Puyo Puyo Tetris 2, il puzzle game classico guarda al futuro - L ...

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Puyo Puyo Tetris 2, il puzzle
game   classico   guarda   al
futuro

Puyo Puyo Tetris è riuscito ad ammaliare tutti gli
appassionati, sia per via del suo spirito di conservazione e
fascino, sia per via del suo continuo osare e rimescolare le
carte in tavola di un genere che, a quanto pare, ha ancora
molto da dire.

Con Puyo Puyo Tetris 2 ci troviamo sostanzialmente davanti ad
un titolo che, da un lato ripropone tutte le idee migliori del
capitolo precedente, e dall’altro ne amplifica l’esperienza
con tutta una serie di elementi che inevitabilmente
incuriosiscono.

Si tratta di un crossover che però mantiene anche fede alle
radici da cui è tratto, mettendo a disposizione del giocatore,
fin dalla primissima schermata, la possibilità di potersi
immergere nei titoli che costruiscono questa miscela, in
maniera separata. Puro Puyo Tetris 2, nel suo menù principale,
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si divide in: Avventura, Singolo, Multigiocatore, Opzioni e
dati, Online e Lezioni. Quest’ultima possibilità si rivela
estremamente fondamentale per tutti coloro che non hanno mai
messo mano ad uno dei due titoli mescolati e proposti.

Si tratta di una sezione del gioco interamente dedicata
all’insegnamento delle basi, ma anche delle fasi avanzate, non
soltanto di Puyo Puyo e Tetris, ma anche delle varie modalità
qui proposte, offrendo dunque un approccio pseudo-
enciclopedico dettagliato e attento a spiegare ogni cosa per
bene, avvalendosi di una semplicità diretta e ben snocciolata.
Come dicevamo, la prima voce che risalta all’occhio è la
modalità Avventura: dotata di un’innovata interfaccia che
ricorda quella di un gioco da tavolo, il Sugoroku, e di una
corposa quantità di personaggi, la storia non verrà certo
ricordata per la componente narrativa. La vicenda, che
coinvolge eroi vecchi e nuovi, tende infatti a stancare in
fretta: i protagonisti alquanto stereotipati e il susseguirsi
di lunghi dialoghi a schermata fissa non aiutano, d’altronde,
a favorire il coinvolgimento dell’utente.

L’Avventura, tuttavia, funge da palestra perfetta per
avvicinarsi ad entrambi gli stili di gioco presenti nell’opera
e alle varie modalità vecchie e nuove contenute nel pacchetto.
Nei circa 80 livelli, alcuni dei quali del tutto opzionali, è
possibile mettersi alla prova in sfide di livello crescente,
che aiutano ad impratichirsi e a sbloccare elementi extra di
contorno, come scenari e musiche, ma anche personaggi e
oggetti di fondamentale importanza. Sempre a proposito di
apprendimento delle regole di base, è sicuramente interessante
la presenza della “Difficoltà automatica”, un’opzione legata
alla modalità Avventura che plasma l’abilità della CPU in base
alla bravura di chi gioca.

In questo nuovo episodio è presente poi una sezione “Lezioni”,
perfetta per chi vuole imparare, nonché arricchita con tutte
le nozioni sulle modalità inedite e alcune voci extra che
fungono da insegnamenti interattivi. La principale novità di
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Puyo Puyo Tetris 2 risiede però nell’introduzione di una
particolare modalità chiamata Battaglia Tecnica che, in parole
povere, consiste in una rivisitazione in chiave ruolistica dei
due puzzle game. I partecipanti non devono limitarsi a giocare
al puzzle game di riferimento selezionato, ma hanno l’obbligo
di tenere costantemente sott’occhio un paio di parametri: i
punti vita, il cui azzeramento decreta il game over, e i punti
magia, grazie ai quali si possono attivare con la semplice
pressione di un tasto tre diverse abilità. A stabilire quali
sono le skill disponibili e l’ammontare degli attributi è la
composizione del team: in un’apposita schermata si possono
infatti passare diversi minuti a studiare la combinazione
perfetta di personaggi e carte (l’equivalente degli accessori)
per avere il giusto equilibrio tra attacco e difesa.

A garantire poi un incremento in termini di longevità è la
progressione dei singoli personaggi, che al termine di ogni
scontro guadagnano punti esperienza grazie ai quali salgono di
livello e diventano sempre più forti. Questa modalità,
indirizzata principalmente ad un target che non apprezza la
staticità dei puzzle game come il primo Puyo Puyo Tetris, è
sicuramente un’aggiunta gradita che, soprattutto ai livelli
più alti, riesce a garantire ore di divertimento, aggiungendo
un piacevole senso di progressione applicato sia alla
componente offline che a quella online.

 Se da una parte la Battaglia Tecnica rappresenta un’assoluta
novità di questo secondo capitolo, dall’altra i veterani di
Puyo Puyo Tetris, i quali non aspettano altro che confrontarsi
con altri giocatori per stabilire a suon di Tetramini o Slime
chi sia il più abile, troveranno pane per i loro denti. Il
comparto multigiocatore non coinvolge infatti la sola modalità
Battaglia Tecnica ma anche tutte le altre già viste nel primo
episodio, le quali possono essere affrontate non solo in
partite amichevoli ma anche nel competitivo, ovvero la Lega
Puzzle. Anche in Puyo Puyo Tetris 2 esiste infatti la
possibilità di sfidare altri giocatori in quattro diverse
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categorie, ognuna con la propria       graduatoria: Lega Puzzle
(Tetris + Puyo Puyo), Lega Puyo       Puyo, Lega Tetris e Lega
Battaglia Tecnica, con quest’ultima   che incarna l’unica novità
per quello che riguarda il comparto   competitivo del gioco.

Questa frammentazione delle modalità online non è solo
positiva per chi ama la competizione, ma anche per chi è solo
in cerca di un po’ di divertimento e vuole rilassarsi con un
match amichevole. Oltre alla Lega Puzzle, che ha una maggiore
attenzione per chi ama il PvP, il Sonic Team si è concentrato
ancora una volta anche sugli amanti del PvE, che potranno
godersi pienamente l’esperienza grazie alle modalità Sfida.
Nell’apposito menu è presente Fever infinito, Puyo infinito,
Puyo mini, Sprint, Maratona e Ultra. Si tratta in tutti e sei
i casi di modalità che prevedono la partecipazione di un solo
giocatore con l’obiettivo di raggiungere il punteggio massimo
entro un tempo limite, oppure di proseguire all’infinito in
uno dei due puzzle game. Completando una qualsiasi partita
delle modalità Sfida con una connessione internet attiva, il
punteggio verrà automaticamente caricato nelle classifiche
online, così che anche i giocatori solitari possano provare a
ottenere nuovi record con cui scalare le classifiche mondiali.
Per quanto riguarda gli elementi di contorno, come la
possibilità di modificare l’aspetto delle unità utilizzate in
entrambi i puzzle game, il gioco propone una serie decisamente
ridotta di “skin”. Alcuni aspetti alternativi sono disponibili
sin da subito e altri sono invece acquistabili con i crediti
nell’apposito negozio. Purtroppo, però, il negozio è identico
a quello del primo Puyo Puyo Tetris e non c’è nulla di nuovo
rispetto a quanto visto nella precedente incarnazione della
serie. Gli oggetti disponibili non sono solo scarsi in termini
numerici, ma sono anche estremamente semplici da ottenere.
Basterà infatti qualche ora di gioco e una manciata di
vittorie per entrare in possesso di qualsiasi aspetto
alternativo di Puyo e Tetramini. Esistono poi dei voice pack e
delle icone sempre disponibili all’acquisto ma che, per quanto
numerosi, suscitano sicuramente meno interesse verso chi non è
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intenzionato a sbloccare ogni singolo oggetto.

Tirando le somme, possiamo dire che con Puyo Puyo Tetris 2 il
Sonic Team ha deciso di non andare troppo oltre quello che ha
decretato il successo del primo capitolo, ma di limitarsi a
proporre un prodotto forse troppo simile al predecessore sia
dal punto di vista dei contenuti che da quello puramente
estetico. Le poche novità possono allettare prevalentemente
quella fetta di pubblico competitiva, che grazie alla modalità
Sfida e alla Lega Puzzle può finalmente battagliare in maniera
impegnativa anche al di fuori del solo PvP. Chiunque sia
intenzionato a giocare al titolo per puro diletto e abbia già
spolpato a dovere il predecessore si ritroverà sì di fronte ad
un ottimo gioco con tanti contenuti, sebbene tutti risultino
fin troppo simili a quanto già visto in passato. Insomma,
l’acquisto di questo titolo è consigliato prevalentemente sia
per chiunque non abbia mai giocato al primo Puyo Puyo Tetris,
sia per tutti coloro che vedono nella presenza delle
classifiche online del PvE, nella nuova Avventura e nelle
Battaglie Tecniche dei contenuti appetibili e stimolanti. Il
titolo, lo ricordiamo è disponibile su Pc, su Switch e sulle
console della famiglia Xbox e PlayStation di attuale e vecchia
generazione.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 9

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise
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iPhone 12 è lo smartphone più
venduto nel mondo

Apple continua a mietere successi su successi, tant’è che a
ottobre l’iPhone 12 è diventato lo smartphone 5G più venduto
al mondo, seguito da iPhone 12 Pro, altro modello presentato a
ottobre dall’azienda di Cupertino.

Lo certifica la società di analisi Counterpoint. Insieme, i
due dispositivi della Mela, valgono quasi un quarto di tutte
le vendite di terminali 5G nel mondo. Le vendite risultano
elevate negli Stati Uniti, ma anche in Cina e Giappone, dove i
terminali Apple di ultima generazione si confrontano con
terminali Android di costruttori locali.
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Secondo gli analisti, questo rappresenta una spinta
all’adozione della tecnologia 5G mmWave per il momento
disponibile solo nei modelli Apple venduti in Usa, che è più
che raddoppiata dal 5% di settembre al 12% in ottobre proprio
grazie agli iPhone 12 e spingerà gli operatori a velocizzare
installazione e reti con questa tecnologia.

Al terzo posto dei dispositivi 5G più venduti, c’è Samsung
Galaxy Note 20 Ultra 5G in commercio dal mese di settembre. Al
quarto e quinto posto troviamo rispettivamente Huawei Nova 7
5G e Huawei P40 5G. Al sesto posto Oppo A72 5G e al settimo
Huawei P40 Pro 5G. Insomma, ancora una volta l’azienda di
Cupertino si dimostra essere una fra le più apprezzate a
livello globale e il risultato raggiunto a ottobre è la
conferma che il “melafonino” resta uno fra gli oggetti più
desiderati e utilizzati a livello globale.

F.P.L.

Immortals Fenyx Rising, il
videogame  rivelazione  di
Ubisoft
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Con Immortals Fenyx Rising Ubisoft ha lanciato una vera e
propria bomba per questa fine 2020. Dopo i già
interessantissimi Watchdogs Legion (qui la nostra recensione)
e Assassin’s Creed Valhalla (qui la nostra recensione), la
software house ha rilasciato su Pc, console di vecchia e nuova
generazione, ma anche Nintendo Switch e Stadia, un terzo
titolo che inaspettatamente si è rivelato essere un vero
capolavoro a tutti gli effetti.

Ma andiamo a scoprire che cosa rende questo titolo, che
possiamo definire un ibrido fra Assassin’s Creed Odissey e
Zelda Breath of The Wild ma con una marcia in più, davvero
speciale. La storia di Immortals Fenyx Rising è ambientata
sulla mitologica isola d’oro, una isola incantata creata dal
celebre Dedalo per venire popolata da dei e uomini.

Tifone, liberatosi dalla prigione dove era stato confinato da
Zeus, prese d’assedio il divino atollo liberando le sue armate
demoniache, eradicando l’essenza divina dagli dei e
trasformando in pietra gli uomini che popolavano l’isola. A
nulla è servita l’opposizione degli Olimpi, privi del loro re
in visita nell’Ade, così come futile si è rivelata la
resistenza offerta dagli antichi eroi greci, rapidamente
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corrotti da Tifone e posti a comandare le sue armate
demoniache.

A salvare una situazione, oramai disperata, c’è però una
giovane (o un giovane se si deciderà di impersonare un
ragazzo) portatrice di scudi di nome Fenyx. La sua storia ha
inizio quando la nave da guerra sulla quale era assegnata, per
supportare le truppe greche, viene colta da una tempesta,
naufragando sulle coste dell’isola d’oro. Dopo aver ripreso
conoscenza, e in seguito alla scoperta che la ciurma con la
quale navigava è stata trasformata in pietra da Tifone, la
giovane protagonista decide di imbarcarsi in un’impresa
disperata: recuperare l’essenza degli dei e, con l’aiuto degli
Olimpi, sconfiggere Tifone per riportare la pace nella Grecia.

Sullo sfondo della narrazione della storia di Immortals Fenyx
Rising, vi sono Prometeo e Zeus che spiegano le gesta della.
Uno cerca di raccontare la storia al meglio delle sue
possibilità, mentre l’altro, Zeus, si diverte a modificare lo
scorrere degli eventi, a rimembrare avventure passate, ad
aggiungere dettagli irrilevanti, creando situazioni comiche
azzeccate che ricordano molto lo humor in stile Monty Python.
Tutta la storia, quindi, nasce da una scommessa fra Prometeo e
Zeus. Il re degli dei, difatti, messo all’angolo dalle gesta
di Tifone, si ritrova costretto a chiedere l’aiuto del titano
che, prima di acconsentire, gli propone una scommessa. Se
Fenyx riuscirà dove gli dei hanno fallito, Zeus lo libererà
dalla sua prigionia e lo riaccoglierà nell’olimpo, se invece
fallirà, Prometeo lo aiuterà con ogni mezzo a sua
disposizione, per contrastare Tifone.

Il tutto si configura come un viaggio tra i miti e le leggende
più note, in un’escursione, alla ricerca del malvagio e
potente Tifone, che farà la gioia di chi ama la mitologia, ma
anche i piccoli rompicapo e i combattimenti. Immortals Fenyx
Rising, infatti, si rivela essere una sorpresa proprio per la
sua completezza e per la moltitudine di cose da fare.
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Ma andiamo a scoprire più da vicino che cosa rende speciale
questa produzione di Ubisoft. Il lungo prologo di Immortals:
Fenyx Rising , disponibile una volta scelta la difficoltà con
cui si vuole partire per questa meravigliosa avventura, serve
da tutorial attraverso il quale scoprire le principali
meccaniche di gioco. Alcune di queste sono molto semplici e
basilari, tipiche dei videogiochi di azione. Sono presenti
infatti una barra della vita, che indicherà la salute a
disposizione e una barra dell’energia, che permetterà di
svolgere azioni come correre, arrampicarsi e planare.

Fenyx potrà infatti contare sulle ali di Dedalo, che si
troveranno quasi all’inizio del gioco, per esplorare dall’alto
l’intera isola e planare (non volare) da una parte all’altra
dell’immensa mappa di gioco. Per difendersi dalla grande
quantità di nemici, si avrà a disposizione la spada di Achille
(attacco rapido), l’ascia di Atalanta (attacco pesante) e
l’arco di Odisseo (attacco a distanza). Ogni arma potrà essere
potenziata o sostituita con altri modelli che saranno in grado
di donare innumerevoli vantaggi a seconda del proprio stile di
gioco.

Agli attacchi fisici si affiancano anche le Abilità Divine,
particolari poteri in grado di ribaltare la situazione del
gioco con effetti e meccaniche spettacolari. Ciascuna di esse
può essere potenziata per ottenere effetti ancora più incisivi
che vi serviranno andando avanti con il gioco. Non mancano le
abilità dell’eroe come arrampicarsi, nuotare, saltare e molto
altro. Abilità che possono, anche in questo caso, essere
potenziate per poter nuotare più velocemente, raccogliere più
oggetti contemporaneamente e così via. Alcune pozioni e
oggetti consumabili potranno restituire a Fenyx salute ed
energia oltre che potenziare per breve tempo l’attacco o la
difesa dell’Eroe. Gli oggetti consumabili e gli elementi che
si potranno trovare all’interno degli scrigni, possono poi
essere utilizzati per creare nuove pozioni o potenziare quelle
che già si hanno così da poter diventare davvero invincibili.
Ovviamente Fenyx potrà contare anche su un’armatura e un elmo
che a seconda del tipo potranno garantire potenziamenti e
abilità uniche. Ubisoft però oltre alla vasta gamma di
equipaggiamenti offensivi e difensivi disponibili ha anche
pensato a tutti quei giocatori che amano lo stile del proprio
eroe, infatti, proprio per tale ragione sarà possibile
equipaggiare le armi e le armature con le qualità migliori
senza però rinunciare all’aspetto esteriore.

Proprio per tale motivo pur indossando un determinato set,
sarà possibile farlo comparire esteticamente come quello che
più piace al giocatore fra quelli raccolti. In soldoni, Fenyx
sarà sempre come voi lo vorrete e, trattandosi di un gioco in
terza persona, questa feature è davvero apprezzabile. Quello
che salta subito all’occhio già dai primi momenti di gioco è
la vastità e la bellezza dell’Isola d’oro che mostra
moltissimi paesaggi e scorci meravigliosamente realizzati che,
a seconda se sia giorno o notte, acquistano un fascino del
tutto particolare. Ogni area della mappa è dedicata ad una
divinità che riflette la sua essenza nello scenario. La Valle
dell’eterna primavera, terra di Afrodite, è caratterizzata da
un verde brillante, ricchi boschi e affascinanti paludi in cui
flora e fauna sono presenti in modo lussureggiante.

La tana della Guerra invece, terra di Ares, è un brullo
terreno in cui giacciono i segni di mille conflitti e corpi
inermi di statue e giganti. Ogni zona dell’Isola d’oro
custodisce una mastodontica statua della divinità
corrispondente che, una volta scalata, permetterà di sbloccare
visivamente l’intera zona, un po’ come accade con Assassin’s
Creed insomma. Tutta la mappa è costellata di elementi da
esplorare, oggetti da collezionare e luoghi di interesse. Tra
questi, uno di particolare importanza, è rappresentato dalla
Sala degli Dei. Si tratta di un mitico Hub centrale gestito da
Ermes, l’unica divinità non ancora intrappolata da Tifone. Qui
è infatti possibile potenziare le armi, la salute e la
resistenza di Fenyx utilizzando gli oggetti trovati durante
l’avventura. Qui sarà anche possibile ottenere nuove missioni
e abilità o potenziare quelle che già si hanno.

Per quanto riguarda l’aspetto esplorativo, Immortals Fenyx
Rising è un titolo dalla forte componente open world. Essa si
rispecchia, oltre che nella vasta mappa a disposizione, anche
nella moltitudine di missioni, quest secondarie, sfide da
superare e oggetti da collezionare sparsi sulla mappa. Fenyx è
in grado di vedere con gli occhi degli Dei (Premendo il tasto
analogico destro) e scoprire sulla mappa tutti i punti di
interesse che aspettano solo di essere trovati.

Sarà utile infatti arrivare ad un punto molto alto della mappa
e avere così una visione più ampia possibile di quello che si
ha dinanzi. Tra i molteplici elementi di gioco sulla mappa ci
sono diverse tipologie di cose da fare e oggetti da prendere.
Gli scrigni del tesoro, ad esempio, si dividono in casse
normali, bottini epici, bauli delle armi e scrigni della
notte. Tutti questi si trovano in varie aree della mappa,
alcuni di questi possono essere aperti solo dopo aver superato
determinati puzzle mentre per altri bisognerà uccidere tutti i
nemici nei dintorni.

Altra attività è costituita dagli ingressi del Tartaro. Essi
sono sparsi per tutta la mappa e non sono altro che dungeon da
superare per ottenere una delle saette di Zeus per potenziare
Fenyx. Il Tartaro è caratterizzato da alcuni puzzle o arene da
combattimento e sarà necessaria grande abilità per superarli.
Alcuni di questi, soprattutto nelle fasi più avanzate di
gioco, presentano delle meccaniche interessanti e per nulla
banali che faranno morire il giocatore molte volte prima di
arrivare alla fine del dungeon e ottenere l’ambita ricompensa.

Gli ingressi del Tartaro nascondono sempre almeno una cassa
del tesoro al loro interno, e potrà essere chiuso
definitivamente solo quando sia la saetts sia gli scrigni
saranno conquistati da Fenyx. In ogni caso una volta visitato,
l’ingresso al Tartaro potrà essere raggiunto con il viaggio
rapido e portato a termine in un secondo momento. Le Sfide di
Odisseo sono missioni secondarie in cui sarà necessario
mostrare tutta la propria abilità nel Tiro con l’Arco. Oltre
al classico attacco rapido a distanza, si potrà infatti
scoccare una freccia d’Apollo che può essere controllata dal
giocatore stesso così da viaggiare con precisione in una serie
di anelli, accendere una torcia, colpire i nemici e molto
altro. Le sfide di agilità sono un’altra quest secondaria in
cui si deve raggiungere un punto specifico della mappa entro
un limite di tempo, correndo, nuotando, cavalcando e planando
a grande velocità. Le sfide della costellazione, sono invece
un grande puzzle da risolvere in cui bisognerà trovare in
un’area relativamente circoscritta una serie di sfere da
posizionare su una scacchiera nella posizione giusta
raffigurata sul muro dinanzi l’area del puzzle.

Ogni sfera può essere sbloccata dopo aver risolto un mini
rompicapo a se, creando un doppio sistema di sfide alcune
delle quali abbastanza impegnative. In Immortals Fenyx Rising
sono poi presenti alcune missioni che verranno affidate dalle
divinità salvate, mentre altre possono essere attivate presso
la Sala degli Dei e consisteranno nell’uccidere un certo
numero di nemici, aprire degli scrigni, chiudere delle bocche
del tartaro e molto altro. Altre quest secondarie vengono
attivate automaticamente quando ci si avvicina nell’area della
missione. Insomma, come avrete capito questi e molti altri
elementi terranno i giocatori impegnati nell’Isola d’oro per
molte, moltissime ore e se si vuole raggiungere il
completamento al cento per cento bisognerà davvero darsi da
fare.

Se, infine, a quanto detto andiamo ad aggiungere la
possibilità di addomesticare diversi tipi di cavalcature e la
possibilità confrontarsi con di ardui boss leggendari, il
numero di contenuti offerto da Immortal Fenyx Rising aumenta
ancora garantendo una longevità davvero elevata. Pur essendo
pienamente coscienti che la nuova produzione di Ubisoft non
reinventi nulla nel panorama del genere open world, non
possiamo che affermare che il risultato finale è veramente
eccellente. Noi giocando a difficoltà difficile siamo riusciti
a completare l’avventura al cento per cento in circa 70 ore di
gioco e, a fine gioco viene chiesto se si vuole proseguire
caricando il salvataggio prima della “boss fight” o se si
vuole ricominciare il gioco da capo in modalità nuova
avventura +. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero tanta
e se siete dei completisti, Immortals Fenyx Rising sarà in
grado di tenervi impegnati davvero per molto tempo.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, possiamo
affermare senza dubbio che l’immediatezza è la vera forza
degli scontri. Tutto ruota attorno alle tre tipologie di armi
a disposizione (arco, spada e ascia), ognuna delle quali viene
a sua volta caratterizzata da una sapiente gestione delle
statistiche. Ogni arma, o armatura, che si troverà in game,
difatti, non avrà alcun indicatore di potenza ma offrirà dei
bonus specifici, che andranno ad agire in delle situazioni
particolari. Si potrà rinvenire, ad esempio, un arco che
massimizza i danni compiuti a mezz’aria, una spada che aumenti
la percentuale di danno eseguita da Fenyx ai nemici unici o un
pezzo di armatura che aumenti la barra della stamina ecc… La
potenza delle armi, e delle armature, viene gestita
globalmente permettendo al giocatore di migliorare un’intera
categoria aumentandone il valore offensivo, o difensivo, e
aggiungendo nuovi bonus peculiari al raggiungimento di un
determinato livello.

Questo sistema favorisce la creazione di build specifiche atte
ad affrontare le differenti sfide presenti nell’isola d’oro,
non obbligando il giocatore a dover scegliere un
equipaggiamento specifico a causa di una richiesta,
eccessivamente, esosa in termini di materiali per potenziare
un numero maggiore di armi e armature. In merito al combat-
system vero e proprio, ci si trova dinanzi al classico schema
composto da attacchi leggeri (assegnati alle spade), pesanti
(delegati ad asce e martelli), a distanza (garantiti dagli
archi) e alle canoniche manovre evasive quali schivata, parata
e parry. Un sistema semplice ed efficace, che lascia la buona
riuscita di qualsiasi scontro nelle mani del giocatore e della
sua capacità di reazione. La totalità degli scontri presenti
in Immortals Fenyx Rising, difatti, si basa sulla dinamicità e
sulla prontezza di riflessi del giocatore, non vincolando la
vittoria alle, sole, “statistiche” della nostra eroina ma
permettendo, con il giusto impegno, di affrontare ogni
avversario fin dalle prime fasi di gioco. Una piccola menzione
d’onore va alla possibilità di controllare, per brevi periodi,
le frecce dell’arco potendole guidare su punti specifici del
corpo dei nemici, così come poterle sfruttare per risolvere
numerosi puzzle ambientali o, semplicemente, analizzare l’area
attorno a Fenyx.

Simpatica anche l’implementazione di Fosforo, un cucciolo di
fenice che si premunirà di effettuare diverse tipologie di
attacchi ad area atti a controllare maggiormente il campo di
battaglia. Per quanto riguarda l’aspetto estetico, Immortals
Fenyx Rising è una produzione “cross-gen” che si presenta con
un comparto grafico ancorato maggiormente alla generazione
precedente ma che sfrutta le caratteristiche delle nuove
console per offrire prestazioni, ed effettistica, decisamente
migliori. Come nelle altre recenti produzioni di Ubisoft, è
presente la possibilità di scegliere se prediligere le
performance o la resa grafica. In entrambi i casi il gioco
mantiene le promesse, garantendo 60 fps e una risoluzione di
4k dinamici in modalità performance, o un’effettistica
migliore, unita a una risoluzione lievemente maggiore e a un
dimezzamento del framerate, in modalità “risoluzione”.

Lo stile grafico, assolutamente non votato al fotorealismo,
però non fa emergere a dovere tutte le minuzie grafiche che si
possono ottenere dimezzando gli fps, rendendo la modalità
performance, indubbiamente, la migliore per godere di
un’esperienza maggiormente reattiva e dinamica. Analizzando
poi il comparto artistico di Immortals Fenyx Rising, non
possiamo che ritenerci soddisfatti per tutto ciò che abbiamo
potuto vedere lungo tutte le ore spese nell’isola d’oro. Le
aree di gioco si sono rivelate ispirate nell’architettura,
vibranti nei colori, varie nelle ambientazioni proposte e
sapientemente realizzate in termini di level design. La
caratterizzazione      visiva    dei   personaggi    ricalca,
perfettamente, lo stile scanzonato della narrazione, così come
la costante umoristica, dettata dai continui battibecchi fra
Zeus e Prometeo che risultano sempre gradevoli.

Il comparto sonoro fa il suo senza particolari lodi, sia
nell’effettistica,    sia  nelle  musiche,   che   fanno
d’accompagnamento. Ciò detto, il lavoro condotto sul
doppiaggio in italiano è davvero squisito, con voci azzeccate,
sempre credibili e in grado di dare energia e carattere ai
personaggi. Tirando le somme, Immortals Fenyx Rising,
nonostante sia uscito in un periodo di transizione fra
generazioni di console, nonostante sia circondato da diversi
titoli tripla A, nonostante non sia stato pubblicizzato come
altri videogame concorrenti, a nostro avviso rappresenta uno
degli acquisti veramente imperdibili di questo periodo. Una
trama leggera, ma ben scritta, una mappa grande, tante cose da
fare, un sistema di combattimento ben sviluppato e un comparto
grafico ben curato e bello da vedere fanno di questa
produzione la vera sorpresa della stagione. A nostro avviso
perderlo sarebbe un vero peccato e proprio per questo motivo
ci sentiamo di consigliarlo assolutamente. Sia che siate
amanti delle sfide, sia che abbiate poco tempo a vostra
disposizione, siamo certi che le avventure di Fenyx vi faranno
passare ore di gran divertimento fatte di emozionanti
avventure in compagnia di dei, mostri mitologici e enigmi
fantastici.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9
Sonoro: 8,5

Longevità: 9

Giocabilità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

Google     svela    la    sua
classifica delle ricerche sul
web nel 2020

Coronavirus e dintorni, elezioni americane, l’incidente ad
Alex Zanardi, l’addio a Diego Armando Maradona. Sono gli
argomenti che hanno caratterizzato il 2020 degli italiani,
almeno secondo Google. Il motore di ricerca ha, come di
consueto, diffuso le liste di “Un Anno di Ricerche”. Non sono
le chiavi di ricerca più usate in assoluto ma quelle che, per
un periodo prolungato, hanno registrato un forte incremento
rispetto al 2019.

Pandemia e dintorni

La vetta in diverse categorie spetta alla pandemia.
Coronavirus è la parola che, più di ogni altra, ha segnato le
ricerche 2020. “Elezioni Usa”, al secondo posto, è l’unico
argomento in grado di fare breccia in una top 5 dominata da
termini legati al Covid-19: al terzo e quarto posto ci sono
Classroom e Weschool, i due servizi online più utilizzati per
le lezioni a distanza. E al quinto posto c’è la ricerca delle
regole indicate dal governo, con “Nuovo Dpcm”.

Fai da te in cucina e dall’estetista

Gli utenti chiedono a Google istruzioni per l’uso e il
significato di alcune parole. E anche queste liste sono
segnate da coronavirus. Gli italiani hanno chiesto “come fare”
“il pane in casa”, “e mascherine antivirus”, “il lievito di
birra” e “la pizza”. Frutto di un ritrovato gusto per la
panificazione e la cucina durante il lockdown. Vista la
penuria di alcuni prodotti e la chiusura di alcune attività,
si sono moltiplicate alcune ricerca sul “fai da te”. Per
produrre cosa? “Amuchina”, “maschera capelli”, “scrub viso e
corpo e labbra”, “tinta capelli”, “ceretta”. Insomma, oltre ai
disinfettanti per le mani, si è sentita la mancanza di
parrucchieri ed estetisti. Il “fai da te” ha riguardato anche
attività di bricolage. Sono stati infatti molto cercati
“pollaio”, “barbecue” e “zanzariere”.

In cerca di spiegazioni su pandemia e Mes

Legati al coronavirus sono anche le ricerche che puntano a
capire “cosa significa…” un parola. In vetta ci sono infatti
“pandemia”, “mes” (il molto discusso meccanismo europeo di
stabilità), “dpcm” e “congiunti” (termine che decretava il
primo spiraglio di allentamento del primo lockdown). Solo
alcuni eventi e la richiesta di alcuni “perché” infrangono il
dominio della pandemia nelle ricerche Google 2020. “Perché si
chiama coronavirus” è al secondo posto, preceduto da “perché
votare si al referendum” (tenutosi a settembre per ridurre il
numero dei parlamentari) e seguito da “perché le scope stanno
in piedi” (frivolo tormentone di inizio anno). Gli eventi più
cercati sono delle costanti. Gli italiani confermano l’enorme
interesse per “Campionato Serie A”, “Elezioni USA” e “Festival
di Sanremo”.

Da Alex Zanardi a Maradona

I personaggi che hanno registrato un’impennata di ricerche
sono quelli legati all’attualità: “Alex Zanardi” (vittima di
un grave incidente e impegnato nel percorso riabilitativo) e
“Silvia Romano” (liberata a maggio dopo un anno e mezzo di
prigionia). Molto ricercati anche i due protagonisti della
corsa alla Casa Bianca (“Donald Trump” e “Joe Biden”) e
“Giuseppe Conte”. Nella lista degli addii ci sono i nomi di
personaggi morti nel corso dell’anno. In vetta due campioni
dello sport: la crescita di ricerche più netta è stata quella
di “Maradona”, seguito da “Kobe Bryant”. Alle loro spalle un
trio di artisti italiani: “Gigi Proietti”, “Ezio Bosso” ed
“Ennio Morricone”, che precede “Sean Connery”.

F.P.L.
Twin Mirror, un thriller
interattivo tutto da giocare
Con Twin Mirror Dontnod Entertainment torna a raccontare
storie, e dopo “Vampyr” e “Life is Strange” stavolta lo fa con
un thriller psicologico interattivo per Pc, Xbox e PlayStation
che mette i giocatori nei panni di un reporter investigativo
alle prese con la morte del suo migliore amico.

Sam Higgs è un uomo sull’orlo di una crisi di nervi. Da quando
Anna ha rotto con lui ha deciso di allontanarsi, da Basswood,
dal giornale locale di cui era reporter investigativo di
punta, dagli affetti. Perfino da Nicholas Waldron, collega e
amico fraterno, dai record sul sudicio e diroccato cabinato di
Pac-Man, attrazione principale del pub locale insieme alla
birra annacquata e alle risse.

E pensare che ha avuto persino l’onore di diventare padrino di
Joan, sua figlia. Tutto andato in fumo, perso in un cellulare
che ha trasformato le persone in squilli a vuoto, fino al
giorno in cui un messaggio ha decretato, tragicamente, la fine
dell’esilio. “Nick è morto in un incidente stradale, verrai al
funerale?”. Un momento troppo intimo per svelarlo al
giocatore, che viene accompagnato da Dontnod nel suo viaggio
di ritorno alle origini in auto: fuori dai finestrini
l’autunno pallido del West Virginia. L’imbarazzo di incontrare
persone che si è deciso di archiviare dall’oggi al domani,
costretti a condoglianze e sorrisi forzati. E poi il
dispiacere della perdita aggravato dai sospetti della figlia,
chiamata “Bug” dalla sua passione per gli insetti, troppo
sveglia e intelligente per la sua età, per bere alla goccia la
storia della fatalità, amara e ustionante come whiskey liscio.

Twin Mirror diventa così un thriller dalle premesse
estremamente umane che di sicuro interesserà chiunque decida
di affrontarlo. Tornare nella sua cittadina natale, per Sam,
non è stato facile. Troppe cose lo hanno frastornato e deluso,
tanto da rintanarsi in sé stesso. Il protagonista è un
personaggio che non porta nulla di realmente innovativo nel
campo del medium videoludico, però gli sviluppatori sono stati
abili a ricreare una situazione psicologica decisamente
credibile, oltre che ben scritta. In termini di gameplay, i
pensieri di Sam sono contenuti nel suo “Palazzo Mentale”, una
ricostruzione cristallizzata dove sono contenuti tutti i suoi
ricordi che noi possiamo rivivere con l’avanzamento della
storia. Alcuni di questi saranno invece opzionali e andranno
ad arricchire tutti gli altri aspetti del carattere dei
personaggi principali e delle vicende che li circonda.
L’obiettivo di chi gioca è quello di scoprire cosa è successo
al proprio amico, se si tratta di un reale incidente stradale
oppure se dietro la vicenda si nasconde un qualcosa che va al
di là della semplice casualità.

Con Twin Mirror si vivranno in prima persona le turbolente
vicissitudini di tutti i cittadini e respirando l’aria cupa e
inquietante di una città sull’orlo del fallimento.
Ulteriormente simbolica nelle produzioni di Dontnod
Entertainment è anche la figura del doppio, una sorta di
doppelganger mentale che, in molti casi del passato, era la
figura del giocatore che usava i pensieri dei personaggi per
giocare, mentre nel caso di Sam, il suo doppio è Lui, il suo
Super Io che vuole aiutare o sabotare (a seconda dei punti di
vista). Si potrà decidere di ascoltarlo o ignorarlo, dando al
giocatore un ruolo diverso questa volta, quello del giudice
che analizza i dettagli e che si ritroverà, soprattutto nel
finale, a capire le reali intenzioni degli sviluppatori: non
bisogna partecipare alle vicende, ma sarà necessario piuttosto
comprenderle.

I giocatori non saranno chiamati a risolvere il mistero,
bisognerà conoscere Sam nelle sue varie sfaccettature e
riuscire ad immedesimarsi nella psiche dell’uomo senza
empatizzare interattivamente con le vicende, ma bensì con gli
aspetti più personali ed emotivi del personaggio. Gli stessi
protagonisti, in taluni casi, mostrano di voler rompere la
quarta parete e chiedere direttamente a chi gioca che cosa ne
pensa. Dopo Life is Strange ci si chiedeva se quest’opera
fosse stato un colpo di fortuna per gli sviluppatori. Le
ultime produzioni hanno mostrato degli evidenti miglioramenti
su molti campi, ma la linea narrativa si focalizzava molto su
aspetti attuali e che sono spesso al centro di polemiche. Con
Twin Mirror si capisce fin da subito che si tratta di una
narrativa decisamente più matura, anche più cupa e sicuramente
più interessante. Si affrontano problemi legati alla psiche,
alle relazioni sociali e tanti altri temi più “adulti”
rispetto anche all’ultimo Tell Me Why o Life is Strange 2.
Ovviamente tutto ciò non è privo di difetti, anzi, il gioco
offre una trama davvero interessante e intrigante, tanto da
incollare il giocatore allo schermo, ma rispetto al passato si
nota anche una certa frettolosità nei dialoghi e nelle scene,
rendendo certe situazioni fini a sé stesse.

Per quanto riguarda la longevità, Twin Mirror purtroppo dura
meno di quello che si sperava. Ma la durata è limitata anche
per via di una bassa interattività dei luoghi che si visitano.
Se in Life is Strange si poteva osservare quasi ogni dettaglio
e scoprirne la natura, in Twin Mirror questo avviene in misura
minore. Infatti anche per l’aspetto inerente alle indagini,
sia gli indizi che le prove sono pochi e facilmente trovabili,
velocizzando notevolmente il ritmo. Infatti se analizzassimo
la durata sotto il profilo del ritmo, possiamo ritenerci
soddisfatti, in quanto per completare il titolo servono circa
cinque o sei ore delle quali l’intensità va crescendo, senza
tempi morti. Riteniamo infatti che nel complesso, quello di
Twin Mirror sia un viaggio molto interessante e soddisfacente
nonostante la durata possa non favorire molti giocatori. In
sua difesa possiamo dire che rigiocarlo con altre scelte, in
questo caso, non risulta inutile: andare a vedere su YouTube i
diversi finali non vi mostrerà nulla di diverso, sarà più
interessante provare a conoscere Sam attraverso diverse
opzioni e provare a capire il suo reale pensiero quale sia.

Se il comparto grafico risulta a un primo impatto davvero ben
realizzato, specialmente per quanto riguarda la progettazione
anche estetica del Palazzo della Mente, emergono a più riprese
alcune sfaccettature non particolarmente rifinite. A livello
di animazioni, ad esempio, non manca qualche problematica a
volte anche eccessivamente fastidiosa come se gli sviluppatori
avessero tralasciato alcuni piccoli particolari. Stesso
discorso per quanto riguarda le texture, non sempre del tutto
perfette e a tratti ampiamente migliorabili, ma questi piccoli
nei fortunatamente non minano quella che è un’opera
estremamente profonda e intelligente.

Per quanto concerne invece il gioco in quanto esperienza
ludica, Twin Mirror presenta alcuni alti e bassi non sempre
trascurabili. Non mancano infatti momenti filler, riempitivi
che vanno ad abbassare quel livello di una tensione che
dovrebbe sempre essere elevato in un’opera thriller come
questa. Nulla di eccessivamente compromettente in ogni caso:
dall’inizio alla fine l’avventura di Sam risulterà infatti
godibile e appassionante, e se a tratti la narrazione dovesse
apparire altalenante è altresì vero che spesso e volentieri il
colpo di scena è letteralmente dietro l’angolo. Tirando le
somme, nonostante Twin Mirror non rappresenti un “mostro
sacro” di questa stagione, vale la pensa di essere giocato. Le
emozioni che può dare e la sua particolarità a livello
estetico lo rendono infatti un prodotto interessante e adatto
a coloro i quali adorano i thriller o i misteri di tipo
psicologico. Se cercate un titolo diverso dal normale, ma in
grado di catturare la vostra attenzione e di tenervi incollati
alla poltrona, allora questo Twin Mirror rappresenta ciò che
cercate.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise
Cybersecurity: le previsioni
di Avast per il 2021

È giunto il momento di dare un’occhiata a ciò che riserva il
2021 nel mondo della sicurezza informatica e delle attività
online dannose. Guardando al nuovo anno, il team di Avast
prevede grandi sviluppi nella sfera digitale, in particolare
una presenza significativa di truffe sui vaccini per il
Covid-19, attacchi alle reti domestiche, alle infrastrutture e
ai provider VPN aziendali, oltre alla persistenza degli
attacchi ransomware. Nel 2021, possiamo aspettarci anche un
aumento delle campagne deepfake di disinformazione e di altre
campagne dannose generate dall’intelligenza artificiale per
ottenere maggiore capacità di diffusione. Il team di Avast ha
esaminato in modo specifico la piattaforma Android, su cui
sono previsti ulteriori attacchi adware, truffe fleeceware e
l’utilizzo di stalkerware.
Truffe sui vaccini Covid-19:

Verso l’inizio della pandemia, falsi store legati al Covid-19
hanno iniziato a circolare, promettendo dubbie cure e consigli
di sopravvivenza alla pandemia. Ora, con la disponibilità dei
vaccini prevista nel 2021, Avast prevede un aumento delle
truffe sulle vaccinazioni, presentate agli utenti tramite
falsi store e annunci sui social media. Quest’anno, le offerte
false sono state una tendenza dannosa che è decollata durante
la pandemia Covid-19 e molti degli utenti che hanno acquistato
prodotti correlati al coronavirus si sono lamentati di non
aver mai ricevuto il materiale dopo l’acquisto. Secondo gli
esperti di Avast le persone dovrebbero diffidare delle truffe,
in particolare per ciò che concerne le vaccinazioni. Se si
vedono offerte di vaccini che circolano su Internet, bisogna
tenere presente che la vendita è falsa, poiché i vaccini
dovrebbero essere distribuiti solo attraverso fonti ufficiali.
Bisogna quindi affidarsi al proprio medico o comunque a fonti
ufficiali per informazioni e vaccini sul Covid-19.

Attacchi alle organizzazioni sanitarie e farmaceutiche:

Quest’anno, diverse istituzioni sanitarie negli Stati Uniti,
in Europa e in Asia sono state attaccate da ransomware, che
hanno sottratto e pubblicato dati. I gruppi di criminalità
informatica hanno anche avviato attacchi di spionaggio contro
organizzazioni di ricerca clinica e farmaceutica. Nel 2021,
gli esperti di intelligence sulle minacce di Avast prevedono
ulteriori attacchi di ransomware, esfiltrazione di dati e
spionaggio nei settori sanitario e farmaceutico. Poiché molti
dipendenti continueranno a lavorare da casa nel 2021, è molto
probabile che gli attacchi informatici sull’infrastruttura e
sui provider VPN aziendali continuino, con l’obiettivo di
infiltrarsi nelle reti aziendali con attacchi mirati
progettati per sottrarre informazioni riservate e rubare
proprietà intellettuale e clienti.

I deepfake entrano in gioco nelle campagne di disinformazione:
La qualità dei deepfake è notevolmente migliorata negli ultimi
anni, ma fino ad ora sono stati utilizzati solo in casi
isolati o come prova di concetto. Nei video deepfake, i
trucchi di animazione al computer vengono utilizzati per
manipolare gesti, espressioni facciali e la voce di una
persona reale, come un politico o una celebrità, rendendo
difficile per il pubblico distinguere se un’azione o
un’affermazione della persona è reale o meno. Secondo gli
esperti di Avast i deepfake raggiungeranno probabilmente una
qualità il prossimo anno in cui potranno essere utilizzati
attivamente nelle campagne di disinformazione. Le teorie del
complotto sul coronavirus, come la sua presunta diffusione
tramite 5G, potrebbero essere enfatizzate nuovamente tramite
video deepfake, ad esempio mostrando erroneamente i politici
come cospiratori. La pandemia, il conseguente aumento delle
persone che lavorano da casa e una maggiore dipendenza dalla
connettività online, nonché la crescente pressione economica,
combinata con l’incertezza tra le persone, probabilmente
alimenteranno l’efficacia dell’uso dei deepfake per diffondere
la disinformazione. Anche se non ci sono ancora prove chiare
delle minacce note basate sull’IA che circolano in the wild,
Avast ha osservato un’accelerazione nella crescita di minacce
nuove ed emergenti. Questa crescita è dovuta all’uso
dell’automazione da parte dei criminali in cui l’Intelligenza
Artificiale può essere impiegata in una certa misura,
probabilmente in combinazione con tecniche più semplici.
Campagne dannose, attacchi mirati e minacce avanzate
persistenti (APT) generate utilizzando tecniche di
intelligenza artificiale sono già praticabili, ma per
diventare efficaci, sono necessari set di dati e basi di
conoscenza molto estesi e gli esperti di IA di Avast prevedono
che saranno sviluppati nel 2021 e oltre.

Adware e stalkerware continueranno a prosperare

Per la maggior parte del 2020, l’adware è stata la principale
minaccia Android, rappresentando un terzo del totale. Secondo
il team di Avast questa tendenza rimarrà dominante anche per
il 2021, insieme ai Fleeceware, una truffa in abbonamento che
può essere descritta come una combinazione di adware e app
false, è stata una delle novità e degli attacchi più presenti
nel 2020, sia su iOS che su Android. Dalle prime campagne di
stalkerware durante la prima ondata di pandemia, il numero di
questo tipo di attacchi è rimasto elevato per tutto il 2020.
Lo stalkerware include app che vengono installate segretamente
da una persona vicina alla vittima, come un coniuge geloso,
per spiare la persona controllando la sua posizione fisica, i
messaggi e registrando le telefonate. Gli esperti di
intelligence sulle minacce mobile di Avast si aspettano che
questa tendenza continui nel prossimo anno, senza però nuove
impennate.

F.P.L.

Call of Duty Black Ops Cold
War, il ritorno della guerra
fredda
Call of Duty Black Ops Cold War è il nuovo capitolo della saga
sparatutto più famosa del mondo. Disponibile su Pc, console di
vecchia e nuova generazione, il titolo di Activision si
propone come un sequel del primo Black Ops e catapulta i
giocatori durante il periodo della guerra fredda.

Cold War rappresenta una doppia sfida per Activision: da una
parte il titolo deve necessariamente confermare la qualità
della strada inaugurata lo scorso anno, e dall’altra ha
l’obbligo di onorare la memoria di una delle migliori
parentesi di Call of Duty, quella segnata dai primi due Black
Ops.

Per soddisfare appieno le legittime aspettative dei fan, il
team di Treyarch ha deciso quindi di riportare i giocatori
dove tutto è iniziato, ossia a cavallo di quella cortina di
ferro che negli anni ‘80 rappresentava il fronte conteso tra
Stati Uniti e Unione Sovietica, due superpotenze impegnate in
una guerra fredda apparentemente senza fine.

La nostra analisi parte in primo luogo dalla campagna, vero
punto di inizio per ogni giocatore affezionato. La storia,
infatti, funge da tutorial per chi non ha mai avuto a che fare
con la serie, ma rappresenta anche una sfida da affrontare
alla massima difficoltà per i veterani dello shooter di
Activision.

La tensione tra le due principali superpotenze mondiali
dell’epoca è alle stelle e lo spettro del conflitto nucleare
inizia a proiettare la propria ombra sul mondo. A gettare
ulteriore benzina sul fuoco ci pensa la ricomparsa di Perseus,
una famigerata quanto inafferrabile spia del KGB che aveva
avuto un ruolo chiave durante il periodo buio della guerra in
Vietnam e che ora, dopo tredici anni di inattività, minaccia
di detonare diversi ordigni nucleari in occidente per
destabilizzare l’ordine costituito e annientare gran parte del
territorio europeo.

Il presidente Reagan in persona mette sulle sue tracce un team
di operativi Black Ops della CIA capitanati dall’enigmatico
Russell Adler, un veterano della guerra in Vietnam che sembra
avere più di un conto in sospeso con lo stesso Perseus.

Quest’ultimo, visibilmente ispirato ai tratti somatici del
celebre attore hollywoodiano Robert Redford, è un uomo
carismatico e dai modi duri, disposto a valicare i limiti
della legge pur di proteggere lo status quo senza disdegnare
operazioni dall’altissimo coefficiente di rischio. Al fianco
di Adler sono presenti alcuni volti noti della saga di Black
Ops come l’agente speciale Jason Hudson, la delegata dell’MI6
Helen Park e il leggendario duo composto dal sergente Frank
Woods e da Alex Mason, il visionario protagonista del
capostipite della serie oltre ad altri collaboratori che si
avvicenderanno nel corso delle missioni. L’approccio scelto da
Treyarch e Raven Software per la realizzazione della campagna
giocatore singolo si discosta parecchio da quello adottato da
Infinity Ward per l’ultimo Modern Warfare (qui la nostra
recensione). Il reboot dello scorso anno, infatti, tentava di
dare al pubblico una visione plausibile degli orrori della
guerra    moderna    grazie   ad   un’impostazione      quasi
documentaristica mentre il nuovo Black Ops assomiglia più ad
thriller fantapolitico degli anni ’80, una miscela esplosiva
di scontri a fuoco, intrighi e tradimenti che conducono per
mano in una corsa a perdifiato verso uno sei tre sconvolgenti
finali disponibili.

Se è vero che la campagna di Call of Duty Black Ops Cold War,
per la maggior parte della sua durata, ripropone la struttura
assolutamente lineare vista in tutti gli episodi precedenti,
va detto anche che gli sviluppatori hanno cercato di variegare
e diversificare il più possibile le situazioni in cui si verrà
coinvolti. Si passa senza soluzione di continuità da violenti
scontri a fuoco a sezioni stealth, da azioni di sabotaggio a
momenti in cui sarà necessario fare sfoggio delle proprie
abilità diplomatiche per tirarsi fuori da circostanze scomode.
Insomma, nelle circa 10 ore che serviranno per arrivare ai
titoli di coda, ci saranno molteplici colpi di scena, momenti
di alta tensione e frangenti in cui i livelli di epicità
toccheranno vette altissime.

Si tratta di una campagna single-player dotata di un’atmosfera
tesissima, con ritmi dosati alla perfezione e condita dalla
solita, eccellente regia cinematografica che abbiamo imparato
a conoscere nel corso degli anni. Il giocatore, ad ogni modo,
vestirà i panni dell’agente Bell, un personaggio che potrà
essere personalizzato nel background e nelle abilità in modo
da adattarlo al meglio alle proprie esigenze. Per la prima
volta in assoluto si possono selezionare le abilità passive
del proprio alter-ego scegliendo tra un livello di salute
maggiore, una spiccata resistenza agli esplosivi e tanto altro
ancora. La cosa più interessante è che le scelte che verranno
fatte all’inizio dell’avventura avranno ripercussioni
sull’intero svolgimento della campagna grazie ad un sistema di
scelte morali che rappresenta una novità assoluta per la serie
bellica di Activision.

In alcuni momenti della storia, infatti, si verrà chiamati a
cimentarsi con dialoghi a scelta multipla che possono tradursi
in conseguenze anche piuttosto pesanti per la trama: un tocco
che abbiamo decisamente apprezzato e che incrementa molto il
fattore rigiocabilità di Cold War. Insomma, la campagna è
davvero interessante. Come dicevano qualche riga più in alto,
pero, la storia è solo un piccolo antipasto del pacchetto in
dotazione a qualsiasi Call of Duty che si rispetti: la portata
principale è sempre comparto multigiocatore competitivo che,
anche questa volta, appare contenutisticamente ricchissimo e
diverso da quanto visto lo scorso anno con MW.

Nella composizione dell’offerta multigiocatore di Cold War,
gli sviluppatori di Treyarch hanno perseguito un obiettivo
doppio, ossia: rispettare il nuovo standard d’eccellenza
fissato con Modern Warfare e restituire agli amanti di Black
Ops il feeling tipico della serie. In questo senso, la prima,
grande differenza rispetto all’ultimo Call of Duty è
rappresentata da un “time-to-kill” nettamente superiore
rispetto a quello della precedente iterazione della saga, ma
comunque al di sotto del generosissimo TTK di Black Ops 4.

La misura scelta da Treyarch garantisce ai giocatori un buon
margine di manovra per le proprie ritorsioni balistiche,
mentre il ritorno della barra della vita, opzionale
ovviamente, offre la sensazione di avere un maggiore controllo
sull’esito di ogni sparatoria. Nell’ottica di preservare il
carattere originale del gameplay, preferibilmente nella sua
declinazione “run and gun”, il team ha anche deciso di
rimuovere la possibilità di sfruttare le superfici come punto
d’appoggio per le armi, in modo da scoraggiare il “camping”
selvaggio.

Sulle stesse note, torna anche lo sprint infinito: una scelta
che non metterà tutti d’accordo, ma che a nostro avviso si
sposa perfettamente con il dinamismo che caratterizza il
comparto multiplayer di Cold War. Tutti questi elementi
contribuiscono a definire un’esperienza tanto familiare quanto
appagante, sostenuta da un gunplay solido, reattivo e
credibile, e da un map design di ottima fattura. Il pacchetto
di lancio include dieci mappe che ci porteranno a imbracciare
le armi in un buon numero di scenari differenti, dal lungomare
di Miami alle distese innevate di un resort sciistico in pieno
territorio sovietico.

Le peculiarità di alcune location, come la splendida Armada
(ambientata su due incrociatori che hanno bloccato una nave
che trasporta un hovercraft), impongono tempi d’adattamento un
po’ più lunghi rispetto ai canoni della serie, ma la gestione
di corsie, traiettorie e spazi aperti appare intelligente e
ben congegnata. Come nel caso di Modern Warfare, la struttura
delle mappe tende a promuovere una notevole diversificazione
delle strategie d’ingaggio.

La varietà dei campi di battaglia conduce poi a una
moltiplicazione delle possibilità d’approccio in seno al
gameplay, che nel caso delle modalità più tattiche può offrire
fertile per la messa in atto di piani particolarmente
elaborati, tra diversivi e attacchi a tenaglia. È questo il
caso di Scorta VIP, una nuova modalità sei contro sei che
richiede a uno dei team di portare in salvo, presso uno dei
due punti di estrazione, una risorsa chiave, che la squadra
avversaria dovrà abbattere a tutti i costi. Per aggiudicarsi
ogni turno sarà quindi necessario completare l’obiettivo o, in
alternativa, eliminare tutti i membri dello schieramento
nemico.

Tra le aggiunte multiplayer di questo Call of Duty Black Ops
Cold War figurano anche Squadre d’Assalto: Bomba Sporca e Armi
Combinate, entrambe ambientate su mappe di dimensioni
piuttosto generose. La prima coinvolge 40 giocatori suddivisi
in team da quattro, che per conquistare la vittoria dovranno
uccidere nemici, raccogliere scorte d’uranio e infine detonare
diversi “ordigni sporchi” distribuiti in giro per gli scenari,
cercando di coordinarsi al meglio per arginare la concorrenza
e bilanciare i malus innescati dal trasporto del materiale
radioattivo, che blocca i potenziamenti da campo e la
rigenerazione della vita, e riduce la velocità di movimento e
la salute dei soldati. Armi Combinate è invece una modalità
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