Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2014
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RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2014 ANCI CARITAS ITALIANA CITTALIA FONDAZIONE MIGRANTES SPRAR IN COLLABORAZIONE CON UNHCR SINTESI 1
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Introduzione A livello globale il 2013 è stato caratterizzato dei beneficiari avviene sui territori e per questo dal protrarsi di numerose crisi umanitarie , tanto motivo sono i territori stessi che devono essere da arrivare a livelli cui non si assisteva dai tempi non solo protagonisti, ma solidali e consapevoli del genocidio ruandese del 1994. Più di 2,5 mi- di questo loro ruolo. lioni di persone sono state costrette ad abban- Alla luce di questa complessità, le caratteri- donare le loro case e a cercare protezione al di stiche della mobilità internazionale nell’area del fuori dei confini del proprio paese, la maggior Mediterraneo hanno subito negli anni un’evo- parte delle quali negli stati limitrofi. luzione ed una trasformazione tali da richiedere Si pone dunque con sempre maggiore atten- nuovi e specifici strumenti di comprensione in zione la questione degli arrivi in sicurezza delle grado di interpretare i fenomeni in chiave tran- persone costrette a fuggire e che rischiano di snazionale. Appare evidente, infatti, che gli ac- perdere la vita nel tentativo di raggiungere l’Eu- cadimenti non hanno mai un effetto isolato ma ropa. È evidente, quindi, la necessità di inter- determinano conseguenze plurime di cui non venire non solo a livello nazionale, con la mi- si può non tenere conto. La vicenda siriana, tra gliore definizione del sistema di accoglienza e le altre, appare emblematica di questa connes- di tutela, ma anche a livello internazionale pre- sione che fa del fenomeno della protezione in- vedendo l’apertura di canali umanitari e l’im- ternazionale una filiera lunga che a partire dai plementazione di attività di ricerca e soccorso luoghi di crisi si sviluppa sino ai piccoli contesti così come avvenuto nel corso del 2014 con l’ope- territoriali in cui si predispone l’accoglienza dei razione Mare Nostrum. cosiddetti profughi. A tal proposito, sarebbe ancora più incisivo Queste considerazioni sono state il presup- un maggiore coinvolgimento italiano nei diversi posto per cui le maggiori organizzazioni che da programmi di reinsediamento con evidente ne- anni lavorano su questi temi, hanno unito gli cessità di maggiori investimenti in tal senso in sforzi e gli sguardi, nonostante le differenti an- modo da permettere una più sicura e completa golature, per elaborare un volume specifico e messa in sicurezza delle persone durante tutte congiunto all’analisi di questo fenomeno. le fasi del viaggio dal luogo di partenza a quello Il Rapporto sulla protezione internazionale di arrivo. in Italia 2014, realizzato da anCi, Caritas Italia- L’Italia, da oltre vent’anni, si confronta con il na, Cittalia, Fondazione Migrantes, Servizio fenomeno delle migrazioni internazionali stret- Centrale dello spRaR e unHCR, partendo dal- tamente connesse alle gravi crisi umanitarie che l’analisi del ruolo dello Stato, degli Enti locali e si sono succedute nel tempo facendo sempre di del Terzo settore rispetto all’asilo e all’accoglien- più della nostra Penisola un paese di arrivo di za dei titolari di protezione internazionale, in- persone alla ricerca di protezione e asilo. Una tende fare il quadro su come, nel corso degli an- situazione che ha spinto negli ultimi anni le Isti- ni, si sta sviluppando l’accoglienza integrata nel tuzioni e il terzo settore ad un confronto serrato nostro Paese e su come il fenomeno delle mi- volto a ripensare le “modalità di accoglienza” grazioni riguardi un numero sempre più ampio non più in chiave emergenziale ma favorendo di soggetti vulnerabili, come minori stranieri, la nascita di reti territoriali in cui il mondo del- apolidi e vittime di tratta le cui condizioni spesso l’associazionismo continua a svolgere un ruolo si intrecciano con quelle dei rifugiati. Il Rapporto decisivo. È evidente che l’accoglienza, la tutela si articola in quattro capitoli dedicati rispettiva- e l’integrazione delle persone che giungono in mente al tema dell’asilo tra Stato e Terzo settore, Italia in cerca di protezione, possono essere ga- al fenomeno dei richiedenti protezione interna- rantite solo attraverso la capacità dei territori zionale in Italia e al sistema di protezione per di favorire processi di autonomia ed inserimento richiedenti asilo e rifugiati (spRaR e altre forme sociale. In tal senso il ruolo degli enti locali e di accoglienza messe, di volta in volta, in atto), delle reti del terzo settore diventa fondamentale ai soggetti particolarmente vulnerabili (apolidi, e strategico nella misura in cui sono chiamati vittime di tratta e minori stranieri richiedenti ad attivare processi sinergici volti all’effettività asilo - MsnaRa) e al flusso delle migrazioni for- dell’accoglienza e della tutela. La presa in carico zate a livello internazionale ed europeo. 3
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Questa sinergia fra i promotori del presente il prossimo anno a riflettere non tanto sulle pro- Rapporto vuole essere di per sé un auspicio ver- blematiche da risolvere, quanto sulla qualità di so la costruzione di un sistema nazionale di tu- un sistema che si stia sempre più definendo e a tela e di accoglienza efficace ed integrato dove cui speriamo anche noi, con questo volume, di nessuno possa sentirsi escluso o l’unico prota- poter dare un contributo attivo per la sua co- gonista. L’augurio è quello di poterci ritrovare struzione. Raccomandazioni Alle frontiere un approccio ropea e un maggior investimento nei pro- grammi di reinsediamento; orientato alla tutela dei diritti umani ■ una stretta collaborazione, soprattutto a Nell’applicare le misure di accesso alla pro- livello nazionale, tra le forze di polizia di cedura per il riconoscimento della protezione frontiera e di pattugliamento dei confini internazionale l’Unione Europea si trova a con le organizzazioni non governative e fronteggiare due differenti esigenze, troppo gli altri enti di tutela impegnati in pro- spesso gestite in contrapposizione: da un lato grammi di supporto e assistenza ai mi- il controllo delle frontiere esterne, anche se- granti in arrivo sul territorio della ue per condo politiche e strategie volte a garantire richiedere protezione internazionale; la sicurezza interna dei singoli Stati membri ■ la predisposizione di un programma di e del territorio nell’Unione nel suo complesso; formazione e aggiornamento a livello eu- dall’altro l’effettiva protezione dei migranti ropeo, rivolto soprattutto alle forze di po- forzati. Tale contrapposizione ha impedito lizia di frontiera e di pattugliamento, nel una gestione armonica del binomio “frontie- quale possano essere inseriti moduli che re/asilo” e ciò ha comportato l’implementa- favoriscano la conoscenza della specificità zione di politiche e interventi ad intermitten- dei migranti forzati ed in particolare delle za. In questo senso, per assicurare un’armo- categorie vulnerabili; nizzazione tra gli interventi di controllo delle ■ la sperimentazione di procedure comuni frontiere e, al tempo stesso, le garanzie di per l’identificazione dei migranti, che pos- protezione è necessario garantire un approc- sano essere applicate in tempi certi, con cio orientato alla tutela dei diritti umani. misure puntuali e certe, nel rispetto dei diritti umani fondamentali e della dignità Nello specifico, delle persone; si raccomanda di prevedere: ■ revisione del Regolamento di Dublino an- ■ l’Unione Europea deve ottemperare ai suoi che alla luce di una maggiore facilitazione obblighi internazionali per la protezione al ricongiungimento familiare con parenti dei diritti umani alle sue frontiere esterne già presenti nei paesi dell’Unione Europea; incluse le operazioni di ricerca e salvatag- ■ l’applicazione presso tutti i valichi di fron- gio che, come ha dimostrato l’operazione tiera (aeroportuali, marittimi e terrestri) Mare Nostrum, sono in grado di salvare e le aree di ingresso di servizi di assistenza migliaia di vite umane; e orientamento in favore di cittadini stra- ■ impedire la restrizione della libertà di mo- nieri intenzionati a richiedere protezione vimento e rispettare il diritto di lasciare internazionale. Tali servizi potranno essere qualsiasi paese incluso il proprio, anche gestiti da organizzazioni non governative attraverso un rapido accesso ai documenti e altri enti di tutela, sviluppando forme di di identità e di viaggio; collaborazione con le forze di polizia, con- ■ linee guida comuni europee per la gestio- formandosi alle comuni linee guida di in- ne dell’ingresso sul territorio europeo di tervento e ai programmi di formazione; richiedenti protezione internazionale; ■ periodiche missioni di monitoraggio da ■ nei casi di crisi umanitaria, che determi- parte della Unione Europea presso le aree nano flussi eccezionali di profughi, am- di frontiera e di ingresso. pliare i canali umanitari di ingresso in Eu- ropa anche attraverso il rilascio di visti da richiedere a le ambasciate dei paesi di transito ed origine, facilitando l’accesso nei paesi terzi ad un’ambasciata di uno Stato Membro diversa da quello in cui si intende chiedere il visto di ingresso; ■ estendere i programmi di ammissione umanitaria con un maggiore coinvolgi- mento di tutti i 28 paesi dell’Unione Eu- 4
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Ricomposizione affidamento familiare oltre alle comu- Nello specifico, di un sistema unico nità specifiche, orientate al rispetto del si raccomanda di prevedere: di accoglienza superiore interesse del minore; ■ politiche e programmi specifici, a livello La strutturazione di un sistema unico di ac- ■ modalità comuni di monitoraggio e di nazionale e regionale, volte a facilitare coglienza in Italia – al quale tendono da valutazione degli interventi in tutti i con- l’inserimento socio-economico-abitativo anni ministero dell’Interno, anCi, unHCR, testi di accoglienza, che consentano di di titolari di protezione internazionale enti di tutela e associazioni – deve neces- verificare l’efficienza e l’efficacia dell’ac- e umanitaria, adottando una loro equi- sariamente superare la dicotomia tra prima coglienza, in termini qualitativi (sulla parazione – per un periodo di tempo li- e seconda accoglienza, che in termini ope- base dei comuni standard), nonché di mitato successivamente al riconosci- rativi si è nel tempo tradotta in differenti ottimizzazione delle risorse economiche, mento della stessa protezione – alle ca- obiettivi tra l’uno e l’altro livello, nonché delle strategie politiche e organizzative. tegorie in Italia maggiormente svantag- in standard d’intervento differenziati, con giate, ivi incluse misure di sostegno al- una propensione alla bassa soglia nella fase Politiche e strategie l’imprenditoria, di previdenza sociale e di prima accoglienza. per l’inserimento di sgravi fiscali; Nella ricomposizione di un sistema unico, socio-economico ■ il rafforzamento delle azioni di accom- è necessario che medesime linee guida e Il periodo trascorso in accoglienza è per pagnamento ai percorsi di inclusione identici standard disciplinino comunemen- sua natura di carattere temporaneo e per- sociale durante il periodo di accoglien- te tutte le misure di accoglienza adottate, tanto occupa solamente un breve periodo za, attraverso l’integrazione di risorse dal primo approdo dei migranti forzati in nella vita in Italia dei richiedenti e titolari economiche sui territori, creando a li- Italia, fino all’avvio dei loro percorsi di in- di protezione internazionale e umanitaria. vello locale modelli virtuosi di inseri- clusione sui territori, con il comune obiet- Pensare, pertanto, che l’accoglienza possa mento socio-economico, che possano tivo di favorire la riconquista dell’autono- essere di per sé l’elemento risolutivo per costituire opportunità per le intere co- mia personale e l’emancipazione dal biso- ogni esigenza e bisogno delle persone ac- munità cittadine; gno stesso di accoglienza, a partire dai sog- colte è scorretto; di conseguenza, misurar- ■ in nome della sopra menzionata otti- getti più vulnerabili tra i quali minori stra- ne l’efficacia attraverso solo pochi indica- mizzazione delle risorse, la facilitazione nieri non accompagnati. tori dell’integrazione socio-economica, qua- del dialogo interistituzionale – anche a li la casa e il lavoro, è fuorviante. livello di ministeri e di assessorati – il Nello specifico, Durante il periodo di accoglienza insieme quale possa supportare lo sviluppo di si raccomanda di prevedere: con le persone ospiti si interviene per l’ac- programmi integrati, in favore di titolari ■ l’adozione di standard unici in ogni con- quisizione di strumenti che possano con- di protezione internazionale, migranti testo di accoglienza, strutturale o stra- sentire loro di agire autonomamente, una economici, cittadini europei e italiani. ordinario che sia (CaRa, Hub, spRaR, volta uscite dai programmi di assistenza. centri polifunzionali cittadini, centri at- Gli interventi si incentrano, pertanto, sul- tivati in maniera temporanea per rispon- l’apprendimento dell’italiano, sulla cono- dere a eventuali “emergenze” nella ge- scenza e sull’accesso ai servizi, sulla indi- stione degli arrivi), a partire dalle linee viduazione di proprie reti sociali di riferi- guida dello spRaR, costruite nel corso mento, ecc., e non è dato per scontato che degli anni dal basso, con il fondamen- da questo possano automaticamente sca- tale contributo di operatrici e operatori turire un posto di lavoro e un’abitazione territoriali; autonoma. Nessun sistema di accoglienza ■ modalità di raccordo tra i diversi conte- potrà mai essere da solo sufficiente alla riu- sti di accoglienza con una regia territo- scita dei percorsi di inclusione sociale dei riale in capo agli enti locali direttamente propri beneficiari. Infatti, a nulla può gio- interessati e alle regioni, con strutturate vare l’esponenziale aumento della capienza modalità di scambio e di collaborazione della rete dell’accoglienza (così come ac- con gli enti di tutela; caduto nel 2014 con lo spRaR, passato da ■ la ricomposizione dell’accoglienza di 3.000 a oltre 20.000 posti), qualora non tutti i minori stranieri non accompagnati vengano previste a livello regionale e na- nell’ambito dello spRaR favorendo la zionale politiche, strategie e programmi promozione di forme diversificate di ac- tali per facilitare l’inserimento sociale ed coglienza, che prevedano anche percorsi economico di richiedenti e titolari di pro- di tutoraggio/accompagnamento e di tezione internazionale e umanitaria. 5
Asilo, tra Stato e Terzo settore Il primo capitolo del Rapporto, dedicato al ruolo normativa e la prassi amministrativa circa la tu- dello Stato e del Terzo Settore nella gestione del tela dei richiedenti la protezione internazionale fenomeno migratorio, ricostruisce le tappe del- abbiano avuto una evoluzione discontinua, fa- l’accoglienza in Italia sia sotto il profilo norma- ticosa e a tratti incomprensibile. Dalla riserva tivo che sotto il profilo economico e sociale ri- geografica, inserita nel recepimento della Con- percorrendo le diverse crisi umanitarie che han- venzione di Ginevra del 1954 e rimasta in vigore no coinvolto il nostro paese: dai boat people viet- fino al 1990, fino all’ampio utilizzo della formula namiti, alla crisi nei Balcani, ai barconi dall’Al- umanitaria negli ultimi anni, emerge l’inade- bania fino ad arrivare alla cosiddetta “Emergen- guatezza degli strumenti giuridici utilizzati di za Nord Africa” e agli arrivi nell’anno di Mare volta in volta per dare protezione alle persone Nostrum. Questo excursus ha riproposto non so- giunte in Italia. lo la necessità di superare l’accoglienza dei ri- Non meno problematico il quadro registrato fugiati e richiedenti asilo attraverso misure di in questi decenni sul fronte dell’accoglienza con carattere emergenziale ma ha permesso anche riferimento sia alle varie tipologie implementate di prendere coscienza del grande lavoro svolto e sia alle diverse soluzioni individuate: dai tre dalle reti territoriali di enti non governativi e del Centri di assistenza profughi e stranieri attivati terzo settore nella gestione del fenomeno. negli anni’70 a Padriciano (Trieste), Latina e Ca- Dall’analisi storico politica di questi impor- pua, fino ai recenti Centri di Accoglienza Stra- tanti avvenimenti è emerso come sin dai primi ordinaria previsti su tutto il territorio nel 2014. interventi di carattere umanitario a favore dei Un arco temporale molto ampio nel quale il Go- profughi (anni ’70), il nostro paese abbia saputo verno Italiano ha avuto modo di mettere a punto sperimentare iniziative interessanti e a tratti in- anche un sistema nazionale di accoglienza novative che, però, hanno dovuto fare i conti (spRaR) costretto a convivere, però, con altre con l’incapacità del governo italiano di imple- esperienze spesso poco coordinate negli stan- mentare un sistema di accoglienza e tutela effi- dard e nella qualità dei servizi offerti. cace. L’Italia ha intrapreso per la prima volta una Un quadro complesso e frammentario in cui operazione di ricerca e soccorso in mare nel lon- si inserisce il ruolo del terzo settore di ispirazione tano 1979 quando nel mar indocinese furono ecclesiale e/o laica che faticosamente ha cercato salvate circa 1000 persone con le navi della ma- di dare il suo contributo sia in una funzione sup- rina Militare. Trentacinque anni dopo con l’ope- pletiva che complementare rispetto agli inter- razione Mare Nostrum sono state oltre 150 mila venti periodicamente messi in campo dal Gover- le persone salvate in mare. Due esperienze lon- no. Il rafforzamento della collaborazione istitu- tane nel tempo e mai sistematizzate con una zionale, sia a livello nazionale che locale, costi- prassi che avrebbe potuto salvare altre centinaia tuisce, dunque, un presupposto essenziale per di migliaia di persone morte nel frattempo nel un intervento realmente efficace in favore dei mar Mediterraneo. beneficiari richiedenti la protezione internazio- In questi anni abbiamo anche visto come la nale 7
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Richiedenti protezione internazionale in Italia I migranti giunti via mare e le domande di protezione internazionale tra il 2013 e il primo semestre 2014 Dopo un primo consistente numero di sbarchi caratterizzato la cosiddetta Primavera Araba di migranti nel 1999, provenienti in particolare (2011) e il manifestarsi e riacutizzarsi di conflitti dall’Albania a seguito della guerra del Kosovo, vecchi e nuovi in numerosi territori del Nord tra il 2000 e il 2007 gli arrivi sulle coste italiane Africa e del vicino Medio Oriente (2013-2014). si presentano con un flusso costante. Dal 2008 Dal 1 gennaio al 1 luglio 2014 infatti sono stati al 2013 l’andamento degli sbarchi diviene invece registrati nel nostro Paese circa 400 eventi di instabile, riflettendo le condizioni politiche-eco- sbarco per un totale di 65.456 migranti giunti nomiche e sociali dei paesi di origine dei mi- sulle coste italiane a bordo di imbarcazioni. Nello granti. Sono infatti il 2008, 2011, 2013 e 2014 stesso periodo del 2013 il dato relativo agli sbar- gli anni che maggiormente evidenziano questa chi è sensibilmente inferiore, sono infatti 7916 situazione: la prima emergenza Nord Africa le persone che hanno raggiunto le coste italiane (2008), l’esodo seguito agli eventi che hanno dato però superiore al 2012. Grafico 1 62.692 65.456 Arrivi dal 1999-2014 49.999 (al 1 luglio). Valori assoluti 42.925 36.951 Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Interno 26.817 23.719 22.939 20.143 22.016 20.165 13.267 14.331 13.635 9.573 4.406 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Grafico 2 50.000 42.925 Confronto arrivi mensili 2013-2014 (al 14 aprile). 40.000 38.343 Valori assoluti 40.244 30.000 30.086 Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Interno 20.000 10.962 20.715 21.054 2013 4.777 2014 10.000 2.156 449 13.853 217 1.524 3.357 7.916 0 4.391 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 8
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Nel 2013 infatti l’Italia è stata sottoposto ad in cui avviene il numero maggiore di sbarchi, massiccio afflusso di migranti circa 43mila, il basti pensare che nei soli primi sei mesi del 2014 325 per cento in più dell’anno precedente ten- in Sicilia sono giunti l’85,5 per cento dei mi- denza che prosegue anche nel 2014. Sostan- granti sbarcati in Italia, seguita dalla Puglia e zialmente in tutti gli anni è la Sicilia la regione dalla Calabria (vedi Tabella 1). Località 2011 2012 2013 2013 (al 01/07) 2014 (al 01/07) Tabella 1 Sicilia* 57.181 8.488 37.886 6.125 56.649 Sbarchi nelle regioni Puglia 3.325 2.719 1.030 695 5.978 italiane. Anni 2011-2014 Calabria 1.944 2.056 3.980 1.096 1.765 (al 1 luglio). Valori assoluti. Sardegna 207 4 29 0 23 Campania 0 0 0 0 1.041 Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Interno Lazio 0 0 0 0 0 Friuli Venezia Giulia 35 0 0 0 0 Totale 62.692 13.267 42.925 7.916 65.456 *dettaglio Sicilia Lampedusa, Linosa e Lampione 51.753 5.202 14.753 3.648 1.459 Altre località della prov. Agrigento 806 551 2.937 301 8021 Con riferimento alla nazionalità dei migranti ne sono stati siriani (il 26, 3 per cento), eritrei giunti sulle coste italiane nei primi sei mesi del (23 per cento) e somali (7,6 per cento); rispetto 2014 si evidenzia che circa il 30 per cento del invece all’anno 2012 sono i tunisini la naziona- totale è di nazionalità eritrea, a cui seguono i lità maggiormente rappresentata con il 17 per siriani e i malesi. Nel 2013 i migranti che in mi- cento rispetto, di poco, a somali (16,4 per cento) sura maggiore sono approdati sulle coste italia- ed afghani (13 per cento) (Vedi Tabella 2). Nazionalità 2012 Nazionalità 2013 Nazionalità 2014 (al 01/07) Tabella 2 Tunisia 2.268 Siria 11.307 Eritrea 19.329 Nazionalità dei migranti. Somalia 2.179 Eritrea 9.834 Siria 11.236 Anni 2012 – 2014 (al 1 luglio). Afghanistan 1.739 Somalia 3.263 Mali 5.835 Valori assoluti. Eritrea 1.612 Egitto 2.728 Gambia 3.333 Fonte: elaborazione Cittalia Pakistan 1.247 Nigeria 2.680 Nigeria 3.089 su dati Ministero dell’Interno Egitto 1.223 Gambia 2.619 Somalia 2.196 * il dato potrebbe Bangladesh 622 Pakistan 1.753 Senegal 1.791 ricomprendere immigrati per i quali sono ancora in corso le Siria 582 Malì 1.674 Egitto 1.552 attività di identificazione Nigeria 358 Senegal 1.314 Pakistan 1.330 Gambia 348 Tunisia 833 Marocco 917 altre 1.089 altre 4.920 altre* 14.848 Totale 13.267 Totale 42.925 Totale 65.456 9
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI 1 “Operazione umanitaria di- Il rapporto offre anche un quadro d’insieme re- 259 con 48695 migranti soccorsi: dei 259 in- retta a rafforzare il disposi- tivo aeronavale di sorve- lativo all’operazione Mare Nostrum1 che, av- terventi, 216 sono stati realizzati dalla Marina glianza e soccorso in mare, viata il 18 ottobre 2013 a seguito del naufragio Militare (con 41554 soccorsi) e 43 sono stati finalizzato ad incrementare la sicurezza della vita uma- del 3 ottobre al largo di Lampedusa che ha pro- gli interventi misti (36 di Primo Intervento rea- na e il controllo dei flussi vocato la morte di oltre 300 persone, (fino al lizzati congiuntamente da Capitaneria di Porto, migratori mediante il di- 31 dicembre del 2013) ha realizzato 34 inter- Guardia di Finanza e unità di SM per 5417 mi- spiegamento di cinque uni- tà navali e due assetti aerei venti per un totale di 4323 migranti soccorsi. granti soccorsi e altri 7 di Primo Intervento del- della Marina Militare”. Mentre con riferimento ai primi sei mesi del la Marina Militare con 1724 soccorsi – vedi Ta- 2014 gli interventi di Mare Nostrum sono stati bella 3). Totale eventi Totale migranti soccorsi Tabella 3 34 4.323 I numeri dell’Operazione Mare Nostrum di cui Interventi Interventi misti Marina Militare Mare Nostrum 2013 Primo intervento CP/GDF/Unità SM Primo intervento MM (Dal 18 ottobre al 31 dicembre) Eventi Soccorsi Eventi Soccorsi Eventi Soccorsi 29 3.870 0 0 5 453 Totale eventi Totale migranti soccorsi Mare Nostrum 2014 (Dal 1 gennaio al 14 259 48.695 luglio) di cui Interventi Interventi misti Marina Militare Primo intervento CP/GDF/Unità SM Primo intervento MM Eventi Soccorsi Eventi Soccorsi Eventi Soccorsi 216 41.554 36 5.417 7 1.724 Nel 2013 le domande di protezione internazio- cedente con un trend perlopiù discontinuo che nale presentate in Italia sono state circa 27mila, ha caratterizzato l’andamento delle stesse negli vale a dire 10mila in più rispetto all’anno pre- ultimi 14 anni (Vedi grafico 3). Grafico 3 60.000 Confronto andamento domande protezione internazionale presentate alle Commissioni 40.000 territoriali e sbarchi. Anni 1999-2013. Valori assoluti 20.000 Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Interno 0 Domande pervenute Sbarchi 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 10
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Se si guarda invece ai paesi di origine dei richie- tezione internazionale è quella nigeriana con denti protezione internazionale si scopre che 3.519 istanze, seguono le nazionalità pakistana essi appartengono a due continenti: africano e (3.232), somala (2.774), eritrea (2109), afgana asiatico. Nello specifico la prima nazionalità di (2056) e malese (1806) (vedi grafico 4). persone che hanno presentato domanda di pro- 0 2000 4000 6000 8000 Grafico 4 I primi dieci paesi di Nigeria origine dei richiedenti Pakistan protezione internazionale. Somalia Anno 2013 Eritrea Fonte: elaborazione Cittalia Afghanistan su dati Ministero dell’Interno Mali Gambia Senegal Egitto Siria Altri Con riguardo invece alle decisioni relative alle sommano a questi ultimi coloro ai quali è stato istanze presentate alle Commissioni territoriali rilasciato un permesso di soggiorno per motivi italiane, il Rapporto evidenzia che nel 2013 so- umanitari (24 per cento), l’esito positivo delle no circa 24mila le domande esaminate. Per domande in termini di riconoscimento di una 8.642 persone, vale a dire il 36,6% dei richie- qualche forma di protezione è stato del 61 per denti, è stata riconosciuta una forma di prote- cento (vedi grafico 5). zione internazionale, nel dettaglio: al 13 per Dati questi che mostrano come l’andamento cento è stato riconosciuto lo status di rifugiato dei riconoscimenti di protezione internazionale mentre la protezione sussidiaria è stata accor- relativi all’anno 2013 sia molto vicino ai valori data al 24 per cento dei richiedenti. Se poi si del 2011. 10% Grafico 5 Non riconosciuti 29% Decisioni sulle domande Proposta di protezione umanitaria di protezione 13% internazionale Proposta sussidiaria presentate. Anno 2013. Status di rifugiato Valori percentuali Irreperibili Fonte: elaborazione Cittalia Altri esiti (0%) su dati Ministero dell’Interno 24% 24% 11
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Con uno sguardo oltre i confini nazionali si sco- cui è stata riconosciuta una qualche forma di pre invece che nel 2013 nei paesi dell’Unione protezione internazionale. In particolare si rileva Europea sono state presentate 435.390 doman- come siano Germania, Francia e Svezia ad avere de di protezione internazionale, con circa il 30 un numero di domande di protezione interna- per cento di esiti positivi, ovvero di richieste a zionale superiore alla media ponderata europea (vedi tabella 4). Status rifugiato Protezione sussidiaria Protezione umanitaria Tabella 4 Francia* 83,0 17,0 Confronto forme di protezione internazionale Austria* 68,5 31,5 riconosciute. Paesi UE. Germania 53,2 30,5 16,3 Anno 2013. Valori percentuali Grecia 41,3 29,9 30,7 Spagna 39,6 58,6 1,8 Fonte: elaborazione Cittalia Svezia 28,2 64,9 6,9 su dati Eurostat * Non prevede la protezione umani- Italia 21,3 38,9 39,9 taria nella normativa nazionale Media pond. UE 53,1 26,0 20,9 Con riferimento invece al primo semestre del presenze (con il 17% di presenze sul totale na- 2014 sono state presentate in Italia 25.401 do- zionale) e Crotone con 1.531 (il 15%). mande di protezione internazionale, di cui il 70 A ciò bisogna aggiungere il fatto che, con la per cento da cittadini provenienti dal continente Conferenza unificata del 10 luglio 2014, è stata africano e il 25 per cento da quello asiatico. La raggiunta un’intesa tra il Governo, le Regioni e quasi totalità delle persone che hanno presentato gli Enti locali sul Piano nazionale di accoglienza domande sono di genere maschile (93 per cento). dei migranti che prevede la creazione di hub re- Guardando ai primi dieci paesi di origine degli gionali per la prima accoglienza, l’aumento dei stranieri a cui le Commissioni territoriali hanno posti della rete spRaR e l’impegno a ricondurre esaminato le domande di asilo nei primi sei mesi a una governance di sistema la presa in carico del 2014, essi fanno tutti parte di Africa e Asia e dei minori stranieri non accompagnati, attraverso sono: Mali, Nigeria, Gambia, Pakistan, Senegal, l’attivazione di strutture di primissima accoglien- Afghanistan e Ghana. za ad alta specializzazione e la pianificazione Per far fronte alla richiesta di accoglienza e dell’accoglienza di tutti i minori non accompa- assistenza degli stranieri, sono state predisposte gnati nell’ambito dello spRaR, a tal fine adegua- specifiche strutture dedicate ai migranti che, sia tamente potenziato e finanziato. . Alla base di nelle funzioni attribuite che nella capienza pre- tale intesa vi è la necessità di creare un sistema vista, si differenziano tra di loro. In Italia, al 26 unico di accoglienza che preveda una prima fase agosto 2014, la capienza teorica complessiva di di soccorso e assistenza attraverso strutture go- CPSA (Centri di primo soccorso e accoglienza), vernative ad hoc con tempi di permanenza con- CDA (Centri di accoglienza) e CARA (Centri di tenuti. A cui segua una fase di prima accoglienza accoglienza per richiedenti asilo) è pari a 7.810 in centri hub regionali e interregionali in ci ver- posti che diventano 10.331 nel numero di pre- ranno accolti migranti che hanno manifestato la senze di immigrati accolti ed assistiti nei centri volontà di richiedere protezione. E infine la fase a cui si aggiungono oltre 28.500 migranti accolti della seconda accoglienza ed integrazione in- nei CAS (Centri di accoglienza straordinaria). Il centrata nello spRaR perno di tale modello sia centro che accoglie in assoluto il numero mag- per gli adulti che per i minori stranieri non ac- giore di immigrati è il CDA-CARA di Mineo con compagnati. Il Rapporto prosegue facendo il pun- 3.792 persone accolte (sono il 37% di tutte le to sull’accoglienza nella rete dello Sistema di pro- presenze nei centri di accoglienza in Italia). A tezione per richiedenti asilo e rifugiati nell’ultimo questo seguono i centri di Bari Palese con 1.746 decennio con un aggiornamento dei dati che fa 12
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI riferimento al primo semestre del 2014. con disagio mentale o disabilità e 57 destinati a Se i progetti di accoglienza nell’ambito della minori stranieri non accompagnati. Tali progetti rete spRaR nel 2013 sono stati 151 con 128 enti hanno reso disponibili 13.020 posti di accoglien- locali coinvolti e 3000 posti finanziati a cui si za a cui si aggiungono 6.490 posti aggiuntivi at- sono aggiunti altri 6.402 posti straordinari (vedi tivati. Gli enti locali titolari di progetto sono stati grafico 4), per il triennio 2014-2016 invece ri- 415, di cui 375 comuni (compresi ambiti terri- sultano finanziati 456 progetti, di cui 367 desti- toriali e sociali, consorzi intercomunali, Società nati all’accoglienza di beneficiari appartenenti della salute e comunità montane), 30 province alle categorie ordinarie, 32 destinati a beneficiari e 10 unioni di comuni. Cos’è lo Sistema di protezione per SPRAR richiedenti asilo e rifugiati Il Sistema di protezione per richiedenti PArOLE ChIAvE DELLO SPrAr asilo e rifugiati è stato istituito dalla leg- ge n.189/2002, raccogliendo l’eredità Carattere pubblico, sia delle risorse messe a disposizione che degli enti politicamente del Programma Nazionale Asilo (PNA), responsabili dell’accoglienza, Ministero dell’Interno ed enti locali, secondo una logica di un’esperienza consortile di accoglienza governance multilivello. di comuni e realtà del terzo settore, nata Sinergie, avviate sul territorio con i cosiddetti “enti gestori”, soggetti del terzo settore – nel 2001 da un protocollo d’intesa tra associazioni, ONG, cooperative - che contribuiscono in maniera essenziale alla Ministero dell’Interno, Alto Commissa- realizzazione degli interventi. riato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Decentramento degli interventi di “accoglienza integrata”, diffusi su tutto il territorio e Associazione nazionale dei comuni ita- nazionale con presenza in tutte le regioni (a eccezione della Valle d’Aosta). liani (anCi). reti locali – stabili, solide, interattive – promosse e sviluppate con il coinvolgimento di tutti Lo spRaR è oggi costituito dalla rete degli gli attori e gli interlocutori privilegiati, per la riuscita delle misure di accoglienza, enti locali che – per la realizzazione di protezione, inclusione sociale. progetti territoriali di accoglienza di ri- Competenze specifiche di operatori e operatrici, rafforzate negli anni grazie all’esperienza chiedenti asilo, rifugiati, titolari di pro- maturata sul campo, alla formazione e all’aggiornamento garantiti anche a livello tezione sussidiaria e umanitaria acce- centrale. dono, nei limiti delle risorse disponibili, volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza, a al Fondo nazionale per le politiche e i testimonianza di un impegno politico delle amministrazioni locali nella scelta di servizi dell’asilo, gestito dal Ministero programmare sul territorio di propria competenza interventi in favore di richiedenti dell’Interno e previsto nella legge finan- asilo e rifugiati. ziaria dello Stato. L’accesso al Fondo na- zionale per le politiche e i servizi del- 2009/2010 il bando – e con esso, la re- nistero dell’Interno e affidata con con- l’asilo è regolamentato da un decreto del lativa attuazione degli interventi – ha venzione ad anCi, in base alla legge Ministero dell’Interno che disciplina il avuto cadenza biennale; dal 2011 è n.189/2002. Il Servizio Centrale ha bando per la presentazione di proposte triennale. compiti di monitoraggio, informazione, di progetto di accoglienza integrata da Cos’è il Servizio Centrale dello spRaR - promozione, formazione, consulenza e parte degli enti locali. Il decreto - con il Il coordinamento del Sistema di Prote- assistenza tecnica agli enti locali, nonché relativo bando - è stato pubblicato a ca- zione è garantito dal Servizio Centrale, di gestione delle attività di inserimento denza annuale fino al 2008. Per il una struttura operativa istituita dal Mi- delle persone in accoglienza. 13
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Mappa 1 I posti di accoglienza della rete SPrAr per 93,3% 3,4% 3,3% 91,7% 0% 8,3% 92,7% 3,0% 4,3% categorie di progetto (dato aggregato su base 612 | Lombardia 120 | Trentino-Alto Adige 234 | Friuli-Venezia Giulia regionale) Valori percentuali e assoluti 95,3% 0% 4,7% 91,5% 1,1% 7,4% Ordinari 212 | Veneto 540 | Piemonte Disagio mentale MSNARA 94,5% 2,5% 3,0% 527 | Emilia Romagna 91,9% 1,8% 6,3% 223 | Liguria 89,5% 3,6% 6,9% 97,9% 2,1% 0% 363 | Marche 381 | Toscana 86,5% 3,9% 9,6% 281 | Umbria 100,0% 0% 0% 130 | Abruzzo 98,4% 0,5% 1,1% 96,4% 0% 3,6% 3.376 | Lazio 278 | Molise 90,9% 2,5% 6,7% 94,3% 0% 5,7% 1.170 | Puglia 100,0% 0% 0% 60 | Sardegna 723 | Campania 83,0% 0% 17,0% 247 | Basilicata 89,3% 1,5% 9,2% 945 | Calabria 87,8% 4,2% 8,0% 2.412 | Sicilia 14
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Nel 2013, a fronte di 10.381 posti finanziati, so- 4% 1% Grafico 6 no stati accolti 12.631 beneficiari, 4.808 per- sone in più rispetto al 2012. Mentre nel primo Accolti nella rete SPrAr, semestre del 2014 sono stati accolti 10.852 be- primo semestre 2014 Valori percentuali neficiari, di cui 10.325 ordinari, 132 beneficiari con disagio mentale o disabilità e 395 minori stranieri non accompagnati (vedi grafico 6). Ordinari MSNARA Disagio mentale/disabilità 95% Con riferimento alla distribuzione regionale, peso della presenza nelle restanti regioni è in- sempre nel primo semestre del 2014, la presen- feriore all’8%. Va sottolineato che in Valle d’Ao- za maggiore si registra in Sicilia (21,4% del to- sta non sono presenti centri di accoglienza della tale nazionale) e nel Lazio (20,8%) mentre il rete spRaR (Vedi grafico 7). 21,4% 20,8% Grafico 7 Accolti nella rete SPrAr per regione (incidenza sul totale nazionale). Valori percentuali 8,0% 6,5% 6,4% 5,5% 5,1% 5,1% 3,4% 3,1% 2,7% 2,5% 2,3% 2,3% 1,4% 1,3% 1,2% 0,8% 0,5% Sicilia Puglia Calabria Lombardia Marche Veneto Umbria Trentino Abruzzo Sardegna Alto Adige Lazio Piemonte Emilia Campania Toscana Friuli Venezia Liguria Basilicata Molise Romagna Giulia 15
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Tra gli accolti, il 63% è richiedente protezione rete dello spRaR, dal momento che i recenti am- internazionale, mentre i restanti sono titolari pliamenti hanno permesso di accogliere ulte- di una forma di protezione (per il 13% umani- riori richiedenti protezione internazionale in taria, per il 12% sussidiaria; il restante 12% ha prima istanza. Tale categoria costituisce la quasi ottenuto lo status di rifugiato). L’alto numero totalità dei minori stranieri non accompagnati di richiedenti riflette la riorganizzazione della (89%) e il 61% dei beneficiari ordinari. 6,0 12% Grafico 8 100,0 Beneficiari dei progetti 14,0 27,0 2,0 per tipologia di permesso 12,0 75,0 12% di soggiorno. Valori percentuali Beneficiari 25,0 complessivi 50,0 per tipologie Protezione umanitaria di permesso 61,0 33,0 89,0 di soggiorno Rifugiati 25,0 Valori percentuali Richiedenti protezione 13% internazionale 3,0 63% 13,0 15,0 Protezione sussidiaria 0,0 Ordinari Disagio MSNARA mentale Tra le prime nazionalità dei beneficiari accolti dai 18 ai 25 anni, con una percentuale del 45%; nel 2014 troviamo al primo posto la Nigeria mentre le persone fra i 26 e i 30 anni si attestano (14,4%), seguita da Pakistan (12%), Somalia sul 22%. La somma di queste due fasce di età (10,6%), Afghanistan (9,1%) e Gambia (9%). rappresenta il 67% del totale degli accolti. A se- Mentre i paesi che si attestano tutti al di sotto guire vi è poi la fascia di età compresa fra i 31 e dell’8%, sono l’Eritrea (7,7%), il Mali (6,9%), il i 35 anni (11%) e quella compresa fra i 36 e i 40 Senegal (4,1%), l’Egitto (3,1%) e il Ghana anni (5%). L’insieme delle persone con un’età (2,7%). L’incidenza dei minori stranieri nelle compresa fra i 18 e i 40 anni rappresenta il 90% prime dieci nazionalità dei beneficiari comples- del totale degli accolti. I dati relativi al primo sivi è molto elevata tra gli egiziani (42%), seguiti semestre del 2014 confermano la crescita del a grande distanza dai nigeriani (12,8%), i sene- numero di accolti che rientrano nella fascia d’età galesi (12,5%) e i gambiani (11,4%). che va dai 18 ai 25 anni. Con riferimento al genere invece, emerge dal- Con riferimento invece ai servizi erogati nel- lo studio, ancora una netta prevalenza maschile, l’ambito dei progetti territoriali della rete spRaR soprattutto in alcune nazionalità in cui tale com- i beneficiari complessivi sono stati 48.231 con ponente raggiunge la quasi totalità delle presen- servizi che riguardano soprattutto l’assistenza ze: è il caso del Gambia (99,8%), del Mali sanitaria (21,2%), la mediazione linguistico- (99,6%), del Pakistan (97,7%), del Senegal culturale (16,5%), l’assistenza sociale (15,5%),le (96,1%), del Ghana (95,5%) e dell’Afghanistan attività multiculturali (12,1%), l’inserimento la- (95,3%). Le nazionalità che presentano invece vorativo (11%) e l’orientamento legale (8,7%). l’incidenza femminile maggiore tra i primi dieci Rispetto al profilo dei beneficiari, il Rapporto si Paesi di provenienza sono l’Egitto (35,6%), l’Eri- concentra sulla presenza di minori stranieri non trea (26,4%), la Somalia (26,3%) e la Nigeria accompagnati che provengono, in riferimento (23,9%). alla nazionalità, soprattutto da: Gambia che si Infine se si leggono i dati in relazione all’età colloca al primo posto con il 29,1%, seguito da dei beneficiari emerge che la fascia d’età mag- Senegal (13,2%), Nigeria (10,4%), Mali (8,6%), giormente rappresentata riguarda quella che va Egitto (7,6%), Eritrea (5,3%), Bangladesh 16
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI (3,5%), Ghana (3,5%) e Afghanistan (2,8%) lo più compresi nella fascia d’età tra i 16 e i 17 (Vedi grafico 7). Da questi dati parziali relativi anni, che rappresenta il 65%. Rispetto al 2013, al primo semestre del 2014, si evince una netta dunque sembra manifestarsi un nuovo abbassa- differenza rispetto agli anni precedenti, in cui mento dell’età media, giacché risultano presenti la nazionalità afghana era quella prevalente, as- casi di minori tra gli 11 e i 13 anni (sebbene co- sieme alla bengalese e alla pakistana. I minori stituiscano l’1%) e aumentati i minori tra i 14 e accolti sono quasi tutti di sesso maschile e per i 15 anni (17%). 1% 17% Grafico 9 29,1% Prime dieci nazionalità dei MSNArA (Minori stranieri non Fasce d’età accompagnati richiedenti dei MSNArA asilo) accolti nella rete entrati in Italia. SPrAr. Valori percentuali 13,2% Valori percentuali 17% 10,4% 8,6% 7,6% 6,1% 5,3% 3,5% 3,5% 2,8% 65% 16-17 anni Gambia Nigeria Egitto Eritrea Ghana 14-15 anni neomaggiorenni 11-13 anni Senegal Mali Somalia Bangladesh Afghanistan Con riguardo alle modalità di ingresso dei Msna- accolti, il 17% riguarda le attività multiculturali, Ra nella quasi totalità dei casi è avvenuta tra- il 14% l’assistenza sanitaria, il 13% la media- mite lo sbarco (91%), dato che innalza il trend zione linguistico-culturale, un altro 13% l’assi- di crescita degli ultimi anni. Residuali invece stenza sociale, il 12% l’inserimento lavorativo gli ingressi tramite le frontiere terrestri (4%), e l’11% l’orientamento e l’informazione legale portuali (3%) e aeroportuali (1%). Per quanto (Vedi grafico 9). riguarda i principali servizi erogati ai MsnaRa 3% 1% 5% 4% 17% Grafico 10 4% 5% Modalità di ingresso e servizi erogati ai MSNArA 5% accolti Modalità di Servizi erogati ai ingresso in Italia MSNArA accolti. 14% dei MSNArA. 11% Valori percentuali Valori percentuali 12% 13% 92% 13% Sbarco Frontiera portuale Attività multiculturali Orientamento/informazione legale Frontiera terrestre Frontiera aeroportuale Assistenza sanitaria Formazione Mediazione linguistico/culturale Alloggio Assistenza sociale Inserimento scolastico minori Inserimento lavorativo Altro 17
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI 18
Soggetti vulnerabili: apolidi, vittime di tratta e minori richiedenti asilo Cosa significa essere apolidi e il fenomeno in Italia Il capitolo terzo è dedicato alla categoria dei circostanze varie e quasi sempre indipendenti soggetti vulnerabili, ovvero le persone apolidi, dalla propria volontà, viene negata la titolarità vittime di tratta e i minori stranieri richiedenti ai diritti e ai doveri correlati alla cittadinanza”. asilo le cui condizioni si intrecciano sempre più Sostanzialmente bisogna distinguere tra apo- di frequente con quelle dei rifugiati e richiedenti lidia originaria e apolidia successiva: nel primo asilo. Partendo dall’esame del significato di “apo- caso si intende la situazione della persona che lide”, in questa sezione del Rapporto si traccia fin dalla nascita non è mai stata titolare di una il quadro attuale relativo agli strumenti norma- cittadinanza, mentre l’apolidia successiva inter- tivi e di tutela degli apolidi con riferimento al viene in un determinato momento della vita di caso italiano e alla missione dell’Alto Commis- un individuo, in cui alla perdita della propria sariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Se- cittadinanza non corrisponde l’acquisto di una condo la definizione data dalla Convenzione re- nuova. Un’ulteriore causa di apolidia può essere lativa allo statuto delle Persone Apolidi adottata rintracciata nell’interazione con normative sulla a New York il 28 settembre 1954, “l’apolide è la cittadinanza marcatamente discriminatorie nei persona che nessuno Stato considera come suo confronti delle donne: sono, infatti, ben 27 i Pae- cittadino in applicazione della sua legislazione. si al mondo ove la trasmissione della cittadinan- L’apolidia, dunque, è una condizione di anomalia za per via materna non avviene in condizioni giuridica cui è soggetto l’individuo al quale, per paritarie rispetto a quella paterna. 19
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Una delle problematiche maggiori legate alla nalità, oltre che a uno scarso interesse nei con- descrizione del fenomeno dell’apolidia con ri- fronti del fenomeno, che solo negli ultimi anni ferimento alla sua diffusione a livello globale ha riscosso l’attenzione della comunità inter- dipende dalla mancanza di dati affidabili sul nazionale. Anche se negli ultimi dieci anni si numero della popolazione apolide o esposta al sono registrati importanti progressi: ad oggi, rischio di apolidia. sono 75 i Paesi che hanno istituito delle proce- Tale lacuna è dovuta principalmente alle con- dure per la raccolta di dati statistici affidabili dizioni di vita in cui versano le persone apolidi, con riferimento alla popolazione apolide (Vedi spesso legate a contesti di precarietà e margi- grafico 11). Grafico 11 19 Numero di Paesi che 17 20 21 hanno fornito statistiche 22 21 sulle persone apolidi. 17 Anni 2004-2013. 19 14 Valori assoluti 11 48 49 54 58 60 65 64 72 75 Paesi con popolazione 30 nota senza dati affidabili Paesi con dati affidabili 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 È in seguito però alla Seconda guerra mondiale intitolato “Mapping Statelessness in Italy”, ha che la comunità internazionale ha preso co- tentato di delineare il fenomeno in tutta la sua scienza del fenomeno, in particolare si è riscon- complessità, individuando delle direzioni di ri- trato il legame tra l’apolidia e quello di rifugiato. cerca e evidenziando la grande frammentarietà “Già l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, delle informazioni reperibili sul numero e sulla nell’affrontare la relazione fra l’apolide e il ri- composizione della popolazione apolide nel no- fugiato, aveva sottolineato come l’apolidia, in- stro Paese. Basti pensare che dall’ultimo rileva- cludendo in questa definizione l’impossibilità mento effettuato dall’ ISTAT nel 2014, emerge di stabilire la nazionalità di un individuo, possa che la presenza di persone apolidi iscritte alle dar luogo a sfollamenti; in questo senso, l’As- anagrafi dei Comuni di residenza si attesta sulle semblea ha sottolineato come la prevenzione e 583 persone, mentre, secondo stime elaborate la riduzione dell’apolidia e la protezione delle dalla Comunità di Sant’Egidio, essi sarebbero persone apolidi rivestano una particolare im- circa 15.000 persone provenienti dalla ex Ju- portanza altresì nella prevenzione di situazioni goslavia. Allo stesso modo, la scuola si presenta di potenziali rifugiati”. La situazione dell’apo- ancor più come un ambiente ove è possibile lidia nel mondo è molto complessa esistono nu- identificare casi di apolidia tra le nuove gene- meri e statistiche che spesso non corrispondono. razioni. Dai dati del Ministero dell’Istruzione Ad esempio, in riferimento al caso italiano riferiti all’anno scolastico 2012/2013, emerge l’unHCR ha elaborato nel 2011 una mappatura che gli studenti apolidi sono 246, ripartiti tra del fenomeno dell’apolidia in Italia: lo studio, le Regioni italiane. 20
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Studenti di nazionalità sconosciuta Tabella 5 Tipo di scuola Studenti apolidi o non dichiarata Studenti apolidi nelle Scuola materna (3-6 anni) 59 scuole italiane. Anno scolastico Scuola elementare (6-11 anni) 181 2009/2010 Scuola media inferiore (11-14 anni) 48 2.236 Scuola media superiore (14-19 anni) 3 Totale 291 Totale alunni con cittadinanza non Tabella 6 regioni italiane Alunni apolidi italiana (valori assoluti) Studenti apolidi nelle Piemonte 9 73.914 scuole italiane per regioni Anno scolastico Valle D’Aosta 0 1.632 2012/2013. Lombardia 9 191.526 Dati del Servizio Statistico Trentino A.A. 5 17.299 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Veneto 7 91.867 Ricerca. Anno 2013. Friuli V.G. 1 18.563 Liguria 2 22.742 Emilia Romagna 9 90.286 Toscana 43 62.449 Umbia 0 17.390 Marche 1 27.118 Lazio 20 75.338 Campania 118 21.095 Puglia 0 16.329 Basilicata 0 2.326 Calabria 0 13.447 Sicilia 1 23.492 Sardegna 21 5.010 Nord-Ovest 20 289.814 Nord-Est 22 218.015 Centro 64 182.295 Sud 118 68.004 Isole 22 28.502 Italia 246 786.630 21
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI Due sono gli strumenti a livello internazionale solo dallo straniero regolarmente soggiornante per la tutela degli apolidi: il primo, come visto, è in Italia, la procedura in via giudiziale permette la Convenzione sullo statuto delle persone apolidi che la situazione personale del richiedente sia adottata a New York il 28 settembre 1954 mentre esaminata indipendentemente dal possesso di l’altro è la Convenzione per la riduzione dell’apo- un titolo di soggiorno. Rispetto invece al ricono- lidia adottata il 30 agosto 1961. La Convenzione scimento della cittadinanza l’art. 32 della Con- del 1954 che, negli ultimi tra anni è passata da venzione del 1954 impone agli Stati l’adozione 65 a 82 Stati firmatari, stabilisce la definizione di meccanismi volti a facilitare l’assimilazione e di apolidia senza però definirne un procedimento la naturalizzazione degli apolidi. Nell’ordina- per il riconoscimento. Solo 12 Paesi al mondo mento italiano, due sono le diposizioni che ri- hanno adottato una procedura per il riconosci- guardano le persone apolidi: la prima prevede mento di tale status, fra questi l’Italia. la concessione della nazionalità ai bambini nati in Italia che sarebbero altrimenti apolidi. L’art. 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 91 prevede che La procedura di “è cittadino per nascita chi è nato nel territorio riconoscimento dello status della Repubblica se entrambi i genitori sono igno- di apolide in Italia ti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la citta- dinanza dei genitori secondo la legge dello Stato e la cittadinanza al quale questi appartengono”. La seconda di- La procedura per il riconoscimento dello status sposizione prevede invece la possibilità per l’apo- di apolidia in Italia è esperibile attraverso un pro- lide di presentare domanda per la concessione cedimento amministrativo ovvero attraverso la della cittadinanza italiana trascorsi cinque anni promozione di un’azione giudiziale dinanzi al di residenza regolare in Italia. giudice ordinario. Il procedimento per la certi- ficazione della condizione di apolidia in via am- ministrativa rientra tra le prerogative del Mini- La tratta delle persone stero dell’interno ed è regolato dall’art. 17 del e l’asilo D.P.R. 576/93: in base a tale norma, il Ministero Particolare attenzione viene dedicata anche “può” certificare la condizione di apolidia su al tema della tratta degli esseri umani e al legame istanza apposita presentata dalla persona inte- con la normativa sull’asilo. In Italia la correla- ressata e corredata dei documenti necessari”. zione e l’interdipendenza tra protezione inter- Una volta esaminata la documentazione presen- nazionale e tratta di esseri umani nell’ambito dei tata dall’istante, il Ministero dell’interno può ri- flussi migratori irregolari appare sempre più for- chiedere un parere al Ministero degli Esteri al te, sebbene la letteratura sull’argomento risulti fine di accertare l’effettiva assenza di un vin-colo scarsa e non siano disponibili dati quantitativi. di cittadinanza fra il richiedente lo status di apo- Il fenomeno della tratta di esseri umani, in co- lide e lo/gli Stato/i con cui può aver avuto legami stante evoluzione, comprende attualmente mo- significativi, ad esempio per nascita, per residen- dalità di azione, tipologie di vittime e forme di za o per cittadinanza precedente. Il procedimen- sfruttamento sempre più diversificate e comples- to, in questo caso, può durare fino a 895 giorni. se. Accanto ai modelli per così dire “tradizionali” Una seconda modalità attraverso la quale si può di sfruttamento, stanno infatti sorgendo nuove ottenere il riconoscimento dell’apolidia è l’accer- forme di tratta finalizzate a una vasta gamma di tamento dello status in via giudiziale presso il attività illegali coercitive (furto, borseggio, ac- Tribunale ordinario (procedura che esisteva in cattonaggio, vendita di prodotti contraffatti, col- Italia precedentemente alla ratifica della Con- tivazione e spaccio di droga, e seppure con fre- venzione del 1954). Una delle distinzioni tra i quenza ben minore, rimozione di organi, matri- procedimenti per la certificazione dello status di moni forzati).L’Italia dispone di strumenti nor- apolidia in via amministrativa e in via giudiziale mativi di tutela delle persone e contrasto alla cri- si riscontra nei requisiti di accesso alla procedura. minalità che rappresentano tuttora un punto di Mentre, infatti, la prima può essere intrapresa riferimento per l’intero panorama europeo. In 22
RappoRto sulla pRotezione inteRnazionale in italia 2014 SNTESI particolare, l’art. 18 del Testo Unico sull’Immi- è divenuta un fattore comune all’interno dei grazione (d.lgs. 286/98) prevede il rilascio del flussi migratori internazionali. Essi rappresen- permesso di soggiorno al fine di consentire allo tano una categoria particolarmente vulnerabile, straniero di sottrarsi alla violenza e ai condizio- non a caso la tutela prevista dalla normativa in namenti dell’organizzazione criminale e di par- materia di asilo, non è sostitutiva ma bensì ag- tecipare ad un programma di assistenza e inte- giuntiva rispetto a quella generica prevista per grazione, indipendentemente da una formale i minori, i quali non possono in alcun caso essere denuncia degli sfruttatori e dalla testimonianza trattenuti presso i centri di identificazione o di in un procedimento penale. I permessi rilasciati permanenza temporanea, in forza dell’art. 2 hanno però oscillato solo tra le 800 e le 1.000 comma 5 del d.p.r. 303/2004. I minori stranieri unità l’anno, sino a scendere nel 2012 intorno non accompagnati per i quali si teme possano alle 520 unità. Questo scarso risultato pone seri subire persecuzioni nel loro Paese per motivi di dubbi circa l’attualità di questo strumento so- razza, religione, nazionalità, appartenenza a prattutto a fronte del massivo ricorso al canale un determinato gruppo sociale o per le proprie della protezione internazionale da parte delle opinioni politiche, hanno diritto a presentare, potenziali vittime di tratta .Contemporaneamen- con il supporto del tutore, domanda di prote- te si pone l’esigenza, nella procedura d’asilo, di zione internazionale. In forza dell’art. 2 com- riuscire ad intercettare queste situazioni di gran- ma 5 del d.p.r. 303/2004, si applica la proce- de vulnerabilità e a prevdere le forme di inter- dura ordinaria in base alla quale il questore en- vento più adeguate. tro due giorni dalla presentazione della richiesta invia l’istanza alla Commissione territoriale che entro al massimo trenta giorni procede all’au- I Minori stranieri richiedenti dizione. Nel contempo l’accoglienza è effettuata, asilo: la procedura per il come disposto dal d.lgs. n. 140 del 2005, ad riconoscimento della opera dell’ente locale nell’ambito dei servizi del Sistema di protezione per richiedenti asilo e ri- protezione internazionale fugiati ( spRaR) (Vedi Tabella). Come visto nel corso dell’ultimo decennio, la presenza di minori stranieri non accompagnati Presentazione della domanda d’asilo presso la Polizia di frontiera o la Questura Table 7 ➔ International protection to Entro 48 ore nomina del tutore e conferma della domanda di asilo Unaccompanied foreing minors ➔ Eventuale verifica dell’età, dell’identità, della nazionalità ➔ Consegna di copia del verbale della Questura che ha ricevuto la domanda ➔ Rilascio del permesso di soggiorno temporaneo per richiesta d’asilo o del cosiddetto permesso-Dublino se ci sono dubbi sulla competenza dell’Italia ad esaminare la domanda ➔ Trasmissione degli atti alla Commissione Territoriale da parte della Questura, entro 2 giorni dal ricevimento ➔ Audizione presso la Commissione Territoriale entro 30 giorni ➔ Consegna del verbale contenente l’audizione presso la Commissione Territoriale ➔ Decisione entro 3 giorni ➔ Eventuale ricorso entro 15 giorni 23
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