CONFIMI Rassegna Stampa del 24/04/2014

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   Rassegna Stampa del 24/04/2014

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INDICE

CONFIMI
   24/04/2014 Corriere di Verona - Verona                                               5
   Moretti punta sulle imprese «Credito e burocrazia battaglie per l'Europa»

   24/04/2014 L'Arena di Verona                                                         6
   La Mostra riparte con grinta Aumentano gli espositori

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  Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO ECONOMIA
   24/04/2014 Corriere della Sera - Nazionale                                           8
   Spesometro, ecco tutti gli errori da evitare Come far pace con il Fisco in caso di
   ritardo

   24/04/2014 Corriere della Sera - Nazionale                                           10
   Bonus sui redditi fino a 24 mila euro Ma resiste il «registro delle auto»

   24/04/2014 Corriere della Sera - Nazionale                                           12
   Unicredit, parte la trattativa-pilota sui bancari

   24/04/2014 Corriere della Sera - Nazionale                                           13
   Tassara mette Alior sul mercato, la banca di Helene Zalesky

   24/04/2014 Il Sole 24 Ore                                                            15
   Lavoro, sì della Camera alla fiducia

   24/04/2014 Il Sole 24 Ore                                                            17
   Generali, bond a 12 anni fa il pieno di richieste

   24/04/2014 Il Sole 24 Ore                                                            19
   Apple e Facebook, boom di utili

   24/04/2014 La Repubblica - Nazionale                                                 20
   CARO PADOAN FACCIAMO GLI SCONGIURI

   24/04/2014 La Repubblica - Nazionale                                                 22
   Alitalia-Etihad in bilico verdetto tra due giorni

   24/04/2014 La Repubblica - Nazionale                                                 23
   Tetto alle proroghe, ma non ai rinnovi
24/04/2014 La Repubblica - Nazionale                                                  25
  Ultima colata alla Lucchini addio a un altro pezzo d'acciaio siderurgia italiana al
  tramonto

  24/04/2014 La Stampa - Nazionale                                                      27
  "Se deve restare così è meglio abolirla"

  24/04/2014 MF - Nazionale                                                             28
  Msc bussa a Fincantieri per due navi da 700 mln

  24/04/2014 MF - Nazionale                                                             29
  Anche Tirreno Power può fi nire alle banche

  24/04/2014 MF - Nazionale                                                             30
  Ardian raccoglie fondo di fondi da 10 miliardi di dollari

  24/04/2014 MF - Nazionale                                                             31
  Grandi Stazioni modello duty free

  24/04/2014 Panorama                                                                   32
  Quel genio che guida BlackRock

  24/04/2014 Panorama                                                                   33
  Lottizzati, ma da 7 +

SCENARIO PMI
  24/04/2014 Il Giornale - Nazionale                                                    35
  La seconda vita del gruppo Ing riparte dalle pmi

  24/04/2014 ItaliaOggi                                                                 36
  L'Europa guida l'espansione: indice Pmi a 54 punti

  24/04/2014 ItaliaOggi                                                                 37
  BREVI

  24/04/2014 MF - Nazionale                                                             38
  Pechino vuole alzare il piede dal freno Tutte le borse ci sperano molto

  24/04/2014 Panorama                                                                   40
  Maxi affari con i minibond
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2 articoli
24/04/2014                              Corriere di Verona - Verona                                            Pag. 8

                                                                                                                            La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Moretti punta sulle imprese «Credito e burocrazia battaglie per l'Europa»

 VERONA - Intensa giornata veronese per Alessandra Moretti, capolista del Pd alle prossime elezioni
 europee. L'esponente vicentina (41 anni, avvocato, oggi parlamentare italiana) ha puntato in particolare sul
 mondo imprenditoriale. In mattinata, quindi, visita agli stabilimenti dell'Aia a Quinto e a San Martino Buon
 Albergo, con Giordano Veronesi nel ruolo di cicerone. Subito dopo, una sorta di mini-vertice coi leader della
 piccola e media industria: il presidente di Confimi Verona, Arturo Alberti, quello di Confimi Vicenza, Flavio
 Lorenzin, e quello di Confimi Modena, Dino Piacentini. Dopo un rapido pranzo, infine, una puntata alla sede
 del Pd scaligero, in via Valverde, per incontrare il segretario provinciale, Alessio Albertibni, e quello cittadino,
 Orietta Salemi. Tirando le somme, la Moretti ha spiegato che «il Veneto ha bisogno di essere rappresentato
 in Europa da persone che partano proprio dai valori del territorio, che sono quelli di gente che si impegna
 quotidianamente nel lavoro e che sa rimboccarsi le maniche. Sempre». Per quanto riguarda il mondo delle
 piccole imprese, cui era stata dedicata buona parte della mattinata, la Moretti ha ricordato che «quel mondo
 rappresenta il 95 per cento del nostro tessuto produttivo. Fondamentali, per esso, sono i temi dell'accesso al
 credito, dell'abbassamento del peso fiscale, della semplificazione burocratica: e proprio questi saranno tra i
 punti prioritari di cui intendo farmi portavoce in Europa».

CONFIMI - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                                    5
24/04/2014                                    L'Arena di Verona                                               Pag. 24
                                           (diffusione:49862, tiratura:383000)

                                                                                                                            La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 SAN BONIFACIO. Oggi ci sarà il taglio del nastro di «Est Verona produce» al parcheggio Palù. Domani Fiera
 di San Marco
 La Mostra riparte con grinta Aumentano gli espositori

 Una passata edizione della Mostra Est Verona Produce: molti figli eventi in programma Oggi pomeriggio, alle
 16, prende il via la 31a edizione della Mostra Est Veronese produce con l'apertura della grande tensostruttura
 allestita al parcheggio Palù dalla «Gu & Gi Equipe» di Lonigo. Il taglio del nastro ufficiale da parte delle
 autorità sarà alle 18. Il dato più significativo di questa edizione è sicuramente il fatto che, data per scontata la
 sua soppressione per la situazione dell'amministrazione comunale, è invece ripartita con uno slancio
 impensabile in un momento di crisi come quello attuale: sono infatti oltre un centinaio gli espositori presenti,
 contro i 60 dell'anno scorso, un boom imprevedibile che fa ben sperare per il futuro. Il commissario
 straordinario Iginio Olita, cui va il merito di questa ripresa dell'evento nonostante tutto, nell'opuscolo di
 presentazione della manifestazione scrive che queste ricorrenze «rappresentano per la nostra comunità
 motivo di grande soddisfazione, in quanto vanno a premiare l'impegno dell'amministrazione comunale e
 l'operosità che caratterizza le attività economiche dei cittadini, che hanno sempre creduto nella possibilità che
 il nostro Comune possa svolgere il ruolo di motore trainante dell'economia del territorio dell'est veronese».
 Sottolinea però che «in un momento di crisi, come è quello attuale, sarà una Fiera «sobria», mirata
 all'essenziale, per valorizzare cioè i prodotti locali e le attività imprenditoriali, artigianali e industriali del
 territorio». Olita tiene poi a esprimere «un doveroso ringraziamento alla Camera di Commercio artigianato
 agricoltura industria di Verona, che contribuisce dal punto di vista economico a sostenere le spese
 organizzative dell'evento. Un grazie», aggiunge, «va anche alle associazioni di categoria Confcommercio,
 Apindustria, Unione Provinciale degli Artigiani e Coltivatori diretti». Senza dimenticate tuttavia i funzionari
 dell'amministrazione comunale, oltre a Studio Immagine e Radio San Bonifacio-Radio 80 , per l'apporto
 fornito all'organizzazione delle manifestazioni in programma. Domani tutta la giornata sarà dedicata alla
 tradizione, cioè alla Fiera di San Marco, alla quale è legata la Mostra Est Veronese produce, che però
 proseguirà fino a domenica. Questo il programma delle quattro giornate. Oggi pomeriggio alle 18, durante
 l'inaugurazione, ci sarà la consegna del zPremio San Bonifacio Produce 2014», poi alle 19 l'apertura degli
 stand gastronomici e la chiusura della Mostra alle 23. Domani, dalle 8 alle 18, fiera di San Marco per le vie
 del centro storico, mentre la Mostra rimarrà aperta dalle 9.30 alle 23. Dalle 9 alle 21, Giochi Crazy, nell'area
 ex Tiro a segno e dalle 9. 30 alle 23 saranno in funzione gli stand gastronomici nell'area della Mostra. Quindi,
 dalle 21 alle 23, in piazza Costituzione, Radio 80 presenterà «Sambo show». Gli ospiti saranno cantanti
 locali, poi ci sarà la rappresentazione di danza della scuola «Studio danza Academy», Zelig cabaret con
 Diego Carli e l'ospite Renato dei King's. Sabato, dalle 9 alle 21, Giochi Crazy e Mostra Est Veronese Produce
 dalle 16 alle 23. Gli stand gastronomici resteranno aperti dalle 19 alle 23 e in piazza Costituzione, dalle 21
 alle 24, Radio 80 presenterà «Models for Italy: bellezza e talento in passerella», con la partecipazione del
 gruppo «Euro Project». Domenica, dalle 9 alle 21, Giochi Crazy, dalle 10 alle 17, in piazza Costituzione,
 quindi «Circoliamo sicuri», divertente corso di giuda sicura per ragazzi e non dai 14 anni in su, promosso
 dalla SB Motor Sport, con esposizione di auto sportive; dalle 15. 30 alle 18. 30 sarà dato spazio a «Le
 botteghe degli antichi mestieri», laboratori creativi per bambini con abili artigiani, a cura di «Alegria Eventi
 Verona». L'apertura della Mostra sarà prevista dalle 16 alle 23 e gli stand gastronomici dalle 19 alle 23. Infine
 dalle 21 alle 24, in piazza Costituzione, Radio 90 presenterà Miss Mondo Italia, con sfilata e selezione per
 Miss Est Veronese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONFIMI - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                                    6
SCENARIO ECONOMIA

18 articoli
24/04/2014                          Corriere della Sera - Ed. nazionale                                          Pag. 2
                                            (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                              La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 La guida Dalle scadenze al ravvedimento operoso, al limite da 3.600 euro: come orientarsi tra regole e
 sanzioni
 Spesometro, ecco tutti gli errori da evitare Come far pace con il Fisco in
 caso di ritardo
 Isidoro Trovato

 Tempo massimo scaduto. Ma c'è ancora una via d'uscita per i ritardatari. Come qualsiasi adempimento di
 natura tributaria, anche lo spesometro è soggetto a sanzioni in caso di irregolarità. La legge prevede, per chi
 omette di presentare la comunicazione o la presenta con dati incompleti o non veritieri, una sanzione
 amministrativa che va da un minimo di 258 euro fino ad un massimo di 2.065 euro. E allora come fare per
 evitare sanzioni piene? Giancarlo Allione, esperto di Eutekne.info, spiega che «il contribuente che si accorge
 di errori o dimenticanze può ricorrere al meccanismo del ravvedimento operoso. In altre parole, se provvede
 alla presentazione della dichiarazione corretta entro un anno dall'originaria scadenza, può regolarizzare la
 violazione beneficiando della riduzione della sanzione ad un ottavo del minimo (32 euro anziché 258). In base
 al tenore letterale della norma, il ravvedimento operoso dovrebbe essere applicabile anche in caso di omessa
 presentazione della comunicazione».
 Il ravvedimento però, per essere efficace, deve assolutamente avvenire prima che il Fisco abbia contestato la
 violazione, ma anche prima che abbia dato inizio in modo formale ad una qualche attività di controllo
 mediante accessi , ispezioni o verifiche.
 Proprio perché l'iter del ravvedimento deve essere completato prima dell'eventuale intervento del Fisco, pena
 la sua inefficacia, oltre alla presentazione della comunicazione corretta, occorre procedere tempestivamente
 anche al versamento della sanzione ridotta (32 euro) utilizzando il modello F24 e il codice tributo "8911".
 Attenzione però: è molto importante conservare la ricevuta di pagamento della sanzione ridotta per poterla
 esibire all'Agenzia delle Entrate in caso di contestazione .
 Ma in che modo il Fisco utilizzerà gli acquisti dei contribuenti? Chi rischia e perchè? L'obiettivo è verificare la
 fedeltà fiscale del contribuente, per questo i dati acquisiti con lo spesometro verranno utilizzati dal tanto
 temuto redditometro ma le variabili sono parecchie.
 Priviamo a ipotizzare qualche simulazione con l'aiuto esperto di Afio Cissello, di Eutekne. Ipotizziamo, per
 esempio, che il signor Tizio abbia acquistato, presso una gioielleria di via Montenapoleone, un anello, che ha
 pagato 6 mila euro.
 Questa informazione va a finire dritta nell'Anagrafe tributaria e, si badi bene, non è l'unica informazione in
 possesso del Fisco in merito alle spese sostenute dal signor Tizio, o meglio, in merito agli elementi che, in un
 modo o nell'altro, possono essere indici di pericolosità fiscale. Infatti, oltre allo spesometro, altri sono i dati
 che finiscono nel sistema informativo fiscale: le informazioni sulle giacenze iniziali e finali dei conti correnti, il
 numero di accessi alle cassette di sicurezza, gli acquisti di immobili anche da privati non titolari di partita Iva e
 così via.
 L'accertamento da redditometro si basa comunque su una valutazione di una pluralità di elementi che
 verranno confrontati con il reddito (spese sostenute, risparmio accumulato, incrementi patrimoniali ...). Per
 questa ragione, anche qualora il signor Tizio fosse nullatenente, non dovrebbe avere problemi. Questo
 perché, come più volte ribadito dall'Agenzia delle Entrate, la ragione del redditometro sta nello scovare i
 grandi evasori. In base a questo ragionamento il nostro signor Tizio difficilmente avrà problemi se l'unico
 elemento derivante dal sistema informativo fosse inerente all'acquisto del gioiello: si avrebbe una spesa, e
 quindi un reddito non dichiarato presunto, di appena 6 mila euro.
 Ma se a ciò cominciamo ad aggiungere l'acquisto di un immobile, e un frequente accesso a cassette di
 sicurezza, tutto può cambiare. Certo, ci saranno le situazioni più varie. Pensiamo ad un contribuente che, in
 un anno, effettua quattro o cinque acquisti del valore di 3 o 4 mila euro ciascuno, che magari risulta avere un

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                            8
24/04/2014                        Corriere della Sera - Ed. nazionale                                      Pag. 2
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 conto corrente con saldo iniziale di 20 mila euro e un saldo finale di 90 mila euro, e un reddito dichiarato
 molto esiguo. In tal caso, il «rischio redditometro» è concreto.
 Invece, se Tizio spende 12 mila euro all'anno (dati derivanti dallo spesometro), possiede un'autovettura di
 cilindrata media e risiede in una casa di proprietà, dichiarando un reddito molto esiguo, pari grossomodo a 10
 mila euro, potrebbe scattare il redditometro, ma con un «indice di pericolosità» inferiore.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
  5Milioni Sono le partite Iva che verranno coinvolte dall'operazione spesometro. In questo non sono inclusi i
 contribuenti minimi che sono esclusi dall'incombenza 258 Euro La sanzione amministrativa per chi omette di
 presentare la comunicazione o la presenta con dati incompleti o non veritieri. Rientra nel ravvedimento che
 può effettuare chi è fuori tempo massimo
 400
 Foto: Milioni Sono le operazioni registrate dall'Agenzia delle Entrate nell'ambito delle dichiarazioni richieste
 dallo spesometro. Al 31 gennaio di quest'anno scadeva l'incombenza per le dichiarazioni 2012 Le scadenze
 previste quest'anno per le spese sostenute nel 2013: il 10, 22 e 30 aprile. Per imprese, commercianti e
 professionisti il termine ultimo è scaduto. Gli operatori finanziari avranno tempo fino a fine mese.
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 Foto: Milioni Sono le operazioni registrate dall'Agenzia delle Entrate nell'ambito delle dichiarazioni richieste
 dallo spesometro. Al 31 gennaio di quest'anno scadeva l'incombenza per le dichiarazioni 2012 Le scadenze
 previste quest'anno per le spese sostenute nel 2013: il 10, 22 e 30 aprile. Per imprese, commercianti e
 professionisti il termine ultimo è scaduto. Gli operatori finanziari avranno tempo fino a fine mese. 5 258

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                      9
24/04/2014                         Corriere della Sera - Ed. nazionale                                        Pag. 1,2
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Bonus sui redditi fino a 24 mila euro Ma resiste il «registro delle auto»
 Atteso per oggi in Gazzetta il decreto. Cottarelli: 3,5 miliardi dalla Difesa I magistrati Prima l'esclusione dei
 magistrati dal tetto di 240 mila euro, poi il reinserimento del taglio nella versione definitiva
 Lorenzo Salvia

 ROMA - Il bonus da 80 euro «avrà ripercussioni positive sul prodotto interno lordo», che quest'anno potrebbe
 salire anche di più rispetto allo 0,8% fissato nel Def, il Documento di economia e finanza approvato dal
 Consiglio dei ministri pochi giorni fa. La previsione arriva dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel
 giorno in cui il testo definitivo del decreto legge è stato inviato al Capo dello Stato, che lo dovrebbe firmare
 oggi. Il bonus per i lavoratori dipendenti, 80 euro netti al mese nella fascia da 8 mila a 24 mila euro lordi
 l'anno, costa in tutto 6 miliardi e 655 milioni di euro. Il calo dell'Irap per le imprese vale 700 milioni quest'anno
 e 3,1 miliardi nel 2015. Rispetto alle bozze degli ultimi giorni è sparita l'abolizione del Pra, il pubblico registro
 automobilistico, che ha già resistito a diversi tentativi di abrogazione e pure ad un referendum. Il governo
 assicura che si farà con un prossimo provvedimento.
 Le Regioni protestano per i 700 milioni di euro che dovranno portare alla causa e oggi i loro presidenti si
 troveranno a Roma per una conferenza straordinaria. I magistrati, invece, aspettano di vedere la Gazzetta
 ufficiale. Nel testo inviato al Quirinale il tetto agli stipendi da 240 mila euro lordi l'anno riguarda anche loro.
 Questa versione della norma viene confermata sia dal ministero del Tesoro sia dalla presidenza del
 Consiglio. Ma l'articolo in questione, il numero 13, è stato riscritto più volte, in alcune bozze che avevano in
 calce la dicitura «definitivo» i magistrati erano effettivamente esclusi dal tetto. Segnale di un lungo braccio di
 ferro che riguarda non solo gli stipendi ma anche le pensioni, visto che per i magistrati vale il sistema
 retributivo dove gli ultimi stipendi pesano ancora parecchio.
 Nel testo inviato al Quirinale viene fissata la dotazione del fondo per rendere stabile il bonus nei prossimi anni
 quando, secondo il premier Matteo Renzi, prenderà la forma di un taglio ai contributi sociali. Il fondo avrà una
 dotazione di 1,94 miliardi in termini di saldo netto da finanziare e di 2,7 miliardi di euro in termini di
 indebitamento netto per il 2015, di 4,7 miliardi per il 2016, di 4,1 miliardi per il 2017, di 2,13 miliardi dal 2018.
 Tutte voci poi dai riempire con le prossime leggi di Stabilità. Salgono a 240 milioni i risparmi attesi dai
 ministeri. Confermati gli «almeno 400 milioni» a carico della Difesa. Proprio di questo settore ha parlato il
 commissario alla spending review. Carlo Cottarelli ha ricordato che nel suo rapporto indicava in 2,5 miliardi
 l'anno i risparmi possibili nel settore come obiettivo per il 2016. Ma ha anche aggiunto che allineare la spesa
 italiana al livello degli altri Paesi europei significherebbe fare di più e salire a 3,5 miliardi. Su come arrivare a
 questo risultato Cottarelli non si sbilancia, perché le «scelte toccano alla politica». Nelle prossime settimane i
 parlamentari del Pd dovranno votare il documento presentato un mese fa dai colleghi della commissione
 Difesa che propone di dimezzare il programma di acquisto degli F35, i cacciabombardieri americani.
  @lorenzosalvia
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 Lavoro
 1 80 euro in più
  in busta paga
 I lavoratori dipendenti con un reddito tra gli 8 e i 24 mila euro si troveranno in busta paga da maggio un bonus
 di 80 euro al mese. Il bonus decrescerà fino a zero da 24.000 a 26.000 euro. Restano esclusi gli incapienti. Il
 bonus diventerà strutturale con la legge di Stabilità per l'anno 2015.
 Il bonus per i lavoratori dipendenti vale complessivamente 6,6 miliardi ai fini dei calcoli del deficit di
 quest'anno. Ma, in termini di cassa, il numero si suddivide in 5,8 miliardi nel 2014 e 800 milioni nel 2015.
 È quanto emerge nella tabella riepilogativa degli effetti del decreto Irpef-spending review.Imprese

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                       10
24/04/2014                        Corriere della Sera - Ed. nazionale                                      Pag. 1,2
                                         (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                      La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 2 Irap giù del 10%
  Il nodo degli acconti
 Dal 2014 l'aliquota Irap scende dal 3,9 al 3,5% (-10% circa), ma per l'acconto si pagherà un'aliquota al
 3,75%. Per le banche e gli altri istituti finanziari l'aliquota passerà dal 4,6 al 4,2%, per le imprese di
 assicurazione dal 5,9 al 5,3%. Per i soggetti che operano nel settore agricolo e per le cooperative della
 piccola pesca l'Irap diminuirà dall'1,9 all'1,7%.
 Il calo dell'Irap per le imprese, previsto dal decreto Imu-spending review, vale 3,8 miliardi nel biennio 2014:
 700 milioni quest'anno e 3,1 miliardi nel 2015. Nel 2016, superato il periodo di sfasatura dei saldi e degli
 acconti, si attesta a 2 miliardi. È quanto prevede la tabella con gli effetti su fabbisogno e deficit del decreto.
 Banche 3 Bankitalia, su la tassa
  sulle rivalutazioni
 L'imposta sulle plusvalenza bancarie derivanti dalla rivalutazione delle quote detenute nel capitale della
 Banca d'Italia sale al 26% e dovrà essere versata «in un'unica soluzione entro il termine di versamento del
 saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013», cioè giugno
 2014. «Le norme, percome sono scritte, escludono le basi per un ricorso»: lo ha detto il ministro
 dell'Economia Pier Carlo Padoan a proposito del capitolo della tassazione sulla rivalutazione delle quote. Il
 provvedimento ha suscitato diverse critiche dal mondo del credito, che nei giorni scorsi non ha escluso la
 possibilità di un ricorso. Lotta all'evasione 4 Obiettivo 2 miliardi
  in più nel 2015
 Il governo punta a incassare nel 2015 dalla lotta all'evasione almeno 2 miliardi in più rispetto al 2013, quando
 l'Agenzia delle Entrate ha registrato un introito record di 13,1 miliardi. L'obiettivo dell'anno prossimo vale
 quindi circa 15 miliardi di euro. L'esecutivo presenterà entro due mesi dall'entrata in vigore del decreto Irpef
 un rapporto alle Camere sui risultati della lotta all'evasione nel 2013-2014 e sugli obiettivi attesi per gli anni
 successivi. «Sull'evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz ma con l'innovazione e l'incrocio dei
 dati», ha detto il premier Matteo Renzi. Tagli ai ministeri 5 Forbici alla politica,
  240 milioni di risparmi
 Salgono da 200 a 240 milioni i tagli ai ministeri e alla presidenza del Consiglio per il 2014. Sarà un decreto
 del presidente del Consiglio a individuare le misure correttive necessarie per il raggiungimento dell'obiettivo di
 risparmio di spesa indicato. Il peso maggiore del risparmio sarà del ministero della Difesa che dovrà
 prevedere riduzioni (o anche compensare tra diversi capitoli) per 75,3 milioni nel 2014 e per 112,8 milioni dal
 2015.
 Segue il ministero dell'Economia con 41,9 milioni nel 2014 e 62,8 nel 2015. Il ministero dell'Interno passerà
 da 35,1 milioni nel 2014 a 52,7 milioni nel corso dell'anno successivo, il 2015.

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                   11
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                                          (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                          La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Lavoro e contratti Verso la disdetta dell'integrativo. Il gruppo non vorrebbe far ricorso al Fondo di solidarietà
 Unicredit, parte la trattativa-pilota sui bancari
 Il 9 maggio primo incontro tra azienda e sindacati. La richiesta: 5.482 esuberi
 Rita Querzé

 MILANO - Cinquanta giorni di tempo. Sta per partire il conto alla rovescia per i dipendenti Unicredit in Italia. Il
 9 maggio il responsabile del personale dell'istituto, Paolo Cornetta, incontrerà i sindacati a Milano. E
 formalizzerà l'apertura di una impegnativa vertenza per la riduzione del personale: 5.482 esuberi in Italia nel
 quinquennio 2014-2018. Di fatto una sorta di trattativa pilota in un settore investito da una nuova ondata di
 ristrutturazioni.
  I 50 giorni di tempo per trovare un'intesa banca-sindacati scatteranno proprio dal 9 maggio. Calendario alla
 mano, sindacato e banca hanno tempo fino a fine giugno per trovare un accordo.
 In Italia Unicredit ha poco meno di 50 mila dei suoi 147 mila addetti distribuiti in 17 Paesi. La riduzione del
 personale auspicata dalla banca corrisponde all'11% dell'organico. Una decisione difficile motivata nel piano
 industriale da una complessiva riorganizzazione delle modalità operative del settore. Prima questione: invece
 di andare allo sportello i clienti preferiscono l'Internet banking. Rispetto al 2011, nel 2018 la banca stima un
 calo del 30% delle operazioni nelle filiali. Di qui anche l'intenzione di chiudere 500 filiali. Per quanto riguarda
 le leve del rilancio, il gruppo parla di flessibilità sugli orari e rimodulazione delle mansioni. In discussione il
 welfare aziendale e il premio legato alla produttività (circa mille euro l'anno scorso per le posizioni
 impiegatizie intermedie).
 «Non ci sembra che questo piano tenga in alcun conto le professionalità presenti in azienda - taglia corto
 Mauro Morelli, segretario generale della Fabi -. Per quanto ci riguarda escludiamo la possibilità che dalla
 banca possano uscire dipendenti in modo non volontario». In questa fase sia l'istituto che i sindacati
 preferiscono tenere coperte le strategie negoziali da mettere in campo appena inizierà la trattativa. Certo è
 che da qui al 2018 sono 2.794 i dipendenti Unicredit che maturano i requisiti per la pensione. A questi
 bisogna aggiungere quelli che potrebbero avere le carte in regola per eventuali prepensionamenti. «Il punto è
 che l'istituto ha già manifestato l'intenzione di non usare il fondo bilaterale di solidarietà per supportare le
 uscite dei prepensionati - fa presente Pier Luigi Ledda della segreteria Fiba Cisl -. Noi su questo non ci
 stiamo. E non siamo nemmeno d'accordo sull'idea di un blocco totale delle assunzioni per cinque anni».
 La volontà di non ricorrere al fondo di solidarietà sarebbe legata all'esigenza di non mettere a bilancio in un
 colpo solo il montante di tutte le annualità di stipendio da versare a chi va in pensione in anticipo (dall'istituto
 nessun commento). Ma tant'è: questo sarà uno dei nodi della trattativa. Come del resto l'impatto della
 riorganizzazione su chi resta. «Non vorremmo essere posti di fronte a un aut aut: riduzione degli stipendi per
 salvare posti di lavoro - mette le mani avanti Costanza Vecera della segreteria Fisac -. Da parte nostra non
 staremo al gioco».
  rquerze
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 Foto: Banchiere L'amministratore delegato del gruppo Unicredit, Federico Ghizzoni

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                       12
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                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                        La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Sussurri & Grida
 Tassara mette Alior sul mercato, la banca di Helene Zalesky

 (f.mas.) La Tassara di Romain Zaleski continua la vendita di partecipazioni nell'ottica di rimborsare quanto
 prima i 2,2 miliardi di debito residuo alle banche creditrici Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Banco Popolare e
 Mps, che di fatto l'hanno commissariata. Questa volta tocca alla banca polacca Alior, uno dei gioielli tra le
 partecipazioni della Tassara spa. In un collocamento accelerato è stato venduto martedì il 4,7% dell'istituto
 quotato a Varsavia a 79 zloty per azione, pari a 62,2 milioni di euro, lasciando così la holding presieduta da
 Pietro Modiano con poco meno del 30%. E non finisce qui: come ha confermato a Bloomberg la stessa
 Helene Zaleski, presidente del consiglio di sorveglianza di Alior Bank e figlia del finanziere franco-polacco
 (ma con solide basi a Brescia) Romain, la Tassara spa sta «attivamente» cercando un investitore strategico
 per Alior. La strategia di Tassara di rientro dal debito dunque procede con velocità, una volta raggiunto il
 valore di carico delle partecipazioni: Tassara detiene l'1,7% di Intesa Sanpaolo, l'1,42% di Ubi Banca, il 2,5%
 di A2a, l'1,73% di Cattolica, lo 0,25% di Bpm, l'1,14% di Mps e il 15% di Mittel, cui è interessato anche il
 fondo Investindustrial di Andrea Bonomi. Nei giorni scorsi ha ceduto l'1,17% di Mediobanca. Tassara ha poi
 potenzialmente sul mercato le partecipazioni all'estero: il 12,8% del minerario francese Eramet, la polacca
 Alior e il 7% della miniera di manganese in Gabon, Comilog. E come dimostra la mossa in Polonia, anch'esse
 fanno comodo per soddisfare - dopo tanti anni - i creditori.
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  Il rebus Sorgenia blocca i conti Cir e Cofide
 (f.mas.) Le difficoltà di Sorgenia di raggiungere un'intesa con le banche creditrici nella ristrutturazione degli
 1,86 miliardi di debiti si fanno sentire anche a livello della holding Cir, la società controllata dalla famiglia De
 Benedetti, e anche nel veicolo quotato di famiglia, la Cofide (controllante di Cir). Senza risolvere quel rebus -
 che potrebbe comportare l'uscita di Cir dall'azionariato della società energetica di cui ha attualmente il 52%
 che passerebbe in mano alle banche - non è possibile avere un bilancio Sorgenia né di conseguenza il
 consolidato delle capogruppo Cir e Cofide. Da qui la decisione delle due holding di rinviare a giugno sia il
 consiglio sul bilancio (al 5 dal precedente 28 aprile) sia l'assemblea (al 30 dal precedente 10). Il gruppo
 presieduto da Rodolfo De Benedetti e guidato da Monica Mondardini ha sfruttato al massimo la finestra
 temporale prevista dalla legge. Nel mese e mezzo di tempo che rimane una soluzione su Sorgenia andrà
 trovata. Le posizioni delle due parti sono ancora distanti, anche se dai De Benedetti è arrivata un'apertura. In
 particolare Cir non ritiene che il patrimonio netto di Sorgenia sia negativo e dunque sostiene che una
 ricapitalizzazione da parte delle banche trasformando 400 milioni di crediti in azioni (e altri 200 milioni in bond
 convertendo) non dovrebbe comportare la sparizione sostanziale degli attuali soci Cir e dell'austriaco
 Verbund. Ora la parola è di nuovo alle banche. Che anch'esse vogliono definire la partita prima dell'asset
 quality review della Bce. Tra le altre controllate Cir invece ieri l'assemblea Sogefi ha approvato il bilancio
 2013 chiuso con oltre 1,3 miliardi di euro di ricavi e un utile netto di 21,1 milioni.
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  Il fondo caccia della Consap e gli stipendi
 (a. duc. ) Niente soldi in carniera. Nella relazione sulla gestione di Consap (la concessionaria per i servizi
 assicurativi pubblici) i magistrati contabili hanno acceso un faro sul fondo di garanzia per le vittime della
 caccia. Tra le pieghe del bilancio della società, guidata da Mauro Masi (ex dg della Rai), la Corte dei Conti ha
 riscontrato che l'avanzo di gestione «risulta ampiamente insufficiente a reintegrare il patrimonio netto del
 fondo». Dal 2007 i conti sono in perdita e nel 2012 il patrimonio netto è risultato negativo per 1,47 milioni. La
 situazione di squilibrio è, insomma, strutturale. Pur dando atto che Consap ha proseguito nell'opera di
 razionalizzazione il documento mette a nudo i risultati del 2012, spiegando che l'avanzo del fondo di garanzia
 per le vittime della strada è stato ottenuto «solo» grazie a 93 milioni di entrate straordinarie (multe alle

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                     13
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                                         (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                     La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 compagnie comminate dall'Isvap e alcuni proventi finanziari). Una performance che non ha inciso sulla parte
 variabile dello stipendio di Masi (a fine mandato). Ai 346 mila euro di retribuzione fissa si sono, puntualmente,
 aggiunti i 110 mila di parte variabile.
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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                  14
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 Sul decreto 344 a favore e 184 contro - Ncd e Sc: sì solo per senso di responsabilità
 Lavoro, sì della Camera alla fiducia
 Patta, Pogliotti, Tucci

 Sul decreto legge Lavoro l'esecutivo incassa la fiducia di Montecitorio con 344 voti favorevoli e 184 contrari.
 L'Aula della Camera ha votato la questione di fiducia posta dal governo per l'approvazione senza
 emendamenti del dl Poletti, licenziato dalla commissione Lavoro. Il testo avrà il via libera oggi per passare poi
 al Senato, dove Scelta Civica e Nuovo centrodestra, dopo avere votato sì alla Camera «per senso di
 responsabilità», sono pronti a dare battaglia per ottenere le modifiche auspicate. Il ministro Giuliano Poletti:
 «Penso che le distanze siano alla portata».
  u pagina 5 Giorgio Pogliotti
  ROMA
   Con 344 voti favorevoli e 184 contrari, l'Aula della Camera ha votato la questione di fiducia posta dal
 governo per l'approvazione senza emendamenti del Ddl Poletti licenziato dalla commissione Lavoro che avrà
 il via libera oggi (alle 12 iniziano le dichiarazioni di voto) per passare al Senato. Ad esprimersi a favore sono
 stati Pd, Scelta civica, Ncd e Pi. Contro hanno votato Fi, Sel, M5S, Lega, Fdi.
   La maggioranza ieri pomeriggio al momento del voto, dunque, si è ricompattata e i deputati di Nuovo
 centrodestra e Scelta civica hanno votato sì, ma hanno spiegato di averlo fatto solo per senso di
 responsabilità, confermando le critiche alle modifiche votate dalla maggioranza del Pd in commissione Lavoro
 di Montecitorio. In mattinata il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - che martedì aveva tentato una
 mediazione tra i partiti della maggioranza senza riuscirci - si era detto ottimista: «Credo che siamo nelle
 condizioni di chiudere con un decreto assolutamente di valore - ha spiegato, a margine di un convegno della
 Femca-Cisl - penso che le distanze siano assolutamente alla portata».
   Per la vicepresidente della Camera, Marina Sereni (Pd), la fiducia ha «smentito la propaganda delle
 opposizioni, che da due giorni parlano di crisi della maggioranza, si tratta di un tassello parziale, ma
 importante di una politica più ampia di riforme». Il Ncd già guarda in avanti: «In seconda lettura al Senato - ha
 spiegato Renato Schifani - sarà necessario trovare un punto di mediazione per introdurre modifiche
 necessarie a dare al Paese un provvedimento che possa maggiormente incentivare le assunzioni». La partita
 passa in mano alla commissione Lavoro del Senato, il presidente Maurizio Sacconi (Ncd) ha affidato l'incarico
 di relatore al professore Pietro Ichino (Sc): «Sarà mia cura garantire che i lavori si svolgano in tempi utili a
 che il Senato possa compiere le eventuali modifiche garantendo altresì la conversione del decreto legge nei
 tempi previsti - ha detto Sacconi -. Sono certo che la maggioranza saprà operare una sintesi al proprio
 interno, aperta a recepire i contributi positivi delle stesse opposizioni». Il Ncd intende tornare alla versione
 originaria del Dl approvata dal Consiglio dei ministri, ripresentando le proposte oggetto della mediazione con
 il ministro Poletti sulla sanzione a carico delle aziende che assumono più del 20% di contratti a termine (per
 passare dall'obbligo di assunzione alla sanzione pecuniaria), sulla stabilizzazione di una quota di apprendisti
 per le imprese con 30 dipendenti (che intende eliminare), sull'obbligo di formazione pubblica (per lasciare
 all'impresa la scelta tra pubblico e privato confermando l'obbligatorietà per non incorrere in sanzioni da
 Bruxelles). Mentre la sperimentazione del contratto di inserimento a tutele crescenti rappresenta una priorità
 per Scelta civica.
  Il testo uscito dalla commissione lavoro della Camera, dove un ruolo decisivo è stato giocato dal presidente
 Cesare Damiano (Pd) e dal relatore Carlo Dell'Aringa (Pd), insieme alle modifiche su apprendistato e contratti
 a termine conferma comunque un'importante novità: l'allungamento a 36 mesi della durata del contratto a
 termine per il quale non è necessaria alcuna causale, che potrà essere prorogato per 5 volte (rispetto alle 8
 del testo originario) nell'arco dei tre anni. Le modifiche introdotte nel passaggio alla Camera sono considerate
 da Confcommercio «un pessimo segnale per le imprese che attendevano semplificazioni per poter assumere
 senza continui rischi di sanzioni, cause e eccessiva burocrazia». Per Confcommercio «su contratti a termine

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                  15
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                                           (diffusione:334076, tiratura:405061)

                                                                                                                       La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 e apprendistato erano stati fatti passi nella giusta direzione, che è quella della semplificazione, e si poteva
 finalmente evitare che ogni assunzione si trasformasse in un percorso a ostacoli, invece siamo tornati
 indietro». Per ragioni opposte sui nuovi contratti a termine Cgil e Uil hanno espresso posizioni critiche, mentre
 per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni «rappresentano un passo in avanti poiché si rafforza il contratto
 flessibile che offre maggiori garanzie ai lavoratori».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE Tetto del 20% Il Dl 34 introduce un tetto del 20% di
 utilizzo dei contratti a termine, calcolato sui lavoratori assunti a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio
 dell'anno di assunzione. Se si supera questo tetto scatta l'assunzione a tempo indeterminato per la quota di
 lavoratori eccedente.Restano validi i diversi limiti già previsti dai contratti nazionali. Ma se un'impresa applica
 un Ccnl che non prevede soglie, entro il 31 dicembre dovrà adeguarsi. Dal 2015, se supera il tetto, non potrà
 assumere a tempo determinato.
  Le possibili modifiche
 CONTRATTI Sanzioni
  L'impresa che supera il 20% di contratti a tempo determinato è sanzionata con l'assunzione del personale
 che oltrepassa la soglia con contratti a tempo indeterminato. Il pagamento di un indennizzo proposto dal Ncd
 potrebbe essere accolto dal Senato al posto dell'assunzione APPRENDISTATO/1 Formazione
  L'obbligo per l'azienda di usufruire dell'offerta formativa pubblica (che viene meno se la Regione non si attiva
 entro 45 giorni) potrebbe essere modificato. A chiedere un correttivo al Senato è soprattutto Ncd che propone
 di lasciar libera l'azienda di scegliere se avvalersi della formazione pubblica o privata APPRENDISTATO/2
 Stabilizzazione
  Le imprese con almeno 30 dipendenti sono obbligate a stabilizzare il 20% degli apprendisti, al termine del
 periodo formativo, come condizione per poter ricorrere ad altri apprendisti. Questo obbligo potrebbe essere
 cancellato al Senato. Ma c'è da convincere il governo CONTRATTO Tutele crescenti
  Al Senato potrebbe essere introdotta la sperimentazione del contratto di inserimento formativo con un
 meccanismo di tutele crescenti nei primi 3 anni (privi della tutela dell'articolo 18), come chiesto da Scelta
 civica. L'istituto è già previsto nel Ddl delega sul «Jobs act»
 Foto: Fiducia. Il risultato della votazione ieri a Montecitorio

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                    16
24/04/2014                                          Il Sole 24 Ore                                               Pag. 1
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 FINANZA E MERCATI
 Generali, bond a 12 anni fa il pieno di richieste
 Laura Galvagni

 Generali ha emesso ieri un prestito subordinato Tier 2 da 1 miliardo a 12 anni che ha ricevuto grande
 accoglienza dal mercato: le richieste sono ammontate a 7,4 miliardi; poco dopo mezzogiorno si è deciso di
 chiudere la raccolta degli ordini. Un successo che si è trasferito sul rendimento dell'emissione: il prestito è
 stato proposto con uno yield di 250 punti base sopra il mid swap, poi sceso a 225. Generali ha così sostituito
 il subordinato Mediobanca da 500 milioni finito sotto lo lente dell'Ivass, e finanzia il rimborso di due
 obbligazioni senior in scadenza a maggio 2015. Viene completato di fatto il funding per il prossimo anno e
 mezzo.
  Laura Galvagni u pagina 25
  Generali sostituisce il subordinato da 500 milioni di euro finito sotto lo lente dell'Ivass e finanzia il rimborso di
 due obbligazioni senior in scadenza a maggio 2015. Completando di fatto il funding per il prossimo anno e
 mezzo. La compagnia ha emesso ieri un prestito subordinato Tier 2 da 1 miliardo con scadenza 12 anni che
 ha ricevuto richieste per ben 7,4 miliardi. Già a un'ora dall'avvio del collocamento il book registrava domande
 per oltre 4 miliardi di euro. Abbastanza per decidere, appena passato mezzogiorno, di chiudere la raccolta
 degli ordini. Un successo che si è trasferito immediatamente sul rendimento dell'emissione. Il prestito è stato
 inizialmente proposto con uno yield di 250 punti base sopra il mid swap mentre il collocamento è stato
 archiviato con uno spread di 225 punti base, nella norma la forbice si restringe al massimo di 10-15 punti
 base. La cedola è dunque pari al 4,125% e il relativo prezzo di emissione è del 99,073%.
   L'operazione, quindi, ha ricevuto fin da subito l'ok del mercato. Soprattutto ha raccolto l'interesse degli
 investitori internazionali, basti pensare che quest'ultimi hanno assorbito circa l'87% dell'ammontare emesso.
 Circa il 34% dell'emissione è stato allocato agli istituzionali inglesi, il 14% a società tedesche e il 12% in
 Francia. In generale, più o meno il 75% è stato sottoscritto dai così detti investitori real money, ossia fondi
 pensione, assicurazioni e banche.
  «Il bond ha incontrato l'interesse degli investitori, anche oltre le nostre attese e il titolo è uscito meglio dei
 due subordinati di Generali attualmente sul mercato», ha dichiarato a Reuters uno dei lead manager
 dell'operazione. In particolare, gli investitori avrebbero gradito il carattere difensivo del titolo, insito anche nel
 rating. L'obbligazione è Baa3 per Moody's, BBB+ per S&P, BBB per Fitch. Fitch, nel dettaglio, in una nota
 diffusa ieri ha commentato così il subordinato: «I titoli hanno un giudizio inferiore di un notch rispetto alle
 Generali, in ragione di prospettive di recovery inferiori alla media». L'agenzia ha inoltre valutato «l'operazione
 come neutra per l'emittente in termini di leverage finanziario e marginalmente positiva per i coefficienti
 patrimoniali». L'emissione permette infatti alle Generali di recuperare subito tre punti di solvency, quelli tolti
 dall'Ivass dopo la ricognizione sul prestito emesso nel 2008 e sottoscritto da Mediobanca, e potenzialmente,
 stando alle stime di alcuni analisti, il subordinato fa guadagnare alla compagnia un altro punto e mezzo, due
 mesi fa il solvency ratio era a quota 150%. A febbraio l'Autorità aveva mosso dei rilievi sul prestito
 subordinato per inadeguata comunicazione, stabilendone la non ammissibilità nel computo del margine di
 solvibilità. Una decisione che ha portato le Generali a rimborsare il prestito il 7 aprile scorso e a recuperare i
 punti di solvibilità attraverso un nuovo strumento di capitale. Nella presentazione del bilancio 2013 la
 compagnia aveva reso noto di avere in scadenza obbligazioni per 2,25 miliardi e di voler ridurre nel 2014
 l'ammontare del debito di almeno 750 milioni. Con l'emissione di ieri e quella dello scorso gennaio, un bond
 senior da 1,25 miliardi con scadenza 2020, il funding sembra completato. Il subordinato non è callable e non
 prevede la possibilità di deferire del pagamento della cedola. L'operazione è stata gestita da Barclays,
 Mediobanca, Morgan Stanley, Ubs Investment Bank e UniCredit.
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  I numeri di Generali PROFITTI Dati in miliardi di euro 45.115 +0,2% LE PERFORMANCE Bilancio 2013.
 Premi lordi emessi in milioni di euro 20.940 -0,6% Settore vita Settore danni 1% 1% 2% 30% 17% 33% 13%
 3% 5% 5% 1% 30% 13% 17% 20% 9% International operations Europa centro-orientale LATAM Italia Francia
 Germania Asia EMEA ROE Dati in % FLUSSO DI CASSA Dati in miliardi di euro Fonte: Generali
 7,4 miliardi
 LA RICHIESTA PER IL BOND A FRONTE DI UN MILIARDO OFFERTO
 Foto: - Fonte: Generali

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 Corporate Usa. I due colossi dell'hi-tech e di internet battono tutte le previsioni degli analisti e titoli volano nel
 dopo-Borsa
 Apple e Facebook, boom di utili
 Nel primo trimestre venduti 43,7 milioni di iPhone e i profitti aumentano del 7% SOCIAL NETWORK
 Facebook triplica gli utili e il fatturato sale del 72% Lascia il direttore finanziario Ebersman, regista dell'Ipo: al
 suo posto Wehner
 Marco Valsiania

 NEW YORK
  Apple e Facebook si sono presentate all'appuntamento dei bilanci trimestrali superando di slancio le
 previsioni. I due grandi nomi dell'hi-tech e di internet, riportando aumenti sia dei profitti che del fatturato,
 hanno provato a restituire lustro al settore, allontanando lo spettro di bolle speculative e correzioni al ribasso.
 Apple ha anche annunciato aumenti di buyback e dividendi e, a sorpresa, uno split azionario in ragione di
 sette a uno dal 9 giugno, mosse che tradizionalmente aiutano le prospettive dei titoli. Sull'onda dei conti nel
 dopo mercato le quotazioni sono subito scattate al rialzo: Apple ha guadagnato fino all'8% e Facebook il
 2,7%.
  Apple, per il suo secondo trimestre fiscale dell'anno, ha riportato utili in aumento del 7% a 10,2 miliardi, pari a
 11,62 dollari per azione. Gli analisti prevedevano 10,18 dollari per azione. Il fatturato è salito del 4,6% a 45,6
 miliardi, battendo i 43,53 miliardi attesi e evitando all'azienda il primo temuto declino nelle vendite trimestrali
 dal 2003. Apple nel trimestre ha venduto 43,7 milioni di iPhone contro attese di 38,45 milioni. Hanno invece
 deluso i tablet iPad: le vendite sono state di 16,35 milioni contro previsioni di 19,8 milioni.
  L'azienda ha rafforzato di 30 miliardi il piano di riacquisto di titoli propri, portato a 90 miliardi, e alzato la
 cedola trimestrale dell'8% a 3,29 dollari per azione. «Siamo orgogliosi dei nostri risultati - ha detto il chief
 executive Tim Cook - Soprattutto delle robuste vendite di iPhone e di entrate record nei servizi». Cook ha
 aggiunto che l'azienda «è impaziente di introdurre nuovi prodotti», la vera scommessa strategica finora
 rinviata per dimostrare al mercato, entro l'anno come promesso, di non aver perso le capacità innovative.
  Facebook ha a sua volta battuto nettamente le aspettative. E il titolo del re dei social network si è così spinto
 al rialzo nonostante fosse già tra i migliori del settore da inizio anno, con guadagni del 15% (è però in calo del
 12% dai picchi raggiunti a marzo). Facebook nel suo primo trimestre 2014 ha sollevato il sipario su profitti
 quasi triplicati a 642 milioni di dollari e su un fatturato aumentato del 72% a 2,50 miliardi. Depurati da voci
 straordinarie gli utili per azione sono stati di 34 centesimi contro i 24 attesi dagli analisti, che avevano
 anticipato anche un giro d'affari in aumento di un più modesto 60% a 2,36 miliardi.
  Le entrate pubblicitarie, che rappresentano gran parte delle revenue, sono lievitate dell'82% a 2,27 miliardi,
 per il 59% derivate dal cruciale segmento dei gadget mobili, gli smartphone e tablet (rispetto al 30% dell'anno
 scorso). La schiera di utenti attivi quotidiani è cresciuta del 21% a 802 milioni e quella degli utenti attraverso
 gadget mobili del 43% a 609 milioni. Gli utenti mensili sono lievitati del 15% a 1,28 miliardi, con quelli via
 smartphone e tablet aumentati del 34% a 1,01 miliardi.
  «Il business è robusto e cresce - ha detto il fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg - Abbiamo
 compiuto scommesse di lungo termine sul futuro». Negli ultimi mesi l'azienda ha fatto scattare acquisizioni
 per oltre 21 miliardi aggiudicandosi il servizo di instant messaging WhatsApp e le tecnologie di realtà virtuale
 di Oculus. Facebook ieri ha inoltre annunciato un cambio della guardia ai vertici: entro l'anno lascerà il
 direttore finanziario David Ebersman, tra i principali artefici del colossale e controverso Ipo del gruppo,
 sostituito da David Wehner, l'attuale vicedirettore di corporate finance.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA Andamentodei titoli a Wall Street sino al 22/4. Base31/12/13 =100
 L'andamento dei titoli in Borsa APPLE FACEBOOK GOOGLE LINKEDIN

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 24/04/2014                                                                            19
24/04/2014                            La Repubblica - Ed. nazionale                                           Pag. 1
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 CARO PADOAN FACCIAMO GLI SCONGIURI
 EUGENIO SCALFARI

 IL MINISTRO dell'Economia, Pier Carlo Padoan, mi ringrazia per averlo esortato a chiarire più diffusamente
 la politica economica da lui adottata per ridare speranza agli italiani modificando positivamente le loro
 aspettative ad un futuro meno buio del loro disagiato presente e per recuperare un'equità fin qui decisamente
 trascurata. A mia volta lo ringrazio per averci esposto la sostanza, il metodo e gli obiettivi che egli si propone
 di realizzare e che daranno frutti tra due o tre anni sostituendosi allo "spot" degli 80 euro nelle buste paga dei
 lavoratori dipendenti con redditi superiori agli 8 mila euro annui, fino ad un tetto di 24-26 mila euro.
   Ciò premesso c'è un paio di questioni che desidero qui richiamare e che il ministro ha accennato
 sorvolandole un po' alla lontana. Mi sembra invece che occorra tenerle ben presenti e sottolinearle. <
 PAGINA LA PRIMA riguarda appunto l'equità. Lo spot degli 80 euro ha trascurato i non capienti sotto gli 8
 mila euro di reddito, i pensionati con modestissime pensioni, le partite Iva dei cosiddetti autonomi. C'è un
 buco non colmato che forse lo sarà nel 2015 senza però che ve ne sia certezza, così come non v'è certezza
 d'una riforma degli ammortizzatori sociali, cioè del nuovo welfare che dovrà sostituire l'antico spandendosi su
 una platea molto più vasta dell'attuale Cig. Padoan ammette che l'attuale taglio del cuneo fiscale è stato
 realizzato con coperture in larga misura posticce che saranno trasformate in un vero e proprio programma
 che lui ha già in mente ma sul qualeè stato giustamente sobrio di notizie. Siamo tutti speranzosi e fiduciosi
 che sarà un buon programma. Perciò crepi il lupo e grideremo evviva a lui e al premier Matteo Renzi.
  Quanto alla maggior flessibilità dell'Europa verso una politica di crescita, Padoan ne è certo. L'Italia lo chiede
 fin d'ora e il ministro ci informa che i presupposti ci sono già per quanto riguarda gli investimenti motivati dal
 lungo ciclo di depressione economica che non dipende da noi ma dall'intero mondo occidentale. L'Italia può
 sforare il bilancio perché quegli investimenti sono da tempo autorizzati dal trattato in vigore e non intaccano il
 paletto del 3 per cento rispetto al quale resteremo al di sotto.
   Questa affermazione non è del tutto esatta e lo conferma il fatto che, con apposito voto del nostro
 Parlamento, il governo è stato autorizzato ad informare la Commissione europea degli investimenti che si
 accinge ad effettuare per rilanciare nei limiti del possibile la crescita e l'occupazione giovanile.
  Saremo senz'altro autorizzati sempre che la Commissione ne approvi la quantità e le modalità nonché
 riforme che aumentino la competitività e semplifichino opportunamente le istituzioni.
  Qualora però l'esistenza di queste condizioni non fosse ravveduta dalla Commissione non credo che il
 governo possa prenderle senza subirne alcune sanzioni. Se così non fosse non si vede il perché
 dell'informazione che l'Italia ha trasmesso alla Ue. Perciò aspetteremo e anche qui crepi il lupo poiché se non
 crepa lui qualcun altro creperebbe in sua vece e non sarebbe un bel vedere.
  La seconda questione riguarda invece il pagamento di 20 miliardi dei debiti dello Stato, dei quali 8 alle
 aziende e gli altri ai Comuni e Regioni debitrici.È un flusso di liquidità preziosa per l'economia italiana, cui si
 aggiunge l'impegno che d'ora in avanti Stato ed Enti locali dovranno saldare i nuovi debiti a 60 giorni dalle
 relative fatture, non ricadendo nell'accumulo di altri pregressi.
  Benissimo, ma dove prenderanno i soldi i debitori per rispettare quel limite di tempo? Questo Padoan non lo
 dice e resta un sospetto tutt'altro che marginale. Ma c'è un altro punto sul quale il sorvolo non mi sembra
 giusto: le banche sconteranno i debiti certificati pagando le aziende in soldi contanti. Benissimo. Ma a loro
 volta le banche vanteranno un credito nei confronti del Tesoro. È un debito fuori bilancio e non intacca il
 paletto del 3 per cento, questo lo sappiamo, ma è pur sempre un debito dello Stato e nasconderlo sotto il
 tappeto non serve a nulla, il debito c'è e prima o poi dovrà essere onorato, non è vero? Infine: tutto riposa
 sulla presunzione che gli 80 euro in busta paga aumenteranno la domanda, cioè i consumi. Una presunzione
 non è pero una certezza. Molti beneficiari potrebbero invece di spendere risparmiarli quei soldi investendoli in
 impieghi monetari o tenendoli in contanti sotto il materasso per spese straordinarie che si presentassero in

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