Silverio Sica: "I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid"
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Silverio Sica: “I tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dal Covid” Trovandoci all’alba di un mondo portato agli estremi, in un periodo storico contrassegnato da ricerche scientifiche e mutamenti collettivi, l’epidemia globale ci ha portati a riflettere sul significato della libertà individuale. Libertà è davvero solo essere sospinti di qui e di la secondo il volere dei media? Se i nostri antenati hanno vissuto il dramma dell’infrazione della Legge, oggi l’angoscia è scaturita dall’inconsistenza del divieto e di conseguenza della libertà. La giustizia in questo caso prende un posto importante e recupera il legame con la società liquida dandole nuova forma. Oltre al quadro umorista che si crea quando è l’avvocato ad essere sottoposto all’interrogatorio, trovarsi in conversazione con una figura del calibro di Silverio Sica, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Salerno, è anche un’occasione per tirare le somme del panorama storico istituzionale. Ancora oggi il settore più antico tra tutti si trova diviso tra chi contempla con dubbio e chi è alle prese con un’inedita riorganizzazione delle strutture governative ai tempi del Covid-19. Si sono verificate delle compressioni del principio di legalità nella normazione avvenuta con atti amministrativi ? “Non bisogna sentirsi defraudati di niente perché si presuppone che la salute venga al primo posto. Può essere lo Stato a pretendere delle restrizioni o è il cittadino che autonomamente se le impone: fa lo stesso perchè è l’unica condotta utile di fronte all’ignoto della pandemia. La ‘compressione della libertà’ in uno stato emergenziale è pienamente giustificata e purtroppo non c’è un’alternativa. Le grandi epidemie della peste hanno visto gli
uomini rinchiudersi tra di loro e questo si è dimostrato il sistema più efficace, anche se comporta necessariamente la compromissione della libertà. Oltre ad essere un rimedio in uso da sempre è anche l’unico che l’uomo conosce di fronte a delle malattie che lo spaventano.” Come si è dimostrata la condizione carceraria durante la quarantena? “È un dato di fatto che i detenuti siano privati della loro libertà, ma non per questo vengono interdetti dalla vita di tutti i giorni. All’inizio c’è stato un allarme che era per molti aspetti fondato. Lo svilupparsi della pandemia all’interno delle carceri può essere una situazione molto grave e richiede degli spazi che in Italia non ci sono. Inoltre, ci vorrebbero delle strutture adeguate per garantire le terapie necessarie a tutti i detenuti e allo stesso tempo assicurare che non se ne scappino. Ad ogni modo, la burocrazia ha funzionato e l’amministrazione penitenziaria è riuscita a fronteggiare lo stato di emergenza. Abbiamo avuto poche notizie di pandemia all’interno delle strutture carcerarie quando è stato garantito un lasciapassare verso l’esterno.” Quali modalità vengono impiegate oggi nei tribunali? Molto spesso siamo di fronte ad una disorganizzazione e un’improvvisazione governativa da saltimabanco. Lo spettacolo circense non vale solo per i tribunali ma per tutti gli ambienti sociali, dalle famiglie alla scuola. Purtroppo c’è bisogno di regole certe che provengano dall’alto e che vengano fatte rispettare. Questo governo ha preferito promulgare delle norme che consentivano margini di interpretazione e soprattutto addossavano la responsabilità a tutti i quadri periferici. È facile pretendere da chi dirige una scuola o un tribunale di garantire che non si verifichino assembramenti. È più difficile ottenere degli interventi mirati che questa situazione richiede e assicurare delle strutture che tutelino le persone. Chi è a capo, ha promosso questo scarico di responsabilità e continua ad operare in questo senso con le norme che vengono emanate di continuo. È chiaro che anche i tribunali hanno risentito di questa schizofrenia derivante dalla situazione. Così a distanza di otto mesi dall’inizio
della pandemia si può ancora trovare il tribunale in cui si entra liberamente e quello in cui si ha accesso solo con previa verifica del grado febbrile, ma a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini. A Salerno per fortuna abbiamo trovato un po’ di buon senso nei capi di ufficio e siamo riusciti ad ottenere dei pass per 60 persone che vengono in seguito riconsegnati, sta di fatto che le regole non possono essere lasciate ad una libera interpretazione. ” Come trovare un accordo tra giustizia e fake news nell’industria giornalistica? “La violenza della modernità è stata in grado di uccidere l’unico ambito che aveva compreso la curiosità e l’ingegno dell’essere umano: il giornalismo. Mi viene in mente Travaglio e realizzo che ormai viene dato spazio a voci dolciastre diffuse sui teleschermi che non possono essere più spenti e l’ignoranza si fa sempre più autorità. La corruzione delle informazioni è un morbo che non colpisce il corpo ma le menti. Sicuramente i giornali di partito sono una realtà mondiale non solo italiana ma nessuno più ha il coraggio di approfondire le fonti e nel panorama storico è molto difficile trovare notizie analizzate e verificate con cura, che operino secondo l’arte dell’inchiesta. I grandi giornali americani, hanno i loro padroni, ma conoscono il metodo dell’indagine e continuano a sentire il richiamo della notizia, che viene prima di tutto il resto. Confido in un ritorno del giornalismo critico che non si annulli nella finzione e meno influenzato dalla politica. Anche nel mio settore, che è la giustizia, funziona così. Bisogna disporre di un filtro quando arrivano notizie senza contorni ben definiti che provengono dalle autorità o dal cliente e poi si correggono eventuali stonature o errori di messa a fuoco.” Andrea Orza
A gennaio il nome del candidato di Erika Noschese Continua il percorso di Davvero Diritti&Ecologia verso le amministrative 2021 a Salerno. Il leader Michele Ragosta, in queste settimane, sta tenendo una serie di incontri per far luce sul percorso che gli aspiranti candidati intendono intraprendere in vista della prossima importante scadenza elettorale. In primavera, infatti, i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio comunale e il nuovo sindaco di Salerno. Davvero ha già annunciato l’intenzione di scendere in campo con una coalizione vasta nè di destra nè di sinistra con un proprio candidato sindaco che sarà scelto solo nel mese di gennaio quando si avrà un quadro più chiaro della situazione. Ieri mattina, presso la sede provinciale del partito si è tenuto un incontro “Salerno cambia Salerno”, un percorso che avrebbe l’obiettivo di unire e “archiviare un sistema di potere trentennale deve essere la priorità, ripristinare le regole di partecipazione e di collegialità”, come si evince dall’invito diffuso a tutti coloro sono intenzionati a scendere in campo. Per Davvero l’obiettivo è quello di recuperare il ruolo di una Salerno città capoluogo, comprensorio e città metropolitana. In queste settimane sono in programma altri incontri presso la sede di via Raffaele Guariglia per provare a tracciare un punto di partenza prima di stilare il programma elettorale e dare il via ufficiale alla campagna elettorale. All’incontro di ieri mattina avrebbero preso parte anche alcuni attuali consiglieri di maggioranza, appartenenti ad altre liste civiche che guarderebbero con interesse alla coalizione di Davvero.
Torquato chiude parchi e ville. Vietata anche l’attività fisica C’è molta preoccupazione a Nocera Inferiore per il numero dei contagi, che sono saliti a quota 82. E’ così scattata una nuova stretta da parte del sindaco Manlio Torquato. Chiusi parchi e ville comunali. Con l’ Ordinanza sindacale n°44 del 18 ottobre 2020 è stata disposta la sospensione delle attività e la chiusura fisica di tutti i parchi giochi comunali, sia in gestione pubblica che affidati a terzi (comprese le strutture dedicate alle attività sportive in essi presenti), fino al 30 ottobre 2020. Inoltre con altro provvedimento è stata disposta la chiusura al Pubblico delle sedi Comunali per la giornata di oggi per consentire le operazioni di sanificazioni delle sedi comunali e l’organizzazione dei lavoratori per lo smart working. Saranno dunque chiuse al pubblico le sedi di Piazza Diaz, via Guerritore, Via Libroia e Biblioteca Comunale. Seguirà avviso per la regolamentazione degli accessi da martedì 20 ottobre. Lunedì summit con i vertici del Tribunale: «Preoccupa lo stato di isolamento in cui i Comuni sono lasciati dinanzi all’emergenza». Un libro da Salvare di
Federico PierMaria Sanguineti “Il libro da salvare non esiste” tema che libro salveresti? svolgo nel comunismo virtuale di internet dove trovi ogni libro che ti pare il libro da salvare non esiste se non come metafora di libro perché la nostalgia del manoscritto oppur la nostalgia del libro a stampa diventa nostalgia del camminare a quattro zampe quando stai in piedi e in piedi puoi andare dove vuoi e puoi persino coricarti e in sogno
arrotolarti in libro metaforico come quaderno della tua memoria Federico PierMaria Sanguineti Halloween in Campania: tradizione, eventi e mistero Il 2020 è l’anno in cui tutto cambia: un fine ottobre ricco di tradizione avrebbe scaldato il cuore a tutti noi ma quest’anno non si può! Per la prima volta nel DopoGuerra non si vedranno maschere e mascherine, colori e voci animare i nostri vicoli. Eppure ci piace scoprire le tradizioni locali e persino sognare quando in rete tra un testo e l’altro incontriamo un pezzo come quello presente sul Blog l’Insider che parla delle tradizioni di Halloween. Prima o poi, appena possibile, un viaggio a caccia di tradizioni lo faremo anche noi della redazione! La Campania si sa è terra di burloni e di amanti del mistero, non possono certo mancare le tradizioni e gli eventi di questo periodo dell’anno. Cosa certa è che per il 2020 tutto o quasi tutto sarà virtuale e digitale un pò come i casinò online. Halloween: il periodo dei morti in Campania Dalle nostre parti è cosa nota, con gli Stati Uniti abbiamo un profondo legame, vuoi lo Sbarco o vuoi le migrazioni ma in
Campania ed in particolare tra Napoli e Salerno le tradizioni americane piacciono da sempre ma prima del “dolcetto e scherzetto” qui alle falde del Vesuvio Cicci muortI correva già nei vicoli. Proprio a fine di ottobre i nostri vicoli si animavano di ragazzi e bimbi che, con o tavutiello, una cassetta di cartone a forma di bara invocando un’antica filastrocca “Fate bene ai Santi morti” “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte” chiedevano dolci e quanto altro. Insomma un Halloween tutto campano che niente ha da invidiare con le altre tradizioni del mondo. Halloween, periodo dei morti: tradizioni In questo periodo dell’anno i dolci sono qualcosa di importante, un pò come a Natale o forse persino di più. Li conoscete tutti? Ne abbiamo parlato con i nostri lettori più anziani, quelli che ancora ricordano tutto per bene ed abbiamo qualcosa da consigliarvi. Ovviamente in questo scorcio d’anno non solo dolci ma tante delizie. 1. Torrone dei morti: al cioccolato o pistacchio, alla nocciola o al gianduia è una delle ghiottonerie più amate. Non tutti sanno ma In passato, a Napoli e in Campania, i torroni erano chiamati “morticini”, infatti la loro forma particolare ricorda una cassa da morto, il torrone veniva portato alla fidanzata per addolcire le giornate del periodo triste. Il torrone dei morti o comunque il torroncino è uno dei dolci più amati dell’autunno/inverno indubbiamente tra i più venduti e quelli che ognuno vorrebbe ricevere in dono. Il torroncino, per la sua particolare ricchezza di gusto, è una delle delizie campane più consumate al mondo.
2. Pizza dei Morti, conosciuta solo a Ravello, ormai inizia ad essere apprezzata un pò ovunque. TIpicamente a Ravello, il giorno dei morti, si cucinavano piatti semplici, impasti di grano, salsa di pomodoro, aglio, origano, olio e acciughe. Una piatto povero diventato poi una vera e propria pizza e, non di rado anche a Salerno, nei giorni di Halloween è facile assaggiare una pizza semplice, di quelle che fuori dalla Campania, chiamano Napoli. Tantissime sono le tradizioni locali a base di lumi di candela e storie antiche di quelle che hanno animato i nostri vicoli. In questo strano Halloween sarà bello confrontarsi con chi le tradizioni ancora le ricorda a memoria e prepararsi al meglio per l’ultimo week end di ottobre 2021. Dillo a Cronache: assembramento davanti alla Sala Varese. Il video Video girato pochi minuti fa http://www.cronachesalerno.it/wp-content/uploads/2020/10/ WhatsApp-Video-2020-10-18-at-22.26.21.mp4
Gallozzi: “Il mare e le barche, grande risorsa per affrontare la crisi” “La quarta edizione di Salerno Boat Show – dichiara Agostino Gallozzi – si conclude con un bilancio doppiamente positivo. Il primo aspetto riguarda il comportamento dei visitatori che nei due ultimi fine settimana hanno scelto di venire al Marina d’Arechi. Un comportamento attento e responsabile, sempre pronto a rispettare le disposizioni anti-Covid, favorendo il lavoro degli addetti ai lavori e rendendo la manifestazione pienamente fruibile e sicura per tutto il pubblico presente. Il secondo aspetto concerne, invece, le caratteristiche più strettamente nautiche dell’iniziativa. Abbiamo ospitato imbarcazioni di vario genere, ma tutte di un eccelso livello stilistico e tecnico, ricevendo la conferma della grande attenzione che un pubblico sempre più vasto rivolge al mare e al diporto. Restiamo convinti che proprio questo esteso e variegato settore – dalla produzione e manutenzione delle imbarcazioni fino alle infrastrutture necessarie a cominciare dai porti turistici – sia in grado di recitare un ruolo molto rilevante per la ripresa e il consolidamento dell’economia meridionale. Ma al di là di queste considerazioni il maggiore successo ha riguardato l’atmosfera che si è respirata, sia tra gli espositori che tra i visitatori: voglia di esserci, di ottimismo, di partecipazione, voglia di fare squadra, nella convinzione che assieme è possibile superare anche questi momenti così difficili.” I numeri di Salerno Boat Show.
Circa 90 gli espositori, di cui 43 provenienti da aree al di fuori della provincia di Salerno. Complessivamente sono state esposte 118 barche, così suddivise: 38 fino a 10 metri, 33 fino a 13 metri, 28 fino a 16 metri, 15 fino a 20 metri, 4 oltre i 20 metri. “Pizza drive”, l’iniziativa lanciata dal pizzaiolo Angelo Graziano di Erika Noschese La nuova ordinanza del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca “costringe” i titolari di attività ristorative a correre ai ripari e reinventarsi. Lo sa bene Angelo Graziano, titolare della Pizzeria L’Angelo e il Diavolo di via Matteo Lecce a Sordina e di via Parlamento a Filetta di San Cipriano Picentino che ha dato via al “Pizza drive”, la nuova frontiera della pizza d’asporto. Nei giorni scorsi, infatti, il presidente di Palazzo Santa Lucia ha firmato l’ennesima ordinanza che vieta, a tutti gli esercizi di ristorazione, la vendita d’asporto dopo le 21 mentre resta consentito il delivery senza limiti di orari. “Pizza drive è nata in seguito all’ultima ordinanza del presidente De Luca perchè l’altro giorno ero in giro quando ho notato le persone in attesa dinanzi al Mc Donald’s di Salerno e ho pensato di fare lo stesso”, ha dichiarato Angelo Graziano, spiegando che le persone potranno recarsi presso le due pizzerie di sua proprietà anche dopo le 21 ma attendendo rigorosamente in auto. “Ovviamente, non sarà come il Mc Donald’s ma saranno rispettate tutte le norme anti contagio imposte dal governo
nazionale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus – ha dichiarato il noto pizzaiolo salernitano – I miei dipendenti, indossando la mascherina e rispettando il distanziamento sociale, si avvicineranno alle auto, prenderanno gli ordini e consegneranno le pizze direttamente alle persone, all’interno delle loro macchine così le persone non saranno costrette a scendere dal veicolo e non dovranno entrare in pizzeria, nel rispetto dell’ordinanza del presidente De Luca”. Sarà cura del titolare individuare i luoghi di attesa, per non avere ripercussioni sul traffico cittadino e soprattutto per non creare disagi. “Per me è un’esperienza nuova che voglio provare a mettere in atto per mandare avanti le mie pizzerie”, ha dichiarato ancora Graziano, sottolineando che in questi giorni numerose sono state le disdette, proprio in seguito alle nuove norme imposte dalla Regione Campania. “Alla fine, le persone sono spaventate e stanno ricominciando a rinunciare anche ad un sabato sera in pizzeria, senza contare che il maltempo non invoglia le persone ad uscire”,ha detto il titolare de L’Angelo e il Diavolo che spiega come il pizza Drive si sia reso necessario anche per ridurre i tempi d’attesa: “Si accumulano le consegne e i nostri clienti rischiano di attendere diverso tempo prima di ricevere la pizza a casa mentre così tutto è semplificato e le persone devono attendere in auto, cercando di accontentare tutti ma soprattutto cercando di recuperare qualche incasso e non perdere totalmente”. Come facilmente prevedibile, infatti, in questi mesi di emergenza – soprattutto post lockdown – gli introiti sono diminuiti nettamente ma, come ha spiegato lo stesso Graziano, “ci sono le tasse da pagare, i dipendenti devono avere il loro stipendio e io non posso licenziarli perchè non sarebbe giusto”. Nonostante ciò, i titolari di attività ristorative provano ad andare avanti anche se “i maggiori guadagni si hanno proprio dai tavoli, non dall’asporto
“Il grido dei bambini di Salerno Fateci tornare in classe” di Monica De Santis Mamme e papà, ma anche bambini, studenti liceali e universitari, rappresentanti sindacali e di associazioni. Ieri mattina in piazza Amendola erano in tanti a protestare contro l’ordinanza di De Luca che impone la chiusura delle scuole ad eccezione dei nidi e delle scuole materne. Una protesta pacifica, colorata dai tanti cartelli tenuti in mano dai bambini, che hanno vissuto questa giornata come i veri protagonisti. Nessuna minaccia, nessun ultimatum, solo richieste di far tornare a scuola i loro figli. E’ stato questo il messaggio che le mamme e i papà hanno voluto lanciare. Un diritto allo studio ma anche alla socializzazione, che non può essere loro negato… “La scuola è vita, è prorità in questo momento è l’unica certezza per i nostri bambini per non farli vivere ulteriori bambini, certo bisognerà cambiare qualcosa intorno alla scuola, ma comunque va aperta” afferma Daniela Pastore, mamma di tre gemelli. A lei le fa eco Silvia D’Arienzo della scuola Medaglie D’Oro… “La nostra scuola è ben organizzata, abbiamo ingressi differenziati, i bambini indossano la mascherina anche in classe. Il livello di sicurezza è altissimo. De Luca ha ragione i casi sono tanti ma il problema è esterno alle scuole. Vanno chiuse le scuole superiori e le università ma non può chiudere le elementari e le medie. Non si può far fare ad un bambino di prima elementare la didattica a distanza”. Alla manifestazione anche il professore in pensione Mariano Iodice che commenta così… “I bambini sono stati sottoposti ad
una pressione psicologica e pedagogica che non si era mai verificata prima. Eppure hanno risposto bene e si comportano bene a scuola, ecco perchè non riesco a capire i motivi di questa decisione di De Luca”. Simone Bisogno studente universitario della facoltà studi diplomatici della sicurezza globale spiega il danno che anche gli universitari stanno subendo… “La didattica in presenza è importante, ci aiuta a relazionarci con i professori, specie sugli argomenti più difficili. E poi va detto che per noi di Fisciano l’università non è solo un luogo di studio, ma ancche un luogo di incontro e di scambi, di socializzazione, abbiamo perso tutto l’aspetto sociale dell’università e non è giusto”. Almerico Ippoliti presidente dell’Associazione dei rappresentanti d’Istituto spega come nasce questa protesta… “Questa protesta nasce dall’ordinanza di De Luca che ha chiuso per 15 giorni le scuole aducendo un motivo inesistente, perchè le scuole non sono focolaio di Covid, anzi è il posto più sicuro per i ragazzi. Il problema vero sono i mezzi pubblici che sono strapieni e che fanno diffondere il virus. Serve un nuovo piano per i trasporti” Alessandro D’Auria del coordinamento scuole aperte Salerno… “Il nostro è un movimento che nasce in maniera spontanea, per chiedere che la scuola pubblica continui, migliori e non chiuda. Abbiamo bisogno che i nostri figli ricevino una formazione adeguata e questa non la possono ricevere con la didattica a distanza, non è scuola questa” “Allargarsi alla società civile per arrivare al
cittadino” di Erika Noschese “I punti fermi, per me, devono essere: partire dal centrodestra, allargarsi alla società civile fino all’inverosimile e, soprattutto, un nuovo linguaggio, più semplice che vada direttamente al cittadino”. E’ questa, per il parlamentare salernitano di Forza Italia Vincenzo Fasano, la ricetta giusta per riportare la coalizione di centrodestra agli “antichi splendori”, soprattutto dopo il flop alle elezioni regionali e in vista delle prossime amministrative, in programma nella primavera 2021. Onorevole, partiamo subito dagli ultimi avvenimenti: la Regione Campania ha optato per la chiusura delle scuole e, in questi giorni, si sprecano le polemiche anche da parte dei genitori che vogliono la riapertura degli istituti scolastici… “Io sono sgomento, sono senza parole perchè ero convinto delle verità ufficiali che leggevo, come tutti i cittadini, di una situazione sotto controllo. Invece, sotto controllo non era. Sono sgomento, lo ribadisco”. Ci sono nuove restrizioni imposte da De Luca e da qui a breve potrebbe essere imposto il coprifuoco, soprattutto nel week end di Halloween. Crede che queste che siano necessarie per contenere il contagio? “Non lo so, credo che tutto quello che può scongiurare il rischio di un aumento dei contagi vada fatto ma, naturalmente, credo che siamo in ritardo. E’ evidente che il governatore non controlla la situazione, la regione è fuori controllo così come la gestione dell’emergenza stessa. Mi pare evidente. Siamo fuori campagna elettorale, possiamo parlare e dire, finalmente, quali erano i nostri timori: i dati che leggevamo non erano quelli veri, probabilmente c’è stata una sottovalutazione perchè c’era la campagna elettorale ma finita la festa siamo in piena emergenza. Non so che dire ma come cittadino io sono agli ordini del presidente della Regione che non ho votato e non voterò ma qualunque siano i decreti che emana io li osserverò,
come giusto che sia ma da uomo politico e cittadino di Salerno sono sgomento”. Sono passate diverse settimane dalle elezioni regionali che hanno visto la vittoria schiacciante del governatore De Luca e un crollo netto del centrodestra e in particolare Forza Italia. Si aspettava questo risultato? “Certamente, con la paura che il Covid aveva eiaculato e con la certezza che il governatore aveva dato di saper gestire l’emergenza mi aspettavo questo risultato così negativo. L’effetto mediatico del lanciafiamme avrà sicuramente fatto effetto ma purtroppo abbiamo dovuto constatare che il lanciafiamme non è servito a niente perchè perdere un’elezione si può ma perdere la vita no. Mi preoccupo per la vita dei cittadini, anche della mia, più che della propaganda e invece molta propaganda e poca prevenzione e molte delle cose che si stanno dicendo di mettere in campo andavano già fatto, probabilmente per non allarmare. Io parlo di De Luca in quanto a capo della Regione ma è chiaro che non tutto è in capo al governatore. La sanità campana funziona così”. In casa Forza Italia adesso la parola d’ordine sembra essere rinnovamento. L’obiettivo, per molti esponenti, sembra essere quello di riformare la classe dirigente. E’ la soluzione, secondo lei? “Secondo me c’è bisogno di idee chiare. Il rinnovamento è una proposta alla quale nessuno si oppone, è una cosa fisiologica ed è da stupidi opporsi ad un eventuale ricambio. Le elezioni servono a questo, anche a misurare. Il problema è chi invoca il rinnovamento: se è un rinnovatore ben venga, se è parte del gruppo dirigente, travestito da rinnovatore, allora non va bene. Io credo che ci sarà tanto da mettere in campo, vedo una Forza Italia – nonostante i risultati fortemente deludenti – ancorata al centrodestra, in maniera indissolubile, distinta per posizioni come ad esempio sul Mes in quanto noi siamo a favore ma assolutamente in quel recinto, nemmeno un metro di distanza tra noi e gli alleati di centrodestra e, insieme, possiamo dare una svolta al Paese”. Nella primavera 2021, la città di Salerno sarà chiamata al voto per le elezioni amministrative. Secondo lei, Forza Italia deve essere in campo da sola o in coalizione? “Dobbiamo fare due operazioni per le
comunali: unire il centrodestra, cosa che non è capitata in altre occasioni, come già avvenuto anche in questa tornata elettorale in quanto troppo spesso siamo andati un po’ sparsi, con risultati sultati assolutamente deludenti. Io vedo centrodestra ovunque, tenendo presente che bisogna fare i conti con il territorio. Io vedo anche un’operazione di allargamento, in questo senso posso raccogliere qualche suggerimento che arriva anche da qualche esponente che ho sentito rilasciare interviste in questi giorni: dare vita ad uno schieramento largo che parte dal centrodestra e arrivi ovunque, coinvolgendo la società civile, i grossi intermedi, le categorie, che sia interprete vera dell’esigenza di cambiamento, se sono vere le proteste di questi giorni che sicuramente aumenteranno”. Di cosa ha bisogno, secondo lei, la città di Salerno? Qual è la sua idea di programma elettorale? “Il programma elettorale è una cosa che non si costruisce così ma dobbiamo dare un segnale assoluto di discontinuità rispetto alla gestione deluchiana. Non ce l’abbiamo fatta alla Regione e ho spiegato il perchè con molta chiarezza. Probabilmente, adesso ai cittadini è più chiaro che la propaganda non è buona politica. Se riusciamo noi a far passare questo messaggio che questi hanno fatto propaganda, non buona politica o buona amministrazione allora è probabile che, con uno schieramento largo, senza egoismi, senza persone che si sovrappongono, senza personalismi, potremmo battere la corazzata. Dalle sconfitte bisogna trarre profitto, capire che le cose sono andate male, perchè e cambiare ciò che va cambiato, anche se radicalmente. I punti fermi, per me, devono essere: partire dal centrodestra, allargarsi alla società civile fino all’inverosimile e, soprattutto, un nuovo linguaggio, più semplice che vada direttamente al cittadino. Probabilmente, questa volta i cittadini ci capiranno ma devono vederci uniti. Naturalmente, sulla figura del sindaco non mi sbilancio perchè qualunque nome faccio lo brucio ma sono per una personalità di alto profilo, che sappia mantenere insieme i valori di un centrodestra allargato e rappresentare anche le istanze dei cittadini, non per forza di centrodestra ma delusi dalle
politiche di questi anni”. Amministrazione Napoli: promossa o bocciata? “Enzo Napoli è un signore, un galantuomo ma assolutamente da bocciare la sua esperienza. Poi, devo dire: non è una bocciatura sua perchè di suo c’è veramente poco”.
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