Pillole per una Nuova Storia della Letteratura 041 di Federico Sanguineti
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Pillole per una Nuova Storia della Letteratura 041 di Federico Sanguineti Poesia alla luce del Vangelo Di Federico Sanguineti È nell’anno di nascita della Società Dantesca Italiana (1888) che Engels pubblica l’opuscolo dedicato a Feuerbach e al punto di approdo della filosofica classica tedesca (Ludwig Feurbach und der Ausgang der klassischen deutschen Philosophie), in appendice al quale inserisce le Thesen über Feuerbach, scritte da Marx all’età di ventisei anni (aprile 1845) e rimaste fino a quel momento inedite. Nell’ultima di queste, la più celebre, si legge che i filosofi hanno solo interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo. Precursore di quella che Gramsci definirà “filosofia della prassi” è peraltro Dante in una pagina del trattato politico intitolato Monarchia (I iv 1), dove, chiarito a sufficienza che l’attività propria del genere umano preso nel suo insieme (“proprium opus humani generis totaliter accepti”) è attuare sempre tutta la potenza dell’intelletto possibile (“est actuare semper totam potentiam intellectus possibilis”), precisa che ciò avviene in due momenti: in primo luogo, in modo speculativo (“per prius ad speculandum”), quindi in modo pratico (“ad operandum per suam extensionem”). La teoria si estende così fino alla prassi: ovvero, come chiarisce Lenin a riguardo, “senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario” (Che fare?). Tuttavia ogni rivoluzione ha la sua poesia, e la poesia di una rivoluzione che, per la prima volta nella storia, mira a dare l’assalto al cielo, ossia a realizzare il
paradiso in terra, insomma una società senza classi, non può che venire dal futuro, secondo quanto afferma Marx nel 1852 (Der achtzehnte Brumaire des Louis Bonaparte), quando scrive che la rivoluzione proletaria “non può cominciare a essere se stessa prima di aver liquidato ogni fede superstiziosa nel passato”; e aggiunge che, proprio in quanto rivoluzione proletaria, “deve lasciare che i morti seppelliscano i loro morti”. Quest’ultima affermazione è tratta, pari pari, dal Vangelo di Luca (9, 60), proprio quel Vangelo, guarda caso, a cui Dante è maggiormente affezionato, dove, dopo la frase citata, si legge che “chiunque si volta indietro, non è adatto per il regno di Dio”, cioè per quel Paradiso che è vertice della poesia, disprezzato come poco poetico dai borghesi, che preferiscono, si capisce, identificarsi con personaggi della società corrotta (Inferno capitalistico). In realtà, la terza cantica è quella dove il Sommo Poeta delinea una società ideale: il regno della libertà in cui, abolita la proprietà privata, ognuno riceve “secondo il bisogno” (Acta Apostolorum 4, 35). Conoscendo Luca e Dante a memoria, Marx spiega che, diversamente da quelle borghesi, le rivoluzioni proletarie non solo “sembra che abbattano il loro avversario solo perché questo attinga dalla terra nuove forze e si levi di nuovo più formidabile di fronte ad esse”, ma “si ritraggono continuamente, spaventate dall’infinita immensità dei propri scopi, sino a che si crea la situazione in cui è reso impossibile ogni ritorno indietro e le circostanze stesse gridano: Hic Rhodus, hic salta! Qui è la rosa, qui devi ballare”. In queste righe sembra riecheggiare sia la lettura di Luca (9, 62), cioè l’impossibilità, sottolineata da Gesù, di tornare indietro, che l’eco della rosa dell’empireo, avente come presupposto la danza in Pg XXXI 104 (“dentro a la danza de le quattro belle”), nonché la letizia di Pd VII 7, quando “essa sustanza e l’altre mosser a sua danza”; o, ancora, “la doppia danza / che circulava il punto dov’io era” (Pd XIII 20). La rivoluzione non sarà un pranzo di gala, ma, in fin dei conti, almeno in poesia, un salto.
Federico Sanguineti Sicurezza, 250 giubotti catarifrangenti consegnati ai lavoratori immigrati Ieri mattina, nell’aula consiliare del Comune di Battipaglia, è avvenuta la consegna di 250 giubbotti catarifrangenti alle rappresentanze delle comunità di Marocco, Bulgaria, Tunisia, Pakistan e Romania, da devolvere poi ai lavoratori extracomunitari operanti sui campi agricoli del territorio, in una cerimonia che ha visto un importante scambio culturale, oltre che di omaggi, tra due Paesi da tempo ormai profondamente legati: Italia e Marocco. L’iniziativa è stata promossa dal presidente della Commissione Aree Interne della regione Campania Michele Cammarano, con la partecipazione della sindaca della città del Castelluccio Cecilia Francese e la partecipazione straordinaria del Console del Marocco Abdelkader Naji. “Un ringraziamento al presidente Michele Cammarano per avermi invitato e per aver organizzato un evento così importante per le comunità straniere presenti nella Valle del Sele, nonostante il contesto dell’emergenza Covid: speriamo che insieme possiamo presto debellare questa epidemia – ha esordito il Console – La sicurezza è fondamentale per i tanti lavoratori che vivono nella Piana del Sele e tornano a casa da una giornata di lavoro, rischiando la propria vita a causa della scarsa visibilità. Mostra anche la stretta relazione tra i nostri due Paesi. Questo rapporto è molto forte e profondo in tutti i campi, grazie soprattutto alla guida e all’impegno dei capi di Stato e alla volontà dei popoli marocchino e italiano. Oggi siamo qui per esprimere il
nostro impegno a collaborare fianco a fianco per il bene delle nostre comunità, per rafforzare il rapporto istituzionale sviluppato negli ultimi 30 anni nel quadro del partenariato strategico”. Tutela del lavoro, ma soprattutto inclusione delle nuove comunità che da tempo si sono trasferite nella Piana del Sele e nel Cilento, occupando mansioni in un settore strategico per l’economia locale, come l’agricoltura. “Questo è solo il primo di una serie di eventi che faremo nella Piana del Sele – spiega il presidente Michele Cammarano – Sono tanti, troppi i casi di morte sulle strade, specialmente sulla S.S. 18, spero questi giubbotti possano contribuire ad eliminare questo grave problema. Speriamo inoltre che queste iniziative possano estendersi anche in altre aree della Regione Campania». Ad accogliere il parterre di ospiti internazionali la sindaca Cecilia Francese, che al termine della cerimonia ha consegnati alle Istituzioni e alle rappresentanze un libro speciale contenente la storia di Battipaglia raccontata attraverso immagini d’epoca: «Nella nostra città ci sono circa 4200 persone che lavorano nella piana e la maggior parte sono marocchini. Ci sono persone che tutt’oggi però non hanno una loro visibilità legale, i cosiddetti “clandestini”, che sono qui per lavoro ma che non sono censiti. Di fatto non esistono, sono ‘invisibili’. Il rapporto con il consolato del Marocco deve puntare a far emergere queste condizioni e queste persone che esistono ma che non hanno i diritti che dovrebbero avere». La necessità, quindi, di censire gli immigrati presenti, anche per prevenire il caporalato frequente nella piana del Sele. Tra gli interventi anche il sindaco di Eboli, Mario Conte, che ha evidenziato la presenza di bambini, figli di immigrati, anche nelle scuole materne e medie, perfettamente integrati e italiani a tutti gli effetti. Al termine poi è stato offerto ai presenti un ricco buffet con specialità della cucina marocchina, per poi concludere con la visita guidata al Parco Archeologico dei Templi di Paestum.
Colantuono ora bussa a rinforzi di Marco De Martino MILANO – Stefano Colantuono non pensava magari di vincere a Milano, ma si sarebbe sicuramente aspettato un atteggiamento diverso da parte della sua Salernitana contro un top club come il Milan su un palcoscenico come San Siro ed al cospetto di quattromila tifosi granata: «A mio avviso l’approccio doveva essere più cattivo, più robusto. Abbiamo subito gol dopo cinque minuti, dopo venti eravamo già sul 2-0. Così da recuperare diventa difficile, perchè -aggiunge Colantuono- queste sfide vanno giocate sul filo dell’equilibrio se vuoi sperare che accada qualcosa di positivo. In una partita come quella con il Milan, con l’inter o la Juve, sai già che devi soffrire ma puoi giocartela. Andare sotto così e dopo pochi minuti non va bene, poi -continua il trainer- magari il Milan avrebbe vinto lo stesso perchè ha enormi potenzialità superiori alle nostre, ma noi dovevamo restare attaccati alla gara. Nel secondo tempo ci abbiamo provato, ma non abbiamo creato molto. Il Milan in tutte le gare gioca con lo stesso cliche, almeno nelle ultime è stato così e quando i loro avversari, penso ad esempio al Sassuolo, sono riusciti a ripartire gli hanno creato grossi problemi. E’ chiaro che - spiega Colantuono- se vai sotto 2-0 dopo 20’ la gara non si mette in salita, di più. Con la Juve, il Cagliari ma anche con il Napoli, non abbiamo sbagliato approccio, oggi invece siamo stati troppo teneri. Il primo gol? Sulla giocata di Leao potevamo e dovevamo metterci una pezza, ma è un calciatore che molto bravo a saltare l’uomo. Pensavo che giocare con il Milan potesse dare ai ragazzi una spinta emotiva importante per fare bene, ma non è stato così». Ad influire sulla testa dei
calciatori granata Colantuono esclude che possano esserci motivi extra calcistici dettati dall’incertezza societaria: «Dei problemi societari non entro e non voglio entrarci, io posso parlare solo del campo che ci vede in grandissima emergenza. In più la dobbiamo vivere contro squadre di un certo rango come il Milan, ed è chiaro che così diventa problematica. Anche oggi hanno giocato elementi che erano in grossa difficoltà, Ribery ad esempio non sarebbe dovuto nemmeno partire dall’inizio. Lo stesso discorso -spiega Colantuono- vale per Bonazzoli che ieri ha accusato problemi di stanchezza, non ha recuperato bene. Simy l’ho scelto per provare a dargli un po’ di continuità, per vedere se sto ragazzo potesse sbloccarsi e darci una mano di più. l’ho visto bene in allenamento, ho preferito partire con lui per poi fare la staffetta con Djuric». Infine Colantuono esprime la necessità di rinforzare una squadra sempre più rimaneggiata per gli infortuni ma soprattutto molto carente dal punto di vista tecnico: «Questa squadra con tutti gli effettivi mi sembra che se l’è giocata con qualche diretta concorrente, con qualcun’altra ha fatto fatica ma è chiaro anche alla società che a gennaio bisognerà fare qualcosa, i dirigenti sono consci che si dovrà intervenire sul mercato per aiutare questo gruppo. Una volta sistemata la questione societaria vedremo cosa succederà. Per come si allenano -conclude Colantuono- i ragazzi non mi sembrano rassegnati alla retrocessione». Il Milan archivia la pratica Salernitana in 18 minuti di Fabio Setta MILANO – Nemmeno il Liverpool ha aiutato la Salernitana.
Nemmeno il pensiero di giocarsi appena martedì prossimo la qualificazione agli ottavi di Champions ha distratto il Milan dal conquistare i tre punti. Sulla carta non c’era partita, seconda contro ultima e sul prato del Mezza obiettivamente non c’è stata partita. I rossoneri di Pioli hanno messo subito le cose in chiaro. Dopo appena cinque minuti accelerata di Leão, con Zortea e Veseli che non sono stati in grado di prendergli nemmeno il numero di targa, cross per Kessié e subito 1-0. Colantuono, dopo lo svantaggio, ha chiesto ai suoi di restare ordinati e infatti la Salernitana è sì rimasta compatta ma senza riuscire ad opporre resistenza ai padroni di casa. Dopo diverse occasioni sprecate, così al 18’ il Milan ha raddoppiato con Diaz che ha azionato Saelemaekers, il cui tiro sul secondo palo ha battuto Belec. La Salernitana ha confermato le proprie difficoltà a rendersi pericolosa in fase offensiva. Colantuono ha cambiato per l’ennesima volta la coppia d’attacco, provando Simy e Ribery al rientro, ma il pallone raramente è arrivato dalle parti dei due attaccanti. Troppo campo da risalire quando giochi col baricentro troppo basso, soprattutto con una squadra come il Milan bravo ad andare subito in pressione a centrocampo. Può far poco Ribery, sempre circondato da almeno due avversari, possono anche meno i suoi compagni. È una squadra quella granata che ispira anche tenerezza per certi versi. L’impegno non manca, la voglia neppure ma manca quella qualità, quella caratura che serve per essere competitivi in Serie A. E la colpa non è certamente di Colantuono o del gruppo a sua disposizione. Poi contro il Milan, ai vertici della classifica, c’era davvero ben poco da fare. Dopo il 2-0, però, l’undici rossonero si è un po’ seduto, commettendo qualche leggerezza che ha fatto illudere la Salernitana che però ha tirato in porta solo al 44’ dalla distanza con Zortea che ha trovato le manone di Maignan. Seppur rilassato solo nel primo tempo il Milan ha avuto almeno tre occasioni importante non concretizzate per un pizzico di superficialità che sicuramente non ha fatto piacere a Pioli. Le sostituzioni di Colantuono non hanno cambiato il match con il Milan che ha controllato e sfiorato il tris in più
circostanze, sbagliando anche alcune occasioni davvero clamorose con Diaz e Messias. La Salernitana in avanti non si è più vista e così torna da San Siro con la dodicesima sconfitta in sedici giornate, l’ultimo posto solitario, con Fiorentina ed Inter all’orizzonte, nella speranza possa arrivare la svolta societaria. Per salvarsi serve un intervento deciso a gennaio sul mercato. Altrimenti l’anno prossimo si giocherà nuovamente di sabato, ma in Serie B. Gambardella: “Il nostro territorio ha grandi eccellenze” Aumento dell’energia elettrica, cuneo fiscale, taglio irpef: sono molti i temi caldi che, in questa coda del 2021, investono le aziende. Gli imprenditori da più parti sollecitano l’intervento del Governo per arginare questa nuova scure che si abbatte sul sistema economico e produttivo. Anche i Giovani imprenditori salernitani sono più volte intervenuti sull’argomento. Presidente Gambardella, la sua azienda è tecnicamente definita un’impresa “energivora”. Quanto l’aumento dell’energia elettrica impatta sulle aziende salernitane? “Il settore della plastica è stato tra i primi a subire in maniera pesante gli effetti del caro-elettricità. Purtroppo ad oggi ne sono investiti tutti i settori. Gli aumenti sono di tale portata che vanno ad incidere in maniera importante su tutte le produzioni. E’ un ulteriore costo che impatta in maniera significativa sul conto economico dell’azienda. E non è l’unico: ad esso si aggiunge l’aumento delle materie prime. Legno, gomma, grano, mais, rame e ferro – solo per fare alcuni esempi – sono aumentati già da mesi in
maniera vertiginosa”. Perché sta accadendo tutto ciò? “L’Italia e l’Europa scontano sostanzialmente la mancanza di autonomia nella produzione energetica. Il gas viene dalla Russia, il petrolio dai Paesi arabi, fino a quando continueremo ad approvvigionarci all’estero avremo le armi spuntate dinnanzi a questo problema. A questo aggiunga che ci sono paesi a noi vicini – come la Francia ad esempio – che hanno investito in altre forme di produzione energetica e rispetto ai quali non potremo essere competitivi nel breve periodo. Lo stesso discorso vale per le materie prime di cui non siamo produttori diretti e che, in aggiunta, subiscono un’ulteriore impennata causata dall’aumento dei noli marittimi. Molte aziende hanno fatto investimenti importanti in ricerca ed innovazione finalizzati oltre che a rendere sempre più performanti i prodotti anche a ridurre i consumi energetici. Sarebbe importante che tali investimenti fossero riconosciuti ed apprezzati. Così come è assolutamente prioritario che i fondi del PNNR siano utilizzati per colmare il nostro gap energetico”. Uno scenario a tinte fosche… “Non voglio essere pessimista, non mi appartiene, rappresento i giovani imprenditori che, per definizione, hanno uno sguardo positivo rivolto al futuro ma non possiamo omettere verità innegabili. Chi fa impresa sa che questa congiuntura di fattori non ci giova di certo. Per esser competitivo il made and make in Italy ha bisogno di energia, infrastrutture, sburocratizzazione”. E il Governo? Confindustria nel recente passato aveva plaudito all’azione di questo esecutivo. “Certamente, ma abbiamo anche chiesto a gran voce il taglio contributivo del cuneo fiscale, esso andrebbe ad incidere positivamente sui conti delle aziende ma metterebbe anche più soldi in tasca ai lavoratori e, di conseguenza, aumenterebbero i consumi e ne beneficerebbe l’intera economia del Paese. Ma sembra che il Governo stia andando in un’altra direzione”. Presidente si parla tanto di ripresa, possiamo dire che ci sono buoni segnali nella nostra provincia? “La discriminante non è se ci sia o meno la ripartenza, il vero punto è far sì che essa sia duratura, che non ci siano rimbalzi, che si
respiri un minimo di certezza, altrimenti anche il mondo finanziario ne risente. Le aziende stanno facendo di tutto per mantenere dritta la barra, noto uno sforzo comune di imprenditori e lavoratori. Se c’è una cosa che ci ha insegnato la pandemia è che siamo tutti coinvolti con pari responsabilità nel combatterla e venirne fuori. Ora è necessaria, però, un’azione forte e decisa da parte di chi ci governa a livello nazionale ed europeo. Il nostro territorio ha delle grandi eccellenze nell’agroalimentare e nel manifatturiero di qualità. Sono i plus che dobbiamo saper imporre nello scenario globale”. Superecobonus, in Campania quasi un miliardo di investimenti ammessi Gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica hanno movimentato, fino allo scorso 30 novembre, investimenti per quasi 12 miliardi di euro (11.936.000.616,14). Di questi, oltre 8 miliardi sono relativi a lavori conclusi. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Enea, che fotografano mensilmente la situazione. Sono state presentate 69.390 asseverazioni, delle quali 10.339 relative a condomini, 35.542 a edifici unifamiliari e 23.508 a unità immobiliari funzionalmente indipendenti. L’investimento medio dei lavori in condominio ammonta a circa 574 mila euro, quello relativo agli interventi negli edifici unifamiliari a 105 mila euro e quello per i lavori nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti a poco più di 95 mila. “I dati confermano anche questo mese il forte impatto del Superbonus sull’andamento del comparto edile e sull’economia in generale
– è il commento del presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – oltre che sull’occupazione, con centinaia di migliaia di nuovi operai assunti proprio per dar corso a questi specifici interventi. Si tratta di uno strumento di enorme valenza strategica che continuiamo ad auspicare venga prorogato il più possibile, senza paletti e restrizioni, e nel tempo istituzionalizzato, per poter riqualificare e mettere in sicurezza un patrimonio immobiliare particolarmente datato ed energivoro”. LA SITUAZIONE IN CAMPANIA In Campania il SuperEcobonus ha attivato investimenti ammessi a detrazione per quasi un miliardo di euro (964.583.500,35). I lavori completati non superano il 63% del totale degli investimenti, confermando un ritardo rispetto al resto del Paese (in cui i lavori ultimati sfiorano il 70% degli investimenti complessivi). La Campania si conferma tra le peggiori regioni in Italia per interventi completati. Anche a novembre, tuttavia, nonostante i ritardi si conferma in Campania una propensione ad investire sensibilmente superiore alla media nazionale. L’investimento medio nei condomini è stato infatti di 584.580,59 euro (diecimila in più del dato medio nazionale), mentre quello negli edifici unifamiliari di 108.996,78 (tremila in più della media-Italia). “Occorre lavorare con maggiore efficacia – è il commento del presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – sulla semplificazione delle procedure e sullo snellimento della macchina burocratica e amministrativa, soprattutto al Sud. La proroga del Superbonus si conferma una imprescindibile e strategica necessità per completare questi interventi di riqualificazione e messa in sicurezza che, è bene ricordarlo, si traducono anche in risparmi sulla bolletta energetica del nostro paese, ed in meno pericoli in caso di calamità naturali, purtroppo sempre più frequenti”.
Il dottor Passaro: Vaccinate i bambini di Erika Noschese In termini di vaccinazioni, la situazione attuale è paragonabile a quella tra marzo e maggio, nella prima fase emergenziale, grazie alla terza dose mentre resta complessa la situazione dal punto di vista dei no vax, difficili da convincere a credere nella medicina, nonostante ovunque molti si contagiano e rischiano la vita. A confermarlo Mario Passaro, giovane medico vaccinatore, specializzando in cardiochirurgia, assunto in piena emergenza covid che lancia un appello ai genitori affinchè facciano vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni: “E’ importante vaccinare i bambini innanzitutto perché gli studi hanno visto che il covid colpisce anche loro che, di conseguenza, diventano vettore di contagio”, ha dichiarato il dottor Passaro. Siamo in una fase di emergenza, a causa della pandemia. È corsa alla terza dose ormai da giorni, com’è la situazione? “La situazione è adesso è paragonabile a quella tra marzo e maggio quando ogni giorno si inoculavano 250 o 300 dosi di vaccino. La città di Salerno sta rispondendo bene, è stato inteso il fatto che ci sono gli open day: è possibile recarsi presso un centro vaccinale, prendere il proprio numero e attendere così da non costringere gli anziani a lunghe file; oggi si pensa ancora che è necessario attendere la chiamata da parte dell’Asl ma non è questa l’impostazione data, è possibile sfruttare la possibilità degli open day. Stiamo vaccinando tanto, andando anche oltre l’orario. L’aumento dei contagi è stata la motivazione principale che ha spinto molte persone – che prima magari pensavano di poter fare solo le prime due dosi – a ricorrere anche alla dose booster. È importante perché permette di chiudere il ciclo vaccinale e di dare una risposta importante al sistema immunitario”. Oggi spaventa il fenomeno
dei no vax e no green pass, numerose le proteste in queste settimane e tante le persone che rifiutano il vaccino. Secondo lei perché? “Vedere queste persone fa molto male, colpisce tanto perché ormai stiamo andando avanti così da un anno e mezzo e sono tanti i casi di no vax che si contagiano e confermano quella che è effettivamente la malattia, presente con tutte le sue varianti e siamo ancora lontani dal debellare il virus, bloccando tanti aspetti. Siamo tra i Paesi che si sta meglio comportando ma la situazione resta seria, questo denota che anche chi ha fatto le due dosi poteva avere un abbassamento delle difese immunitarie; siamo amareggiato perché il corpo sanitario sta lavorando tanto ma è difficile far cambiare idea, sono poche le persone che vengono ora a fare ancora la prima dose. La vera caratteristica di questi no vax è quella di credere fino in fondo in questo principio. Il gruppo no vax è molto ampio ma noi dobbiamo essere bravi a far capire loro la necessità di credere nella scienza e vaccinare anche loro ma resta una situazione complessa”. L’Aifa ha dato l’autorizzazione a vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, molti genitori sono preoccupati. Qual è l’appello che vorrebbe lanciare? “E’ importante vaccinare i bambini innanzitutto perché gli studi hanno visto che il covid colpisce anche i bambini che diventano vettore di contagio. Da questo punto di vista non possiamo non considerarlo un dato oggettivo. È stato studiato il processo fisiologico e farmacologico del vaccino, quello che può essere adatto ai bambini e andare a creare una copertura anche per loro è necessario perché frequentano le scuole, possibili focolai. Così, si andrebbe a coprire una buona parte della popolazione. Li aspettiamo, faremo sedute in più per permettere anche ai bambini di partecipare alla vaccinazione”. Lei è un giovane medico, in trincea da quasi due anni perché assunto proprio in piena emergenza. Com’è cambiata la situazione in questi lunghi mesi, a partire da quando del covid poco e nulla si sapeva? “Le cose sono cambiate, in particolar modo perché si ha conoscenza della malattia, anche dal punto di vista clinico o sintomatologico così come dal punto di vista organizzativo: ci sono tanti
sanitari, gruppi di medici, infermieri che sono all’interno della situazione, sanno come affrontarla; i medici vaccinatori sono addentrati, sanno come gestire le situazioni ed è stato creato un help desk a via Vernieri perché anche quello è un fatto importante che dà la possibilità di risolvere tanti problemi. Sono quasi due anni in battaglia e dobbiamo abituarci perché probabilmente anche quest’anno rimarrà così; siamo impegnati in questa campagna vaccinale per dare il nostro contributo, fondamentale in questa fase: se il numero dei vaccini aumenta è perché tanti medici si sono messi a disposizione”. Lei di recente è stato premiato dall’associazione Salernitani doc, un riconoscimento importante per un giovane medico… “E’ un riconoscimento importante perché il mio legame con la città è chiaramente importante. Il fatto di essere stato insignito del riconoscimento per il contributo dato quest’anno mi rende felice e mi fa capire che ancora oggi stiamo lavorando in maniera importante per la città. È un premio che mi ha colpito tanto, ringrazio tanto l’associazione e spero di continuare su questa strada, fatta di giovani salernitani che lavorano per contribuire a far crescere la città e credo che questo sia un segnale importante”. L’ordine dei Medici ha una sua squadra di calcio, c’è un campionato importante in corso… “Sì, abbiamo ripreso da poco, dopo la prima fase del covid. Abbiamo fatto una prima partita, poi la presentazione della squadra; dopo il covid, ad ottobre, ci sono state manifestazioni anche ad Avellino, abbiamo iniziato allenamenti ogni lunedì sera e il gruppo cresce sempre di più. Ci sarà la coppa Italia che la prossima settimana, per la prima volta, ci vedrà a Roma e avremo modo di confrontarci con colleghi di altre parti d’Italia, da Milano a Palermo. L’ordine dei Medici patrocina l’attività, il consiglio e il presidente ci sono vicini e questo ci permette di raggiungere sempre nuovi obiettivi, con iniziative benefiche come partite gratuite in diverse zone della provincia di Salerno”.
Fenailp Turismo incontra l’assessore Casucci La Fenailp Turismo ha incontrato, al Centro Direzionale di Napoli, l’Assessore al Turismo, Felice Casucci. All’incontro hanno partecipato il presidente nazionale della Fenailp, Sabato Pecoraro; il presidente regionale della Fenailp Alberghi, Marco Sansiviero e il segretario generale Mario Arciuolo. Criticità del sistema turistico in materia di identità digitale e la redazione di un piano strategico per la digitalizzazione dell’offerta turistica regionale sono stati questi i temi centrali affrontati dai rappresentanti della Fenailp che hanno trovato, nell’Assessore Casucci, un attento interlocutore che ha assicurato sulla totale disponibilità dell’Assessorato alla soluzione dei problemi degli imprenditori del settore turismo vero traino dell’economia nella Regione Campania. “ All’Assessore Casucci abbiamo chiesto – dichiara il presidente regionale della Fenailp Alberghi , Marco Sansiviero, – di intraprendere precise azioni per la digitalizzazione dell’offerta turistica regionale , elemento indispensabile ed imprescindibile per articolare la politica di sviluppo turistico indicando dei possibili strumenti di supporto , necessari, secondo la nostra Federazione, per ammodernare il modello di gestione pubblica del sistema turistico: creazione della prima banca dati digitale, delle strutture ricettive, della Regione Campania, piattaforme evolute di raccolta, gestione ed analisi dei dati relativi ai flussi turistici, sistemi di DMS – Destination Mangement System. Questi i requisiti minimi – continua Marco Sansiviero- ed indispensabili a strutturare un sistema di governance utile e proficuo.” Il Presidente Sansiviero ha anche sollecitato l’Assessore sulla necessità di predisporre
misure di controllo sugli Enti Locali che gestiscono portali turistici territoriali, anche prevedendo sanzioni, ciò per evitare possibili lacune relative all’aggiornamento dei dati che graverebbero direttamente sulla reputazione della destinazione più prossima e di riflesso sull’immagine dell’intera offerta regionale. Il Presidente Pecoraro ha ribadito la disponibilità della Fenailp alla continua e costante collaborazione con la Regione Campania per discutere i problemi che il settore del turismo affronta quotidianamente. L’Assessore Casucci ha invitato i rappresentanti della Fenailp a partecipare attivamente ai tavoli di concertazione che saranno convocati nei prossimi mesi, per dare voce e soprattutto un valido contributo in rappresentanza dei propri associati e dell’intero comparto del turismo della Regione Campania. Napoli: “Martedì si inaugura il parcheggio di Piazza della Libertà” di Monica De Santis “Martedì saranno inaugurati i parcheggi di Piazza Della Libertà”. L’annuncio, forse quello più atteso, soprattutto dai commercianti, fatto ieri pomeriggio a Palazzo di Città dal primo cittadino, Vincenzo Napoli. “Il parcheggio doveva essere inaugurato venerdì, si è pensato di fare una prova generale per verificare se l’impianto funzionasse come doveva. Noi l’ abbiamo collaudato uno per uno, ma mai tutti insieme e quindi abbiamo ritenuto utile fare delle simulazioni di tutti gli impianti sinergici in modo tale si avesse contezza e
tranquillità che tutto funzionasse. Credo che stanno facendo ancora delle prove che saranno ultimate a breve e credo che martedì potremmo davvero finalmente inaugurare questo grande parcheggio di Piazza Della Libertà”. De Luca ritorna a fare lo “sceriffo” e riprende chi non porta la mascherina di Monica De Santis La sua partecipazione non era stata annunciata, eppure in tanti si aspettavano di vedere Vincenzo De Luca a Salerno nel giorno dell’accensione delle Luci d’Artista. E così è stato. Ore 16,20 il Governatore arriva a piazza Portanova, si ferma vicino all’Albero in attesa che si accendono le Luci sul Corso Vittorio Emanuele. Un’attesa che lo porta ad osservare tutto quello che accade intorno a lui. E così che una ragazza che non indossa la mascherina, finisce nel suo mirino. Il Governatore non ci pensa due volte a riprenderla e a farle indossare la mascherina. Scena questa che si ripertà mezz’ora dopo, sempre in piazza Portanova. Stavolta nel mirino del Governatore finiscono i Vigili Urbani. De Luca nota passare un gruppo di persone senza mascherina. Chiama il sindaco Napoli e gli fa notare che i vigili, che hanno visto tutto, non hanno provveduto a richiamare coloro che non rispettano le sue disposizioni. Napoli a questo punto prima cerca di raggiungere un passante senza mascherina per poi tornare indietro e avvisare i vigili che per ora devono avvisare i cittadini di indossare la mascherina, ma che dalla prossima settimana dovranno iniziare a multarli. Ma tra un rimprovero ed un altro
il governatore ha anche il tempo di augurare buon Natale ai salernitani… “Un augurio affettuoso, doppio a chi indossa la mascherina e rispetta le regole. Nessun augurio ai No vax” – dice, poi sulle luci “E’ un segno di speranza oltre che un incoraggiamento ai flussi turistici nella città di Salerno. Ovviamente questo è un anno di transizione. Abbiamo acceso con qualche giorno di ritardo, ma sapete che è stato un periodo molto particolare. Devo ringraziare le maestranze che hanno lavorato anche con il cattivo tempo. Mi sembra che il risultato sia molto gradevole, un allestimento elegante che distingue la città di Salerno, abbiamo dato un bel segno di incoraggiamento alle attività economiche della città. Il prossimo anno faremo di meglio. La Regione finanzierà come sempre tutto. Adesso dobbiamo solo fare le persone responsabili se vogliamo avere un Natale sereno dobbiamo rispettare le regole, altrimenti si chiuderà tutto”. “Siamo di Milano, non sapevamo di dover usare la mascherina” Proprio mentre De Luca richiama i vigili urbani per non aver ripreso i cittadini che non indossano la mascherina, vicino al grande albero ci sono quatro giovani di Milano che, prima di recarsi all stazione per far rientro a casa, senza mascherina si scattano una serie di foto… “Davvero dobbiamo indossare la mascherina? Non lo sapevamo. A Milano non è obbligatoria. Pensavamo di doverla indossare solo sul treno. Ora la mettiamo”. I quattro giovani indossano la mascherina e poi commentano le Luci della città… “L’albero è bellissimo, grandissimo, molto molto grande, Salerno è davvero una bella città. Non siamo venuti qui per le Luci d’ Artista ma per motivi di studio ed ora stiamo tornando a casa, però è bello
vedere tutta la città illuminata, è un bell’effetto”. “Belle, ma negli scorsi anni erano migliori” Sono arrivati intorno alle 15, in pullman da Terracina, per poi ripartire intorno alle 18 per fare ritorno a casa. E’ uno dei pochi gruppi giunti ieri in città per vedere le Luci d’Artista. Prima tappa l’albero di piazza Portanova, poi il Corso, piazza Flavio Gioia e via via il resto del centro storico per arrivare alla Villa Comunale… “Sono belle – racconta una delle signore del gruppo – noi veniamo tutti gli anni. Certo non sono belle come le volte scorse. Alcune strane ci hanno un po’ deluso, però va bene così”. Le Luci dividono chi è venuto a vederle. Ad alcuni piacciono ad altri no. Come una famiglia di Napoli che critica duramente le luminarie di via Mercanti e via Masuccio… “Sono brutte, fanno poca luce, e poi sono sempre le stesse, nessuna novità. Non hanno neanche ridotto la luce dei lampioni che è molto più forte di quella dei pannelli”.
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