Promozione di stili di vita attivi e socializzanti nasce la piattaforma digitale Afa per i medici - Cronache Salerno
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Promozione di stili di vita attivi e socializzanti nasce la piattaforma digitale Afa per i medici di Monica De Santis E’ stata presentata ieri mattina presso la sala convegni dell’ordine dei medici di Salerno la Piattaforma Digitale A.F.A. dedicata ai Medici di Medicina Generale, alle palestre autorizzate ed agli utenti. “Si tratta di una piattaforma web che consentirà la comunicazione e la condivisione dei dati e delle informazioni tra le diverse tipologie di utenza coinvolte, grazie alla quale sarà possibile inserire i programmi e monitorare gli obiettivi di salute raggiunti. – spiega la dottoressa Rosa Zampetti – L’utente potrà accedere al programma A.F.A. attraverso il proprio medico di Medicina Generale o il Distretto Sanitario di appartenenza, che provvederanno ad avviarlo presso la struttura sportiva che gli verrà assegnata, fra quelle individuate dall’Asl. La Piattaforma Digitale A.F.A. costituirà, quindi, per le varie figure professionali coinvolte uno strumento prezioso per la gestione e la condivisione di dati e informazioni sull’andamento dell’attività, attraverso funzioni specifiche”. L’attività fisica adattata è promossa, come detto, dall’Azienda Sanitaria di Salerno, e punta a contenere la progressione di alcune Malattie Croniche Non Trasmissibili e problematiche invalidanti legate all’avanzamento dell’età. Il medico di medicina generale o il medico specialista può inviarti a questa attività per essere inserito in Gruppi AFA che sono un’attività fisica adattata non riabilitativa; attività motoria per il mantenimento del benessere, la prevenzione della disabilità e per combattere l’ipomobilità; esercizi fisici mirati svolti in gruppo per favorire la
socializzazione e stili di vita più corretti; l’attività non è convenzionata dal Ssn ma supervisionata dall’Asl per qualità e sicurezza; L’Afa è effettuata presso strutture sportive e/o ricreative inserite nella Rete Territoriale Afa per la Salute. La Piattaforma è stata sviluppata in conformità alle linee Guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) in termini di accessibilità, usabilità e interoperabilità dei dati della Pubblica Amministrazione. E’ utile ricordare che per gli utenti con patologie croniche stabilizzate, condizioni di fragilità, fattori di rischio, età avanzata e ridotta autonomia funzionale un’adeguata attività fisica è essenziale ai fini del mantenimento di un equilibrato stile di vita e per conservare un buono stato di salute. L’Attività Fisica Adattata, infatti, contribuisce a scongiurare l’incremento di tutte quelle patologie che sono favorite o aggravate da abitudini comportamentali scorrette, come il diabete, le malattie cardiovascolari, i tumori e le malattie respiratorie croniche e muscolo scheletriche. Immunità di gregge raggiunta a Salerno e in buona parte della provincia di Monica De Santis Immunità di gregge raggiunta e superata a Salerno e provincia. stando ai dati forniti ieri dal dottor Saggese referente covid per l’Asl di Salerno. Dunque l’80% della popolazione vaccinabile sul nostro territorio è stato vaccinato, il che vuol dire il 71% dei residenti. Un risultato straordinario che porta Salerno e provincia in cima alla lista delle città con
il maggior numero di vaccinati. Immunità di gregge raggiunta anche a Salerno città dove hanno ricevuto la prima dose l’83% dei vaccinabili, corrisponde al 76% della popolazione residente. Un bel balzo in avanti se si pensa che la scorsa settimana a Salerno città erano state vaccinate il 74% delle persone. In totale ad oggi sono stati somministrati tra prime e seconde dosi in tutti i comuni, un milione e 394mila e 815 dosi. Ma non è tutto il territorio salernitano fa registrare anche due record a livello nazionale. Infatti si trovano nel salernitano sia il comune con il più alto numero di vaccinati e sia quello con il minor numero di vaccinati. Bellosguardo e Torraca, primo e ultimo. Nel primo comune l’82,77 dei residenti ha avuto le due dosi, quasi il 100% dei vaccinabili, quello negativo a Torraca, poco al di sopra del 40%. Al secondo posto dei comuni salernitani virtuosi troviamo Cuccaro Vetere con l’81,12% della popolazione vaccinata, e poi ancora nell’ordine Serramezzana, Sant’Angelo a Fasanella, Rutino, Monte San Giacomo, Minori, Roscigno, Romagnano al Monte, Sacco, Giffoni sei casali con il 75,45% delle persone vaccinate, ed ancora San Cipriano Picentino, Stio, Castiglione del Genovesi, Controne e così via. “Il fatto di avere il comune con il maggior numero di vaccinati e quello con il minor numero di vaccinati – spiega il dirigente e referente per le attività covid dell’Asl di Salerno, Arcangelo Saggese – e che la città di Salerno abbia raggiunto ormai l’immunità di gregge consolidata, visto che siamo ben oltre il 75% della popolazione residente, ci dice che le sacche di resistenza alla vaccinazione sono articolate e diffuse in maniera disomogenea, per cui non si può fare un ragionamento generale sul ritardo della vaccinazione perchè le persone rifiutano la vaccinazione. C’è un ritardo di vaccinazione perchè dobbiamo essere capaci di stare ancora più vicini alle persone e arrivare a vaccinare anche nelle realtà marginali dove questa situazione si crea”. Per fare tutto ciò l’Asl ha attivato una serie di iniziative sul territorio. Campar davanti le scuole e centri vaccinali aperti e fruibili anche senza prenotazione, per superare l’ostacolo principale, la difficoltà
nell’iscrizione alla piattaforma. Iniziative mirate come quella rivolta a donne incente e madri in allattamneto come quella di Vallo della Lucania fatta dopo la morte di una piccola nata da madre positiva. “Tutto questo per far capire che non ci sono situazioni per patologie che escludono la vaccinazione, ma che anzi siamo pronti a mettere in piedi centri vaccinali dedicati dove ci sono problemi, tipo di allergie, come abbiamo fatto a Battipaglia e lo stiamo facendo anche a Scafati e momenti vaccinali dedicati come questo per le donne incinte che abbiamo attivato venerdì a Vallo della Lucania”. Presentazione della Piattaforma Digitale A.F.A. per la gestione integrata del Programma Attività Fisica Adattata Sabato 11 settembre 2021 alle ore 10.30, presso la Sala Convegni dell’Ordine dei Medici di Salerno, la UOSD Promozione della Salute del Dipartimento di Prevenzione, nel quadro delle azioni dedicate all’A.F.A. – Attività Fisica Adattata, presenterà la Piattaforma Digitale A.F.A. dedicata ai Medici di Medicina Generale, alle palestre autorizzate ed agli utenti. Si tratta di una piattaforma web che consentirà la comunicazione e la condivisione dei dati e delle informazioni tra le diverse tipologie di utenza coinvolte, grazie alla quale sarà possibile inserire i programmi e monitorare gli obiettivi di salute raggiunti. L’utente potrà accedere al
programma A.F.A. attraverso il proprio medico di Medicina Generale o il Distretto Sanitario di appartenenza, che provvederanno ad avviarlo presso la struttura sportiva che gli verrà assegnata, fra quelle individuate dall’Asl. La Piattaforma Digitale A.F.A. costituirà, quindi, per le varie figure professionali coinvolte uno strumento prezioso per la gestione e la condivisione di dati e informazioni sull’andamento dell’’attività, attraverso funzioni specifiche che consentono: a) la reportistica dell’attività fisica, b) la scheda anamnestica, c) digitalizzazione della modulistica per l’attivazione del percorso. La Piattaforma è stata sviluppata in conformità alle linee Guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) in termini di accessibilità, usabilità e interoperabilità dei dati della Pubblica Amministrazione. E’ utile ricordare che per gli utenti con patologie croniche stabilizzate, condizioni di fragilità, fattori di rischio, età avanzata e ridotta autonomia funzionale un’adeguata attività fisica è essenziale ai fini del mantenimento di un equilibrato stile di vita e per conservare un buono stato di salute. L’Attività Fisica Adattata, infatti, contribuisce a scongiurare l’incremento di tutte quelle patologie che sono favorite o aggravate da abitudini comportamentali scorrette, come il diabete, le malattie cardiovascolari, i tumori e le malattie respiratorie croniche e muscolo scheletriche. Appuntamento dunque sabato 11 settembre 2021 alle ore 10.30, presso la Sala Convegni dell’Ordine dei Medici di Salerno. Figlio e nuora di un sindacalista assunti, c’è già
un precedente di Erika Noschese Polemica tra sindacati al Ruggi d’Aragona dopo quanto denunciato, attraverso queste colonne, circa le due borse di studio vinte dal figlio e dalla nuora di un sindacalista. A prendere le distanze da quanto denunciato i sindacati Smi-Fvm e la Fsi Usae. Nello specifico, il dottor Giancarlo Petrosino, dipendente dell’Aou di Salerno in qualità di anestesista- rianimatore e segretario aziendale del sindacato Smi-Fvm sindacato rappresentativo dei medici dipendenti ospedalieri si dice particolare amareggiato: “A nome del mio sindacato e credo, anche a nome di tutti gli altri sindacati e sindacalisti dei medici dipendenti, devo prendere le distanze da un tale, eventuale, cattivo comportamento adottato da questo sindacalista per far nominare il figlio e la nuora come destinatari delle due borse di studio – ha dichiarato il dottor Petrosino – Non è questo il fine del sindacato nè dei sindacalisti e per quanto mi riguarda, mai ho neanche lontanamente pensato di “usare” il sindacato per ottenere vantaggi o privilegi personali e/o familiari e/o economici. L’attività sindacale si fa e deve essere fatta, come servizio nei confronti degli iscritti, a tutela dei diritti sanciti dal Contratto di Lavoro; l’attività sindacale deve tutelare i diritti di tutti e non i propri personali interessi e mai, per quanto mi riguarda, ma credo di poter parlare anche a nome degli altri colleghi degli altri sindacati, il sindacato è stato fonte di privilegi o di vantaggi personali”. Sulla stessa linea anche la Federazione Sindacati Indipendenti Comparto Sanità che prende le distanze da quanto denunciato dissociandosi da ogni eventuale comportamento anomalo adottato per fini personali o familiari, attraverso i segretari Enzo Casola e Giuliana Giuliani. “L’attività sindacale nasce al Servizio dei Lavoratori ed opera a tutela dei diritti sanciti dal Contratto di Lavoro – ha dichiarato il sindacalista –
Pertanto, in attesa di fare chiarezza sull’accaduto, resta opinione dei sottoscritti che l’utilizzo di posizioni e ruoli a scopo personale, ove mai accertato, è comportamento antisindacale e come tale estraneo per principio ad ogni forma di tutela dell’attività istituzionale del Sindacato”. Stando a quanto emerge, non è la prima volta che si verifica un episodio simile. Di recente, infatti, altro sindacalista della medesima organizzazione sindacale, ha permesso alla figlia di piazzarsi al primo posto per una borsa di studio. Al momento, dai diretti interessati nessuna replica in merito all’accaduto. Saggese: “L’obiettivo del 75% dei vaccinati è quasi raggiunto” di Monica De Santis Prosegue, con qualche calo in alcune giornate, la campagna vaccinale a Salerno e provincia. Prosegue nonostante piccole defaiances nelle iscrizioni in piattaforma. A tracciare ancora una volta un bilancio che fa registrare il record vaccinazione in provincia di Salerno, immunizzato il 101% delle persone iscritte in piattaforma e non, si è andati in pratica oltre le adesioni alla piattaforma regionale, è il dottor Arcangelo Saggese Tozzi, direttore igiene pubblica e referente delle attività covid dell’Asl di Salerno. Nel giro di un paio di settimane è cresciuto anche il numero degli over 12 vaccinati. Quasi 40.000 quelli raggiunti con la prima dose nella fascia d’età fra 12 e 20 anni, una fascia di cui però va detto ad oggi solo il 55% ha aderito alla campagna vaccinale e
dunque bisognerà continuare a lavorare per raggiungere l’altro 45% dei giovanissimi e dei giovani. Come detto la somministrazione dei vaccini prosegue, anche se in questa settimana di ferragosto i numeri saranno dimezzati rispetto al solito. Saggese riferisce infatti, che ogni giorno vengono effettuate 5000 vaccinazioni su tutto il territorio contro le 10mila che venivano effettuate fino alla prima settimana di settembre, ovviamente si ritornerà a pieno ritmo già dall’ultima settima di agosto. Ma nonostante la minor somministrazione di dosi, sul nostro territorio si continuano a registrare numeri importanti di vaccinati, grazie anche alle numerose iniziative messe in campo dall’Asl di Salerno, in collaborazione anche con l’Asl Napoli 1 e l’Anci. Una collaborazione, come ha spiegato lo stesso Saggese “che ci sta permettendo di vaccinare anche persone non iscritte in piattaforma. Grazie a questo abbiamo vaccinato più persone residenti sul nostro territorio di quanti sono iscritti in piattaforma. Senza contare che in questo periodo stiamo vaccinando anche persone che vengono da altri territorio, in accordo con altre Asl. Ad esempio ieri sera l’Asl Napoli 1 ha vaccinato ben 300 persone a Casalvelino. Queste azioni ci dimostrano che la strategia dell’Asl di Salerno, ovvero quella di andare vicino alle persone, sta funzionando. Quando stiamo vicino alle persone, queste capiscono che non è complicato vaccinarsi, che è facile e questo ci permette di raggiungere grandi numeri. – ha proseguito ancora il direttore Arcangelo Saggese – Sul territorio salernitano siamo a un buon punto siamo arrivati al 73% dei vaccinati con una sola dose, siamo oltre il 60% dei vaccinati con due dosi, questo vuol dire che siamo in considizioni di regere questo avanzare della variante Delta, che si sta allargando. Sta scendendo l’età delle persone da vaccinare, per questo io insisto con la necessità di vaccinare i più giovani. – conclude Saggese – Su questa popolazione faremo uno sforzo maggiore perchè dobbiamo riuscire a garantire una tranquilla riapertura delle scuole su tutto il nostro territorio provinciale”.
Ferdinando Primiano: “Vaccinati tutti i docenti e il personale Ata, si può pensare di riaprire le scuole” di Monica De Santis “Stiamo creando le condizioni affinchè la scuola in provincia di Salerno possa riaprire in perfetta tranquillità” a dirlo è il dottor Ferdinando Primiano, direttore sanitario dell’Asl di Salerno, che aggiunge poi che “Un dato rilevato dalle nostre piattaforme su 24334 iscritti sul portale per potersi vaccinare nel mondo della scuola, tutti si sono vaccinati, quindi abbiamo avuto un riscontro del 100%. Questo ci consente di non entrare più o meno nella discussione in merito alle azioni che devono essere intraprese per il ritorno in presenza dei ragazzi, in quanto abbiamo una garanzia che il mondo scolastico è stato vaccinato, quindi questa è la migliore garanzia che al momento possiamo dare. Questo è il dato attuale. Ovviamente ci auguriamo che l’immunità di gregge che stiamo riuscendo a creare con le nostre vaccinazioni sul territorio salernitano sia un’immunità che tuteli non solo la nostra popolazione ma anche chi arriva perchè siamo un luogo molto ambito a livello turistico. Quindi deve essere tutela per noi, tutela per chi viene da noi, una condizione socio economica che divenda favorevole e che tutto questo possa contribuire a far si che non vi siano più riprese della pandemia e ci auguriamo che al più presto questa posta scomparire”. Resta però il problema dei bambini dai 12 anni in
giù, per i quali al momento non c’è un vaccino… “Ecco perchè noi auspichiamo questa immunità di gregge che si conquista dal 65% della popolazione in poi. Diciamo che sul territorio salernitano stiamo messi bene. Un primo traguardo lo ripeto è stato raggiunto con la vaccinazione di massa di tutto il personale scolastico e dei docenti ora dobbiamo andare avanti e proseguire con le vaccinazioni. Intanto i dirigenti scolastici, visti i dati, possono iniziare a pensare ad attività in presenza fatte con maggiori garanzie e anche a forme di contenimento meno restrittive per dare maggiore possibilità di dialogo e di apertura agli studenti”. E sul numero di studenti ad oggi vaccinato tra Salerno e provincia, non vi sono ancora dati certi… “Stiamo iniziando a conteggiare il numero dei giovani vaccinati e presto sapremo quanti giovani hanno già ricevuto la prima e anche la seconda dose di vaccino” L’obbligo del green pass dal prossimo 6 agosto per bar e ristoranti ha portato un aumento delle richieste di vaccinazione a Salerno e provincia? “Credo di si, anche se dati certi al momento non ne abbiamo. Certo è che ci dovevamo convincere forse in maniera più personale e non aspettare un obbligo come il green pass per andare a vaccinarsi. Le persone devono capire che il vaccino non solo protegge se stessi, ma protegge anche i propri cari e tutte le persone che si incontrano. Questo è vivere in un mondo civile”. Altro problema però ancora in atto sul territorio salernitano è la carenza di vaccini… “Attualmente stiamo facendo anche delle prime somministrazioni, ma non sono quelle che speravamo. Il problema sono le dosi, se ci arrivano più dosi è ovvio che riprenderemo a pieno ritmo anche con le prime dosi. Al momento però ci stiamo concentrando di più sulle seconde dosi e in alcuni casi facciamo anche le prime”.
“Salute e benessere ai tempi del coronavirus” presentato il report di prevenzione dell’Asl di Monica De Santis E’ stato presentato ieri mattina presso l’ordine dei medici di Salerno il rapporto “Salute e benessere ai tempi del coronavirus. La Prospettiva della Promozione della Salute tra Emergenza e Resilienza”. L’obiettivo dell’azione messa in atto dall’ordine dei medici è quella di promuovere il benessere psicofisico durante la fase pandemica. Un azione rivolta anche ai docenti e ai ragazzi redatto dall’UOSD Promozione della Salute – Dipartimento di Prevenzione Asl Salerno, diretta dalla dottoressa Rosa Zampetti, il rapporto riassume le attività svolte nel periodo di emergenza Covid, dal marzo 2020 ad oggi, periodo nel quale la struttura ha dovuto compiere non pochi sforzi per interpretare il cambiamento, individuare i nuovi bisogni e definire nuovi modelli di intervento. “Sono emerse tantissime cose da questo rapporto, spiega il presidente dell’ordine dei medici Giovanni D’Angelo – Si tratta di un rapporto pieno di varianti, sono stati toccati molti punti ed il concetto che ne viene fuori è che alla fine dobbiamo tutti ripartire da un concetto fondamentale che è la nuova modalità con cui si fa prevenzione ciò il concetto della salute come benessere, come un insieme di fattori e non dal fattore che eravamo abituati a considerare prima, ovvero, quello legato alla persona, ma dobbiamo partire dalla persona inserita in un determinato contesto. Si è riusciti, in tal modo, a dare continuità alle azioni formative, informative e di sensibilizzazione, attraverso interventi sinergici con Istituzioni scolastiche, Amministrazioni comunali, Associazioni di volontariato”. Nell’ambito di questo percorso
sono stati realizzati interventi educativo – formativi online, campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita da seguie durante l’emergenza pandemica, oltre che tutta una serie di report istituzionali e ricerche condotte nelle diverse fasi del periodo di pandemia. Il tutto con lo scopo di mettere insieme dati preziosi che permettono di aumentare le conoscenze rispetto a quanto accaduto in questi 15 mesi e utilizzarli per le sfide future. “Siamo partiti in questo nostro lavoro, interrogandoci su come svolgere le attività in periodo pandemico – spiega poi la dottoressa Rosa Maria Zampetti – considerando l’emergenza sanitaria, quindi parlare di promozione e prevenzione del benessere sembrava un po’ fuori luogo, invece ci siamo resi conto che non era così. Abbiamo avuto tante richieste, soprattutto nel periodo della dad dai ragazzi, ma anche dai genitori e dagli insegnanti. Ecco da qui è partito questo lavoro capillare che ci ha permesso, nonostante la tecnologia e la distanza a creare un rapporto empatico, sia con i ragazzi che con i genitori e i docenti. Inoltre abbiamo creato delle reti territoriali tra le istituzioni e abbiamo capito che non c’è solo bisogno di sanità, ma c’è bisogno di tutti per poter sostenere i bisogni della popolazione e della comunità, ma soprattutto degli adolescenti. Il livello di adesioni ai programmi è stato elevato. Si è registrata infatti la partecipazione di ben 83 Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, che rappresentano il 43% degli Istituti scolastici della Provincia di Salerno. Sono stati coinvolti nel progetto: 18.689 studenti, 4.577 personale scolastico (presidi docenti e operatori ATA), 495 genitori. I soggetti complessivamenteraggiunti dagli Interventi di Promozione della Salute sono stati 24.035.
Morì dopo intervento di riduzione dello stomaco, in 4 a processo. Michele Alfano spirò nella clinica Cobellis di Vallo della Lucania di Pina Ferro Spirò a seguito di un’intervento chirurgico per la di riduzione dello stomaco effettuato presso la clinica ‘Cobellis’ di Vallo della Lucania. Era il 2016 quando il cuore di Michele Alfano di Capaccio si fermò per sempre. Dopo quasi cinque anni e numerosi colpi di scena in sede di udienza preliminare, il gup del Tribunale di Vallo della Lucania, Sergio Marotta, ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo in concorso, i chirurghi che operarono il 40enne. Ad affrontare il processo saranno: Luigi Cobellis (titolare della struttura), Luigi Angrisani (specialista esterno), Giovanni Novi (di Ascea) e Rocco Cimino (ex sindaco di Teggiano). Accolta dunque la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal Pubblico ministero Vincenzo Palumbo della Procura della Repubblica cilentana: la prima udienza si terrà il 17 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Vallo della Lucania. Prosciolte invece da ogni accusa altre 10 persone, tra medici ed infermieri, che furono iscritte nel registro degli indagati, all’epoca dei fatti, come atto dovuto. Soddisfatti per la decisione del gup i familiari del compianto Michele Alfano, in primis i tre figlioletti e la vedova, Irene Conforto, che a StileTV ha dichiarato : “Finalmente potremo iniziare la nostra battaglia nel nome di mio marito, affinché venga fatta luce e giustizia sulle cause del suo decesso, che ha lasciato in tutti noi un vuoto di disperazione e rabbia, perché Michele in quella
clinica è entrato vivo… qualcuno, ora, davanti alla legge dovrà spiegare perché dopo è morto, e non avrò pace finché non ci saranno sentenze; ci tengo a ringraziare moltissimo il nostro legale, l’avvocato Pierluigi Spadafora, il quale si sta battendo con noi e si è reso protagonista di un discorso conclusivo, davanti al gup, che ha commosso tutti”. Michele Alfano, 40enne di Capaccio Paestum affetto da obesità, morì nella casa di cura “Cobellis” di Vallo della Lucania, il 17 novembre del 2016, dopo 14 giorni di agonia a seguito di un intervento di riduzione dello stomaco, cosiddetto “sleeve gastrectomy”, cui si era sottoposto per perdere peso. La procura vallese dispose immediatamente il sequestro della cartella clinica, nominando il medico legale Adamo Maiese quale consulente tecnico, lo stesso che ha eseguito l’esame esterno e l’autopsia sulla salma: durato oltre 3 ore, l’esame autoptico accertò che, a causarne la morte, fu un’infezione letale provocata da un “buco” allo stomaco. Più precisamente, secondo il magistrato Palumbo che ha chiesto ed ottenuto il processo per omicidio colposo in concorso, i quattro chirurghi imputati “per colpa dovuta ad imperizia, imprudenza e negligenza, consistite dapprima nel cagionare, durante l’intervento chirurgico, una fistole gastrica sulla parete postero-superiore dello stomaco e, successivamente, nel non diagnosticarne la presenza, nonostante fossero comparsi segni d’infiammazione e di peritonite nel paziente, cagionandone la morte per insufficienza multiorgano complicata da lesione gastrica e conseguente peritonite chimica nonché polmonite bilaterale”. Nella foto, l’ultimo scatto pubblicato da Michele Alfano sui social prima di entrare in sala operatoria: da allora non si è mai più ripreso, fino alla morte.
Nocera Inferiore, Emergenza medici, ortopedia verso la chiusura Ritorna l’emergenza medici all’Umberto I di Nocera Inferiore, a rischio chiusura il reparto Ortopedia. Lo denunciano i sindacati e il segretario aziendale del presidio di via San Francesco Vincenzo Ferrara. Entrambi chiedono un intervento mirato, teso a garantire continuità a un reparto ristrutturato. “L’ospedale ha bisogno di un adeguamento degli organici anche per il personale medico oltre che del comparto. Preme sottolineare – affermano -che allo stato attuale risultano in servizio 4 medici presso la Unità Operativa di Ortopedia e che queste esigue unità si trovano a dover gestire il reparto di degenza, il pronto soccorso ortopedico e l’attività ambulatoriale, non riuscendo quindi a garantire le attività sulle 24 ore e per sette giorni settimanali, situazione che determina una impossibilità di continuare a mantenere aperta una struttura che non riesce a soddisfare neppure i livelli minimi di assistenza”. Tali attività sono di fondamentale importanza, sia da un punto di vista della mission aziendale, considerando anche la mole di utenti provenienti dall’hinterland napoletano, sia per un discorso di continuità assistenziale che si trova ad offrire tale servizio”. Ferrara e Pastore chiedono alla Direzione Strategica Aziendale della Asl Salerno “un intervento deciso e decisivo” anche attraverso un reclutamento straordinario o mediante utilizzo di graduatorie già attive all’interno del Ssr, altrimenti la speranza che nel nosocomio si possano continuare al espletare le prestazioni di ortopedia sono sempre meno e se si considera che il servizio è organizzato in una struttura recentemente ristrutturata sarebbe un peccato. “In conclusione – affermano i delegati della Cisl funzione pubblica salernitana – i medici sembrerebbe che non ci siano e
quelli che ci sono non vogliono venire a Nocera. E’ un aspetto preoccupante” D’Angelo: “Medici non vaccinati? Negli ospedali salernitani sono pochi” di Monica De Santis Sono 45.753 in tutto stando al report del governo dello scorso 18 giugno, i sanitari – medici, infermieri e personale sanitario italiano, che non si sono ancora vaccinati contro il Covid19. Per questi al termine della campagna di vaccinazione potrebbe scattare la sospenzione dall’attività e nei casi più gravi anche la radiazione. Dunque sarebbero due le possibili conseguenze alle quali questi medici potrebbero andare incontro per quanti lavorano nelle Asl ci sarebbe una sospensione dello stipendio, mentre chi svolge attività privata non sarebbe più legittimato a esercitare. “Al momento nel salernitano non conosciamo ancora il numero dei medici, degli infermieli e del personale sanitario che ha scelto di non vaccinarsi”, spiega il presidente dell’ordine dei medici e degli odotoiatri Giovanni D’Angelo, “E’ ancora presto per avere dei dati precisi, quello che posso dire è che negli ospedali della nostra città e nella nostra provincia stiamo parlando di poche, davvero poche persone”. Il presidente D’Angelo precisa anche che se al momento questi numeri non sono disponibili “Lo saranno presto. Appena sarà completata la prima fase della campagna di vaccinazione, incrociando i dati ed i nominativi, coloro i quali non si sono vaccinati verranno fuori e quindi saranno prese conseguenze che potranno essere
il trasferimento ad incarichi che non hanno a che fare con il contatto o la cura delle persone, oppure se questo non dovesse essere possibile la sospensione senza stipendio dall’esercizio medico”. Proprio per questo motivo il presidente D’Angelo invita “chi non si è ancora vaccinato a farlo quanto prima. Quello che è importante far capire che farsi il vaccino non vuol dire tutelare solo la propria persona, ma soprattutto tutelare gli altri. Siamo medici, abbiamo contatti con tantissime persone, perchè allora dobbiamo mettere a rischio la nostra vita e quella degli altri?” Ma la sospensione dall’attività o la radiazione non è un atto troppo duro visto e considerato che in Italia il vaccino non è obbligatorio? “Potrebbe sembrare così. E’ vero che giuridicamente il vaccino non è obligatorio in Italia, ma è pur vero che chi svolge un lavoro come quello del medico, che è un lavoro della tutela della persona, non può non vaccinarsi. Non vaccinarsi come vaccinarsi è una scelta. E qualsiasi scelta venga fatta deve sempre, è giusto ricordarlo, non arrecare nessun danno a terzi. Ecco perchè chi per lavoro deve avere contatto ogni giorno con decine di persone, come noi medici, ha il dovere di non mettere a rischio la vita degli altri per una sua convinzione”. Un principio questo che potrebbe essere applicato anche al corpo docenti, visti i continui e ripetuti contatti con gli alunni? “Non è escludo che questo avvenga, ma non solo per i docenti, anche per altre categorie di lavoratori che hanno continui contatti con il pubblico”. Però la radiazione è una pena, diciamo così, molto dura? “La radiazione si applica principalmente per quei medici che si dichiarano No Vax. E credo che sia giusto, se sei un medico non puoi essere contro i vaccini. Non dobbiamo prenderci in giro, tutti sappiamo bene che grazie ai vaccini, molte malattie infettive e mortali sono state debbellate e che tante altre vengono prevenute. Ora chi ha studiato medicina questo lo sa bene, sa bene i benefici che i vaccini hanno portato nella vita di ognuno di noi. Quindi la domanda è un’altra come si fa ad esercitare la professione medica se non si riconosce il beneficio che i vaccini hanno dato”. In tutt’Italia ed
anche nel salernitano vi è stata una grande risposta positiva da parte dei giovani alla campagna vaccinale, come spiega questo? “Semplicemente perchè i giovani hanno capito che questa è l’unica strada per riprendersi la loro libertà. I ragazzi più di tutti guardano al futuro, sanno bene che sono loro il futuro ed ovviamente vogliono viverlo questo futuro. E per farlo ci devono essere e devono lottare contro queste malattie. Ecco perchè i giovani hanno risposto in maniera positiva alla chiamata al vaccino. Dando grande prova di maturità ed intelligenza”. Resta il fatto che questi vaccini che al momento vengono somministrati in Italia non danno una copertura totale? “Esatto, anche questo va detto. Anche le persone vaccinate possono contrarre il Covid, in maniera più lieve, ma possono contrarlo, come avviene con i vaccini anti influenzali. Poi c’è ancora il problema delle varianti. Su queste non sappiamo ancora che tipo di copertura hanno questi vaccini. Purtroppo questa pandemia è stata improvvisa e violenta ed anche sui vaccini si sta ancora lavorando. Al momento quelli che ci sono stanno dando una buona copertura, visto che i casi sono diminuiti. Certo se si riuscisse ad arrivare ad un’immunità di gregge forse riusciremo davvero a bloccare il diffondersi del virus. Ma per questo siamo ancora un po’ lontani”.
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