarcimento danni e il ripristino dell'onorabilità per cause pendenti o protesti (con la cancellazione dai pubblici registri) e la difesa in procedimenti penali derivanti dal comportamento illecito di terzi». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 15
05/05/2014 ItaliaOggi Sette - 5 maggio 2014 Pag. 4 (diffusione:91794, tiratura:136577) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Successioni, più appeal alle polizze vita DI VALERIO STROPPA Polizze vita come strumento per la gestione del passaggio generazionale. Benefi ciando anche di una fi scalità di vantaggio. Ma i costi indiretti e di gestione delle assicurazioni rendono conveniente la stipula solo per importi piuttosto elevati. Sia le polizze ramo I, le cui prestazioni dovute dalla compagnia sono legate all'andamento di una gestione speciale (gestione separata), sia quelle di ramo III le cui prestazioni sono collegate (linked) all'andamento di indici o fondi, godono infatti di una serie di benefi ci di natura tributaria. In primis un differimento dell'imposizione, che viene applicata solo al momento dell'eventuale riscatto in vita. Inoltre, al verifi carsi del caso morte, il benefi ciario incassa la prestazione al lordo di ogni onere fi scale, rimanendo esente anche dall'imposta di successione sui premi conferiti. «Attraverso la polizza vita, quindi, il passaggio generazionale delle disponibilità mobiliari rimane indenne dall'incremento dell'imposta al 26%», osserva Luigi Belluzzo, managing partner di Belluzzo & Partners, «anzi, l'imminente aumento può rappresentare l'occasione per pianifi care in modo effi ciente la gestione del patrimonio finanziario, soprattutto in un'ottica successoria». In caso di riscatto anticipato, invece, la tassazione interverrà in maniera mista, come peraltro avviene con altre forme di risparmio gestito. «Il reddito prodotto godrà dell'aliquota di tassazione applicata fi no al quel momento, anche se incassato in anni futuri», prosegue Belluzzo, «inoltre l'aliquota applicata sarà un mix fra il 12,50% sulla parte dei guadagni derivanti dall'investimento degli attivi sottostanti la polizza in titoli di stato e quella vigente ratione temporis sulla parte di reddito derivanti dagli altri asset (cioè 26% per i redditi prodotti a partire dal 1° luglio 2014)». Tra gli altri vantaggi le possibilità di costituire in pegno la polizza, quale garanzia a fronte di fi nanziamenti, e di proteggere il patrimonio trasferito alla compagnia da eventuali ipotesi di aggressioni da parte di terzi (i premi sono impignorabili e insequestrabili). Ma a quale prezzo? A spiegarlo è Renato Lot, broker a capo della società Life & Wealth, secondo il quale «le soluzioni assicurative di ramo I dedicate ai clienti high net worth (quindi con disponibilità a partire da 500 mila euro), caratterizzate dalla combinazione di garanzia del capitale e rendimento minimo garantito, non prevedono di norma caricamenti iniziali e una commissione di gestione annua "all in" che oscilla fra lo 0,80 e l'1,50%. Lo stesso si può dire per le soluzioni "linked", le cui prestazioni possono essere caratterizzate da investimenti degli attivi della compagnia in soluzioni meno standardizzate». SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 16
05/05/2014 ItaliaOggi Sette - 5 maggio 2014 Pag. 24 (diffusione:91794, tiratura:136577) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Cresce la disponibilità a puntare sulle obbligazioni di emittenti ritenute meno affi dabili Bond, l'alto rendimento fa gola Buone opportunità sul mercato Usa, più liquido della Ue DI DUILIO LUI Il rally registrato dai listini azionari negli ultimi due anni e il calo degli spread tra Bund e i titoli governativi dei paesi periferici dell'Eurozona stanno favorendo il ritorno di interesse per i bond high yield, che oggi rendono mediamente poco più del 5% (ma con picchi ben più elevati). Infatti, pur di non rinunciare al rendimento, cresce la disponibilità a puntare sulle obbligazioni di emittenti ritenute meno affi dabili dalle agenzie di rating. Nella convinzione che i livelli di default rimarranno ancora a lungo su livelli contenuti. Torna a far gola il rischio. Un recente report di Axa Investment Managers, intitolato «Salire la scala del rischio», è emblematico del clima che si respira sul mercato. In un asset mix di investimenti che tende a sovrappesare le azioni a danno dei bond, alla luce del calo dei rischi macro, i gestori tendono a salvaguardare gli high yield nell'ambito del reddito fi sso, dati i rendimenti più elevati rispetto alle emissioni investment grade (rendimenti più bassi a fronte di emittenti ritenuti più affi dabili). In particolare, lo studio sottolinea le buone opportunità presenti nel mercato americano, che è più liquido di quello europeo. Anche secondo Allianz GI le obbligazioni societarie sono attualmente più attraenti di quelle governative, in particolare le emissioni statunitensi high yield, a fronte di dati fondamentali che rassicurano sui rischi. Tassi di default ai minimi. Secondo gli ultimi dati, attualmente il tasso di default sui bond ad alto rendimento è dell'1,8%, ai minimi storici, meno della metà rispetto al 4,5% che ha costituito la media degli ultimi 20 anni. Merito non tanto del ciclo economico, che resta incerto in Europa e in numerosi mercati emergenti, ma soprattutto dell'enorme massa di liquidità garantita dalle Banche centrali, che oggi va a caccia di rendimenti a fronte di azioni ormai su multipli elevati e di obbligazioni governative meno attraenti del passato dopo il calo degli spread. Altrimenti sarebbe diffi cile da spiegare il successo registrato da Atene, che nelle scorse settimane si è riaffacciata sul mercato collocando 3 miliardi di titoli di stato a 5 anni, che hanno registrato una domanda pari a 20 volte l'offerta, consentendo al Tesoro greco di limitare il rendimento al 4,75%. Punta sugli high yield anche Exane Derivatives, pur sottolineando che quello in corso non sarà un anno memorabile per il settore. Dopo un ciclo di cinque anni, molto generoso in termini di compressione degli spread, le buone notizie sono già interamente scontate, secondo il responsabile ricerca Benjamin Sabahi. «Il mercato obbligazionario ha già prezzato il rimbalzo economico stimato per il 2014 e qualunque delusione avrà un impatto signifi cativo sulle valutazioni», spiega. Aggiungendo comunque che, «tenuto conto degli elementi tecnici favorevoli come la ricerca globale di rendimento, i tassi di default bassi, il livello dei tassi a breve termine nonché l'abbondante liquidità, manteniamo una view positiva sul segmento high yield». Da un lato Sabahi sottolinea la presenza di elevati ussi in acquisto sul debito ad alto rendimento e l'assenza di arbitraggio tra obbligazioni e azioni, dall'altro l'elevata liquidità sui mercati. In questo quadro, per gli analisti di Exane Derivatives, si può ancora trovare valore tra i bond speculativi, attraverso un'attenta selezione focalizzata sulle emissioni senior, sui titoli fi nanziari subordinati e sulle obbligazioni corporate ibride. Occhio alle trappole. L'ottimismo diffuso tra gli addetti ai lavori non costituisce, in ogni caso, una garanzia assoluta per gli investitori. Occorre ricordare che le obbligazioni high yield sono tendenzialmente più rischiose delle altre (altrimenti gli emittenti non sarebbero costretti ad alzare i tassi) e anche più volatili. Quindi si tratta di un investimento adatto a quanti hanno una resistenza agli alti e bassi del mercato e si muovono con un'ottica non limitata al breve termine. È comunque possibile ridurre il rischio acquistando fondi comuni ed Etf specializzati in high yield, che hanno il vantaggio di offrire un elevato grado di diversifi cazione. Foto: Rendimento high yield SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 17
03/05/2014 Milano Finanza - N.86 - 3 maggio 2014 Pag. 4 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ALLA PRESIDENTE TODINI LA RESPONSABILITÀ DELL'INTERNAL AUDIT Poste, intesa sulle deleghe Anna Messia Non era certo iniziata nel migliore dei modi la nuova gestione delle Poste Italiane. Mercoledì 30 il cda era rimasto aperto perché non c'era accordo sulle deleghe da assegnare al nuovo presidente, Luisa Todini, con il nuovo amministratore delegato Francesco Caio che sembrava volesse concedere ben poco. Alla fine venerdì 2 l'azionista ministero dell'Economia è riuscito a trovare la quadra: il presidente avrà le deleghe sul controllo interno (internal auditing) e assieme all'amministratore delegato si occuperà delle relazioni istituzionali. Così il nuovo vertice si è ufficialmente insediato con il cda composto, oltre che da Todini e Caio, da Antonio Campo Dall'Orto, Elisabetta Fabri e Roberto Rao. La prossima partita da definire sono le nomine interne, in particolare per Poste Vita, la controllata assicurativa che rappresenta un asset fondamentale in vista della quotazione attesa per fine anno. Una riconferma dell'attuale ad Maria Bianca Farina, che sarebbe al terzo mandato, appare sempre più probabile, nel segno della continuità, maa lei potrebbe essere affiancato un direttore generale. Il nodo dovrebbe essere sciolto a fine mese. Martedì 29 aprile il cda di Poste Vita ha approvato i conti ed è stato riconvocato proprio per la fine di maggio. (riproduzione riservata) SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 18
03/05/2014 Milano Finanza - N.86 - 3 maggio 2014 Pag. 14 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PIAZZA AFFARI Più cedole in Piazza Roberta Castellarin Se il capital gain a Piazza Affari non è mancato negli ultimi due anni, grazie al rally che ha fatto salire l'indice Ftse Mib del 76% dai minimi di luglio 2012, così non è stato per i dividendi. Quest'anno sono state numerose le blue chip che si sono rivelate avare con gli investitori, i quali hanno dovuto fare i conti con la scelta di big come Mediobanca, Saipem o Telecom Italia (con l'eccezione delle azioni di risparmio che hanno distribuito 0,0275 euro) di non distribuire dividendi. Infatti le cedole sono da sempre la passione degli risparmiatori italiani, che quando investono in borsa privilegiano le società generose proprio nella distribuzione di cassa. Negli ultimi anni hanno dovuto stare a dieta, visto che il monte dividendi si è ridotto a causa della crisi finanziaria, ma oggi possono tornare a sorridere. Markit, società britannica provider di informazioni finanziarie, si aspetta infatti per l'anno prossimo un monte dividendi si 15,4 miliardi, ossia un +12% rispetto ai 13,75 staccati o in stacco sui bilanci 2013. La sorpresa potrebbe arrivare da alcune blue chip come Telecom, Mediobanca e Saipem, che quest'anno hanno lasciato a secco gli azionisti. Ma anche dalle banche che, alle prese con la necessità di rinforzare la propria posizione patrimoniale, negli ultimi anni hanno fatto tirare la cinghia ai propri investitori. Sottolinea Alessandro Ferretti, che si occupa del dividend forecasting per Markit: «Ci aspettiamo che l'aggregato dei dividendi del settore bancario cresca del 40% sui bilanci 2014. Questo dato sarà possibile con il ritorno alla cedola da parte di Mediobanca, Banca Popolare di Milano e Popolare dell'Emilia Romagna e con quattro società che incrementeranno la cedola, Credito Emiliano, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi». In particolare, i due colossi Intesa Sanpaolo e Unicredit, una volta passato l'anno degli stress test, potranno riprendere a essere più generosi con gli azionisti. Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, durante la presentazione alla comunità finanziaria dei risultati 2013 e del nuovo piano industriale ha infatti dichiarato: «Saremo una macchina da dividendi cash». Messina in quell'occasione ha affermato che il gruppo non solo ha «un grande potenziale per incrementare i ricavi in Italia» ma anche per aumentare fino a 18 miliardi di euro i dividendi riconosciuti ai propri azionisti dal 2014 al 2017 rispetto ai 10 miliardi indicati nel piano (che prevede un miliardo per il 2014, 2 miliardi per il 2015, 3 miliardi per il 2016 e 4 miliardi per il 2017), naturalmente «se non avremo altre operazioni di crescita oltre a quelle previste nel piano». D'altra parte il management della banca, ha precisato, è impegnato «proprio sul dividendo, non sul payout che dipende dall'utile». Markit ricorda che quest'anno dieci società hanno deciso di non dare più la cedola e di queste sette sospensioni non erano attese dagli analisti. Lo stesso scherzo non dovrebbe ripetersi l'anno prossimo, quando Markit si aspetta 14 società su 100 torneranno a staccare, nessuna invece chiuderà i rubinetti. Ci potranno poi essere anche nel 2015 alcune sorprese. Come è accaduto quest'anno con Erg e Unipol Sai. Erg sul bilancio 2013 paga un dividendo straordinario di 0,50 centesimi che si aggiunge alla cedola ordinaria per un totale di 1 euro per azione, contro i 40 centesimi pagati nel 2013 sul bilancio 2012. Premia gli azionisti ogni trimestre invece Stm. L'assemblea della società, che ha pagato un dividendo di 0,10 dollari nel quarto trimestre del 2013 e nel primo trimestre del 2014, ha approvato la distribuzione di dividendi cash di 0,10 dollari nel secondo e nel terzo trimestre del 2014 per ogni azione ordinaria. Quindi gli azionisti incasseranno la cedola trimestrale a giugno e a settembre. Mentre i dividendi per il quarto trimestre del 2014 e per il primo trimestre 2015 saranno decisi durante il quarto trimestre 2014. (riproduzione riservata) NEL 2015 IL MONTE DIVIDENDI SARÀ DI 15,4 MLD Stime di Markit sui dividendi di un paniere di azioni Ricominciano a distribuire Aumentano la cedola Mantengono la cedola Riducono la cedola Sospendono la cedola TOTALE Cosa faranno le quotate Stime bilancio 2014 5 33 44 8 10 100 14 41 36 9 100 GRAFICA MF-MILANO FINANZA Fonte: Markit Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/dividendi SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 19
03/05/2014 Milano Finanza - N.86 - 3 maggio 2014 Pag. 16 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CLASSIFICHE Ecco i super gestori Roberta Castellarin e Paola valentini Continua il recupero del risparmio gestito che, mese dopo mese, vede crescere i flussi in entrata. A marzo, secondo i dati di Assogestioni, l'industria ha registrato flussi netti per oltre 18,8 miliardi di euro, di cui 14,45 relativi ai fondi aperti. In soli tre mesi è entrata nelle casse dei gestori una massa di risparmi vicina alla metà di quella registrata in tutto il 2013 (65 miliardi in totale), mentre per i fondi aperti il risultato del trimestre (24,7 miliardi) supera già la metà del saldo dello scorso anno (48,7 miliardi). Un risultato ottenuto grazie alle performance positive messe a segno dai fondi in una fase in cui le alternative dei titoli di Stato e dei conti di deposito rendono sempre meno, per non parlare delle obbligazioni bancarie. Certo, l'offerta sul mercato è ampia e ancora in Italia fa fatica a penetrare l'idea dei gestori star, come invece avviene negli Stati Uniti dove i money manager più conosciuti sono molto seguiti sui social network. Eppure queste star sono anche a portata di investitore italiano. Per questo MF-Milano Finanza ha chiesto alla società di analisi e consulenza indipendente anglosassone Citywire di selezionare i campioni di performance per le diverse asset class. Citywire ha realizzato una selezione di money manager a portata di investitore italiano suddivisi in dieci categorie in base al rating e al total return negli ultimi tre anni (dati a fine marzo 2014). Le classifiche di Citywire identificano i gestori con il miglior track record in un settore, mostrando i fondi che questi gestiscono e assegnando loro un rating (che va dalla singola alla tripla A). I rating di Citywire sono calcolati mensilmente sulla base della performance triennale dei gestori di fondi comuni in base al rischio. Le classifiche sono basate sul total return di ciascun manager, calcolato attraverso la performance mensile cumulata dei fondi gestiti. Nel caso un manager gestisca due o più fondi nello stesso settore, viene considerata la media dei total return dei fondi gestiti.I co-gestori sono considerati equamente responsabili della performance del fondo e il total return è attribuito a ciascuno singolarmente. Citywire analizza le performance di quasi 10 mila money manager responsabili della gestione di quasi 16 mila fondi in oltre 160 categorie a livello mondiale. Per i fondi flessibili, una delle categorie preferite dagli investitori italiani negli ultimi mesi, il campione è italiano. Si chiama Luca Mori e gestisce il fondo Zenit MultiStrategy sicav StockPicking. In questi tre anni il fondo ha un total return a tre anni del 31,5%. Nel suo caso la mossa vincente è stata quella di puntare su Piazza Affari. Come spiega Mori, «il fondo Zenit MultiStrategy Stock-Picking investe principalmente in azioni italiane, con focus su titoli a medio-piccola capitalizzazione». Una scelta che il gestore intende mantenere perché «riteniamo che ci siano ancora spazi rilevanti di apprezzamento sul mercato azionario italiano, la borsa risulta ancora sottovalutata di almeno 15% sul fair value fondamentale». Punta sulla borsa di Milano anche Massimo Trabattoni, gestore di Lemanik Sicav High Growth, un gestore da tripla A che guida la classifica dei money manager dei fondi azionari Italia con un total return a tre anni del 52,4%. Afferma Trabattoni: «Gli scenari catastrofici che si ipotizzavano nel 2011 per il nostro Paese non si sono avverati e anche sul listino italiano si iniziano a vedere gli effetti dell'ingente liquidità che le banche centrali hanno immesso nel sistema economico a partire dal 2008». Certo, la borsa di Milano ha una sua peculiarità. Trabattoni ricorda infatti che Piazza Affari è solo parzialmente rappresentativa della realtà economica italiana perché il forte peso del comparto finanziario condiziona molto il listino. Trabattoni rivela quali sono oggi i titoli che preferisce: «Restiamo molto positivi su Fiat: il completamento dell'integrazione con Chrysler e il successo del rilancio di Maserati lasciano ben sperare anche per il futuro di Alfa. Continuiamo a restare investiti sul gruppo UnipolSai: storia di ristrutturazione in un settore, quello dell'Rc auto, con margini industriali che restano interessanti». Tra i finanziari Trabattoni mantiene anche un sovrappeso sulle maggiori banche con scelte basate soprattutto sugli indicatori di solidità patrimoniale, anche in vista dei risultati dell'aqr. «Tra le nostre top pick ci sono Unicredit e Intesa», sottolinea il money manager. Che aggiunge: «Manteniamo anche un posizionamento su Sesa, già leader in Italia nella distribuzione di soluzioni IT a valore per le imprese e in crescita sul segmento Cloud; pensiamo tratti a multipli interessanti considerando il potenziale di ulteriore crescita sui diversi segmenti e la SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 20
03/05/2014 Milano Finanza - N.86 - 3 maggio 2014 Pag. 16 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato possibile ripresa del mercato di riferimento». Quanto alle imprese a piccola e media capitalizzazione, pur trovando ancora storie di successo, Trabattoni sta riducendo più che proporzionalmente la percentuale di esposizione dei portafogli, perché «in queste fasi di forti flussi sui fondi azionari italiani preferiamo essere estremamente selettivi su quei titoli che oggi possono sembrare liquidi, ma che se i flussi dovessero invertirsi creerebbero problemi di liquidabilità». Allargando l'orizzonte all'Europa, si trova il nome di Nicolas Walewski, gestore di Alken Fund European Opportunities, che segna un total return a tre anni del 60,5%. Sottolinea Walewski: «Il nostro team continua a essere positivo sui mercati. In particolare ci focalizziamo sulle società legate ai consumi domestici o che hanno una posizione oligopolista nel loro mercato. Puntiamo poi su alcune storie di ristrutturazione e sulle potenziali operazioni di M&A». Tra i primi titoli in portafoglio del fondo si trovano Seagate Technology, Western Digital corp, Rwe, Valeo e Legrand. Spostandosi Oltreoceano, a Wall Street opera Samantha McLemore, che gestisce il fondo Legg Mason Capital Management Opportunity con un total return a tre anni del 65,9%. McLemore ricorda che il suo obiettivo è ottenere l'apprezzamento del capitale nel lungo periodo. Per questa ragione la volatilità di breve periodo non la spaventa troppo. «Il 4 aprile l'indice S&P500 ha fatto registrare il suo massimo storico, per scendere poi del 3% nei giorni successivi. Proprio come accaduto nel caso di altre correzioni, si è immediatamente scatenato l'allarmismo», continua McLemore. «Non si può negare che esistano ragioni per nutrire preoccupazioni del tutto legittime, che si tratti delle destabilizzanti questioni geopolitiche come la vicenda Russia/ Ucraina, dei dati deludenti del settore immobiliare o del primo default obbligazionario cinese, e cosi via dicendo.I rischi sono concreti. Quando i rischi non sono immediatamente identificabili, il mercato prezza poco margine d'errore, i titoli diventano molto costosi e soggetti a gravi correzioni. Ma siamo convinti che gli scettici verranno smentiti ancora una volta, così come già accaduto negli ultimi cinque anni». La money manager parte dall'analisi di quanto sta accadendo nel settore immobiliare. «Il fattore demografico dovrebbe determinare un enorme aumento della domanda nel corso del decennio. La domanda latente esiste, mentre l'offerta rimane bassa. Per colmare il vuoto, l'attività immobiliare dovrebbe più che raddoppiare i volumi rispetto ai livelli attuali o addirittura triplicare in molti degli scenari previsti». In generale McLemore ritiene che il mercato statunitense fornisca grandi opportunità d'investimento. Tra i nomi citati dal gestore c'è Qualcomm perché «domina il proprio settore, occupando una quota di mercato del 99% nell'ambito dei processori per smartphone, con modem integrati in grado di accedere alle reti wireless più veloci, e il 64% della quota di mercato riguardante i chip per dispositivi mobili. Dispone di molta liquidità, non ha debiti, ha raddoppiato i dividendi negli ultimi quattro anni e attualmente presenta uno yield del 2,1%. La società si è impegnata a versare agli azionisti il 75% del suo free cash flow, tramite l'aumento dei dividendi e operazioni di buyback. Tuttavia, il titolo è negoziato a sconto, a causa delle stime sugli utili per quest'anno». Volando a Oriente la borsa di Tokyo è stata la sorpresa del 2013 e oggi molti investitori si interrogano su quali saranno le prossime mosse del premier Shinzo Abe. Il primo tra gli azionari specializzati sul Giappone è Nicholas Price, gestore di Fidelity Japan Aggressive che segna un total return del 50,8%. Sottolinea Price: «Nel 2012-13 sono stati conseguiti rendimenti elevati che hanno favorito tutto l'indice giapponese. A tendere, con l'implementazione dell'imposta sui consumi, il mercato si orienterà nuovamente sulle singole imprese con gli utili più solidi». Secondo Price il Paese continua a marciare nella direzione giusta per conseguire una crescita a lungo termine e la correzione registrata da inizio anno rappresenta una buona opportunità per gli investitori con una prospettiva di medio-lungo termine. In questo rally generalizzato delle borse sono rimasti indietroi Paesi emergenti. In questa categoria sono pochi i gestori che possono vantare un total return positivo a tre anni. Tra questi Jonathan Asante, gestore di First State Global Emerging Market e First State Global Emerging Market Leaders. Il money manager che si presenta con un total return del 23,4% a tre anni ricorda che la filosofia di gestione del suo team non è mai cambiata negli ultimi 25 anni. In particolare la società valuta con grande attenzione le aziende in cui investe. «Spendiamo molto tempo per incontrare il management delle società, valutare le pratiche aziendali e di governance perché riteniamo che un'azienda che non è corretta con i dipendenti o con i fornitori non lo sarà neanche con gli azionisti di minoranza», dice Asante. Che continua ad avere un approccio prudente in questa SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 05/05/2014 21
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