PENSIERO INDUTTIVO - Psicologia del Giudizio e della Decisione Scuola di Giurisprudenza - UNIPD a.a. 2017/2018 - e-learning unipd
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Psicologia del Giudizio e JDMLab della Decisione Judgment and Decision-Making Laboratory http://www.dpss.unipd.it/JDMLab/home Scuola di Giurisprudenza - UNIPD a.a. 2017/2018 PENSIERO INDUTTIVO Docente: dott. Enrico Rubaltelli
JDMLab RAGIONAMENTO INDUTTIVO Ragionare in maniera induttiva non consente mai di provare che una conclusione o una ipotesi siano corrette. Al massimo, si può cercare di confutarle usando i metodi e ragionamenti corretti. I ricercatori che si sono occupati di ragionamento hanno messo a punto diversi compiti per comprendere i meccanismi cognitivi che stanno alla base del ragionamento induttivo. In particolare, si sono concentrati sull’incapacità delle persone di applicare procedure volte a falsificare le ipotesi. 2
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) Questo compito è stato proposto da Wason (1968) che ha presentato alle persone quattro carte, contraddistinte dalla presenza di un numero su una faccia e di una lettere sull’altra faccia. Al massimo, si può cercare di confutarle usando i metodi e ragionamenti corretti. E K 4 7 3
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) Le persone doveva verificare la seguente regola: “Se su un lato della carta c’è una vocale, allora sull’altro lato c’è un numero pari” Quali carte dobbiamo girare per verificare che la regola sia rispettata? E K 4 7 4
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) Le persone doveva verificare la seguente regola: “Se su un lato della carta c’è una vocale, allora sull’altro lato c’è un numero pari” Quali carte dobbiamo girare per verificare che la regola sia rispettata? E K 4 7 (p) (non-p) (q) (non-q) 5
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) Verificare una regola significa testare un’ipotesi: Di conseguenza, quando ci chiedono di capire se la regola proposta da Wason è vera, dobbiamo capire quali informazioni sono rilevanti e quali non sono necessariamente utili. 6
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) La maggioranza delle persone decide di girare la carta A (p) e la carta 4 (q)a: Girare la carta E è corretto… tuttavia, girare la carta 4 è sbagliato! La risposta corretta è girare la carta con il numero 7. 7
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) La regola afferma che “dietro una vocale ci deve essere un numero pari” Non dice però che dietro ad un numero pari deve esserci per forza una vocale. Girare la carta con il 4 conferma la regola se troviamo una vocale, ma non la falsifica se troviamo una consonante. La regola viene falsificata solo se dietro il 7 troviamo una vocale. 8
IL COMPITO DI SELEZIONE JDMLab (SELECTION TASK) Ciò significa che la maggioranza delle persone che rispondono a questo test sono soggette ad una distorsione chiamata effetto conferma. Puntano a confermare la regola, quando invece la strategia razionale dovrebbe essere quella di falsificarla. Bisogna cercare di trovare dei casi che dimostrino che la regola non è rispettata. Da qui la conclusione di Popper che “un’ipotesi è vera solo fino a prova contraria”. Esempio: Il caso del cigno nero. 9
JDMLab IL MATCHING BIAS Da un punto di vista psicologico, nel caso testato da Wason, l’effetto conferma scaturisce dall’uso di una euristica definita matching bias. Le persone sembrano scegliere le carte che sono denominate nella regola (la vocale ed il numero pari). Elementi descritti nella regola: E e 4 (p e q) Coppia selezionata per testare la regola: E e 4 10
JDMLab CONFERMA DI IPOTESI Vediamo ora un altro esempio dello stesso fenomeno: In questo caso viene usata una regola che è più familiare e meno astratta. “Se la busta è chiusa allora deve avere un bollo da 50 lire”. 50 40 (p) (non-p) (q) (non-q) 11
JDMLab CONFERMA DI IPOTESI In questo caso, l’80% delle persone risponde correttamente (Johnson- Laird et al., 1972). La differenza la fa il materiale più realistico e più familiare. Quando questa regola fu cambiate dopo qualche anno, solo le persone più anziane erano in grado di verificare la regola correttamente. 50 40 (p) (non-p) (q) (non-q) 12
JDMLab CONFERMA DI IPOTESI Un altro esempio simile è quello che segue: “Se una persona vuole bere alcolici deve avere la maggiore età”. Birra Coca Cola 25 anni 15 anni (p) (non-p) (q) (non-q) 13
GENERAZIONE DI IPOTESI JDMLab (E FALSIFICAZIONE) Wason (1966) ha anche ideato un paradigma per studiare come le persone generano le informazioni necessarie per risolvere un problema In un esperimento, Wason proponeva ai soggetti una tripletta di numeri: 2 4 6 14
GENERAZIONE DI IPOTESI JDMLab (E FALSIFICAZIONE) Il compito dei soggetti era quello di indovinare qual fosse la regola con cui lo sperimentatore aveva costruito la tripletta. Per farlo dovevano creare delle nuove triplette utile per capire la regola. Secondo voi, qual è la regola usata per costruire la tripletta? 2 4 6 15
GENERAZIONE DI IPOTESI JDMLab (E FALSIFICAZIONE) Wason osservò che i soggetti producevano esempi che erano tutti coerenti con la regola. Inoltre, enunciavano sistematicamente delle ipotesi più specifiche rispetto a quella corretta. Esempi: numeri crescenti con un intervallo di due, multipli crescenti del primo numero, numeri pari consecutivi, numeri in progressione aritmetica, ecc. 2 4 6 16
GENERAZIONE DI IPOTESI JDMLab (E FALSIFICAZIONE) La strategia più efficiente è però questa: 2 4 6 Controllo per la caratteristica “numeri pari” (3 5 7) Controllo per la caratteristica “intervallo di due” (2 4 8) Controllo per la caratteristica “regolarità dell’intervallo” (2 4 9) Quindi… Controllo per la caratteristica “numeri crescenti” 6 4 2 17
JDMLab EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO L’effetto conferma si può manifestare anche nel processo investigativo. Ad esempio, quando è stata raggiunta una conclusione, cioè chi ha commesso il crimine, tale conclusione viene adottata cognitivamente. Per confermare la decisione vengono raccolte ulteriori informazioni, che serviranno per costruire il miglior caso possibile per il sospettato che è stato individuato. L’aspetto critico consiste nel fatto che le nuove informazioni vengono valutate in un contesto condizionato e ciò significa che si potrebbe ignorare ciò che potrebbe provare l’innocenza del sospettato. 18
JDMLab EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO Un altro fenomeno legato all’effetto conferma è quello della “tunnel vision”, ovverosia un fenomeno che coinvolge i vari attori all’interno del sistema che gestisce la giustizia penale. Il processo cognitivo principale coinvolto nella tunnel vision è la tendenza a focalizzare l’attenzione su un sospetto… Selezionando e filtrando l’evidenza che consente di “costruire un caso” in cui si dovrà stabilire la colpevolezza del sospetto. Vengono così ignorate o cancellate le informazioni che potrebbero invece concorre a determinare la sua innocenza (Findley & Scott, 2006). 19
JDMLab EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO ESEMPIO: Spesso i procuratori americani adottano comportamenti influenzati da questa tendenza. Quando svolge la sua attività. egli deve sostenere un certo punto di vista. Ciò può facilitare il fatto di sovrastimare l’evidenza a sostegno del punto di vista adottato e ad ignorare quella contraria. Ovviamente, stiamo parlando di una strategia di ragionamento che non si adotta consapevolmente (Sistema 1). 20
JDMLab SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO Gli schemi pragmatici proposti da Cheng e Holoyoak (1985) costituiscono delle rappresentazioni astratte in termini di: “CONDIZIONE” - “AZIONE” Rappresentazioni che possono essere applicate in differenti domini. 21
JDMLab SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO ESEMPI di applicazione di uno schema di permesso: 1. Se uno studente ha ottenuto il permesso di soggiorno negli USA, allora può trascorrere un periodo di studio in quel paese. 2. Se un laureato ha pagato la tassa di iscrizione al master, allora può frequentare i corsi. 22
JDMLab SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO ESEMPI di applicazione di uno schema di obbligo: 1. Se un individuo ha comprato un’abitazione, allora deve pagare l’imposta comunale sugli immobili. 2. Se un cliente ha prenotato un pacchetto turistico, allora deve versare un anticipo al tour operator. 23
JDMLab TEORIA DEI CONTRATTI SOCIALI Secondo Cosmides (1989) le persone intrattengono relazioni in cui si può ottenere qualcosa in cambio di qualcos’altro. In altre parole, stabiliscono dei compromessi grazie ai quali si possono ottenere vantaggi reciproci. Questi compromessi vengono definiti contratti sociali e la loro struttura può essere espressa secondo la regola: “Se un individuo riceve un beneficio, allora deve sostenere un costo”. 24
JDMLab TEORIA DEI CONTRATTI SOCIALI In alcuni esperimenti, Cosmides ha utilizzato il compito di selezione strutturandolo secondo la definizione di contratto sociale. Esempio: Beneficio Beneficio Costo Costo non ricevuto non ricevuto sostenuto sostenuto (p) (non-p) (q) (non-q) I risultati di Cosmides hanno dimostrato che in questo caso le persone svolgono il compito in modo corretto e scelgono le carte: Beneficio ricevuto (p) e costo non-sostenuto (non-q) per verificare se il contratto sociale è stato rispettato. 25
CALCOLO PROBABILISTICO: JDMLab IL TEOREMA DI BAYES Il Teorema di Bayes è un modello in base al quale si può determinare se un individuo ha aggiornato in maniera ottimale l’opinione o probabilità iniziale («a priori») in funzione della quantità di informazione che via via ha acquisito. 26
JDMLab ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES La somma delle probabilità di un insieme di eventi mutuamente escludente (come gli esiti del lancio di una moneta) è uguale a 1. ESEMPIO: Se lancio un dado, la probabilità che esca una delle sei facce è di 1/6. Perciò, essendo sei gli eventi possibili, dato che ci sono sei facce, la somma delle probabilità dei sei eventi possibili è uguale a 1, cioè: 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 = 1 In modo simile, se lancio una moneta la probabilità che esca o testa o croce é: 1/2 + 1/2 = 1 27
JDMLab ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES Se due eventi sono mutualmente escludenti (come gli esiti del lancio di una moneta), la probabilità che si verifichi l’uno o l’altro dei due eventi è uguale alla somma delle probabilità dei singoli eventi. ESEMPIO: La probabilità che, lanciando un dado a sei facce, esca un 2 o un 6 è: 1/6 + 1/6 = 1/3 28
JDMLab ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES La probabilità che due eventi indipendenti A e B si verifichino entrambi è uguale alla probabilità dell’evento A moltiplicato per la probabilità dell’evento B. ESEMPIO: Se lanciamo una moneta due volte, la probabilità che venga testa in entrambi i lanci è 1/2 * 1/2 = 1/4 29
JDMLab ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES Non sempre gli eventi sono indipendenti. In certe circostanze la probabilità di un esito dipende dall’evento che l’ha preceduto. ESEMPIO: Consideriamo un mazzo di 52 carte da gioco e calcoliamo la probabilità di estrarre due assi consecutivi senza reimmissione. La probabilità di estrarre un asso è pari a 4/52. Se non si reinserisce il primo asso estratto, la probabilità di estrarne un altro sarà 3/51. Ma se la prima carta estratta non era un asso, allora la probabilità che la seconda carta sia un asso sarà di 4/51. Quindi la probabilità di estrarre dal mazzo due assi consecutivi, quando la prima carta estratta è un asso sarà uguale a: 4/52 * 3/51 = 12/2652 30
JDMLab COSTITUENTI DEL TEOREMA DI BAYES Il teorema di Bayes si basa su una serie di nozioni fondamentali: La probabilità a priori si riferisce alla stima iniziale che un’ipotesi A1 sia vera e viene espressa con il simbolo p(A1). Conseguentemente, la probabilità che sia vera l’ipotesi alternativa A2 viene espressa con il simbolo p(A2). La probabilità a posteriori indica che la probabilità che l’ipotesi (A1) sia vera alla luce dei dati osservati (D) e si esprime con il simbolo p(A1|D). La probabilità condizionale o stima di verosimiglianza (likelihood) è la probabilità di ottenere (D) supposto che l’ipotesi (A1) sia vera e si esprime con il simbolo p(D|A1). 31
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES ESEMPIO: Supponiamo che gli iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza siano distribuiti per genere: 75% di donne (A1) e 25% di uomini (A2) [probabilità di base]. Inoltre, sappiamo che provengono da fuori provincia: l’8% delle donne (A1|D) e il 15% di uomini (A2|D). Se tra gli studenti di giurisprudenza prendiamo un iscritto a caso e ci accorgiamo che proviene da fuori provincia qual è la probabilità a posteriori che si tratti di una donna (A1|D)? 32
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per rispondere alla domanda precedente. p(D|A1) * p(A1) p(A1|D) = p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2) 33
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per rispondere alla domanda precedente. p(D|A1) * p(A1) p(A1|D) = p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2) Probabilità a posteriori = Probabilità che sia vera l’ipotesi A1 alla luce dei dati 34
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per rispondere alla domanda precedente. p(D|A1) * P(A1) p(A1|D) = p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2) Probabilità a posteriori Probabilità condizionali/ = stime di verosimiglianza = Probabilità che sia vera Probabilità di ottenere i dati l’ipotesi A1 nell’ipotesi che A1 e A2 siano alla luce dei dati vere 35
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per rispondere alla domanda precedente. p(D|A1) * p(A1) p(A1|D) = p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2) Probabilità a posteriori Probabilità condizionali/ Probabilità a priori = stime di verosimiglianza = Probabilità che sia vera = Stima iniziale che A1 l’ipotesi A1 Probabilità di ottenere i dati e A2 siano vere alla luce dei dati nell’ipotesi che A1 e A2 siano vere 36
JDMLab FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES Partendo dall’esempio precedente, sappiamo che la probabilità a priori che lo studente estratto sia una donna [p(A1)] è pari a 75% e che la probabilità a priori che lo studente estratto sia un uomo [p(A2)] è pari al 25%. Sappiamo, inoltre, che la stima della verosimiglianza dell’ipotesi [p(D| A1)] è del 8%, mentre la stima della verosimiglianza dell’ipotesi A2 [p(D| A2)] è dell’15%. Il calcolo sarà quindi il seguente: (.08) * (.75) p(A1|D) = = .62 (.08) * (.75) + (.15) * (.25)
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Un tassista è accusato di aver investito un passante in una notte tempestosa, e di essere fuggito senza prestare aiuto. Il pubblico ministero nel richiedere la condanna dell’imputato, basa tutto sulla testimonianza di una signora che dalla sua finestra, a una certa distanza, ha visto l’incidente. La signora afferma di aver visto investire il malcapitato da un taxi blu e di aver visto fuggire il taxi.L’imputato lavora per una compagnia di taxi che possiede solo auto blu. Nel corso dell’istruttoria e del dibattito processuale è emerso quanto segue: 1. In quella città operano solo due compagnie di taxi, una che ha tutte le vetture verdi e una che ha tutte le vetture blu. Di tutti i taxi circolanti quella notte circa l’85% erano verdi e circa il 15% blu. 2. La testimone a carico ha identificato il taxi come blu. 38
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Il tribunale ha esaminato la sua abilità nell’identificazione dei taxi in condizioni di visibilità appropriate all’incidente. Quando le è stato presentato il campione di taxi (metà blu e metà verdi) la testimone ha identificato correttamente i taxi nell’80% dei casi e ha sbagliato nel restante 20%. Sulla base della testimonianza giurata della testimone e sulla base dei dati, qual è la probabilità che il taxi fosse veramente blu? 39
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Se il testimone identifica correttamente il taxi nell’80% dei casi significa che: Su 100 taxi blu 80 sono riconosciuti correttamente come blu e 20 come verdi. Se il taxi in circolazione sono 15 blu e 85 verdi, su un parco ipotetico di 100 taxi, il testimone riconosce come blu: Sia l’80% dei 15 taxi blu (ovverosia 12). Sia, erroneamente, il 20% degli 85 taxi verdi (ovverosia 17). Il ragionamento corretto è dunque quello di considerare che: I taxi riconosciuti come blu sono in parte effettivamente blu (riconoscimento corretto) e in parte verdi (riconoscimento errato). 40
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Probabilità di base: p(B) = frequenza dei taxi blu p(V) = frequenza dei taxi verdi Probabilità condizionale: p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde Formula di Bayes: p(“B”|B) * p(B) p(B|“B”) = = .41 p(“B”|B) * p(B) + p(“B”|V) * p(V) 41
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Probabilità di base: p(B) = frequenza dei taxi blu p(V) = frequenza dei taxi verdi Probabilità condizionale: p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde Formula di Bayes: .80 * .15 p(B|“B”) = = .41 .80 * .15 + .20 * .85 42
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Probabilità di base: p(B) = frequenza dei taxi blu p(V) = frequenza dei taxi verdi Probabilità condizionale: p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde Formula di Bayes: .12 .12 p(B|“B”) = = = .41 .12 + .17 .29 43
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Probabilità di base: p(B) = frequenza dei taxi blu p(V) = frequenza dei taxi verdi Probabilità condizionale: p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu La maggioranza delledipersone p(“B”|V) = probabilità che riconoscere risponde come “taxi blu” aunquesto taxi verde problema da come risposta .80, ovverosia il valore Formula di Bayes: corrispondente all’attendibilità del testimone! .12 .12 p(B|“B”) = = = .41 .12 + .17 .29 44
JDMLab IL PROBLEMA DEL TAXI Spiegazione del risultato: Per molti di noi, ragionare in termini di probabilità condizionate è contro intuitivo. Ciò porta alla fallacia del base-rate, detta anche fallacia di sottoutilizzazione delle probabilità a priori. Ciò ci impedisce di usare l’informazione diagnostica fornita dalla distribuzione delle frequenze di base. Due principali ragioni: Le distribuzioni di frequenze di base sono utilizzate quando risultano causalmente rilevanti (cioè, quando possono essere considerate come fonte dell’evento da valutare). I dati di base sono ritenuti irrilevanti per il problema, essendo informazioni casuali o a bassa rilevanza. 45
FALLACIA DELLA SOTTOUTILIZZAZIONE DELLA JDMLab PROBABILITÀ A PRIORI In un secondo compito, Tversky e Kahneman (1980) hanno reso più saliente la correlazione tra il taxi coinvolto nell’incidente e la frequenza dei due tipi di taxi in città. In questo caso alle persone veniva detto: Un tassista è accusato di aver investito un passante in una notte tempestosa, e di essere fuggito senza prestare aiuto. In quella città operano solo due compagnie di taxi la blu e la verde. Anche se le due compagnie di taxi hanno più o meno la stessa dimensione, la probabilità che un incidente coinvolga un taxi verde è dell’85%, mentre per i taxi blu è il 15%. Il resto dello scenario inclusa l’attendibilità della testimone era identico… 46
FALLACIA DELLA SOTTOUTILIZZAZIONE DELLA JDMLab PROBABILITÀ A PRIORI In questo caso, la base rate è generale e non legata alle due compagnie, perché viene detto che in generale la maggioranza dei taxi è verde. Sembra una piccola differenza ma induce le persone a creare una relazione causale (verde = più incidenti). Infatti, con il secondo scenario, la maggioranza delle persone da una valutazione quasi corretta. Primo scenario Secondo scenario Blu Verde Totale Blu Verde Totale Incidente 15 85 100 15 85 100 No incidente 15 85 100 85 15 100 Totale 30 170 100 100 47
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Gigerenzer e Hoffrage (1995, 1999) hanno dimostrato che la valutazione dei rischi (e di altri eventi probabilistici) dipende molto dal modo in cui le stime vengono espresse. Formato probabilistico Probabilità del 90% che si verifichi l’evento X Formato in frequenza 9 volte su 10 si verifica l’evento X I risultati hanno dimostrato che le persone hanno più facilità a ragionare in termini bayesiani quando le informazioni probabilistiche vengono presentate in frequenza. 48
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales (2001). Condizione probabilistica: È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco le informazioni relative alla malattia e i risultati del test: Una persona sottoposta al test ha il 4% di probabilità di aver contratto la malattia. Se una persona ha contratto la malattia, ha il 75% di probabilità di avere una reazione positiva al test. Se una persona non ha contratto la malattia, ha comunque il 12.5% di probabilità di avere una reazione positiva al test. Immagina che Paolo venga sottoposto al test. Se ha una reazione positiva, qual è la probabilità che abbia contratto la malattia? 49
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales (2001). Condizione probabilistica: È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco le informazioni relative alla malattia e i risultati del test: In questo caso la maggioranza delle persone risponde che la Una persona sottoposta al test ha il 4% di probabilità di aver probabilità che Paola abbia contratto la malattia è pari a 75% contratto la malattia. Ma la risposta corretta, Se una persona ha applicando il Teorema contratto la malattia, di di ha il 75% Bayes è probabilità 20% al test. di avere una reazione positiva Se una persona non ha contratto la malattia, ha comunque il 12.5% di probabilità di avere una reazione positiva al test. Immagina che Paolo venga sottoposto al test. Se ha una reazione positiva, qual è la probabilità che abbia contratto la malattia? 50
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales (2001). Condizione di frequenza: È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco le informazioni relative alla malattia e i risultati del test: 4 persone su 100 contrarranno la malattia. 3 delle 4 persone che contraggono la malattia hanno una reazione positiva al test. 12 delle 96 persone che non contraggono la malattia hanno comunque una reazione positiva al test. 100 persone vengono sottoposte al test. In questo gruppo ci aspettiamo che [ ___ ] persone abbiano una reazione positiva al test e tra queste [ ___ ] avranno contratto la malattia. 51
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales (2001). Condizione di frequenza: È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco le informazioni relative alla malattia e i risultati del test: 4 persone su 100 contrarranno la malattia. In questo caso, il numero di persone che risolve 3 delle 4 correttamene il persone problemache aumenta contraggonoinlamodo malattiasignificativo. hanno una reazione positiva al test. 12 delle 96 persone che non contraggono la malattia hanno comunque una reazione positiva al test. 100 persone vengono sottoposte al test. In questo gruppo ci aspettiamo che [ ___ ] persone abbiano una reazione positiva al test e tra queste [ ___ ] avranno contratto la malattia. 52
JDMLab SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales (2001). Ma perché le risposte corrette aumentano nel caso del formato in frequenza? Sembrano esserci due fattori principali: Nella domanda viene prima chiesto di calcolare il denominatore (l’insieme delle possibilità di avere una reazione positiva). Poi viene chiesto di calcolare il numeratore (il sottoinsieme di possibilità che la reazione positiva al test corrisponda alla presenza della malattia). In altre parole, si chiede alle persone di calcolare separatamente i due valori, portando così a dare la risposta corretta “3 su 15” (cioè 20%). 53
JDMLab RATIO BIAS Se viene estratta una pallina rossa vincete 100 Euro. Dovete scegliere l’urna da cui estrarre la pallina: Urna A Urna B 10 palline 100 palline In questa urna c’è 1 pallina rossa In questa urna ci sono 7 palline rosse Da quale urna preferite estrarre la pallina? 54
JDMLab RATIO BIAS Se viene estratta una pallina rossa vincete 100 Euro. Dovete scegliere l’urna da cui estrarre la pallina: Urna A Urna B 10 palline 100 palline In questa urna c’è 1 pallina rossa In questa urna ci sono 10 palline rosse Da quale urna preferite estrarre la pallina? 55
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON Nell’ottobre del 1995, dopo 253 giorni di processo e l’escussione di 126 testimoni, la giuria dichiara il celebre giocatore di football Orenthal James Simpson non colpevole dell’omicidio di sua moglie Nicole Brown e dell’amico di lei Ronald Goldman. 56
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON I difensori di O. J. Simpson si avvalsero della consulenza di Alan Dershowitz e riuscirono a demolire la tesi dell’accusa centrata sull’argomento che: I maltrattamenti coniugali portano all’omicidio. 57
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON Secondo l’accusa: C’era una storia di maltrattamenti coniugali: O. J. almeno una volta aveva picchiato la moglie e manifestava la tendenza a comportamenti violenti. C’era anche il movente per un omicidio: la relazione extra- coniugale della moglie con Goldman. La tesi dell’accusa, riassunta in una frase, era quindi che “un ceffone è un preludio all’omicidio”. 58
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON Secondo Dershowitz era possibile istruire una difesa basata sul fatto che maltrattamenti e percosse non sono ammissibili come prove in un processo di omicidio. Il ragionamento alla base di questa conclusione era che “la maggioranza delle donne che vengono assassinate sono uccise da uomini con cui hanno una relazione, indipendentemente dal fatto che costoro le picchiassero o meno. Le percosse non sono un buon indizio indipendente di omicidio”. 59
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON Per sostenere la sua tesi Dershowitz fece riferimento al seguente dato: 4 milioni di donne vengono percosse ogni anno dai loro compagni, ma solo 1432 vengono successivamente uccise, dal marito o dall’amante. Partendo da questi dati calcolò che c’è meno di 1 omicidio ogni 2500 casi di maltrattamento. Di conseguenza, solo una percentuale infinitesimale di uomini che schiaffeggiano o picchiano le loro compagnie arriva ad assassinarle. 60
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON “Dimostrare che un uomo picchiava la moglie è più pregiudizievole che probativo” dato che non c’è una prova scientificamente accettabile del fatto che i maltrattamenti domestici preludano all’omicidio. Tuttavia, Gigerenzer (2003) ritiene che il ragionamento proposto dal consulente della difesa sia fuorviante. Secondo Dershowitz la classe rilevante di riferimento è “tutte le donne picchiate” Tuttavia, egli omette un dato ritenuto cruciale, ovverosia che “Nicole Brown Simpson non era stata soltanto picchiata, era stata uccisa!” 61
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON La percentuale pertinente non è quella che indica quanti fra gli uomini che maltrattano le loro compagne arrivano ad ucciderle, bensì la probabilità che un uomo abbia ucciso la sua compagna nell’ipotesi che la picchiasse E che la donna sia stata assassinata. Questo è l’errore di ragionamento di Dershowitz: Si può considerare corretta la stima che, ogni anno, su 2500 donne picchiate 1 venga anche uccisa dal compagno e questo dato corrisponde a 40 donne ogni 100.000. Ma ci sono anche donne picchiate che vengono uccise da qualcuno che non è il compagno. Sulla base dei dati disponibili presso il ministero della giustizia si trova che ogni anno 5 su 100.000 sono uccise da altri. 62
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON Grazie ad una rappresentazione ad albero, si può osservare un risultato diverso da quello a cui era giunto Dershowitz. Le percosse alla moglie sono effettivamente una prova a carico del compagno della donna assassinata 100.000 donne picchiate 45 99955 assassinate non assassinate 40 5 dal compagno da altri 63
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON La classe di riferimento dunque è più ristretta rispetto a quella usata da Dershowitz. include solo le donne picchiate dai loro mariti/compagni e poi uccise da qualcuno. In realtà, però, sulla base dei dati riportati nell’albero delle frequenze, si nota che l’assassino è diverso dal marito/ compagno solo in 1 caso su 9. Dal momento che la moglie di O. J. Simpson è stata assassinata e lui l’aveva picchiata, la probabilità che non sia colpevole non è così bassa… Se una donna è stata assassinata e il suo compagno la picchiava, la probabilità che l’assassino sia proprio lui è pari al 90% (8 casi su 9). 64
JDMLab IL CASO O. J. SIMPSON La conclusione che si dovrebbe raggiungere, quindi è che: Le percosse non sono pregiudizievoli ma probative. 65
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE Spesso gli individui confondono la probabilità che si verifichi A nella condizione che vi sia B [P(A|B)], con la probabilità che si verifichi B nella condizione che vi sia A [P(A|B)]. Nel contesto giudiziario questo errore è conosciuto come: “fallacia dell’accusatore” 66
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997) In un giorno di giugno 1964, Juanita Brooks stava recandosi a casa con il carrello della spesa. In cima al carrello aveva posto la sua borsa. Improvvisamente la signora Brooks viene gettata a terra da una persona che non aveva visto, riesce a girarsi e scorge una giovane donna che sta scappando. La borsa con circa $40 era sparita. Un testimone dichiara che la donna che era scappata era bionda, portava la coda di cavallo, aveva un abito scuro e se ne era andata su un’auto gialla guidata da un nero con barba e baffi. La polizia arresta i coniugi Collins data la corrispondenza alla descrizione. Al processo si verificano alcune difficoltà testimoniali per l’accusa. 67
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997) Il procuratore chiede ad un esperto di rispondere alla domanda “qual è la probabilità che i Collins siano innocenti, se hanno tutte e sei le caratteristiche enumerate dalla descrizione dei colpevoli? Per poter rispondere, l’esperto riassume in una tabella le frequenze relative ad una serie di aspetti testimoniali: Dato testimoniale Probabilità di occorrenza Ragazza con capelli biondi 1/3 Ragazza con coda di cavallo 1/10 Automobile parzialmente gialla 1/10 Uomo con i baffi 1/4 Uomo nero con la barba 1/10 Coppia interrazziale in auto 1/1000
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997) L’esperto testimonia che la probabilità congiunta di un certa combinazione delle caratteristiche riportate in tabella è uguale al prodotto delle singole probabilità di ciascuna. Il prodotto delle singole probabilità costituisce la probabilità che una coppia presa a caso presenti tutte e sei le caratteristiche. Questa probabilità è pari a 1/12.000.000 di essere innocente. L’accusa ritenne anche che fosse una stima prudenziale: “la probabilità che ci fosse un’altra coppia con le stesse caratteristiche di quella sotto accusa poteva essere stimata a 1 su 1 miliardo”. 69
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997) Quindi la conclusione dell’esperto fu che gli imputati avevano una probabilità minima di essere innocenti. Grazie a questo ragionamento, il procuratore ottenne un verdetto di colpevolezza. La Corte Suprema della California cui la difesa si era appellata annullò la condanna rilevando tra le altre cose un fondamentale difetto di ragionamento del procuratore. La supposizione che la probabilità di osservare tutte e sei le caratteristiche in una coppia presa a caso fosse anche la probabilità dell’innocenza dei Collins. 70
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE Gigerenzer (2002) distingue due questioni in casi simili a quello nell’esempio: 1.Qual è la probabilità che un individuo (o una coppia) corrisponda punto per punto a tutte le caratteristiche note del colpevole (o dei colpevoli)? 2.Qual è la probabilità che un individuo (o una coppia) non sia colpevole, posto che corrisponda punto per punto a tutte le caratteristiche note di chi ha commesso il reato? 71
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE La fallacia dell’accusatore consiste, quindi, nel ragionare come se la probabilità di una concordanza casuale sia identica alla probabilità della non colpevolezza dell’imputato. In altre parole, è come se la probabilità della colpa fosse uguale a 1 meno la probabilità di una concordanza casuale. Supponiamo che p (concordanza) sia uguale a 1 su 1000. L’errore consiste nel concludere che è uguale a 1 su 1000 anche la probabilità che l’imputato non sia colpevole, o che la probabilità di essere colpevole sia 999 su 1000. Non è così! 72
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE Le persone falliscono nell’identificare la classe di riferimento. 1/1000: A cosa si riferisce quel 1000 nel denominatore? La classe di riferimento di quel dato non è né la colpevolezza, né l’innocenza dell’imputato ma la possibilità di una corrispondenza causale. Ovverosia, che un individuo a caso presenti le stesse caratteristiche riscontrate tra quelle indicate da un testimone. 73
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE La differenza tra queste due probabilità risulta chiara facendo il seguente esempio: Immaginiamo che la probabilità che un italiano scelto a caso sia maschio sia pari al 50%. La probabilità che un maschio italiano scelto a caso sia il prossimo Presidente del Consiglio non è certamente del 50%. 74
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE Un modo per superare la fallacia dell’accusatore è quello di tradurre l’enunciato probabilistico: Da “opaco”: “La probabilità che l’imputato possieda queste 6 caratteristiche è 1 su 12 milioni”. A “trasparente”: “Ogni 12 milioni di coppie si può prevedere che una presenti queste 6 caratteristiche”. 75
JDMLab FALLACIA DELL’ACCUSATORE Le frequenze chiariscono subito che bisogna conoscere il numero delle coppie presenti nella popolazione di riferimento per stimare la probabilità che i Collins siano innocenti. Se in California ci sono 24 milioni di coppie ci si può aspettare che 2 possano essere le coppie con le 6 caratteristiche citate. Di conseguenza: La probabilità che i Collins siano innocenti è 1 su 2 e non 1 su 12 milioni. 76
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE In campo giuridico, il ragionamento induttivo è coinvolto anche nella valutazione di: Causalità (quali eventi hanno provocato un certo risultato?) Anche in questo caso, le parti coinvolte dovranno utilizzare dei ragionamenti basati su falsificazioni per poter dibattere e far prevalere la propria tesi. Colpa (è l’imputato colpevole o no?) Anche per stabilire la colpa è necessario utilizzare delle induzioni e delle generalizzazioni che si baseranno su scienza, esperienza, e contraddittorio. 77
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE Il tema della causalità e quello della colpa sono stati studiati dai ricercatori che si occupano di “controfattuali”. I controfattuali sono i ragionamenti con cui le persone considerano il modo in cui i fatti avrebbero potuto verificarsi. Tutti noi usiamo i controfattuali quando, per esempio, cerchiamo di “simulare” quello che sarebbe potuto succedere se avessimo agito in modo diverso in una certa situazione. 78
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE Stabilire i fatti e i contraffatti costituisce un procedimento di pensiero normale per emettere un giudizio e può determinare degli effetti diversi sulla sentenza a seconda degli elementi su cui si costruisce il controfattuale. Riferimento all’Art. 40 del Codice Penale “Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l’esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione o omissione. Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. Il ricorso al ragionamento controfattuale è implicito nella definizione dettata dal codice penale per stabilire se la condotta di un imputato è stata all’origine di un evento criminoso e quindi per valutare la responsabilità dell’imputato. 79
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 1: Un caso di stupro Una donna si sta recando al lavoro con la propria auto. Lungo il tragitto l’auto ha un guasto che la costringe a fermarsi. Scende per controllare cosa è successo e con il cellulare tenta di contattare qualcuno che la possa aiutare. Nel frattempo si ferma un’auto dalla quale scende un individuo che le offre un passaggio fino alla prima officina. Una volta a bordo la signora diventa oggetto di attenzioni sempre più insistenti da parte di quell’individuo che dopo un pò accosta in un posto isolato e la costringe ad avere un rapporto sessuale. Dopo essere stata abbandonata per strada, la donna, soccorsa, viene accompagnata ad un posto di polizia dove espone denuncia. L’uomo viene individuato e processato. 80
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 1: Un caso di stupro Nel corso del processo vengono ricostruiti i fatti, cioè ciò che effettivamente è accaduto, ma anche alternative più o meno verosimili e il ragionamento che si sviluppa potrebbe essere del tipo “se l’uomo non avesse frainteso il comportamento amichevole della donna…” “se la donna avesse ringraziato ma non avete conversato una volta salita a bordo dell’auto…” Il problema, quindi, è quali possono essere i contraffatti che vengono in mente, dato che non tutti sembrano avere la stessa probabilità. 81
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 2 Il sig. Jones ha 47 anni ed è un affermato funzionario di banca con tre figli. Sua moglie è ammalata da diversi mesi e deve stare a casa. Un giorno il sig. Jones uscì dall’ufficio all’orario consueto. Qualche volta usciva prima per fare le compere per sua moglie, ma quel giorno non era necessario. Il tempo era eccezionalmente bello e così il sig. Jones non percorse con l’auto la solita strada. Disse ai suoi colleghi che avrebbe preso la strada panoramica, lungo il mare, per godersi l a vista. 82
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 2 L’incidente avvenne all’incrocio. Quando arrivò a metà della panoramica, all’incrocio principale, si accorse che il semaforo stava passando dal verde al giallo. Molto prudente alla guida, il sig. Jones frenò, anche se in realtà avrebbe potuto benissimo fare in tempo. Non riuscì però a fermarsi e passò l’incrocio quando ormai il semaforo era appena passato sul rosso 83
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 2 Nel momento in cui passava, arrivò un camioncino che travolse la sua macchina. Il sig. Jones morì sul colpo. Più tardi si seppe che il camioncino era guidato da un ragazzo che era sotto l’influenza della droga. Come capita usualmente in queste circostanze, nei giorni che seguirono l’incidente, i familiari di Jones e loro amici spesso pensavano e dicevano “Se solo…” 84
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE ESEMPIO 2 In tabella i risultati dei pensieri controfattuali prodotti dai partecipanti che hanno letto lo scenario relativo al sig. Jones. Categorie di risposte Frequenze Percorso 33 Tempo di partenza 2 Incrocio 14 Ragazzo 13 Altro 3 85
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE Spiegazione dei risultati: I partecipanti quando dovevano rispondere alla domanda “se solo…” non modificavano mentalmente i valori di una variabile continua come il tempo (“se fosse uscito in anticipo anche quel giorno”). Intervenivano invece sul protagonista della storia. In particolare, le persone tendono sempre ad eliminare/ modificare il comportamento che sembra più eccezionale rispetto a come gli eventi avvengono abitualmente. Es.: Se solo non avesse scelto la strada panoramica. 86
JDMLab IL PENSIERO CONTROFATTUALE Spiegazione dei risultati: Quindi, molte persone per “evitare” l’incidente ristabiliscono il valore “normale” della variabile che descrive il comportamento del protagonista, quando torna a casa dall’ufficio. Mentalmente, sembra più “disponibile” uno scenario in cui l’esito sarebbe stato diverso se il protagonista si fosse comportato normalmente. 87
JDMLab LA CONTROLLABILITÀ DEGLI EVENTI In uno studio di Girotto, Legrenzi e Rizzo (1991) è stato presentato questo scenario Il sig. Bianchi uscì dal lavoro alla solita ora per tornare a casa, ma il suo percorso fu rallentato da una serie di intoppi (trovò un camion in manovra, un tronco d’albero sulla strada e un gregge che transitava lentamente) e dalla sua decisione di fermarsi al bar a bere una birra. Al suo arrivo a casa trovò la moglie in fin di vita per un attacco cardiaco. Tentò invano di rianimarla, ma lei morì”. 88
JDMLab LA CONTROLLABILITÀ DEGLI EVENTI Girotto, Legrenzi e Rizzo (1991) Questo esperimento ha permesso di dimostrare che le persone tendono a modificare mentalmente gli eventi che sono sotto il controllo del protagonista. In particolare, vengono modificate le azioni connotate da intenzionalità. 89
JDMLab ESPERTI E CONTROFATTUALI Ricerche condotte su un campione di giudici, con diversa expertise, hanno chiesto di risolvere un caso giudiziario. Si è osservato che i magistrati esperti, nel corso del processo, prendevano in considerazione più alternative riguardanti lo svolgimento dei fatti rispetto ai magistrati meno esperti. Questo farebbe pensare che gli esperti facciano ricorso al ragionamento controfattuale più di quanto non facciano i magistrati meno esperti. 90
JDMLab EFFETTI DEL CONTROFATTUALE Bothwell e Duhon (1994) hanno proposto questo caso giudiziario: Il proprietario di un campo da golf era stato processato per la morte di un giocatore colpito da un fulmine mentre era sul campo. In tribunale, gli attori, beneficiari del deceduto, avevano chiesto un risarcimento di 1.2 milioni di dollari sostenendo che l’incidente non si sarebbe verificato se il campo da golf fosse stato dotato di un sistema d’allarme tanto efficiente da segnalare come comportarsi in caso di temporale. L’imputato sosteneva che il golfista era stato un irresponsabile non avendo cercato rifugio nella club house all’avvicinarsi del temporale. Ai partecipanti veniva chiesto di produrre pensieri controfattuali indicando anche l’entità del risarcimento ritenuta appropriata. 91
JDMLab EFFETTI DEL CONTROFATTUALE Bothwell e Duhon (1994): Pochi partecipanti fornivano controfattuali coerenti con le norme che prescrivono le installazioni e i comportamenti per garantire la sicurezza, ad esempio: “se il campo da golf avesse avuto il sistema di allarme migliore, non si sarebbe verificato l’incidente”. Risarcimento medio: 956.000$ 92
JDMLab EFFETTI DEL CONTROFATTUALE Bothwell e Duhon (1994): Più frequentemente venivano generati controfattuali basati sulla comparazione tra ciò che aveva fatto la vittima e i comportamenti che avrebbe avuto dovuto tenere, ad esempio: “se il golfista fosse stato più prudente e avesse cercato riparo nella club house, l’incidente non si sarebbe verificato”. Risarcimento medio: 17.000$ 93
JDMLab EFFETTI DEL CONTROFATTUALE Bothwell e Duhon (1994): I partecipanti spostano il focus della responsabilità dall’imputato alla vittima. Inoltre, si focalizzano: di più su un comportamento preventivo mancato (il non aver cercato riparo nella club house). di meno su un antecedente fattuale negativo (l’assenza di un sistema di allarme nel campo da golf). 94
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