SCHEDA PAESE EMIRATI ARABI UNITI - ORDINE DEI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI
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ORDINE DEI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI MODENA COMMISSIONE DI STUDIO INTERNAZIONALIZZAZIONE Dott. Raimondi Andrea, Presidente Dott. Basile Giovanni, Dott. Di Iorio Luca, Dott.ssa Scaglioni Antonella, Dott.ssa Bruzzi Mara, Dott. Ferrari Enrico, Dott. Burani Eugenio, Dott.sa Chiletti Francesca, Dott. Arletti Alessandro, Dott.sa Guerzoni Sandra SCHEDA PAESE EMIRATI ARABI UNITI 1
INDICE .......................................................................................................................................2 INTRODUZIONE .............................................................................................................................................. 3 CARATTERISTICHE DEL PAESE......................................................................................................................... 3 Territorio e principali città ..........................................................................................................................3 Ordinamento dello stato.............................................................................................................................4 Lingua e religione ........................................................................................................................................5 Moneta e tasso di cambio...........................................................................................................................5 Rapporti con paesi limitrofi ........................................................................................................................5 QUADRO MACRO ECONOMICO ..................................................................................................................... 7 Principali settori produttivi .........................................................................................................................9 Economia del Paese verso Dubai 2020 .....................................................................................................17 Vision 2030 ...............................................................................................................................................17 ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI.............................................................................................................. 20 Legislazione societaria ..............................................................................................................................20 Il Contratto di Agenzia negli Emirati Arabi uniti........................................................................................24 IL SISTEMA FISCALE ...................................................................................................................................... 25 Abu Dhabi .................................................................................................................................................26 Dubai .........................................................................................................................................................27 Sharjah ......................................................................................................................................................27 FREE ZONES E MAINLAND ............................................................................................................................ 28 Operare in Mainland .................................................................................................................................28 Operare in Free Zone ................................................................................................................................29 SISTEMA BANCARIO .................................................................................................................................... 31 ACCORDI CON L’ITALIA ................................................................................................................................. 32 Convenzione bilaterale tra Italia ed Emirati Arabi Uniti contro la doppia imposizione delle imposte sul reddito ......................................................................................................................................................32 OPPORTUNITA’ DI MERCATO ....................................................................................................................... 34 Presenza imprenditoriale italiana .............................................................................................................34 EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE ...........................................................................................................34 IMPORT ITALIANO DAL PAESE...................................................................................................................35 CULTURAL GAP ............................................................................................................................................. 37 Lavorare con gli Emirati Arabi Uniti ..........................................................................................................37 Do & Don’t ................................................................................................................................................37 BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................................... 41 SITOGRAFIA .................................................................................................................................................. 41 2
INTRODUZIONE Gli Emirati Arabi Uniti sono ormai diventati un hub globale per le imprese, il turismo e, sempre più, per la condivisione delle conoscenze. Anche grazie all’Expo 2020, si prevede diventeranno nei prossimi dieci anni uno dei primi dieci centri finanziari internazionali al mondo, in competizione diretta con Londra, Hong Kong e New York. Gli investimenti in settori non energetici, come le infrastrutture e la tecnologia, continuano a fornire agli EAU un'assicurazione a lungo termine contro i cali dei prezzi del petrolio e la stagnazione economica globale. CARATTERISTICHE DEL PAESE Dott. Raimondi Andrea e Dott.ssa Chiletti Francesca Territorio e principali città Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di Capitale Abu Dhabi sette emirati indipendenti (Abu Dhabi, Ajman, Lingua ufficiale Arabo Dubai, Al-Fujayrah, Ras al-Khaimah, Sharjah e Forma di Stato Monarchia federale Umm al-Qaiwain) situati lungo la costa centro- Superficie 83 600 km² orientale della penisola arabica. L’Emirato di Popolazione 9,7 milioni Abu Dhabi, capitale della federazione, occupa Valuta Dirham (0.27 US$) circa l’87% del territorio degli EAU. 382.5 miliardi di dollari Pil nominale (2017) Gli EAU confinano a nord con il golfo Persico, a Pil pro capite (PPA) 74 mila dollari (2017) nord-est con il golfo di Oman, ad est con Debito pubblico (%Pil) 59,90% l'Oman, ad ovest e a sud con l'Arabia Saudita. Inflazione 3% Ease of doing business Il territorio copre una superficie di circa 83.000 score (World bank) 81,28/100 km², in gran parte di conformazione desertica, dalla quale si eleva un'unica catena montuosa, l’Hajar, che costituisce il confine geografico con l’Oman. Il territorio gode poi di una fascia costiera di oltre 1.300 km (con circa 200 isole) che consente lo sviluppo di diverse attività, a cominciare da quelle marittime. La maggior parte della popolazione vive lungo la costa del Golfo Persico, dove si trovano le città più importanti: • Dubai (3.230.000 abitanti circa), prima per popolazione, con meno di un ventesimo di riserve petrolifere rispetto a quelle di Abu Dhabi, ma importante destinazione turistica e centro dei commerci marittimi, che si sta fortemente sviluppando nel settore dell’Information Technology e della finanza; • la capitale Abu Dhabi (1.150.000 abitanti circa), che ospita gli uffici del governo federale, è la sede della famiglia degli Emiri di Abu Dhabi e del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, e possiede il 9% delle riserve petrolifere mondiali e quasi il 5% delle riserve di gas naturali; • ed infine Sharjah (1.000.000 abitanti circa), situata nell'area metropolitana di Dubai. 3
La popolazione totale dei sette emirati è stimata in circa 9.700.000 abitanti, di cui oltre l’80% di nazionalità straniera. Ordinamento dello stato In base alla Costituzione del 1971, emendata in seguito diverse volte, e resa permanente nel 1996, lo stato degli Emirati Arabi Uniti è una federazione di monarchie ereditarie assolute. La massima autorità federale è il Consiglio Supremo dei Sovrani (composto dai sette Emiri, ognuno dei quali è sovrano assoluto del proprio Emirato) che elegge fra i suoi membri il Presidente (tradizionalmente l’Emiro di Abu Dhabi). Presidente della Federazione e capo di Stato è ad oggi Khalifa bin Zayed Al Nahayan. Il Consiglio Supremo guida la politica dell’intera Federazione, ha potestà legislativa in tema di sicurezza, difesa, cittadinanza, affari esteri, immigrazione, sanità, cittadinanza, politica valutaria e altri servizi al cittadino. Tale organo, nomina a sua volta il Consiglio dei Ministri, l’organo esecutivo, e al suo interno il Primo Ministro (tradizionalmente l’Emiro di Dubai). Primo Ministro è a oggi lo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum. All’interno del Consiglio dei Ministri, ogni Emirato è rappresentato da almeno un ministro, con i dicasteri d’importanza rilevante affidati agli Emirati più sviluppati. Il Consiglio dei Ministri, si avvale, come organo consultivo, del Consiglio Nazionale Federale, composto da 40 membri (di cui 20 eletti dagli Emiri e 20 eletti a suffragio ristretto), il quale ha il compito di esaminare le iniziative governative e proporre emendamenti. Il governo di ogni Emirato mantiene comunque discreta autonomia politica ed economica, nonché potere legislativo sulla maggior parte delle materie interne. La Forza di difesa dell’Unione e le Forze armate dei 7 emirati sono formalmente unificate dal 1976, sebbene Abu Dhabi e Dubai abbiano mantenuto un certo grado di autonomia. Il sistema giuridico emiratino è un sistema misto basato su legge coranica (Sharī’a) e diritto civile. Infatti, ancorché la legislazione locale derivi da quella egiziana, basata su una tradizione di diritto civile, molte questioni continuano ad essere disciplinate dalla Shari’a. La Costituzione prevede, infatti, che l’Islam venga considerata religione di Stato, e la Shari’a fonte principale del diritto, sebbene venga sostanzialmente utilizzata come supporto interpretativo laddove manchi precisa legislazione, oppure nelle casistiche riguardanti la religione o il diritto di famiglia. Il sistema giudiziario è dunque anch’esso un sistema misto di corti federali civili, che giudicano sostanzialmente su materie civili, penali e commerciali, accanto alle quali operano le corti islamiche, che hanno principalmente giurisdizione nell’ambito del diritto di famiglia, in materia religiosa, e nelle successioni. La Suprema Corte Federale è la corte di ultima istanza . La Suprema Corte Federale è composta da 5 giudici nominati dal Consiglio Supremo. L’indipendenza del potere giudiziario è garantita dalla Costituzione. 4
La situazione politica interna è attualmente stabile, poiché la famiglia regnante gode di approvazione da parte dei cittadini, anche grazie ad una generosa distribuzione dei proventi petroliferi e a politiche sociali molto attente al benessere dei cittadini stessi. Lingua e religione La lingua ufficiale degli Emirati Arabi Uniti è l'arabo. E’ opportuno in ogni caso considerare quale lingua di uso comunemente diffuso l’inglese, data l'alta concentrazione di stranieri residenti, soprattutto a Dubai, i quali, in genere, hanno una conoscenza approssimativa della lingua locale. L’Islam è religione di Stato, nonché la religione più professata all’interno degli Emirati Arabi Uniti. La libertà di culto è comunque garantita dalla costituzione nel rispetto dei costumi locali (art. 32) e il governo interferisce raramente nelle attività dei non-musulmani. In ogni caso, rimane illegale negli Emirati Arabi Uniti diffondere idee di religioni diverse da quella islamica attraverso i media: questa azione è considerata proselitismo. Il 76% della popolazione totale è musulmana (85% sunniti, 15% sciiti), il 9% è cristiana, mentre il 15% professa altre religioni, principalmente induismo e buddismo. Le religioni al di fuori dell'Islam sono seguite principalmente dagli stranieri residenti negli EAU o espatriati. Moneta e tasso di cambio La moneta degli Emirati Arabi Uniti è il Dirham. 1 Dirham degli Emirati Arabi Uniti corrisponde a 0,24 Euro (aggiornato al 9 luglio 2019). Questa moneta ha inoltre un cambio fisso con lo USD pari a 0,27. Rapporti con paesi limitrofi Tra le relazioni internazionali degli EAU, quella con l'Iran ricopre sicuramente un’importanza critica. Storico rivale dei principali stati arabi del Golfo e in particolare dell’Arabia Saudita, alleata degli Emirati, l’Iran intrattiene tuttavia fitti rapporti commerciali con gli EAU, soprattutto nell’emirato di Dubai. Per questo motivo, il recente incremento degli attriti tra i due governi e l’imposizione di sanzioni all’Iran da parte degli Stati Uniti, appoggiati dal governo degli Emirati, potrà potenzialmente essere causa di discussioni anche interne agli Emirati. Da una parte Dubai, che da sempre guarda la relazione con l’Iran da una prospettiva commerciale, è interessata ad accontentare Teheran con lo scopo di sfruttare le opportunità di mercato, dall’altra Abu Dhabi che, al pari di Riyadh, vede l’Iran primariamente come una minaccia alla sicurezza nazionale, non sembra cedere nelle sue decisioni anti-Iran. Inoltre, i rapporti amichevoli con lo stato persiano, insieme con l’accusa di sostenere il terrorismo, sono i due motivi ufficiali per cui gli EAU, l’Arabia Saudita, l’Egitto e il Bahrein hanno imposto, dall’estate 2017, un Embargo al Qatar, interrompendo le relazioni diplomatiche e i rapporti economici con l'Emirato. Doha è stata accusata di supportare il terrorismo internazionale di al- Qaida e dello Stato islamico, di sovvenzionare attraverso i propri canali mediatici (es. Al Jazeera) la propaganda dei movimenti islamisti come la Fratellanza musulmana al fine di destabilizzare il Medio Oriente e, infine, di intrattenere rapporti compromettenti con l’Iran. Nelle intenzioni del 5
quartetto l’embargo doveva indebolire il sistema-paese Qatar, costringendo l’emirato a cedere, in particolar modo, alle condizioni di Riyadh e Abu Dhabi, rivedendo in toto la sua politica energetica ed estera. Una situazione importante che ha quindi costretto il governo a un deciso intervento aumentando il livello della spesa corrente per compensare tali falle. Ad oggi la situazione è ancora critica e dagli esiti incerti. 6
QUADRO MACRO ECONOMICO Dott. Basile Giovanni Gli Emirati Arabi Uniti, con la loro posizione geografica strategica al centro delle principali direttrici est-ovest e le abbondanti riserve di combustibili fossili che ne hanno trainata la crescita economica, sono diventati in meno di 50 anni uno Stato fortemente sviluppato con un elevato tenore di vita. Il grafico sulla destra mostra chiaramente proprio la rapida crescita del prodotto interno lordo ed il corrispondente incremento di popolazione. A seguire si evidenzia invece il trend del PIL pro-capite a parità di potere d’acquisto dal 1990 al 2017 (il database della banca mondiale non dispone purtroppo di dati precedenti). L’economia è aperta e dinamica, soprattutto per merito di politiche di diversificazione che hanno ridotto l’incidenza delle rendite petrolifere sulla quota del PIL dal 60% del 1980 all’attuale 30%. Al proposito si ricorda la National Innovation Strategy, ovvero la politica lanciata nel 2014 dal governo per promuovere l’iniziativa privata e la crescita nei settori delle rinnovabili, del trasporto, dell’ICT, della sanità e dell’istruzione e dell’aerospaziale, introdotta per svincolare così l’economia dalla dipendenza delle fluttuazioni del prezzo del greggio. Per comprendere l’attuale composizione del prodotto interno lordo, si consideri il grafico che segue, relativo ai dati 2017 forniti dal governo emiratino: In merito al commercio internazionale, nel 2017 gli Emirati Arabi Uniti hanno esportato per 142 miliardi di dollari ed hanno importato per 175, risultando di conseguenza con un saldo negativo 7
della bilancia commerciale, per un importo pari a 34 miliardi di dollari. I prodotti maggiormente esportati dagli Emirati sono il petrolio grezzo (39,9 miliardi di dollari), quello raffinato (21,2 miliardi), l’oro (20,2 miliardi), i diamanti (20,2 miliardi) ed il gas (7,92 miliardi). Nel 2017 hanno invece importato oro e preziosi per 27,7 miliardi, autoveicoli (8,22 miliardi) e petrolio raffinato (8,16). Lato esportazioni, i maggiori partner commerciali per gli Emirati sono: India (22,1 miliardi di dollari), Giappone (18,8 miliardi), Cina (11,48 miliardi), Oman (10,1 miliardi) e Svizzera (10). Le merci importate provengono invece soprattutto da Cina (28,6 miliardi di dollari), India (28), Germania (12,2), Gran Bretagna (9,6) e Turchia (9,2). Il grafico che segue si basa sui dati raccolti da The Observatory of Economic Complexity: Si conclude con gli Investimenti Diretti Esteri (IDE), rispetto i quali, sulla base dei dati del World Investment Report 2018 dell’Unctad, gli Emirati Arabi Uniti nel 2017 sono stati il settimo più importante paese di destinazione e il sesto paese di provenienza dei flussi di investimenti diretti in Asia. Dopo un periodo leggermente turbolento tra il 2010 e il 2013 a causa della crisi economica globale e delle instabilità regionali, i flussi di IDE si sono, infatti, ristabilizzati. Nel 2016 gli Emirati sono stati destinatari di 8,9 miliardi di dollari, grazie alla stabilità politica ed economica del Paese, che attrae investitori in fuga da paesi meno stabili della regione. Secondo il Rapporto sugli Investimenti Globali 2018 pubblicato dall'Unctad, gli Emirati Arabi Uniti hanno visto un aumento degli IDE dell'8% tra il 2016 e il 2017 (quando invece il resto dell’Asia occidentale ha subìto un decremento del 16%). Nel 2017 gli IDE negli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto quota 10 miliardi di dollari. Nonostante le ridotte dimensioni del mercato interno, numerosi sono i fattori attrattivi: tra questi si ricordano in particolare la bassissima pressione fiscale1, l’assenza di controlli sui cambi e di eventuali limitazioni al rimpatrio di capitali, l'esistenza di un settore bancario forte e redditizio, oltre a un grande pool di lavoro espatriato. Inoltre nel maggio 2018 il Consiglio dei Ministri degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato di voler adottare una legge che consentirà agli investitori stranieri di detenere il 100% delle loro società (a determinate condizioni, ancora in via di 1 In qualsiasi Emirato il reddito delle persone fisiche non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale, l’unica imposta individuale prevista è quella sulla proprietà immobiliare. I proprietari devono versare sul prezzo totale del bene una percentuale che varia dal 2 al 15% in base alla professione e all’Emirato di appartenenza. Anche per quanto riguarda le attività d’impresa, non ci sono imposizioni sui redditi e sugli attivi delle persone fisiche e giuridiche, con l’eccezione di banche, compagnie petrolifere e operatori di telecomunicazioni. L’Italia e gli Emirati sono legati da una convenzione fiscale internazionale sulla doppia imposizione. Un’importante novità sul sistema di tassazione negli Emirati Arabi riguarda l’introduzione dell’IVA. Su delibera del Consiglio Supremo del Gulf Cooperation Council, gli Emirati e tutti gli altri Paesi del Golfo sono stati obbligati dal primo gennaio 2018 ad introdurre l’IVA al 5% (dalla quale rimangono esclusi i beni di prima necessità), per controbilanciare le fluttuazioni del prezzo del petrolio. 8
definizione), misura che si prevede favorirà nei prossimi anni un incremento del 15-20% dei flussi di capitali stranieri. Principali settori produttivi Dott. Basile Giovanni e Dott. Di Iorio Luca 1) SETTORE ENERGETICO2 FACTS & OPPORTUNITIES • Al 7° posto come detentori di riserve di petrolio nel mondo3, a 97,8 miliardi di barili (6% delle riserve mondiali di petrolio). Abu Dhabi domina la produzione di petrolio e gas, detenendo rispettivamente il 96% e il 94% delle riserve del paese. • Essendo il Paese dotato d’ingenti risorse naturali, quali petrolio e gas, il settore dell’energia elettrica, si è sviluppato e consolidato negli ultimi 15 anni in maniera direttamente consequenziale. • Il 97% degli impianti di produzione utilizzano i gas naturali (nel 2020 dovrebbe diventare operativa la prima centrale nucleare attualmente in fase di realizzazione da parte di un consorzio sudcoreano). • Il 90% della domanda è concentrata nei grandi centri urbani e industriali di Abu Dhabi, Dubai e Sharjah, mentre la maggior parte degli impianti di produzione sono concentrati ad Abu Dhabi. • Negli EAU si è registrato negli ultimi anni un incremento della domanda di energia elettrica (circa 5- 6% annuo) e si stima che, nei prossimi cinque anni, il fabbisogno sarà tale da richiedere addirittura il raddoppio dell’attuale capacità produttiva. • L’incremento della domanda di energia è dovuto non solo al forte sviluppo industriale e dei servizi, ma anche all’incremento costante della popolazione e del tenore di vita del Paese (notevole è il consumo legato agli impianti di condizionamento, con forti picchi stagionali nel periodo estivo). • Il Ministero dell’Energia ha in cantiere un intenso programma di sviluppo e ampliamento della capacità delle centrali esistenti. FUTURE CHALLENGES • Nonostante l’attuazione di politiche per Fuel exports (% of merchandise la diversificazione dell’economia, che exports) hanno determinato un forte calo delle esportazioni relative di greggio (grafico di 100 destra), circa 1/3 del prodotto interno 80 lordo degli Emirati Arabi Uniti deriva 60 ancor dalla produzione di petrolio e gas. 40 • Tra il 2013 e il 2016 la produzione di 20 greggio negli Emirati Arabi Uniti è 0 aumentata costantemente, calando 2000 2012 2013 2014 2016 invece nel 2017 (2,67 mb/d) in conseguenza delle politiche di limitazione imposte dell’OPEC. 2 http://www.infomercatiesteri.it/dove_vendere.php?id_paesi=102 3 Stime dell'Oil & Gas Journal, di gennaio 2017 9
• Ad oggi l’Adnoc 4 dichiara una media di 3 mb/d, valore che tuttavia dovrebbe sensibilmente aumentare nei prossimi mesi, avendo la società dichiarato di voler raggiungere i 4 mb/d entro il 2020 ed i 5 mb/d per il 2050. • Le grandi sfide dei prossimi anni sono legate non solo all’incremento della capacità ed al potenziamento degli impianti di estrazione e distribuzione di petrolio e gas, ma anche e soprattutto all’impiego futuro di fonti alternative (energia solare ed energia nucleare). • Lo sviluppo dell’industria delle tecnologie pulite (cleantech) e delle energie rinnovabili nei paesi del Golfo è assicurato, oltre che da un periodo di crescita sostenuta, anche dall’interesse sia del settore pubblico che di quello privato. Esiste, infatti, un impegno in crescita per lo sviluppo sostenibile da parte dei governi di questi Paesi, che si riflette in obiettivi ambiziosi per incrementare la quota d’energia rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale, come la creazione di sempre più favorevoli quadri normativi. • Abu Dhabi si è impegnata ad assicurare che, entro il 2020, il 7% del suo fabbisogno di energia totale sarà assicurato da fonti di energia rinnovabile. Questo rappresenta ca. 1,500 MW d’energia pulita, anche grazie al progetto Masdar City, la città ad emissioni zero. Masdar City punta ad uno sviluppo emergente a basse emissioni di carbonio, bassi rifiuti e tecnologia pulita globale. • Un altro importante progetto, che si svilupperà nei prossimi anni, è la connessione alla rete dei GCC. La Dubai Electricity & Water Authority - DEWA intende realizzare un nuovo impianto elettrico e di desalinizzazione, che aumenterà la produzione di energia di 2000 megawatt e di 105 milioni di acqua desalinizzata al giorno, al costo stimato di 1,5 miliardi di dollari USA. • Gli EAU puntano dunque con decisione sulle fonti alternative per incrementare la quota d’energia rinnovabile nel mix di generazione d’energia nazionale. E ciò non solo per rendere il Paese e le sue attività produttive meno dipendenti dal petrolio, ma anche per far sì che l’economia degli Emirati si basi non solo sulle esportazioni di greggio. 4 Abu Dhabi National Oil Company. Al proposito si ricorda che lo scorso gennaio l’Eni ha acquisito il 20% delle quote della Adnoc Refinig (società del gruppo per l’attività di raffinazione). 10
2) SETTORE IMMOBILIARE FACTS & OPPORTUNITIES • Il settore immobiliare è stato e continuerà ad essere uno dei fattori trainanti dell'economia degli Emirati Arabi, sostenuto da sviluppi positivi nelle condizioni economiche regionali e successivi miglioramenti nella fiducia degli investitori, senza contare gli investimenti per i progetti legati ad “Expo 2020”, che saranno un importante motore per la crescita del settore. • Il costante aumento della popolazione, l’aumento del numero di turisti e diversi stimoli destinati a incoraggiare gli investimenti5, hanno rafforzato il mercato immobiliare. • Il nuovo visto di residenza della durata di 10 anni e il visto pensionistico di 5 anni, inoltre, incentiverebbero i possibili residenti a considerare gli EAU come un'opzione a lungo termine. • La spesa nel settore delle costruzioni negli EAU ha registrato un andamento stabile e positivo (grafico sottostante) FUTURE CHALLENGES • La sfida è quella di portare nuova linfa vitale nelle comunità urbane tradizionalmente molto popolate, e tale sfida è centrata sull'ottimizzazione dello spazio e sulla qualità. • Un'idea della comunità di architetti è quella di riequilibrare lo spazio disponibile, per cui le dimensioni minori degli appartamenti possono essere bilanciate dall'offerta di servizi condominiali ottimizzati. • Sul versante extra lusso, la sfida è quella di considerare l'integrazione degli edifici con l'ambiente naturale. • Il piano d'azione strategico Smart City di Dubai racchiude 545 iniziative e servizi esclusivi, con una prima fase che riguarderà la connettività e le infrastrutture tecnologiche e una seconda fase incentrata sullo smart living.6 5 come il pacchetto del governo di Abu Dhabi del valore di AED 50 miliardi, la legge del 100% di proprietà straniera, un allentamento sui regolamenti di prestito di proprietà per le banche. 6 https://www.visitdubai.com/it/business-in-dubai/why-dubai/news-and-insights/dubais-growing-real-estate- market 11
3) TURISMO FACTS & OPPORTUNITIES • Il turismo rappresenta un altro settore fondamentale per lo stimolo dell’economia degli Emirati Arabi. • Per il 2020, anno dell’Expo, le previsioni confermano 25 milioni di turisti in arrivo. Sono centinaia le strutture alberghiere in costruzione in previsione dell’Expo, e già decine sono state aperte per soddisfare la crescente domanda. • Ancor prima dell’annuncio della vittoria di Dubai per ospitare l’Expo 2020, negli Emirati Arabi Uniti erano oltre 32 mila le stanze d'albergo in via di realizzazione, circa 20 mila delle quali nella capitale, mentre il rimanente era suddiviso tra Dubai, con un tasso percentuale di crescita di disponibilità alberghiera del 7% annuo, e gli altri cinque Emirati del Nord. • Tra i progetti in corso vale la pena ricordare la realizzazione del Dubai Creek Harbour che si prevede diventerà uno dei posti turistici e residenziali più importanti della città con nove distretti residenziali, 22 hotels, uno yacht club, una marina, il porto e quale punta di diamante la torre ideata dallo spagnolo Santiago Calatrava Valls che supererà in altezza gli 828 metri del Burj Khalifa. • Molto si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi come attrazione turistica alternativa a Dubai: fra i tanti interventi si annovera il grandioso distretto culturale della capitale in costruzione presso l'area di Saadiyat Island che ospiterà un’estesa concentrazione di istituzioni culturali di altissimo livello7 • Alla luce di questi progetti residenziali annunciati o in via di realizzazione, il segmento del contract assume una grande rilevanza: si stima che circa il 50% del mercato dell'arredamento sia veicolato attraverso il settore contract, di cui il 37% è rappresentato proprio dal segmento dell'ospitalità. FUTURE CHALLENGES • Secondo i dati di Dubai Chamber, il settore turistico degli Emirati Arabi Uniti crescerà del 6,5% annuo tra il 2011 e il 2021 e raggiungerà $ 64,47 miliardi entro il 2026, rispetto ai $ 36,43 miliardi del 2015. • La crescita dell’economia del turismo a Dubai inevitabilmente catalizza l’attenzione degli investitori stranieri in cerca di nuove opportunità di profitto, con particolare concentrazione nel Real Estate. • La congiuntura è favorevole: più progetti significa più opportunità di investimento a prezzi che oggi sono contenuti, soprattutto per chi segue strategie off-plan, ma lo saranno ancora per poco. • L’avvicinarsi della data dell’Expo 2020 coincide sempre di più con la risalita dei prezzi e l’entrata nella fase di espansione del ciclo immobiliare di Dubai. 7 Fra cui i musei del Louvre e del Guggenheim, oltre al Museo Marittimo, al National Zayed Museum e al Performing Arts Centre disegnato da Zaha Hadid, dedicato alla musica, alla danza, all’opera e al teatro. 12
4) INFRASTRUTTURE E TRASPORTI FACTS & OPPORTUNITIES • Il cambio di direzione degli Emirati che punta molto sull’innovazione, emerge anche nel mondo dell’architettura. • Gli Emirati Arabi Uniti hanno cementato negli ultimi anni la loro posizione di principale hub logistico regionale e sono considerati il terzo hub logistico tra 50 mercati emergenti, conquistando il primo posto per la qualità delle infrastrutture e dei trasporti. • Secondo il Global Competitiveness Report 2016-2017 del World Economic Forum, gli Emirati Arabi Uniti sono al quarto posto su 138 paesi in termini di qualità dell'infrastruttura complessiva. Inoltre, il paese ha mantenuto la sua posizione di leadership garantita nell'anno precedente, in termini di qualità delle infrastrutture di trasporto stradale, aereo e portuale. FUTURE CHALLENGES • Dopo essersi aggiudicata l’Expo 2020, Dubai ha annunciato il proprio progetto di Smart City con l’obiettivo di diventare una delle città più connesse e sostenibili al mondo. • Il mercato dei paesi del Golfo dovrebbe raggiungere 66,3 miliardi di dollari entro il 2020, con gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita in prima linea. 13
5) MOBILI8 FACTS & OPPORTUNITIES • Il settore arredamento è legato negli EAU a quello delle costruzioni, che ha ripreso a crescere dopo la crisi del 2008 e influenza la domanda sia per il settore residenziale sia per quello non residenziale. • Il Made in Italy è molto apprezzato tra i consumatori e gli importatori locali: il prodotto italiano, infatti, gode di largo prestigio in tutto il Paese. I dati dell’export dall’Italia verso gli EAU del 2016 hanno segnato una crescita rispetto all’anno precedente. Nel 2018 rispetto al 2017 si è registrata invece una flessione del 12,42% (da 198,96 milioni di euro a 174,25 milioni di euro). • Il mercato del mobile negli EAU vale US$ 2,7 miliardi, a prezzi alla produzione. Il mobile ad uso residenziale rappresenta il 90% del mercato, quello da ufficio il restante 10%. • I prodotti dell'arredamento vengono distribuiti essenzialmente da agenti/distributori, mentre gli showroom sono quasi sempre plurimarca. • La continua costruzione di nuove abitazioni ed uffici, la crescita nel livello medio del salario, la disponibilità di abitazioni per i cittadini di nazionalità emiratina, hanno determinato una crescita progressiva della domanda di mobili. FUTURE CHALLENGES • Non esiste un unico trend che influenza l'acquisto di mobili e complementi d'arredo, data la caratteristica multiculturale della popolazione residente negli EAU: tuttavia si registra, nella fascia giovane o ad alto reddito, una tendenza all'acquisto di prodotti di lusso e di stile moderno. • Occorre ricordare, tuttavia, la grande attenzione al fattore prezzo e alla concorrenza di prodotti di media qualità offerti a costi competitivi, provenienti soprattutto da Turchia, Cina e Libano. 8 http://www.infomercatiesteri.it/dove_vendere.php?id_paesi=102 14
6) PRODOTTI ALIMENTARI9 FACTS & OPPORTUNITIES • Per quanto riguarda i prodotti alimentari, gli Emirati Arabi, per ragioni geografiche, importano circa il 90% dei consumi del paese. • Con oltre 11.000 centri di ristorazione, il settore della ristorazione degli Emirati Arabi Uniti è un mercato redditizio in termini di ritorni. • La presenza inoltre di numerosi hotel e ristoranti di lusso e la crescita del turismo hanno portato ad un’ulteriore crescita della domanda di beni alimentari. • La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3.600 dollari annuali. • I prodotti italiani sono riconosciuti quali prodotti di alto livello qualitativo. • Il sistema distributivo, tra cui la vendita all’ingrosso, è altamente avanzato grazie all’esistenza di strutture ben attrezzate. • I più grossi punti vendita agiscono anche come importatori per certi prodotti che rivendono direttamente ad altri punti vendita in tutta la Federazione. • In termini di quote d’importazione, il principale prodotto alimentare finito italiano importato è rappresentato dalla pasta. Altri prodotti italiani largamente importati sono olio di oliva, caffè, dolci e prodotti da forno, kiwi, mele, uva e insalata. • I dazi per il settore alimentare sono pari al 5% e assenti per prodotti di base quali frutta e verdura, cereali, farine, zucchero, tè. • Nel 2016, si è registrato un trend crescente nell'export di agroalimentare italiano mentre tra il 2018 e il 2017 c’è stato un calo dell’8,79% (da euro 152,46 milioni ad euro 139,06 milioni). FUTURE CHALLENGES • Le limitazioni all'importazione riguardano la carne di maiale e le sostanze alcoliche. • La presenza di prodotti italiani, soprattutto nella GDO, è limitata dalla scarsa capacità sui quantitativi di vendita e dagli elevati costi di presenza sugli scaffali, mentre le grandi catene preferiscono avvalersi di consolidators internazionali, piuttosto che rivolgersi ai singoli produttori. • Rigorosi sono i controlli fitosanitari e l'applicazione della normativa sull'etichettatura e imballaggio. • Infine, l'introduzione dei prodotti alimentari è condizionata, così come avviene negli altri settori, dal fattore prezzo. 9 http://www.infomercatiesteri.it/dove_vendere.php?id_paesi=102+ 15
7) ABBIGLIAMENTO FACTS & OPPORTUNITIES • Il settore è in pieno sviluppo ed i principali marchi italiani sono presenti nel paese anche con negozi monomarca. • Elevato reddito disponibile sia della popolazione “local” emiratina, sia degli “expatriates” trasferitisi per lavoro negli EAU, sia dei turisti provenienti da ogni parte del mondo. • La maggiore popolarità degli EAU come meta turistica ha fatto sì che i marchi internazionali dominino i centri commerciali. • Il 95% dei marchi più importanti del mondo sono distribuiti negli Emirati. • I prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualità, sono sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli. • L’abbigliamento griffato ha un ottimo riscontro a Dubai, vero e proprio “tempio” dello shopping, rispetto agli altri Emirati. I prodotti delle più importanti firme vengono commercializzati dalle principali società presenti nei principali shopping mall di Dubai. • Nel 2015 l'export italiano di articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) è stato pari a Euro 181,2 milioni di Euro (135,3 milioni di Euro l’export italiano di calzature negli EAU) . Valori similari sono stati registrati anche nel 2016 mentre tra il 2018 ed il 2017 si è avuta una flessione del 2,24% (da 175,15 milioni di Euro a 171,24 milioni di Euro). • Importante menzionare lo sviluppo del Dubai Design District (D3): un’area completamente dedicata al design, all’arte ed alla moda con lo scopo di migliorare il settore, stimolando la crescita della intera filiera moda. Il progetto mira a promuovere stilisti locali e regionali e ad attirare talenti internazionali, trasformando Dubai in una vera e propria capitale della Moda. FUTURE CHALLENGES • Non è facile tuttavia, ad eccezione delle grandi marche, affermare un prodotto solo per la sua qualità: data l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, e data la valuta locale da sempre agganciata al dollaro USA, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia. • Gli EAU sono un mercato nel quale l'accesso è ancora molto difficile se non trainato da un forte brand o un ingente investimento in comunicazione. • I consumatori pretendono comunque la possibilità di scelta tra il maggior numero di modelli possibile nuovi prodotti e nuove idee, in breve, continue novità. Pertanto il design è e sarà sempre più la chiave per conquistare quote di mercato negli Emirati. 16
Economia del Paese verso Dubai 2020 Dott. Basile Giovanni Il 2020 sarà per Dubai l’anno per mostrare al Mondo il suo aspetto migliore ospitando l’Expo 2020 col tema ‘Connecting Minds, Creating the Future’ e si baserà su tre principi: opportunità, sostenibilità e mobilità; infatti uno dei principali fattori alla base della candidatura di Expo a Dubai è stato quello di aumentare le credenziali tecnologiche della città come parte del suo piano di transizione verso un'economia basata sulla conoscenza. Gli emiri si attendono 25 milioni di visitatori dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, di cui il 70% dall’estero. Per accogliere questo enorme flusso di visitatori, si stima che entro il 2020 verranno creati il 40% di più di spazio per i centri commerciali e 27.700 nuove camere d'albergo, con un aumento del 32% rispetto a metà 2018. Cantieri, gestione del sito e indotto genereranno 277mila posti di lavoro, favorendo il processo di diversificazione economica e contribuendo sulla base delle stime fornite del FMI ad incrementare il Pil del 2%-3%. Il sito costerà 8 miliardi di euro e dopo l’Expo sarà trasformato in università e centro di ricerca. Una metropolitana sotterranea collegherà i padiglioni. Il villaggio dei delegati sarà una cittadella con tremila appartamenti, 1.500 stanze di albergo e undici parcheggi. Tra i progetti legati a Dubai 2020 evidenziamo: • Investimenti per 23 miliardi di dollari sull’aeroporto di Al Maktoum di Dubai. Al termine lo scalo potrà contenere fino a 240 milioni di passeggeri; • La creazione di Dubai South, un’intera nuova città a sud dei padiglioni dell’evento; • Hyperloop, la compagnia dei treni a levitazione magnetica, che ha trovato negli Emirati arabi i finanziatori per una prima rete ferroviaria “iperveloce” che permetterebbe di andare da Abu Dhabi a Dubai (157km) in 12 minuti. Vision 2030 Dott. Raimondi Andrea e Dott.ssa Chiletti Francesca Il Governo degli Emirati Arabi Uniti nel 2016, ha lanciato una serie di riforme denominata “VISION 2030” che nel giro di poco più di un decennio mira a realizzare diversi progetti di portata estremamente innovativa sia dal punto di vista industriale ed high-tech, che dal punto di vista del welfare e benessere dei cittadini. All’interno di questo blocco di riforme si inserisce la Dubai Industrial Strategy 2021, che mira a far diventare Dubai una piattaforma globale per l’innovazione orientata al business sostenibile. In particolare la strategia Dubai 2021 mira a rendere Dubai "un hub internazionale per la conoscenza, l’innovazione e le attività industriali sostenibili ", attraverso l’integrazione tra settori economici particolarmente strategici, per attirare nuovi investimenti. Gli obiettivi strategici sono i seguenti: crescita del PIL; rafforzamento dell’innovazione, costituzione di una piattaforma globale per il business, implementazione di business sostenibili a livello ambientale; attenzione agli Islamic Standards. Saranno presi in considerazione sei sotto-settori industriali: il settore aerospaziale, il settore marittimo, il settore delle biotecnologie farmaceutiche e delle attrezzature mediche, il settore 17
dell’alluminio e metalli lavorati, il settore merci consumabili, il settore engineering, ovvero macchinari e attrezzature. Sono state individuate 75 iniziative strategiche per trasformare Dubai in hub internazionale innovation-based, le quali si stima avranno un sorprendente impatto economico entro il 2030: - Aumento del PIL totale di Dubai di 160 miliardi di Dirham; - Aumento del PIL del settore industriale di 18 miliardi di Dirham (attualmente valutato a circa 41 miliardi di Dirham); - Creazione di oltre 27.000 lavori specializzati; - Aumento delle spese d’investimento in ricerca e sviluppo di circa 700 milioni di Dirham; - Previsione di aumento delle esportazioni di circa 16 miliardi di Dirham.10 10 Fonte: Government of Dubai – Dubai Plan 2021 – Dubai Industrial Strategy 2030 18
SWOT Analysis Dott. Basile Giovanni Strengths Weaknesses • Posizione geografica strategica tra Asia, Africa ed • Dipendenza dai prezzi del petrolio. Europa. • Project Funding: difficoltà nell’ottenimento di • Fiscalità bassa o addirittura assente. fondi dalle banche per business in fase di start- • Ingenti riserve finanziarie (secondo un rapporto di up (gli istituti di credito sono infatti soliti Khaleej Times, il Fondo Monetario Internazionale vincolare i prestiti alla capacità di dimostrare prevede che le riserve ufficiali lorde degli Emirati report sul buon andamento del business nei tre Arabi Uniti passeranno da 76,8 miliardi di USD nel anni precedenti). 2015 a 118,4 miliardi di USD nel 2020). • Forti differenze culturali con l’occidente. • Importanti fondi sovrani (sulla base dei dati del giugno • Rischi di discrezionalità da parte dello Stato 2016 del Sovereign Wealth Fund Institute, l'Abu Dhabi (monarchia assoluta, assente ogni forma di Investment Authority è il più grande fondo sovrano partecipazione democratica alla vita pubblica). del Medio Oriente e il quinto al mondo con 792 miliardi di USD). • Consistente spesa pubblica, soprattutto in infrastrutture. • Free zones (Gli EAU hanno diverse free zones multi- specializzate che offrono diversi incentivi economici. Sulla base di un rapporto del Gulf News, le zone franche hanno contribuito al 33 per cento del commercio non petrolifero degli EAU nel 2014). • Assenza di controllo degli scambi o di qualsiasi vincolo in materia di rimpatrio dei capitali. • Settore bancario solido e redditizio. • Relativa tolleranza religiosa (rispetto i paesi confinanti). Opportunities Treaths • Progressiva politica di diversificazione economica. • Vicinanza all’Iran e Qatar. • Vicinanza a Arabia Saudita e Oman. • Ripercussioni nel paese della crisi yemenita. • Politiche per favorire gli IDE. • Introduzione, oltre all’IVA, di ulteriori imposte • Apertura a imprese 100% straniere. per controbilanciare le fluttuazioni del prezzo • Expo Dubai 2020 – nuovi posti di lavoro, investimenti del greggio. su costruzioni e infrastrutture. • District 2020 – zona di libero scambio. • Settore turistico. • Settore medicale – turismo medicale (innovazioni e tecnologia). 19
ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI Legislazione societaria Dott. Ferrari Enrico La disciplina societaria negli Emirati Arabi Uniti (UAE) è contenuta nella Commercial Companies Law (per brevità CCL - legge federale n. 8 del 1984, modificata dalla legge n. 13 del 1988, dal Decreto 1/2009 e rivista dalla più recente UAE Federal Law n. 2 del 2015, emanata il 1° aprile 2015) oltre che nei Decreti Ministeriali di esecuzione ed implementazione della legge citata. Si precisa sin da ora come la predetta normativa non operi con riferimento alle società costituite nelle Free Zones. La normativa si caratterizza per la vicinanza alla disciplina di settore tipica degli ordinamenti europei di civil law. Trattandosi di legge federale, la stessa trova applicazione in tutto il territorio della federazione. Va comunque ricordata la potestà, riconosciuta dalla Costituzione (ex art. 149), di ogni singolo Emirato di adottare atti normativi purché gli stessi non si pongano in conflitto con la disciplina quadro contenuta nella legge federale. Ai sensi dell’art. 22 della CCL, è obbligatorio riservare, per qualsiasi società da costituire, il 51% ad un soggetto (persona fisica o giuridica) di nazionalità emiratina, salva la possibilità di riconoscere in concreto un maggiore controllo del partner straniero attraverso la stipulazione di patti parasociali. In merito è opportuno segnalare alcune specificità afferenti la tematica della validità e dell’efficacia di simili accordi nell’ordinamento giuridico di cui si tratta. Posta l’inderogabilità e la ferrea implementazione del requisito del 51% spettante al soggetto nazionale - con l’eccezione di cui si dirà in riferimento al regime vigente nelle Free Trade Zones (FTZ) - il ricorrere a side agreements disciplinanti una diversa definizione dei rapporti di carattere patrimoniale tra i soci rispetto agli assetti della proprietà può risultare efficace a determinate condizioni . L’art. 227 della CCL sancisce, infatti: “[...] Profits and losses shall be equally divided amongst the shares, unless it is otherwise stipulated in the memorandum“. La norma rappresenta quindi il fondamento giuridico della distinzione tra registered ownership (proprietà quale risultante dal Memorandum of Association debitamente registrato) ed economic interests (percezione dei dividendi). Ne consegue che la normativa locale non pone alcun ostacolo ad una diversa ripartizione dei dividendi la quale non rispecchi le partecipazioni sociali - che, lo si ribadisce, dovranno sempre rispettare il requisito della partecipazione del 51% al soggetto nazionale. Inoltre, recenti pronunce rese dalla Dubai Court of Cassation, sulla base di quanto disposto dall’art. 395 del Civil Transactions Code, hanno riconosciuto la validità di accordi - purché stipulati in forma scritta - aventi ad oggetto appunto una diversa ripartizione dei profitti non rispecchiante la partecipazione sociale e aventi contenuto diverso rispetto al memorandum. Incertezze in merito all’efficacia degli accordi in esame deriverebbero dalle disposizioni del c.d. Fronting Restriction Regime (costituito dalla Concealment Law - Legge federale n. 17 del 2004 - che vieta ogni attività volta a consentire l’esercizio di attività economiche precluse dalla normativa a soggetti non cittadini - e dalle disposizioni degli artt. 322 e 323 della CCL i quali prevedono delle sanzioni in caso di dichiarazioni ingannevoli intenzionalmente recepite nel memorandum). Tuttavia, l’effettiva portata ostativa delle citate proibizioni dovrebbe, secondo l’opinione della dottrina locale, soprattutto in riferimento a quanto disposto dalla Concealment Law, essere 20
limitata a quei settori nei quali, appunto, ogni attività d’impresa da parte di non cittadini è preclusa. In assenza di un chiaro quadro normativo di riferimento, l’opportunità di addivenire a simili accordi dovrà essere attentamente valutata e, di conseguenza, dovranno attentamente essere redatti i relativi strumenti contrattuali. Il sistema delle licenze Al fine di operare nel mercato emiratino, risulta di fondamentale importanza l’ottenimento della licenza. Esistono diverse tipologie di licenza. Le principali che qui possiamo ricordare sono le seguenti: • Trade Licence, necessaria per importare, esportare, vendere, distribuire e immagazzinare; • Industrial Licence, necessaria essenzialmente per condurre attività di produzione; • National Industrial Licence, ovvero una tipologia di licenza rilasciata a società costituite nelle Free Zones e registrate sia all’estero sia negli UAE. Permette lo svolgimento di specifica attività produttiva, consentendo l’importazione delle materie prime necessarie e l’esportazione del prodotto finito. In deroga alla regola generale per cui nelle zone franche non è richiesta l’osservanza della norma per cui il 51% del capitale deve necessariamente essere posseduto da soggetti appartenenti all’Arabian Gulf Cooperation Council (AGCC), al fine di ottenere detta licenza è invece necessario il rispetto della citata condizione. Altro requisito necessario al rilascio della National Industrial Licence è che il 40% del valore aggiunto del prodotto sia ottenuto grazie all’attività produttiva condotta nella zona franca; • Professional Licence, richiesta per l’esercizio di attività professionali (commercialisti, avvocati, architetti, etc.); • Service Licence, necessaria per fornire servizi. Le modalità per l’ottenimento di dette licenze, trattandosi per l’appunto di autorizzazioni locali, sono disciplinate dalle leggi locali (del singolo Emirato, della singola Municipalità ovvero della singola zona franca). La Commercial Registration La legge federale in materia societaria dispone quale requisito per l’inizio dell’operatività di ogni società nonché, in generale, di ogni attività commerciale, che l’operatore economico proceda alla registrazione presso il Commercial Register. La registrazione deve essere richiesta nel termine di due mesi dalla data della costituzione della società o dell’insediamento della branch. A seguito del deposito della documentazione necessaria, l’organo competente al ricevimento della richiesta procede all’esame della documentazione e, in caso di esito positivo, provvede all’iscrizione del richiedente. Ogni variazione di dato contenuto nella documentazione allegata alla richiesta originaria dovrà essere comunicata a propria volta e, quindi, resa pubblica per mezzo dell’aggiornamento del Register. Il numero di registrazione deve figurare in ogni comunicazione e documento proveniente dalla società o dall’ente registrato. La Commercial Companies Law Tale legge federale stabilisce quali tipologie di società sono ammesse negli Emirati Arabi Uniti. Le tipologie nelle quali devono obbligatoriamente costituirsi le società - sotto pena di nullità - sono cinque: 21
a. Joint Liability Company; b. Simple Commandite Company; c. Limited Liability Company; d. Public Joint Stock Company; e. Private Joint Stock Company. Nell’agosto del 2009 è stato emanato un decreto in virtù del quale è stata disposta l’abolizione della soglia minima di capitale richiesta per la costituzione di Limited Liability Companies (LLCs). Prima dell’entrata in vigore del citato decreto era necessario, per la costituzione di una LLC una soglia minima di capitale pari a AED 300,000 nell’Emirato di Dubai e pari a AED 150,000 negli altri Emirati. La novella ha inoltre previsto che i soci possano stabilire quale sia la soglia minima ritenuta sufficiente per il set up della società. a. Joint Liability Company La Joint Liability Company è una società composta da due o più soci persone fisiche, solidalmente responsabili per le obbligazioni della società con i loro patrimoni. Il nome della società dovrebbe essere composto dal nome di uno o di più soci con l’aggiunta dell’espressione “and partners”. Un socio deve avere la qualifica di trader e sarà ritenuto in grado di svolgere l’attività della società personalmente in nome e per conto della società. Non è richiesta una soglia minima di capitale per la costituzione della società. In considerazione del carattere personale dell’ente, non è consentita la negoziazione delle partecipazioni. La cessione della partecipazione di un socio è consentita in presenza dell’unanimità dei consensi dei soci a pena di nullità. A ciascun socio è garantito il diritto di accedere ai registri e libri contabili e ai documenti e può chiedere delucidazioni sulla tenuta degli stessi. Le decisioni sono prese per voto unanime dei soci se l’atto costitutivo non prevede diversamente. Le modifiche all’atto costitutivo possono essere apportate solo con il voto unanime di tutti i soci. La direzione della società è affidata a tutti i soci, sempre che nell’atto costitutivo non sia stabilito che questa sia affidata solo a uno o più soci, o a persona che non è socio: in tale caso le responsabilità si limiteranno alle funzioni espletate e di propria competenza. Un socio con funzioni direttive e designato nell’atto costitutivo come tale non può dimettersi senza giusta causa, sotto pena del risarcimento del danno eventualmente derivante alla Società dal suo illegittimo recesso. Qualora invece la persona con funzioni direttive non sia socio, questi è libero di dimettersi, notificando la decisione in anticipo entro un termine ragionevole che può essere previsto nell’atto costitutivo; diversamente, egli potrà essere ritenuto responsabile dei danni derivanti alla società dalla sua condotta illegittima. A differenza delle dimissioni del socio con funzioni direttive - le quali, se non diversamente previsto comportano anche lo scioglimento della società - quelle del direttore non socio non hanno questo effetto. Il soggetto con funzioni direttive non può eccedere le attribuzioni che gli sono state conferite se non con il consenso dei soci. b. Simple Commandite Company La Simple Commandite Company è una società composta da uno o più soci, solidalmente responsabili per le obbligazioni della società ed aventi la qualifica di traders, oltre ad uno o più silent partners responsabili per le obbligazioni della società limitatamente alle azioni da essi detenute. Per i silent partner non è richiesta la qualifica di trader, e possono essere sia soci persone 22
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