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Il mercato dei prodotti Agroalimentari Biologici nel REGNO UNITO INCOMING OPERATORI ESTERI AL 29° salone internazionale del biologico e del naturale
Questa indagine è stata realizzata dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Hanno contribuito alla realizzazione l’Ufficio di Londra e per il layout grafico l’Ufficio Agroalimentare e Vini. L’indagine è stata redatta sulla base delle informazioni disponibili al 15 luglio 2017 © ICE-Agenzia 2017
Regno Unito Il mercato dei prodotti biologici Londra, Luglio 2017 1
INTRODUZIONE AL SETTORE INDUSTRIALE Dopo un brusco rallentamento nel 2008 a causa della crisi finanziaria, negli ultimi anni l’economia britannica ha registrato una congiuntura economica favorevole e dimostrato un notevole grado di “resilience”. Ciò si è tradotto in una crescita costante del PIL (+2,6% nel 2014, +2,2% nel 2015, +1,8% nel 2016), disoccupazione bassa e in continua flessione, occupazione record, elevato tasso di investimenti esteri (FDI), e la situazione di finanza pubblica sotto controllo e in lento miglioramento. La bilancia commerciale è invece strutturalmente in deficit, essendo il paese unm netto importatore di beni. Rimane incerto il quadro futuro, visto il risultato del referendum circa la permanenza nella Unione Europea. Tuttavia, a dispetto della maggior parte delle previsioni che prospettavano una brusca frenata del PIL in conseguenza del risultato del referendum, gli ultimi 3 trimestri hanno registrato un andamento generale dell’economia del paese superiore alle aspettative. Nel 2016 il PIL è infatti cresciuto dell’1,8%. Tutti i maggiori comparti economici hanno contribuito all’aumento del PIL, con un output del +2,9% nei servizi, +1,5% nelle costruzioni, +1,2% nella produzione. L’Office for Budget Responsibility (OBR) ha rivisto al rialzo le stime per la crescita per il 2017 (+2,0%), mentre le ha ridotte per il triennio successivo: 2018 (+1,6% dall’1,8%), 2019 (+1,7% dal 2,1%) e 2020 (+1,9% dal 2,1%). Nel primo trimestre del 2017 l’economia del Paese è cresciuta dello 0,2%5. Il quadro di incertezza generale ha tuttavia frenato gli investimenti delle imprese, in calo dell’1,5% su base annua. Il Regno Unito e’ uno dei maggiori mercati di sbocco per le produzioni alimentari del nostro paese. Nel 2016 le esportazioni italiane di prodotti alimentari e bevande verso il Regno Unito hanno fatturato 2,49 miliardi di sterline rispetto ai 2,31 miliardi del 2015 (+ %). La quota di mercato in valore detenuta dall’Italia nel 2016 e’ stata pari al 6,40% (6,42% nel 2015). L’Italia si posiziona al primo posto, in valore, per la pasta (£st 215 milioni) e le conserve di pomodoro (£st 165 milioni), al secondo posto dopo la Spagna per l’olio di oliva (£ 48 milioni), al terzo posto per i formaggi dopo l’Irlanda e la Francia (£ 163 miloni) ed e al quarto posto per prosciutti e salumi (£st. 94 milioni). L’Italia e’ il secondo fornitore di vino dell Regno Unito per valore (£st 624 milioni), preceduto dalla Francia (£st. 835 milioni). La spesa media settimanale delle famiglie per il periodo fiscale 2015/16 ammontava a £st 528,90; una diminuzione dello 0,45% rispetto all’anno precedente (£st. 531,30). Nel 2015/16 l’ammontare medio che una famiglia inglese ha speso per cibi e bevande, incluso le bevande alcoliche era £ 64,60 per settimana cosi’ suddivisa: • £st 14,80 per prodotti di carne e pesce • £st 5,10 per pane, riso e cereali • £st 4,10 per verdure fresche, 2
• £st 3,60 per frutta • £st 1,90 per formaggi • £st 0,40 per pasta e similari • £st 0,10 per oli di oliva • £st 7,80 per bevande alcoliche • £st 26,80 altri prodotti Con eccezione della spesa per la frutta che e’ leggermente aumentata rispetto allo stesso perodo dell’anno precedente (+£st 0,10) e quella per la pasta e similari che e’ rimasta invariata la spesa per tutti gli altri prodotti e’ diminuita con il calo maggiore per i prodotti di carne e pesce (-£st 1). Nel periodo di dodici settimane fino al 21 maggio 2017 paragonato allo stesso periodo del 2016 le famiglie hanno speso il 98,10% dell’intero ammontare per prodotti alimentari e bevande nei supermercati e di questa percentuale il 71% e’ stato speso nei cosiddetti “Big Four”: Tesco, Sainsbury’s, Asda e WM Morrison. 12 settimane fino al 22 maggio 2016 12 settimane fino al 21 maggio 2017 Variazione £st milioni % £st milioni % % Tesco 7,211 28.29% 7,341 27.76% 1.80% Sainsbury's 4,136 16.23% 4,206 15.90% 1.69% Asda 4,023 15.79% 4,060 15.35% 0.92% Morrisons 2,724 10.69% 2,776 10.50% 1.91% Aldi 1,542 6.05% 1,847 6.98% 19.78% Co-op 1,575 6.18% 1,598 6.04% 1.46% Waitrose 1,341 5.26% 1,385 5.24% 3.28% Lidl 1,121 4.40% 1,326 5.01% 18.29% Iceland 529 2.08% 575 2.17% 8.70% Ocado 320 1.26% 349 1.32% 9.06% Altri supermercati 481 1.89% 465 1.76% -3.33% Indipendenti 483 1.90% 517 1.96% 7.04% Totale Supermercati 25,003 98.10% 25,928 98.04% 3.70% Totale tutti punti di vendita 25,486 100.00% 26,445 100.00% 3.76% Fonte: Kantar Worldpanel 3
IL BIOLOGICO NEL CONTESTO GLOBALE Nel contesto globale le vendite mondiali di prodotti biologici sono stimate ad oltre 81 miliardi di US$. L’Europa occidentale, gli Stati Uniti e l’Asia sono i mercati chiave per quanto riguarda la crescita del settore biologico. Gli Stati Uniti continuano ad essere il piu’ grande mercato mondiale per i prodotti biologici con una crescita dell’11% nel 2016 rispetto all’anno precedente per un valore totale di € 35,8 miliardi (US$ 39,7 miliardi). In Europa il principale mercato per i prodotti biologici e’ la Germania che ha registrato una crescita dell’11,1% nel 2016. La Cina ha raggiunto un valore nelle vendite di prodotti biologici € 4,7 miliardi. Principali mercato mondiali per i prodotti biologici e crescita nel 2016 Svezia 2,3% +20% Canada 3,6% UK 3,5% +9,2% +7,1% Germania 11,4% +11,1% Cina 6,2% +17% Francia 7,3% USA 47,3% +14,6% +11% Italia 3% +15% Svizzera 2,9% +5,2% Oceania 1,4% Fonte: Research Institute of Organic Agriculture (FiBL) 4
IL BIOLOGICO NEL REGNO UNITO Nel Regno Unito i terreni ad agricoltura biologica nel 2016 erano di 507.900 ettari incluso i terreni in conversione. La percentuale piu’ alta era nell’Inghilterra con 296.500 ettari pari al 58,38% dell’intera area ad agricoltura biologica del paese seguita dalla Scozia con 121.600 ettari (23,94%), il Galles 81.500 ettari (16,05%) e l’Irlanda del Nord con 8.300 ettari (1,63%). Le aree dei terreni dedicati all’agricoltura biologica nel Regno Unito sono diminuite nel 2016 del -2,6%. Il numero di produttori biologici nel 2016 era di 6.363 in aumento del 5,15% rispetto al 2015. Di questi 3.398 erano agricoltori, 2.804 trasformatori e 161 produttori/trasformatori. Il 2016 e’ il quarto anno consecutivo di forte crescita del mercato biologico nel Regno Unito. Il mercato biologico nel Regno Unito ha un valore di 2,09 miliardi di sterline e le vendite sono aumentate del 7,1% rispetto al 2015. Al contrario le vendite di prodotti convenzionali sono in declino. Il biologico rappresenta l’1,5% del totale del food & drink venduto nel Regno Unito. PROFILO DEL CONSUMATORE DI PRODOTTI BIOLOGICI E’ sempre in aumento il numero delle persone che acquistano prodotti biologici ed il profilo dei consumatori e’ in continua evoluzione. Cinque sono i principali trend: 1. Da una ricerca effettuata nel 2015 dall’Organic Trade Board emerge che l’eta’ dei principali consumatori di prodotti biologici e’ tra i 25 ed i 44 anni, proviene da un gruppo socio demografico con rddito piu’ elevato, e’ composta da famiglie di 3 o piu’ persone, sono lavoratori ed hanno figli. 2. I cosidetti “millennials” nati tra il 1980 ed il 2000 sono anche consumatori chiave. 3. I consumatori che curano il proprio benessere e la salute. 4. Le persone con un senso etico e sociale e diretto alla tutela dell’ambiente molto forte. 5. I consumatori disposti a pagare extra per i prodotti con standard di qualita’ garantiti. Infatti da una ricerca dell’IGD (Institute of Grocery) e’ stato rilevato come quasi la meta’ dei clienti sono disposti a pagare extra per prodotti alimentari con ingredienti di alta qualita’. La ricera indica anche una tendenza in aumento per gli ingredienti biologici Una ricerca del “Soil Association” identifica 6 tipi di persone che acquistano i prodotti biologici. 1. I grandi lavoratori. Questi acquirenti hano uno stile di vita molto indaffarato. Vogliono fare la cosa giusta con una prospettiva etica, sono interessati a quello che mangiano, ma non hanno tempo di guardarsi in giro. 2. Esploratori del cibo (Food adventurers) Sono curiosi sul cibo e credono nel biologico e sono disposti a pagare di piu’ per questo tipo di prodotti. Danno importanza al sapore dei cibi e hanno piacere nel provare cose nuove, ma allo stesso tempo sono diffidenti delle “mode”. 5
3. Amanti delle mode. Questo gruppo apprezza il biologico perche’ lo aiuta nell’affermarsi socialmente. Amano i marchi che li aiutano a sentirsi bene. 4. I genitori che hanno a cuore il benessere dei figli. La loro vita si accentra sui figli. Acquistare prodotti biologici e’ di buonsenso, ma li trovano cari per la spesa regolare. 5. Stile di vita salutare. Sono entusiasti di fare la cosa giusta per la loro salute ed il biologico e’ una delle molte opzioni interessanti per questo tipo di consumatori. Hanno dei forti punti di vista su come il cibo viene prodotto e dove lo acquistano e cercano dei marchi di fiducia. 6. Idealisti pratici. Questa categoria di consumatori cercano le certificazioni biologiche e vogliono fare la cosa giusta per le loro comunita’ e per il pianeta. Ritengono che i prodotti biologici siano cari ma li considerano di buon valore per il gusto e lo spreco alimentare. Come si puo’ leggere il cibo e le bevande biologiche continuano a riscontrare un vasto interesse. Salute, tutela della natura e dell’ambiente e sapore rimangono le tre principali motivazioni per l’acquisto di prodotti biologici. Piu’ della meta’ (55%) degli acquirenti di prodotti biologici menzionano come ragione per l’acquisto di prodotti bio il mangiare salutare e l’assenza di prodotti chimici. Il sapore e la tutela dell’ambiente appaiono essere fattori meno influenzanti all’acquisto rispetto a tre anni fa, ma le motivazioni salutari sono rimaste invariate. Il consumatore di prodotti biologici e’ giovane ed in crescita; 33% di questi hanno cominciato ad acquistare prodotti biologici negli ultimo due anni ed il 45% di loro affermano che aumenteranno i loro acquisti nel futuro. L’eta’ dei principali consumatori di prodotti biologici e’ tra i 25 e 44 anni, sotto i 28 anni sono il gruppo che spendono di piu’ per l’acquisto di prodotti biologici. La fascia di eta’ piu’ entusiasta e’ quella sotto i 35 anni di eta’, che rappresenta il 16% del mercato per i prodotti biologici. Questo gruppo di consumatori, spesso conosciuti come la “Jamie generation” (generazione di Jamie Oliver famoso chef britannico che ha portato avanti campagne per la promozione del mangiar sano) rappresenta una sempre crescente base di acquirenti impegnati per il futuro che continuano a incrementare significativamente la spesa media di prodotti biologici. Il 48% delle famiglie britanniche dichiarano di avere acquistato del cibo biologico durante lo scorso anno ed oltre un terzo (35%) pari a circa 9,3 milioni di consumatori – acquistano consapevolmente ogni mese alimenti biologici. Questo equivale a 6 milioni di sterline spese mensilmente per prodotti bio. Il 50% dei consumatori abituali di prodotti biologici – oltre 4,5 milioni – acquisterebbero una maggiore numero di alimenti e bevande biologiche se fossero disponibili. L’offerta limitata e’ una barriera significante evidenziando la scarsita’ di tipologie speciali di cibi e la gamma ridotta 6
di prodotti che trovano nei loro punti vendita abituali. Il 15/20% dei consumatori bio non fanno la spesa per prodotti biologici nei supermercati, ma preferiscono andare in negozi specializzati. Il consumatore di prodotti biologici e’ piu’ suscettibile alle vendite promozionali rispetto al consumatore di prodotti convenzionali, ma oltre un terzo (37%) acquista prodotti biologici a prescindere dal prezzo. I principali 5 motivi che spingono i consumatori ad acquistare cibi e bevande biologiche sono: 1) Non uso di pesticidi: 18% 2) Sapore migliore: 13% 3) Meglio per l’ambiente: 12% 4) Meglio per il benessere degli animali: 11% 5) Qualita’ migliore: 10% Prodotti biologici piu’ venduti I prodotti biologici maggiormente venduti nel 2016 sono stati: Prodotto Quota di mercato Variazione Lattiero Caseari 29,00% +2,20% Ortofrutticoli 23,50% +10,30% Scatolame e preconfezionati 15,80% +12,70% Alimenti per l’infanzia 10,30% + 5,30% Carni, Pesce e Pollame 10,10% -1,00% Prodotti dolciari/bevande analcoliche 3,90% +5,00% Prodotti freschi e delicatessen 2,90% +16,00% Birra, vino e superalcolici 2,20% +14,30% Prodotti da forno e dolci 1,40% -5,20% Prodotti surgelati 0,70% -6,90% Fonte: Nielsen Scantrack 7
LA DISTRIBUZIONE Anche nel 2016 la maggior parte della distribuzione di prodotti biologici e’ effettuata dai supermercati (68,23%) seguiti dai dettaglianti indipendenti (15,65%), box schemes e consegne a domicilio (12,46%) e catering (3,66%). Altri dettaglianti indipendenti; 15,65% Catering; 3,66% Supermercati; Box Schemes; 68,23% 12,46% Vendite per tipologia di outlet in milioni di sterline Supermercati Box schemes e Dettaglianti Catering +6,10% vendite online indipendenti +19,1% +10,5% +6,3% 2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016 1.346 1.428 236 260,8 64,3 76,6 308 327,5 Le vendite di prodotti biologici sono aumentate in tutti i tipi di distribuzione. Il settore che ha rilevato un maggiore aumento e’ quello del catering/ristorazione che nel 2016 e’ aumentato del 19,1% rispetto all’anno precedente. Questo aumento e’ anche dovuto al notevole incremento dei pasti venduti con il “Soil Association Catering Mark” (riconoscimento dato dall’ente certificatore per prodotti biologici britannici) che hanno incrementato le vendite del 28,5%. I pasti con questo “Catering Mark” vengono serviti in oltre la meta’ delle scuole elementari. 8
I supermercati Le vendite di prodotti biologici nei supermercati hanno raggiunto £st 1,43 milioni una crescita del 6,1% rispetto al 2015. Il settore e’ dominato da tre catene: Sainsbury’s, Tesco e Waitrose che assieme rappresentano oltre il 75% del totale delle vendite biologiche dei supermercati Sainsbury’s ha la principale quota del mercato biologico con il 27%. Sia Tesco che Waitrose hanno una quota di circa il 24% del mercato biologico. Tutte le catene di supermercati stanno incrementando la loro offerta di prodotti biologici nel 2017. Il cibo e le bevande biologiche rappresentano il 20% del totale delle vendite di alimentari. Nel settore biologico le categorie che sono maggiormente cresciute sono quelle dei consumi quotidiani come, pollame, frutta, verdura, latte e uova, olii ed aceti e ingredienti per pane e dolci fatti a casa. Anche le catene “discount” come Aldi, Ldl e Costco, tendono ad aumentare l’offerta di prodotti biologici per attrarre un maggior numero di consumatori che effettuano scelte informate e che sono alla ricerca di “premium food”. Le categorie che hanno venduto piu’ prodotti biologici disposti a pagare di piu’. I marchi piu’ venduti nei supermercati sono: ➢ Yeo Valley (yoghurt, latte, panna, burro, gelati); ➢ Rachel’s (yoghurt, latte e burro); ➢ Green & Black’s (cioccolato); ➢ Clipper (the’, caffe’, tisane); ➢ Waitrose Duchy (il marchio dei prodotti biologici di Waitrose con 300 prodotti da ortofrutta, a carne, prodotti caseari, birre, biscotti); ➢ SO Organic (il marchio dei prodotti biologici di Sainsbury). Dettaglianti indipendenti Questo settore sta prosperando con aperture di nuovi negozi ed un’offerta di nuovi prodotti. Nel 2016 ha registrato una crescita del 6,3% nelle vendite rispetto all’anno precedente. Quasi il 70% dei dettaglianti indipendenti hanno aumentato le loro vendite di prodotti biologici nel 2016 con appena meno del 25% che sono rimasti invariati. Piu’ del 90% dei dettaglianti indipendenti prevedono una crescita delle loro vendite di prodotti biologici nel 2017. I principali dettaglianti indipendenti di prodotti biologici sono: • Whole Foods Market con 9 punti vendita (7 a Londra, 1 a Glasgow ed 1 a Cheltenham). • Planet Organic con 7 punti vendita a Londra • As Nature Intended 6 punti vendita a Londra • Daylesford Organic 3 punti vendita a Londra ed un punto vendita in Glouchestershire 9
I marchi piu’ venduti nei dettaglianti indipendenti sono: ➢ Pukka (tisane e supplementi); ➢ Biona (il marchio di Windmill Organics Ltd. con una vasta gamma di prodotti alimentari biologici); ➢ Clearspring (prodotti giapponesi, italiani, macrobiotici e biologici); ➢ Suma (una vasta gamma di prodotti biologici da pasta a bevande alcoliche, a surgelati) ➢ Doves Farm (Farine, lieviti, biscotti) Mercati rionali e vendite dirette dai contadini (farm shops) I mercati rionali e le vendite dirette (farm shops) hanno avuto un anno misto pero’ stanno andando incontro alla motivazione del consumatore ad acquistare prodotti di origine locale. Da un sondaggio fatto dalla “National Farmers’ Retails & Markets Association” risulta che il 18% dei loro clienti acquisterebbero dai mercati rionali e dai Farm Shops se questi avessero una scelta piu’ ampia di prodotti biologici. Nuove forme di distribuzione Invece di una grande spesa settimanale il consumatore britannico con poco tempo a disposizione e’ attratto dalla convenienza e scelta offerta dal cosidetto “Home Shopping” che comprende le vendite per internet e i “box scheme” (cesti pronti con prodotti proposti dal fornitore). Le vendite di prodotti biologici in questo settore sono aumentate del 10,5% e sono passate da £st 236 milioni del 2015 a £st 260,8 milioni nel 2016. Ocado e’ la piattaforma on-line piu’ grande per la vendita al dettaglio di prodotti biologici. Detengono una quota di mercato del 9% del settore biologico alimentare in UK ed il loro fatturao e’ cresciuto del 16% nel 2016. Ocado offre 3.060 linee di prodotti biologici, mentre Waitrose, la catena con il numero piu’ grande di referenze, ne offre 1.200. Altri dettaglianti di dimensioni inferiori stanno aprendo negozi virtuali per aumentare il loro giro di affari. Tutto cio’ aumenta la disponibilita’ e scelta di prodotti biologici per il consumatore che cerca la convenienza. La vendita di cesti pronti (Box Schemes) con i prodotti proposti dal fornitore sta aumentando, pero’ la concorrenza in questo settore e’ incrementata con l’offerta di kits contenenti ricette e relativi ingredienti. Le due principali aziende nel settore dei Box Schemes sono Riverford ed Abel & Cole mentre per quanto riguarda i kits con ricette ed ingredienti Hello Fresh e Gousto hanno riscontrato molto successo ed entrambi offrono degli ingredienti biologici nei loro kits. Il motivo per il quale i consumatori acquistano prodotti biologici on-line, oltre alla comodita’, e’ perche’ possono avere piu’ informazioni sui prodotti e la loro provenienza ed anche leggere le recensioni sugli stessi. Questa tendenza verso l’innovazione e’ stata rinforzata dal lancio di “Amazon Fresh” con l’inclusione di un’ampia scelta di prodotti biologici sul loro sito web. 10
Catering Il Soil Association (l’associazione britannica di certificazione organica) ha calcolato che le vendite di prodotti biologici da parte di ristoranti e mense siano aumentate del 19,1% con un valore stimato nel 2016 di 76,6 milioni di sterline (£ 64,3 milioni nel 2015). Questo rende il catering il settore piu’ vivace del mercato biologico. In parte il successo e’ dovuto ai 15 milioni di sterline annuali che vengono spese per alimenti biologici tramite il marchio di qualita’ del Soil Association “Food for Life Served Here”, un aumento di 6 milioni di sterline rispetto al 2015 (£st 9 milioni). Questo marchio di qualita’ e’ un programma indipendente che significa che il cibo nei menu dei ristoranti che hanno questo marchio soddisfa degli standard di qualita’ ben definiti. Vuol dire che i piatti che vengono seviti sono preparati da chefs che curano la qualita’ degli ingredienti, garantiscono che il cibo sia preparato al momento e che non contenga additivi o preservanti e che gli ingredienti usati provengono da fonti sostenibili e solidali. Le catene di ristoranti in generale tendono ad includere nella loro offerta opzioni biologiche. Nel 2015 McDonald’s ha utilizzato oltre 26 milioni di latte biologico nel loro the’, caffe’ e le bottiglie di latte nei “Happy Meals” dei bambini. Altri ristoranti ed attrazioni per visitatori con una forte offerta di prodotti biologici sono Jamie’s Italian, Nando’s, Chester Zoo e Eden Project in Cornovaglia. E’ sempre maggiore il numero di ospedali e scuole che offrono cibo biologico. Oltre un terzo di tutte le scuole britanniche offre pasti con il marchio “Food for Life”; oltre il 50% delle scuole elementari sono in possesso di questo marchio. Oltre 45.000 bambini mangiano giornalmente pasti con il “Food for Life Catering Mark”. Sempre piu’ gente mangia fuori casa e quando vanno al ristorante cercano cibi biologici. Dati statistici indicano che il 40% dei pasti sono consumati fuori casa ed una ricerca sui consumatori ha rilevato che quando vanno a mangiare fuori cercano posti con un’offerta di prodotti locali, etici e menu’ stagionali. I principali distributori grossisti per il settore catering, quali Bidvest, Brakes, NCB ed anche i piu’ piccoli hanno incrementato l’offerta di prodotti biologici nei loro cataloghi. Il cibo biologico sta guadagnando prominenza anche nelle mense di societa’ che danno importanza al benessere del personale. La charity RSPB (per la salvaguardia della natura ed ambiente), l’agenzia pubblicitaria Pearson ed il Grande Magazzino Selfridges sono tutti in possesso del “Food for Life Catering Mark”. 11
PREVISIONI PER L’ANNO IN CORSO Buone notizie per il settore biologico britannico per il 2017 con vendite che dovrebbero crescere del 5% e raggiungere i 2,2 miliardi di sterline alla fine del 2017 e se la crescita continua a questo passo il settore dovrebbe raggiungere un valore di 2,5 miliardi di sterline nel 2020. A seguito della Brexit si prevede una continua incertezza nel mercato biologico UK, pero’ il settore offrira’ sfide ed opportunita’ per il futuro. Il Soil Association avra’ un ruolo significativo per supportare gli agricoltori, i produttori, i trasformatori ed i dettaglianti di prodotti biologici in questo periodo di incertezze. Faranno questo lavorando con il DEFRA (Ministero dell’ambiente, cibo ed industria rurale), l’IFOAM (Federazione Internazionale del Movimento Agricolo Biologico). Alcuni dei punti chiave su cui lavoreranno sono: • La redifinizione delle leggi che governano i prodotti biologici. Cercheranno di mantenere l’alta integrita’ e la regolamentazione del settore biologico britannico per poter avere facile accesso all’Europa ed al resto del mondo per quanto riguarda le importazioni ed esportazioni; • Trasparenza nei futuri rapporti commerciali con l’Europa ed il resto del mondo; • Continuita’ nei pagamenti dei contributi agli agricoltori per cominciare e continuare la produzione biologica. Infatti richiederanno che i pagamenti continuino ininterrotti fino al momento dell’uscita dall’Unione Europea. L’Organic Trade Board (OTB), un’organizzazione britannica con la missione di aumentare le vendite di prodotti biologici nel Regno Unito, in collaborazione con “Organic Denmark”, l’associazione danese di societa’, agricoltori e consumatori che rappresenta praticamente l’intero settore biologico della Danimarca, hanno ottenuto dall’Unione Europea un finanziamento di Euro 10,4 milioni per un periodo di tre anni per campagne promozionali a favore dei cibi e bevande biologiche. La campagna si focalizzera’ nel far crescere le vendite al dettaglio di prodotti biologici, aumentare l’occupazione nel settore agricolo biologico e sensibilizzare i consumatori sui benefici di cibi e bevande biologiche. Il 70% del finanziamento verra’ speso nel Regno Unito. Inoltre questo finanziamento della UE sara’ affiancato da un finanziamento fornito da 60 soci dell’OTB che rappresentano il 70% del mercato biologico inglese. Tra questi soci sono inclusi tra l’altro Tesco, Sainsbury’s, OMSCo (cooperativa di produttori di latte biologico), i principali marchi biologici quali Doves Farm Foods e Rachel’s, piu’ i dettaglianti e grossisti indipendenti. Il totale del finanziamento dell’OTB sara’ di £st 1,7 milioni per anno. 12
NORMATIVE PER LE IMPORTAZIONI Nonostante la Brexit il Regno Unito fa ancora parte della UE e pertanto resta in vigore il regime della libera circolazione dei beni e delle persone. Non esistono restrizioni per le importazioni di prodotti agroalimentari dall’Italia. I prodotti devono essere conformi alle normative comuniarie vigenti in materia. Le etichette devono essere in lingua inglese. I contenuti delle etichette sono simili a quelli delle etichette italiane. Molto importante e’ la menzione degli ingredienti che possono causare allergie. Per i prodotti alimentari la VAT (IVA) e’ dello 0% con eccezione della cioccolata, prodotti contenenti cioccolata, snacks e patatine fritte per i quali e’ del 20%. I vini oltre che alla VAT sono soggetti ai diritti di accisa che per il vino tranquillo e’ di Lst 2,16 per bottiglia di 750ml. Per il vino spumante le accise sono di £st 2,77 per bottiglia di 750ml. Le etichette dei vini nel Regno Unito sono conformi alle normative europee. I vini imessi nel mercato dopo il 30 giugno 2012 devonno indicare gli allergeni (uova e latte), se i residui nel prodotto finale sono superiori a 0,25 ppm UE Regolamento R579/2012. I prodotti biologici devono essere certificati da un Ente riconosciuto a livello europeo e non e’ necessaria la certificazione di un ente inglese. Non necessariamente gli importatori di prodotti biologici devono essere registrati. Solo se i prodotti biologici vengono trasformati l’importatore deve avere una licenza da un ente di certificazione britannico. 13
Per informazioni e approfondimenti rivolgersi a: ITALIAN TRADE COMMISSION ICE - Agenzia per la promozione all’estero e TRADE PROMOTION SECTION OF THE ITALIAN l’internazionalizzazione dlle imprese italiane EMBASSY Ufficio Agroalimentare e Vini SACKVILLE HOUSE, 40 PICCADILLY Via Liszt, 21 - 00144 Roma W1J 0DR LONDON agro.alimentari@ice.it londra@ice.it agroindustria@ice.it T +44 20 7292 3910 T 06 5992 6551
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