S. E. CARD. GIOVANNI COLOMBO - Arcivescovo di Milano 1963/1979 - ANNO GIUGNO 2018 - Parrocchia di Canegrate
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 - GIUGNO 2018 IN QUESTO NUMERO: 1 Editoriale del Parroco. Chiesa Parrocchiale - 80° di Consacrazione 3 All’”Impresa grandiosa” della nuova chiesa parrocchiale. Parte prima - a cura di Danilo Zardin 4 L’esortazione Apostolica “Amoris Laetita” - a cura di don Massimo Frigerio 6 Prime Sante Comunioni - AA.VV. 8 Sante Cresime - AA.VV. 12 1° Maggio alla Parcol 13 Un patto con i Rom - a cura della Commissione Caritas 14 L’ascolto con il cuore - di Pietro Rabbi 15 Faccio vincere Valentino - a cura del Nucleo Affidi Legnanese 16 Nord del Camerun, emergenza fame 17 Lettera dall’Equador - a cura della Commissione Missionaria 20 Giochi per i più piccoli 24 Offerte da metà aprile a metà giugno 2018 Redazione: Innocente Campesato, Mascia Capponi, Emanuela Incicco, Giuseppino Pigaiani e i sacerdoti di Canegrate. Impaginazione e grafica: Giuseppino Pigaiani Stampa: Giovanni Incicco Copertina: Emanuela e Giovanni Incicco. Diffusione e Abbonamenti: Addetti Buona Stampa. E-mail: canegrate@chiesadimilano.it Sito Internet: www.parrocchiacanegrate.it (“Comunità” scaricabile in Pdf) ( … in copertina) S.E. CARD. GIOVANNI COLOMBO Nasce a Caronno Pertusella, in provincia di Varese ed arcidiocesi di Milano, il 6 dicembre 1902. In giovane età entra nel seminario ginnasiale di San Pietro Martire a Seveso; passa poi al seminario liceale di Monza, per proseguire gli studi di teologia nella sede del seminario di Corso Venezia a Milano. È ordinato presbitero il 29 maggio 1926 nella cattedrale di Milano, dal cardinale Eugenio Tosi. Si licenzia in teologia nel 1926, subito dopo l'ordinazione sacerdotale, e si laurea in lettere nel 1932 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster lo nomina rettore del liceo classico del seminario nella nuova sede di Venegono Inferiore, nel 1939, e rettore maggiore dei seminari milanesi nel 1953. Il 25 ottobre 1960 papa Giovanni XXIII lo nomina vescovo ausiliare di Milano; riceve l'ordinazione episcopale il 7 dicembre successivo, nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano, dal cardinale Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI). Fa parte della commissione preparatoria del Concilio Vaticano II per i seminari e le università degli studi. È padre conciliare, prima come vescovo ausiliare e poi come arcivescovo. Il 10 agosto 1963 papa Paolo VI lo nomina arcivescovo metropolita di Milano; diventa suo successore sulla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo. Il 20 ottobre successivo prende possesso dell'arcidiocesi, nella cattedrale di Milano. Il 22 febbraio 1965 lo stesso pontefice lo crea cardinale. Terminato il Concilio Vaticano II, al fine di applicarlo indice il 46º sinodo diocesano, che si protrae dal 1966 al 1972. L'arcidiocesi di Milano si può dire ancora oggi caratterizzata dalle decisioni di quel sinodo: conservare, pur riformandolo, il rito ambrosiano; riorganizzare l'arcidiocesi in zone pastorali e in decanati sopprimendo la tradizione secolare delle pievi milanesi; istituire il consiglio presbiterale diocesano e il consiglio pastorale diocesano; proporre all'inizio dell'anno pastorale un programma comune a tutta l'arcidiocesi: di qui le lettere pastorali promulgate ogni anno l'8 settembre, festa della Natività di Maria, cui è dedicato il duomo di Milano. Sono entrati nella tradizione anche i suoi discorsi alla città, tenuti la vigilia della solennità di Sant'Ambrogio nell'omonima basilica. Durante il suo episcopato consacra 157 nuove chiese. Partecipa al conclave dell'agosto 1978 per l'elezione di Giovanni Paolo I e, dopo poco tempo, a quello di ottobre per l'elezione di Giovanni Paolo II. In quest'ultimo conclave è più volte indicato tra i favoriti all'elezione. Colpito da un ictus nel maggio 1979, il 29 dicembre successivo papa Giovanni Paolo II accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età; gli succede Carlo Maria Martini. Muore a Milano il 20 maggio 1992, nel seminario di Corso Venezia che aveva fatto ristrutturare e che aveva preso come propria residenza da pensionato. La salma del cardinale viene successivamente deposta in una tomba nella navata destra del duomo di Milano, proprio di fronte all'altare contenente le spoglie del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 A settembre festeggeremo l’80° di consacrazione della nostra chiesa parrocchiale. Bene, a che cosa serve una chiesa in un paese? O ’ C “ ” C ? Q ’E D ? dando che il cammino dell’altro non è identico al mio. Come nella vita nes- suno ha il passo esatta- mente uguale a un altro, così anche nella fede e nella missione: si va avan- ti insieme, senza isolarsi e senza imporre il proprio senso di marcia; si va avanti uniti, come Chiesa, coi Pastori, con tutti i fra- telli, senza fughe in avanti e senza lamentarsi di chi ha il passo più lento. Sia- mo pellegrini che, accom- pagnati dai fratelli, ac- compagnano altri fratelli, ed è bene farlo personal- 1. Offriamo qui tre spunti per riflet- tro di sé. mente, con cura e rispetto per il tere e capire meglio quello che cammino di ciascuno e senza for- facciamo sempre, ma spesso abi- L'appartenenza zare la crescita di nessuno, perché tudinariamente, credendo di ave- è quel vigore che si sente se fai par- la risposta a Dio matura solo nella re già capito tutto. te di qualcosa libertà autentica e sincera. Anzitutto un testo di Giorgio che in sé travolge ogni egoismo per- Gaber, potremmo dire un testo sonale 3. Il terzo spunto viene dall’osser- “laico”, ma in realtà ci fa scopri- con quell'aria più vitale che è dav- vazione della esperienza comu- re che quello che scriverò dopo è vero contagiosa” nitaria della nostra parrocchia, “dentro” ogni uomo. con pregi e difetti. Con sincerità, Ogni uomo ha bisogno di “stare” 2. Un secondo testo è di Papa Fran- serenità, per migliorare, riecheg- con gli altri, ha bisogno di cesco in un discorso pronunciato giando molto da lontano un testo “appartenere” alla società. il 5 maggio. Leggiamo bene, più famoso di S. Paolo. Ecco alcuni brani di una sua can- volte, centellinando a poco a Se fossimo una comunità ben zone. poco, frase per frase, per fare un organizzata, facessimo cose esame di coscienza. grandi, iniziative bellissime e “L'appartenenza ammirate, avessimo strutture non è lo sforzo di un civile stare “Andate” è il verbo della missione belle e accoglienti ma non aves- insieme e ci dice ancora una cosa: che si simo la carità…. non è il conforto di un normale vo- coniuga al plurale. Il Signore non Se i nostri gruppi/organismi fos- ler bene dice: “vai tu, poi tu, poi tu…”, ma sero anche bravi, ma ciascuno l'appartenenza è avere gli altri den- “andate”, insieme! Pienamente andasse per conto suo; non ci tro di sé. missionario non è chi va da solo, fosse la delicatezza e l’umiltà; se ma chi cammina insieme. Cammi- lavorare insieme “con te”, fosse L'appartenenza nare insieme è un’arte da imparare piuttosto difficile per gli altri, non è un insieme casuale di persone sempre, ogni giorno. Bisogna stare insomma non avessimo la cari- non è il consenso a un'apparente attenti, ad esempio, a non dettare il tà… aggregazione passo agli altri. Occorre piuttosto Se noi pregassimo, se pregassi- l'appartenenza è avere gli altri den- accompagnare e attendere, ricor- mo con e nel nostro gruppo, ma 1
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 fossimo invece assenti quando c’è la proposta di pregare tutti insieme (Messa domenicale, in- contri di preghiera proposti dalla parrocchia…) allora… Se ci ritenessimo persone di fe- de, che prega e va a Messa, ma appena qualcuno “osasse” cor- reggerci, fraternamente o anche no, a ragione o anche a torto, noi reagissimo bruscamente e pun- genti, senza più controllare la nostra bocca. Se non riuscissimo almeno qualche volta a chiedere perdono e a dare perdono, allo- ra… Se fossimo bravi a fare questo e quello e ci aspettassimo che gli altri ce lo riconoscano e ci di- menticassimo che l’unico Salva- tore del mondo ha chiuso la sua vita su questa terra con una mor- me. In particolare l’Eucaristia do- reggerci e a migliorarci. te che da altri è stata vista come menicale per imparare ad amarci Un bel “grazie” agli altri…. una sconfitta, un fallimento, non di un amore solo umano, ma di Gli altri mi “servono” molto per- obbedendo così più alla nostra un amore evangelico. ché il confronto con loro mi permet- superbia che all’amore, allora… te di arricchirmi e di essere me stes- Gli altri non sono solo quelli che so. Concludiamo. dobbiamo amare, magari sopportan- doli. Chiudiamo ancora con il Papa, Ecco cosa serve, una chiesa, l’e- Gli altri sono anche quelli che, nella “Gaudete et exsultate”: Non dificio-chiesa. Ecco perché noi cele- pur con i loro difetti, ci aiutano a far esiste piena identità senza apparte- briamo dei riti sacramentali che fan- emergere i nostri difetti, a conoscer- nenza a un popolo. no da collante del nostro stare insie- ci meglio, ci “costringono” a cor- 2
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 Le strutture e gli edifici religiosi ereditati da una storia vecchia di secoli anche a Canegrate non potevano bastare in eterno, soprattutto in una fase che vedeva una crescita continua della popolazio- ne e l’ampliamento delle esigenze a cui la parroc- chia era chiamata a rispondere. Giunti al 1929, per prima cosa si riuscì a con- durre in porto l’antico progetto di costruire una comoda chiesa per le attività dei due Oratori, dopo l’interruzione che era stata imposta dalle traversie della prima Guerra mondiale. Tamponato il problema dell’irrobustimento sul fronte delle attività educative rivolte all’infanzia e ai giovani, gli sforzi finanziari cominciarono a puntare in un’altra, e ben più impegnativa, dire- zione: bisognava intervenire in modo risoluto per rimediare all’angustia della vecchia chiesa nella piazza centrale di Canegrate, sempre più inade- guata per contenere un numero di fedeli lanciato ormai verso un rapido sviluppo. “La chiesa è pic- cola. La popolazione aumenta”: è il ritornello ri- petuto dai parroci del tempo nel Liber chronicus che registrava i fatti più significativi della vita pastorale, da un anno all’altro. Canegrate stava giungendo a sfiorare, allora, i 4000 abitanti. Se- condo il censimento del 1931 i cittadini residenti in modo stabile erano 3778. Aggiungendo i resi- denti temporanei e gli assenti (per servizio milita- re, lavoro, eccetera), si arrivava alla quota di 3840. La tendenza alla crescita era confermata anche dai dati relativi al numero delle comunioni pasquali, registrate con scrupolo nel “Libro croni- co”: dalle 2380 del 1929 ai arriva a oltre 2500 dopo il 1930 e a più di 2700 nel 1934-35 (le don- ne risultavano più fedeli al precetto nella misura di 3 contro 2. Trecento sono gli uomini contati Il Cardinal Schuster alla cerimonia per la posa della prima come ‘disertori’ nel 1935). Anche il totale delle pietra della nuova chiesa parrocchiale (24 agosto 1935) comunioni annuali era in costante aumento: da 40.500 si giunse a superare le 100.000 nel 1934. te a coprire la voce “Pro chiesa nuova” del bilancio par- Per far fronte all’aumento dei fedeli in parrocchia in rocchiale. Dalle 15.000 lire del 1930 si salì a oltre un primo tempo ci si accontentò di aumentare il numero 43.000 nel 1933, a 54.000 l’anno successivo, a quasi delle messe celebrate nei giorni festivi. Ma si trattava 67.000 nel 1935. Ma ormai dai preliminari si era passati solo di un espediente provvisorio. Alla lunga, finì con il all’avvio della costruzione vera e propria che, per le di- sembrare inevitabile la non facile scelta di puntare mensioni della Canegrate di allora, si poteva definire all’innalzamento di un edificio completamente nuovo e senz’altro imponente. ben più capace della vecchia chiesa, che – stretta fra i Il progetto dell’edificio sacro era stato a suo tempo cortili del nucleo primitivo dell’abitato – non poteva più affidato all’ingegner Giovanni Maggi, che ne presentò essere semplicemente ingrandita con un’aggiunta di di- una prima versione il 2 febbraio del 1934. Per illustrarla mensioni veramente soddisfacenti. e fare il punto su come procedere furono convocate due Il primo passo decisivo fu compiuto il 19 aprile del adunanze nel salone dell’Oratorio, per gli uomini e per 1930, quando il parroco don Peruzzotti concluse l’acqui- le donne del paese. Il “numero straordinario degli inter- sto dalla signora Giustina Gaio in Mozzoni di un appez- venuti”, commenta il Libro cronico, era il chiaro segnale zamento di terreno di circa 8.500 metri quadrati, alla dell’“entusiasmo” generale e della “ferrea volontà di periferia nord del paese, verso Legnano, tra la ferrovia e riuscire nell’intento”. La disponibilità era quanto mai l’Asilo infantile, dove c’era tutto lo spazio per realizzare aperta, il clima positivo lasciava ben sperare per il futu- adeguate opere edilizie. Il prezzo era di 110.000 lire e ro. Ma il progetto di partenza dovette apparire subito per il momento il parroco non poteva andare oltre il ver- troppo ambizioso. L’idea era di costruire una chiesa a samento di una modesta caparra di 15.000. Da quella croce latina, con navata centrale di 18 metri e due latera- data, la forte esposizione economica costrinse a molti- li di 4. L’altare maggiore era immaginato largo 15 metri plicare i sacrifici per mettere insieme le somme destina- e dotato di transetto, con due cappelle laterali di 13 me- 3
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 dalla vicinanza e dal sostegno calo- roso dell’amato pastore della dioce- si di Milano. Dal giorno della visita pastorale del 1934 – annota il libro delle memorie parrocchiali – fu ini- ziata una vera crociata per la raccol- ta necessaria dei fondi”. Quasi tutti gli operai e le operaie degli stabili- menti locali si impegnarono a versa- re “quote personali”. Settimanal- mente veniva fatta la raccolta delle uova, destinando il ricavato della vendita alla cassa della nuova chie- sa. I contadini versavano una per- centuale per ogni loro quintale di frumento. Nei salvadanai distribuiti Due pagine del registro (fine 1937 e Valutate per bene le cose, inizio 1938) si optò per la soluzione di co- minciare con il ridurre le mi- sure. Per esempio: la navata centrale poteva scendere a 16 metri, l’altare maggiore a 14, e così via. Pur di poco ridi- mensionata, la nuova chiesa sarebbe stata comunque suffi- ciente per una popolazione grande “due volte l’attuale” e il sontuoso “monumento”, distinguendosi dagli altri edi- fici sacri della zona per la sua grandezza e la modernità del- lo stile, avrebbe contribuito in modo decisivo a dare “lustro e decoro” al paese. Venuto a Canegrate per la visita pasto- rale nel corso dell’anno, all’i- nizio del mese di luglio, l’ar- civescovo cardinal Schuster approvò il disegno dell’opera e incoraggiò “tutta la buona popolazione” a proseguire nell’“impresa grandiosa”. Già l’anno seguente, il 24 agosto 1935, di nuovo alla presenza del cardinal Schu- ster, fu tenuta la cerimonia per Registro pro nuova chiesa parrocchiale Biglietto di accompagnamento la benedizione e la posa della (1930-1942) e varie fatture commerciali dell’offerta versata dalla Ditta prima pietra, nel punto in cui Dell’Acqua di Cerro Maggiore (25 doveva sorgere uno dei piloni della nelle famiglie i piccoli deponevano i giugno 1937) cupola, con la pergamena comme- risparmi delle loro “preziose morti- morativa firmata dalle autorità con- ficazioni”. Non mancarono poi le tri. La cupola sovrastante avrebbe venute. L’indomani mattina, che era offerte straordinarie, di denaro e dovuto svettare fino a 60 metri, con domenica, il parroco celebrò una oggetti d’oro, da parte di singoli base quadrata e ripiani ottagonali messa davanti al “numeroso popolo benefattori, i tradizionali banchi di che si concludevano in una “acuta convenuto”. Dove si sarebbe innal- beneficenza e “mille altre piccole cuspide”, reggente la croce. La volta zato il nuovo tempio della comuni- iniziative” che, unite a tutte le altre era prevista a botte, decorata da “un tà, per ora si vedeva solo una grande messe in cantiere, “frutta[rono] le grandioso e unico affresco”. Le co- croce che dominava il vasto terreno grosse somme che si richiede[vano] lonne delle navate le si immaginava spoglio: era in ogni caso la confer- alla bisogna”. ricoperte di “granito lucido”, il bat- ma del fatto che, dopo tante tistero esterno alla chiesa. Tra i “difficoltà superate”, si cominciava- [Tratto da: Canegrate. Cento bracci della crociera e l’altare mag- no a vedere i primi frutti della gene- anni di storia (1889-1966), a cura di giore avrebbero trovato posto la rosa mobilitazione collettiva. Lo Danilo Zardin, Parrocchia S. Maria sacrestia e la penitenzieria per gli slancio dei canegratesi si era ingi- Assunta di Canegrate, 2008, cap. uomini. gantito sotto lo stimolo che veniva 19, pp. 61-65.] 4
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 re alcuni minuti ogni giorno per stare uniti davanti al Si- gnore vivo, dirGli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta attra- versando un momento diffi- cile, chiederGli un aiuto per amare, renderGli grazie per la vita e le cose buone. Con parole semplici questo mo- mento di preghiera può fare molto bene alla famiglia. Questa preghiera quotidiana raggiunge il suo culmine nella partecipazione comune all’Eucarestia domenicale. Dall’Eucarestia si riceve il nutrimento che dà forza alla vita quotidiana della fami- glia. S ’ Bartolome Esteban Murillo: la sacra famiglia (1650) 3. L’impegno della fedeltà caratterizza la spiritualità Vivere con impegno e con adeguata conoscenza coniugale. L’amore prende le caratteristiche di una l’amore coniugale di una famiglia cristiana, può far realtà che dura nel tempo, per sempre. Ogni mattina, giungere ad uno stile e a un sentimento che si può de- quando mi alzo, rinnovo davanti a Dio questo impe- scrivere come una propria spiritualità. gno. Così come Gesù ha promesso: “Io sono con voi Ricordiamo alcune caratteristiche fondamentali di tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Solo la grazia questa spiritualità specifica che si sviluppa nel dinami- del Signore può garantire questa fedeltà. Il mio amo- smo delle relazioni della vita famigliare. re per il coniuge trova alimento e vive in un giusto riferimento a Dio. S S , 1. La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie, i suoi propositi quotidiani. 4. L’amore si esprime nella cura che ognuno si prende Coloro che hanno desideri spirituali profondi, non dell’altro nella situazione più concreta. Nessuna fa- devono sentire che la famiglia li allontana dalla cre- miglia è una realtà perfetta e confezionata una volta scita nella vita dello Spirito, ma che è un percorso per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unio- propria capacità di amare. ne con Dio. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare. Quello che ci viene promesso è sempre di più, non rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comu- U P nione che ci è stata promessa. 2. La preghiera in famiglia è un mezzo privilegiato per Don Massimo esprimere e rafforzare questa fede. Si possono trova- 5
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 Le emozioni di quando ho preso la Comunione sono state tante: molta gioia, quando sono andata a pregare ho sentito il Signore vicino a me, è stata una sensazione bellissima. Maria Vittoria Nel giorno della mia prima Comunio- ne ho provato tanta emozione e gioia per- ché per la prima volta incontravo Gesù da vicino. Lorenzo Il mio cuore si riempito di gioia e amore e mi sono sentita più vicina a Dio. Sara Emozione! Gesù è ancora più vicino a me. Aurora Durante la prima Comunione mi sono sentito Gesù vicino. Fabio 6
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 Alla Comunione mi sono sentito en- tusiasta, felice per- ché Gesù era entra- to nel mio cuore. Alessia Emozione di prendere l’Eucari- stia, felicità, gioia di essere andato vicino all’Altare e al Tabernacolo. Rosario Ero felice ed emozio- nata, sentivo Gesù vicino a me. Letizia della prima Santa Ancora qualche spinta e poi… e Comunione. Prima poi, quei visi raggianti diventano di entrare in chiesa assorti. Tutti in fila mani giunte en- si sono trovati in triamo in chiesa accolti dal canto. OMI con le loro L’emozione diventa palpabile… tuniche bianche, i piano piano si arriva davanti alla visi sorridenti, i mensa e ognuno si siede al proprio piedi che scalciano posto e inizia la Festa del primo e la voglia di ridere incontro con l’amico Gesù. e giocare di sempre. Auguriamo a tutti voi bambini di Poi arriva il mo- rinnovare ogni domenica questa mento di mettersi in Festa dell’incontro con Gesù e che fila. Si inizia… possiate sempre provare la stessa dobbiamo andare in emozione e gioia della prima volta. Il cammino alla preparazio- ne ai Sacramenti ci porta ancora una volta alla celebrazione chiesa. I chierichetti e i sacerdoti sono arrivati e anche per noi cate- chiste l’emozione si fa forte. Le Catechiste 7
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 A nche noi c’eravamo, Canegrate e San Giorgio presenti in ben 616 ad attendere sugli spalti il nostro Arcivescovo: ragazzi, genitori, padrini, madrine, catechiste, suore e don Andrea. Per questa grande festa a base di musica, canti, preghiera, Parola di Dio animata da oltre 1.000 figuranti con coreografia sul tema “Vedrai che bello!” file rouge dell’anno oratoriano. A tutti noi l’Arcivescovo Delpini ha spiegato come costruire, “Per grazia di Dio, la città felice”. STRALCI DEL DISCORSO DELL’ARCIVESCOVO parlare rispondendo alle parole di Gesù, ad abitare il silenzio per entrare nella città felice, perché lo Spirito di […] «Costruiamo insieme la città felice dove si vede la luce di Dio è la luce amica che insegna a guardare la vita con lo Gesù, si sente e si risponde alla sua Parola» […] sguardo di Gesù». […] […] «Gli occhi chiusi, le orecchie tappate, la bocca si- […] L’ultima parola è del «famoso poeta contempora- gillata. Ascolta, prega, rivolgi uno sguardo buono anche neo Delpini» (così si autodefinisce) che recita una sua a quelli che non vogliono sentire. Così costruiremo la composizione a completamento del noto detto popolare: città felice». […] “Casa mia, casa mia \Con lo Spirito per via\ Se anche adesso vado via\ Tutto il mondo è casa mia”. […] […] «noi che vogliamo abitare nella città felice voglia- mo essere come coloro che sentono il bene, imparano a Grazie Arcivescovo Mario!!! stra destinazione. Arrivati aspettammo sotto il sole cocente per quasi un'ora e poi, con la felicità di tutti, entrammo allo stadio. Alle 17.00 ecco arrivare sua emi- nenza Monsignor Mario Delpini arcivescovo di Milano. Eravamo tutti agitati ed eccitati per l'evento a cui abbiamo potuto assistere noi ragazzi, padrini, madri- ne, genitori, catechiste, sacerdoti e suore, perché era la prima volta che Mons. Mario Delpini entrava nello stadio di San Siro come vescovo della Diocesi di Milano! L’incontro si è svolto in "momenti" e alla fine di ognuno, dei ragazzi vestiti di bianco creavano delle figure con dei mattoncini che avevano in testa. Eravamo divisi in settori di vari colori, noi eravamo azzurri, altri erano verdi, rosa e così via, e i mattoncini erano dello stesso colore dei settori, a parte quelli bianchi, e quando si mischiavano sembrava che tutti i paesi del mon- do si stessero unendo, come una vera comunità! Alcune delle figure create erano: il Duomo, perché Milano è stata costruita intorno a esso, come spie- S abato 26 maggio 2018, insie- me a tutti i cresimandi e i cresimati della Diocesi ci siamo tenza ci siamo ritrovati tutti in ora- torio San Luigi per ritirare il pass che ci avrebbe permesso l'entrata gato da Sua Eminenza, la colomba, perché è simbolo di pace, il cuore, per l'amore di Dio nei nostri riguar- trovati allo stadio di San Siro per nell'enorme stadio. di e così via... incontrare il nostro l'arcivescovo Prendemmo il treno a gruppi, io Forse questo è stato il momento Monsignor Mario Delpini. ero con i miei amici Giuseppe, Sara più emozionante dell’incontro! Chi voleva poteva andarci in e Alessia. Alla fine del "settimo momento" auto, gli altri, invece, potevano Scesi dal treno prendemmo la si è conclusa la celebrazione e sia- prendere il treno. Prima della par- metro che ci condusse fino alla no- mo tornati tutti a casa con il bellissi- 8
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 mo incontro nel cuore. È stato veramente fan- tastico e spero, come spe- reranno anche tutti gli altri, di rivivere questa esperienza con un altro “ruolo” perché è stata davvero meravigliosa!!! Loris C resima 2018. Sabato 2 giugno 2018 sia- mo andati all’oratorio di san mo pronti per la celebrazione! Infatti, il giorno dopo, domeni- ca 3 giugno, quello della Santa È stata una cerimonia emozio- nante, e, al termine di essa, ognu- no di noi è andato a festeggiare Giorgio a vivere il ritiro in prepa- Cresima, dopo aver pregato insie- con la propria famiglia, consape- razione alla Santa Cresima! me in oratorio, siamo andati in vole di avere una ricchezza in più Abbiamo cantato, riflettuto e processione in chiesa. nel suo cuore, pronti ad amare e chiarito le idee sui sette doni dello Abbiamo seguito tutta la mes- ad essere amati come ha detto il Spirito Santo: Sapienza, Intellet- sa, celebrata dal nostro Arcive- nostro Arcivescovo Mario Delpi- to, Fortezza, Pietà, Timor di Dio, scovo Mario Delpini, con ansia; e ni! Consiglio e Scienza, leggendo un subito dopo l’omelia, siamo anda- brano in conclusione del cammino ti, uno alla volta, con i nostri pa- Giulia P. dei 100 giorni. drini/madrine, davanti a lui, per Alla fine della giornata erava- ricevere il Crisma sulla fronte! Santo. San Paolo dice che frutto dello Spirito è la gioia. Il sigillo dello Spirito Santo ri- mane per sempre! Tu sei amato, tu sei amata. Lo Spirito Santo è con te e se tu lo ascolti ti dà questa certezza. Uno dice “io sono cattivo, sono dispetto- so, sono inaffidabile, sono un per- dente, come fa Dio ad amarmi?”, Dio ti ama lo stesso, Dio si ricorda sempre di te. Un altro dice: “Possibile, io lo rifiuto, io sono ar- rabbiato con Dio”, ma Dio non è arrabbiato con te, Dio sempre ti ama, se tu lo ascolti ti ama dovun- que tu vai. Qualcuno dice per essere felice basta la salute, un po’ di benessere, accontentarsi di come vanno le co- se, un po’ di piacere, un po’ di pote- re”. Invece per essere felici deve centrare anche Dio. ….. I ragazzi della vostra età come si fa?”. La Ferrari è la macchina più bel- sono inquieti, si fanno tante doman- Io sono venuto qui per rivelarvi la del mondo, ma se rimane chiusa de, hanno tante paure, sono nervosi. la ricetta di Dio per essere felici. in un cortile non può dimostrare le Si chiedono: “Io vorrei essere felice: Essere felici è il dono dello Spirito sue potenzialità. Deve uscire e 9
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 sfrecciare in autostrada. Voi siete impiegare le tue forze, studiare, cu- È l’augurio più bello che anche una macchina potentissima, ma rare il carattere, imparare a voler noi catechiste vi facciamo! qualcuno dice che la vita si svolge bene agli altri, usare bene il tuo Un grande abbraccio a tutti voi tutta nel cortile, non c’è più la stra- tempo, perché tu devi raggiungere da: da, la vita, il futuro. Forse è per que- una meta, concentrare le tue forze Agnese, Anna, Annalisa, Elena, sto che i ragazzi sono così distratti, per realizzare questa straordinaria Jole, Leonella, Monia demotivati, dispersivi. vocazione ad amare. E’ il dono del- Io sono venuto a invocare lo Spi- lo Spirito Santo che dentro di voi vi NB - Vi ricordiamo che il cam- rito santo per dirvi che la strada c’è, dà questa certezza. mino prosegue e riprenderà a ot- la vita c’è, il futuro c’è. Tu hai una “TU SEI AMATO. TU SEI CA- tobre: don Andrea, le suore, gli vocazione da realizzare, tu sei chia- PACE DI AMARE, CHIAMATO mato ad amare è perciò che devi AD AMARE, SIATE FELICI”. animatori vi aspettano tutti. 10
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COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 I ntorno al primo maggio l’am- ministrazione comunale e al- cune associazioni canegratesi da molti anni organizzano una rassegna dedicata al lavoro. Il tentativo è quello di “recuperare” e riconoscere insieme il senso di questa primaria attività umana, fonte di dignità, creatività, inclusione (e naturalmen- te anche di reddito). La progressiva perdita di centra- lità del lavoro e del suo valore so- ciale sembra inesorabile da alcuni decenni eppure senza di esso non si vive e non si “contribuisce alla crea- zione” - come insegna la Dottrina Sociale Cristiana. Per questo occor- re non rassegnarsi e tentare di ren- derlo nuovamente protagonista della vita di ciascuno e della comunità nel suo complesso, consapevoli delle trasformazioni del sistema produtti- vo ma sempre certi che l’economia e la finanza devono servire al pieno impiegati e dirigenti). America ed Europa, ha già una sede sviluppo della persona umana (e In questo contesto abbiamo sem- associata a pochi chilometri da Ca- non viceversa). Questo è stato anche plicemente pensato che stringerci a negrate, a Rho. il messaggio centrale della quaran- loro e pregare insieme non avrebbe L’augurio è che questa storica tottesima edizione delle Settimane potuto che fare bene. fabbrica canegratese, che ha sempre Sociali dei Cattolici - svoltasi a Ca- Il celebrante è stato un ispirato avuto ottime relazioni sindacali e gliari lo scorso autunno (alla quale monsignor Luca Bressan, Vicario una forte attenzione a quello che ho avuto l’onore di partecipare co- per la Vita Sociale dell'Arcidiocesi oggi chiamiamo welfare aziendale, me delegato dell’arcidiocesi di Mi- di Milano, (mentre il nostro don possa continuare il suo cammino e a lano). Gino ha sapientemente concelebra- essere una sorta di “bene comune” Per la ricorrenza del primo mag- to), il coro diretto da Silvano Bia- per la nostra cittadina. gio, proprio nella giornata che vuole giotti e il solista dei Numantini han- Personalmente esprimo una fare memoria dei gravi incidenti no accompagnato col canto della grande gratitudine a tutti coloro che accaduti nei primi giorni del quinto tradizione popolare operaia i mo- hanno contribuito a realizzare que- mese dell’anno del 1886 a Chicago menti più salienti e coloro (credenti sto piccolo ma significativo gesto e conosciuti come rivolta di Hay- e non) che hanno voluto significare simbolico e in cuor mio so che non market, abbiamo pensato, ACLI, la propria vicinanza e la propria so- dimenticherò questo primo maggio Comune e Parrocchia la Direzione e lidarietà ai lavoratori e alle loro fa- sobrio, vero e di autentica solidarie- le RSU) di proporre la celebrazione miglie sono stati al di sopra delle tà. della santa messa, al posto della aspettative. Segno che il coraggio di Paolo Petracca tradizionale collocazione nella prendere l’iniziativa - facendo delle (ACLI Canegrate) Chiesa Antica, dentro i cancelli del- cose un tempo considerate normali la PARCOL (azienda leader nella ed oggi fuori moda o controcorrente produzione di valvole di precisione – paga ed è ancora capace di trovare e di grande complessità, con fortis- il giusto consenso della comunità. sima vocazione all’export). Questa Mentre scrivo la PARCOL è sta- impresa è stata per molti decenni un ta acquistata dalla multinazionale punto di riferimento certo del nostro del Sol Levante, KOSO, martedì 15 territorio, anche negli anni della maggio. Clausola dell'acquisto era il crisi, e ha molte commesse... ma è mantenimento degli attuali livelli stata “messa in ginocchio” da un occupazionali. I 150 dipendenti, pesante indebitamento e, di conse- quindi, sono tornati a tirare un respi- guenza, negli scorsi mesi è stata ro di sollievo dopo mesi di incertez- posta in vendita con grandissima za verso il loro futuro. preoccupazione (e notevoli disagi KOSO Ltd, azienda specializzata economici) dei lavoratori (operai, in valvole, oltre a sedi in Asia, 12
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 Per evitare gli sgomberi, i rom hanno imparato a nascondersi. Abbandonati i grandi non ha mai subito l’intervento della forza pubblica nei tre anni di indagi- ne (2015/2017). (condizione imprescindibile) e l’in- serimento nella politiche per la casa: alloggi veri e non container, campi campi, si sono distribuiti sul territo- di transito e così via, in nome di una rio, occupando le aree marginali. Li Che l’invisibilità per queste per- presunta diversità che non c’è e fini- si trova sotto i ponti, lungo le auto- sone non sia più una condizione sce solo per ghettizzarli. Rispetto strade, sulle alzaie dei navigli, ac- involontaria, subita, ma una scelta delle regole e solidarietà: le due co- canto ai binari della ferrovia, ai bor- consapevole dovrebbe metterci a se vanno insieme. Per esempio, nes- di di un campo agricolo, accanto a disagio. Lontano dagli occhi non suna corsia preferenziale nell’acces- una discarica. Si riuniscono in pic- può volere dire lontano dal cuore e so alle graduatorie degli alloggi di coli gruppi di 15 massimo 30 perso- dalla nostra capacità di capire e di edilizia residenziale pubblica. Ma ne, appartenenti alla stessa famiglia comprendere. Far perdere le tracce nemmeno discriminazione. Come o a famiglie imparentate tra loro. In non può essere una soluzione per per altre categorie di persone svan- un paziente lavoro di indagine l’uni- loro. Tanto meno può esserla per taggiate, dovremmo allora partire tà mobile di Caritas Ambrosiana ne noi. La luce che abbiamo acceso su dal bisogno che esprimono, prima ha contati 2.700 suddivisi in 134 queste situazioni così drammatiche che da quello che presumiamo che insediamenti. Le condizioni in cui deve aiutarci a trovare delle risposte siano. Prima o dopo non in base vivono sono ben al di sotto di ogni convincenti. Dobbiamo allora capire all’etnia, alla religione, alle proprie livello di decenza umana. Non han- chi sono i rom che vivono negli in- convinzioni. Ma in base alle neces- no acqua né luce. Quando piove, sediamenti spontanei di Milano. sità. Come vuole non il Vangelo ma finiscono in mezzo al fango tra i Prima di tutto, la ricerca di dice più modestamente la carta dei nostri topi. E devono pregare il Signore quello che non sono. Non sono no- diritti: la Costituzione. che il vento non si porti via il telo di madi. Per la stragrande maggioranza cellophane che gli fa da tetto. O il hanno cittadinanza rumena, da ge- Come Caritas parrocchiali, alla fiume non esondi. Gli autori della nerazioni hanno smesso la pratica luce di queste riflessioni, prendia- ricerca, Patrizia Farina e Riccardo del nomadismo nel loro paese e co- moci allora l’impegno di approfon- Pirovano dell’Università Bicocca me i loro concittadini vengono in dire la conoscenza delle persone che hanno rielaborato i dati raccolti Italia per migliorare le proprie con- rom con le quali entriamo in contat- dai nostri operatori, hanno definito dizioni di vita. Vivono di elemosina to, così come il contesto più ampio la polverizzazione dei campi «una (attività prevalente fra le donne) e di nel quale vivono. Informarsi e ap- strategia di sopravvivenza», adottata attività informali e a volte illegali profondire chi sono i rom è la prima dagli stessi rom. Poiché i grossi ac- (commercio del ferro, vendita di cosa da fare per mettere in discus- campamenti suscitano allarme so- vestiti, addetti nelle imprese di puli- sione i pregiudizi, ridurre gli stereo- ciale, meglio dividersi, disperdersi, zia). Qualche volta di piccola crimi- tipie per riconoscere in loro la di- nella speranza di non dare troppo nalità. gnità di qualsiasi altra persona. nell’occhio ed essere lasciati in pa- ce. Non a caso, sottolineano i ricer- Se le cose stanno così, con loro Luciano Gualzetti catori, il 50% degli insediamenti più va ristabilito un patto che sia fonda- Direttore di Caritas Ambrosiana piccoli (con meno di 15 persone) to sull’emersione dall’illegalità 13
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 Lo scorso 22 aprile, io ed Elena, con altre cinque coppie della parrocchia di Canegra- solo quello che sta dicendo o cer- chiamo di capire con il cuore quello che realmente l’altra persona vuole diamo conto che stiamo attuando un cattivo ascolto, sappiamo che pos- siamo finalmente porvi rimedio. te ci siamo ritrovati a Castelletto di dirmi? Ma si ascolta con il cuore anche Cuggiono presso la casa del decana- Ascoltare con il cuore, non so la Parola di Dio. Così nella seconda to “La Scala di Giacobbe”, per ri- quanti di noi avevano mai pensato a parte della giornata, con l’aiuto di flettere sulla vita insieme come per- questo modo per prestare attenzione don Gino, abbiamo riflettuto su co- sone e insieme come coppie cristia- nella coppia. Significa andare al di me viene intesa la Parola di Dio in ne. L’incontro aveva come tema : là dei sentimenti che stiamo provan- coppia. Ci ha guidato la Parabola l’Ascolto nella coppia. do in quel momento, significa cer- del Buon Seminatore nel Vangelo di Siamo stati guidati da “una cop- care di capire chi siamo, e quali so- Luca (8,4-15). pia esperta” (come dice don Gino), no i nostri sentimenti, desideri e Come prima cosa dobbiamo fare una coppia con qualche anno in più, preoccupazioni, capire quello che spazio nel nostro cuore e fare silen- ma con tanta voglia di mettersi in stiamo provando in quel momento zio dentro di noi. Perché in questo gioco e di comunicare la loro voglia della vita, e cercare di accoglierli frastuono, affaccendati e distratti di stare insieme dopo tanti anni di dentro, senza farli scivolare via. come siamo, forse anche Dio fa fati- matrimonio. Infatti Giuseppe e Lo- E come possiamo ascoltare con il ca a farsi udire. Sentiamo ma non redana provengono da esperienze cuore, nella quotidianità, nelle diffi- ascoltiamo veramente. vissute con l’associazione coltà, con i figli, con le incombenze Proprio come nella coppia: a “Incontro Matrimoniale” caratteriz- di tutti i giorni? Semplicemente volte sentiamo, ma non ascoltiamo. zati da uno stile molto semplice, e confidandoci, non lasciare mai spa- È stata una bella iniziativa che la trasmettono quanto è bello sapersi zio alle banalità: quello che l’altro Commissione Famiglia della Par- raccontare, anche dopo diversi anni sta dicendo in quel momento non è rocchia di Canegrate propone tutti di matrimonio, la felicità di stare una cosa inutile, ma deve essere per gli anni in primavera, di solito nel insieme. Del resto avevamo già po- noi importantissima, e dobbiamo mese di aprile. Un incontro propo- tuto toccare con mano la loro natu- assolutamente fargli capire quanto sto a tutti i coniugi della Comunità ralità in occasione della Festa della siamo interessati a quello che l’altro al quale partecipano diverse coppie, Famiglia di fine gennaio, durante il mi sta dicendo. Giuseppe e Loreda- anche se questa volta per tanti moti- momento di preghiera del venerdì. na in merito hanno portato diversi vi le coppie non sono state numero- Il modo migliore per raccontare esempi, realmente vissuti, dal pro- se. questo stare insieme, è portare la blema del lavoro al problema dei Non è facile parlare di noi stessi, propria esperienza di vita quotidia- figli che diventavano grandi. Con non è facile riflettere di cose così na, con i figli, il lavoro, ma soprat- semplicità hanno imparato a cono- intime singolarmente e poi in cop- tutto con le attenzioni verso la per- scersi a non tralasciare niente: han- pia. A volte si ha l’impressione che sona che ci sta accanto, portandole no imparato ad ascoltarsi con il cuo- parlare di noi è un po’ come violare rispetto, e soprattutto ascoltandola re. una certa intimità: perché dovrem- con il cuore. Ma non è certo un percorso faci- mo raccontarci le nostre cose, così …“Amarsi, volersi bene, signifi- le. Richiede attenzione, mai superfi- personali? ca anzitutto rispettarsi. cialità, anche quando siamo stanchi Però, piano piano, ci si accorge L'ascolto vero fa parte di questo e a volte …. non abbiamo proprio che anche altre coppie tentano di rispetto verso l'altro. voglia di ascoltarci. fare un cammino e ci rendiamo con- Esso è la chiave della comunica- “…Il modo con cui si ascolta il to che non siamo soli. Senza troppe zione. proprio coniuge è simile al modo in pretese, ci si ritrova a parlare di noi Con l'ascolto noi ci veniamo in- cui si ascoltano gli altri e anche Dio. come coppie cristiane, a pregare, e contro l'un l'altro e approfondiamo Quando ascoltiamo il nostro coniu- certamente, senza dover “mettere in la nostra relazione” … ge con il cuore, ossia con un atteg- piazza” i propri sentimenti. Ma il giamento di fondo che vuole apertu- vero scopo è quello di riuscire a far Questa è stata la premessa della ra, silenzio, vuoto dentro di noi, parlare due persone che stanno in- giornata; poi, a poco a poco, ci sia- siamo più capaci di ascoltare gli sieme, in coppia : a volte bisogna mo lasciati prendere dalla loro sem- altri e di ascoltare Dio. Questo è un fermarsi un po’, e riscoprire quanto plicità mai banale, anzi attenta alla cammino che non termina mai, è il è bello stare in due. E poi, ci sono quotidianità e alle difficoltà ovvie, cammino di una vita, fatta di alti e altre coppie in cammino insieme a ma senza perdere di vista l’attenzio- bassi. Ogni tanto torniamo al nostro noi, che vogliono percorrere la stes- ne che bisogna avere l’un l’altro. cattivo ascolto, ma ne siamo più sa strada. Ci ha fatto molto riflettere una consapevoli …” (tratto dall’incontro domanda sibillina: ci ascoltiamo a Castelletto) Pietro veramente l’un l’altra? Sentiamo Si è proprio così, se ora ci ren- (Commissione Famiglia) 14
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 P ietro racconta… “Mi piace tanto giocare con le moto e oggi le ho fatte andare dentro una cosa rosso scuro, ma non è la Coca Cola, proprio tanto, da finire la benzina. quella l’ho provata All’inizio ho costruito una pista, e ha anche le bolli- con la partenza, le curve, l’arrivo e cine. Queste sono tutto quanto. C’era anche quella diverse e sono pro- bandiera a quadretti, come quella prio puzzolenti. che si vede in TV quando Flavio La mamma non guarda le corse delle moto, mi pare si alza dal divano, che si chiami Moto GP, o qualcosa provo a vedere cosa del genere. Allora io ho messo in c’è in frigo. Wow! La mela! Bene, la scorso nella famiglia affidataria che gara tutti i più forti, Marquez, Pe- mela è una cosa buona, ce lo dice l'ha accolto sarà servito a lui, per drosa, Lorenzo, Valentino…e li ho sempre anche la maestra Laura, per poter sperimentare l'affetto e il calo- fatti correre. Certo le mie moto non farcela mangiare. Spero che domani re che solo una famiglia sa dare, e sono proprio come quelle in TV, ma arrivi Flavio, così mi porta all’asi- sarà servito alla mamma, che avrà a me piacciono lo stesso. lo. potuto impegnarsi nel ritrovare le Solo che oggi mi sono un po’ Se no gioco ancora con le mie forze e rimettersi in piedi senza la stufato. È da quando mi sono sve- moto, magari domani faccio vincere preoccupazione di aver abbandonato gliato che gioco con queste tre moto Valentino!” il proprio bambino. e mi è venuta un po’ di fame. Mi Nel territorio legnanese ci sono ricordo di aver fatto colazione ma La giornata di Pietro è la giorna- già alcune famiglie affidatarie di- non il pranzo forse è per questo che ta tipica di tanti bambini che vivono sposte ad accogliere i bambini come il mio pancino brontola. Fuori è già in famiglie problematiche. La mam- Pietro, che temporaneamente si buio, tra poco sarà ora di andare a ma di Pietro si dimostra incapace di prendono cura di loro per il tempo letto ma io vorrei prima mangiare provvedere ai bisogni fondamentali necessario alla famiglia di origine qualcosa. del figlio, come nutrirsi e lavarsi, e del bambino per risolvere i propri A volte vorrei essere all’asilo, lì probabilmente avrà delle difficoltà problemi. si mangia tante volte, c’è il primo e anche nel provvedere ai bisogni Essere una famiglia affidataria è poi anche il secondo e le maestre mi emotivi e affettivi del piccolo. È possibile; l’affido è un'esperienza dicono che sono bravo perché fini- così che va vista questa situazione che permette di costruire nuovi le- sco sempre tutto. Invece Marco la- familiare: una mamma sola e in dif- gami, che coinvolge e arricchisce scia sempre la pasta nel piatto e io ficoltà, con grossi problemi di di- sia la propria famiglia sia quella del non capisco perché. Marco non mi pendenza da alcol e un compagno di minore che viene accolto. piace, perché tante volte mi prende bevute che qualche volta si ricorda Nel Legnanese è il Servizio Affi- in giro, dice che puzzo di pipì. Poi di portare il bambino all'asilo. di, gestito dall’Azienda So.Le, che si gli altri bambini ridono e tutti mi Che cosa si può fare per questa occupa di conoscere le famiglie affi- scherzano. Le maestre però mi di- famiglia? Quali aiuti possono offrire datarie, di raccogliere le richieste fendono sempre e qualche volta mi i servizi sociali e quali possiamo dei bambini in difficoltà e di effet- fanno un bagnetto. Sono proprio offrire noi cittadini? Certamente tuare quindi l'abbinamento tra la fortunato, perché gli altri bambini questa mamma avrà bisogno di un famiglia affidataria e il minore, te- non lo possono fare il bagnetto, io trattamento medico specializzato nendo conto delle esigenze di en- sì, si vede che io sono più bravo… per disintossicarsi e dovrà intrapren- trambi. Quasi quasi provo a svegliare la dere un percorso di terapia idoneo a In questo percorso la famiglia mamma, dorme sul divano da tanto superare o rafforzare le sue attuali affidataria non è lasciata sola ma tempo e io ho proprio fame. fragilità. viene sostenuta durante tutta la du- «Maaaaammaaaaaa!». Uffa, Ma dove starà Pietro mentre la rata dell’accoglienza dagli operatori non risponde, lei fa sempre così si mamma sarà lontana? Esistono va- del Servizio. rigira sul divano e dice: «Pietro, rie possibilità, ma considerata l’età non fare casino, non vedi che ho del bambino probabilmente la solu- È possibile avere maggiori infor- mal di testa!!». zione migliore sarebbe quella di mazioni sull'affido familiare telefo- Io non so bene cos’è questo mal permettergli di vivere per un po' di nando al numero: 334-8083016 op- di testa, ma la mamma ce l’ha sem- tempo in una famiglia affidataria pure inviando una mail a affi- pre. Mi sa che anche lei stasera non che lo accolga, lo accudisca e lo di@ascsole.it mangia. Però almeno può bere, per- educhi, mentre la mamma si fa aiu- ché sul tavolino ci sono tante botti- tare. glie vuote e un bicchiere ancora E quando la mamma starà me- A cura del Nucleo affidi del pieno, ma non sono le bottiglie glio? Allora Pietro potrà gradual- Legnanese, su richiesta della dell’acqua, io quelle le conosco. mente rientrare a casa per vivere di Commissione Famiglia Queste hanno un odore strano, c’è nuovo con lei. Ma il periodo tra- della Parrocchia 15
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 C arissimi amici La cara Africa, insieme a tante realtà belle e gioiose, ha anche tante povertà e sofferenze. In questi mesi i nostri missionari in Nord Camerun, già a dura prova e rischio per le attività terroristiche del gruppo islamista di Boko Haram, stanno mandando appelli per la grave siccità e fame che sta colpendo oltre 3 milioni di persone. Non posso, non possiamo rimanere indifferenti a tanta sofferenze. Per questo motivo il PIME ha lanciato una campagna di solidarietà, come meglio potete leggere qui sotto. Grazie di cuore a chi ha già risposto e a chi lo farà. Con amicizia e riconoscenza, P. Davide Sciocco N onostante l’allarme lanciato negli scorsi mesi, nell’Estremo Nord del Camerun circa tre milioni di persone stanno sof- frendo la fame. L’impegno dei missionari per far fronte all’emer- per far fronte a eventuali malattie. Nella situazione attuale, tantissime famiglie hanno raccolto chi un sac- genza. E il Pime lancia un progetto di emergenza per sostenere la co o due, chi addirittura mezzo sac- popolazione attraverso P. Davide. co di miglio. La situazione è dram- matica. Anche al mercato i prodotti di prima necessità scarseggiano e i prezzi sono saliti alle stelle. Ci tro- viamo di fronte a una situazione di grave emergenza – ribadisce il mis- sionario -. Famiglie intere non han- no più niente da mangiare perché i raccolti, nella migliore delle ipotesi, sono stati scarsi, e in molti casi completamente inesistenti». «Non ho mai visto una cosa del genere!» conferma Bouba, che lavo- ra da molto tempo con i missionari del Pime a Yagoua, a circa 150 chi- lometri di distanza, lungo la frontie- ra con il Ciad. Lui stesso non ha dubbi: «In vita mia, non ha mai vi- sto così tanta gente soffrire la fame. Molti di quelli che conosco ormai mangiano solo una volta al giorno. E solo miglio. Sono appena tornato «In 28 anni di Camerun, non ho mai visto niente del genere!». Padre Danilo drammatici che altrove ormai da diversi anni: a complicare le cose, nell’Estremo Nord del Camerun, si dal funerale di una parente. Al vil- laggio non hanno più nulla. Normal- mente, una famiglia consuma un Fenaroli non è persona di molte pa- aggiunge anche la crisi provocata da sacco di miglio al mese. Io ho cin- role. Certamente non è di quelle che Boko Haram. Il gruppo terroristico que figlie e se abbiamo anche un tendono a enfatizzare cose di poco nigeriano, infatti, continua a render- po’ di tuberi riusciamo ad andare conto. Se lancia un allarme, allora si protagonista di attacchi al di là e avanti un po’ più a lungo. Ma se significa che la situazione è davvero al di qua della frontiera. Il che ha abbiamo solo miglio, non si riesce a grave. Padre Danilo vive dal 1990 a spinto migliaia di persone a lasciare superare il mese. Ho visto tanta gen- Mouda, nell’Estremo Nord del Ca- le proprie case. Attualmente nelle te che sta soffrendo davvero. Verso merun, regione molto povera e ab- regioni più settentrionali del Came- Moutourwa, in particolare, non sono bandonata, estremamente vulnerabi- run ci sono quasi 100 mila profughi riusciti a raccogliere quasi niente». le dal punto di vista climatico. provenienti dalla Nigeria e 200 mila Insomma, una vasta regione del Colpita ciclicamente da siccità e sfollati interni. Un’emergenza Camerun sta morendo di fame e di carestie, si trova ora a fare i conti nell’emergenza. sete. E ben pochi sembrano esserse- con una delle emergenze più gravi. «Conosco famiglie che stanno ne accorti. Già negli scorsi mesi il Programma morendo di fame – testimonia padre alimentare mondiale (Pam) aveva Danilo -. Alcune di loro, quest’an- IL PROGETTO S136 CARE- lanciato l’allarme e le stesse autorità no, non hanno avuto alcun raccolto, STIA ESTREMO NORD CAME- del Camerun avevano parlato di per mancanza di piogge. E adesso RUN circa tre milioni di persone a rischio che la stagione secca si trascina ver- Per far fronte a questa grave situa- in questa regione, la metà in modo so il suo termine non hanno assolu- zione di insicurezza alimentare, la estremamente serio. Ma sono l’inte- tamente niente per nutrirsi». Fondazione Pime Onlus ha predi- ro bacino del lago Ciad ad essere «In media – ricorda il missiona- sposto un apposito progetto S136 colpiti da una grave carestia che rio – ogni famiglia raccoglieva dai Carestia Estremo Nord Camerun. riguarderebbe circa 7 milioni di per- 20 ai 30 sacchi di miglio che veni- L’obiettivo è duplice: identificare le sone. Non si tratta però solo delle vano gestiti in parte per nutrirsi persone più vulnerabili (vedove con conseguenze dei cambiamenti cli- (circa la metà) in parte per permet- bambini, famiglie numerose e disa- matici che qui sono più evidenti e tere ai bambini di andare a scuola o bili) e fornire 1.700 sacchi di miglio 16
COMUNITʵ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE ANNO L N° 3 GIUGNO 2018 a circa 8.500 beneficiari nei distretti 1. Conto corrente postale n. Onlus di Mayo Kani e Mayo Danay. Il 39208202 intestato a: Fondazio- costo del progetto è di 62.199 euro. ne PIME Onlus 3. Versamento on line con Carta di Chi volesse contribuire con una do- credito (Visa, CartaSì, Master- nazione può farlo versando alla 2. Bonifico bancario Credito Val- Card, American Express) Fondazione PIME Onlus mettendo tellinese S.C. - sede di Milano - o Paypal su https:/ la causale: progetto S136 Carestia San Fedele - IBAN IT 11 W /donazioni.pimemilano.com/ Estremo Nord Camerun con le se- 05216 01630 000000005733 guenti modalità: intestato a: Fondazione PIME Anna Pozzi (Mondo e Missione) nell'ospedale no e mezzo ma è nata con una for- di Zumbahua, ma di diabete molto rara e grave. qui vicino a Dobbiamo continuare a "bucarla" noi, perché ha giorno e notte nei piedini e nelle bisogno di manine per misurarle la glicemia e essere tenuta iniettarle in pancia l'insulina... E sotto controllo oltre a questo è anche epilettica, e giorno e notte, quindi deve prendere un sacco di non riesce ad medicine. E per colpa di queste due alzarsi né a malattie le basta pochissimo per mangiare da ammalarsi di qualsiasi cosa, per lei sola... La pic- anche una banale influenza rischia cola Sonia di essere gravissima. Qualche mese viveva con il fa aveva rischiato di morire proprio C arissimi bambini, ci teniamo a metterci vicino a nonno e la compa- gna del nonno, che però la maltrattava voi per ringraziarvi di cuore per i tantissimo: non la soldi che anche quest'anno avete lasciava andare a raccolto e ci avete mandato per i scuola per farla nostri bimbi. È un gran regalo che ci lavorare a casa, la fate, un gran regalo che ci aiuta a mandava in piena continuare ad accogliere qui nella notte fuori da sola nostra Casa de Los ninos di Quin- a pascolare le pe- dilli tutti i bambini e i ragazzi più core, tanti giorni bisognosi... non le dava nep- Qui per fortuna va tutto bene. In pure da mangia- questo momento abbiamo qui 19 re... E così abbiamo deciso di acco- a causa di un'influenza... Ma per bambini che vivono qui giorno e glierla a vivere a casa nostra. fortuna si è ripresa, e adesso sta be- notte. Il più piccolo, Jack, ha un Quand'è arrivata a novembre era ne! È una bambina buonissima, non anno e poco più, la più grande, Elsi- timidissima, faceva fatica anche a piange mai... ta, ha 17 anni... Ognuno di loro se è parlare... Nel corso dei mesi piano Vi ringraziamo davvero, se pos- qui non è mai per caso, c'è sempre piano invece ha cominciato ad aprir- siamo continuare a dare a Viviana un motivo, e non è mai un motivo si, e adesso dovreste vedere come tutte le cure di cui a bisogno è anche facile. Tutti loro hanno alle spalle gioca e chiacchiera con tutti i suoi grazie a voi, a voi e a tanti altri ami- qualche sofferenza... Ma in questo 'fratelli' e 'sorelle' qui di casa! È bel- ci in Italia che ci aiutano a farla vi- momento per fortuna stanno tutti lissimo vedere com'è contenta, vere e a prenderci cura di lei! bene! com'è felice di poter finalmente an- Vi mandiamo queste foto di Vi- Vogliamo raccontarvi un po' di dare a scuola, di poter giocare con viana e di Sonia, per farvi vedere i come stanno due delle nostre bimbe, le bambole: si vede che non aveva loro sorrisi, e sappiate che davvero sappiamo che già le conoscete un mai potuto giocare prima in vita quello che fate non è mai poco: ogni po'... Sono Sonia e Viviana. sua... É proprio vero che tante volte piccola goccia per noi è preziosa per Sonia ora ha 8 anni. È venuta a in Italia non ci rendiamo conto di continuare ad accogliere e seguire vivere a casa nostra perché la sua quanto siamo fortunati!! loro e tutti gli altri bambini che bus- mamma, Elsa, soffre di una malattia Anche la nostra piccola Viviana sano alla nostra porta e che hanno degenerativa a uno stadio ormai per fortuna in questo momento sta tanto bisogno. molto avanzato... È una malattia che abbastanza bene. Viviana però è una Grazie di cuore! Con affetto, le provoca continui spasmi, come se bambina così fragile e "speciale" non riuscisse mai a stare ferma. Or- che è impossibile sapere per quanto Laura, Olguita e tutti i bambini mai è proprio gravissima, vive fissa starà bene... Viviana ha solo un an- della Casa de los Ninos 17
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