Lavorare in Brasile. Reazioni alla crisi - di Solange de Cássia Inforzato de Souza e Alvaro Manoel

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Lavorare in Brasile.
                          Reazioni alla crisi
                        di Solange de Cássia Inforzato de Souza e Alvaro Manoel
Professore associato,
Universidade Estadual
de Londrina, Paraná,
Brasile
Senior Economist,         Crescita economica nel primo decennio del 2000                                               109
Department of Economic
Policy and Debt, World
Bank, Washington, DC      Le trasformazioni dell’economia brasiliana nell’ultimo decennio, in particolare nella
                          seconda metà, hanno avuto ripercussioni sulle condizioni di vita e di lavoro della
                          popolazione del Paese, quali la riduzione della diseguaglianza nel reddito pro ca-
                          pite, l’aumento del reddito dei ceti meno abbienti, la crescita della classe media e
                          la ripresa del mercato del lavoro. Questo rivela come essa sia stata solo parzial-
                          mente interessata dalla grave crisi internazionale che ha colpito le economie del
                          mondo intero nell’ultimo triennio.

                          L’attuazione, nel Paese, di una politica macroeconomica interna incentrata su un
                          obiettivo programmato di inflazione, sulla lotta all’evasione fiscale e sul cambio
                          variabile dal 1999, sul trasferimento condizionato di risorse a partire dal 2003
                          (“Programma Borsa Famiglia”; Programa Bolsa Família), sulla politica del salario
                          minimo garantito1 e sulla regolarizzazione del lavoro, potenziata da un interscam-
                          bio con l’estero reso favorevole dall’aumento delle esportazioni e dal migliora-
                          mento della bilancia commerciale fino al 2008, ha messo ampiamente in luce
                          l’importanza del primo decennio del 2000 per la società brasiliana.

                          Prima del 2000 la crescita è avvenuta in maniera discontinua, per poi registrare
                          un’accelerazione dopo il 2006. I principali aspetti sociali indicati dagli analisti pos-
                          sono essere così riassunti: maggior accesso ai beni durevoli da parte di famiglie do-
                          tate di scarso potere d’acquisto, con trend positivo fino al 2008, aumento del
                          salario minimo e della capacità di credito, agevolazione nell’accesso al credito a
                          consumo da parte delle famiglie meno abbienti.

                          La congiuntura internazionale favorevole ha reso possibile la crescita delle esporta-
                          zioni, con consistenti avanzi della bilancia commerciale e afflusso di capitali dal-
                          l’estero, il che ha permesso l’aumento del consumo interno senza un’importante
                          riduzione dei tassi di risparmio interno. La crescita delle esportazioni ha riguardato
                          sia le tradizionali commodities (beni primari), sia i prodotti manifatturieri, come
                          mostra la tabella 1.

                          I nuovi segmenti di mercato resi disponibili dall’ascesa della classe C2, o classe
                          media brasiliana, hanno favorito lo sviluppo di quei settori, in particolare indu-
                          striali, che si erano sempre mostrati in difficoltà di fronte alla concorrenza estera e
                          alla necessità di ristrutturarsi al fine di migliorare la propria competitività. Tuttavia,
                          mentre l’economia riprendeva il proprio ciclo di crescita, le difficoltà create dalla
Tabella 1 - Esportazioni brasiliane in dati aggregati: 2006-2010
                                 Anni           Materie prime            Prodotti manifatturieri        Esportazioni totali
                                         Valore      %     Partecipa- Valore       %    Partecipa- Valore       %      Totale
                                          (US$ annuale zione            (US$ annuale zione           (US$ annuale %
                                         milioni)          % in totale milioni)         % in totale milioni)
      Lavorare in Brasile.
      Reazioni alla crisi

                               2006       40.272      16,9         29,2         74.699        15,6        54,4        137.471     17,1   100
                               2007       51.596       28,1        32,1         83.943        11,9        52,3        160.649     19,6   100
                               2008       73.028       41,5        36,9         92.683        10,4        46,8        197.942    23,1    100
                               2009       61.957      -15,2        40,5         67.349       -27,3         44         152.995    -22,7   100
                               2010*      64.729       36,6        44,7         57.260        19,8        39,5        144.929     29,6   100
                             *riferito a gennaio-settembre 2010
                             Fonte: Ministero dello Sviluppo, dell’Industria e del Commercio Estero-MDIC-SECEX. Brasile (2010)

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                             crisi finanziaria internazionale della metà del 2008 hanno fatto vacillare i risultati
                             economici e del mercato del lavoro nel 2009, sebbene in misura minore rispetto a
                             quanto si temeva all’inizio della crisi stessa.

                             Impatti sul mercato del lavoro e sulle condizioni di vita
                             Quali sono stati i principali impatti della crisi finanziaria in Brasile? Gli indici di oc-
                             cupazione e disoccupazione, nonché la produzione e l’impiego nel settore dell’indu-
                             stria, hanno registrato una flessione, mentre sono andati configurandosi altri
                             elementi positivi quali il trend di crescita della produttività media del lavoro e il
                             tasso di impiego regolare, oltre alla continua diminuzione della diseguaglianza nel
                             reddito e della povertà nel Paese.

                             La letteratura specialistica sottolinea il ruolo dei mutamenti nel mercato del lavoro
                             e dello sviluppo di reti di protezione sociale nel miglioramento dei principali indica-
                             tori di vita in Brasile, nonché nella diminuzione della disparità di reddito e della po-
                             vertà, dovuta in particolare al significativo aumento del reddito pro capite dei ceti
                             meno abbienti registrato nel primo decennio del 20003.

                             Il comportamento delle variabili demografiche evidenzia la diminuzione della fe-
                             condità e l’aumento della speranza di vita della popolazione e della longevità, la
                             cui interazione ha portato a un aumento della popolazione anziana rispetto agli
                             altri gruppi. Un risultato cui hanno contribuito le politiche sociali attuate nell’am-
                             bito dell’assistenza sociale, tra cui:

                             l    il Beneficio di Prestazione Continuativa (Benefício de Prestação Continuada;
                                  BPC), istituito nel 1993 dalla Legge Organica dell’Assistenza Sociale (Lei Orgâ-
                                  nica da Assistência Social; LOAS), destinato agli over 65 e ai portatori di handi-
                                  cap inabili al lavoro con reddito familiare pro capite inferiore a ¼ del salario
                                  minimo (tra il 1997 e il 2003 il numero di Benefici di Prestazione Continuativa
                                  è aumentato del 648%.);

                             l    la Politica Nazionale dell’Anziano (Política Nacional do Idoso; PNI) approvata
                                  nel 1994 con l’intento di garantire all’anziano i diritti sociali;

                             l    la Politica Nazionale di Salute dell’Anziano (Política Nacional de Saúde do Idoso), messa
                                  a punto dal Ministero della Salute nel 1999, che nel 2003 ha determinato una serie di
                                  misure preventive nonché ampliato l’assistenza medica e lo Statuto dell’Anziano.
Parallelamente, nella seconda metà degli anni Novanta nel Paese sono state appli-
cate altre politiche di trasferimento di risorse, e più recentemente, nel primo de-
cennio del 2000, si sono intensificate le politiche di trasferimento condizionato di
risorse4, tra cui si distingue il “Programma Borsa Familia”. Quest’ultimo è rivolto
alle persone che vivono con un reddito pro capite inferiore alla soglia di povertà
(metà del salario minimo) e nel 2008 ne hanno beneficiato 10,5 milioni di famiglie,
secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Sociale.

Mercato del lavoro e mutamenti strutturali: terziarizzazione ed
esternalizzazione
Da un altro punto vista, si sono evidenziati mutamenti positivi nel mercato del la-
                                                                                            111
voro, in particolare la forte crescita del tasso di partecipazione sia dell’occupazione
totale sia del lavoro salariato regolare, che ha contribuito a mantenere il tasso di
disoccupazione nel decennio in questione al di sotto del 10% annuo. Si è manife-
stata la tendenza alla terziarizzazione (crescita del settore dei servizi in misura su-
periore rispetto agli altri settori dell’economia) e all’esternalizzazione (outsourcing)
del lavoro, riscontrabile nell’aumento della manodopera femminile sul mercato del
lavoro, nella migrazione di lavoratori dall’industria al terziario (commercio e servizi)
e nei recenti mutamenti del mondo del lavoro, derivanti dai processi globali di rior-
ganizzazione della produzione e ristrutturazione dell’organizzazione aziendale. Ac-
canto alla terziarizzazione e all’esternalizzazione, si è registrata una crescita
dell’occupazione nell’industria fino al 2008, a fronte della diminuzione registrata
nel periodo 1992-1999.

A metà del 2008, tuttavia, mentre l’economia brasiliana era in piena espansione e il
mercato del lavoro si trovava in una fase di reazione alla propria disorganizzazione
iniziata già negli anni Novanta, si è manifestata la crisi economico-finanziaria in-
ternazionale. Gli effetti più pesanti si sono concentrati nell’industria manifattu-
riera; quindi, di fronte al generalizzato calo di fiducia e alla crisi internazionale, il
settore industriale ha ridotto i livelli di produzione e di impiego.

Accanto ai fattori interni determinati dal venir meno delle aspettative e dalle re-
strizioni al credito privato, nonché dal calo del commercio mondiale, si sono for-
mati i canali di trasmissione della crisi che, secondo l’analisi pubblicata nel
febbraio 2009 dall’IPEA, l’Istituto di Ricerche Economiche (Insituto de Pesquisa
Econômicas) collegato al Ministero della Pianificazione, hanno provocato il sud-
detto calo di produttività del settore industriale. Come risultato di tali tendenze,
tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 sono aumentati i tassi di disoccupazione ed è
diminuito il tasso di utilizzo della capacità produttiva. Il Rapporto Mensile sull’In-
dustria (Pesquisa Industrial Mensal)-IBGE-FIESP-CNI5 ha reso noto il calo del PIL
industriale (-4,5% nel 2009) e del tasso di utilizzo della capacità produttiva (che
nell’agosto 2008 era del 84,6%, mentre nel dicembre 2008 e 2009 è stato rispetti-
vamente del 77,7% e del 79,6%).

Sulla scorta di altri Paesi, a partire dal dicembre 2008, il Governo brasiliano ha
quindi adottato alcune misure a carattere anticiclico volte principalmente a con-
trastare il calo nella domanda aggregata determinata dal settore privato. Tra que-
ste si distinguono in particolare le seguenti:
l   riduzione dell’IPI (Imposta sui Prodotti Industrializzati) per prodotti come le au-
                                 tomobili e gli elettrodomestici;

                             l   ampliamento delle linee di credito per il mercato dell’auto usata;

                             l   mantenimento degli investimenti, principalmente nelle infrastrutture, previsti
      Lavorare in Brasile.
      Reazioni alla crisi

                                 nell’ambito del Programma di Accelerazione della Crescita (Programa de Acele-
                                 ração do Crescimento, PAC) del governo federale.

                             Inoltre il governo ha introdotto o potenziato misure di carattere sociale che hanno
                             contribuito a sostenere la domanda e gli investimenti nazionali, soprattutto nel
                             settore edile, nonostante la crisi internazionale. Tra le principali si distinguono:

112                          l   l’adeguamento del salario minimo e del “Programma Borsa Familia” (PBF)

                             l   l’ampliamento del Programma assicurazione-disoccupazione (Programa seguro-de-
                                 semprego) [Si tratta di una somma corrisposta mensilmente dallo Stato ai disoccupati,
                                 ndt]

                             l   il pacchetto immobiliare.

                             Il pacchetto immobiliare ha portato al miglioramento delle condizioni di credito
                             (crescita in termini di volume e di tassi di finanziamento immobiliare per persone
                             fisiche e persone giuridiche), all’esenzione dall’IPI per i materiali edili e i programmi
                             abitativi, sia per il sistema di mercato sia per quelli di interesse sociale, come ri-
                             sulta evidente dal Programma Abitativo Popolare – Casa Mia Vita Mia (Programa
                             Habitacional Popular – Minha Casa Minha Vida), il cui obiettivo è di rispondere alle
                             necessità abitative della popolazione a basso reddito nelle aree urbane6.

                             La maggiore ripercussione che la crisi internazionale ha avuto sul Brasile è stata
                             l’interruzione della crescita economica e l’arresto dello sviluppo della situazione so-
                             ciale e del mercato del lavoro nel primo trimestre del 2009. Dopo di che si è lenta-
                             mente ritornati alla normalità, dimostrando così che la crisi è stata meno forte e
                             meno lunga di quanto non si prevedesse. Come è accaduto in altri Paesi emergenti,
                             quali la Cina e l’India, l’economia brasiliana si è quindi dimostrata più resistente del
                             previsto all’impatto della crisi internazionale, registrando una diminuzione del pro-
                             dotto nazionale lordo e un aumento della disoccupazione sensibilmente minore che
                             in altri Paesi.

                             L’impiego regolare come obiettivo cui tende il mercato del lavoro ha seguito il
                             trend di crescita del decennio. I dati forniti dal PME (Pesquisa Mensal do Emprego-
                             IBGE; Rapporto Mensile sul Lavoro-IBGE) rivelano che tra gennaio e settembre
                             2010 quasi il 50% della popolazione occupata nelle regioni metropolitane del Paese
                             aveva un impiego regolare, contro il 47% del 2007. Una realtà confermata dai mi-
                             crodati forniti dalla PNAD (Pesquisa Nacional por Amostra de Domicílios-IBGE, In-
                             dagine Nazionale per Campione di Domicili-IBGE). Nel 2009 i lavoratori con
                             “carteira de trabalho” (“portafoglio di lavoro”, un indice di regolarizzazione dei rap-
                             porti di lavoro) [Documento obbligatorio per chiunque presti un servizio professio-
                             nale in Brasile. Istituito nel 1932 e reso obbligatorio da Vargas nel 1934, garantisce
                             alcuni diritti fondamentali al lavoratore, quali il seguro-desemprego, la previdenza
                             sociale, etc., ndt] rappresentavano il 39% della totalità degli occupati nel Paese,
contro il 38% nel 2007. La richiesta di manodopera è rimasta concentrata nelle
                       fasce di età più avanzate (oltre i 40 anni) e maggiormente scolarizzate (più di 8
                       anni di studio).

                       In particolare, si è assistito al calo del tasso di crescita dell’occupazione nel periodo
                       2008-2009, a fronte della sua crescita media del decennio considerato nella sua
                       totalità, stando ai dati forniti dal Rapporto Mensile sul Lavoro. I settori più colpiti
                       in termini di riduzione dei posti di lavoro sono stati l’industria, i trasporti e i servizi
                       collettivi. Quelli che ne hanno risentito meno sono stati i servizi per il mercato in-
                       terno e la pubblica amministrazione. Nel 2009 è aumentato anche un altro indica-
                       tore sintetico del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione, sebbene nel 2010
                       si sia registrata una ripresa.
L’economia                                                                                                                                                              113
brasiliana si è        Di particolare rilevanza sono gli indicatori che, secondo il Rapporto Mensile sul La-
quindi dimostrata      voro, hanno continuato a registrare un andamento favorevole negli anni 2008-
più resistente del     2010, dai quali si nota la ripresa del mercato del lavoro e della situazione sociale
previsto all’impatto   del Paese: nel 2009 la produttività media reale dei lavoratori ha mantenuto il trend
della crisi            di crescita iniziato nel 2004. Dopo il calo della produttività media reale del lavoro
internazionale,        fino al 2004, è infatti iniziato un periodo di ripresa che ha portato a una crescita
registrando una        del 12,2% nel primo decennio del 2000 considerato nel suo insieme (2001-2009) e
diminuzione del        a un incremento del 2,5% tra il 2008 e il 2009.
prodotto nazionale     Secondo il DIEESE, il Dipartimento Intersindacale di Statistica e Studi Socio-Econo-
lordo e un aumento     mici (Departamento Intersindical de Estatística e Estudos Sócio-Econômicos), il sa-
della disoccupazione   lario minimo si è apprezzato fino al 2010 e dal luglio 1994 al dicembre 2008 ha
sensibilmente          conseguito un aumento reale di valore del 99%. Dal 2003 al 2009 il salario minimo
minore che in altri    ha conseguito un aumento reale di valore del 54%; in particolare, nel 2008, 2009 e
Paesi.                 2010 ha avuto un valore nominale di R$415,00, R$465,00 e R$510,00, con un in-
                       cremento reale rispettivamente del 4%, 5,8% e 6%.

                       Infine si è tornati a registrare un calo della povertà e della diseguaglianza nel red-
                       dito, con un miglioramento nel posizionamento nel ranking dell’Indice di Sviluppo
                       Umano pubblicato dall’UNDP [United nations Development Programme]. La tabella
                       2 riassume tutte queste informazioni. Si nota, tuttavia, che il Brasile è oggi una na-
                       zione disomogenea: nonostante l’indice di Gini mostri la riduzione della disegua-

                                            Tabella 2 - Indicatori di povertà, diseguaglianza
                                            di reddito e sviluppo umano. Brasile 2001-2009
                                                             2001        2002        2003        2004       2005        2006       2007        2008        2009
                       Estrema Povertà (% pop)*              15,28       13,99       15,20       13,20      11,49       9,44       8,65        7,57        7,28
                       Povertà (% pop)**                     35,17       34,40       35,79       33,70      30,82       26,75      24,24       22,59       21,42
                       Indice di Gini                        0,596       0,589       0,583       0,572      0,569       0,563      0,556       0,548       0,543
                       IDH         -                           nd        0,788       0,792       0,800      0,808       0,813        -           -
                       Pos. nel Ranking del IDH                           63º         68º         69°        70º         75º        75º                      73º
                       Fonte: IPEA-DATA e UNDP
                       Note: *Percentuale di persone nella popolazione complessiva con reddito familare complessivo pro capite inferiore alla soglia di estrema
                       povertà (o indigenza, o miseria). La soglia di estrema povertà è una stima del valore di un paniere di alimenti che forniscano il minimo di
                       calorie necessarie per sopperire al fabbisogno alimentare di una persona, sulla base delle raccomandazioni della FAO e della OMS.
                       **Percentuale di persone nella popolazione complessiva con reddito familiare pro capite inferiore alla soglia di povertà. La soglia di povertà
                       è il doppio della soglia di estrema povertà.
glianza di reddito dopo il 2001, si trova in una situazione peggiore degli altri Paesi
                             latino-americani come il Messico, l’Uruguay o il Venezuela, e molto distante dai
                             Paesi dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
      Lavorare in Brasile.
      Reazioni alla crisi

                             Permanere di criticità nella crescita economica sostenuta
                             Di fronte a tutto ciò, bisogna considerare che le trasformazioni economiche, sociali e
                             lavorative sono state molto significative e che il Paese ha dato risposte positive nel
                             fronteggiare la crisi internazionale; per contro, permangono notevoli criticità nel-
                             l’economia brasiliana. In primo luogo, la politica economica brasiliana si è sostenuta
                             con alti tassi di interesse interni (tasso Banca Centrale del Brasile SELIC) per far
114                          fronte all’urgenza di finanziamento del settore pubblico. Dati forniti dalla Banca Cen-
                             trale del Brasile rivelano che lo stock del debito del settore pubblico (DLSP, Dívida Lí-
                             quida do Sector Público) ha raggiunto R$ 1,41 trilioni nell’agosto del 2010, pari al
                             41,4% del PIL, contro il 36% del 2008. Il principale risultato del governo, dal punto di
                             vista del NFSP (Necessidade de Financiamento do Sector Público, fabbisogno di fi-
                             nanziamento del settore pubblico), è stato la riduzione del surplus al 2,1% del PIL
                             contro il 5,2% – valori conseguiti nel periodo gennaio-agosto 2008 e gennaio-agosto
                             2010. Nello stesso periodo, il deficit, che rappresentava lo 0,9% del PIL, è passato al
                             3,3% del PIL. La spesa pubblica dell’Unione nel periodo gennaio-luglio 2010 ha costi-
                             tuito il 30,4% del PIL, di cui il 24,1% rappresentato dalle spese correnti, il che dimo-
                             stra una scarsa capacità di investimento del settore pubblico brasiliano.

                             Questa situazione fiscale coesiste con un carico tributario tra i più alti di quelli dei
                             Paesi in via di sviluppo: 35% del prodotto nazionale lordo nel 2009. È molto proba-
                             bile che il Brasile stia raggiungendo un limite massimo in termini di carico fiscale
                             oltre al quale il peso delle tasse potrà avere impatti negativi in termini di crescita
                             economica (una variante della curva di Laffer).

                             In secondo luogo, l’utilizzo del risparmio estero, in particolare attraverso un af-
                             flusso di investimenti esteri di portafoglio, viene incentivato dagli alti tassi di inte-
                             ressi interni, con conseguente rivalutazione della moneta locale, il real. Tale
                             rivalutazione ha come effetto una contrazione degli investimenti produttivi e gene-
                             ratori di impiego, in particolare di quelli destinati alle esportazioni di prodotti a
                             maggior valore aggiunto. D’altro canto, bisogna tenere presente la scoperta e lo
                             sfruttamento delle riserve petrolifere e di gas naturale nei bacini del pré-sal brasi-
                             liano [Zona al largo del litorale atlantico brasiliano, lunga circa 800 km e larga 200,
                             situata a 7.000 m sotto il livello del mare, di fronte alle coste di S. Paolo e Rio de
                             Janeiro, ndt], in un contesto geoeconomico in cui la dinamica dell’economia cinese
                             provoca un aumento dei prezzi e delle esportazioni di commodities (beni primari),
                             favorendo le aspettative di una futura crescita dell’economia brasiliana.

                             Nonostante i meccanismi utilizzati dal Brasile per cercare di fronteggiare la recente
                             crisi internazionale e arginarne gli effetti sul mercato del lavoro e sulle condizioni
                             di vita della sua popolazione, è necessario riflettere sui problemi che persistono
                             nell’economia brasiliana, che sembra si possano individuare nella lotta all’evasione
                             fiscale, negli elevati tassi di interesse interni e nelle politiche che favoriscono la ri-
                             valutazione della moneta.
1
    Il salario minimo in Brasile, al gennaio 2011, è di RS 510,00, pari a US$305,39.
2
    Il criterio della Fondazione Getúlio Vargas definisce classe C la fascia di popolazione il cui reddito familiare globale era

compreso tra R$1.126 e R$ 4.854 mensili nel 2009 e tra US$674 e US$2.906 attualmente.
3
    Si veda: R. Hoffmann-M.G.A. Ney, A recente queda da desigualdade de renda no Brasil: análise de dados da PNAD, do Censo

Demográfico e das Contas Nacionais. Econômica (Niterói),, v. 10, pp. 7-39, 2008. R. Hoffmann, Desigualdade da distribuição

da renda no Brasil: a contribuição de aposentadorias e pensões e de outras parcelas do rendimento domiciliar per capita. Eco-

nomia e Sociedade (UNICAMP), v. 18, pp. 213-231, 2009. M.C. Neri-M.C. Melo, Miséria e a nova classe média na década da

igualdade, Rio de Janeiro 2008. Disponibile su: http://www3.fgv.br/ibrecps. C.R. Ferreira; S.C.I. Souza, As aposentadorias e

pensões e a concentração dos rendimentos domiciliares per capita no Brasil e na sua área rural: 1981 a 2003, Revista de Eco-

nomia e Sociologia Rural, Rio de Janeiro, ottobre/dicembre 2007, v. 45, pp. 985-1011; L. Gasto social no Brasil: programas de

transferência de renda versus investimento social. Ciência e Saúde Coletiva, Rio de Janeiro, v. 12, p. 1463-1476, nov./dez.

2007.
4
    Per legge, i trasferimenti di risorse sono condizionati alla frequenza scolastica di bambini e adolescenti, al rispetto del ca-
                                                                                                                                      115
lendario delle vaccinazioni e del monitoraggio della crescita e dello sviluppo dei bambini al di sotto dei 7 anni, alla parteci-

pazione al corso di preparazione al parto da parte delle gestanti e al monitoraggio delle donne in allattamento. Oltre a ciò,

l’assistenza sociale richiede una partecipazione alle azioni educative organizzate per bambini e adolescenti fino ai 15 anni a

rischio o con esperienze pregresse di lavoro minorile, in accordo con il Ministero dello Sviluppo Sociale.
5
    L’IBGE, Istituto di Geografia e Statistica (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatísticas), è un organismo governativo, la

FIESP è la Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (Federação das Indústrias do Estado de São Paulo) e la CNI è la

Confederazione Nazionale delle Industrie (Confederação Nacional das Indústrias). Le ultime due istituzioni rappresentano gli

interessi dell’industria brasiliana e forniscono informazioni sulla produzione industriale.
6
    In accordo con il Ministero delle Città, il Programma funziona attraverso concessioni di finanziamenti a beneficiari organiz-

zati in ente (associazione, cooperativa, sindacato ecc.), grazie a fondi provenienti dal Bilancio Generale dell’Unione (Orça-

mento General da União – OGU) e destinati al Fondo di Sviluppo Sociale (Fundo de desenvolvimento Social – FDS), che

possono avvalersi del partnerariato degli Stati, del Distretto Federale e dei Municipi.
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