Promozione di stili di vita attivi e socializzanti nasce la piattaforma digitale Afa per i medici - Cronache Salerno

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Promozione di stili di vita
attivi e socializzanti nasce
la piattaforma digitale Afa
per i medici
di Monica De Santis

E’ stata presentata ieri mattina presso la sala convegni
dell’ordine dei medici di Salerno la Piattaforma Digitale
A.F.A. dedicata ai Medici di Medicina Generale, alle palestre
autorizzate ed agli utenti. “Si tratta di una piattaforma web
che consentirà la comunicazione e la condivisione dei dati e
delle informazioni tra le diverse tipologie di utenza
coinvolte, grazie alla quale sarà possibile inserire i
programmi e monitorare gli obiettivi di salute raggiunti. –
spiega la dottoressa Rosa Zampetti – L’utente potrà accedere
al programma A.F.A. attraverso il proprio medico di Medicina
Generale o il Distretto Sanitario di appartenenza, che
provvederanno ad avviarlo presso la struttura sportiva che gli
verrà assegnata, fra quelle individuate dall’Asl. La
Piattaforma Digitale A.F.A. costituirà, quindi, per le varie
figure professionali coinvolte uno strumento prezioso per la
gestione e la condivisione di dati e informazioni
sull’andamento dell’attività, attraverso funzioni specifiche”.
L’attività fisica adattata è promossa, come detto,
dall’Azienda Sanitaria di Salerno, e punta a contenere la
progressione di alcune Malattie Croniche Non Trasmissibili e
problematiche invalidanti legate all’avanzamento dell’età. Il
medico di medicina generale o il medico specialista può
inviarti a questa attività per essere inserito in Gruppi AFA
che sono un’attività fisica adattata non riabilitativa;
attività motoria per il mantenimento del benessere, la
prevenzione della disabilità e per combattere l’ipomobilità;
esercizi fisici mirati svolti in gruppo per favorire la
socializzazione e stili di vita più corretti; l’attività non è
convenzionata dal Ssn ma supervisionata dall’Asl per qualità e
sicurezza; L’Afa è effettuata presso strutture sportive e/o
ricreative inserite nella Rete Territoriale Afa per la Salute.
La Piattaforma è stata sviluppata in conformità alle linee
Guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) in termini di
accessibilità, usabilità e interoperabilità dei dati della
Pubblica Amministrazione. E’ utile ricordare che per gli
utenti con patologie croniche stabilizzate, condizioni di
fragilità, fattori di rischio, età avanzata e ridotta
autonomia funzionale un’adeguata attività fisica è essenziale
ai fini del mantenimento di un equilibrato stile di vita e per
conservare un buono stato di salute. L’Attività Fisica
Adattata, infatti, contribuisce a scongiurare l’incremento di
tutte quelle patologie che sono favorite o aggravate da
abitudini comportamentali scorrette, come il diabete, le
malattie cardiovascolari, i tumori e le malattie respiratorie
croniche e muscolo scheletriche.

Immunità di gregge raggiunta
a Salerno e in buona parte
della provincia
di Monica De Santis

Immunità di gregge raggiunta e superata a Salerno e provincia.
stando ai dati forniti ieri dal dottor Saggese referente covid
per l’Asl di Salerno. Dunque l’80% della popolazione
vaccinabile sul nostro territorio è stato vaccinato, il che
vuol dire il 71% dei residenti. Un risultato straordinario che
porta Salerno e provincia in cima alla lista delle città con
il maggior numero di vaccinati. Immunità di gregge raggiunta
anche a Salerno città dove hanno ricevuto la prima dose l’83%
dei vaccinabili, corrisponde al 76% della popolazione
residente. Un bel balzo in avanti se si pensa che la scorsa
settimana a Salerno città erano state vaccinate il 74% delle
persone. In totale ad oggi sono stati somministrati tra prime
e seconde dosi in tutti i comuni, un milione e 394mila e 815
dosi. Ma non è tutto il territorio salernitano fa registrare
anche due record a livello nazionale. Infatti si trovano nel
salernitano sia il comune con il più alto numero di vaccinati
e sia quello con il minor numero di vaccinati. Bellosguardo e
Torraca, primo e ultimo. Nel primo comune l’82,77 dei
residenti ha avuto le due dosi, quasi il 100% dei vaccinabili,
quello negativo a Torraca, poco al di sopra del 40%. Al
secondo posto dei comuni salernitani virtuosi troviamo Cuccaro
Vetere con l’81,12% della popolazione vaccinata, e poi ancora
nell’ordine Serramezzana, Sant’Angelo a Fasanella, Rutino,
Monte San Giacomo, Minori, Roscigno, Romagnano al Monte,
Sacco, Giffoni sei casali con il 75,45% delle persone
vaccinate, ed ancora San Cipriano Picentino, Stio, Castiglione
del Genovesi, Controne e così via. “Il fatto di avere il
comune con il maggior numero di vaccinati e quello con il
minor numero di vaccinati – spiega il dirigente e referente
per le attività covid dell’Asl di Salerno, Arcangelo Saggese –
e che la città di Salerno abbia raggiunto ormai l’immunità di
gregge consolidata, visto che siamo ben oltre il 75% della
popolazione residente, ci dice che le sacche di resistenza
alla vaccinazione sono articolate e diffuse in maniera
disomogenea, per cui non si può fare un ragionamento generale
sul ritardo della vaccinazione perchè le persone rifiutano la
vaccinazione. C’è un ritardo di vaccinazione perchè dobbiamo
essere capaci di stare ancora più vicini alle persone e
arrivare a vaccinare anche nelle realtà marginali dove questa
situazione si crea”. Per fare tutto ciò l’Asl ha attivato una
serie di iniziative sul territorio. Campar davanti le scuole e
centri vaccinali aperti e fruibili anche senza prenotazione,
per superare l’ostacolo principale, la difficoltà
nell’iscrizione alla piattaforma. Iniziative mirate come
quella rivolta a donne incente e madri in allattamneto come
quella di Vallo della Lucania fatta dopo la morte di una
piccola nata da madre positiva. “Tutto questo per far capire
che non ci sono situazioni per patologie che escludono la
vaccinazione, ma che anzi siamo pronti a mettere in piedi
centri vaccinali dedicati dove ci sono problemi, tipo di
allergie, come abbiamo fatto a Battipaglia e lo stiamo facendo
anche a Scafati e momenti vaccinali dedicati come questo per
le donne incinte che abbiamo attivato venerdì a Vallo della
Lucania”.

Presentazione           della
Piattaforma Digitale A.F.A.
per la gestione integrata del
Programma Attività Fisica
Adattata
Sabato 11 settembre 2021 alle ore 10.30, presso la Sala
Convegni dell’Ordine dei Medici di Salerno, la UOSD Promozione
della Salute del Dipartimento di Prevenzione, nel quadro delle
azioni dedicate all’A.F.A. – Attività Fisica Adattata,
presenterà la Piattaforma Digitale A.F.A. dedicata ai Medici
di Medicina Generale, alle palestre autorizzate ed agli
utenti. Si tratta di una piattaforma web che consentirà la
comunicazione e la condivisione dei dati e delle informazioni
tra le diverse tipologie di utenza coinvolte, grazie alla
quale sarà possibile inserire i programmi e monitorare gli
obiettivi di salute raggiunti. L’utente potrà accedere al
programma A.F.A. attraverso il proprio medico di Medicina
Generale o il Distretto Sanitario di appartenenza, che
provvederanno ad avviarlo presso la struttura sportiva che gli
verrà assegnata, fra quelle individuate dall’Asl. La
Piattaforma Digitale A.F.A. costituirà, quindi, per le varie
figure professionali coinvolte uno strumento prezioso per la
gestione e la condivisione di dati e informazioni
sull’andamento dell’’attività, attraverso funzioni specifiche
che consentono: a) la reportistica dell’attività fisica, b) la
scheda anamnestica, c) digitalizzazione della modulistica per
l’attivazione del percorso. La Piattaforma è stata sviluppata
in conformità alle linee Guida AGID (Agenzia per l’Italia
Digitale) in termini di accessibilità, usabilità e
interoperabilità dei dati della Pubblica Amministrazione. E’
utile ricordare che per gli utenti con patologie croniche
stabilizzate, condizioni di fragilità, fattori di rischio, età
avanzata e ridotta autonomia funzionale un’adeguata attività
fisica è essenziale ai fini del mantenimento di un equilibrato
stile di vita e per conservare un buono stato di salute.
L’Attività Fisica Adattata, infatti, contribuisce a
scongiurare l’incremento di tutte quelle patologie che sono
favorite o aggravate da abitudini comportamentali scorrette,
come il diabete, le malattie cardiovascolari, i tumori e le
malattie respiratorie croniche e muscolo scheletriche.
Appuntamento dunque sabato 11 settembre 2021 alle ore 10.30,
presso la Sala Convegni dell’Ordine dei Medici di Salerno.

Figlio    e  nuora    di   un
sindacalista assunti, c’è già
un precedente
di Erika Noschese

Polemica   tra   sindacati   al   Ruggi   d’Aragona   dopo   quanto
denunciato, attraverso queste colonne, circa le due borse di
studio vinte dal figlio e dalla nuora di un sindacalista. A
prendere le distanze da quanto denunciato i sindacati Smi-Fvm
e la Fsi Usae. Nello specifico, il dottor Giancarlo Petrosino,
dipendente dell’Aou di Salerno in qualità di anestesista-
rianimatore e segretario aziendale del sindacato Smi-Fvm
sindacato rappresentativo dei medici dipendenti ospedalieri si
dice particolare amareggiato: “A nome del mio sindacato e
credo, anche a nome di tutti gli altri sindacati e
sindacalisti dei medici dipendenti, devo prendere le distanze
da un tale, eventuale, cattivo comportamento adottato da
questo sindacalista per far nominare il figlio e la nuora come
destinatari delle due borse di studio – ha dichiarato il
dottor Petrosino – Non è questo il fine del sindacato nè dei
sindacalisti e per quanto mi riguarda, mai ho neanche
lontanamente pensato di “usare” il sindacato per ottenere
vantaggi o privilegi personali e/o familiari e/o economici.
L’attività sindacale si fa e deve essere fatta, come servizio
nei confronti degli iscritti, a tutela dei diritti sanciti dal
Contratto di Lavoro; l’attività sindacale deve tutelare i
diritti di tutti e non i propri personali interessi e mai, per
quanto mi riguarda, ma credo di poter parlare anche a nome
degli altri colleghi degli altri sindacati, il sindacato è
stato fonte di privilegi o di vantaggi personali”. Sulla
stessa linea anche la Federazione Sindacati Indipendenti
Comparto Sanità che prende le distanze da quanto denunciato
dissociandosi da ogni eventuale comportamento anomalo adottato
per fini personali o familiari, attraverso i segretari Enzo
Casola e Giuliana Giuliani. “L’attività sindacale nasce al
Servizio dei Lavoratori ed opera a tutela dei diritti sanciti
dal Contratto di Lavoro – ha dichiarato il sindacalista –
Pertanto, in attesa di fare chiarezza sull’accaduto, resta
opinione dei sottoscritti che l’utilizzo di posizioni e ruoli
a scopo personale, ove mai accertato, è comportamento
antisindacale e come tale estraneo per principio ad ogni forma
di tutela dell’attività istituzionale del Sindacato”. Stando a
quanto emerge, non è la prima volta che si verifica un
episodio simile. Di recente, infatti, altro sindacalista della
medesima organizzazione sindacale, ha permesso alla figlia di
piazzarsi al primo posto per una borsa di studio. Al momento,
dai diretti interessati nessuna replica in merito
all’accaduto.

Saggese: “L’obiettivo del 75%
dei   vaccinati    è    quasi
raggiunto”
di Monica De Santis

Prosegue, con qualche calo in alcune giornate, la campagna
vaccinale a Salerno e provincia. Prosegue nonostante piccole
defaiances nelle iscrizioni in piattaforma. A tracciare ancora
una volta un bilancio che fa registrare il record vaccinazione
in provincia di Salerno, immunizzato il 101% delle persone
iscritte in piattaforma e non, si è andati in pratica oltre le
adesioni alla piattaforma regionale, è il dottor
Arcangelo Saggese Tozzi, direttore igiene pubblica e referente
delle attività covid dell’Asl di Salerno. Nel giro di un paio
di settimane è cresciuto anche il numero degli over 12
vaccinati. Quasi 40.000 quelli raggiunti con la prima dose
nella fascia d’età fra 12 e 20 anni, una fascia di cui però va
detto ad oggi solo il 55% ha aderito alla campagna vaccinale e
dunque bisognerà continuare a lavorare per raggiungere l’altro
45% dei giovanissimi e dei giovani. Come detto la
somministrazione dei vaccini prosegue, anche se in questa
settimana di ferragosto i numeri saranno dimezzati rispetto al
solito. Saggese riferisce infatti, che ogni giorno vengono
effettuate 5000 vaccinazioni su tutto il territorio contro le
10mila che venivano effettuate fino alla prima settimana di
settembre, ovviamente si ritornerà a pieno ritmo già
dall’ultima settima di agosto. Ma nonostante la minor
somministrazione di dosi, sul nostro territorio si continuano
a registrare numeri importanti di vaccinati, grazie anche alle
numerose iniziative messe in campo dall’Asl di Salerno, in
collaborazione anche con l’Asl Napoli 1 e l’Anci. Una
collaborazione, come ha spiegato lo stesso Saggese “che ci sta
permettendo di vaccinare anche persone non iscritte in
piattaforma. Grazie a questo abbiamo vaccinato più persone
residenti sul nostro territorio di quanti sono iscritti in
piattaforma. Senza contare che in questo periodo stiamo
vaccinando anche persone che vengono da altri territorio, in
accordo con altre Asl. Ad esempio ieri sera l’Asl Napoli 1 ha
vaccinato ben 300 persone a Casalvelino. Queste azioni ci
dimostrano che la strategia dell’Asl di Salerno, ovvero quella
di andare vicino alle persone, sta funzionando. Quando stiamo
vicino alle persone, queste capiscono che non è complicato
vaccinarsi, che è facile e questo ci permette di raggiungere
grandi numeri. – ha proseguito ancora il direttore
Arcangelo Saggese – Sul territorio salernitano siamo a un buon
punto siamo arrivati al 73% dei vaccinati con una sola dose,
siamo oltre il 60% dei vaccinati con due dosi, questo vuol
dire che siamo in considizioni di regere questo avanzare della
variante Delta, che si sta allargando. Sta scendendo l’età
delle persone da vaccinare, per questo io insisto con la
necessità di vaccinare i più giovani. – conclude Saggese – Su
questa popolazione faremo uno sforzo maggiore perchè dobbiamo
riuscire a garantire una tranquilla riapertura delle scuole su
tutto il nostro territorio provinciale”.
Ferdinando Primiano:
“Vaccinati tutti i docenti e
il personale Ata, si può
pensare   di   riaprire   le
scuole”
di Monica De Santis

“Stiamo creando le condizioni affinchè la scuola in provincia
di Salerno possa riaprire in perfetta tranquillità” a dirlo è
il dottor Ferdinando Primiano, direttore sanitario dell’Asl di
Salerno, che aggiunge poi che “Un dato rilevato dalle nostre
piattaforme su 24334 iscritti sul portale per potersi
vaccinare nel mondo della scuola, tutti si sono vaccinati,
quindi abbiamo avuto un riscontro del 100%. Questo ci consente
di non entrare più o meno nella discussione in merito alle
azioni che devono essere intraprese per il ritorno in presenza
dei ragazzi, in quanto abbiamo una garanzia che il mondo
scolastico è stato vaccinato, quindi questa è la migliore
garanzia che al momento possiamo dare. Questo è il dato
attuale. Ovviamente ci auguriamo che l’immunità di gregge che
stiamo riuscendo a creare con le nostre vaccinazioni sul
territorio salernitano sia un’immunità che tuteli non solo la
nostra popolazione ma anche chi arriva perchè siamo un luogo
molto ambito a livello turistico. Quindi deve essere tutela
per noi, tutela per chi viene da noi, una condizione socio
economica che divenda favorevole e che tutto questo possa
contribuire a far si che non vi siano più riprese della
pandemia e ci auguriamo che al più presto questa posta
scomparire”. Resta però il problema dei bambini dai 12 anni in
giù, per i quali al momento non c’è un vaccino… “Ecco perchè
noi auspichiamo questa immunità di gregge che si conquista dal
65% della popolazione in poi. Diciamo che sul territorio
salernitano stiamo messi bene. Un primo traguardo lo ripeto è
stato raggiunto con la vaccinazione di massa di tutto il
personale scolastico e dei docenti ora dobbiamo andare avanti
e proseguire con le vaccinazioni. Intanto i dirigenti
scolastici, visti i dati, possono iniziare a pensare ad
attività in presenza fatte con maggiori garanzie e anche a
forme di contenimento meno restrittive per dare maggiore
possibilità di dialogo e di apertura agli studenti”. E sul
numero di studenti ad oggi vaccinato tra Salerno e provincia,
non vi sono ancora dati certi… “Stiamo iniziando a conteggiare
il numero dei giovani vaccinati e presto sapremo quanti
giovani hanno già ricevuto la prima e anche la seconda dose di
vaccino” L’obbligo del green pass dal prossimo 6 agosto per
bar e ristoranti ha portato un aumento delle richieste di
vaccinazione a Salerno e provincia? “Credo di si, anche se
dati certi al momento non ne abbiamo. Certo è che ci dovevamo
convincere forse in maniera più personale e non aspettare un
obbligo come il green pass per andare a vaccinarsi. Le persone
devono capire che il vaccino non solo protegge se stessi, ma
protegge anche i propri cari e tutte le persone che si
incontrano. Questo è vivere in un mondo civile”. Altro
problema però ancora in atto sul territorio salernitano è la
carenza di vaccini… “Attualmente stiamo facendo anche delle
prime somministrazioni, ma non sono quelle che speravamo. Il
problema sono le dosi, se ci arrivano più dosi è ovvio che
riprenderemo a pieno ritmo anche con le prime dosi. Al momento
però ci stiamo concentrando di più sulle seconde dosi e in
alcuni casi facciamo anche le prime”.
“Salute e benessere ai tempi
del coronavirus” presentato
il report di prevenzione
dell’Asl
di Monica De Santis

E’ stato presentato ieri mattina presso l’ordine dei medici di
Salerno il rapporto “Salute e benessere ai tempi del
coronavirus. La Prospettiva della Promozione della Salute tra
Emergenza e Resilienza”. L’obiettivo dell’azione messa in atto
dall’ordine dei medici è quella di promuovere il benessere
psicofisico durante la fase pandemica. Un azione rivolta anche
ai docenti e ai ragazzi redatto dall’UOSD Promozione della
Salute – Dipartimento di Prevenzione Asl Salerno, diretta
dalla dottoressa Rosa Zampetti, il rapporto riassume le
attività svolte nel periodo di emergenza Covid, dal marzo 2020
ad oggi, periodo nel quale la struttura ha dovuto compiere non
pochi sforzi per interpretare il cambiamento, individuare i
nuovi bisogni e definire nuovi modelli di intervento. “Sono
emerse tantissime cose da questo rapporto, spiega il
presidente dell’ordine dei medici Giovanni D’Angelo – Si
tratta di un rapporto pieno di varianti, sono stati toccati
molti punti ed il concetto che ne viene fuori è che alla fine
dobbiamo tutti ripartire da un concetto fondamentale che è la
nuova modalità con cui si fa prevenzione ciò il concetto della
salute come benessere, come un insieme di fattori e non dal
fattore che eravamo abituati a considerare prima, ovvero,
quello legato alla persona, ma dobbiamo partire dalla persona
inserita in un determinato contesto. Si è riusciti, in tal
modo, a dare continuità alle azioni formative, informative e
di sensibilizzazione, attraverso interventi sinergici con
Istituzioni    scolastiche,    Amministrazioni     comunali,
Associazioni di volontariato”. Nell’ambito di questo percorso
sono stati realizzati interventi educativo – formativi online,
campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita da
seguie durante l’emergenza pandemica, oltre che tutta una
serie di report istituzionali e ricerche condotte nelle
diverse fasi del periodo di pandemia. Il tutto con lo scopo di
mettere insieme dati preziosi che permettono di aumentare le
conoscenze rispetto a quanto accaduto in questi 15 mesi e
utilizzarli per le sfide future. “Siamo partiti in questo
nostro lavoro, interrogandoci su come svolgere le attività in
periodo pandemico – spiega poi la dottoressa Rosa Maria
Zampetti – considerando l’emergenza sanitaria, quindi parlare
di promozione e prevenzione del benessere sembrava un po’
fuori luogo, invece ci siamo resi conto che non era così.
Abbiamo avuto tante richieste, soprattutto nel periodo della
dad dai ragazzi, ma anche dai genitori e dagli insegnanti.
Ecco da qui è partito questo lavoro capillare che ci ha
permesso, nonostante la tecnologia e la distanza a creare un
rapporto empatico, sia con i ragazzi che con i genitori e i
docenti. Inoltre abbiamo creato delle reti territoriali tra le
istituzioni e abbiamo capito che non c’è solo bisogno di
sanità, ma c’è bisogno di tutti per poter sostenere i bisogni
della popolazione e della comunità, ma soprattutto degli
adolescenti. Il livello di adesioni ai programmi è stato
elevato. Si è registrata infatti la partecipazione di ben 83
Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, che rappresentano
il 43% degli Istituti scolastici della Provincia di Salerno.
Sono stati coinvolti nel progetto: 18.689 studenti, 4.577
personale scolastico (presidi docenti e operatori ATA), 495
genitori. I soggetti complessivamenteraggiunti dagli
Interventi di Promozione della Salute sono stati 24.035.
Morì   dopo   intervento   di
riduzione dello stomaco, in 4
a processo. Michele Alfano
spirò nella clinica Cobellis
di Vallo della Lucania
di Pina Ferro

Spirò a seguito di un’intervento chirurgico per la di
riduzione dello stomaco effettuato presso la clinica
‘Cobellis’ di Vallo della Lucania. Era il 2016 quando il cuore
di Michele Alfano di Capaccio si fermò per sempre. Dopo quasi
cinque anni e numerosi colpi di scena in sede di udienza
preliminare, il gup del Tribunale di Vallo della Lucania,
Sergio Marotta, ha rinviato a giudizio, con l’accusa di
omicidio colposo in concorso, i chirurghi che operarono il
40enne. Ad affrontare il processo saranno: Luigi Cobellis
(titolare della struttura), Luigi Angrisani (specialista
esterno), Giovanni Novi (di Ascea) e Rocco Cimino (ex sindaco
di Teggiano). Accolta dunque la richiesta di rinvio a giudizio
presentata dal Pubblico ministero Vincenzo Palumbo della
Procura della Repubblica cilentana: la prima udienza si terrà
il 17 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico del
Tribunale di Vallo della Lucania. Prosciolte invece da ogni
accusa altre 10 persone, tra medici ed infermieri, che furono
iscritte nel registro degli indagati, all’epoca dei fatti,
come atto dovuto. Soddisfatti per la decisione del gup i
familiari del compianto Michele Alfano, in primis i tre
figlioletti e la vedova, Irene Conforto, che a StileTV ha
dichiarato : “Finalmente potremo iniziare la nostra battaglia
nel nome di mio marito, affinché venga fatta luce e giustizia
sulle cause del suo decesso, che ha lasciato in tutti noi un
vuoto di disperazione e rabbia, perché Michele in quella
clinica è entrato vivo… qualcuno, ora, davanti alla legge
dovrà spiegare perché dopo è morto, e non avrò pace finché non
ci saranno sentenze; ci tengo a ringraziare moltissimo il
nostro legale, l’avvocato Pierluigi Spadafora, il quale si sta
battendo con noi e si è reso protagonista di un discorso
conclusivo, davanti al gup, che ha commosso tutti”. Michele
Alfano, 40enne di Capaccio Paestum affetto da obesità, morì
nella casa di cura “Cobellis” di Vallo della Lucania, il 17
novembre del 2016, dopo 14 giorni di agonia a seguito di un
intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto “sleeve
gastrectomy”, cui si era sottoposto per perdere peso. La
procura vallese dispose immediatamente il sequestro della
cartella clinica, nominando il medico legale Adamo Maiese
quale consulente tecnico, lo stesso che ha eseguito l’esame
esterno e l’autopsia sulla salma: durato oltre 3 ore, l’esame
autoptico accertò che, a causarne la morte, fu un’infezione
letale provocata da un “buco” allo stomaco. Più precisamente,
secondo il magistrato Palumbo che ha chiesto ed ottenuto il
processo per omicidio colposo in concorso, i quattro chirurghi
imputati “per colpa dovuta ad imperizia, imprudenza e
negligenza, consistite dapprima nel cagionare, durante
l’intervento chirurgico, una fistole gastrica sulla parete
postero-superiore dello stomaco e, successivamente, nel non
diagnosticarne la presenza, nonostante fossero comparsi segni
d’infiammazione e di peritonite nel paziente, cagionandone la
morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione
gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite
bilaterale”. Nella foto, l’ultimo scatto pubblicato da Michele
Alfano sui social prima di entrare in sala operatoria: da
allora non si è mai più ripreso, fino alla morte.
Nocera Inferiore, Emergenza
medici, ortopedia verso la
chiusura
Ritorna l’emergenza medici all’Umberto I di Nocera Inferiore,
a rischio chiusura il reparto Ortopedia. Lo denunciano i
sindacati e il segretario aziendale del presidio di via San
Francesco Vincenzo Ferrara. Entrambi chiedono un intervento
mirato, teso a garantire continuità a un reparto
ristrutturato. “L’ospedale ha bisogno di un adeguamento degli
organici anche per il personale medico oltre che del comparto.
Preme sottolineare – affermano -che allo stato attuale
risultano in servizio 4 medici presso la Unità Operativa di
Ortopedia e che queste esigue unità si trovano a dover gestire
il reparto di degenza, il pronto soccorso ortopedico e
l’attività ambulatoriale, non riuscendo quindi a garantire le
attività sulle 24 ore e per sette giorni settimanali,
situazione che determina una impossibilità di continuare a
mantenere aperta una struttura che non riesce a soddisfare
neppure i livelli minimi di assistenza”. Tali attività sono di
fondamentale importanza, sia da un punto di vista della
mission aziendale, considerando anche la mole di utenti
provenienti dall’hinterland napoletano, sia per un discorso di
continuità assistenziale che si trova ad offrire tale
servizio”. Ferrara e Pastore chiedono alla Direzione
Strategica Aziendale della Asl Salerno “un intervento deciso e
decisivo” anche attraverso un reclutamento straordinario o
mediante utilizzo di graduatorie già attive all’interno del
Ssr, altrimenti la speranza che nel nosocomio si possano
continuare al espletare le prestazioni di ortopedia sono
sempre meno e se si considera che il servizio è organizzato in
una struttura recentemente ristrutturata sarebbe un peccato.
“In conclusione – affermano i delegati della Cisl funzione
pubblica salernitana – i medici sembrerebbe che non ci siano e
quelli che ci sono non vogliono venire a Nocera. E’ un aspetto
preoccupante”

D’Angelo:    “Medici    non
vaccinati? Negli ospedali
salernitani sono pochi”
di Monica De Santis

Sono 45.753 in tutto stando al report del governo dello scorso
18 giugno, i sanitari – medici, infermieri e personale
sanitario italiano, che non si sono ancora vaccinati contro il
Covid19. Per questi al termine della campagna di vaccinazione
potrebbe scattare la sospenzione dall’attività e nei casi più
gravi anche la radiazione. Dunque sarebbero due le possibili
conseguenze alle quali questi medici potrebbero andare
incontro per quanti lavorano nelle Asl ci sarebbe una
sospensione dello stipendio, mentre chi svolge attività
privata non sarebbe più legittimato a esercitare. “Al momento
nel salernitano non conosciamo ancora il numero dei medici,
degli infermieli e del personale sanitario che ha scelto di
non vaccinarsi”, spiega il presidente dell’ordine dei medici e
degli odotoiatri Giovanni D’Angelo, “E’ ancora presto per
avere dei dati precisi, quello che posso dire è che negli
ospedali della nostra città e nella nostra provincia stiamo
parlando di poche, davvero poche persone”. Il presidente
D’Angelo precisa anche che se al momento questi numeri non
sono disponibili “Lo saranno presto. Appena sarà completata la
prima fase della campagna di vaccinazione, incrociando i dati
ed i nominativi, coloro i quali non si sono vaccinati verranno
fuori e quindi saranno prese conseguenze che potranno essere
il trasferimento ad incarichi che non hanno a che fare con il
contatto o la cura delle persone, oppure se questo non dovesse
essere possibile la sospensione senza stipendio dall’esercizio
medico”. Proprio per questo motivo il presidente D’Angelo
invita “chi non si è ancora vaccinato a farlo quanto prima.
Quello che è importante far capire che farsi il vaccino non
vuol dire tutelare solo la propria persona, ma soprattutto
tutelare gli altri. Siamo medici, abbiamo contatti con
tantissime persone, perchè allora dobbiamo mettere a rischio
la nostra vita e quella degli altri?” Ma la sospensione
dall’attività o la radiazione non è un atto troppo duro visto
e considerato che in Italia il vaccino non è obbligatorio?
“Potrebbe sembrare così. E’ vero che giuridicamente il vaccino
non è obligatorio in Italia, ma è pur vero che chi svolge un
lavoro come quello del medico, che è un lavoro della tutela
della persona, non può non vaccinarsi. Non vaccinarsi come
vaccinarsi è una scelta. E qualsiasi scelta venga fatta deve
sempre, è giusto ricordarlo, non arrecare nessun danno a
terzi. Ecco perchè chi per lavoro deve avere contatto ogni
giorno con decine di persone, come noi medici, ha il dovere di
non mettere a rischio la vita degli altri per una sua
convinzione”. Un principio questo che potrebbe essere
applicato anche al corpo docenti, visti i continui e ripetuti
contatti con gli alunni? “Non è escludo che questo avvenga, ma
non solo per i docenti, anche per altre categorie di
lavoratori che hanno continui contatti con il pubblico”. Però
la radiazione è una pena, diciamo così, molto dura? “La
radiazione si applica principalmente per quei medici che si
dichiarano No Vax. E credo che sia giusto, se sei un medico
non puoi essere contro i vaccini. Non dobbiamo prenderci in
giro, tutti sappiamo bene che grazie ai vaccini, molte
malattie infettive e mortali sono state debbellate e che tante
altre vengono prevenute. Ora chi ha studiato medicina questo
lo sa bene, sa bene i benefici che i vaccini hanno portato
nella vita di ognuno di noi. Quindi la domanda è un’altra come
si fa ad esercitare la professione medica se non si riconosce
il beneficio che i vaccini hanno dato”. In tutt’Italia ed
anche nel salernitano vi è stata una grande risposta positiva
da parte dei giovani alla campagna vaccinale, come spiega
questo? “Semplicemente perchè i giovani hanno capito che
questa è l’unica strada per riprendersi la loro libertà. I
ragazzi più di tutti guardano al futuro, sanno bene che sono
loro il futuro ed ovviamente vogliono viverlo questo futuro. E
per farlo ci devono essere e devono lottare contro queste
malattie. Ecco perchè i giovani hanno risposto in maniera
positiva alla chiamata al vaccino. Dando grande prova di
maturità ed intelligenza”. Resta il fatto che questi vaccini
che al momento vengono somministrati in Italia non danno una
copertura totale? “Esatto, anche questo va detto. Anche le
persone vaccinate possono contrarre il Covid, in maniera più
lieve, ma possono contrarlo, come avviene con i vaccini anti
influenzali. Poi c’è ancora il problema delle varianti. Su
queste non sappiamo ancora che tipo di copertura hanno questi
vaccini. Purtroppo questa pandemia è stata improvvisa e
violenta ed anche sui vaccini si sta ancora lavorando. Al
momento quelli che ci sono stanno dando una buona copertura,
visto che i casi sono diminuiti. Certo se si riuscisse ad
arrivare ad un’immunità di gregge forse riusciremo davvero a
bloccare il diffondersi del virus. Ma per questo siamo ancora
un po’ lontani”.
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