REPORT SUI RISULTATI DELLA RICERCA SULLA VALUTAZIONE COSTI/BENEFICI DELLE PRATICHE PER IL MIGLIORAMENTO DEL BENESSERE ANIMALE - Febbraio 2022

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REPORT SUI RISULTATI DELLA RICERCA SULLA VALUTAZIONE COSTI/BENEFICI DELLE PRATICHE PER IL MIGLIORAMENTO DEL BENESSERE ANIMALE - Febbraio 2022
REPORT SUI RISULTATI DELLA RICERCA
SULLA VALUTAZIONE COSTI/BENEFICI
DELLE PRATICHE PER IL MIGLIORAMENTO
DEL BENESSERE ANIMALE
Febbraio 2022
REPORT SUI RISULTATI DELLA RICERCA SULLA VALUTAZIONE COSTI/BENEFICI DELLE PRATICHE PER IL MIGLIORAMENTO DEL BENESSERE ANIMALE - Febbraio 2022
Documento realizzato nell’ambito del Programma
Rete Rurale Nazionale 2014-22

Piano di azione biennale 2021-23
Scheda progetto CREA 24.1 Benessere animale; riduzione
dell’impiego di antibiotici in allevamento e competitività settore
zootecnico

Autorità di gestione: Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali Ufficio DISR2

Dirigente: Paolo Ammassari

Responsabili: Maria Carmela Macrì - Manuela Scornaienghi

WP2- Diffusione dell’innovazione
Responsabile: Marisanna Speroni

Autrici: Marisanna Speroni - Felicetta Carillo

Impaginazione e grafica: Roberta Ruberto

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Premesse
Il benessere degli animali è prima di tutto un aspetto etico e sociale che ha valore in
sé ed è un presupposto delle produzioni animali.
L’Unione Europea riconosce gli animali come esseri senzienti (trattato di Lisbona, 2007) cioè in grado
di soffrire dolore e coscienti dell’ambiente in cui vivono, delle relazioni con i co-specifici, le altre specie
animali e gli umani. In conseguenza di tali principi, il benessere animale è un bene pubblico ed un
fattore irrinunciabile della sostenibilità sociale delle produzioni zootecniche; ciò non toglie che i fattori
economici ad esso connessi siano altrettanto fondamentali aspetti da considerare nel valutare la
sostenibilità nel suo complesso.

Rispettare, monitorare, mantenere, migliorare il benessere degli animali allevati ha
anche implicazioni economiche.
Il benessere degli animali è un problema economico per diversi motivi. Buone pratiche per il
benessere animale possono migliorare le prestazioni economiche di un allevamento soprattutto
attraverso il miglioramento della salute animale che può avere sia effetto positivo sulle produzioni,
sia di riduzione dei costi associati alle patologie. Inoltre, la gestione del benessere animale ha forti
implicazioni sull’uso delle risorse; interventi di miglioramento delle condizioni di benessere possono
influire notevolmente, anche negativamente, sull’efficienza tecnica del processo produttivo; ad
esempio, per mezzo di una minore produzione complessiva o di un elevato uso di input
Schematizzando per necessità di semplificazione e analisi, i principali effetti economici connessi al
benessere animale derivano da:
a. effetti del benessere animale sulla efficienza biologica e tecnica; è provato che gli effetti cronici
   dello stress derivanti da uno scarso benessere possono portare a cambiamenti metabolici avversi,
   con effetti significativi su salute animale e produttività, con conseguente aumento dei costi di
   produzione; un buon livello di benessere animale ha effetti positivi sulla produzione, la longevità,
   i ricavi.
b. costi diretti per mantenere o migliorare il benessere animale;
c. incentivi pubblici;
d. comportamento del consumatore e del mercato.

Questo report tratta dell’attività svolta nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale, Piano
Biennale 2019-2020, scheda CREA 24.1- Benessere animale; riduzione dell’impiego di antibiotici in
allevamento e competitività settore zootecnico, WP2- Diffusione dell’innovazione e riguarda
principalmente gli aspetti a) e b).

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Incentivi pubblici
La scheda prevedeva anche un’attività di supporto all’elaborazione di documenti o linee d’indirizzo
strategico per il Piano strategico nazionale della PAC post 2020, inerente al punto c); tale attività si è
concretizzata soprattutto mediante la partecipazione al tavolo tecnico scientifico “nuova PAC”
istituito dal Direttore Generale del CREA con decreto 288 dell’8/3/2018; i risultati sono confluiti in
documenti diversi da questo rapporto. Tale attività non contemplava una valutazione delle
implicazioni economiche, ma si ritiene sintetizzare, in premessa, quanto emerge dalla letteratura e
dalle nostre ricerche nell’ambito di altri progetti.
Nella maggior parte dei casi, l’adempimento di requisiti di legge o di impegni di condizionalità relativi
al benessere animale impone un aumento di costi per le aziende. Tuttavia, generalmente, a lungo
termine, il guadagno non risulta inferiore, in quanto l’applicazione di nuovi metodi e tecnologie che
migliorano il benessere tendono a migliorare la produttività. Inoltre, la perdita di concorrenti a causa
della mancata conformità può aumentare la quota di mercato che rimane per chi si adegua.

Comportamento del consumatore
La scheda non prevede attività specifiche riguardo al punto d) che non viene pertanto trattato in
questo report. Si ritiene però opportuno fare alcune considerazioni in premessa per quanto questo
aspetto influisce sugli altri.
Il fatto che il benessere animale sia un valore in sé e non possa essere considerato un mero prodotto
di mercato non toglie che i prodotti di origine animale possano vantare l’attributo benessere animale.
Esaminando i sondaggi e le statistiche sul comportamento dei consumatori, si può riscontrare un
atteggiamento ambiguo nei confronti dell’attributo benessere animale; da un lato si osserva una
preoccupazione per il benessere degli animali e una tendenziale ascesa del consumo etico; d’altra
parte, si osserva che, sebbene esprimano preoccupazione per il benessere degli animali in
allevamento, i consumatori non cambiano necessariamente le loro abitudini alimentari (Velde et al.
2002).
L’effettiva disponibilità a pagare per prodotti più compatibili con il benessere degli animali è stata alla
base di molti studi che tendevano a verificare la convenienza di differenziare gli alimenti di origine
animale mediante certificazione o etichettatura. Per quanto riguarda il latte e i prodotti caseari, non
vi sono evidenze conclusive, ma dalla letteratura si deduce che l’approccio “disponibilità a pagare” è
potenzialmente fuorviante. Alcuni autori (Harvey e Hubbard, 2013) propongono un diverso approccio
e ipotizzano che sia razionale una politica mirata a sovvenzionare il consumo piuttosto che la
produzione di prodotti associati ad elevati standard di benessere animale.
 Una delle ragioni che rende difficile l’analisi è che, spesso, il consumatore non ha adeguata
conoscenza e consapevolezza degli aspetti tecnici connessi alle produzioni animali; generalmente è
più sensibile ad alcuni aspetti di benessere animale piuttosto che ad altri: stabulazione fissa delle
bovine, mancanza totale del pascolo (Schuppli et al., 2014); separazione del vitello dopo il parto
(Ventura et al., 2013), la mancanza di accesso al pascolo (Schuppli et al., 2014), decornazione e
castrazione (Vasseur et al., 2010 ).

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Inoltre, gli atteggiamenti negativi dei consumatori e le preoccupazioni nei confronti dei sistemi di
produzione intensiva non sono equamente distribuiti tra le diverse specie di allevamento (Alonso et
al., 2020). Le condizioni di allevamento di polli da carne e galline ovaiole sono considerate le peggiori
in relazione al benessere degli animali da allevamento. Le differenze nelle preoccupazioni relative alle
diverse specie animali si riflettono anche nella disponibilità a pagare per prodotti rispettosi del
benessere; la metanalisi di Clark et al. (2017) produce la seguente classifica della disponibilità a pagare
in base alle diverse tipologie di allevamento, nell’ordine da minore a maggiore: suini, pesci, polli da
carne, galline ovaiole, vacche da latte e da carne. Colpisce la relativa scarsa disponibilità a pagare per
il miglioramento del benessere nell'allevamento suino; una possibile spiegazione è che in alcuni paesi
i consumatori ritengono che i miglioramenti debbano essere apportati dall'applicazione della
legislazione e non dai prezzi maggiorati (Lagerkvist e Hess., 2011). Un altro motivo potrebbe essere
che i consumatori danno maggiore peso ad altri attributi della carne suina (Grunert et al., 2006).
Differenze nell'attitudine e nella disponibilità a pagare per prodotti favorevoli al benessere sono
emerse anche in base alle caratteristiche sociodemografiche (Clark et al., 2017).
 Inoltre, le diverse opinioni dei consumatori sul benessere degli animali da allevamento possono
essere guidate più dalle percezioni che dai fatti. Sembra che le preoccupazioni dei consumatori e la
disponibilità a pagare per prodotti provenienti da sistemi con livelli elevati di benessere degli animali
da allevamento coesistano con bassi livelli di conoscenza delle questioni relative all'allevamento in
generale e al benessere animale in particolare. Ciò può essere spiegato dalla crescente distanza
mentale e fisica tra consumatori e produttori; molti consumatori non hanno alcuna esperienza diretta
del benessere degli animali e nessuna comunicazione con i produttori. Le informazioni derivate dai
mass media si concentrano spesso su questioni negative o sono fornite da fonti animaliste.
Un mezzo per aumentare le conoscenze pertinenti potrebbero essere le visite in azienda, perché ciò
consentirebbe ai consumatori di sperimentare e apprendere cosa comporta l'agricoltura e come
vivono gli animali, ma una parte dei consumatori tende a non voler pensare al legame tra animali
vivi e prodotti alimentari (Harper e Henson, 2001); la comunicazione di chi commercia e distribuisce
ha spesso sfruttato questa propensione alla dissociazione tra alimenti animali e animali vivi; o, in
alternativa ha mostrato animali vivi in condizioni ideali distanti da quelle reali di allevamento. Sarebbe
importante fornire informazioni che non aumentino la dissociazione, ma piuttosto favoriscano la
presa di responsabilità politica da parte dei cittadini-consumatori come partecipanti a un mercato
libero; una maggiore diffusione di aspetti anche tecnici aiuterebbe a formare "consumatori
eticamente competenti" (Miele e Evans, 2010) a prendere decisioni di acquisto informate; alcuni
consumatori potrebbero non voler accettare questa responsabilità e preferire delegarla ai governi o
ad altri partecipanti alla catena alimentare, oppure dichiarare di non poter gestire tutte le
informazioni sugli alimenti etichette in quanto sono troppo complesse o di non fidarsi delle
informazioni presentate. In ogni caso, un maggiore livello di educazione dei consumatori è
auspicabile.

Le strategie per soddisfare le esigenze dei consumatori potrebbero essere un'opportunità di business,
consentendo agli allevatori di continuare a operare in modo sostenibile più rispettoso del benessere
ed essere ancora economicamente redditizi. Allo stesso modo, da un punto di vista psicologico, gli
allevatori possono trarre beneficio perché non amano essere visti come incompetenti o indifferenti
agli animali sotto la loro cura (Broom, D.M. 2017).

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Nonostante le differenze nella percezione su questo argomento, negli ultimi anni c'è stata
innegabilmente una crescente preoccupazione nella società circa gli effetti che l'intensificazione dei
sistemi di produzione animale potrebbe avere. Questa evoluzione ha portato a ritenere che la
disponibilità a pagare gli aumenti di prezzo connessi a livelli più elevati di benessere animale possa
essere promossa attraverso un'adeguata informazione sulle condizioni di gestione e stabulazione
delle diverse specie di allevamento. I prodotti favorevoli al benessere potrebbero essere
adeguatamente etichettati con informazioni chiare fornite da un sistema di monitoraggio accettato a
livello internazionale, trasparente e tracciabile, aumentando la fiducia dei consumatori nei
partecipanti alla catena alimentari. I consumatori-cittadini potrebbero avere il potere di migliorare il
benessere degli animali d'allevamento: come consumatori assumendosi le proprie responsabilità,
acquistando prodotti che rispettano il benessere, come cittadini guidando la legislazione per
raggiungere standard minimi di benessere più rispondenti alle esigenze degli animali. Le politiche e le
norme di alcuni paesi potrebbero anche migliorare il benessere degli animali in altri paesi che hanno
politiche e legislazioni ma vogliono esportare i loro prodotti.

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Stato dell’arte
L’economia del benessere animale (the economics of animal welfare) è materia di studio piuttosto
recente (Gibson, 2017; Norwood e Lusk, 2011; Vetter et al. 2014; Webster, 1982) che prevede un
approccio multidisciplinare ed è complicata dal fatto che richiede di comparare costi e benefici non
sempre tutti quantificabili in termini monetari. La caratterizzazione del benessere animale come bene
pubblico e delle esternalità che ne derivano è tuttora oggetto di dibattito.
A livello di azienda zootecnica, le performance economiche sono influenzate dal benessere animale
principalmente per mezzo degli effetti del benessere animale sul processo produttivo e sugli output.
(Figura 1); il benessere animale è influenzato dal management aziendale che decide quanti e quali
fattori impiegare per ottenere gli output.

Figura 1. Benessere animale e prestazioni economiche

La figura 1 schematizza il ruolo dell’attributo benessere animale nel processo produttivo secondo un
modello teorico che non considera effetti causali diretti delle prestazioni economiche sul benessere
animale (Henningnsen et al., 2017), ma considera gli aspetti economici del benessere animale
soprattutto come conseguenza del benessere animale sulla produttività e la riduzione dei costi di
produzione.

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Rapporto tra benessere animale e produttività
Frequentemente, i rapporti tra benessere animale e produttività vengono rappresentati per mezzo
di curve simili a quella della figura 2. Curve con questi andamenti state spesso usate (McInerney et
al., 2004) per ipotizzare che i costi per raggiungere un certo livello di benessere animale si ripagano
in termini di produttività sino ad un determinato livello; portare il benessere animale a livelli maggiori
ha costi che non danno un ritorno in termini di maggiori ricavi da maggiore produzione o riduzione
dei costi.

        Figura 2. Modello teorico del rapporto tra produttività e benessere animale.

 La figura 2 è una semplificazione teorica e non può rappresentare la complessità della realtà delle
produzioni zootecniche; può risultare di scarsa utilità ai fini di valutazioni empiriche, ma sembra
essere un modello ben accettato tra gli economisti per rappresentare l’evoluzione del rapporto tra
benessere e produttività. L'addomesticamento di animali selvatici e il successivo allevamento hanno
portato a miglioramenti sia alla produttività degli animali sia al benessere degli animali, ma l'eccessiva
intensificazione può condurre a riduzioni sia della produttività sia del benessere.
La varietà di sistemi di allevamento esistenti, può essere immaginata distribuita su una serie di punti
sulla curva della figura 2. I sistemi intensivi si collocano probabilmente nella fase discendente della
curva, i sistemi estensivi più in alto sulla curva e le produzioni biologiche, tra i sistemi estensivi e quelli
intensivi, in una parte alta della curva, ma già nella fase discendente. Analogamente, anche le singole
aziende possono essere immaginate allineate lungo la curva.
Le produzioni animali nei paesi sviluppati hanno subito notevoli cambiamenti negli ultimi 50 anni; in
Europa tali cambiamenti sono stati fortemente influenzati dalle politiche comunitarie e nazionali che
hanno spinto verso la produzione di elevate quantità di cibo a prezzi accessibili; questo ha orientato
verso sistemi sempre più efficienti in termini di costo/unità di prodotto; la tendenza ad alimenti
sempre meno costosi è stata ulteriormente favorita da fattori di mercato e in particolare dalla
competizione tra produttori, trasformatori e distributori.

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Per alcuni aspetti, il benessere degli animali allevati è migliorato nel corso di questo processo (si pensi
ai sistemi di alimentazione e al trattamento delle patologie infettive), ma è innegabile che il
miglioramento dell’efficienza sia stato ottenuto principalmente per mezzo di una crescente
intensificazione e che questa sia ora fonte di preoccupazione riguardo ai livelli di benessere animale.
Ci troviamo quindi di fronte alla necessità di conoscere e gestire eventuali conflitti tra benessere
animale e benessere economico dell’allevatore.

Redditività degli investimenti per mantenere e migliorare il benessere animale
Miglioramenti di base del benessere possono essere ottenuti a basso costo, ma i progressi verso
standard di benessere "alti" possono diventare sempre più costosi. D’altra parte, il miglioramento del
benessere animale favorisce la riduzione di altri costi; la redditività risulta quindi dal bilancio tra costi
di investimento, riduzione dei costi dovuti all’investimento e miglioramento delle performances
causato dall’investimento
La riduzione dei costi associata a miglioramenti del benessere animale è spiegata principalmente dagli
effetti positivi sullo stato sanitario. Un buon livello di benessere animale favorisce una riduzione dello
stress e una buona risposta immunitaria che, a sua volta riduce il rischio di patologie.
La letteratura scientifica (Krawczel et al., 2008; Nishida et al., 2004) riporta che il miglioramento di
alcuni aspetti del benessere animale ha un impatto positivo sulla redditività complessiva delle aziende
agricole nel medio-lungo termine e gli interventi di miglioramento del benessere animale portano a
un aumento della produzione e alla riduzione dei costi di produzione.
Per il contesto nazionale rimane interessante lo studio realizzato alcuni anni fa da CRPA in 15 aziende
che producevano latte destinato a Parmigiano Reggiano (Menghi et al., 2009). L’indagine evidenziava
che, in media, le aziende con la maggiore produttività avevano livelli benessere animale elevati e che
le aziende con elevato livello di benessere animale avevano costi di produzione inferiori.
Una nostra analisi di due casi studio (Speroni et al. 2015) ha confermato che gli investimenti per
migliorare o mantenere il benessere animale, si ripagano, nel medio e lungo termine, attraverso una
maggiore produzione, maggiore salute degli animali e conseguente riduzione dei costi di produzione;
tuttavia, nel breve termine, una gran parte delle spese rimane completamente a carico
dell’allevatore, se non supportata da una sovvenzione pubblica o da prezzi di mercato che
riconoscano una differenziazione del prodotto.
In due nostri esperimenti in allevamento bovino da latte (Speroni et al, 2013) abbiamo verificato che
l’investimento per installare pavimenti di gomma su vecchi pavimenti in cemento grigliato aveva un
effetto positivo sulla salute dei piedi tale da giustificarne la convenienza economica (Speroni e
Gastaldo, 2015; Gastaldo et al 2014). Questi risultati confermano quanto ottenuto da altri ricercatori
sperimentando l’uso di pavimenti in gomma su pavimenti pieni.
Altri esperimenti hanno dato evidenza degli effetti economici del miglioramento delle aree di riposo,
in particolare mediante i diversi sistemi di riempimento delle cuccette. Cuccette più confortevoli
risultano significativamente più usate aumentando i tempi di riposo con effetti favorevoli sia sulla
quantità di latte prodotto, sia sulla prevalenza di zoppie.
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Entrambi i due aspetti ora ricordati (comfort nel movimento e nel riposo) sono fortemente influenzati
dal grado di sovraffollamento della stalla; gli effetti economici del sovraffollamento sono stati
ampiamente studiati, sia nell’ottica di ottimizzare le risorse e quindi lo spazio per animale, sia per
misurare gli effetti negativi del sovraffollamento sulla salute e il benessere animale.
Nelle bovine da latte, il sovraffollamento riduce la libertà di esprimere i comportamenti naturali e
specifici (Wechsler, 2007), può avere un effetto fortemente negativo sui tempi di riposo (Grant et al.,
2004), e il tempo di riposo sulla produzione di latte (Speroni e Federici, 2006). Bach et al., 2008 hanno
stimato una maggiore produzione di 7,5 kg di latte per ogni cuccetta in più nel range 0,4-1,8
cuccette/vacca. Il sovraffollamento ha effetti negativi anche sul tasso di concepimento. Tuttavia, è
stato anche osservato che un certo grado di sovraffollamento, espresso come numero di animali in
eccesso rispetto al numero di cuccette disponibili e/o allo spazio in mangiatoia, poteva migliorare il
ritorno per l’investimento sulle strutture per le la stabulazione libera (De Vries et al., 2005).
Con tali premesse e in considerazione dello stato dell’arte è stata realizzata una Indagine mediante
banca dati RICA sulla relazione tra disponibilità di spazi di stabulazione e prestazioni economiche degli
allevamenti bovini da latte.
A questo primo studio, ne sono seguiti altri che hanno analizzato fonti informative integrative
differenti:
•     Indagine su aspetti gestionali inerenti al benessere animale e bilancio economico di 30 aziende
      specializzate nell’allevamento bovino da latte nelle province di Brescia e Mantova.
•     Valutazione di investimenti per il miglioramento del benessere animale dei bovini da latte in 10
      casi di studio.

Indagine mediante banca dati RICA sulla relazione tra disponibilità di spazi di
stabulazione e prestazioni economiche degli allevamenti bovini da latte 1.
È stata condotta un’indagine per studiare la relazione tra prestazioni economiche e superficie totale
delle stalle di allevamenti bovini da latte considerata come proxy della densità di stabulazione. Nel
campione RICA analizzato, le aziende con il maggiore spazio di stabulazione, in un intervallo compreso
tra 2m2 /UBA e 14 m2/ UBA, mostravano le migliori prestazioni economiche; metà delle aziende
presentava un valore di spazio di stabulazione inferiore a 8 m2. Pertanto, sembra economicamente
sostenibile e auspicabile un miglioramento delle condizioni di stabulazione nella popolazione
rappresentata dal campione oggetto di studio: le aziende specializzate per la produzione del latte
bovino della pianura delle 4 regioni che producono circa il 78% del latte italiano. I risultati sembrano
confermare quanto già evidenziato da una parte della letteratura, e cioè che una maggiore attenzione
al benessere animale sia da valutare positivamente non solo come una questione etica, ma anche

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      I risultati preliminari di questa indagine sono stati presentati al 23° Congresso dell’Associazione Scientifica di Produzioni Animali
    (ASPA 23rd Congress Book of Abstracts, Italian Journal of Animal Science, 18:sup1, O123, pag 81, DOI:
    10.1080/1828051X.2019.1622269). I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sul sito www.reterurale.it
    (https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23087).
                                                                     10
come fonte di aumento di produttività della mandria e/o di migliore gestione della stalla, con impatti
positivi su ricavi e costi aziendali.

Indagine su aspetti gestionali inerenti al benessere animale e bilancio economico di
30 aziende specializzate nell’allevamento bovino da latte nelle province di Brescia e
Mantova.
Valore e limiti nell’uso dei dati RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola)
L’ “Indagine mediante banca dati RICA sulla relazione tra disponibilità di spazi di stabulazione e
prestazioni economiche degli allevamenti bovini da latte” (Speroni e Carillo, 2021), consentendo di
correlare la variabile spazio di stabulazione con alcuni indicatori economici, ha suggerito che la banca
dati RICA possa essere utile per lo studio delle più probabili conseguenze economiche derivanti
dall’adozione di tecniche produttive rispettose del benessere animale, ma ha anche evidenziato i
limiti informativi dei dati RICA quando questi sono usati per scopi diversi da quelli originali.
Il valore specifico della RICA risiede principalmente nel fatto di essere una fonte di dati
microeconomici, rilevati con metodiche armonizzate e quindi coerenti (sommabili) e confrontabili tra
i paesi membri e nel tempo. A partire dal nucleo comune, le banche dati nazionali della RICA si sono
evolute, raccogliendo dati supplementari, grazie ai quali sono state ampiamente utilizzate a scopo di
ricerca non solo economica. Ad esempio, molti studi basati sui dati RICA hanno riguardato la
sostenibilità ambientale (Czyżewski et al., 2020; Dillon et al., 2016; Ehrmann, 2008; Hennessy et al.,
Kelly, 2018). Pochi studi hanno utilizzato la RICA per studiare la sostenibilità in termini di benessere
animale. Dolman et al. (2014), confrontando il ciclo dei nutrienti di allevamenti bovini da latte
olandesi, hanno utilizzato dati supplementari che comprendevano anche il numero di ore trascorse
al pascolo come proxy del benessere animale. I motivi del limitato utilizzo della RICA per lo studio del
benessere animale sono sicuramente legati alla scarsa presenza di variabili direttamente rilevanti per
questo tipo di valutazione, mentre l’utilizzo di variabili proxy non rilevate a tale scopo pone dei
problemi interpretativi.
Ad esempio, le spese veterinarie potrebbero essere utilizzate come indicatore dello stato sanitario
degli allevamenti, ma andrebbero valutate in un arco temporale lungo e insieme ad altri indicatori,
anche esterni alla rilevazione RICA. La cautela interpretativa è doverosa, poiché, ad esempio, una
variazione delle spese veterinarie nel corso dei decenni passati potrebbe essere valutata come
indicatore di un cambiamento dello stato sanitario degli allevamenti, oppure come indicatore di una
diminuita o aumentata attenzione e disponibilità a curare. Riferita invece al contesto attuale, una
diminuzione delle spese veterinarie osservata negli anni a venire potrebbe, con maggiore probabilità,
essere spiegata da un successo delle attuali politiche di riduzione dell’antimicrobico-resistenza.
Come evidenziato in Speroni e Carillo (2021), un altro dato potenzialmente informativo sul benessere
a livello aziendale è la superficie delle stalle; supponendo che questo dato sia proporzionale allo
spazio di stabulazione disponibile per ogni singolo animale, può essere utilizzato per studiare un
aspetto molto importante del benessere animale. Tale indicatore è piuttosto approssimato, dato che
dalle rilevazioni RICA non è possibile avere informazioni su come viene utilizzata tale superficie, cioè
quanta parte della superficie delle stalle è dedicata all’alimentazione, al riposo, allo smistamento;
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informazioni che sarebbero importanti per effettuare una migliore valutazione sulle caratteristiche
della stabulazione e sui possibili effetti della gestione della stalla sul benessere animale.
Lo scopo principale dell’attività di cui si riferisce in questa sezione del documento, è stato quello di
verificare la possibilità di integrare i dati derivanti dalla rilevazione canonica della RICA con una
indagine ulteriore ad hoc, al fine di ottenere informazioni di dettaglio utili quali indicatori del
benessere animale. A tal fine è stato selezionato un sotto-campione della RICA per la regione
Lombardia ed è stata effettuata una raccolta integrativa di dati in allevamenti specializzati in bovini
da latte.
L’emergenza pandemica ha determinato un forte rallentamento sui tempi previsti di realizzazione
dell’indagine ed ha anche, in parte, modificato la metodologia d’indagine.

Rilevazione dei dati supplementari
Per l’indagine integrativa è stato selezionato un gruppo di aziende presenti nelle province di Brescia
e Mantova. Le aziende sono state intervistate telefonicamente nel periodo da agosto a novembre
2020, e le informazioni sono state riferite all’anno 2019.
Una delle difficoltà incontrate è stata la numerosità campionaria della RICA, eccessivamente limitata
per gli strati scelti (provincia e specializzazione in bovini da latte). Al fine di arrivare ad una numerosità
adeguata a rappresentare il fenomeno analizzato, si è deciso quindi di integrare le interviste con altre
aziende, appartenenti alla stessa provincia e con stessa specializzazione produttiva, non ricadenti nel
campione RICA.
In dettaglio, per la provincia di Brescia sono state intervistate 4 aziende RICA e 11 aziende non RICA;
per la provincia di Mantova le interviste RICA sono 15, non è stato dunque necessario integrarle con
aziende fuori dal campione. Per le aziende appartenenti alla RICA sono state rilevate soltanto le
informazioni tecniche.
Le informazioni da raccogliere sono state definite anche con la collaborazione dei tecnici rilevatori
considerando la fattibilità delle misure, i tempi, le competenze e le limitazioni imposte dallo stato di
emergenza. Questa interlocuzione metodologica preliminare è stato un processo iterativo che è da
ascrivere anche ai risultati in quanto ha fornito alcune utili indicazioni generali circa la fattibilità di
raccolta di informazioni aggiuntive da parte dei rilevatori RICA o eventuali altri soggetti. Di seguito si
riportano le categorie di informazioni supplementari rispetto a quanto rilevato con RICA che sono
state ritenute rilevabili e utili a caratterizzare gli allevamenti.
       •   Pascolo: superficie, periodo.
       •   Numero addetti allevamento; ore settimanali spese per pulizia, mungitura,
           alimentazione.
       •   Numero di vacche, percentuale di primipare; numero manze e manzette, vitelli.
       •   Disponibilità di locale parto e locale infermeria
       •   Numero di poste in sala mungitura; numero di robot mungitura.
       •   Tempi di separazione del vitello dalla madre.
       •   Modalità di somministrazione del colostro: tempi, quantità, tipo, uso di colostrometro o
           rifrattometro, presenza di banca del colostro.
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•   Svezzamento: tempi, tipo di latte impiegato.
       •   Frequenza mascalcia; uso di bagni podalici.
       •   Asciugatura: uso sigillante, modalità uso antibiotici (selettiva o a tappeto).
       •   Rilevamento calori: modalità, strumenti.
       •   Presenza misuratore produzione.
       •   Presenza software gestionale.
       •   Rilevazione Ruminazione.
       •   Presenza robot alimentazione.
       •   Analisi latte in linea alla mungitura.
       •   Destinazione latte.
       •   Mortalità vitelli.
       •   Età vacche 1° parto.
       •   Numero lattazioni.
       •   Cellule somatiche.
       •   Grasso nel latte.
       •   Proteine nel latte.

Riguardo alle stalle e ai fabbricati usati dagli animali sono state raccolte le seguenti informazioni:
tipologia (stalla, sala di mungitura, infermeria).
      •    Numero animali stabulati.
      •    Superficie coperta.
      •    Superficie scoperta.
      •    Anno fabbricazione.
      •    Tipo di stabulazione (Fissa, Libera a Lettiera, libera a cuccette.).
      •    Uso della paglia.
      •    Uso della segatura.
      •    Uso di materassini/tappetini.
      •    Presenza di pavimento grigliato/fessurato.
      •    Modalità di raffrescamento/condizionamento.
      •    Tipologie, numero e misure abbeveratoi.
      •    Adeguatezza gabbie per vitelli

Inoltre, sono state rilevate le caratteristiche principali delle razioni. Per ciascuna razione destinata
alle differenti categorie di animali è stato chiesto se venisse fatto ricorso a unifeed e a pascolo, quali
insilati e quali fieni fossero impiegati.

Caratteristiche aziendali
Delle 30 aziende oggetto d’indagine la maggior parte sono ubicate in pianura, due in collina e due in
montagna; le due aziende della montagna sono le sole che fanno ricorso al pascolo nel periodo
primaverile-estivo. La maggior parte delle aziende alloggia le bovine in strutture a stabulazione libera
tranne le due della montagna, una della collina ed una di piccole dimensioni della pianura.

                                                    13
Le superfici aziendali sono medio piccole, con 18 aziende con SAU
Sedici aziende hanno strumenti per facilitare l’individuazione dell’estro (collare o podometro o analisi
del progesterone nel latte) di questi 5 misurano anche la ruminazione.

Parametri produttivi e riproduttivi
I dati che indicano la salute, la longevità e la fertilità sono mediamente accettabili (Tabella 5A).

Elementi di discussione, conclusioni e prospettive
 La limitata dimensione del campione ne riduce la rappresentatività statistica, ma riesce a
  comprendere una variabilità sufficientemente ampia in termini di struttura aziendale e tecniche
  di allevamento; mancano però gli allevamenti di grandi dimensioni (>300 vacche). Ci aspettiamo
  che l’associazione di dati economici con le misure e gli indici che abbiamo identificato come
  potenziali proxies del benessere animale ci permetta, a breve, di formulare una più solida
  valutazione riguardo al rapporto costi/benefici che la raccolta integrativa di dati ha comportato;
  intanto il metodo di lavoro applicato consente di fare alcune considerazioni generali:

 integrare i dati RICA con informazioni non economiche può richiedere competenze che
  tradizionalmente non sono richieste al rilevatore RICA; ad esempio, gli aspetti relativi alle
  caratteristiche di stabulazione richiederebbero una verifica diretta. Il maggiore dettaglio
  (superficie totale, stalle, stalle per vacche dal latte) che è stato ottenuto mediante intervista e/o
  dato documentale sembra non avere aggiunto valore alla misura già presente in RICA nella forma
  aggregata che è stata utilizzata come proxy nella precedente indagine.

 la politica di riservatezza adottata dalla RICA rende difficile affidare ad eventuali soggetti terzi
  specializzati diversi dai rilevatori RICA;

 il rispetto del segreto statistico e della privacy, come definito nelle norme nazionali (D.lgo 6
  settembre 1989 n. 322) nei regolamenti comunitari (Reg. CE 1217/2009 e Reg. 2016/679 – GDPR),
  limita inoltre l’uso del dato elementare; le singole aziende non possono essere utilizzate come
  casi di studio in quanto i dati vanno riportati soltanto come medie aziendali, riferite ad un numero
  minimo di cinque unità.

                                                    15
Tabella 1A. Statistica descrittiva delle dimensioni degli allevamenti oggetto d’indagine
           statistiche                    UBA            numero capi                 numero vacche                      numero manze e manzette                            numero vitelli

media                                     148,6                   197,6                               102                                                   60                               35

numero osservazioni                           30                        30                                30                                                28                               28

min                                       11,56                         15                                 8                                                    3                             2

max                                         377                        449                            225                                                  220                              100

Tabella 2A. Statistica descrittiva addetti all’allevamento e tempo dedicato alle diverse attività
        Variabile            Numero addetti              Numero              Numero capi/addetto Pulizia (ore/settimana)                     Mungitura                        Alimentazione
                              allevamento             vacche/adetto                                                                       (ore/settimana)                    (ore/settimana)

media                       2,5                 41,7                         79,8                         20,4                       52,0                            23,03

numero osservazioni         30                  30                           30                           30                         30                              30

min                         1                   4                            8                            7                          20                              7

max                         5                   80                           151,5                        135                        91                              56

Tabella 3A. Statistica descrittiva indici superfici di stabulazione
                                Tot/uba             Tot/capi      Tot/vacche                 Stalle/uba                Stalle/capi              Stalle/vacche             Stalle vacche/vacche

media                 12,4                    9,2               17,4                  10,3                       7,6                      14,5                      10,9

Dev. St.              5,1                     2,9               6,8                   4,4                        2,6                      5,8                       4,9

                                                                                               16
Tabella 4A. Statistica descrittiva numero di poste in sala di mungitura

media                                 12,4

numero osservazioni                   25

min                                   8

max                                   26

moda                                  8

Tabella 5A. Statistica descrittiva prestazioni
                         Età vacche, anni Durata vacche, anni        % primipare             Numero lattazioni   Età primo parto, mesi          Mortalità vitelli, %

media                    5                 4                    29                      4                        25                      6,8

numero osservazioni      30                30                   30                      29                       30                      30

min                      2,5               2,5                  5                       2                        18                      1,0

max                      10                8                    65                      8                        30                      25,0

                                                                                   17
Valutazione di investimenti per il miglioramento del benessere animale dei bovini
da latte in 10 casi di studio
Obiettivo dello studio è valutare gli investimenti necessari a migliorare il livello di benessere animale
o a mantenere un adeguato livello in allevamenti bovini da latte di Lombardia ed Emilia-Romagna,
regioni che insieme producono circa il 60% del latte italiano. Questa area geografica è caratterizzata
dalla predominante presenza di allevamenti intensivi in gran parte a stabulazione libera, ma, in
particolare in Emilia-Romagna, è ancora consistente la quota di allevamenti a stabulazione fissa.
Sono stati individuate 10 aziende in modo da avere casi diversi per collocazione geografica e
altimetrica, tipo di stabulazione e struttura aziendale (dimensione allevamento).
Gli allevamenti selezionati sono stati valutati al fine di individuare le criticità riguardo allo stato di
benessere degli animali; sono stati quindi valutati gli interventi che sono potenzialmente in grado di
superare tali debolezze.

Materiali e metodi
Sono state selezionate 10 aziende ubicate nelle province di Lodi, Parma, Reggio Emilia e Modena; 3
con stabulazione a posta fissa e 7 a stabulazione libera con cuccette (tabella 1B)

Tabella 1B. Stratificazione aziende selezionate
                                                 Cuccette                          Posta Fissa

Montagna

Reggio Emilia                       -                                  2

Pianura

Lodi                                2                                  -

Modena                              1                                  -

Parma                               3                                  1

Reggio Emilia                       1                                  -

Il livello di benessere animale a livello aziendale è stato valutato da tecnici di Fondazione CRPA Studi
Ricerche (F.C.R.S.) mediante metodologia IBA (Indice di Benessere Allevamento). Due tecnici formati
e specializzati in questo metodo di valutazione hanno visitato le aziende nei mesi di ottobre e
novembre 2020.

L’Indice di Benessere Allevamento (IBA) è un sistema di valutazione del benessere animale che
prevede sia rilievi indiretti basati sui sistemi di stabulazione adottati e su parametri gestionali, sia
rilievi diretti sugli animali. Il metodo IBA attribuisce un punteggio complessivo dato dalla
sommatoria dei punteggi assegnati ai singoli parametri valutati. Il punteggio complessivo posiziona
l’allevamento in uno dei 6 livelli prestabiliti di benessere animale (classe IBA). Il punteggio
complessivo è composto dai punteggi parziali relativi a tre macroaree: una relativa ad aspetti
gestionali (GESTIONE), una relativa agli aspetti strutturali (EDIFICI) e una relativa ai sistemi di
stabulazione (STABULAZIONE). Ogni punteggio parziale posiziona la macroarea in uno dei 6 livelli
                                                   18
prestabiliti di benessere animale. Il punteggio STABULAZIONE, a sua volta, è composto dai punteggi
parziali relativi a sei categorie bovine: VACCHE IN LATTAZIONE, VACCHE IN ASCIUTTA, BOVINI DA
RIMONTA, VITELLI PRESVEZZAMENTO in box individuali, VITELLI PRESVEZZAMENTO in box collettivi,
VITELLI POSTSVEZZAMENTO. Ogni punteggio parziale posiziona la categoria bovina in uno dei 6 livelli
prestabiliti di benessere animale (classe CATEGORIA BOVINA).

Le motivazioni per la scelta di utilizzare questo metodo di valutazione sono due:

 è un sistema di valutazione che integra gli indicatori rilevati sull’animale (animal based, in parte
  sovrapponibili con quelli utilizzati dal protocollo WelfareQuality) con un cospicuo numero di
  indicatori basati sulle caratteristiche strutturali (edifici) e gestionali dell’allevamento; nel
  contesto dell’attività della RRN e per lo scopo del corrente studio questo tipo di valutazione è
  da considerare preferibile ai sistemi che ricorrono esclusivamente o quasi esclusivamente a
  indicatori animal based;

 il sistema IBA, oltre a classificare le aziende in una delle categorie prestabilite (scarso,
  sufficiente, discreto, buono ottimo) individua per ogni macroarea i punti critici e i possibili
  interventi migliorativi.

Nelle tabelle 2B e 3B sono elencati i parametri considerati per la valutazione.

                                                 19
Tabella 2B. Parametri considerati da IBA per valutare ciascuna macroarea
 Macroarea                                                         Parametri

              Aspetti riproduttivi e mortalità,̀ formazione degli addetti di stalla, interventi eseguiti su animali, piani di
              controllo di mosche e roditori, frequenza di asportazione delle deiezioni dalle corsie, quantità̀ media di
GESTIONE
              lettime distribuita in zona di riposo alle vacche, tempo massimo di permanenza delle bovine in zona di
              attesa, strutture per parto e isolamento

EDIFICI       Indice di densità,̀ tipo di tetto, indice di ventilazione, livello di illuminazione

Tabella 3B. Parametri considerati da IBA per valutare la macroarea SISTEMI DI STABULAZIONE per
le differenti categorie di animali
  Categoria bovina                                                    Parametri

                       Pulizia mammelle, alterazioni del mantello, zoppie, tipo di stabulazione, posti in zona di riposo,
VACCHE                 superficie di stabulazione, caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, tipo e numero di
IN LATTAZIONE          abbeveratoi, spazio alla mangiatoia, impianti di raffrescamento estivo, caratteristiche del
                       paddock

                       Pulizia mammelle, alterazioni del mantello, zoppie, tipo di stabulazione, posti in zona di riposo,
VACCHE                 superficie di stabulazione, caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, tipo e numero di
IN ASCIUTTA            abbeveratoi, spazio alla mangiatoia, impianti di raffrescamento estivo, caratteristiche del
                       paddock

                       Pulizia corporea, tipo di stabulazione, n. posti in zona di riposo, superficie di stabulazione,
BOVINI
                       caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, tipo e numero di abbeveratoi, spazio alla
DA RIMONTA
                       mangiatoia, impianti di raffrescamento estivo, caratteristiche del paddock

VITELLI FINO A
                       Pulizia corporea, diarrea, tipo di box, lunghezza e larghezza del box, contatto visivo e tattile fra
SVEZZAMENTO IN
                       vitelli, qualità̀ della lettiera, collocamento del box
BOX INDIVIDUALE

VITELLI FINO A         Pulizia corporea, diarrea, tipo di stabulazione, posti in zona di riposo, superficie di stabulazione,
SVEZZAMENTO IN         caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, tipo e numero di abbeveratoi, spazio alla
BOX COLLETTIVO         mangiatoia, allattatrice, qualità̀ della lettiera, collocamento del box, caratteristiche del paddock

VITELLI DA             Pulizia corporea, diarrea, tipo di stabulazione, posti in zona di riposo, superficie di stabulazione,
SVEZZAMENTO A 6        caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, tipo e numero di abbeveratoi, spazio alla
MESI DI ETÀ            mangiatoia, qualità̀ della lettiera, collocamento del box, caratteristiche del paddock

La tabella 4B presenta i parametri sanitari e riproduttivi delle 10 aziende

                                                              20
Tabella 4B. Parametri sanitari e riproduttivi
                                                                                                                                                        tasso
                                                                         età prima                                      Parto
    Località e    Vacche      Mortalità      mortalità    cellule,                                    Interparto                   Inseminazioni/grav   conc.
                                                                       fecondazione   lattazioni n                  concepimento
  stabulazione      n       2-30 giorni %    vacche %      n/ml                                          giorni                        idanza, n      prima ins,
                                                                           mesi                                         giorni
                                                                                                                                                          %

Lodi

Cuccette

Azienda1         59        4,4              1,3          238600      18,0             2,2            401           142             1,95               52,6

azienda 10       319       2,4              4,7          162000      15,5             2,0            405           139             1,2                82,9

Modena
(pianura)

Cuccette

Azienda 5        358       7,6              5,6          258000      14,6             2,1            386           114             1,91               43,1

Parma

(pianura)

Cuccette

Azienda 2        272       3,1              8,1          319000      16,0             2,5            395           116             2,5                37,0

Azienda 6        430       2,5              2,6          385000      15,0             2,6            401           117             2,3                39,4

Azienda 9        410       8,6              4,6          145000      13,5             2,2            410           124             2,3                39,0

Posta Fissa

Azienda 4        169       1,1              1,8          193000      15,0             2,4            397           127             2,1                20,71

Reggio Emilia

Montagna

                                                                            21
Posta Fissa

Azienda 7        69        5,5              7,2         211000      16,0              2,3         446            158             2,1               46,7

Azienda 8        62        8,3              6,5         198000      15,5              2,5         412            127             2,4               12,5

Pianura

Cuccette

Azienda 3        136       6,3              14,7        181000      14,5              2,4         392            127             2,2               31,6

 La tabella 5B riporta la frequenza dei punteggi IBA assegnati

 Tabella 5B. Frequenza di classe IBA per tipo di stabulazione
                                                       Classe IBA
 Stabulazione                    buono                  discreto                sufficiente
 Cuccette                          3                        4                       -
 Fissa                             -                        -                      3

Va specificato che il metodo di valutazione adottato, come la maggior parte dei sistemi di valutazione, prevede una penalizzazione per il sistema di
stabulazione fissa in quanto tale, indipendentemente dagli altri parametri di valutazione.
Guardando ai parametri gestionali (Tabella 6B) si nota che la variabilità non è enorme tra le classi IBA. Tra le aziende a stabulazione libera, quelle
classificate buone hanno prestazioni riproduttive migliori di quelle classificate discrete; le stalle a posta fissa valutate sufficienti non sono molto
differenti dalle discrete per quanto riguardai parametri riproduttivi, tranne che per il tasso di concepimento che è decisamente inferior

                                                                           22
Tabella 6B. Media dei tassi di mortalità e dei parametri riproduttivi per classe di punteggio attribuita
                     Mortalità                          Età                                        Parto-       Numero           Tasso conc.
                                     Mortalità                      Numero        Interparto                                                         cellule
                       2/30                         1a fecond.                                     conc.      fecondazioni         prima
                                     vacche %                      lattazioni       giorni                                                         somatiche
                     giorni %                        e mesi                                        giorni    per gravidanza    fecondazione %

Cuccette

buono             5,5             7,6            14,7            2,4            393            119          2,1               38,0               274667

discreto          4,6             4,7            15,8            2,2            403            130          2,0               52,9               216150

Posta Fissa

sufficiente       5,0             5,2            15,5            2,4            418            137          2,2               26,6               200667

Le tabelle 7B e 8B riportano i valori rilevati per alcuni parametri relativi alla stabulazione delle vacche in lattazione
Tabella 7B. Parametri di stabulazione delle vacche in lattazione; misure rilevate nelle aziende a stabulazione fissa
                                             Parametri                                                      Azienda 4                        Azienda 8

Numero vacche in lattazione                                                                    141                                   48

lunghezza posta, m                                                                             1,9                                   1,73

larghezza posta, m                                                                             1,12                                  1,1

Numero di ventilatori                                                                          9                                     4

Numero di capi serviti dai ventilatori                                                         141                                   48

capi serviti da un ventilatore                                                                 15,67                                 12,00

% capi con mammelle sporche                                                                    66                                    35

% capi con almeno una alterazione del manto                                                    40                                    30

                                                                                23
Tabella 8B. Parametri di stabulazione delle vacche in lattazione; misure rilevate nelle aziende a stabulazione libera
                                                                                                                                        Azienda 9              Azienda
                                Parametri                         Azienda 1   Azienda 2   Azienda3   Azienda 5   Azienda 6
                                                                                                                             stalla 1    stalla 2   stalla 3        10

Numero vacche in lattazione                                       59          235         114        268         330         69         168         72         282

Cuccette/capi, %                                                  96,6        110,6       103,5      105,6       156,4       104,3      113,7       102,8      97,9

Capi/cuccetta, %                                                  103,5       90,4        96,6       94,7        64,0        95,8       88,0        97,3       102,2

posti in mangiatoia/capi, %                                       88,14       86,38       87,72      106,72      95,15       98,55      111,31      95,83      76,24

capi per posti in mangiatoia, %                                   113,46      115,76      114,00     93,71       105,10      101,47     89,84       104,35     131,16

fronte alla mangiatoia per capo, m                                0,64        0,68        0,69       0,68        0,68        0,67       0,69        0,71       0,6

Lunghezza abbeveratoio a vasca, m                                 5,34        23,32       7,02       21,4        13,3        6,76       14,18       4,64       18,54

Lunghezza cuccetta con spazio testa (contro muro/muretto), m      2,44        -           -          2,6         2,6         2,75       2,74        -          2,44

Lunghezza cuccetta senza spazio testa (libera anteriormente), m   1,75        1,64        1,7                    1,6         1,62       1,66        1,67       1,73

Larghezza cuccetta, m                                             1,26        1,25        1,27       1,25        1,25        1,25       1,26        1,25       1,2

Larghezza corsie di smistamento, m                                1,96        2,59        2,60       2,62        3,43        2,92       3,48        2,48       2,56

Numero di ventilatori a moto di rotazione orizzontale             7           -           -          -           -           -          -           -          12

Numero capi serviti da un ventilatore                             8,43        0,00        0,00       0,00        0,00        0,00       0,00        0,00       23,50

Numero di elicotteri                                                          23          5          43          15          4          11          3          18

capi serviti da un elicottero                                     0,00        10,22       22,80      6,23        22,00       17,25      15,27       24,00      15,67

Docce in zona di alimentazione                                    si          si          si         si          no          no         si          no         si

                                                                              24
% capi con mammelle sporche                                 55         35         11         2       27      80      79           40         83

% capi con almeno una alterazione del manto                 10         14         40         0       13      10      24           20         33

% capi zoppi                                                5          2          5          2       7       20      10           10         8

superficie totale del paddock, m2                           0          0          0          2412    0       0       0            -          945,7

superficie unitaria del paddock, m2/capo                    0,00       0,00       0,00       9,00    0,00    0,00    0,00         0,00       3,35

Punteggio IBA per la categoria VACCHE IN LATTAZIONE         discreto   discreto   buono      buono   buono   buono                           scarso

La Tabella 9B mostra altri parametri gestionali

Tabella 9B. Parametri gestionali
                                                                                          Azienda
                 parametri
                                              1       2         3          4      5           6      7       8              9            10

Numero di persone che si occupano delle
bovine                                        3       4,5       3          5      4           6      3       3              6            7

Numero addetti con attestato di
partecipazione a corso sul benessere
animale                                       0       0         1          1      1           1      1       2              0            1

Piano controllo mosche attestato              n       n         n          n      s           n      n       n              s            s

Piano controllo roditori attestato            s       s         s          n      s           n      n       s              n            s

Tempo max permanenza vacche in zona
attesa, min                                   90      65        66                60          n                             30           60

Numero di vitelle nate negli ultimi 12 mesi   68      260       159        188    314         n      55      60             420          339

                                                                       25
Numero di vitelli morti (dal 2° al 30° giorno
di vita) negli ultimi 12 mesi                   3          8          10       2            24      n       3             5             36         8

Numero di vacche macellate d'urgenza negli
ultimi 12 mesi                                  0          12         14       2            12      n       2             2             6          9

Numero di vacche morte negli ultimi 12 mesi 1              10         6        1            8       n       3             2             13         6

Superficie unitaria zona attesa, m2/capo        0,00       0,00       0,00     0,00         0,00    n       0,00          0,00          0,00       0,00

Presenza di sistema di raffrescamento estivo
di soccorso in attesa                        1             1          1                     1       n                                   1          1

Sup. tot stabulazione zona infermeria (m2)                            67       27                   n                                   250        78,

Percentuale posti infermeria su numero
vacche                                          0,00       0,00       0,00     0,00         0,00    n       0,00          0,00          0,00       0,00

Sup. tot stabulazione zona parto (m2)                                 100                   100                                         100        100

Numero posti in zona parto                      0          0          15       0            15      0       0             0             15         15

                                                                               sufficient
Classe IBA                                      discreto   discreto   buono    e            buono   buono   sufficiente   sufficiente   discreto   discreto

                                                                              26
Tabella 10B. Frequenza delle principali criticità rilevate. La frequenza si riferisce al numero di aziende
per le quali è stata riscontrata la criticità in almeno una delle categorie o in almeno uno degli edifici
Macroarea/ edificio     Punto critico                                                                  Frequenza

GESTIONE                Assenza di piano di controllo mosche                                           6

                        Parametri riproduttivi (eccessiva durata intervallo parto- concepimento, scarso 5
                        tasso concepimento)

                        Mortalità eccessiva vacche e vitelli                                           5

                        Assenza o inadeguatezza zona infermeria                                        4

                        Assenza o inadeguatezza d zona parto                                           4

                        Conta di cellule somatiche nel latte                                           4

                        Assenza di personale con formazione specifica sul benessere animale            3

Edifici per vacche in   Presenza di vacche zoppe                                                       8
lattazione, vacche
asciutte, manze         Presenza di vacche con alterazioni del manto                                   5
gravide                 Fronte alla mangiatoia non idoneo                                              5

                        Cuccette non idonee                                                            4

                        Presenza di vacche sporche                                                     4

                        Sovraffollamento                                                               3

                        Presenza di mammelle sporche                                                   3

                        Numero insufficiente di abbeveratoi                                            2

                        Scarsa larghezza delle corsie di smistamento                                   1

                        Scarsa Illuminazione                                                           1

                        Scarsa pulizia della lettiera                                                  1

                        Scarsa ventilazione naturale                                                   1

                        Scarso isolamento tetto 1                                                      1

Edifici per bovine da Scarsa pulizia lettiera e animali                                                3
rimonta
                      Scarso isolamento del tetto                                                      2

                        Scarso numero di abbeveratoi                                                   2

                        Scarsa illuminazione                                                           1

Edifici per vitelli     Scarsa ventilazione naturale                                                   1
post svezzamento
                        Scarsa pulizia                                                                 3

                        Scarsa illuminazione                                                           1

                        Scarso numero abbeveratoi                                                      1

                                                               27
Box per vitelli pre-   Presenza di animali con diarrea                                            3
svezzamento
                       Scarsa pulizia animali                                                     3

                       Box singolo non adeguato                                                   3

                       Scarso isolamento del tetto                                                2

                       Box esterni non protetti                                                   1

   Le principali carenze rilevate sono riassunte in tabella 10 B.
   Le azioni correttive sono in alcuni casi relativamente semplici da definire ed il costo da sostenere
   può essere stimato sulla base del prezzo del bene o servizio necessario all’intervento migliorativo.
   É il caso in cui si debba impostare un piano di controllo delle mosche o dei roditori con ditte
   specializzate. Sarà difficile invece stimare quantitativamente il ritorno economico dell’investimento,
   non tanto, o non solo per la difficoltà di quantificare i benefici, ma maggiormente per difficoltà di
   testare l’efficacia dei piani di contenimento.
   Discorso molto più complesso deve essere fatto per quanto riguarda i dati di performance che sono
   indicatori indiretti di benessere animale, quali i parametri riproduttivi, la mortalità, le cellule
   somatiche, diarrea nei vitelli. Per questi è relativamente facile dimostrare l’impatto sul reddito
   dell’allevatore, ma le azioni migliorative sono più variegate, complesse e coinvolgono più attori
   (allevatore, veterinari, addetti) rendendo più incerto il costo dell’investimento.
   Per quanto riguarda le carenze di comfort di stabulazione riscontrate, alcune sono risolvibili con
   interventi facilmente realizzabili senza interventi strutturali. Ad esempio, il miglioramento della
   pulizia della lettiera e degli animali beneficia di una migliore routine di gestione della lettiera e di un
   maggiore uso di materiale (paglia). In questi casi non è difficile dimostrare per mezzo dei dati della
   letteratura che il comfort migliora il riposo e il riposo influisce positivamente sulla produzione di
   latte. Talvolta l’adeguatezza delle cuccette può essere migliorata con un intervento sul tubo
   allineatore che comporta uno sforzo ed un costo limitati.
   I sistemi di illuminazione possono essere migliorati con interventi moderati in alcuni casi, mentre in
   altri richiedono investimenti importanti.
   In alcune aziende sono state evidenziate carenze strutturali (cuccette di dimensioni inadeguate,
   corsie di smistamento strette, assenza di isolamento del tetto) che richiederebbero interventi a
   costo elevato. Anche la carenza di spazi adeguati (a lettiera) per il parto e l’infermeria richiedono
   investimenti importanti. Anche il problema del sovraffollamento non è di difficile soluzione se non
   aumentando gli spazi a disposizione o riducendo sistematicamente il numero di animali da allevare;
   in entrambi i casi, l’impatto economico può essere importante.

                                                         28
Prospettive
 Le informazioni prodotte saranno utili a definire e quantificare casi specifici di investimenti utili a
 superare le criticità che mettono a rischio il benessere dei bovini da latte.
 Per alcune tipologie di investimenti potrà essere utilizzata la metodologia già impiegata nell’ambito
 di questa attività progettuale per calcolare il ritorno dell’investimento in strumenti di zootecnia di
 precisione (Speroni M.2020. Economia del benessere animale: investire in sensori della
 ruminazione.

 https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22102 )
 Inoltre, per valutare l’impatto economico di questi ipotetici investimenti potrebbero essere utili i
 seguenti servizi RICA:
  Modello di Bilancio Semplificato per Aziende Agricole
   https://bilanciosemplificatorica.crea.gov.it ), strumento web realizzato da CREA-PB che
   consente di gestire i dati tecnici, economici, patrimoniali delle singole aziende attraverso
   l'analisi dei risultati gestionali e confrontarle con un gruppo omogeneo di aziende RICA;

  Aiuto alle Decisioni Elementari
   http://ade.crea.gov.it, strumento web realizzato da CREA-PB, pensato per consentire di
   valutare l’efficienza economica della gestione aziendale quando non si dispone di procedure
   contabili.

                                                   29
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