PENSIERO INDUTTIVO - Psicologia del Giudizio e della Decisione Scuola di Giurisprudenza - UNIPD a.a. 2017/2018 - e-learning unipd

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PENSIERO INDUTTIVO - Psicologia del Giudizio e della Decisione Scuola di Giurisprudenza - UNIPD a.a. 2017/2018 - e-learning unipd
Psicologia del Giudizio e
JDMLab                                                                         della Decisione
Judgment and Decision-Making Laboratory
http://www.dpss.unipd.it/JDMLab/home                                         Scuola di Giurisprudenza - UNIPD
                                                                                                a.a. 2017/2018

                                PENSIERO INDUTTIVO

                                          Docente: dott. Enrico Rubaltelli
JDMLab                             RAGIONAMENTO INDUTTIVO

     Ragionare in maniera induttiva non consente mai di provare che una
     conclusione o una ipotesi siano corrette.

         Al massimo, si può cercare di confutarle usando i metodi e
         ragionamenti corretti.

     I ricercatori che si sono occupati di ragionamento hanno messo a punto
     diversi compiti per comprendere i meccanismi cognitivi che stanno alla
     base del ragionamento induttivo.

         In particolare, si sono concentrati sull’incapacità delle persone di
         applicare procedure volte a falsificare le ipotesi.

                                      2
IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                 (SELECTION TASK)

     Questo compito è stato proposto da Wason (1968) che ha presentato
     alle persone quattro carte, contraddistinte dalla presenza di un numero
     su una faccia e di una lettere sull’altra faccia.

         Al massimo, si può cercare di confutarle usando i metodi e
         ragionamenti corretti.

         E               K                   4                   7

                                     3
IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                 (SELECTION TASK)

     Le persone doveva verificare la seguente regola:

         “Se su un lato della carta c’è una vocale, allora sull’altro lato
         c’è un numero pari”

         Quali carte dobbiamo girare per verificare che la regola sia
         rispettata?

         E               K                    4                   7

                                     4
IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                  (SELECTION TASK)

     Le persone doveva verificare la seguente regola:

          “Se su un lato della carta c’è una vocale, allora sull’altro lato
          c’è un numero pari”

          Quali carte dobbiamo girare per verificare che la regola sia
          rispettata?

         E                K                    4                   7
         (p)             (non-p)               (q)               (non-q)

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IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                   (SELECTION TASK)

     Verificare una regola significa testare un’ipotesi:

         Di conseguenza, quando ci chiedono di capire se la regola
         proposta da Wason è vera, dobbiamo capire quali informazioni
         sono rilevanti e quali non sono necessariamente utili.

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IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                   (SELECTION TASK)

     La maggioranza delle persone decide di girare la carta A (p) e la carta
     4 (q)a:

         Girare la carta E è corretto…
         tuttavia, girare la carta 4 è sbagliato!

     La risposta corretta è girare la carta con il numero 7.

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IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                  (SELECTION TASK)

     La regola afferma che “dietro una vocale ci deve essere un numero
     pari”

         Non dice però che dietro ad un numero pari deve esserci per forza
         una vocale.

         Girare la carta con il 4 conferma la regola se troviamo una vocale,
         ma non la falsifica se troviamo una consonante.

         La regola viene falsificata solo se dietro il 7 troviamo una vocale.

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IL COMPITO DI SELEZIONE
JDMLab                                 (SELECTION TASK)

     Ciò significa che la maggioranza delle persone che rispondono a
     questo test sono soggette ad una distorsione chiamata effetto
     conferma.

         Puntano a confermare la regola, quando invece la strategia
         razionale dovrebbe essere quella di falsificarla.

         Bisogna cercare di trovare dei casi che dimostrino che la regola
         non è rispettata.

         Da qui la conclusione di Popper che “un’ipotesi è vera solo fino a
         prova contraria”.

            Esempio: Il caso del cigno nero.

                                     9
JDMLab                                    IL MATCHING BIAS

     Da un punto di vista psicologico, nel caso testato da Wason, l’effetto
     conferma scaturisce dall’uso di una euristica definita matching bias.

         Le persone sembrano scegliere le carte che sono denominate
         nella regola (la vocale ed il numero pari).

            Elementi descritti nella regola: E e 4 (p e q)
            Coppia selezionata per testare la regola: E e 4

                                     10
JDMLab                                      CONFERMA DI IPOTESI

     Vediamo ora un altro esempio dello stesso fenomeno:

               In questo caso viene usata una regola che è più familiare e meno
               astratta.

               “Se la busta è chiusa allora deve avere un bollo da 50 lire”.

                                                           50                  40

         (p)                  (non-p)                (q)                (non-q)

                                           11
JDMLab                                        CONFERMA DI IPOTESI

     In questo caso, l’80% delle persone risponde correttamente (Johnson-
     Laird et al., 1972).

               La differenza la fa il materiale più realistico e più familiare.

               Quando questa regola fu cambiate dopo qualche anno, solo le
               persone più anziane erano in grado di verificare la regola
               correttamente.

                                                              50                  40

         (p)                   (non-p)                  (q)                 (non-q)

                                             12
JDMLab                                  CONFERMA DI IPOTESI

      Un altro esempio simile è quello che segue:

               “Se una persona vuole bere alcolici deve avere la maggiore
               età”.

     Birra              Coca Cola            25 anni            15 anni

         (p)                (non-p)              (q)             (non-q)

                                        13
GENERAZIONE DI IPOTESI
JDMLab                               (E FALSIFICAZIONE)

     Wason (1966) ha anche ideato un paradigma per studiare come le
     persone generano le informazioni necessarie per risolvere un problema

         In un esperimento, Wason proponeva ai soggetti una tripletta di
         numeri:

                  2                4                6

                                    14
GENERAZIONE DI IPOTESI
JDMLab                                 (E FALSIFICAZIONE)

     Il compito dei soggetti era quello di indovinare qual fosse la regola con
     cui lo sperimentatore aveva costruito la tripletta.

     Per farlo dovevano creare delle nuove triplette utile per capire la
     regola.

         Secondo voi, qual è la regola usata per costruire la tripletta?

                   2                 4                 6

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GENERAZIONE DI IPOTESI
JDMLab                                (E FALSIFICAZIONE)

     Wason osservò che i soggetti producevano esempi che erano tutti
     coerenti con la regola.

     Inoltre, enunciavano sistematicamente delle ipotesi più specifiche
     rispetto a quella corretta.

         Esempi: numeri crescenti con un intervallo di due, multipli
         crescenti del primo numero, numeri pari consecutivi, numeri in
         progressione aritmetica, ecc.

                   2                4                6

                                     16
GENERAZIONE DI IPOTESI
JDMLab                                   (E FALSIFICAZIONE)

     La strategia più efficiente è però questa:

                    2                  4                 6
     Controllo per la caratteristica        “numeri pari” (3 5 7)
     Controllo per la caratteristica         “intervallo di due” (2 4 8)
     Controllo per la caratteristica         “regolarità dell’intervallo” (2 4 9)

     Quindi…

               Controllo per la caratteristica “numeri crescenti”
                                    6 4 2

                                       17
JDMLab                   EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO

     L’effetto conferma si può manifestare anche nel processo investigativo.

         Ad esempio, quando è stata raggiunta una conclusione, cioè chi
         ha commesso il crimine, tale conclusione viene adottata
         cognitivamente.

         Per confermare la decisione vengono raccolte ulteriori
         informazioni, che serviranno per costruire il miglior caso possibile
         per il sospettato che è stato individuato.

            L’aspetto critico consiste nel fatto che le nuove informazioni
            vengono valutate in un contesto condizionato e ciò significa che
            si potrebbe ignorare ciò che potrebbe provare l’innocenza
            del sospettato.

                                     18
JDMLab                   EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO

     Un altro fenomeno legato all’effetto conferma è quello della “tunnel
     vision”, ovverosia un fenomeno che coinvolge i vari attori all’interno
     del sistema che gestisce la giustizia penale.

         Il processo cognitivo principale coinvolto nella tunnel vision è la
         tendenza a focalizzare l’attenzione su un sospetto…

         Selezionando e filtrando l’evidenza che consente di “costruire un
         caso” in cui si dovrà stabilire la colpevolezza del sospetto.

            Vengono così ignorate o cancellate le informazioni che
            potrebbero invece concorre a determinare la sua innocenza
            (Findley & Scott, 2006).

                                      19
JDMLab                  EFFETTO CONFERMA IN AMBITO GIUDIZIARIO

     ESEMPIO:

         Spesso i procuratori americani adottano comportamenti influenzati
         da questa tendenza.

         Quando svolge la sua attività. egli deve sostenere un certo punto
         di vista.

            Ciò può facilitare il fatto di sovrastimare l’evidenza a
            sostegno del punto di vista adottato e ad ignorare quella
            contraria.

            Ovviamente, stiamo parlando di una strategia di ragionamento
            che non si adotta consapevolmente (Sistema 1).

                                    20
JDMLab                    SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO

     Gli schemi pragmatici proposti da Cheng e Holoyoak (1985)
     costituiscono delle rappresentazioni astratte in termini di:

                       “CONDIZIONE” - “AZIONE”

         Rappresentazioni che possono essere applicate in differenti
         domini.

                                    21
JDMLab                     SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO

     ESEMPI di applicazione di uno schema di permesso:

     1. Se uno studente ha ottenuto il permesso di soggiorno negli USA,
        allora può trascorrere un periodo di studio in quel paese.

     2. Se un laureato ha pagato la tassa di iscrizione al master, allora può
        frequentare i corsi.

                                     22
JDMLab                     SCHEMI PRAGMATICI DI RAGIONAMENTO

     ESEMPI di applicazione di uno schema di obbligo:

     1. Se un individuo ha comprato un’abitazione, allora deve pagare
        l’imposta comunale sugli immobili.

     2. Se un cliente ha prenotato un pacchetto turistico, allora deve
        versare un anticipo al tour operator.

                                     23
JDMLab                          TEORIA DEI CONTRATTI SOCIALI

     Secondo Cosmides (1989) le persone intrattengono relazioni in cui si
     può ottenere qualcosa in cambio di qualcos’altro.

     In altre parole, stabiliscono dei compromessi grazie ai quali si possono
     ottenere vantaggi reciproci.

         Questi compromessi vengono definiti contratti sociali e la loro
         struttura può essere espressa secondo la regola:

            “Se un individuo riceve un beneficio, allora deve sostenere
            un costo”.

                                     24
JDMLab                                TEORIA DEI CONTRATTI SOCIALI

      In alcuni esperimenti, Cosmides ha utilizzato il compito di selezione
      strutturandolo secondo la definizione di contratto sociale.

      Esempio:

    Beneficio            Beneficio              Costo            Costo non
    ricevuto            non ricevuto          sostenuto          sostenuto

         (p)                (non-p)              (q)               (non-q)

      I risultati di Cosmides hanno dimostrato che in questo caso le persone
      svolgono il compito in modo corretto e scelgono le carte:

               Beneficio ricevuto (p) e costo non-sostenuto (non-q) per
               verificare se il contratto sociale è stato rispettato.

                                         25
CALCOLO PROBABILISTICO:
JDMLab                                IL TEOREMA DI BAYES

     Il Teorema di Bayes è un modello in base al quale si può determinare
     se un individuo ha aggiornato in maniera ottimale l’opinione o
     probabilità iniziale («a priori») in funzione della quantità di informazione
     che via via ha acquisito.

                                       26
JDMLab                         ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES

     La somma delle probabilità di un insieme di eventi mutuamente
     escludente (come gli esiti del lancio di una moneta) è uguale a 1.

         ESEMPIO:

            Se lancio un dado, la probabilità che esca una delle sei facce è
            di 1/6.
            Perciò, essendo sei gli eventi possibili, dato che ci sono sei
            facce, la somma delle probabilità dei sei eventi possibili è
            uguale a 1, cioè: 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 + 1/6 = 1

            In modo simile, se lancio una moneta la probabilità che esca o
            testa o croce é: 1/2 + 1/2 = 1

                                     27
JDMLab                           ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES

     Se due eventi sono mutualmente escludenti (come gli esiti del lancio di
     una moneta), la probabilità che si verifichi l’uno o l’altro dei due eventi è
     uguale alla somma delle probabilità dei singoli eventi.

         ESEMPIO:

             La probabilità che, lanciando un dado a sei facce, esca un 2 o
             un 6 è:
             1/6 + 1/6 = 1/3

                                       28
JDMLab                          ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES

     La probabilità che due eventi indipendenti A e B si verifichino
     entrambi è uguale alla probabilità dell’evento A moltiplicato per la
     probabilità dell’evento B.

         ESEMPIO:

            Se lanciamo una moneta due volte, la probabilità che venga
            testa in entrambi i lanci è
            1/2 * 1/2 = 1/4

                                      29
JDMLab                         ASSIOMI DEL TEOREMA DI BAYES

     Non sempre gli eventi sono indipendenti. In certe circostanze la
     probabilità di un esito dipende dall’evento che l’ha preceduto.

         ESEMPIO:

            Consideriamo un mazzo di 52 carte da gioco e calcoliamo la
            probabilità di estrarre due assi consecutivi senza reimmissione.
            La probabilità di estrarre un asso è pari a 4/52.

            Se non si reinserisce il primo asso estratto, la probabilità di
            estrarne un altro sarà 3/51.
            Ma se la prima carta estratta non era un asso, allora la
            probabilità che la seconda carta sia un asso sarà di 4/51.

            Quindi la probabilità di estrarre dal mazzo due assi consecutivi,
            quando la prima carta estratta è un asso sarà uguale a:
            4/52 * 3/51 = 12/2652

                                      30
JDMLab                        COSTITUENTI DEL TEOREMA DI BAYES

     Il teorema di Bayes si basa su una serie di nozioni fondamentali:

         La probabilità a priori si riferisce alla stima iniziale che un’ipotesi A1
         sia vera e viene espressa con il simbolo p(A1).

         Conseguentemente, la probabilità che sia vera l’ipotesi alternativa
         A2 viene espressa con il simbolo p(A2).

         La probabilità a posteriori indica che la probabilità che l’ipotesi (A1)
         sia vera alla luce dei dati osservati (D) e si esprime con il simbolo
         p(A1|D).

         La probabilità condizionale o stima di verosimiglianza (likelihood) è
         la probabilità di ottenere (D) supposto che l’ipotesi (A1) sia vera e
         si esprime con il simbolo p(D|A1).

                                       31
JDMLab                        FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

     ESEMPIO:

         Supponiamo che gli iscritti al Corso di Laurea Magistrale in
         Giurisprudenza siano distribuiti per genere:

            75% di donne (A1) e 25% di uomini (A2) [probabilità di base].

         Inoltre, sappiamo che provengono da fuori provincia:

            l’8% delle donne (A1|D) e il 15% di uomini (A2|D).

         Se tra gli studenti di giurisprudenza prendiamo un iscritto a caso e
         ci accorgiamo che proviene da fuori provincia qual è la probabilità
         a posteriori che si tratti di una donna (A1|D)?

                                     32
JDMLab                       FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

     Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per
     rispondere alla domanda precedente.

                                   p(D|A1) * p(A1)
   p(A1|D) =
                     p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2)

                                    33
JDMLab                           FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

         Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per
         rispondere alla domanda precedente.

                                       p(D|A1) * p(A1)
      p(A1|D) =
                           p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2)

Probabilità a posteriori
             =
Probabilità che sia vera
       l’ipotesi A1
   alla luce dei dati
                                        34
JDMLab                           FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

         Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per
         rispondere alla domanda precedente.

                                       p(D|A1) * P(A1)
      p(A1|D) =
                           p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2)

Probabilità a posteriori       Probabilità condizionali/
             =                 stime di verosimiglianza
                                             =
Probabilità che sia vera
                              Probabilità di ottenere i dati
       l’ipotesi A1           nell’ipotesi che A1 e A2 siano
   alla luce dei dati                       vere
                                        35
JDMLab                            FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

          Questa è la formula standard del Teorema di Bayes, che ci serve per
          rispondere alla domanda precedente.

                                        p(D|A1) * p(A1)
      p(A1|D) =
                            p(D|A1) * p(A1) + p(D|A2) * p(A2)

 Probabilità a posteriori       Probabilità condizionali/        Probabilità a priori
              =                 stime di verosimiglianza                   =
 Probabilità che sia vera                     =                  Stima iniziale che A1
        l’ipotesi A1           Probabilità di ottenere i dati       e A2 siano vere
    alla luce dei dati         nell’ipotesi che A1 e A2 siano
                                             vere
                                         36
JDMLab                            FORMULA DEL TEOREMA DI BAYES

       Partendo dall’esempio precedente, sappiamo che la probabilità a priori
       che lo studente estratto sia una donna [p(A1)] è pari a 75% e che la
       probabilità a priori che lo studente estratto sia un uomo [p(A2)] è pari al
       25%.

       Sappiamo, inoltre, che la stima della verosimiglianza dell’ipotesi [p(D|
       A1)] è del 8%, mentre la stima della verosimiglianza dell’ipotesi A2 [p(D|
       A2)] è dell’15%.

       Il calcolo sarà quindi il seguente:

                                   (.08) * (.75)
 p(A1|D) =                                                                 = .62
                       (.08) * (.75) + (.15) * (.25)
JDMLab                                IL PROBLEMA DEL TAXI

     Un tassista è accusato di aver investito un passante in una notte
     tempestosa, e di essere fuggito senza prestare aiuto. Il pubblico
     ministero nel richiedere la condanna dell’imputato, basa tutto sulla
     testimonianza di una signora che dalla sua finestra, a una certa
     distanza, ha visto l’incidente.
     La signora afferma di aver visto investire il malcapitato da un taxi blu e
     di aver visto fuggire il taxi.L’imputato lavora per una compagnia di taxi
     che possiede solo auto blu.
     Nel corso dell’istruttoria e del dibattito processuale è emerso quanto
     segue:

     1. In quella città operano solo due compagnie di taxi, una che ha tutte
        le vetture verdi e una che ha tutte le vetture blu. Di tutti i taxi
        circolanti quella notte circa l’85% erano verdi e circa il 15% blu.

     2. La testimone a carico ha identificato il taxi come blu.

                                      38
JDMLab                                 IL PROBLEMA DEL TAXI

     Il tribunale ha esaminato la sua abilità nell’identificazione dei taxi in
     condizioni di visibilità appropriate all’incidente. Quando le è stato
     presentato il campione di taxi (metà blu e metà verdi) la testimone ha
     identificato correttamente i taxi nell’80% dei casi e ha sbagliato nel
     restante 20%.

         Sulla base della testimonianza giurata della testimone e sulla base
         dei dati, qual è la probabilità che il taxi fosse veramente blu?

                                      39
JDMLab                                 IL PROBLEMA DEL TAXI

     Se il testimone identifica correttamente il taxi nell’80% dei casi significa
     che:

         Su 100 taxi blu 80 sono riconosciuti correttamente come blu e 20
         come verdi.

         Se il taxi in circolazione sono 15 blu e 85 verdi, su un parco
         ipotetico di 100 taxi, il testimone riconosce come blu:

             Sia l’80% dei 15 taxi blu (ovverosia 12).
             Sia, erroneamente, il 20% degli 85 taxi verdi (ovverosia 17).

     Il ragionamento corretto è dunque quello di considerare che:

         I taxi riconosciuti come blu sono in parte effettivamente blu
         (riconoscimento corretto) e in parte verdi (riconoscimento errato).

                                       40
JDMLab                                IL PROBLEMA DEL TAXI

      Probabilità di base:

          p(B) = frequenza dei taxi blu
          p(V) = frequenza dei taxi verdi

      Probabilità condizionale:

          p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu
          p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde

      Formula di Bayes:

                                p(“B”|B) * p(B)
 p(B|“B”) =                                                               = .41
                 p(“B”|B) * p(B) + p(“B”|V) * p(V)

                                      41
JDMLab                                IL PROBLEMA DEL TAXI

      Probabilità di base:

          p(B) = frequenza dei taxi blu
          p(V) = frequenza dei taxi verdi

      Probabilità condizionale:

          p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu
          p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde

      Formula di Bayes:

                                     .80 * .15
 p(B|“B”) =                                                               = .41
                             .80 * .15 + .20 * .85

                                      42
JDMLab                                IL PROBLEMA DEL TAXI

      Probabilità di base:

          p(B) = frequenza dei taxi blu
          p(V) = frequenza dei taxi verdi

      Probabilità condizionale:

          p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu
          p(“B”|V) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi verde

      Formula di Bayes:

                      .12                                 .12
 p(B|“B”) =                                 =                             = .41
                 .12 + .17                                .29

                                      43
JDMLab                                 IL PROBLEMA DEL TAXI

      Probabilità di base:

          p(B) = frequenza dei taxi blu
          p(V) = frequenza dei taxi verdi

      Probabilità condizionale:

         p(“B”|B) = probabilità di riconoscere come “taxi blu” un taxi blu
      La maggioranza     delledipersone
         p(“B”|V) = probabilità              che
                                   riconoscere   risponde
                                               come “taxi blu” aunquesto
                                                                   taxi verde
       problema da come risposta .80, ovverosia il valore
      Formula di Bayes:
         corrispondente all’attendibilità del testimone!

                       .12                                 .12
 p(B|“B”) =                                 =                             = .41
                  .12 + .17                                .29

                                       44
JDMLab                                IL PROBLEMA DEL TAXI

     Spiegazione del risultato:

         Per molti di noi, ragionare in termini di probabilità condizionate è
         contro intuitivo.

            Ciò porta alla fallacia del base-rate, detta anche fallacia di
            sottoutilizzazione delle probabilità a priori.
            Ciò ci impedisce di usare l’informazione diagnostica fornita
            dalla distribuzione delle frequenze di base.

     Due principali ragioni:

         Le distribuzioni di frequenze di base sono utilizzate quando
         risultano causalmente rilevanti (cioè, quando possono essere
         considerate come fonte dell’evento da valutare).

         I dati di base sono ritenuti irrilevanti per il problema, essendo
         informazioni casuali o a bassa rilevanza.

                                      45
FALLACIA DELLA SOTTOUTILIZZAZIONE DELLA
JDMLab                                  PROBABILITÀ A PRIORI

     In un secondo compito, Tversky e Kahneman (1980) hanno reso più
     saliente la correlazione tra il taxi coinvolto nell’incidente e la frequenza
     dei due tipi di taxi in città.

     In questo caso alle persone veniva detto:

         Un tassista è accusato di aver investito un passante in una notte
         tempestosa, e di essere fuggito senza prestare aiuto.
         In quella città operano solo due compagnie di taxi la blu e la verde.

             Anche se le due compagnie di taxi hanno più o meno la stessa
             dimensione, la probabilità che un incidente coinvolga un taxi
             verde è dell’85%, mentre per i taxi blu è il 15%.

             Il resto dello scenario inclusa l’attendibilità della testimone
             era identico…

                                       46
FALLACIA DELLA SOTTOUTILIZZAZIONE DELLA
JDMLab                                      PROBABILITÀ A PRIORI

       In questo caso, la base rate è generale e non legata alle due
       compagnie, perché viene detto che in generale la maggioranza dei taxi
       è verde.

               Sembra una piccola differenza ma induce le persone a creare una
               relazione causale (verde = più incidenti).

                  Infatti, con il secondo scenario, la maggioranza delle persone
                  da una valutazione quasi corretta.

                           Primo scenario                Secondo scenario

                     Blu       Verde    Totale         Blu      Verde     Totale

    Incidente         15        85       100            15        85       100

   No incidente       15        85       100            85        15       100

      Totale          30        170                    100       100

                                            47
JDMLab                             SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

     Gigerenzer e Hoffrage (1995, 1999) hanno dimostrato che la
     valutazione dei rischi (e di altri eventi probabilistici) dipende molto dal
     modo in cui le stime vengono espresse.

         Formato probabilistico

             Probabilità del 90% che si verifichi l’evento X

         Formato in frequenza

             9 volte su 10 si verifica l’evento X

         I risultati hanno dimostrato che le persone hanno più facilità a
         ragionare in termini bayesiani quando le informazioni
         probabilistiche vengono presentate in frequenza.

                                       48
JDMLab                           SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

     Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales
     (2001).

         Condizione probabilistica:

            È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco
            le informazioni relative alla malattia e i risultati del test:

            Una persona sottoposta al test ha il 4% di probabilità di aver
            contratto la malattia.

            Se una persona ha contratto la malattia, ha il 75% di probabilità
            di avere una reazione positiva al test.

            Se una persona non ha contratto la malattia, ha comunque il
            12.5% di probabilità di avere una reazione positiva al test.

            Immagina che Paolo venga sottoposto al test. Se ha una
            reazione positiva, qual è la probabilità che abbia contratto la
            malattia?

                                     49
JDMLab                              SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

       Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales
       (2001).

            Condizione probabilistica:

               È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco
               le informazioni relative alla malattia e i risultati del test:
   In questo caso la maggioranza delle persone risponde che la
             Una persona sottoposta al test ha il 4% di probabilità di aver
   probabilità che Paola abbia contratto la malattia è pari a 75%
               contratto la malattia.

     Ma la risposta   corretta,
              Se una persona  ha applicando     il Teorema
                                 contratto la malattia,         di di
                                                        ha il 75%  Bayes    è
                                                                      probabilità
                                    20% al test.
              di avere una reazione positiva

               Se una persona non ha contratto la malattia, ha comunque il
               12.5% di probabilità di avere una reazione positiva al test.

               Immagina che Paolo venga sottoposto al test. Se ha una
               reazione positiva, qual è la probabilità che abbia contratto la
               malattia?

                                        50
JDMLab                          SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

     Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales
     (2001).

         Condizione di frequenza:

            È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco
            le informazioni relative alla malattia e i risultati del test:

            4 persone su 100 contrarranno la malattia.

            3 delle 4 persone che contraggono la malattia hanno una
            reazione positiva al test.

            12 delle 96 persone che non contraggono la malattia hanno
            comunque una reazione positiva al test.

            100 persone vengono sottoposte al test. In questo gruppo ci
            aspettiamo che [ ___ ] persone abbiano una reazione positiva
            al test e tra queste [ ___ ] avranno contratto la malattia.

                                    51
JDMLab                            SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

      Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales
      (2001).

          Condizione di frequenza:

             È allo studio un test per la diagnosi di una nuova malattia. Ecco
             le informazioni relative alla malattia e i risultati del test:

             4 persone su 100 contrarranno la malattia.
        In questo caso, il numero di persone che risolve
            3 delle 4
    correttamene    il persone
                       problemache aumenta
                                   contraggonoinlamodo
                                                  malattiasignificativo.
                                                           hanno una
             reazione positiva al test.

             12 delle 96 persone che non contraggono la malattia hanno
             comunque una reazione positiva al test.

             100 persone vengono sottoposte al test. In questo gruppo ci
             aspettiamo che [ ___ ] persone abbiano una reazione positiva
             al test e tra queste [ ___ ] avranno contratto la malattia.

                                          52
JDMLab                           SENSIBILITÀ ALLE FREQUENZE

     Questo risultato emerge anche da uno studio di Girotto e Gonzales
     (2001).

         Ma perché le risposte corrette aumentano nel caso del
         formato in frequenza?

         Sembrano esserci due fattori principali:

            Nella domanda viene prima chiesto di calcolare il denominatore
            (l’insieme delle possibilità di avere una reazione positiva).

            Poi viene chiesto di calcolare il numeratore (il sottoinsieme di
            possibilità che la reazione positiva al test corrisponda alla
            presenza della malattia).

         In altre parole, si chiede alle persone di calcolare separatamente i
         due valori, portando così a dare la risposta corretta “3 su 15” (cioè
         20%).

                                     53
JDMLab                                         RATIO BIAS

  Se viene estratta una pallina rossa vincete 100 Euro. Dovete scegliere l’urna
                             da cui estrarre la pallina:

              Urna A                                          Urna B
             10 palline                                     100 palline

  In questa urna c’è 1 pallina rossa           In questa urna ci sono 7 palline rosse

                    Da quale urna preferite estrarre la pallina?

                                         54
JDMLab                                         RATIO BIAS

  Se viene estratta una pallina rossa vincete 100 Euro. Dovete scegliere l’urna
                             da cui estrarre la pallina:

              Urna A                                          Urna B
             10 palline                                     100 palline

  In questa urna c’è 1 pallina rossa           In questa urna ci sono 10 palline rosse

                    Da quale urna preferite estrarre la pallina?

                                         55
JDMLab                              IL CASO O. J. SIMPSON

     Nell’ottobre del 1995, dopo 253 giorni di processo e l’escussione di 126
     testimoni, la giuria dichiara il celebre giocatore di football Orenthal
     James Simpson non colpevole dell’omicidio di sua moglie Nicole Brown
     e dell’amico di lei Ronald Goldman.

                                     56
JDMLab                               IL CASO O. J. SIMPSON

     I difensori di O. J. Simpson si avvalsero della consulenza di Alan
     Dershowitz e riuscirono a demolire la tesi dell’accusa centrata
     sull’argomento che:

         I maltrattamenti coniugali portano all’omicidio.

                                     57
JDMLab                               IL CASO O. J. SIMPSON

     Secondo l’accusa:

         C’era una storia di maltrattamenti coniugali: O. J. almeno una volta
         aveva picchiato la moglie e manifestava la tendenza a
         comportamenti violenti.

         C’era anche il movente per un omicidio: la relazione extra-
         coniugale della moglie con Goldman.

     La tesi dell’accusa, riassunta in una frase, era quindi che “un ceffone è
     un preludio all’omicidio”.

                                      58
JDMLab                              IL CASO O. J. SIMPSON

     Secondo Dershowitz era possibile istruire una difesa basata sul fatto
     che

         maltrattamenti e percosse non sono ammissibili come prove
         in un processo di omicidio.

     Il ragionamento alla base di questa conclusione era che “la
     maggioranza delle donne che vengono assassinate sono uccise da
     uomini con cui hanno una relazione, indipendentemente dal fatto che
     costoro le picchiassero o meno. Le percosse non sono un buon indizio
     indipendente di omicidio”.

                                     59
JDMLab                              IL CASO O. J. SIMPSON

     Per sostenere la sua tesi Dershowitz fece riferimento al seguente dato:

         4 milioni di donne vengono percosse ogni anno dai loro
         compagni, ma solo 1432 vengono successivamente uccise,
         dal marito o dall’amante.

     Partendo da questi dati calcolò che c’è meno di 1 omicidio ogni 2500
     casi di maltrattamento.

         Di conseguenza, solo una percentuale infinitesimale di uomini che
         schiaffeggiano o picchiano le loro compagnie arriva ad
         assassinarle.

                                     60
JDMLab                               IL CASO O. J. SIMPSON

         “Dimostrare che un uomo picchiava la moglie è più
         pregiudizievole che probativo” dato che non c’è una prova
         scientificamente accettabile del fatto che i maltrattamenti domestici
         preludano all’omicidio.

     Tuttavia, Gigerenzer (2003) ritiene che il ragionamento proposto dal
     consulente della difesa sia fuorviante.

         Secondo Dershowitz la classe rilevante di riferimento è “tutte le
         donne picchiate”

         Tuttavia, egli omette un dato ritenuto cruciale, ovverosia che
         “Nicole Brown Simpson non era stata soltanto picchiata, era
         stata uccisa!”

                                     61
JDMLab                               IL CASO O. J. SIMPSON

     La percentuale pertinente non è quella che indica quanti fra gli uomini
     che maltrattano le loro compagne arrivano ad ucciderle, bensì

         la probabilità che un uomo abbia ucciso la sua compagna
         nell’ipotesi che la picchiasse E che la donna sia stata
         assassinata.

     Questo è l’errore di ragionamento di Dershowitz:

         Si può considerare corretta la stima che, ogni anno, su 2500
         donne picchiate 1 venga anche uccisa dal compagno e questo
         dato corrisponde a 40 donne ogni 100.000.

         Ma ci sono anche donne picchiate che vengono uccise da
         qualcuno che non è il compagno. Sulla base dei dati disponibili
         presso il ministero della giustizia si trova che ogni anno 5 su
         100.000 sono uccise da altri.

                                     62
JDMLab                              IL CASO O. J. SIMPSON

     Grazie ad una rappresentazione ad albero, si può osservare un
     risultato diverso da quello a cui era giunto Dershowitz.

         Le percosse alla moglie sono effettivamente una prova a carico del
         compagno della donna assassinata

                                     100.000
                                  donne picchiate

                        45                               99955
                    assassinate                     non assassinate

           40                        5
     dal compagno                 da altri

                                    63
JDMLab                                 IL CASO O. J. SIMPSON

     La classe di riferimento dunque è più ristretta rispetto a quella usata da
     Dershowitz.

         include solo le donne picchiate dai loro mariti/compagni e poi
         uccise da qualcuno.

         In realtà, però, sulla base dei dati riportati nell’albero delle
         frequenze, si nota che l’assassino è diverso dal marito/
         compagno solo in 1 caso su 9.

            Dal momento che la moglie di O. J. Simpson è stata
            assassinata e lui l’aveva picchiata, la probabilità che non sia
            colpevole non è così bassa…

            Se una donna è stata assassinata e il suo compagno la
            picchiava, la probabilità che l’assassino sia proprio lui è
            pari al 90% (8 casi su 9).

                                       64
JDMLab                             IL CASO O. J. SIMPSON

     La conclusione che si dovrebbe raggiungere, quindi è che:

         Le percosse non sono pregiudizievoli ma probative.

                                    65
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     Spesso gli individui confondono la probabilità che si verifichi A nella
     condizione che vi sia B [P(A|B)], con la probabilità che si verifichi B
     nella condizione che vi sia A [P(A|B)].

         Nel contesto giudiziario questo errore è conosciuto come:

         “fallacia dell’accusatore”

                                      66
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997)

         In un giorno di giugno 1964, Juanita Brooks stava recandosi a
         casa con il carrello della spesa. In cima al carrello aveva posto la
         sua borsa.
         Improvvisamente la signora Brooks viene gettata a terra da una
         persona che non aveva visto, riesce a girarsi e scorge una giovane
         donna che sta scappando. La borsa con circa $40 era sparita.

         Un testimone dichiara che la donna che era scappata era bionda,
         portava la coda di cavallo, aveva un abito scuro e se ne era andata
         su un’auto gialla guidata da un nero con barba e baffi.

         La polizia arresta i coniugi Collins data la corrispondenza alla
         descrizione. Al processo si verificano alcune difficoltà testimoniali
         per l’accusa.

                                      67
JDMLab                              FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997)

           Il procuratore chiede ad un esperto di rispondere alla domanda
           “qual è la probabilità che i Collins siano innocenti, se hanno tutte e
           sei le caratteristiche enumerate dalla descrizione dei colpevoli?

           Per poter rispondere, l’esperto riassume in una tabella le
           frequenze relative ad una serie di aspetti testimoniali:

           Dato testimoniale                   Probabilità di occorrenza
            Ragazza con capelli biondi                      1/3
          Ragazza con coda di cavallo                      1/10
         Automobile parzialmente gialla                    1/10
                       Uomo con i baffi                     1/4
               Uomo nero con la barba                      1/10
            Coppia interrazziale in auto                  1/1000
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997)

         L’esperto testimonia che la probabilità congiunta di un certa
         combinazione delle caratteristiche riportate in tabella è uguale al
         prodotto delle singole probabilità di ciascuna.

         Il prodotto delle singole probabilità costituisce la probabilità che
         una coppia presa a caso presenti tutte e sei le caratteristiche.

            Questa probabilità è pari a 1/12.000.000 di essere innocente.

         L’accusa ritenne anche che fosse una stima prudenziale: “la
         probabilità che ci fosse un’altra coppia con le stesse caratteristiche
         di quella sotto accusa poteva essere stimata a 1 su 1 miliardo”.

                                      69
JDMLab                           FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     ESEMPIO (People vs. Collins - Kohler, 1997)

         Quindi la conclusione dell’esperto fu che gli imputati avevano una
         probabilità minima di essere innocenti.

            Grazie a questo ragionamento, il procuratore ottenne un
            verdetto di colpevolezza.

         La Corte Suprema della California cui la difesa si era appellata
         annullò la condanna rilevando tra le altre cose un fondamentale
         difetto di ragionamento del procuratore.

            La supposizione che la probabilità di osservare tutte e sei
            le caratteristiche in una coppia presa a caso fosse anche la
            probabilità dell’innocenza dei Collins.

                                    70
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     Gigerenzer (2002) distingue due questioni in casi simili a quello
     nell’esempio:

     1.Qual è la probabilità che un individuo (o una coppia) corrisponda
      punto per punto a tutte le caratteristiche note del colpevole (o dei
      colpevoli)?

     2.Qual è la probabilità che un individuo (o una coppia) non sia
      colpevole, posto che corrisponda punto per punto a tutte le
      caratteristiche note di chi ha commesso il reato?

                                     71
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     La fallacia dell’accusatore consiste, quindi, nel ragionare come se la
     probabilità di una concordanza casuale sia identica alla
     probabilità della non colpevolezza dell’imputato.

         In altre parole, è come se la probabilità della colpa fosse uguale a
         1 meno la probabilità di una concordanza casuale.

         Supponiamo che p (concordanza) sia uguale a 1 su 1000.

            L’errore consiste nel concludere che è uguale a 1 su 1000
            anche la probabilità che l’imputato non sia colpevole, o che la
            probabilità di essere colpevole sia 999 su 1000.

            Non è così!

                                     72
JDMLab                             FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     Le persone falliscono nell’identificare la classe di riferimento.

         1/1000: A cosa si riferisce quel 1000 nel denominatore?

         La classe di riferimento di quel dato non è né la colpevolezza, né
         l’innocenza dell’imputato ma la possibilità di una
         corrispondenza causale.

             Ovverosia, che un individuo a caso presenti le stesse
             caratteristiche riscontrate tra quelle indicate da un testimone.

                                       73
JDMLab                            FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     La differenza tra queste due probabilità risulta chiara facendo il
     seguente esempio:

         Immaginiamo che la probabilità che un italiano scelto a caso sia
         maschio sia pari al 50%.

         La probabilità che un maschio italiano scelto a caso sia il prossimo
         Presidente del Consiglio non è certamente del 50%.

                                      74
JDMLab                           FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     Un modo per superare la fallacia dell’accusatore è quello di tradurre
     l’enunciato probabilistico:

         Da “opaco”:

            “La probabilità che l’imputato possieda queste 6 caratteristiche
            è 1 su 12 milioni”.

         A “trasparente”:

            “Ogni 12 milioni di coppie si può prevedere che una presenti
            queste 6 caratteristiche”.

                                     75
JDMLab                           FALLACIA DELL’ACCUSATORE

     Le frequenze chiariscono subito che bisogna conoscere il numero delle
     coppie presenti nella popolazione di riferimento per stimare la
     probabilità che i Collins siano innocenti.

         Se in California ci sono 24 milioni di coppie ci si può aspettare che
         2 possano essere le coppie con le 6 caratteristiche citate. Di
         conseguenza:

            La probabilità che i Collins siano innocenti è 1 su 2 e non 1
            su 12 milioni.

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     In campo giuridico, il ragionamento induttivo è coinvolto anche nella
     valutazione di:

         Causalità (quali eventi hanno provocato un certo risultato?)

            Anche in questo caso, le parti coinvolte dovranno utilizzare dei
            ragionamenti basati su falsificazioni per poter dibattere e far
            prevalere la propria tesi.

         Colpa (è l’imputato colpevole o no?)

            Anche per stabilire la colpa è necessario utilizzare delle
            induzioni e delle generalizzazioni che si baseranno su scienza,
            esperienza, e contraddittorio.

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     Il tema della causalità e quello della colpa sono stati studiati dai
     ricercatori che si occupano di “controfattuali”.

         I controfattuali sono i ragionamenti con cui le persone considerano
         il modo in cui i fatti avrebbero potuto verificarsi.

             Tutti noi usiamo i controfattuali quando, per esempio,
             cerchiamo di “simulare” quello che sarebbe potuto succedere
             se avessimo agito in modo diverso in una certa situazione.

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     Stabilire i fatti e i contraffatti costituisce un procedimento di pensiero
     normale per emettere un giudizio e può determinare degli effetti diversi
     sulla sentenza a seconda degli elementi su cui si costruisce il
     controfattuale.

         Riferimento all’Art. 40 del Codice Penale

            “Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge
            come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende
            l’esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione o
            omissione. Non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico
            di impedire, equivale a cagionarlo”.

     Il ricorso al ragionamento controfattuale è implicito nella definizione
     dettata dal codice penale per stabilire se la condotta di un imputato è
     stata all’origine di un evento criminoso e quindi per valutare la
     responsabilità dell’imputato.

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     ESEMPIO 1: Un caso di stupro

         Una donna si sta recando al lavoro con la propria auto. Lungo il
         tragitto l’auto ha un guasto che la costringe a fermarsi. Scende per
         controllare cosa è successo e con il cellulare tenta di contattare
         qualcuno che la possa aiutare.

         Nel frattempo si ferma un’auto dalla quale scende un individuo che
         le offre un passaggio fino alla prima officina. Una volta a bordo la
         signora diventa oggetto di attenzioni sempre più insistenti da parte
         di quell’individuo che dopo un pò accosta in un posto isolato e la
         costringe ad avere un rapporto sessuale.

         Dopo essere stata abbandonata per strada, la donna, soccorsa,
         viene accompagnata ad un posto di polizia dove espone denuncia.
         L’uomo viene individuato e processato.

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     ESEMPIO 1: Un caso di stupro

         Nel corso del processo vengono ricostruiti i fatti, cioè ciò che
         effettivamente è accaduto, ma anche alternative più o meno
         verosimili e il ragionamento che si sviluppa potrebbe essere del
         tipo

            “se l’uomo non avesse frainteso il comportamento amichevole
            della donna…”

            “se la donna avesse ringraziato ma non avete conversato una
            volta salita a bordo dell’auto…”

     Il problema, quindi, è quali possono essere i contraffatti che vengono in
     mente, dato che non tutti sembrano avere la stessa probabilità.

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     ESEMPIO 2

         Il sig. Jones ha 47 anni ed è un affermato funzionario di banca con
         tre figli. Sua moglie è ammalata da diversi mesi e deve stare a
         casa. Un giorno il sig. Jones uscì dall’ufficio all’orario consueto.
         Qualche volta usciva prima per fare le compere per sua moglie,
         ma quel giorno non era necessario. Il tempo era eccezionalmente
         bello e così il sig. Jones non percorse con l’auto la solita strada.
         Disse ai suoi colleghi che avrebbe preso la strada panoramica,
         lungo il mare, per godersi l a vista.

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     ESEMPIO 2

         L’incidente avvenne all’incrocio. Quando arrivò a metà della
         panoramica, all’incrocio principale, si accorse che il semaforo
         stava passando dal verde al giallo. Molto prudente alla guida, il sig.
         Jones frenò, anche se in realtà avrebbe potuto benissimo fare in
         tempo.
         Non riuscì però a fermarsi e passò l’incrocio quando ormai il
         semaforo era appena passato sul rosso

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     ESEMPIO 2

         Nel momento in cui passava, arrivò un camioncino che travolse la
         sua macchina. Il sig. Jones morì sul colpo. Più tardi si seppe che il
         camioncino era guidato da un ragazzo che era sotto l’influenza
         della droga.
         Come capita usualmente in queste circostanze, nei giorni che
         seguirono l’incidente, i familiari di Jones e loro amici spesso
         pensavano e dicevano “Se solo…”

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           ESEMPIO 2

              In tabella i risultati dei pensieri controfattuali prodotti dai
              partecipanti che hanno letto lo scenario relativo al sig. Jones.

               Categorie di risposte                          Frequenze

   Percorso                                                       33

   Tempo di partenza                                               2

   Incrocio                                                       14

   Ragazzo                                                        13

   Altro                                                           3

                                           85
JDMLab                            IL PENSIERO CONTROFATTUALE

     Spiegazione dei risultati:

         I partecipanti quando dovevano rispondere alla domanda “se
         solo…” non modificavano mentalmente i valori di una variabile
         continua come il tempo (“se fosse uscito in anticipo anche quel
         giorno”).

            Intervenivano invece sul protagonista della storia.

               In particolare, le persone tendono sempre ad eliminare/
               modificare il comportamento che sembra più eccezionale
               rispetto a come gli eventi avvengono abitualmente.

               Es.: Se solo non avesse scelto la strada panoramica.

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JDMLab                            IL PENSIERO CONTROFATTUALE

     Spiegazione dei risultati:

         Quindi, molte persone per “evitare” l’incidente ristabiliscono il
         valore “normale” della variabile che descrive il comportamento del
         protagonista, quando torna a casa dall’ufficio.

            Mentalmente, sembra più “disponibile” uno scenario in cui
            l’esito sarebbe stato diverso se il protagonista si fosse
            comportato normalmente.

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JDMLab                        LA CONTROLLABILITÀ DEGLI EVENTI

     In uno studio di Girotto, Legrenzi e Rizzo (1991) è stato presentato
     questo scenario

         Il sig. Bianchi uscì dal lavoro alla solita ora per tornare a casa, ma
         il suo percorso fu rallentato da una serie di intoppi (trovò un
         camion in manovra, un tronco d’albero sulla strada e un gregge
         che transitava lentamente) e dalla sua decisione di fermarsi al bar
         a bere una birra.

            Al suo arrivo a casa trovò la moglie in fin di vita per un attacco
            cardiaco. Tentò invano di rianimarla, ma lei morì”.

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JDMLab                       LA CONTROLLABILITÀ DEGLI EVENTI

     Girotto, Legrenzi e Rizzo (1991)

         Questo esperimento ha permesso di dimostrare che le persone
         tendono a modificare mentalmente gli eventi che sono sotto il
         controllo del protagonista.

            In particolare, vengono modificate le azioni connotate da
            intenzionalità.

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JDMLab                           ESPERTI E CONTROFATTUALI

     Ricerche condotte su un campione di giudici, con diversa expertise,
     hanno chiesto di risolvere un caso giudiziario.

         Si è osservato che i magistrati esperti, nel corso del processo,
         prendevano in considerazione più alternative riguardanti lo
         svolgimento dei fatti rispetto ai magistrati meno esperti.

            Questo farebbe pensare che gli esperti facciano ricorso al
            ragionamento controfattuale più di quanto non facciano i
            magistrati meno esperti.

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JDMLab                           EFFETTI DEL CONTROFATTUALE

     Bothwell e Duhon (1994) hanno proposto questo caso giudiziario:

         Il proprietario di un campo da golf era stato processato per la
         morte di un giocatore colpito da un fulmine mentre era sul campo.

         In tribunale, gli attori, beneficiari del deceduto, avevano chiesto un
         risarcimento di 1.2 milioni di dollari sostenendo che l’incidente non
         si sarebbe verificato se il campo da golf fosse stato dotato di un
         sistema d’allarme tanto efficiente da segnalare come comportarsi
         in caso di temporale.

         L’imputato sosteneva che il golfista era stato un irresponsabile non
         avendo cercato rifugio nella club house all’avvicinarsi del
         temporale.

            Ai partecipanti veniva chiesto di produrre pensieri controfattuali
            indicando anche l’entità del risarcimento ritenuta appropriata.

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JDMLab                          EFFETTI DEL CONTROFATTUALE

     Bothwell e Duhon (1994):

         Pochi partecipanti fornivano controfattuali coerenti con le norme
         che prescrivono le installazioni e i comportamenti per garantire la
         sicurezza, ad esempio:

            “se il campo da golf avesse avuto il sistema di allarme migliore,
            non si sarebbe verificato l’incidente”.

            Risarcimento medio: 956.000$

                                     92
JDMLab                          EFFETTI DEL CONTROFATTUALE

     Bothwell e Duhon (1994):

         Più frequentemente venivano generati controfattuali basati sulla
         comparazione tra ciò che aveva fatto la vittima e i comportamenti
         che avrebbe avuto dovuto tenere, ad esempio:

            “se il golfista fosse stato più prudente e avesse cercato riparo
            nella club house, l’incidente non si sarebbe verificato”.

            Risarcimento medio: 17.000$

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JDMLab                              EFFETTI DEL CONTROFATTUALE

     Bothwell e Duhon (1994):

         I partecipanti spostano il focus della responsabilità dall’imputato
         alla vittima.

         Inoltre, si focalizzano:

            di più su un comportamento preventivo mancato (il non aver
            cercato riparo nella club house).
            di meno su un antecedente fattuale negativo (l’assenza di un
            sistema di allarme nel campo da golf).

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