SACRA FAMIGLIA, VOCAZIONE AL MATRIMONIO - Parrocchia S. Maria ...
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Febbraio 2017 - Anno 11 - Numero 2 Periodico della Parrocchia di Santa Maria Nascente Piazza Santa Maria Nascente, 2 20148 Milano Orario delle S. Messe a Santa Maria Nascente PREFESTIVO ore 18.30 sabato/vigilie - FESTIVO ore 8.30 - 10.15 - 11.30 - 18.00 - FERIALE ore 8.30 - 18.00 SACRA FAMIGLIA, VOCAZIONE AL MATRIMONIO Gennaio è stato un mese intenso di eventi religioni, impongono a noi sa- ricchi di grazia, termine che esattamente cerdoti di essere nell’unità con significa: gratis data. l’Arcivescovo, responsabili di Il pellegrinaggio in Terra Santa è stata una tutta la città. Non acconten- ouverture eccezionale per le persone in- tandoci di proporre iniziative, contrate, per l’opportunità delle visite ai ma di essere presenza della mi- luoghi evangelici con la celebrazione del- sericordia divina vivendo non la S. Messa. Il Sacramento rende attuale nella polemica, ma nel dialogo. e confortante gli eventi che quelle pietre, La riflessione è continuata per quel lago, quelle grotte ancora oggi testi- noi parroci della città in una moniano. Qualcuno mi ha chiesto se non ‘due giorni’ di intenso lavo- sono tentato di sentire come abituali e ro nella Villa Sacro Cuore di quasi ovvii quei luoghi che ho frequentato Triuggio. Il ritiro aveva come decine e decine di volte dal primo viaggio tema l’Islam, affrontato nell’a- che feci nel 1978. Assolutamente no. Anzi scolto di specialisti e nel dialo- il richiamo dei Luoghi Santi e la fede che go. È da tempo che la Chiesa di imparo dai pellegrini che sono con me mi Milano si misura con il mondo edificano sempre di più. islamico che, nel grande flusso A metà mese ho vissuto una mattinata di di immigrazione, ha un rilievo profondo richiamo in assemblea con l’Ar- importante nella nostra città. civescovo Scola e i confratelli sacerdoti di Il mese si è concluso con la tutta la città di Milano. Ciò che ho por- festa della Sacra Famiglia di tato nel mio cuore è la responsabilità che Nazaret. Le S. Messe gremi- Charles Le Brun, Benedicite (Sacra Famiglia), 1650, noi pastori di anime abbiamo in questo te e attentamente partecipate Parigi Louvre. Il commento di Emanuele Atanassiu a pag. 2 cambiamento epocale. Per farmi capire sono state per me un grande insieme ad altre due immagini della Sacra Famiglia: Pelizza da Volpedo e Rubens. vorrei usare un’immagine che mi suggerì il conforto, e ancora ci aiuta cardinale Martini quando mi chiese di tra- l’etimologia: ‘Con-fero’ ossia gente che ti stimonianza degli sposi di tutte le età siano sferirmi da una parrocchia che conoscevo porta nel cammino della vita. La vocazione sprone e aiuto alla vita del sacerdote. ed amavo a questa parrocchia che mi era matrimoniale e la vocazione al sacerdozio Fu proprio questo l’incipit della splendida ignota. Mi disse: “Don Carlo devi allarga- son una il bene per l’altro. È straordinario catechesi di don Stefano Alberto tenuta nel re i paletti della tua tenda”. Le circostanze, constatare come la vocazione alla verginità nostro Auditorium (trovate a pagina 3 un la scarsità di preti, la mobilità della gente, sia aiuto alla vocazione al matrimonio e, adeguato resoconto) quando ha spiegato il l’arrivo di tanti stranieri, la pluralità delle forse a voi è non molto noto, come la te- titolo della esortazione apostolica di papa Don Carlo (continua a pag. 2) Orario delle S. Messe nel Santuario di Lampugnano PREFESTIVO ore 17.30 sabato/vigilie FESTIVO ore 10.00
VITA TRA NOI (segue da pag. 1) Francesco: “Amoris Laetitia”. Don Stefano rola “gioia”, infatti la letizia è un sentimen- appoggiarsi a uno che lo sostiene: la letizia è diceva la parola “letizia” è diversa dalla pa- to che nasce in chi cammina e sa che può un uomo appoggiato a Dio. Don Carlo LA SACRALITÀ DEL QUOTIDIANO Ovvero la quotidianità del sacro in famiglia. Riflessioni sull’immagine in prima pagina di Le Brun. Il dipinto del pittore francese Charles Le Brun volge al padre oltrepassandolo con lo sguardo Nazaret e stava loro sottomesso.” (Lc. 2, 49/51). che accompagna le riflessioni di don Carlo in nella direzione da cui proviene la luce. Si può Conseguentemente la figura di Gesù a tavola prima pagina ci dà l’occasione di cogliere alcuni cogliere come l’autorità del padre terreno pro- non può non far pensare a quella del sacerdote aspetti della Sacra Famiglia di Nazareth. Cer- venga da quello Celeste e l’obbedienza del fi- davanti alla mensa d’altare, dinanzi a lui il pane chiamo, però, di cogliere nell’apparentemente glio, trapassando la figura di San Giuseppe, si e ai piedi del tavolo la brocca delle abluzioni. semplice struttura dell’opera il ricco e com- volge all’origine della sua autorità. Quindi se da un lato san Giuseppe incarna la plesso apparato di simboli. Nell’insieme degli Sappiamo d’altronde che nel racconto evange- sacralità del capofamiglia veterotestamentario elementi compositivi emergono le due figure lico del ritrovamento di Gesù dodicenne nel che si prepara alla Pasqua stando in piedi con i di San Giuseppe in piedi a sinistra e di Gesù, Tempio di Gerusalemme sono presenti le fra- sandali ai piedi e col bastone in mano pronto a seduto a destra. Imponente la prima, e orienta- si “perché mi cercavate? Non sapevate che io partire, Gesù già manifesta il suo ruolo di fon- ta con lo sguardo verso il figlio. Quest’ultimo, devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. E datore della comunità ecclesiale. a sua volta, luminoso ed emanante chiarore si poco dopo “scese dunque con loro e venne a La figura di Maria, alle spalle del Figlio e in om- bra, sembrerebbe secon- daria. In realtà ponen- dosi alla Sua sequela ne è la prima discepola. Lo sguardo fisso su di Lui insieme all’atto di sco- stare il velo evidenziano la volontà di coglierne ogni parola ed atto. Nel Magnificat si era attri- buita l’umiltà della serva e sin dall’Annuncia- zione aveva serbato nel suo cuore ogni aspetto riguardante il Figlio trattenendolo nel suo cuore. È Lei all’origine della Nuova ed Eterna Alleanza, sicché possia- mo ben pensare che il monte che si intravvede alle sue spalle sia il Sinai Giuseppe Pellizza da Volpedo, La Sacra famiglia, 1892 coll. Pieter Paul Rubens, Sacra famiglia con Sant’Anna, 1639, San Privata. L’autore del celebre “Quarto Stato”, cimentandosi Pietroburgo, Hermitage. avvolto di nubi, luogo nel soggetto sacro, in maniera coerente alla sensibilità sociale Il pittore, erede della tradizione rinascimentale italiana per compostezza del precedente patto che gli era propria e con una spiccata sensibilità per i valori 2 della composizione e gusto cromatico, nonché continuatore nella natìa con Mosè. I segni della luministici, ci presenta la Madonna col Bambino nella posa Anversa della tradizione fiamminga attenta a rendere la qualità futura crudele morte di di una statua gotica, ma con l’aspetto della gente contadina materica, ci dona un sereno quadretto familiare. Le figure si dividono a Cristo sono presentati da cui proveniva. San Giuseppe, in posizione defilata e scalzo, coppie fra primo e secondo piano per ruoli e intensità di sentimenti, ma mostra l’umiltà della persona e la povertà della condizione, tutti partecipi del clima di letizia generato dalla presenza del Bambino, con garbo e con forme segni esteriori della povertà in spirito, strumento per il possesso luce del mondo e asse verticale fra Cielo e Terra pur nell’umano gesto di simboliche: il coltello del Regno dei Cieli. appoggiarsi alla madre.
che allude al Sacrificio è seminascosto dal pane, che aleggia nell’opera si deve all’ammirazione Tale dimensione è sottolineata anche nel cate- ma in direzione dell’Agnello che è Cristo, e le dell’autore per lo stile raffaellesco, conosciuto in chismo della Chiesa Cattolica al paragrafo 532: mele nel cesto rimandano alla dolcezza della un viaggio giovanile a Roma dove aveva colto “Nella sottomissione di Gesù a sua madre e al Redenzione. Tale versione della Sacra Famiglia, il cromatismo alla veneta di Annibale Carracci suo padre legale si realizza l’osservanza perfetta nota col titolo di “Benedicite”, primo vocabolo e il contrasto luministico dei dipinti caravag- del quarto comandamento. Tale sottomissione della preghiera in latino recitata all’inizio dei pa- geschi. Ma egli era anche intriso di un tipo di è l’immagine nel tempo della obbedienza filiale sti, originariamente si trovava sopra l’altare della spiritualità allora diffuso in Francia dal cardinal al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissio- Cappella della Confraternita dei Falegnami nel- Bérulle secondo cui l’efficacia della divinità di ne di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e la chiesa di S. Paul all’interno del quartiere pari- Cristo era presente anche nel nascondimento di anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: gino del Marais. Gli attrezzi in primo piano sul Nazaret (“Deus absconditus”), essendo già ini- “Non la mia volontà. . . “ (Lc 22,42). L’obbe- pavimento e la bella gamba tornita del tavolo ziata con la Sua incarnazione. Asse portante di dienza di Cristo nel quotidiano della vita nasco- che appare al di sotto della tovaglia indicano il tale spiritualità era l’imitazione di Cristo uomo sta inaugurava già l’opera di restaurazione di ciò mestiere di tali lavoratori e del loro patrono, san come regola del vivere e della missione ed ebbe che la disobbedienza di Adamo aveva distrutto Giuseppe. Il clima di serena contemplazione tra i suoi seguaci anche S. Vincenzo de Paoli. (Cf Rm. 5,19)”. Emanuele Atanassiu UN CAMMINO MAI COMPLETATO Riflessioni condotte da don Stefano Alberto sull’Esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco. Siamo circa in duecento raccolti in Auditorium clima dove non è più evidente che l’altro è un ad ascoltare, il pomeriggio del 25 gennaio, la bene. In questo diffuso narcisismo domina LEGGIAMO riflessione sull’Esortazione apostolica Amoris come criterio guida la reazione, l’emotività, il INSIEME L’AMORIS laetitia di papa Francesco condotta da don sentimentalismo. Di fronte a questo non biso- LAETITIA Stefano Alberto, docente di teologia all’Univer- gna spaventarsi, ritirarsi o opporsi. Il cristiano Leggiamo insieme l’Amoris laetitia, l’Esorta- sità Cattolica. L’occasione è stata la festa della non può rinunciare a proporre il matrimonio zione apostolica di papa Francesco, con l’aiuto famiglia e la sfida quella lanciata da papa Fran- perché è ‘fuori moda’, priverebbe il mondo dei di padre Giuseppe Sedran del Pime. Quattro cesco: “Annunciate a tutti la gioia dell’amore in valori che può e deve offrire. Occorre lo sforzo incontri nei saloni dell’Oratorio. Il primo (4 famiglia”. responsabile e generoso di proporre le ragioni febbraio) si è già tenuto sul tema “La realtà e la Don Stefano Alberto ci conduce con chiarezza per optare per il matrimonio e la famiglia, sa- sfida della famiglia”. Gli altri tre: il 18 febbraio e competenza nelle pagine di papa Francesco. pendo che quando si parla di famiglia si parla (dalle 15.30 alle 17) su “La trasmissione della Accenniamo a qualche passo importante. di un cammino mai completato. vita e l’educazione dei figli”; il 4 marzo (sempre Due premesse di esordio. La prima: l’impor- Dio ha scelto la famiglia per diventare uomo. dalle 15.30 alle 17) su “L’amore nel matrimo- tanza di questa Esortazione apostolica che Leggendo le Scritture vediamo che fin dal mo- nio”; il 18 marzo (15.30-17) su “L’amore che sintetizza il lavoro di ben due sinodi dedicati mento della creazione l’uomo ha bisogno di un diventa fecondo”. al tema della famiglia. Essa porta dunque il altro con cui entra- metodo e il valore della comunione ecclesiale re in relazione, il perché porta a tutti la ricchezza di migliaia di rapporto uomo – famiglie e di chiese locali confluita nei sinodi. donna, come tutta La seconda: il termine ‘letizia’ che compare nel la realtà creata, ri- titolo e che indica quel sentimento permanente verbera la struttura che vive l’uomo che sa di camminare appoggia- trinitaria divina. Per to al Signore. accorgersi dell’amo- Poi don Stefano ci conduce nella lettura dell’E- re di Dio verso di sortazione. Il Papa considera innanzitutto la noi occorre un ‘tu’. condizione attuale dell’uomo di oggi, in qua- La parola centrale le mentalità è immerso e parla di un clima di di tutta l’esortazio- ‘individualismo esasperato’ che porta a consi- ne apostolica - sot- Don Carlo e don Stefano Alberto. derare i propri desideri come un assoluto, un (continua a pag. 4) (Foto di Anna Carini). 3
VITA TRA NOI (segue da pag. 3) e che porta a compimento dalla comunione piena della Trinità, dall’unio- Il cap. VIII , che ha suscitato tanto dibatti- ne stupenda tra Cristo e la sua chiesa, da quella to anche all’interno della Chiesa, affronta le bella comunità che è la famiglia di Nazaret, e situazioni più delicate, più ferite, più di con- dalla fraternità senza macchia che esiste fra i trapposizione. Papa Francesco è fermissimo santi del cielo. E tuttavia, contemplare la pie- sulla dottrina, ma raccomanda con decisione nezza che non abbiamo ancora raggiunto ci per- la necessità del discernimento e dell’accompa- mette anche di relativizzare il cammino storico gnamento. Chi ha commesso degli errori non che stiamo facendo come famiglie, per smettere deve sentirsi fuori da un cammino comune di pretendere dalle relazioni interpersonali una e richiama l’episodio evangelico dell’adultera perfezione, una purezza di intenzioni e una dove alla fine si trovano davanti la misera e coerenza che potremo trovare solo nel Regno la misericordia. L’accompagnamento non è definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con tolinea con forza don Stefano Alberto - è lo risolto da un discorso chiaro e pulito, per ac- durezza coloro che vivono in condizioni di gran- sguardo rivolto a Gesù. Nasce da qui la co- compagnare occorre farsi fratelli, camminare de fragilità. Tutti siamo chiamati a tener viva scienza della vocazione alla famiglia. A partire insieme con lo sguardo rivolto a Gesù. Ac- la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi dal Concilio la visione della famiglia supera la compagnare, discernere e integrare è la cosa e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in visione dualistica che da una parte valorizzava più provocante entusiasmante e attuale den- questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, il vincolo naturale e dall’altra presentava la vo- tro una realtà in cui l’ultima parola sembra continuiamo a camminare! Quello che ci vie- cazione come qualcosa che si sovrapponeva. essere il sentimento e la ricerca del benessere ne promesso è sempre di più. Non perdiamo la La vocazione radica il matrimonio naturale personale a tutti i costi. speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure nel sacramento. Il termine vocazione indica la Don Stefano Alberto conclude rileggendo le rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di preferenza di un Altro sulla propria vita, indi- parole con cui lo stesso papa Francesco chiu- comunione che ci è stata promessa.” ca un cammino in cui è decisivo lo sguardo de l’Esortazione e che ne sintetizza il conte- Gli interventi veri e interessanti che hanno rivolto a Gesù. La Chiesa con realismo sa che nuto: “Nessuna famiglia è una realtà perfetta e concluso l’incontro ci hanno mostrato che non basta il sentimento, per sua natura fragile, confezionata una volta per sempre, ma richiede siamo davvero all’inizio di un cammino nuo- per vivere la famiglia, occorre la coscienza che un graduale sviluppo della propria capacità di vo, da comprendere e continuare. è una vocazione, cioè che è un Altro che inizia amare. C’è una chiamata costante che proviene Daria Carenzi IL PROGETTO “FIGLI DELLA SPERANZA” Illustrata in Auditorium e da Zaccheo la rete di solidarietà nata in Ucraina a sostegno dei minori. La nostra parrocchia ha offerto in più occasioni i propri locali per gli incontri delle famiglie del progetto internazionale “Figli della Speranza”, cui partecipa in Italia l’associazione Famiglie per l’Accoglienza. L’ultima occasione è stata venerdì 13 gennaio in Auditorium, quando alcuni amici di Famiglie per l’Accoglienza han- no presentato il progetto 2017 con mons. Francesco Braschi, presidente di Russia Cristiana, le responsabili ucraine del progetto, Katja Klyuzko e Laly Liparteliani, che hanno raccontato la rete di solidarietà nata in Ucraina a sostegno dei minori e delle loro famiglie. La sera successiva, Giorgio Cavalli, uno degli animatori del progetto di Famiglie per l’Accoglienza, è stato ospite degli Amici di Zaccheo, ai quali con l’aiuto di alcune diapositive ha illustrato il percorso realizzato dalle fa- miglie nel 2016, raccontando anche del suo recente viaggio in Ucraina. È seguito l’intervento dei coniugi Francesca e Carlo Tremolada, che hanno portato la com- Lo staff ucraino fotografato nella sede milanese di AVSI: movente testimonianza dell’accoglienza estiva di Mikita, un bambino ucraino da sinistra Laly Liparteliani (Kharkov), Giorgio Cavalli,, Katerina Klyuzko (Kiev), di 12 anni. Anastasia Zolotova (che a Kharkov collabora con Laly alle attività di Fondazione Emmaus, a favore dei minori disabili e con disagio). 4
Testimonianza (foto a sinistra) dei coniugi Tremolada (Foto di Massimo Pecorari) Per noi che viviamo in pace, non è facile pen- loro famiglie. Ecco il senso del nome “Figli bini ucraini, le famiglie accoglienti hanno sare che c’è una forma di povertà non dovuta della Speranza”: attraverso il sorriso rinato testimoniato in modi diversi una loro cresci- alle condizioni sociali in cui si è cresciuti, ma da questi bambini, poter comunicare una ta umana e cristiana: tutti ci hanno detto di alla perdita della casa e della pace con quelli nuova speranza alle loro famiglie, divise tra essere cambiati loro stessi, prima dei bambi- che erano i tuoi vicini di casa e che d’un tratto loro e al loro interno dalle vicende tragiche ni, pur dentro una certa sofferenza e fatica. diventano i tuoi nemici. Alcuni cristiani or- della guerra. Laly, di Kharkov, ci ha detto: Come ha detto monsignor Braschi, “il rap- todossi e cattolici a Kiev e a Kharkov hanno “Quando ho rivisto alcuni di questi bam- porto tra gli uomini non è mai unilaterale: cominciato, dopo lo scoppio della guerra in bini al ritorno dal periodo trascorso con la nessuno dà soltanto o riceve soltanto”. Ucraina nel 2014, ad accompagnare alcune famiglia italiana, quasi non riuscivo a rico- Dentro a tutto questo abbiamo potuto sco- famiglie profughe nel loro stesso paese, fug- noscerli: il loro viso sempre triste si era tra- prire nuovi rapporti: prima di tutto con la gite dalle zone indipendentiste dell’est, e le sformato e il sorriso illuminava, cambian- comunità della parrocchia ortodossa di Mi- famiglie di alcuni militari chiamati a combat- doli, i loro volti”. lano, con la quale è nata una bella amicizia tere in quelle stesse zone. Due gruppi che non Già al secondo anno, l’estate scorsa, fu stu- fatta di gesti comuni più che di discorsi. avevano nessuna ragione per guardarsi con pefacente il numero delle accoglienze offer- Con loro abbiamo condiviso momenti di simpatia, ma tra i quali è nato nel tempo un te dalle famiglie di Milano, Varese e Ber- festa e di preghiera, ma anche i bisogni quo- reciproco senso di condivisione grazie all’espe- gamo: in un primo tempo avevamo vissuto tidiani, come per esempio una raccolta di rienza fatta dai loro figli, a cui è stato proposto con una certa preoccupazione la richiesta di medicinali per più di cento bambini affetti un lavoro educativo in Ucraina, per continua- accogliere 15 bambini, ma alla fine furono dai pidocchi in un ospedale ucraino. An- re attraverso le vacanze estive in Italia, Francia ben 48 le famiglie, per 48 bambini! All’i- che due oratori hanno voluto far ascoltare e Germania. nizio ci furono dei colloqui con le famiglie ai bambini del catechismo la storia di que- Grazie anche ai finanziamenti raccolti dalle ad una ad una, in filo diretto con gli ami- sti loro coetanei ucraini. Così, attraverso i Tende AVSI di Natale, a Kiev è stato aper- ci ucraini che conoscevano i bambini, al loro genitori abbiamo anche ricevuto delle to un Centro di educazione e animazione fine di un abbinamento che consentisse di offerte utili a realizzare il progetto. Infine, per i “Figli della Speranza”, con corsi di fare incontrare i bisogni di ogni bambino abbiamo pensato di scrivere una lettera al italiano, pittura, lavori domestici, attività ucraino con le caratteristiche delle famiglie: Santo Padre e un’altra al cardinale Scola, ricreative e culturali. Il progetto, nella sua soprattutto chiedevamo loro se avessero al- raccontando la bellezza di ciò che stavamo parte italiana, rappresenta perciò solo un tri bambini in famiglia e se avessero dispo- vivendo. Da loro abbiamo ricevuto risposte piccolo aspetto dei “Figli della Speranza” nibilità a condividere con parenti e amici di conforto e incoraggiamento. Così, nel e consiste nell’accoglienza familiare dei la loro accoglienza, affinché i bambini ve- tempo, ci siamo accorti che questo proget- bambini ucraini delle zone di guerra e dei dessero una vita più grande. Alla fine della to di accoglienza familiare, che sembrava figli dei militari, per dare loro una nuova convivenza estiva (uno o due mesi), in un in fondo poca cosa, si sta ponendo come speranza e, attraverso di loro, anche alle concreto e quotidiano rapporto con i bam- un punto culturalmente rilevante dentro al (continua a pag. 6) 5
(segue da pag. 5) grande lavoro di comunione in cui è impe- gnata la Chiesa universale per un ricono- scimento in Cristo dei cristiani d’Oriente e d’Occidente, attraverso fatti di carità: ci siamo accorti che quanto ci è stato dato da vivere era dentro all’abbraccio a Cuba di Papa Francesco e del Patriarca Kirill e che, senza averlo preventivato, stavamo già rea- lizzando ciò che papa Benedetto aveva det- to nel giugno 2012 alla Giornata mondiale delle famiglie: “Noi abbiamo in Europa – disse il papa - una rete di gemellaggi, ma sono scambi culturali, certo molto buoni e molto utili, ma forse ci vogliono gemellaggi in altro senso: che realmente una famiglia dell’Occidente, dell’Italia, della Germania, Dagli Amici di Zaccheo la testimonianza sull’esperienza con i bambini ucraini. (Foto di Antonio Lasi). della Francia (…) assuma la responsabilità In basso: il pranzo di beneficenza organizzato da scout e guide. di aiutare un’altra famiglia. Così anche le parrocchie, le città: che realmente assuma- parole, ma apre il cuore a Dio e così crea che sono tornate a parlarsi tra loro grazie no responsabilità, aiutino in senso concre- anche creatività nel trovare soluzioni”. al ritrovato sorriso che hanno visto nei loro to. E siate sicuri: io e tanti altri preghiamo Di questo hanno fatto esperienza le fami- “figli della speranza”. per voi, e questo pregare non è solo dire glie italiane. E anche le famiglie ucraine, Giorgio Cavalli PRANZO DI BENEFICENZA CON GLI SCOUT Come ormai da alcuni anni, anche quest’an- San Carlo è per noi occasione per educarci di ognuno ha svolto il proprio compito: no il gruppo scout AGGS ha organizzato il alla carità cristiana” . c’è stato chi ha allestito e abbellito tavoli e tradizionale pranzo di beneficenza. “Il mo- Il pranzo, svoltosi nell’Auditorium della sala, chi ha cucinato lo sfiziosissimo menù tivo di questo gesto è molto semplice”, dice parrocchia con più di 150 invitati, ha visto valtellinese (pizzoccheri, cotechino, lentic- un capo scout: “Il sostegno a distanza alle come protagonisti gli oltre 80 ragazzi scout chie e strudel) e chi ha spiegato la mostra missioni dei nostri amici della Fraternità e guide. Con l’aiuto dei loro capi più gran- sulle missioni sostenute. Alcuni scout poi si sono lanciati nella presentazione e svolgi- mento di molti giochi che hanno coinvolto e entusiasmato gli invitati durante tutto il pranzo. Al termine della giornata, anche dopo una pulizia scrupolosa di tutti gli spazi, la soddi- sfazione e il sorriso erano ancora visibili sui volti di ragazzi e responsabili, come afferma uno di loro: “Ciò che ci ha colpiti è che nes- suno si è tirato indietro nel preparare quello che gli era stato affidato. Tutti, secondo le proprie capacità, hanno contribuito a ren- dere bella e personale questa occasione”. Monica Candiani 6
AL RITORNO DALLA TERRA SANTA Pubblichiamo, oltre ad alcune testimonianze dei partecipanti al pellegrinaggio di gennaio, la lettera che abbiamo scritto al nuovo Custode della Terra Santa, padre Patton, e la sua risposta. Reverendissimo Padre Francesco Patton, In modo mirabile, con un entusiasmo sem- attendeva qualcosa di inatteso e insperato: il è con grande gioia che, appena tornati da pre coinvolgente, passo dopo passo, don privilegio di ricevere la solenne benedizione uno straordinario pellegrinaggio in Terra Carlo, con le sue spiegazioni, semplici ma proprio da parte Sua. Santa, Le scriviamo per renderLa partecipe sempre profonde, ha fatto parlare ai nostri Don Carlo, subito dopo,con grande piacere, della bella esperienza vissuta. In un gruppo cuori ogni luogo santo. In questo modo è ha potuto anche salutarLa personalmente, di 53 persone (per lo più coppie dai trenta ai stato facile immedesimarci nei gesti di Gesù, intrattenendosi con Lei qualche minuto. Il settanta anni circa ) siamo partiti il 3 genna- di Maria, di Giuseppe, degli Apostoli, rivi- pranzo nella serena ed accogliente atmosfera io, accompagnati da don Carlo Casati, par- vere con una nuova consapevolezza il Santo della residenza francescana “Casa nova” rocco della Chiesa di Santa Maria Nascente a Battesimo sulle rive del Giordano e il Sacra- ci ha permesso di rifocillarci per poi torna- Milano, per visitare i luoghi di Gesù. mento del Matrimonio a Cana (le coppie di re nella basilica ortodossa della Natività per Tanti sono stati i momenti significativi per- sposi presenti hanno festeggiato dall’anno e ammirare i primi risultati dei restauri in cor- chè don Carlo non ha mai mancato di ri- mezzo ai cinquant’ anni di nozze) o emo- so. Altro evento eccezionale, non previsto, a cordarci che ogni pietra di quei luoghi parla zionarci nella grotta dell’Annunciazione a cui abbiamo potuto assistere è stata la proces- della Presenza di Cristo. La Messa che abbia- Nazaret, nel luogo della Natività a Betlemme sione dei padri francescani verso il luogo del- mo celebrato ogni giorno ci ha aiutato a fare e del Santo Sepolcro a Gerusalemme. A Bet- la Natività, la vigilia della festa dell’Epifania. memoria dell’ Evento più importante della lemme, il terzo giorno, il 5 gennaio, “ agili Siamo tornati nelle nostre case vivificati dal storia, resosi incontrabile in origine proprio e svelti “, come ci esortava sempre a fare il grande dono di questo pellegrinaggio, an- lì. Per tutti era stata grande l’attesa di questo nostro don Carlo, siamo scesi a visitare la cora più coscienti della bellezza del Cristia- pellegrinaggio, ma nessuno si sarebbe aspet- grotta della Natività: ognuno ha potuto in- nesimo e della responsabilità che abbiamo di tato di poter vivere un’esperienza così inten- ginocchiarsi a baciare il punto dove Gesù rendere testimonianza con la vita di quanto sa e così significativa per la propria vita. È è nato, mentre veniva intonato “ Astro del abbiamo visto. Conserveremo a lungo nella stato veramente un centuplo! ciel”. Nella Basilica di Santa Caterina poi ci (continua a pag. 8) 7
VITA TRA NOI (segue da pag. 7) mente e nel cuore il ricordo di quei giorni e a don Giussani. Grazie per aver ridestato in non dimenticheremo di pregare per lei, per noi la percezione della grande grazia che il il compito impegnativo che le è stato asse- Signore ci ha donato. gnato, per tutta la comunità francescana, per Anna e Paolo l’opera grande che ha svolto e sta svolgendo in Terra Santa e per tutti i cristiani lì presenti Ho già una grande nostalgia di quello che, che, pur in condizioni magari difficili, testi- nonostante il mio niente, il mio essere spesso moniano con la loro vita l’autenticità della incoerente o l’andare fuori strada, è il Centro nostra fede. della mia vita. Essere stata negli stessi luoghi Augurandole buon lavoro, la salutiamo fra- dov’è stato Gesù, me lo ha fatto sentire ancora ternamente. più vicino. Ho un gran bisogno di ringrazia- Il gruppo di pellegrini di Terra Santa re don Carlo, per il modo in cui ha condotto con la loro preziosa guida, sac. don Carlo Casati questo pellegrinaggio, per la passione con cui ha raccontato non solo le “nozioni” ma la sua Il senso del pellegrinaggio in Terra Santa è esperienza, per essere stato fermo e paziente proprio quello di poter ravvivare la propria sempre con ciascuno di noi. Ringrazio la com- fede nel mistero dell’Incarnazione del Signo- pagnia del mio gruppetto di scuola di comu- re toccando i luoghi nei quali Egli si è fatto Don Carlo con padre Francesco Patton, nità, miei grandi amici, che sono parte della uno di noi, ha condiviso e preso su di sé la Custode della Terra Santa. mia famiglia che riescono sempre a ricentrare, nostra umanità, ha dato la sua vita per noi, Come si sono rivelate vere e pregnanti le pa- ora uno ora l’altro, la mia vita e mi richiamano per noi è morto e risorto aprendoci la via role di don Carlo in merito al pellegrinag- in continuazione perché tengono al mio De- alla comunione con Dio, ci ha donato il suo gio che avremmo intrapreso ritornando alle stino; ringrazio due altri amici che erano con Spirito perché possiamo diventare anche noi nostre case e al nostro lavoro. La bellezza e noi e gli sguardi nuovi incontrati, rivolti verso figli nel Figlio. la memoria dei luoghi visitati e celebrati la stessa direzione. Un viaggio da sola, quanto Al termine del pellegrinaggio occorre saper con le S.Messe danno un senso diverso alla sarebbe stato diverso! trasmettere in modo contagioso la bellezza di quotidianità che sto vivendo, la rendono più Sono tornata a casa con una nostalgia, non aver incontrato il Signore e la gioia e la spe- vera anche nella fatica e nel peccato che ci triste, non vuota, non sentimentale ma con la ranza che derivano da questo incontro. rendono più coscienti dell’istante che ci ca- nostalgia che diventa una voglia irrefrenabile Un fraterno saluto anche a don Carlo! ratterizza. di incontrarlo di nuovo e da subito, in ogni Pace e bene, Sono andato in Terra Santa anche nel 1997, luogo, con la stessa intensità, con la stessa co- fr. Francesco Patton OFM ma devo dire che oggi, a 61 anni, tutto è scienza e con la certezza di non essere assolu- Custos Terrae Sanctae stato vissuto con mia moglie Milena e mio tamente sola nel mio cammino. Una nostalgia figlio Filippo in maniera più intensa.Grazie piena di gioia e grata per averlo visto, sentito Carissimo don Carlo, per questa opportunità più vicino che mai e voglia di fare e aiutare un piccolo pensiero “post-pellegrinaggio”. Piero e aiutarci ancora di più di quanto già siamo Tante cose ci hanno colpito: pietre, tradizio- stati educati a fare. Grata perché, ogni anno ni, storia, bellezza…. e tante altre ci hanno Sia mia moglie che io desideriamo ringra- che passa, riconosco che nella mia vita c’è un ferito. Soprattutto le divisioni: fra popoli, fra ziare di cuore don Carlo per l’intensità e la filo rosso che a un certo punto mi sono ac- religioni, fra noi cristiani, fra ricchi e pove- profonda commozione che ci ha fatto speri- corta esserci; non è un caso se coincide con il ri… Ci resta però nel cuore una cosa: come mentare, grazie alla sua passione per Gesù e mio ingresso nel movimento e che ora, quan- Cristo ha scelto di vivere e morire in una re- all’intelligenza nella lettura della storia della do non capisco dove mi porterà, ne cerco gli altà umana così, piccola e finita, così oggi Lo salvezza. Soprattutto lo ringraziamo perché indizi un po’ come fa un detective, certa che si può incontrare solo in una realtà umana ha reso ancor più evidente che questa storia arriverò prima o poi a capire tutto. Auguro a così, piccola e finita, ma che abbia un solo di salvezza è contemporanea e sempre pos- tutti un anno come quello che abbiamo ini- desiderio: seguirLo insieme. sibile nella grande compagnia della Chiesa ziato insieme, in cui siamo stati richiamati ad Oscar e Mimma che ci ha toccato attraverso il carisma donato essere agili e vigili! Sabrina 8
AIN KAREM, IL LUOGO DEL MAGNIFICAT Intervista a Paola Marzoli, assidua frequentatrice della Terra Santa, sulla sua mostra che si è appena chiusa a Milano. Si è chiusa il 6 febbraio la mostra di Paola Marzoli a Milano presso la Galleria Rubin e intitolata “Ain Karem”. La visita ad una mostra di Paola è per me, ogni volta, l’ oc- casione di rinnovare la memoria verso quei luoghi della Terra Santa, che sono i luoghi della presenza divina di Cristo-Uomo su questa terra per portare a compimento la Sua missione salvifica per l’umanità. Non sono raffigurati paesaggi nelle ope- re di Paola, bensì, come ben conoscono i suoi tanti estimatori, particolari della na- tura, del terreno, delle pietre, con, talvolta, squarci di cielo azzurro intenso. Eppure la vista di ogni quadro mi riporta a quei luoghi e, soprattutto, alle indimenticabi- li sensazioni vissute camminando per le Ain Karem, vigna. op. 724, olio su tavola 46x65, 2015 strade di Israele. C’è tutto il percorso di Questa l’intervista fatta a Paola Marzoli. Che cosa ti spinge a riportare le immagini della Gesù nelle opere di Paola, dal suo concepi- Terra Santa nella tua arte? mento nel ventre della Vergine Maria fino Perché la scelta del nome “Ain Karem” per la In Terra Santa ho toccato con le mani e con i alla brutale, violenta uccisione sul Monte tua ultima mostra? piedi la presenza di Gesù, e quando si trova un Calvario. E da ogni quadro trapela la luce Ain Karem è il luogo in cui Maria è an- tesoro così grande ci si rimane aggrappati con del cielo e del sole di Terra Santa insieme data ad incontrare Elisabetta. Il luogo del tutto quello che si può. a oscurità, tratti di buio profondo nel qua- Magnificat. Il luogo dove il bambino Gio- le rivedo le angosce, la fragilità, i timori vanni sussultò nel grembo di Elisabetta da- Nei tuoi quadri vi è una ricerca molto accu- dell’anima di ciascuno di noi, che anelia- vanti al Figlio appena concepito da Maria. rata di adesione totale alla realtà, anche nei mo all’altezza del Cielo, ma, allo stesso Il luogo dell’incontro di due donne fecon- particolari più minuziosi. Perché? tempo, siamo così ancorati ai nostri limiti date dallo Spirito Santo. Per me un luogo È un modo di rimanere attaccata ai segni terreni, alla nostra caducità umana. di sorriso dopo molti viaggi, dopo lunga tangibili che lì ho trovato. Come reliquie. sosta suoi luoghi della passione di Cristo, Le foglie e sassi che riproduco sono molto dei suoi passi e miracoli. Dopo Getsemani, più reali della realtà naturale. Sono luogo Betfage, Cafarnao, ecco Ain Karem. L’ab- di incontro tra un oggetto reale e il mio braccio tra Maria ed Elisabetta sta all’i- desiderio. nizio: ci ho messo molto per arrivare alla gioia di questo inizio. Come nasce una tua opera? Vado in Terra Santa, ci sono andata più In quale misura arte e fede coesistono nel tuo volte ormai, seguendo i pellegrinaggi di percorso pittorico? don Carlo. Faccio foto in modo mirato L’arte, o questo minuto prendere appunti e nello stesso tempo ‘così come vengono’. per meditare e rielaborare immagini, è il Quando torno le guardo e riguardo. Spes- mio modo per raccontare passo passo il farsi so scelgo quello che in viaggio non avevo Ain Karem, mirto. op. 718 olio su tela 100x100 largo di un po’ di fede in me. (continua a pag. 10) 9
VITA TRA NOI (segue da pag. 9) scelto e vedo quello che non avevo visto. in chiaro un po’ per volta. Come per quelli nella vita di tutti i giorni ogni incontro, L’avvicinamento tra il segno intravisto e di Emmaus. Poi copio. E ci metto molto scontro, voce, luce, buio aiuta ad accor- il desiderio ancora inespresso arriva dopo, tempo: ogni ombra o luce in quel punto gersi di ciò che il giorno prima era passato sempre dopo. E nemmeno di colpo. Viene del quadro è una scoperta nuova. Così inosservato. Claudia Gariboldi LA MADONNA CHE SCIOGLIE I NODI Pellegrinaggio in giugno al Santuario in Baviera dove si trova l’immagine della Madonna amata dal Papa. Nel prossimo mese di giugno Don Carlo ha nastro si sciolsero miracolosamente. Probabil- le preghiera, si sciolse e divenne nuovamente organizzato per noi parrocchiani un pellegri- mente si trattava del nastro matrimoniale dei bianco e splendente come il giorno del ma- naggio al santuario di San Peter in Perlach, si- coniugi in crisi; durante ogni matrimonio, in- trimonio. tuato nella antica città di Augusta (Augsburg), fatti, le mani degli sposi venivano legate tra loro Molti anni dopo il nipote di Wolfgang e So- in Baviera. Nella chiesa romanica è custodita come segno di un legame indissolubile. Quel phie, divenuto canonico della Chiesa di St. Pe- una pala d’ altare, un dipinto ad olio su stof- nastro, forse ripreso dal gesuita per la specia- ter am Perlach ad Augusta, volle dedicare una fa, opera del pittore tedesco Johann Melchior delle cappelle della chiesa alla memoria della Schmidtner, risalente al 1700 e raffigurante sua famiglia e commissionò la pala d’altare per “La vergine che scioglie i nodi” (Maria Kno- ricordare la riconciliazione matrimoniale dei tenloserin). suoi avi, grazie all’intercessione della Vergine All’origine della devozione c’è una storia di Maria. vita quotidiana: Wolfgang Langenmantel La devozione a questa Madonna era poco e Sophie Imhoff si sposarono nel 1612 nota, ma papa Bergoglio, dopo aver ma, dopo qualche anno, il loro ma- visto la pala d’altare nel 1986, durante trimonio entrò in crisi tanto che i un soggiorno in Germania per mo- due pensarono di separarsi; prima tivi di studio, iniziò a divulgarne la di compiere questo passo doloroso, conoscenza e ne consolidò il culto il nobile Wolfgang decise di chie- mentre era Vescovo di Buenos Aires, dere aiuto nel vicino monastero di commissionando ad un pittore lo- Ingolstad, dove risiedeva il padre cale una riproduzione del quadro e gesuita Jakob Rem, conosciuto per volle che alla Vergine fosse dedicato la sua fede e la sua profondità spi- un santuario. Da allora, in questa rituale. Il gesuita decise di affidare città, la chiesa di San José del Talar questa grave situazione all’inter- è conosciuta anche come Santuario cessione della Madonna e insieme “de la Virgen desatanudos”. I parroc- pregarono con intensità e devozio- chiani si fermano a pregare innanzi ne invocando l’aiuto di Maria. Fu alla bella immagine della Vergine così che la coppia sperimentò gli scioglitrice dei nodi ed il giorno effetti positivi della preghiera a Dio otto di ogni mese centinaia di pel- tramite Maria poiché, grazie alla legrini si riuniscono per celebrare la preghiera con padre Jakob davan- festa di Maria. ti all’altare della Vergine Maria, gli Papa Francesco, allora vescovo di sposi si riconciliarono. Buenos Aires, celebrò la Santa Mes- Si narra anche un evento straor- sa a San José del dinario avvenuto il 28 settembre Talar l’ 8 dicembre del 2011, in oc- 1615 nella cappella del monastero: casione del 15^ anniversario della durante la preghiera di padre Jakob esposizione del dipinto. per Wolfgan e Sophie i nodi di un 10
Come ha spiegato l’allora cardinale Bergoglio, Ha detto il Papa: «Tutti abbiamo nodi nel diffonde e si condensa sul viso e sulle mani di con la parola “nodi” si intendono tutti i pro- cuore e attraversiamo difficoltà. Il nostro Padre Maria, rappresentata come una madre operosa, blemi che portiamo nel nostro cuore e che buono, che distribuisce la grazia a tutti i suoi che lavora per i suoi figli. I nodi che Lei scioglie non sappiamo come risolvere; tutti quei pec- figli, vuole che noi ci fidiamo di Lei, che le af- trasformano i sentieri accidentati della nostra cati che ci impediscono di accogliere Dio nella fidiamo i nodi dei nostri mali, che ci impedi- vita in un nastro luminoso che diventa cam- nostra vita e di gettarci tra le sue braccia come scono di unirci a Dio, affinché Lei li sciolga e ci mino di speranza. In basso un bel particolare: bambini. I nodi dei litigi familiari, dell’incom- avvicini a suo figlio Gesù. Questo è il significa- l’arcangelo Raffaele accompagna Tobia all’in- prensione tra genitori e figli, della mancanza di to dell’immagine». contro con la moglie Sara. Trae spunto dal li- rispetto, della violenza, della mancanza di pace Ma ora esaminiamo l’eleganza tardo-barocca bro di Tobia, contenuto nell’Antico Testamen- e di gioia nella famiglia, del dolore provocato ed i particolari del dipinto: La Madonna è to: in esso la vita coniugale e la famiglia sono da un figlio che si droga, che è malato, che ha raffigurata in cielo, intenta a sciogliere i nodi rappresentati come il luogo ove l’educazione lasciato la casa o che si è allontanato da Dio; i di un nastro che le viene offerto da un angelo alla preghiera verso Dio, aperta alla solidarietà nodi dell’alcolismo, dei nostri vizi e dei vizi di che si trova alla sua sinistra. Dopo aver sciolto verso gli uomini, trova il suo spazio originario quelli che amiamo, i nodi delle ferite causate i nodi, Maria passa il nastro slegato ad un altro più efficace. Pertanto l’immagine di Tobia e agli altri; i nodi del rancore che ci tormenta angelo che si trova alla sua destra. La Vergine è dell’angelo vuole indicare che il matrimonio dolorosamente, i nodi del sentimento di colpa, come circoscritta da un ovale luminoso, lungo è voluto e protetto da Dio che manda i suoi della depressione, della disoccupazione, delle il profilo della tela i cherubini accompagnano angeli e la stessa sua Madre in aiuto agli sposi. paure, della solitudine… il tripudio di luce che dallo Spirito Santo si M. G. Piglionica Malloggi IN APRILE PELLEGRINAGGIO A FATIMA Fatima e mini tour del Portogallo in occasione del centeneraio dell’appa- pletamento delle visite a Fatima, devozioni e liturgie e visita all’esposi- rizione di Fatima, dal 17 al 20 aprile. Il programma: zione “ Fatima Luce e Pace” che raccoglie migliaia di oggetti preziosi ed ex voto tra cui la corona della Madonna con incastonato il proiettile che 1 giorno 17/04 MILANO - LISBONA - FATIMA colpì Papa Giovanni Paolo II durante l’attentato del 13 maggio 1981 in Ritrovo al QT8 in piazza Santa Maria Nascente alle ore 8,15 partenza Piazza San Pietro a Roma. Nel pomeriggio escursione a Tomar e visita con pullman ore 8,25 precise per l’aeroporto di Milano Malpensa. Ope- al Convento do Cristo, il più vasto del Portogallo che costituisce, per la razioni di imbarco e partenza con volo di linea TAP alle ore 11.25; arrivo varietà dei suoi elementi, un vero museo di architettura portoghese, dal a Lisbona alle 13,15. Incontro con la guida accompagnatrice. Partenza secolo XII al XVII. Proseguimento per Lisbona. Sistemazione in hotel, per Obidos, affascinante cittadina fortificata, cinta da mura del XII seco- cena e pernottamento. lo e visita. Al termine trasferimento a Fatima e sistemazione in albergo, 4 giorno 20/04 LISBONA – MILANO cena e pernottamento. Dopo cena, partecipazione alla processione con Prima colazione in albergo. Intera giornata dedicata alla visita della città, fiaccole sull’immenso sagrato della Basilica. tra le più belle d‘Europa posta sulle rive del Tago: il Barrio alto, il quar- 2 giorno 18/04 FATIMA tiere di Belem con il Monastero Los Jeronimos, Praca do Commercio, Pensione completa. Mattinata dedicata alla visita di Fatima: Velinhos, il quartiere del Rocio, l’Alfama, tipico quartiere mediterraneo di origi- luogo della Quarta Apparizione della Madonna, le case delle Veggenti, ne araba, con viuzze strette e balconi fioriti. Santa Messa di chiusura la Capelina e la Basilica. Nel pomeriggio partenza in pullman con guida del Pellegrinaggio alla Chiesa di Sant’Antonio. Seconda colazione in per Batalha e visita del Monastero di Santa Maria della Vittoria, capo- ristorante. Al termine delle visite trasferimento in aeroporto. Partenza lavoro d’arte gotica in calda arenaria dorata, ricoperto da una foresta di con volo di linea TAP alle ore 20.45 ed arrivo alle ore 00.20 a Milano pinnacoli dentellati. Proseguimento per Alcobaca e sosta all’imponente Malpensa. Trasferimento in pullman per piazza Santa Maria Nascente. monastero cistercense, uno dei principali monumenti del Portogallo, fondato nel 1159, rifatto nel XIII sec. e più volte ritoccato. Tappa a ISCRIZIONI a esaurimento posti entro 14.02.17 con caparra di € Nazare’, pittoresco villaggio di pescatori della costa atlantica. Al termine 250, saldo entro 28.02.17. rientro a Fatima. Pernottamento. LA QUOTA € 670 in camera doppia/matrimoniale; supplemento ca- 3 giorno 19/04 FATIMA - LISBONA mera singola € 32 per notte Prima e seconda colazione in albergo. Mattinata a disposizione per com- Riunione per tutti giovedì 2 marzo ore 21 in piazza S. Maria Nascente, 11
VITA TRA NOI FEDE PER CONVINZIONE, NON PER CONVENZIONE Documento del Consiglio pastorale della nostra parrocchia dopo la visita dell’Arcivescovo. Pubblichiamo una riflessione del nostro Consiglio • Asilino • cene da “Zaccheo” • Scout: nella no- tro città • e infine, sta diventando sempre più pastorale a seguito della visita dell’Arcivescovo nei stra parrocchia da più di dieci anni c’è un grup- impegnativo e coinvolgente la collaborazione a Decanati Sempione e San Siro. po scout e guide accompagnate dai loro capi, Casa Suraya (centro di accoglienza per rifugiati tutti studenti universitari, e da alcuni adulti • provenienti da molti Paesi). Nell’attuale situazione di cambiamento epocale Caritas: raccolta di alimenti nei condomini • La liturgia è ciò che curiamo con maggiore l’urgenza che l’Arcivescovo ci comunica è quella visita delle famiglie bisognose da parte di volon- attenzione: nella celebrazione, nella coralità di educarci al pensiero di Cristo, ai sentimenti tari a due a due • servizio di baby-sitter a due dell’assemblea, nella cura dell’omelia che ha il di Cristo. C’è bisogno di una comunità in cui Messe domenicali per facilitare la partecipazio- respiro del Vangelo attuato e testimoniato. La l’incontro con Gesù venga vissuto e praticato ne dei genitori • Auditorium come luogo di partecipazione alla liturgia è vissuta ormai da effettivamente come principio di unità dell’io e incontro con testimoni che vivono la loro fede tanti anni con grande attenzione da tutta la della realtà. La visita dell’Arcivescovo ha sot- nei vari ambienti del mondo • mostre guidate comunità, sia quantitativamente che qualitati- tolineato l’urgenza del passaggio da una parte- • pellegrinaggi • sito internet della Parrocchia • vamente. Con l’aiuto anche del padre Barnabi- cipazione alla fede per convenzione a una par- Nuovi Avvenimenti • processione a Lampugna- ta, Padre Parrocchetti e talvolta di un padre del tecipazione per convinzione. La “convenzione” no di inizio anno e il mese di maggio • Via Cru- PIME, Padre Sedran, viene garantita la possibi- genera - ed è generata - da un’abitudine passiva cis al Monte Stella • l’Oratorio estivo che ogni lità del Sacramento della Confessione. Ci siamo nel compiere gesti che diventano scontati e ri- anno attira e aggrega sempre più le famiglie • il accorti sempre più dell’urgenza e della preziosi- petuti sempre uguali. La “convinzione”, come rinnovamento in atto per descolarizzare il cam- tà di questo sacramento. ci aiuta l’etimologia, è “la mente resa certa dal mino di iniziazione cristiana e renderlo sempre Il passo che ci pare più urgente ora è educarci vero, da prove di fatto e da ragioni”. Si tratta più un’introduzione alla vita della comunità, • a una fede adulta così da essere una presenza là dunque di una cura nell’evitare la riduzione del l’esperienza educativa con i ragazzi delle medie, dove viviamo: nel nostro condominio, nell’uf- fare - iniziative ripetute che diventano bastanti denominata Cavalieri di Sobieski, che vede i ficio, nella scuola dove insegniamo e lì vivere il a se stesse nelle motivazioni - a favore di un in- ragazzi protagonisti vivaci ed intelligenti della riconoscimento e l’unità con altri cristiani pre- cremento di consapevolezza. Da questa novità loro età “di mezzo” • un tentativo di presenza senti. È stato così fin dall’epoca apostolica. sempre riscoperta nasce anche la possibile no- cristiana tra i ragazzi di un liceo che ha generato Il Consiglio pastorale vità di gesti o di modalità.Questo avviene nella un gesto fedele di carità tra i senza tetto del cen- parrocchiale di S. Maria Nascente partecipazione piena ed effettiva alla Chiesa in tutti gli ambienti: quartiere, luogo del lavoro, UN SUSSIDIO PER LA VISITA DEL PAPA dello studio, della vacanza. Questo è il fascino “Tutte le realtà della nostra Diocesi – parrocchie, aggregazioni, istituti di vita consacrata e altre della nostra parrocchia: molte persone, anche realtà ecclesiali – sono chiamate a coinvolgersi in un percorso formativo”. Così si legge nell’in- giovani e quarantenni, che vivono la comunio- troduzione del “Sussidio pastorale in preparazione alla visita del Santo Padre a Milano e alle terre ne con Cristo e che quindi testimoniano, viven- ambrosiane”. Scritto da un comitato creato in occasione dell’arrivo del Pontefice, il sussidio si può do, che le cose di ogni giorno (famiglia, lavoro, scaricare dal sito della Diocesi (www.chiesadimilano.it). tempo libero) acquistano un nuovo senso e una “Oltre al gesto a livello diocesano della Via Crucis con il Sacro Chiodo, nelle diverse zone pastora- nuova bellezza. Quanti in questi anni ci hanno li insieme all’Arcivescovo - spiegano gli autori - pensiamo sia importante promuovere sul territorio detto che qui hanno trovato belle persone! La e negli ambienti alcuni gesti di sensibilizzazione, per i quali è stato pensato questo sussidio”. Ecco fede anzitutto si comunica per osmosi, si comu- come nasce il libro, che si rivolge “innanzitutto agli operatori pastorali perché possano animare nica con la semplicità dell’esserci. È con stupore adeguatamente le comunità ecclesiali in vista dell’incontro con il Papa”. che tra noi sono sorti gesti e incontri con per- Nella presentazione si legge la struttura del volume: «“In questa città ho un popolo numeroso, sone del quartiere e di fuori il quartiere, gesti e dice il Signore”. Il sussidio che avete tra le mani intende presentare e spiegare il titolo dato al cam- incontri che ci testimoniano quello che il Papa mino di preparazione, aiutandoci a leggere l’incontro con il Papa come l’occasione dataci dallo e l’Arcivescovo ci invitano ad essere: Chiesa in Spirito per riscoprire la nostra identità di popolo di Dio. Dopo un momento di contestualizza- uscita. Un elenco certamente non esaustivo e zione generale (l’introduzione), il testo approfondisce tre dimensioni di questa identità: teologica non ordinato, ma che racconta del declinarsi di (primo capitolo), sociale (secondo capitolo), culturale (terzo capitolo). Siamo appunto popolo di questa vita: Dio, che abita nella città e che si sente popolo “tra” e per “tutti” i popoli». 12
IN VIAGGIO CON TRE PAPI Ospite da Zaccheo la vaticanista di TV2000 che ha accompagnato Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco nei loro viaggi apostolici. Esiste un filo rosso che accomuna la personalità malato, non aveva voluto rinunciare all’ultimo senso dell’umorismo, incredibilmente gentile e degli ultimi tre Pontefici, pur nella evidente di- saluto al suo popolo che, grato per questo im- capace di ricordarsi, anche a distanza di anni, versità di temperamento e di carismi? Questa la mane sacrificio, lo aveva accolto con un calore di persone incontrate con cui aveva scambiato domanda posta a Cristiana Caricato, ospite in straordinario. solo poche parole. una delle cene “da Zaccheo”, che, in qualità di È consuetudine che in occasione del loro pri- Anche di lui Cristiana ci racconta un aneddoto giornalista e vaticanista dell’emittente televisiva mo viaggio, i giornalisti vaticanisti possano in- rimastole impresso: era al seguito di Ratzinger TV2000, segue da vicino il papa nei suoi viaggi contrare personalmente il papa e beneficiare di durante uno dei suoi brevi periodi di vacanza in apostolici accompagnandolo negli spostamen- un colloquio privato e a Cristiana era toccato montagna e passeggiando con i suoi due nipoti- ti in aereo. In modo semplice e avvincente ci di essere stata convocata a colloquio proprio su ni che l’avevano accompagnata, avevano incon- ha dunque regalato tre ritratti inediti di questi quell’aereo di ritorno dalla Polonia, lungo quel trato il papa il quale, rivolgendosi ai bambini, pontefici, raccontandoci piccoli aneddoti di cui primo tratto di volo effettuato ancora a bassa aveva dato loro del “lei”. È facile immaginare il è stata testimone, che spesso sfuggono alle tele- quota per permettere al papa di vedere dall’oblò fascino suscitato in questi bambini sentendosi camere e che i cronisti come Cristiana tengono la lunga catena ininterrotta di falò accesi, lungo trattare da “grandi” da un papa anziano. Il “lei” per sé custodendoli come piccoli regali. la rotta dell’aereo, dalla sua gente come gesto di con cui papa Benedetto era solito rivolgersi a Cristiana ha conosciuto Giovanni Paolo da vici- ultimo saluto. tutti, anche ai piccoli potrebbe apparire formale no, come giornalista, solo negli ultimi anni del- In quella circostanza Wojtyla era completamen- ma in realtà questo è il suo modo per esprime- la sua vita quando, sebbene molto anziano e pe- te rapito dalla commozione e segnato dalla tri- re il profondo rispetto che egli nutre per ogni santemente provato dalla sua malattia, Wojtyla stezza di quell’ultimo commiato dalla sua terra. persona, sia essa un presidente o un bambino. ha voluto portare a termine il suo compito di In tale stato d’animo e con lo sguardo fisso fuori Ogni persona è preziosa ai suoi occhi e di fronte pastore della Chiesa fino all’ultimo respiro. Un dal finestrino, il papa non era riuscito a dirle ad ognuna ha una posizione umile e reveren- uomo che si è spinto al limite nella testimonian- alcuna parola e, rimanendo in silenzio, le ave- ziale, a sottolinearne la sua preziosità. Egli si è za, anche a volte oltrepassando il limite, vivendo va preso e stretto la mano quasi a chiederle di sempre concepito “un umile operaio della vigna per qualcosa che andava oltre se stesso. Così ce condividere con lui quel momento per lui così del Signore”. È questa strutturale sua umiltà lo ha descritto Cristiana e di lui ci ha regalato doloroso. Conserva ancora vivo il ricordo della che lo ha portato alla rinuncia al suo pontifica- un ricordo ancora molto vivido nella sua me- grande commozione provata in quei momenti. to, estremamente consapevole del bisogno della moria. Di Benedetto XVI Cristiana ci ha offerto un Chiesa in quel momento storico ma al tempo La sua prima missione è stata al seguito di ritratto molto diverso dell’uomo austero e stesso del limite delle sue forze. Era certo che, Giovanni Paolo II, nel suo ultimo viaggio in severo che i media ci descrivono. Il papa è in se non riusciva più a guidare la Chiesa come Polonia. In quell’occasione il papa, pur molto verità un uomo molto timido, con un grande (continua a pag. 14) 13
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