Finlandia, Covid-19: decisa la riapertura parziale delle scuole per il 14 maggio - L'Osservatore d'Italia

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Finlandia, Covid-19: decisa la riapertura parziale delle scuole per il 14 maggio - L'Osservatore d'Italia
Finlandia, Covid-19: decisa
la riapertura parziale delle
scuole per il 14 maggio
Il governo ha deciso di revocare la chiusura delle scuole per
l’educazione e la cura della prima infanzia e di quelle
sull’istruzione primaria e secondaria inferiore sulla base di
una valutazione da parte delle autorità sanitarie, che quindi
riapriranno il 14 maggio in modo controllato e con ogni
attenzione alla sicurezza. Allo stesso tempo, i responsabili
 del settore scolastico hanno il tempo di organizzarsi per
riprendere l’insegnamento di contatto informando il personale
e prendendo altri accordi.

Sulla base di una valutazione epidemiologica, il governo ha
valutato che non sussistano più motivi per continuare ad
applicare il decreto sull’applicazione della legge sui poteri
di emergenza in materia di istruzione e cura della prima
infanzia e istruzione primaria e secondaria inferiore.

Per il governo di centrosinistra finlandese, l’esperienza
internazionale e nazionale sta indicando che il ruolo dei
bambini nella diffusione delle infezioni da coronavirus non è
simile a quello degli adulti, i bambini non sono
essenzialmente una fonte di infezione. Sulla base delle
informazioni attuali, l’apertura delle scuole si valuta quindi
sicura sia per gli allievi che per il personale.
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Il Ministero dell’istruzione e della cultura e l’Istituto
finlandese per la salute e il benessere hanno elaborato linee
guida e istruzioni sulle modalità per il ritorno
all’istruzione e alle cure della prima infanzia e
all’istruzione primaria e secondaria inferiore. Lo hanno
annunciato congiuntamente il primo ministro Sanna Marin e il
ministro dell’istruzione, Li Andersson.

da sin. Li Andersson e Sanna Marin, foto© Lauri Heikkinen VNK

La cosa più importante è evitare contatti fisici non necessari
e organizzare i locali di insegnamento in modo più spazioso
del solito. I tempi di pausa scolastica e i pasti scolastici
devono anche essere gestiti con la classe o il gruppo degli
studenti. Grandi raduni, come i festival di primavera, non
saranno organizzati. Il personale deve anche lavorare con lo
stesso gruppo di bambini e le linee guida sull’igiene devono
essere rigorosamente rispettate. I responsabili del settore
prenderanno decisioni su accordi più specifici.
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Il Ministero degli affari sociali e della sanità e il
Ministero dell’istruzione e della cultura prepareranno
congiuntamente le istruzioni per le agenzie amministrative
statali regionali. Le restrizioni sull’istruzione e
l’assistenza della prima infanzia e sull’istruzione primaria e
secondaria inferiore per contenere la diffusione di
un’epidemia nella società sono regolate dalla legge sulle
malattie trasmissibili.

I medici valuteranno se i gruppi a rischio possono impegnarsi
nell’insegnamento di contatto. Nel caso dei dipendenti, la
valutazione sarà effettuata insieme a un medico e al datore di
lavoro.

Una volta che il decreto sull’applicazione della legge sui
poteri di emergenza non sarà più vigente, i responsabili del
settore istruzione non possono organizzare l’insegnamento
sotto forma di insegnamento a distanza; le stesse autorità
locali non possono decidere di chiudere le scuole, né le
autorità locali possono decidere di organizzare l’insegnamento
solo sotto forma di insegnamento a distanza. Il diritto
all’istruzione di base è un diritto soggettivo stabilito dalla
Costituzione finlandese e appartiene ugualmente a tutti. Il
governo discuterà in seguito delle restrizioni all’istruzione
secondaria superiore e all’istruzione superiore.

Allorquando il governo decise la chiusura delle scuole,
dichiarò lo stato di emergenza e proibì incontri di oltre 10
persone. Tali divieti hanno anche chiuso musei, teatri,
cinema, opera nazionale, biblioteche, biblioteche mobili,
strutture per hobby e piscine, club per giovani e altri punti
di riunione raccomandando che le organizzazioni del terzo
settore e le congregazioni religiose facessero lo stesso. I
confini internazionali della Finlandia sono stati parzialmente
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chiusi il 19 marzo. Un paio di settimane dopo, il governo ha
ordinato la chiusura dei bar, dei caffè e dei ristoranti del
paese il 4 aprile, ma ha aggiunto la disposizione secondo cui
i ristoranti possono ancora offrire il servizio di asporto.

I confini della regione meridionale di Uusimaa, con la
capitale Helsinki, che ospita 1,7 milioni di persone e l’area
in cui il coronavirus si è diffuso maggiormente, sono stati
temporaneamente chiusi il 28 marzo, ma un paio di settimane
dopo il governo ha annunciato che la regione sarebbe stata
riaperta il 15 Aprile.

Al 29 aprile la situazione della pandemia in Finlandia
risultava la seguente:

     4906 infezioni confermate in laboratorio a partire), 166
     in più rispetto al giorno precedente
     8900 i test effettuati, + 166 sul giorno precedente
     206 decessi dovuti a complicazioni Covid-19 , sette in
     più rispetto al giorno precedente
     2800 i guariti
     in relazione alla popolazione totale della Finlandia
     (5.543.233), il rapporto è di 89 casi per 100.000
     persone
     età media dei deceduti è di 84 anni, il 52% dei quali
     uomini
     oltre il 90% dei deceduti aveva almeno una malattia
     cronica
     200 casi confermati nei bambini
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Coronavirus: salvare la vita
delle    persone,    salvare
l’economia    o    rischiare
entrambi? Si apre o non si
apre?    Gli    spunti    di
riflessione   del   prefetto
Francesco Tagliente
di Francesco Tagliente*

“Premetto che la vita è sacra (anche per gli anziani e le
persone con altre patologie che hanno la disavventura di
essere contagiati dal coronavirus) e che è necessario assumere
le decisioni più opportune per riavviare gradualmente le
attività ed evitare ulteriori disastri per l’economia.

Il virus si è “diffuso a livello globale e a causa della
pandemia nel mondo sono già oltre 3 milioni e 200 mila le
persone contagiate e più di 228 mila i morti. Una condizione
inedita, che rischia di mettere in pericolo l’esistenza
dell’intera comunità.

Questo comporta la responsabilità, a tutti i livelli, di agire
per contenere la diffusione del virus sia per salvare il
maggior numero di vite umane che per evitare ancora più gravi
catastrofe economiche. E questo anche emanando provvedimenti
volti alla sospensione e compressione dei diritti fondamentali
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dei cittadini.

In Italia alla data del 29 aprile in Italia sono stati
registrati oltre 205 mila casi positivi di coronavirus con
circa 28 mila decessi. Che nelle ultime 24 ore ci sono stati
1.872 nuovi casi positivi e 285 decessi, e ogni giorno
continuiamo a registrare migliaia di nuovi infetti e centinaia
di decessi.

La comunità scientifica ha informato il Governo e ripete
continuamente che se riaprissimo quasi tutto subito, il tasso
di riproduzione del virus tornerebbe alto con conseguenze
drammatiche sul piano sanitario ed economico perché secondo
uno studio elaborato da un gruppo di scienziati (pubblicato
sulla rivista scientifica Pnas) le restrizioni alla mobilità
decise dal governo hanno ridotto progressivamente la capacità
di contagio del 45%. E ancora che secondo gli studiosi,
dall’inizio dell’epidemia al 25 marzo scorso, le restrizioni
alla mobilità avrebbero evitato il ricovero ospedaliero di
almeno 200 mila persone.

Il nostro ordinamento costituzionale, riconosce espressamente
un particolare valore al diritto alla salute e al connesso
diritto alla vita. Un diritto fondamentale, qualificato come
“inviolabile” dell’individuo, oltre che un interesse primario
per la collettività, quindi prevalente su tutti gli altri
diritti che sono solo tra loro bilanciabili, per la semplice
ragione che la vita è precondizione per il godimento di tutti
gli altri diritti.

La vita quindi è sacra anche per gli anziani e le persone con
altre patologie che hanno disavventura di essere contagiati.
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Qualora dovessero verificarsi nuovi decessi riconducibili al
mancato rispetto di ordini e discipline, oltre alle intuibili
ancora più gravi conseguenze per l’economia potrebbero
scaturire responsabilità anche di natura penale, civile ed
amministrativa.

La   negligenza,     l’imprudenza,     l’imperizia,    ovvero
l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline può
comportare responsabilità a titolo di colpa e che il nostro
ordinamento penale contempla anche l’epidemia e l’omicidio
colposi. Ed ancora che quando l’evento è prevedibile, potrebbe
essere ravvisata anche la cooperazione colposa.

Fatte queste premesse inviterei a riflettere responsabilmente
su tutti gli scenari possibili e alle potenziali
responsabilità personali di una apertura tutto e subito
puntando alla responsabilizzazione dei comportamenti
individuali.

Solo   il   comportamento   di   ogni   singola   persona   potrà
legittimare la decisione di sostituire le restrizioni con
modelli organizzativi, comportamentali e strutturali

E di tutta evidenza che questa nuova fase 2, legittimando ad
uscire milioni di persone, avrà successo solo se i
comportamenti individuali saranno rispettosi delle regole di
contenimento del virus. In altre parole la capsula di
sicurezza e prevenzione che fino ad oggi è stata la casa,
diventerà ogni singola persona.

Ciascuno di noi diverrà protettore di se stesso e degli altri
rappresentando la garanzia per la prosecuzione o motivo di
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interruzione del percorso di ritorno alla normalità che il
governo ha intrapreso con le garanzie della progressività e
del quotidiano monitoraggio.

*Prefetto, già Questore di Firenze e Roma

Regione   Lazio,   sostegno
all’editoria: c’è chi può e
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chi non può. Ecco l’elenco
dei beneficiari
Europa Verde Albano Laziale si unisce all’appello lanciato
dall’Associazione sindacale emittenza radiofonica e televisiva
locale affinché, “in questa fase – hanno dichiarato Elena
Grandi e Angelo Bonelli – di crisi generale, si pensi anche
alle ‘voci del territorio’ che, da sempre, hanno avuto un
ruolo fondamentale in termini culturali oltre che
giornalistici: raccontando le cronache, denunciando le
storture, portando alla luce i paradossi, giorno dopo giorno.

L’informazione locale ha aiutato a formare consapevolezza,
contribuendo alla crescita dei territori, della loro classe
dirigente, dell’economia, dei cittadini.

 Pubblicato da Europa Verde Albano Laziale su Giovedì 30
 aprile 2020

Stampa ed emittenti televisive e radiofoniche locali –
proseguono Grandi e Bonelli – non sono esenti dalla profonda
crisi che sta colpendo famiglie, lavoratori e imprese. Con la
chiusura di attività ed esercizi commerciali, non sono pochi i
contratti pubblicitari sospesi o disdetti. È quindi
fondamentale che all’impegno assunto dal Governo nel Decreto
Cura Italia di stanziare risorse aggiuntive rispetto a quelle
previste attualmente dal Fondo per il pluralismo e
l’innovazione dell’informazione venga dato seguito al più
presto e in maniera urgente”.
Ebbene, la maggior parte della stampa e delle emittenti
televisive e radiofoniche locali in questo periodo di profonda
crisi economica da Covid-19 evidenziano un malessere relativo
a quella che ormai è una realtà di abbandono consolidata da
molto tempo da parte delle istituzioni.

E così, per quanto riguarda il Lazio, “pochi fortunati”
riescono ancora oggi a raccogliere qualche contributo qua e
là, mentre c’è chi ancora riesce a proseguire con le proprie
forze aspettando il minimo accenno di un segnale di
cambiamento.

281.334,76 euro dalla Regione Lazio

La Regione Lazio lo scorso dicembre 2019 è intervenuta a
sostegno dell’editoria, delle emittenti televisive e
radiofoniche locali, della distribuzione locale della stampa
quotidiana e periodica nonché delle emittenti radiotelevisive
e testate online locali approvando la cifra di 281.334,76 euro
di cui 41.334,76 euro per 4 domande a sportello idonee e
ammissibili a finanziamento e 20 domande a graduatoria idonee
e ammissibili a finanziamento per un importo complessivo pari
a 240.000,00 euro.

La Regione ha quindi approvato la
graduatoria definitiva dalla quale
risultano   finanziabili i seguenti
interventi:
Football   Club    Frascati,
Marcelli ha partecipato alla
riunione on line per la
Scuola calcio d’Elite
Frascati (Rm) – In settimana si è tenuta una riunione per le
Scuole calcio d’Elite del Lazio, rigorosamente on line vista
la quarantena forzata per l’emergenza Coronavirus. Ovviamente
presente anche Lorenzo Marcelli, responsabile del settore di
base del Football Club Frascati che parla dell’appuntamento
durato circa un paio d’ore: “Era l’ultimo step previsto dal
calendario federale per le Scuole calcio d’Elite: non essendo
possibile incontrare di persona i vari rappresentanti delle
società, il Settore Giovanile Scolastico della Figc ha
organizzato l’evento on line. Erano presenti i massimi vertici
istituzionali (tra cui il coordinatore Sgs Franco Pascucci, il
responsabile dell’attività di base Pietro Martella e quella
degli psicologhi Daniela Sepio, ndr) e tutti i rappresentanti
delle società laziali che si possono fregiare di questo
importante riconoscimento. Ci è stato chiesto come stavamo
portando avanti “l’attività” in questo difficile periodo e ci
è stata ribadita vicinanza e pieno sostegno per qualsiasi tipo
di informazione. Non si è fatto accenno a ciò che riguarda la
ripresa degli allenamenti, ma è chiaro che questo specifico
settore va di pari passo con le decisioni che il governo
prenderà per la Scuola e dunque con ogni probabilità si potrà
tornare a fare attività da settembre”. Manca l’ufficialità
(che arriverà all’inizio della nuova stagione con la consueta
consegna della targa), ma è certo che anche nella prossima il
Football Club Frascati sarà Scuola calcio d’Elite: “Un
riconoscimento a cui teniamo tanto e che è il termometro
dell’intenso lavoro fatto dalla nostra società sul settore di
base. Un titolo che la Figc concede solo in presenza di
determinate condizioni, nel tempo divenute sempre più
stringenti. E’ chiaro che esistono delle differenze nella
qualità del lavoro anche tra le società che possono fregiarsi
di questo attestato, ma è già un punto di partenza importante
per indirizzare la scelta delle famiglie dei giovani
calciatori”. Intanto il Football Club Frascati continua a
proporre qualche video-lezioni ai suoi tesserati tramite i
gruppi whatsapp: “Un modo come un altro per testimoniare la
nostra vicinanza ai ragazzi che in questo particolare periodo
devono pensare soprattutto a svagarsi”.
Volley     Club    Frascati,
Musetti: “Fase 2? Se ci danno
l’ok dal 18 maggio saremo
pronti a ripartire”
Frascati (Rm) – Il Volley Club Frascati sta studiando il da
farsi in vista della fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Il
presidente Massimiliano Musetti fa il punto della situazione
dopo le ultime decisioni del governo. “Se ci daranno l’ok, la
nostra società si farà trovare pronta a riaprire il centro
sportivo di Vermicino dal prossimo 18 maggio. La Fipav
nazionale, quella regionale e quella territoriale stanno
facendo un lavoro eccellente e, come presidente di una
società, sento molto vicine le istituzioni del nostro sport
che stanno provando a metterci nelle condizioni di andare
avanti. La Federazione e il Coni stanno studiando un
protocollo di comportamenti in base alle indicazioni del
Politecnico di Torino. Oltre a quelle modalità, come Volley
Club Frascati ne adotteremo altre per permettere ai ragazzi
che ospiteremo di fare allenamento nelle migliori condizioni
di sicurezza possibili. Penso a due o tre sedute settimanali
“scaglionate” a livello di orario con al massimo sei o sette
ragazzi contemporaneamente, rigorosamente da svolgere a porte
chiuse e in maniera “intensiva”, vale a dire per una durata di
45 o 50 minuti”. Il discorso non varrà per tutti i tesserati
del Volley Club Frascati: “Dal 18 maggio vorremmo riaprire
l’attività esclusivamente per i gruppi agonistici maggiori sia
maschili che femminili, considerato anche che per i più
piccoli far rispettare protocolli molto rigidi non è semplice.
Inoltre, sempre se ci sarà consentito e qualora ci fosse
l’adesione da parte dei ragazzi e delle loro famiglie, abbiamo
alcune idee per il periodo estivo”. Musetti parla anche della
stagione 2019-20 che la Fipav ha già cancellato: “La
Federazione ha già chiarito che non ci saranno promozioni e
retrocessioni in nessuna categoria (e quindi il club tuscolano
sarà presente nei prossimi campionati di serie C femminile e
di serie D maschile e femminile della prossima stagione, ndr).
Temo che le difficoltà economiche e organizzative che si
vivono in Italia porteranno a una chiara “scrematura” delle
iscritte ai prossimi tornei. Intanto è già ufficiale che, per
tutelare le categorie giovanili non concluse quest’anno,
nasceranno delle annate “dispari”, vale a ire l’Under 19 e
l’Under 17, mentre i numeri dovrebbero consentire di formare
sia un campionato Under 15 che uno Under 14”.
“Ci vediamo a via Veneto”,
all’Harry’s Bar l’esperto in
gestione     rifiuti    Luca
Andreassi: “Pochi passaggi
per risollevare Roma”
Dalla scelta di passare dal Pd al partito di Matteo Renzi per
il quale è coordinatore provinciale, alla ricetta per una sana
gestione dei rifiuti di Roma.

Luca Andreassi, ospite della trasmissione “Ci vediamo a via
Veneto” condotta da Chiara Rai dall’HARRY’S BAR. Sabato 2
Maggio 2020 alle 18.

Professore Universitario presso la Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Roma Tor Vergata. La sua attività di
ricerca si è concentrata negli anni in vari settori
dell’Ingegneria Meccanica. Dai motori a combustione interni,
argomento della sua tesi di laurea nel 1996, dei quali si è
occupato dello sviluppo di modelli di simulazione numerica per
l’analisi termofluidodinamica dei fenomeni che avvengono
dall’aspirazione allo scarico e post trattamento dei gas
combusti, ai sistemi innovativi di produzione di energia come
le celle a combustibile, allo sviluppo di metodologie per la
razionalizzazione e contenimento dei consumi energetici, allo
sviluppo di metodologie per la chiusura ottimizzata del ciclo
dei rifiuti sia in termini di pianificazione del ciclo che di
progettazione impiantistica. La sua attività è testimoniata da
oltre 100 pubblicazioni scientifiche per lo più pubblicate
sulle più importanti riviste scientifiche di settore.
Attualmente eroga i corsi di Interazione tra le Macchine e
l’Ambiente e Macchine. Negli ultimi anni ha anche erogato
corsi presso l’Università della Tuscia di Viterbo.

La trasmissione, registrata prima del D.P.C.M. 4/3/2020, può
essere seguita su YouTube o su Facebook a partire dalle ore 18
di Sabato 2 maggio 2020

IL CANALE YOUTUBE DI “CI VEDIAMO A VIA VENETO”

 CI VEDIAMO A VIA VENETO 02/05/2020 – LUCA ANDREASSI

 CI VEDIAMO A VIA VENETO 02/05/2020 – LUCA ANDREASSIDalla
 scelta di passare dal Pd al partito di Matteo Renzi per il
 quale è coordinatore provinciale, alla ricetta per una sana
 gestione dei rifiuti di Roma. Luca Andreassi, ospite della
 trasmissione “Ci vediamo a via Veneto” condotta da Chiara Rai
 dall’HARRY’S BAR. Sabato 2 Maggio 2020 alle 18.Professore
 Universitario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università
di Roma Tor Vergata. La sua attività di ricerca si è
 concentrata negli anni in vari settori dell’Ingegneria
 Meccanica. Dai motori a combustione interni, argomento della
 sua tesi di laurea nel 1996, dei quali si è occupato dello
 sviluppo di modelli di simulazione numerica per l’analisi
 termofluidodinamica       dei   fenomeni    che   avvengono
 dall’aspirazione allo scarico e post trattamento dei gas
 combusti, ai sistemi innovativi di produzione di energia come
 le celle a combustibile, allo sviluppo di metodologie per la
 razionalizzazione e contenimento dei consumi energetici, allo
 sviluppo di metodologie per la chiusura ottimizzata del ciclo
 dei rifiuti sia in termini di pianificazione del ciclo che di
 progettazione impiantistica. La sua attività è testimoniata
 da oltre 100 pubblicazioni scientifiche per lo più pubblicate
 sulle più importanti riviste scientifiche di settore.
 Attualmente eroga i corsi di Interazione tra le Macchine e
 l’Ambiente e Macchine. Negli ultimi anni ha anche erogato
 corsi presso l’Università della Tuscia di Viterbo.

 Pubblicato da Ci vediamo a via Veneto su Giovedì 30 aprile
 2020

IL CANALE FACEBOOK DI “CI VEDIAMO A VIA VENETO”
Conti quotidiani, Fase 2:
nuove aperture dal 18 maggio
Il premier Giuseppe Conte ha tenuto una informativa prima alla
Camera e poi al Senato sull’emergenza Coronavirus e le misure
adottate dal governo. Alla Camera l’opposizione ha protestato
perchè il premier non ha indossato la mascherina ma il
presidente Roberto Fico ha ricordato la decisione dei
capigruppo secondo i quali dai banchi del governo è rispettata
la distanza di sicurezza e quindi si può non mettere la
mascherina a differenza di quanto deciso nel caso in cui si
parli dai banchi dei deputati.

“Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenza nella
storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di
vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro
modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito,
anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la
forza e la vitalità del nostro sistema democratico”, dice il
premier nell’informativa alla Camera.

“Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e
proprio per questo non ha mai inteso procedere per via
estemporanea, improvvisata: c’è stato accurato bilanciamento
di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei
quali di rango costituzionale“.

“La filosofia antica, da Platone ad Aristotele, distingueva la
doxa, intesa come l’opinione, la credenza alimentata dalla
conoscenza sensibile, dall’epistème, la conoscenza che invece
ha saldi basi scientifiche”. Lo dice il premier Giuseppe Conte
nell’informativa alla Camera in un breve “excursus” sulla
dottrina greca, nel passaggio nel quali spiega le basi
scientifiche delle scelte del governo sulla fase 2. “È direi
imperativo categorico per un Governo chiamato ad affrontare
questa emergenza, una sfida così complessa, un governo che
deve proteggere la salute e la vita stessa dei cittadini di
fronte a una minaccia così concreta e insidiosa, porre a
fondamento delle proprie decisioni, non già le libere e
mutevoli opinioni che si susseguono e che di volta in volta
prevalgono nell’opinione pubblica, bensì le raccomandazioni
frutto di meditate ricerche e riflessioni di qualificati
esponenti del mondo scientifico”, sottolinea.

Sulle misure per il Coronavirus c’è stata una “discussione
ampia con i membri del governo, forze di maggioranza, parti
sociali ed enti territoriali riuniti in una cabina di regia.
Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente
informato“.

“Il Parlamento, non sono certo io a doverlo ricordare, dispone
di tutti gli strumenti per indirizzare e controllare l’azione
del governo. Il governo sarà sempre molto attento ai
contributi che le Camere vorranno portare. Lo sarà ancora di
più nella seconda fase dal 4 maggio, con il progressivo
allentamento delle misure e il ritorno alla vita”, sottolinea
Conte nella sua informativa.

“Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di
metodo che prevede un costante confronto con il Cts” in modo
da seguire “un principio di conoscenza scientifica nelle sue
decisioni”. Conte sottolinea che “la conoscenza ha salde basi
scientifiche”. “E’ imperativo categorico per un governo che
deve proteggere la vita dei cittadini porre a fondamento delle
proprie decisioni non già la libere opinioni che si susseguono
ma le raccomandazioni di qualificati esponenti del mondo
scientifico”, aggiunge.

Quello messo in campo “è un modo per far ripartire al meglio
la nostra economia senza battute di arresto in futuro. Un
approccio non graduale e incauto porterebbe ad una
recrudescenza del contagio”.

“Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino
vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata.
Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica
del “chiudiamo tutto” al “riapriamo tutto”, rischierebbe di
compromettere in maniera irreversibile questi sforzi”.

“Il Def aggiorna il quadro alla luce dell’emergenza: il Pil
dallo 0,6 subisce una contrazione significativa dell’8%, una
previsione che sconta la caduta del Pil del 15% nel primo
trimestre” e si prevede un rimbalzo con “una crescita del 4,7
nel 2021”. Nel Def sono previsti anche scenari peggiori “con
il rischio di una persistenza del virus” e questo porterebbe a
una contrazione del Pil fino a -10,4%. Numeri che “danno la
misura della gravità dello scenario”.

“Al termine delle due settimane (previste dal Dpcm del 4
maggio, ndr) avremo un quadro più chiaro e potremo procedere
ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive”. Lo
dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera.
“Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse
crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando
l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della
ristorazione, dei servizi alla persona”, aggiunge.

“Il recente rapporto del Comitato tecnico scientifico di cui
si è parlato non è segreto, è stato pubblicato sui giornali, e
oggi verrà illustrato dal professor Brusaferro”. Prima del suo
intervento dai deputati Maurizio Lupi e Maurizio Molinari era
arrivata la richiesta, rivolta al presidente della Camera
Roberto Fico, di rendere disponibile il documento.

Il premier assicura che “non ci sarà un piano rimesso a
iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su
rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure
meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con
le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli
effetti illegittime”.

“Il primo decreto legge” sulle misure economiche “riprenderà
tutti i provvedimenti del Cura Italia, li prolungherà e
rafforzerà. Ci saranno 25 miliardi per le misure di sostegno
al lavoro e sostegno al reddito come cassa integrazione,
indennizzi per colf e badanti”.

“Daremo anche un riconoscimento per le province più colpite
dal Covid-19“. Il computo delle misure per le imprese nel
prossimo decreto sarà di “15 miliardi”, sottolinea Conte.

“Nelle prossime ore il ministro della Salute emanerà un
provvedimento per definire criteri e specifiche soglie di
allarme per una valutazione accurata della tendenza al
contagio in ciascuna area del Paese. Una volta che saranno
definiti questi criteri sarà possibile anche un allentamento
delle misure restrittive circoscritto su base territoriale,
dove la situazione epidemiologica appare meno critica”.

Sempre parlando del prossimo decreto economico Conte
sottolinea che “per il turismo, comparto particolarmente
esposto, ci sarà sostegno alle imprese turistiche e alle
famiglie sotto alcune soglie di reddito con un bonus da
spendere nelle strutture ricettive del Paese”.

“Il governo intende dedicare alle famiglie lo spazio che
meritano nei prossimi provvedimenti. Sarà cruciale preparare e
sostenere progetti territoriali, tutelando anche il diritto al
gioco, all’attività motoria, senza compromettere le norme di
distanziamento sociale”, afferma Conte. “Condivido l’urgenza
di ripensare gli spazi educativi in forma dilatata”, spiega.
“Specifica attenzione dovrà essere dedicata al tema della
disabilità, anche dal punto di vista economico”.

Il governo prevederà “ricorso a iter autorizzativi
semplificati per un campione di opere, è un’ulteriore
direttrice di azione che prenderemo già nei prossimi
provvedimenti. Un grande ruolo può essere svolto dal’azione
coordinate delle grandi aziende a partecipazione pubblica”.

“Contiamo anche di recuperare un intervento di complessivo
potenziamento di detrazioni fiscali a favore dell’edilizia e
della sostenibilità. Stiamo studiando un meccanismo articolato
che consenta ai cittadini di beneficare di sconti pari al
costo pressoché totale dei lavori su lavori anti-sismici e di
efficientamento energetico”,    sottolinea   Conte   nella    sua
informativa alla Camera.

Poi in merito ai dpcm per il Coronavirus: “Non mi sfugge la
portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di
legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma
quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il
31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo
nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche
come prevede il codice civile”. “A questo si sono aggiunti
due decreti legge che offrono copertura legislativa”.

“Per offrire al Paese una prospettiva più ampia, strutturale e
ambiziosa, il governo intende presentare nei prossimi giorni
un secondo decreto legge per la rinascita economica e
produttiva dell’Italia”. Lo dice il premier parlando di
“drastica semplificazione”. C’è “l’urgenza” di “riattivare
investimenti pubblici e privati con un’agenda pubblica che
deve predisporre un ambiente normativo il più favorevole
possibile” a partire da “infrastrutture, innovazione verde e
digitale“.

“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità
sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia, oltre ai centri
estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a
nostri bambini”.

“Una specifica attenzione dovrà essere riservata al tema della
disabilità. Anche dal punto di vista economico. Per quanto
riguarda l’ultimo Dpcm abbiamo previsto e lavorato con le
associazioni, una riapertura dei centri diurni così detti
semi-residenziali. Ovviamente il tutto con dei protocolli che
saranno siglati a livello di patti territoriali in modo da
garantire alle persone con disabilità, ai loro familiari e a
tutti gli operatori che lavorano con loro, la massima
sicurezza”.

Borghi, Conte tiranno? No diversamente sincero – “L’avvocato
Conte tiranno o dittatore? No signori è molto meno, si tratta
di un uomo diversamente sincero. Dopo mesi arriva nelle città
de Nord come un ladro, senza avvisare nessuno”. Lo afferma
Claudio Borghi, deputato della Lega nel corso del suo
intervento dopo l’informativa del premier Conte.

Meloni, Italia non è reality show, ora basta – “Anche oggi è
venuto ad informare per ultimo il Parlamento delle sue
decisioni insindacabili. Questo non è più tollerabile. Lo dico
con pacatezza: lo abbiamo consentito all’inizio ma dopo tre
mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza non c’è più
ragione di continuare con questi metodi, a meno che il governo
non intenda utilizzare questa emergenza per accrescere la sua
visibilità personale”. Lo ha detto la leader di Fi Giorgia
Meloni in Aula alla Camera dove aggiunge: “Questo non è un
reality show”.
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