S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate

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S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
ANNO L - N° 3 - GIUGNO 2018

S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO
Arcivescovo di Milano - 1963/1979
S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                     ANNO L N° 3 - GIUGNO 2018

                                           IN QUESTO NUMERO:

  1   Editoriale del Parroco. Chiesa Parrocchiale - 80° di Consacrazione
  3   All’”Impresa grandiosa” della nuova chiesa parrocchiale. Parte prima - a cura di Danilo Zardin
  4   L’esortazione Apostolica “Amoris Laetita” - a cura di don Massimo Frigerio
  6   Prime Sante Comunioni - AA.VV.
  8   Sante Cresime - AA.VV.
 12   1° Maggio alla Parcol
 13   Un patto con i Rom - a cura della Commissione Caritas
 14   L’ascolto con il cuore - di Pietro Rabbi
 15   Faccio vincere Valentino - a cura del Nucleo Affidi Legnanese
 16   Nord del Camerun, emergenza fame
 17   Lettera dall’Equador - a cura della Commissione Missionaria
 20   Giochi per i più piccoli
 24   Offerte da metà aprile a metà giugno 2018

Redazione: Innocente Campesato, Mascia Capponi, Emanuela Incicco, Giuseppino Pigaiani e i
sacerdoti di Canegrate.
Impaginazione e grafica: Giuseppino Pigaiani
Stampa: Giovanni Incicco
Copertina: Emanuela e Giovanni Incicco.
Diffusione e Abbonamenti: Addetti Buona Stampa.
E-mail: canegrate@chiesadimilano.it
Sito Internet: www.parrocchiacanegrate.it (“Comunità” scaricabile in Pdf)

( … in copertina) S.E. CARD. GIOVANNI COLOMBO
Nasce a Caronno Pertusella, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano, il 6 dicembre 1902.
In giovane età entra nel seminario ginnasiale di San Pietro Martire a Seveso; passa poi al seminario liceale di
Monza, per proseguire gli studi di teologia nella sede del seminario di Corso Venezia a Milano. È ordinato
presbitero il 29 maggio 1926 nella cattedrale di Milano, dal cardinale Eugenio Tosi. Si licenzia in teologia nel 1926,
subito dopo l'ordinazione sacerdotale, e si laurea in lettere nel 1932 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster lo nomina rettore del liceo classico del seminario nella nuova sede di
Venegono Inferiore, nel 1939, e rettore maggiore dei seminari milanesi nel 1953. Il 25 ottobre 1960 papa Giovanni
XXIII lo nomina vescovo ausiliare di Milano; riceve l'ordinazione episcopale il 7 dicembre successivo, nella basilica
di Sant'Ambrogio a Milano, dal cardinale Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI). Fa parte della
commissione preparatoria del Concilio Vaticano II per i seminari e le università degli studi. È padre conciliare,
prima come vescovo ausiliare e poi come arcivescovo. Il 10 agosto 1963 papa Paolo VI lo nomina arcivescovo
metropolita di Milano; diventa suo successore sulla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo. Il 20 ottobre successivo
prende possesso dell'arcidiocesi, nella cattedrale di Milano. Il 22 febbraio 1965 lo stesso pontefice lo crea cardinale.
Terminato il Concilio Vaticano II, al fine di applicarlo indice il 46º sinodo diocesano, che si protrae dal 1966 al
1972. L'arcidiocesi di Milano si può dire ancora oggi caratterizzata dalle decisioni di quel sinodo: conservare, pur
riformandolo, il rito ambrosiano; riorganizzare l'arcidiocesi in zone pastorali e in decanati sopprimendo la
tradizione secolare delle pievi milanesi; istituire il consiglio presbiterale diocesano e il consiglio pastorale
diocesano; proporre all'inizio dell'anno pastorale un programma comune a tutta l'arcidiocesi: di qui le lettere
pastorali promulgate ogni anno l'8 settembre, festa della Natività di Maria, cui è dedicato il duomo di Milano. Sono
entrati nella tradizione anche i suoi discorsi alla città, tenuti la vigilia della solennità di Sant'Ambrogio
nell'omonima basilica. Durante il suo episcopato consacra 157 nuove chiese. Partecipa al conclave dell'agosto 1978
per l'elezione di Giovanni Paolo I e, dopo poco tempo, a quello di ottobre per l'elezione di Giovanni Paolo II. In
quest'ultimo conclave è più volte indicato tra i favoriti all'elezione. Colpito da un ictus nel maggio 1979, il 29
dicembre successivo papa Giovanni Paolo II accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età; gli
succede Carlo Maria Martini. Muore a Milano il 20 maggio 1992, nel seminario di Corso Venezia che aveva fatto
ristrutturare e che aveva preso come propria residenza da pensionato. La salma del cardinale viene
successivamente deposta in una tomba nella navata destra del duomo di Milano, proprio di fronte all'altare
contenente le spoglie del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                          ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

A settembre festeggeremo l’80° di consacrazione della nostra chiesa parrocchiale. Bene, a che cosa
serve una chiesa in un paese?

O                                              ’
C                “             ”                                                     C               ?
Q                         ’E                   D                  ?
                                                                                           dando che il cammino
                                                                                           dell’altro non è identico al
                                                                                           mio. Come nella vita nes-
                                                                                           suno ha il passo esatta-
                                                                                           mente uguale a un altro,
                                                                                           così anche nella fede e
                                                                                           nella missione: si va avan-
                                                                                           ti insieme, senza isolarsi e
                                                                                           senza imporre il proprio
                                                                                           senso di marcia; si va
                                                                                           avanti uniti, come Chiesa,
                                                                                           coi Pastori, con tutti i fra-
                                                                                           telli, senza fughe in avanti
                                                                                           e senza lamentarsi di chi
                                                                                           ha il passo più lento. Sia-
                                                                                           mo pellegrini che, accom-
                                                                                           pagnati dai fratelli, ac-
                                                                                           compagnano altri fratelli,
                                                                                           ed è bene farlo personal-
1. Offriamo qui tre spunti per riflet-   tro di sé.                               mente, con cura e rispetto per il
   tere e capire meglio quello che                                                cammino di ciascuno e senza for-
   facciamo sempre, ma spesso abi-       L'appartenenza                           zare la crescita di nessuno, perché
   tudinariamente, credendo di ave-      è quel vigore che si sente se fai par-   la risposta a Dio matura solo nella
   re già capito tutto.                  te di qualcosa                           libertà autentica e sincera.
   Anzitutto un testo di Giorgio         che in sé travolge ogni egoismo per-
   Gaber, potremmo dire un testo         sonale                                   3. Il terzo spunto viene dall’osser-
   “laico”, ma in realtà ci fa scopri-   con quell'aria più vitale che è dav-        vazione della esperienza comu-
   re che quello che scriverò dopo è     vero contagiosa”                            nitaria della nostra parrocchia,
   “dentro” ogni uomo.                                                               con pregi e difetti. Con sincerità,
   Ogni uomo ha bisogno di “stare”       2. Un secondo testo è di Papa Fran-         serenità, per migliorare, riecheg-
   con gli altri, ha bisogno di             cesco in un discorso pronunciato         giando molto da lontano un testo
   “appartenere” alla società.              il 5 maggio. Leggiamo bene, più          famoso di S. Paolo.
   Ecco alcuni brani di una sua can-        volte, centellinando a poco a            Se fossimo una comunità ben
   zone.                                    poco, frase per frase, per fare un       organizzata, facessimo cose
                                            esame di coscienza.                      grandi, iniziative bellissime e
“L'appartenenza                                                                      ammirate, avessimo strutture
non è lo sforzo di un civile stare       “Andate” è il verbo della missione          belle e accoglienti ma non aves-
insieme                                  e ci dice ancora una cosa: che si           simo la carità….
non è il conforto di un normale vo-      coniuga al plurale. Il Signore non          Se i nostri gruppi/organismi fos-
ler bene                                 dice: “vai tu, poi tu, poi tu…”, ma         sero anche bravi, ma ciascuno
l'appartenenza è avere gli altri den-    “andate”, insieme! Pienamente               andasse per conto suo; non ci
tro di sé.                               missionario non è chi va da solo,           fosse la delicatezza e l’umiltà; se
                                         ma chi cammina insieme. Cammi-              lavorare insieme “con te”, fosse
L'appartenenza                           nare insieme è un’arte da imparare          piuttosto difficile per gli altri,
non è un insieme casuale di persone      sempre, ogni giorno. Bisogna stare          insomma non avessimo la cari-
non è il consenso a un'apparente         attenti, ad esempio, a non dettare il       tà…
aggregazione                             passo agli altri. Occorre piuttosto         Se noi pregassimo, se pregassi-
l'appartenenza è avere gli altri den-    accompagnare e attendere, ricor-            mo con e nel nostro gruppo, ma
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   fossimo invece assenti quando
   c’è la proposta di pregare tutti
   insieme (Messa domenicale, in-
   contri di preghiera proposti dalla
   parrocchia…) allora…

   Se ci ritenessimo persone di fe-
   de, che prega e va a Messa, ma
   appena qualcuno “osasse” cor-
   reggerci, fraternamente o anche
   no, a ragione o anche a torto, noi
   reagissimo bruscamente e pun-
   genti, senza più controllare la
   nostra bocca. Se non riuscissimo
   almeno qualche volta a chiedere
   perdono e a dare perdono, allo-
   ra…

   Se fossimo bravi a fare questo e
   quello e ci aspettassimo che gli
   altri ce lo riconoscano e ci di-
   menticassimo che l’unico Salva-
   tore del mondo ha chiuso la sua
   vita su questa terra con una mor-     me. In particolare l’Eucaristia do-        reggerci e a migliorarci.
   te che da altri è stata vista come    menicale per imparare ad amarci                Un bel “grazie” agli altri….
   una sconfitta, un fallimento,         non di un amore solo umano, ma di              Gli altri mi “servono” molto per-
   obbedendo così più alla nostra        un amore evangelico.                       ché il confronto con loro mi permet-
   superbia che all’amore, allora…                                                  te di arricchirmi e di essere me stes-
                                            Gli altri non sono solo quelli che      so.
   Concludiamo.                          dobbiamo amare, magari sopportan-
                                         doli.                                         Chiudiamo ancora con il Papa,
    Ecco cosa serve, una chiesa, l’e-       Gli altri sono anche quelli che,        nella “Gaudete et exsultate”: Non
dificio-chiesa. Ecco perché noi cele-    pur con i loro difetti, ci aiutano a far   esiste piena identità senza apparte-
briamo dei riti sacramentali che fan-    emergere i nostri difetti, a conoscer-     nenza a un popolo.
no da collante del nostro stare insie-   ci meglio, ci “costringono” a cor-

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    Le strutture e gli edifici religiosi ereditati da
una storia vecchia di secoli anche a Canegrate non
potevano bastare in eterno, soprattutto in una fase
che vedeva una crescita continua della popolazio-
ne e l’ampliamento delle esigenze a cui la parroc-
chia era chiamata a rispondere.
    Giunti al 1929, per prima cosa si riuscì a con-
durre in porto l’antico progetto di costruire una
comoda chiesa per le attività dei due Oratori, dopo
l’interruzione che era stata imposta dalle traversie
della prima Guerra mondiale.
    Tamponato il problema dell’irrobustimento sul
fronte delle attività educative rivolte all’infanzia e
ai giovani, gli sforzi finanziari cominciarono a
puntare in un’altra, e ben più impegnativa, dire-
zione: bisognava intervenire in modo risoluto per
rimediare all’angustia della vecchia chiesa nella
piazza centrale di Canegrate, sempre più inade-
guata per contenere un numero di fedeli lanciato
ormai verso un rapido sviluppo. “La chiesa è pic-
cola. La popolazione aumenta”: è il ritornello ri-
petuto dai parroci del tempo nel Liber chronicus
che registrava i fatti più significativi della vita
pastorale, da un anno all’altro. Canegrate stava
giungendo a sfiorare, allora, i 4000 abitanti. Se-
condo il censimento del 1931 i cittadini residenti
in modo stabile erano 3778. Aggiungendo i resi-
denti temporanei e gli assenti (per servizio milita-
re, lavoro, eccetera), si arrivava alla quota di
3840. La tendenza alla crescita era confermata
anche dai dati relativi al numero delle comunioni
pasquali, registrate con scrupolo nel “Libro croni-
co”: dalle 2380 del 1929 ai arriva a oltre 2500
dopo il 1930 e a più di 2700 nel 1934-35 (le don-
ne risultavano più fedeli al precetto nella misura
di 3 contro 2. Trecento sono gli uomini contati           Il Cardinal Schuster alla cerimonia per la posa della prima
come ‘disertori’ nel 1935). Anche il totale delle         pietra della nuova chiesa parrocchiale (24 agosto 1935)
comunioni annuali era in costante aumento: da
40.500 si giunse a superare le 100.000 nel 1934.                 te a coprire la voce “Pro chiesa nuova” del bilancio par-
    Per far fronte all’aumento dei fedeli in parrocchia in       rocchiale. Dalle 15.000 lire del 1930 si salì a oltre
un primo tempo ci si accontentò di aumentare il numero           43.000 nel 1933, a 54.000 l’anno successivo, a quasi
delle messe celebrate nei giorni festivi. Ma si trattava         67.000 nel 1935. Ma ormai dai preliminari si era passati
solo di un espediente provvisorio. Alla lunga, finì con il       all’avvio della costruzione vera e propria che, per le di-
sembrare inevitabile la non facile scelta di puntare             mensioni della Canegrate di allora, si poteva definire
all’innalzamento di un edificio completamente nuovo e            senz’altro imponente.
ben più capace della vecchia chiesa, che – stretta fra i             Il progetto dell’edificio sacro era stato a suo tempo
cortili del nucleo primitivo dell’abitato – non poteva più       affidato all’ingegner Giovanni Maggi, che ne presentò
essere semplicemente ingrandita con un’aggiunta di di-           una prima versione il 2 febbraio del 1934. Per illustrarla
mensioni veramente soddisfacenti.                                e fare il punto su come procedere furono convocate due
    Il primo passo decisivo fu compiuto il 19 aprile del         adunanze nel salone dell’Oratorio, per gli uomini e per
1930, quando il parroco don Peruzzotti concluse l’acqui-         le donne del paese. Il “numero straordinario degli inter-
sto dalla signora Giustina Gaio in Mozzoni di un appez-          venuti”, commenta il Libro cronico, era il chiaro segnale
zamento di terreno di circa 8.500 metri quadrati, alla           dell’“entusiasmo” generale e della “ferrea volontà di
periferia nord del paese, verso Legnano, tra la ferrovia e       riuscire nell’intento”. La disponibilità era quanto mai
l’Asilo infantile, dove c’era tutto lo spazio per realizzare     aperta, il clima positivo lasciava ben sperare per il futu-
adeguate opere edilizie. Il prezzo era di 110.000 lire e         ro. Ma il progetto di partenza dovette apparire subito
per il momento il parroco non poteva andare oltre il ver-        troppo ambizioso. L’idea era di costruire una chiesa a
samento di una modesta caparra di 15.000. Da quella              croce latina, con navata centrale di 18 metri e due latera-
data, la forte esposizione economica costrinse a molti-          li di 4. L’altare maggiore era immaginato largo 15 metri
plicare i sacrifici per mettere insieme le somme destina-        e dotato di transetto, con due cappelle laterali di 13 me-
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S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                           ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

                                                                                  dalla vicinanza e dal sostegno calo-
                                                                                  roso dell’amato pastore della dioce-
                                                                                  si di Milano. Dal giorno della visita
                                                                                  pastorale del 1934 – annota il libro
                                                                                  delle memorie parrocchiali – fu ini-
                                                                                  ziata una vera crociata per la raccol-
                                                                                  ta necessaria dei fondi”. Quasi tutti
                                                                                  gli operai e le operaie degli stabili-
                                                                                  menti locali si impegnarono a versa-
                                                                                  re “quote personali”. Settimanal-
                                                                                  mente veniva fatta la raccolta delle
                                                                                  uova, destinando il ricavato della
                                                                                  vendita alla cassa della nuova chie-
                                                                                  sa. I contadini versavano una per-
                                                                                  centuale per ogni loro quintale di
                                                                                  frumento. Nei salvadanai distribuiti

Due pagine del registro (fine 1937 e         Valutate per bene le cose,
inizio 1938)                             si optò per la soluzione di co-
                                         minciare con il ridurre le mi-
                                         sure. Per esempio: la navata
                                         centrale poteva scendere a 16
                                         metri, l’altare maggiore a 14,
                                         e così via. Pur di poco ridi-
                                         mensionata, la nuova chiesa
                                         sarebbe stata comunque suffi-
                                         ciente per una popolazione
                                         grande “due volte l’attuale” e
                                         il sontuoso “monumento”,
                                         distinguendosi dagli altri edi-
                                         fici sacri della zona per la sua
                                         grandezza e la modernità del-
                                         lo stile, avrebbe contribuito in
                                         modo decisivo a dare “lustro e
                                         decoro” al paese. Venuto a
                                         Canegrate per la visita pasto-
                                         rale nel corso dell’anno, all’i-
                                         nizio del mese di luglio, l’ar-
                                         civescovo cardinal Schuster
                                         approvò il disegno dell’opera
                                         e incoraggiò “tutta la buona
                                         popolazione” a proseguire
                                         nell’“impresa grandiosa”.
                                             Già l’anno seguente, il 24
                                         agosto 1935, di nuovo alla
                                         presenza del cardinal Schu-
                                         ster, fu tenuta la cerimonia per Registro pro nuova chiesa parrocchiale
Biglietto   di   accompagnamento         la benedizione e la posa della (1930-1942) e varie fatture commerciali
dell’offerta versata dalla Ditta         prima pietra, nel punto in cui
Dell’Acqua di Cerro Maggiore (25         doveva sorgere uno dei piloni della    nelle famiglie i piccoli deponevano i
giugno 1937)                             cupola, con la pergamena comme-        risparmi delle loro “preziose morti-
                                         morativa firmata dalle autorità con-   ficazioni”. Non mancarono poi le
tri. La cupola sovrastante avrebbe       venute. L’indomani mattina, che era    offerte straordinarie, di denaro e
dovuto svettare fino a 60 metri, con     domenica, il parroco celebrò una       oggetti d’oro, da parte di singoli
base quadrata e ripiani ottagonali       messa davanti al “numeroso popolo      benefattori, i tradizionali banchi di
che si concludevano in una “acuta        convenuto”. Dove si sarebbe innal-     beneficenza e “mille altre piccole
cuspide”, reggente la croce. La volta    zato il nuovo tempio della comuni-     iniziative” che, unite a tutte le altre
era prevista a botte, decorata da “un    tà, per ora si vedeva solo una grande  messe in cantiere, “frutta[rono] le
grandioso e unico affresco”. Le co-      croce che dominava il vasto terreno    grosse somme che si richiede[vano]
lonne delle navate le si immaginava      spoglio: era in ogni caso la confer-   alla bisogna”.
ricoperte di “granito lucido”, il bat-   ma del fatto che, dopo tante
tistero esterno alla chiesa. Tra i       “difficoltà superate”, si cominciava-      [Tratto da: Canegrate. Cento
bracci della crociera e l’altare mag-    no a vedere i primi frutti della gene- anni di storia (1889-1966), a cura di
giore avrebbero trovato posto la         rosa mobilitazione collettiva. Lo      Danilo Zardin, Parrocchia S. Maria
sacrestia e la penitenzieria per gli     slancio dei canegratesi si era ingi-   Assunta di Canegrate, 2008, cap.
uomini.                                  gantito sotto lo stimolo che veniva    19, pp. 61-65.]
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S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                                   ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

                                                                                                re alcuni minuti ogni giorno
                                                                                                per stare uniti davanti al Si-
                                                                                                gnore vivo, dirGli le cose
                                                                                                che preoccupano, pregare per
                                                                                                i bisogni famigliari, pregare
                                                                                                per qualcuno che sta attra-
                                                                                                versando un momento diffi-
                                                                                                cile, chiederGli un aiuto per
                                                                                                amare, renderGli grazie per
                                                                                                la vita e le cose buone. Con
                                                                                                parole semplici questo mo-
                                                                                                mento di preghiera può fare
                                                                                                molto bene alla famiglia.
                                                                                                Questa preghiera quotidiana
                                                                                                raggiunge il suo culmine
                                                                                                nella partecipazione comune
                                                                                                all’Eucarestia domenicale.
                                                                                                Dall’Eucarestia si riceve il
                                                                                                nutrimento che dà forza alla
                                                                                                vita quotidiana della fami-
                                                                                                glia.

                                                                                                 S                    ’
Bartolome Esteban Murillo: la sacra famiglia (1650)
                                                                    3. L’impegno della fedeltà caratterizza la spiritualità
   Vivere con impegno e con adeguata conoscenza                        coniugale. L’amore prende le caratteristiche di una
l’amore coniugale di una famiglia cristiana, può far                   realtà che dura nel tempo, per sempre. Ogni mattina,
giungere ad uno stile e a un sentimento che si può de-                 quando mi alzo, rinnovo davanti a Dio questo impe-
scrivere come una propria spiritualità.                                gno. Così come Gesù ha promesso: “Io sono con voi
   Ricordiamo alcune caratteristiche fondamentali di                   tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Solo la grazia
questa spiritualità specifica che si sviluppa nel dinami-              del Signore può garantire questa fedeltà. Il mio amo-
smo delle relazioni della vita famigliare.                             re per il coniuge trova alimento e vive in un giusto
                                                                       riferimento a Dio.
  S
                                                                                   S                           ,
1. La presenza del Signore abita nella famiglia reale e
   concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie, i
   suoi propositi quotidiani.
                                                                    4. L’amore si esprime nella cura che ognuno si prende
   Coloro che hanno desideri spirituali profondi, non
                                                                       dell’altro nella situazione più concreta. Nessuna fa-
   devono sentire che la famiglia li allontana dalla cre-              miglia è una realtà perfetta e confezionata una volta
   scita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso                per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della
   che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unio-
                                                                       propria capacità di amare.
   ne con Dio.
                                                                       Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare.
                                                                       Quello che ci viene promesso è sempre di più, non
                                                                       rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comu-
  U                                              P
                                                                       nione che ci è stata promessa.
2. La preghiera in famiglia è un mezzo privilegiato per
                                                                                                               Don Massimo
   esprimere e rafforzare questa fede. Si possono trova-
                                                                5
S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE       ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

                                                             Le emozioni di
                                                          quando ho preso la
                                                          Comunione sono state
                                                          tante: molta gioia,
                                                          quando sono andata a
                                                          pregare ho sentito il
                                                          Signore vicino a me, è
                                                          stata una sensazione
                                                          bellissima.

                                                                 Maria Vittoria

                                                             Nel giorno della
                                                          mia prima Comunio-
                                                          ne ho provato tanta
                                                          emozione e gioia per-
                                                          ché per la prima volta
                                                          incontravo Gesù da
                                                          vicino.

                                                                       Lorenzo

   Il mio cuore si
riempito di gioia e
amore e mi sono
sentita più vicina a
Dio.

               Sara

   Emozione! Gesù
è ancora più vicino a
me.
             Aurora

Durante la prima
Comunione mi sono
sentito Gesù vicino.

              Fabio

                                                     6
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                                                                                               Alla Comunione
                                                                                            mi sono sentito en-
                                                                                            tusiasta, felice per-
                                                                                            ché Gesù era entra-
                                                                                            to nel mio cuore.

                                                                                                          Alessia

                                                                                                Emozione       di
                                                                                            prendere l’Eucari-
                                                                                            stia, felicità, gioia
                                                                                            di essere andato
                                                                                            vicino all’Altare e
                                                                                            al Tabernacolo.

                                                                                                         Rosario

Ero felice ed emozio-
nata, sentivo Gesù
vicino a me.

             Letizia

                                                     della prima Santa           Ancora qualche spinta e poi… e
                                                     Comunione. Prima        poi, quei visi raggianti diventano
                                                     di entrare in chiesa    assorti. Tutti in fila mani giunte en-
                                                     si sono trovati in      triamo in chiesa accolti dal canto.
                                                     OMI con le loro         L’emozione diventa palpabile…
                                                     tuniche bianche, i      piano piano si arriva davanti alla
                                                     visi sorridenti, i      mensa e ognuno si siede al proprio
                                                     piedi che scalciano     posto e inizia la Festa del primo
                                                     e la voglia di ridere   incontro con l’amico Gesù.
                                                     e giocare di sempre.        Auguriamo a tutti voi bambini di
                                                     Poi arriva il mo-       rinnovare ogni domenica questa
                                                     mento di mettersi in    Festa dell’incontro con Gesù e che
                                                     fila. Si inizia…        possiate sempre provare la stessa
                                                     dobbiamo andare in      emozione e gioia della prima volta.

  Il     cammino alla preparazio-
         ne ai Sacramenti ci porta
ancora una volta alla celebrazione
                                     chiesa. I chierichetti e i sacerdoti
                                     sono arrivati e anche per noi cate-
                                     chiste l’emozione si fa forte.
                                                                                                  Le Catechiste

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S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                                     ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

   A     nche noi c’eravamo, Canegrate e San Giorgio presenti in ben 616 ad attendere sugli spalti il nostro Arcivescovo:
         ragazzi, genitori, padrini, madrine, catechiste, suore e don Andrea. Per questa grande festa a base di musica,
canti, preghiera, Parola di Dio animata da oltre 1.000 figuranti con coreografia sul tema “Vedrai che bello!” file rouge
dell’anno oratoriano. A tutti noi l’Arcivescovo Delpini ha spiegato come costruire, “Per grazia di Dio, la città felice”.

STRALCI DEL DISCORSO DELL’ARCIVESCOVO                                 parlare rispondendo alle parole di Gesù, ad abitare il
                                                                      silenzio per entrare nella città felice, perché lo Spirito di
[…] «Costruiamo insieme la città felice dove si vede la luce di       Dio è la luce amica che insegna a guardare la vita con lo
Gesù, si sente e si risponde alla sua Parola» […]                     sguardo di Gesù». […]

[…] «Gli occhi chiusi, le orecchie tappate, la bocca si-              […] L’ultima parola è del «famoso poeta contempora-
gillata. Ascolta, prega, rivolgi uno sguardo buono anche              neo Delpini» (così si autodefinisce) che recita una sua
a quelli che non vogliono sentire. Così costruiremo la                composizione a completamento del noto detto popolare:
città felice». […]                                                    “Casa mia, casa mia \Con lo Spirito per via\ Se anche
                                                                      adesso vado via\ Tutto il mondo è casa mia”. […]
[…] «noi che vogliamo abitare nella città felice voglia-
mo essere come coloro che sentono il bene, imparano a                 Grazie Arcivescovo Mario!!!

                                                                                           stra destinazione.
                                                                                               Arrivati aspettammo sotto il sole
                                                                                           cocente per quasi un'ora e poi, con
                                                                                           la felicità di tutti, entrammo allo
                                                                                           stadio.
                                                                                               Alle 17.00 ecco arrivare sua emi-
                                                                                           nenza Monsignor Mario Delpini
                                                                                           arcivescovo di Milano.
                                                                                               Eravamo tutti agitati ed eccitati
                                                                                           per l'evento a cui abbiamo potuto
                                                                                           assistere noi ragazzi, padrini, madri-
                                                                                           ne, genitori, catechiste, sacerdoti e
                                                                                           suore, perché era la prima volta che
                                                                                           Mons. Mario Delpini entrava nello
                                                                                           stadio di San Siro come vescovo
                                                                                           della Diocesi di Milano!
                                                                                               L’incontro si è svolto in
                                                                                           "momenti" e alla fine di ognuno, dei
                                                                                           ragazzi vestiti di bianco creavano
                                                                                           delle figure con dei mattoncini che
                                                                                           avevano in testa. Eravamo divisi in
                                                                                           settori di vari colori, noi eravamo
                                                                                           azzurri, altri erano verdi, rosa e così
                                                                                           via, e i mattoncini erano dello stesso
                                                                                           colore dei settori, a parte quelli
                                                                                           bianchi, e quando si mischiavano
                                                                                           sembrava che tutti i paesi del mon-
                                                                                           do si stessero unendo, come una
                                                                                           vera comunità!
                                                                                               Alcune delle figure create erano:
                                                                                           il Duomo, perché Milano è stata
                                                                                           costruita intorno a esso, come spie-

   S    abato 26 maggio 2018, insie-
        me a tutti i cresimandi e i
cresimati della Diocesi ci siamo
                                            tenza ci siamo ritrovati tutti in ora-
                                            torio San Luigi per ritirare il pass
                                            che ci avrebbe permesso l'entrata
                                                                                           gato da Sua Eminenza, la colomba,
                                                                                           perché è simbolo di pace, il cuore,
                                                                                           per l'amore di Dio nei nostri riguar-
trovati allo stadio di San Siro per         nell'enorme stadio.                            di e così via...
incontrare il nostro l'arcivescovo              Prendemmo il treno a gruppi, io                Forse questo è stato il momento
Monsignor Mario Delpini.                    ero con i miei amici Giuseppe, Sara            più emozionante dell’incontro!
   Chi voleva poteva andarci in             e Alessia.                                         Alla fine del "settimo momento"
auto, gli altri, invece, potevano               Scesi dal treno prendemmo la               si è conclusa la celebrazione e sia-
prendere il treno. Prima della par-         metro che ci condusse fino alla no-            mo tornati tutti a casa con il bellissi-
                                                                  8
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                         ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

mo incontro nel cuore.
    È stato veramente fan-
tastico e spero, come spe-
reranno anche tutti gli
altri, di rivivere questa
esperienza con un altro
“ruolo” perché è stata
davvero meravigliosa!!!

                    Loris

   C     resima 2018.
         Sabato 2 giugno 2018 sia-
mo andati all’oratorio di san
                                         mo pronti per la celebrazione!
                                             Infatti, il giorno dopo, domeni-
                                         ca 3 giugno, quello della Santa
                                                                                     È stata una cerimonia emozio-
                                                                                 nante, e, al termine di essa, ognu-
                                                                                 no di noi è andato a festeggiare
Giorgio a vivere il ritiro in prepa-     Cresima, dopo aver pregato insie-       con la propria famiglia, consape-
razione alla Santa Cresima!              me in oratorio, siamo andati in         vole di avere una ricchezza in più
    Abbiamo cantato, riflettuto e        processione in chiesa.                  nel suo cuore, pronti ad amare e
chiarito le idee sui sette doni dello        Abbiamo seguito tutta la mes-       ad essere amati come ha detto il
Spirito Santo: Sapienza, Intellet-       sa, celebrata dal nostro Arcive-        nostro Arcivescovo Mario Delpi-
to, Fortezza, Pietà, Timor di Dio,       scovo Mario Delpini, con ansia; e       ni!
Consiglio e Scienza, leggendo un         subito dopo l’omelia, siamo anda-
brano in conclusione del cammino         ti, uno alla volta, con i nostri pa-                             Giulia P.
dei 100 giorni.                          drini/madrine, davanti a lui, per
    Alla fine della giornata erava-      ricevere il Crisma sulla fronte!

                                                                                 Santo. San Paolo dice che frutto
                                                                                 dello Spirito è la gioia.
                                                                                     Il sigillo dello Spirito Santo ri-
                                                                                 mane per sempre!
                                                                                     Tu sei amato, tu sei amata. Lo
                                                                                 Spirito Santo è con te e se tu lo
                                                                                 ascolti ti dà questa certezza. Uno
                                                                                 dice “io sono cattivo, sono dispetto-
                                                                                 so, sono inaffidabile, sono un per-
                                                                                 dente, come fa Dio ad amarmi?”,
                                                                                 Dio ti ama lo stesso, Dio si ricorda
                                                                                 sempre di te. Un altro dice:
                                                                                 “Possibile, io lo rifiuto, io sono ar-
                                                                                 rabbiato con Dio”, ma Dio non è
                                                                                 arrabbiato con te, Dio sempre ti
                                                                                 ama, se tu lo ascolti ti ama dovun-
                                                                                 que tu vai.
                                                                                     Qualcuno dice per essere felice
                                                                                 basta la salute, un po’ di benessere,
                                                                                 accontentarsi di come vanno le co-
                                                                                 se, un po’ di piacere, un po’ di pote-
                                                                                 re”. Invece per essere felici deve
                                                                                 centrare anche Dio.
   ….. I ragazzi della vostra età        come si fa?”.                               La Ferrari è la macchina più bel-
sono inquieti, si fanno tante doman-        Io sono venuto qui per rivelarvi     la del mondo, ma se rimane chiusa
de, hanno tante paure, sono nervosi.     la ricetta di Dio per essere felici.    in un cortile non può dimostrare le
Si chiedono: “Io vorrei essere felice:   Essere felici è il dono dello Spirito   sue potenzialità. Deve uscire e
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sfrecciare in autostrada. Voi siete        impiegare le tue forze, studiare, cu-       È l’augurio più bello che anche
una macchina potentissima, ma              rare il carattere, imparare a voler     noi catechiste vi facciamo!
qualcuno dice che la vita si svolge        bene agli altri, usare bene il tuo          Un grande abbraccio a tutti voi
tutta nel cortile, non c’è più la stra-    tempo, perché tu devi raggiungere       da:
da, la vita, il futuro. Forse è per que-   una meta, concentrare le tue forze          Agnese, Anna, Annalisa, Elena,
sto che i ragazzi sono così distratti,     per realizzare questa straordinaria     Jole, Leonella, Monia
demotivati, dispersivi.                    vocazione ad amare. E’ il dono del-
    Io sono venuto a invocare lo Spi-      lo Spirito Santo che dentro di voi vi      NB - Vi ricordiamo che il cam-
rito santo per dirvi che la strada c’è,    dà questa certezza.                     mino prosegue e riprenderà a ot-
la vita c’è, il futuro c’è. Tu hai una        “TU SEI AMATO. TU SEI CA-            tobre: don Andrea, le suore, gli
vocazione da realizzare, tu sei chia-      PACE DI AMARE, CHIAMATO
mato ad amare è perciò che devi            AD AMARE, SIATE FELICI”.                animatori vi aspettano tutti.

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   I   ntorno al primo maggio l’am-
       ministrazione comunale e al-
cune associazioni canegratesi da
molti anni organizzano una rassegna
dedicata al lavoro. Il tentativo è
quello di “recuperare” e riconoscere
insieme il senso di questa primaria
attività umana, fonte di dignità,
creatività, inclusione (e naturalmen-
te anche di reddito).
    La progressiva perdita di centra-
lità del lavoro e del suo valore so-
ciale sembra inesorabile da alcuni
decenni eppure senza di esso non si
vive e non si “contribuisce alla crea-
zione” - come insegna la Dottrina
Sociale Cristiana. Per questo occor-
re non rassegnarsi e tentare di ren-
derlo nuovamente protagonista della
vita di ciascuno e della comunità nel
suo complesso, consapevoli delle
trasformazioni del sistema produtti-
vo ma sempre certi che l’economia
e la finanza devono servire al pieno     impiegati e dirigenti).                   America ed Europa, ha già una sede
sviluppo della persona umana (e              In questo contesto abbiamo sem-       associata a pochi chilometri da Ca-
non viceversa). Questo è stato anche     plicemente pensato che stringerci a       negrate, a Rho.
il messaggio centrale della quaran-      loro e pregare insieme non avrebbe            L’augurio è che questa storica
tottesima edizione delle Settimane       potuto che fare bene.                     fabbrica canegratese, che ha sempre
Sociali dei Cattolici - svoltasi a Ca-       Il celebrante è stato un ispirato     avuto ottime relazioni sindacali e
gliari lo scorso autunno (alla quale     monsignor Luca Bressan, Vicario           una forte attenzione a quello che
ho avuto l’onore di partecipare co-      per la Vita Sociale dell'Arcidiocesi      oggi chiamiamo welfare aziendale,
me delegato dell’arcidiocesi di Mi-      di Milano, (mentre il nostro don          possa continuare il suo cammino e a
lano).                                   Gino ha sapientemente concelebra-         essere una sorta di “bene comune”
    Per la ricorrenza del primo mag-     to), il coro diretto da Silvano Bia-      per la nostra cittadina.
gio, proprio nella giornata che vuole    giotti e il solista dei Numantini han-        Personalmente esprimo una
fare memoria dei gravi incidenti         no accompagnato col canto della           grande gratitudine a tutti coloro che
accaduti nei primi giorni del quinto     tradizione popolare operaia i mo-         hanno contribuito a realizzare que-
mese dell’anno del 1886 a Chicago        menti più salienti e coloro (credenti     sto piccolo ma significativo gesto
e conosciuti come rivolta di Hay-        e non) che hanno voluto significare       simbolico e in cuor mio so che non
market, abbiamo pensato, ACLI,           la propria vicinanza e la propria so-     dimenticherò questo primo maggio
Comune e Parrocchia la Direzione e       lidarietà ai lavoratori e alle loro fa-   sobrio, vero e di autentica solidarie-
le RSU) di proporre la celebrazione      miglie sono stati al di sopra delle       tà.
della santa messa, al posto della        aspettative. Segno che il coraggio di                          Paolo Petracca
tradizionale collocazione nella          prendere l’iniziativa - facendo delle                        (ACLI Canegrate)
Chiesa Antica, dentro i cancelli del-    cose un tempo considerate normali
la PARCOL (azienda leader nella          ed oggi fuori moda o controcorrente
produzione di valvole di precisione      – paga ed è ancora capace di trovare
e di grande complessità, con fortis-     il giusto consenso della comunità.
sima vocazione all’export). Questa           Mentre scrivo la PARCOL è sta-
impresa è stata per molti decenni un     ta acquistata dalla multinazionale
punto di riferimento certo del nostro    del Sol Levante, KOSO, martedì 15
territorio, anche negli anni della       maggio. Clausola dell'acquisto era il
crisi, e ha molte commesse... ma è       mantenimento degli attuali livelli
stata “messa in ginocchio” da un         occupazionali. I 150 dipendenti,
pesante indebitamento e, di conse-       quindi, sono tornati a tirare un respi-
guenza, negli scorsi mesi è stata        ro di sollievo dopo mesi di incertez-
posta in vendita con grandissima         za verso il loro futuro.
preoccupazione (e notevoli disagi            KOSO Ltd, azienda specializzata
economici) dei lavoratori (operai,       in valvole, oltre a sedi in Asia,

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   Per          evitare gli sgomberi, i
               rom hanno imparato a
nascondersi. Abbandonati i grandi
                                           non ha mai subito l’intervento della
                                           forza pubblica nei tre anni di indagi-
                                           ne (2015/2017).
                                                                                     (condizione imprescindibile) e l’in-
                                                                                     serimento nella politiche per la casa:
                                                                                     alloggi veri e non container, campi
campi, si sono distribuiti sul territo-                                              di transito e così via, in nome di una
rio, occupando le aree marginali. Li           Che l’invisibilità per queste per-    presunta diversità che non c’è e fini-
si trova sotto i ponti, lungo le auto-     sone non sia più una condizione           sce solo per ghettizzarli. Rispetto
strade, sulle alzaie dei navigli, ac-      involontaria, subita, ma una scelta       delle regole e solidarietà: le due co-
canto ai binari della ferrovia, ai bor-    consapevole dovrebbe metterci a           se vanno insieme. Per esempio, nes-
di di un campo agricolo, accanto a         disagio. Lontano dagli occhi non          suna corsia preferenziale nell’acces-
una discarica. Si riuniscono in pic-       può volere dire lontano dal cuore e       so alle graduatorie degli alloggi di
coli gruppi di 15 massimo 30 perso-        dalla nostra capacità di capire e di      edilizia residenziale pubblica. Ma
ne, appartenenti alla stessa famiglia      comprendere. Far perdere le tracce        nemmeno discriminazione. Come
o a famiglie imparentate tra loro. In      non può essere una soluzione per          per altre categorie di persone svan-
un paziente lavoro di indagine l’uni-      loro. Tanto meno può esserla per          taggiate, dovremmo allora partire
tà mobile di Caritas Ambrosiana ne         noi. La luce che abbiamo acceso su        dal bisogno che esprimono, prima
ha contati 2.700 suddivisi in 134          queste situazioni così drammatiche        che da quello che presumiamo che
insediamenti. Le condizioni in cui         deve aiutarci a trovare delle risposte    siano. Prima o dopo non in base
vivono sono ben al di sotto di ogni        convincenti. Dobbiamo allora capire       all’etnia, alla religione, alle proprie
livello di decenza umana. Non han-         chi sono i rom che vivono negli in-       convinzioni. Ma in base alle neces-
no acqua né luce. Quando piove,            sediamenti spontanei di Milano.           sità. Come vuole non il Vangelo ma
finiscono in mezzo al fango tra i          Prima di tutto, la ricerca di dice        più modestamente la carta dei nostri
topi. E devono pregare il Signore          quello che non sono. Non sono no-         diritti: la Costituzione.
che il vento non si porti via il telo di   madi. Per la stragrande maggioranza
cellophane che gli fa da tetto. O il       hanno cittadinanza rumena, da ge-             Come Caritas parrocchiali, alla
fiume non esondi. Gli autori della         nerazioni hanno smesso la pratica         luce di queste riflessioni, prendia-
ricerca, Patrizia Farina e Riccardo        del nomadismo nel loro paese e co-        moci allora l’impegno di approfon-
Pirovano dell’Università Bicocca           me i loro concittadini vengono in         dire la conoscenza delle persone
che hanno rielaborato i dati raccolti      Italia per migliorare le proprie con-     rom con le quali entriamo in contat-
dai nostri operatori, hanno definito       dizioni di vita. Vivono di elemosina      to, così come il contesto più ampio
la polverizzazione dei campi «una          (attività prevalente fra le donne) e di   nel quale vivono. Informarsi e ap-
strategia di sopravvivenza», adottata      attività informali e a volte illegali     profondire chi sono i rom è la prima
dagli stessi rom. Poiché i grossi ac-      (commercio del ferro, vendita di          cosa da fare per mettere in discus-
campamenti suscitano allarme so-           vestiti, addetti nelle imprese di puli-   sione i pregiudizi, ridurre gli stereo-
ciale, meglio dividersi, disperdersi,      zia). Qualche volta di piccola crimi-     tipie per riconoscere in loro la di-
nella speranza di non dare troppo          nalità.                                   gnità di qualsiasi altra persona.
nell’occhio ed essere lasciati in pa-
ce. Non a caso, sottolineano i ricer-         Se le cose stanno così, con loro          Luciano Gualzetti
catori, il 50% degli insediamenti più      va ristabilito un patto che sia fonda-       Direttore di Caritas Ambrosiana
piccoli (con meno di 15 persone)           to sull’emersione dall’illegalità
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COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                             ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

   Lo          scorso 22 aprile, io ed
               Elena, con altre cinque
coppie della parrocchia di Canegra-
                                          solo quello che sta dicendo o cer-
                                          chiamo di capire con il cuore quello
                                          che realmente l’altra persona vuole
                                                                                    diamo conto che stiamo attuando un
                                                                                    cattivo ascolto, sappiamo che pos-
                                                                                    siamo finalmente porvi rimedio.
te ci siamo ritrovati a Castelletto di    dirmi?                                        Ma si ascolta con il cuore anche
Cuggiono presso la casa del decana-           Ascoltare con il cuore, non so        la Parola di Dio. Così nella seconda
to “La Scala di Giacobbe”, per ri-        quanti di noi avevano mai pensato a       parte della giornata, con l’aiuto di
flettere sulla vita insieme come per-     questo modo per prestare attenzione       don Gino, abbiamo riflettuto su co-
sone e insieme come coppie cristia-       nella coppia. Significa andare al di      me viene intesa la Parola di Dio in
ne. L’incontro aveva come tema :          là dei sentimenti che stiamo provan-      coppia. Ci ha guidato la Parabola
l’Ascolto nella coppia.                   do in quel momento, significa cer-        del Buon Seminatore nel Vangelo di
    Siamo stati guidati da “una cop-      care di capire chi siamo, e quali so-     Luca (8,4-15).
pia esperta” (come dice don Gino),        no i nostri sentimenti, desideri e            Come prima cosa dobbiamo fare
una coppia con qualche anno in più,       preoccupazioni, capire quello che         spazio nel nostro cuore e fare silen-
ma con tanta voglia di mettersi in        stiamo provando in quel momento           zio dentro di noi. Perché in questo
gioco e di comunicare la loro voglia      della vita, e cercare di accoglierli      frastuono, affaccendati e distratti
di stare insieme dopo tanti anni di       dentro, senza farli scivolare via.        come siamo, forse anche Dio fa fati-
matrimonio. Infatti Giuseppe e Lo-            E come possiamo ascoltare con il      ca a farsi udire. Sentiamo ma non
redana provengono da esperienze           cuore, nella quotidianità, nelle diffi-   ascoltiamo veramente.
vissute       con        l’associazione   coltà, con i figli, con le incombenze         Proprio come nella coppia: a
“Incontro Matrimoniale” caratteriz-       di tutti i giorni? Semplicemente          volte sentiamo, ma non ascoltiamo.
zati da uno stile molto semplice, e       confidandoci, non lasciare mai spa-           È stata una bella iniziativa che la
trasmettono quanto è bello sapersi        zio alle banalità: quello che l’altro     Commissione Famiglia della Par-
raccontare, anche dopo diversi anni       sta dicendo in quel momento non è         rocchia di Canegrate propone tutti
di matrimonio, la felicità di stare       una cosa inutile, ma deve essere per      gli anni in primavera, di solito nel
insieme. Del resto avevamo già po-        noi importantissima, e dobbiamo           mese di aprile. Un incontro propo-
tuto toccare con mano la loro natu-       assolutamente fargli capire quanto        sto a tutti i coniugi della Comunità
ralità in occasione della Festa della     siamo interessati a quello che l’altro    al quale partecipano diverse coppie,
Famiglia di fine gennaio, durante il      mi sta dicendo. Giuseppe e Loreda-        anche se questa volta per tanti moti-
momento di preghiera del venerdì.         na in merito hanno portato diversi        vi le coppie non sono state numero-
    Il modo migliore per raccontare       esempi, realmente vissuti, dal pro-       se.
questo stare insieme, è portare la        blema del lavoro al problema dei              Non è facile parlare di noi stessi,
propria esperienza di vita quotidia-      figli che diventavano grandi. Con         non è facile riflettere di cose così
na, con i figli, il lavoro, ma soprat-    semplicità hanno imparato a cono-         intime singolarmente e poi in cop-
tutto con le attenzioni verso la per-     scersi a non tralasciare niente: han-     pia. A volte si ha l’impressione che
sona che ci sta accanto, portandole       no imparato ad ascoltarsi con il cuo-     parlare di noi è un po’ come violare
rispetto, e soprattutto ascoltandola      re.                                       una certa intimità: perché dovrem-
con il cuore.                                 Ma non è certo un percorso faci-      mo raccontarci le nostre cose, così
    …“Amarsi, volersi bene, signifi-      le. Richiede attenzione, mai superfi-     personali?
ca anzitutto rispettarsi.                 cialità, anche quando siamo stanchi           Però, piano piano, ci si accorge
    L'ascolto vero fa parte di questo     e a volte …. non abbiamo proprio          che anche altre coppie tentano di
rispetto verso l'altro.                   voglia di ascoltarci.                     fare un cammino e ci rendiamo con-
    Esso è la chiave della comunica-          “…Il modo con cui si ascolta il       to che non siamo soli. Senza troppe
zione.                                    proprio coniuge è simile al modo in       pretese, ci si ritrova a parlare di noi
    Con l'ascolto noi ci veniamo in-      cui si ascoltano gli altri e anche Dio.   come coppie cristiane, a pregare, e
contro l'un l'altro e approfondiamo       Quando ascoltiamo il nostro coniu-        certamente, senza dover “mettere in
la nostra relazione” …                    ge con il cuore, ossia con un atteg-      piazza” i propri sentimenti. Ma il
                                          giamento di fondo che vuole apertu-       vero scopo è quello di riuscire a far
    Questa è stata la premessa della      ra, silenzio, vuoto dentro di noi,        parlare due persone che stanno in-
giornata; poi, a poco a poco, ci sia-     siamo più capaci di ascoltare gli         sieme, in coppia : a volte bisogna
mo lasciati prendere dalla loro sem-      altri e di ascoltare Dio. Questo è un     fermarsi un po’, e riscoprire quanto
plicità mai banale, anzi attenta alla     cammino che non termina mai, è il         è bello stare in due. E poi, ci sono
quotidianità e alle difficoltà ovvie,     cammino di una vita, fatta di alti e      altre coppie in cammino insieme a
ma senza perdere di vista l’attenzio-     bassi. Ogni tanto torniamo al nostro      noi, che vogliono percorrere la stes-
ne che bisogna avere l’un l’altro.        cattivo ascolto, ma ne siamo più          sa strada.
    Ci ha fatto molto riflettere una      consapevoli …” (tratto dall’incontro
domanda sibillina: ci ascoltiamo          a Castelletto)                                                     Pietro
veramente l’un l’altra? Sentiamo              Si è proprio così, se ora ci ren-               (Commissione Famiglia)

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COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                            ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

   P     ietro racconta…
         “Mi piace tanto giocare con
le moto e oggi le ho fatte andare
                                          dentro una cosa
                                          rosso scuro, ma non
                                          è la Coca Cola,
proprio tanto, da finire la benzina.      quella l’ho provata
All’inizio ho costruito una pista,        e ha anche le bolli-
con la partenza, le curve, l’arrivo e     cine. Queste sono
tutto quanto. C’era anche quella          diverse e sono pro-
bandiera a quadretti, come quella         prio puzzolenti.
che si vede in TV quando Flavio               La mamma non
guarda le corse delle moto, mi pare       si alza dal divano,
che si chiami Moto GP, o qualcosa         provo a vedere cosa
del genere. Allora io ho messo in         c’è in frigo. Wow! La mela! Bene, la     scorso nella famiglia affidataria che
gara tutti i più forti, Marquez, Pe-      mela è una cosa buona, ce lo dice        l'ha accolto sarà servito a lui, per
drosa, Lorenzo, Valentino…e li ho         sempre anche la maestra Laura, per       poter sperimentare l'affetto e il calo-
fatti correre. Certo le mie moto non      farcela mangiare. Spero che domani       re che solo una famiglia sa dare, e
sono proprio come quelle in TV, ma        arrivi Flavio, così mi porta all’asi-    sarà servito alla mamma, che avrà
a me piacciono lo stesso.                 lo.                                      potuto impegnarsi nel ritrovare le
    Solo che oggi mi sono un po’              Se no gioco ancora con le mie        forze e rimettersi in piedi senza la
stufato. È da quando mi sono sve-         moto, magari domani faccio vincere       preoccupazione di aver abbandonato
gliato che gioco con queste tre moto      Valentino!”                              il proprio bambino.
e mi è venuta un po’ di fame. Mi                                                       Nel territorio legnanese ci sono
ricordo di aver fatto colazione ma            La giornata di Pietro è la giorna-   già alcune famiglie affidatarie di-
non il pranzo forse è per questo che      ta tipica di tanti bambini che vivono    sposte ad accogliere i bambini come
il mio pancino brontola. Fuori è già      in famiglie problematiche. La mam-       Pietro, che temporaneamente si
buio, tra poco sarà ora di andare a       ma di Pietro si dimostra incapace di     prendono cura di loro per il tempo
letto ma io vorrei prima mangiare         provvedere ai bisogni fondamentali       necessario alla famiglia di origine
qualcosa.                                 del figlio, come nutrirsi e lavarsi, e   del bambino per risolvere i propri
    A volte vorrei essere all’asilo, lì   probabilmente avrà delle difficoltà      problemi.
si mangia tante volte, c’è il primo e     anche nel provvedere ai bisogni              Essere una famiglia affidataria è
poi anche il secondo e le maestre mi      emotivi e affettivi del piccolo. È       possibile; l’affido è un'esperienza
dicono che sono bravo perché fini-        così che va vista questa situazione      che permette di costruire nuovi le-
sco sempre tutto. Invece Marco la-        familiare: una mamma sola e in dif-      gami, che coinvolge e arricchisce
scia sempre la pasta nel piatto e io      ficoltà, con grossi problemi di di-      sia la propria famiglia sia quella del
non capisco perché. Marco non mi          pendenza da alcol e un compagno di       minore che viene accolto.
piace, perché tante volte mi prende       bevute che qualche volta si ricorda          Nel Legnanese è il Servizio Affi-
in giro, dice che puzzo di pipì. Poi      di portare il bambino all'asilo.         di, gestito dall’Azienda So.Le, che si
gli altri bambini ridono e tutti mi           Che cosa si può fare per questa      occupa di conoscere le famiglie affi-
scherzano. Le maestre però mi di-         famiglia? Quali aiuti possono offrire    datarie, di raccogliere le richieste
fendono sempre e qualche volta mi         i servizi sociali e quali possiamo       dei bambini in difficoltà e di effet-
fanno un bagnetto. Sono proprio           offrire noi cittadini? Certamente        tuare quindi l'abbinamento tra la
fortunato, perché gli altri bambini       questa mamma avrà bisogno di un          famiglia affidataria e il minore, te-
non lo possono fare il bagnetto, io       trattamento medico specializzato         nendo conto delle esigenze di en-
sì, si vede che io sono più bravo…        per disintossicarsi e dovrà intrapren-   trambi.
    Quasi quasi provo a svegliare la      dere un percorso di terapia idoneo a         In questo percorso la famiglia
mamma, dorme sul divano da tanto          superare o rafforzare le sue attuali     affidataria non è lasciata sola ma
tempo e io ho proprio fame.               fragilità.                               viene sostenuta durante tutta la du-
    «Maaaaammaaaaaa!».           Uffa,        Ma dove starà Pietro mentre la       rata dell’accoglienza dagli operatori
non risponde, lei fa sempre così si       mamma sarà lontana? Esistono va-         del Servizio.
rigira sul divano e dice: «Pietro,        rie possibilità, ma considerata l’età
non fare casino, non vedi che ho          del bambino probabilmente la solu-          È possibile avere maggiori infor-
mal di testa!!».                          zione migliore sarebbe quella di         mazioni sull'affido familiare telefo-
    Io non so bene cos’è questo mal       permettergli di vivere per un po' di     nando al numero: 334-8083016 op-
di testa, ma la mamma ce l’ha sem-        tempo in una famiglia affidataria        pure inviando una mail a affi-
pre. Mi sa che anche lei stasera non      che lo accolga, lo accudisca e lo        di@ascsole.it
mangia. Però almeno può bere, per-        educhi, mentre la mamma si fa aiu-
ché sul tavolino ci sono tante botti-     tare.
glie vuote e un bicchiere ancora              E quando la mamma starà me-                A cura del Nucleo affidi del
pieno, ma non sono le bottiglie           glio? Allora Pietro potrà gradual-            Legnanese, su richiesta della
dell’acqua, io quelle le conosco.         mente rientrare a casa per vivere di             Commissione Famiglia
Queste hanno un odore strano, c’è         nuovo con lei. Ma il periodo tra-                   della Parrocchia
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COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                            ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

C    arissimi amici
     La cara Africa, insieme a tante realtà belle e gioiose, ha anche tante povertà e sofferenze. In questi mesi i
nostri missionari in Nord Camerun, già a dura prova e rischio per le attività terroristiche del gruppo islamista di
Boko Haram, stanno mandando appelli per la grave siccità e fame che sta colpendo oltre 3 milioni di persone.
Non posso, non possiamo rimanere indifferenti a tanta sofferenze. Per questo motivo il PIME ha lanciato una
campagna di solidarietà, come meglio potete leggere qui sotto. Grazie di cuore a chi ha già risposto e a chi lo farà.
Con amicizia e riconoscenza, P. Davide Sciocco

   N   onostante l’allarme lanciato negli scorsi mesi, nell’Estremo
       Nord del Camerun circa tre milioni di persone stanno sof-
frendo la fame. L’impegno dei missionari per far fronte all’emer-
                                                                                   per far fronte a eventuali malattie.
                                                                                   Nella situazione attuale, tantissime
                                                                                   famiglie hanno raccolto chi un sac-
genza. E il Pime lancia un progetto di emergenza per sostenere la                  co o due, chi addirittura mezzo sac-
popolazione attraverso P. Davide.                                                  co di miglio. La situazione è dram-
                                                                                   matica. Anche al mercato i prodotti
                                                                                   di prima necessità scarseggiano e i
                                                                                   prezzi sono saliti alle stelle. Ci tro-
                                                                                   viamo di fronte a una situazione di
                                                                                   grave emergenza – ribadisce il mis-
                                                                                   sionario -. Famiglie intere non han-
                                                                                   no più niente da mangiare perché i
                                                                                   raccolti, nella migliore delle ipotesi,
                                                                                   sono stati scarsi, e in molti casi
                                                                                   completamente inesistenti».
                                                                                       «Non ho mai visto una cosa del
                                                                                   genere!» conferma Bouba, che lavo-
                                                                                   ra da molto tempo con i missionari
                                                                                   del Pime a Yagoua, a circa 150 chi-
                                                                                   lometri di distanza, lungo la frontie-
                                                                                   ra con il Ciad. Lui stesso non ha
                                                                                   dubbi: «In vita mia, non ha mai vi-
                                                                                   sto così tanta gente soffrire la fame.
                                                                                   Molti di quelli che conosco ormai
                                                                                   mangiano solo una volta al giorno.
                                                                                   E solo miglio. Sono appena tornato

     «In         28 anni di Camerun,
                 non ho mai visto
niente del genere!». Padre Danilo
                                          drammatici che altrove ormai da
                                          diversi anni: a complicare le cose,
                                          nell’Estremo Nord del Camerun, si
                                                                                   dal funerale di una parente. Al vil-
                                                                                   laggio non hanno più nulla. Normal-
                                                                                   mente, una famiglia consuma un
Fenaroli non è persona di molte pa-       aggiunge anche la crisi provocata da     sacco di miglio al mese. Io ho cin-
role. Certamente non è di quelle che      Boko Haram. Il gruppo terroristico       que figlie e se abbiamo anche un
tendono a enfatizzare cose di poco        nigeriano, infatti, continua a render-   po’ di tuberi riusciamo ad andare
conto. Se lancia un allarme, allora       si protagonista di attacchi al di là e   avanti un po’ più a lungo. Ma se
significa che la situazione è davvero     al di qua della frontiera. Il che ha     abbiamo solo miglio, non si riesce a
grave. Padre Danilo vive dal 1990 a       spinto migliaia di persone a lasciare    superare il mese. Ho visto tanta gen-
Mouda, nell’Estremo Nord del Ca-          le proprie case. Attualmente nelle       te che sta soffrendo davvero. Verso
merun, regione molto povera e ab-         regioni più settentrionali del Came-     Moutourwa, in particolare, non sono
bandonata, estremamente vulnerabi-        run ci sono quasi 100 mila profughi      riusciti a raccogliere quasi niente».
le dal punto di vista climatico.          provenienti dalla Nigeria e 200 mila         Insomma, una vasta regione del
    Colpita ciclicamente da siccità e     sfollati    interni.   Un’emergenza      Camerun sta morendo di fame e di
carestie, si trova ora a fare i conti     nell’emergenza.                          sete. E ben pochi sembrano esserse-
con una delle emergenze più gravi.            «Conosco famiglie che stanno         ne accorti.
Già negli scorsi mesi il Programma        morendo di fame – testimonia padre
alimentare mondiale (Pam) aveva           Danilo -. Alcune di loro, quest’an-      IL PROGETTO S136 CARE-
lanciato l’allarme e le stesse autorità   no, non hanno avuto alcun raccolto,      STIA ESTREMO NORD CAME-
del Camerun avevano parlato di            per mancanza di piogge. E adesso         RUN
circa tre milioni di persone a rischio    che la stagione secca si trascina ver-   Per far fronte a questa grave situa-
in questa regione, la metà in modo        so il suo termine non hanno assolu-      zione di insicurezza alimentare, la
estremamente serio. Ma sono l’inte-       tamente niente per nutrirsi».            Fondazione Pime Onlus ha predi-
ro bacino del lago Ciad ad essere             «In media – ricorda il missiona-     sposto un apposito progetto S136
colpiti da una grave carestia che         rio – ogni famiglia raccoglieva dai      Carestia Estremo Nord Camerun.
riguarderebbe circa 7 milioni di per-     20 ai 30 sacchi di miglio che veni-      L’obiettivo è duplice: identificare le
sone. Non si tratta però solo delle       vano gestiti in parte per nutrirsi       persone più vulnerabili (vedove con
conseguenze dei cambiamenti cli-          (circa la metà) in parte per permet-     bambini, famiglie numerose e disa-
matici che qui sono più evidenti e        tere ai bambini di andare a scuola o     bili) e fornire 1.700 sacchi di miglio

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COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE                                                ANNO L N° 3 GIUGNO 2018

a circa 8.500 beneficiari nei distretti   1. Conto corrente postale n.                    Onlus
di Mayo Kani e Mayo Danay. Il                39208202 intestato a: Fondazio-
costo del progetto è di 62.199 euro.         ne PIME Onlus                             3. Versamento on line con Carta di
Chi volesse contribuire con una do-                                                       credito (Visa, CartaSì, Master-
nazione può farlo versando alla           2. Bonifico bancario Credito Val-               Card, American Express)
Fondazione PIME Onlus mettendo               tellinese S.C. - sede di Milano -            o Paypal su https:/
la causale: progetto S136 Carestia           San Fedele - IBAN IT 11 W                    /donazioni.pimemilano.com/
Estremo Nord Camerun con le se-              05216 01630 000000005733
guenti modalità:                             intestato a: Fondazione PIME                Anna Pozzi (Mondo e Missione)

                                                                  nell'ospedale        no e mezzo ma è nata con una for-
                                                                  di Zumbahua,         ma di diabete molto rara e grave.
                                                                  qui vicino a         Dobbiamo continuare a "bucarla"
                                                                  noi, perché ha       giorno e notte nei piedini e nelle
                                                                  bisogno       di     manine per misurarle la glicemia e
                                                                  essere tenuta        iniettarle in pancia l'insulina... E
                                                                  sotto controllo      oltre a questo è anche epilettica, e
                                                                  giorno e notte,      quindi deve prendere un sacco di
                                                                  non riesce ad        medicine. E per colpa di queste due
                                                                  alzarsi né a         malattie le basta pochissimo per
                                                                  mangiare da          ammalarsi di qualsiasi cosa, per lei
                                                                  sola... La pic-      anche una banale influenza rischia
                                                                  cola      Sonia      di essere gravissima. Qualche mese
                                                                  viveva con il        fa aveva rischiato di morire proprio

   C    arissimi bambini,

    ci teniamo a metterci vicino a
                                          nonno e la compa-
                                          gna del nonno, che
                                          però la maltrattava
voi per ringraziarvi di cuore per i       tantissimo: non la
soldi che anche quest'anno avete          lasciava andare a
raccolto e ci avete mandato per i         scuola per farla
nostri bimbi. È un gran regalo che ci     lavorare a casa, la
fate, un gran regalo che ci aiuta a       mandava in piena
continuare ad accogliere qui nella        notte fuori da sola
nostra Casa de Los ninos di Quin-         a pascolare le pe-
dilli tutti i bambini e i ragazzi più     core, tanti giorni
bisognosi...                              non le dava nep-
    Qui per fortuna va tutto bene. In     pure da mangia-
questo momento abbiamo qui 19             re... E così abbiamo deciso di acco-         a causa di un'influenza... Ma per
bambini che vivono qui giorno e           glierla a vivere a casa nostra.              fortuna si è ripresa, e adesso sta be-
notte. Il più piccolo, Jack, ha un        Quand'è arrivata a novembre era              ne! È una bambina buonissima, non
anno e poco più, la più grande, Elsi-     timidissima, faceva fatica anche a           piange mai...
ta, ha 17 anni... Ognuno di loro se è     parlare... Nel corso dei mesi piano              Vi ringraziamo davvero, se pos-
qui non è mai per caso, c'è sempre        piano invece ha cominciato ad aprir-         siamo continuare a dare a Viviana
un motivo, e non è mai un motivo          si, e adesso dovreste vedere come            tutte le cure di cui a bisogno è anche
facile. Tutti loro hanno alle spalle      gioca e chiacchiera con tutti i suoi         grazie a voi, a voi e a tanti altri ami-
qualche sofferenza... Ma in questo        'fratelli' e 'sorelle' qui di casa! È bel-   ci in Italia che ci aiutano a farla vi-
momento per fortuna stanno tutti          lissimo vedere com'è contenta,               vere e a prenderci cura di lei!
bene!                                     com'è felice di poter finalmente an-             Vi mandiamo queste foto di Vi-
    Vogliamo raccontarvi un po' di        dare a scuola, di poter giocare con          viana e di Sonia, per farvi vedere i
come stanno due delle nostre bimbe,       le bambole: si vede che non aveva            loro sorrisi, e sappiate che davvero
sappiamo che già le conoscete un          mai potuto giocare prima in vita             quello che fate non è mai poco: ogni
po'... Sono Sonia e Viviana.              sua... É proprio vero che tante volte        piccola goccia per noi è preziosa per
    Sonia ora ha 8 anni. È venuta a       in Italia non ci rendiamo conto di           continuare ad accogliere e seguire
vivere a casa nostra perché la sua        quanto siamo fortunati!!                     loro e tutti gli altri bambini che bus-
mamma, Elsa, soffre di una malattia           Anche la nostra piccola Viviana          sano alla nostra porta e che hanno
degenerativa a uno stadio ormai           per fortuna in questo momento sta            tanto bisogno.
molto avanzato... È una malattia che      abbastanza bene. Viviana però è una              Grazie di cuore! Con affetto,
le provoca continui spasmi, come se       bambina così fragile e "speciale"
non riuscisse mai a stare ferma. Or-      che è impossibile sapere per quanto             Laura, Olguita e tutti i bambini
mai è proprio gravissima, vive fissa      starà bene... Viviana ha solo un an-         della Casa de los Ninos
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