Osservatorio critico della germanistica - Neuro Humanities Studies
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Osservatorio critico della germanistica
Indice Recensioni Letteratura e cultura Michael Dallapiazza Sergej Ullrich, Mythen der Edda in der deutschen Dichtung p. 390 Luisa Giannandrea Bernard Aikema (a cura di), Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia 393 Gabriella Catalano Carsten Rohde – Thorsten Valk – Mathias Mayer (hrsg. v.), Faust-Handbuch 396 Aldo Venturelli Globalisierung als Chance? Goethe und die Weltliteratur, «Goethe-Jahrbuch», 134 (2017); Sandra Richter, Eine Weltgeschichte der deutschsprachigen Literatur 399 Giovanna Cermelli Renata Gambino – Grazia Pulvirenti, La mente narrativa di Heinrich von Kleist 404 Giulia Fanetti Clemens Ruthner, Habsburgs ‘Dark Continent’. Postkoloniale Lektüren zur österreichischen Literatur und Kultur im langen 19. Jahrhundert 408 Natascia Barrale Amelia Valtolina – Luca Zenobi (a cura di), Ah, la terra lontana... Gottfried Benn in Italia 412 Elena Raponi Riccardo Concetti, Robert Michel. Ein österreichischer Dichter-Offizier 415 Giulio Schiavoni Luigi Forte, Berlino città d’altri. Il turismo intellettuale nella Repubblica 418 di Weimar Fabrizio Cambi Stefan Zweig – Benno Geiger, «Non mi puoi cancellare dalla memoria». 421 Lettere 1904-1939 Valeria Di Gregorio Karin Richter, Die erzählende Kinder- und Jugendliteratur der DDR 424 Stefano Apostolo, Anneliese Betond, Briefe an Thomas Bernhard, hrsg. v. Raimund Fellinger 427 Maurizio Basili Peter Rusterholz, Chaos und Renaissance im Durcheinandertal Dürrenmatts 431 387
Daniela Nelva Serena Grazzini (a cura di), Wolfgang Hildesheimer p. 433 Anna Fattori Margrit V. Zinggeler, Swiss Maid. The Untold Stories of Women’s Contributions to Switzerland’s Success 437 Marco Castellari Cesare Lievi, Un teatro da fare, a cura di Lucia Mor 441 Maria Fancelli Luca Renzi (a cura di), Arte e scienza. Kunst und Wissenschaft, miscellanea in onore di Aldo Venturelli 445 Rita Calabrese Paola Del Zoppo – Giuliano Lozzi (a cura di), Sulle tracce di Antigone. Diritto, letteratura e studi di genere 451 Francesca Tucci Raul Calzoni (a cura di), La circolazione del sapere nei processi traduttivi della lingua letteraria tedesca 456 Linguistica e didattica della lingua Gianluca Cosentino Marcella Costa – Marina Foschi Albert (a cura di), Grammatica del tedesco parlato 460 Tiziana Roncoroni Antonella Nardi, Studentisches erklärendes Handeln in der Tesina auf Deutsch 463 Schede Ferruccio Delle Cave Luca Renzi (a cura di), Christian Morgenstern: aforismi e liriche nel segno dell’antroposofia di Rudolf Steiner 466 Sabine Dengscherz Marianne Hepp – Martina Nied Curcio (a cura di), Educazione plurilingue 467 Convegni e seminari: resoconti e bilanci Paolo Panizzo, Trieste 1768. Winckelmann privato. Conseguenze di una morte inaudita 468 388
Leonie Heim – Tillmann Heise, Kulturkritik der Wiener Moderne p. 471 Elisa Destro, Traum und Literatur im 20. Jahrhundert 475 Mostre Fabrizio Cambi Il Winckelmann-Museum di Stendal 479 Segnalazioni a cura di Fabrizio Cambi 481 389
ne delle posizioni di Auerbach, Richter Il nostro augurio è che, nella pro- ritiene che la Weltliteratur, anche da lei spettiva di questo nuovo umanesimo, identificata principalmente come un ca- si possa tornare a leggere con maggiore none di opere letterarie di particolare attenzione il saggio di Erich Auerbach, valore riconosciuto universalmente, sia dedicato alla filologia della Weltliteratur, un colosso che rischia di crollare sotto il del quale oltre tutto è disponibile da al- proprio peso; per questo ella delimita la cuni anni anche un’edizione italiana, sen- sua ricostruzione storica non come storia za dimenticare che tale saggio è in pri- di una Weltliteratur, ma in modo più de- mo luogo l’esposizione di un metodo di limitato come storia delle modalità con interpretazione maturato nel corso del le quali la letteratura tedesca è stata re- lungo lavoro del suo autore e senza di- cepita e si è diffusa nel mondo; tutto ciò menticare che esso aveva un punto di implica altresì l’analisi dei contatti e del- riferimento fondamentale nella Europäi le relazioni che la letteratura tedesca ha sche Literatur und Lateinisches Mittelal- intessuto con altre letterature in un pro- ter di Ernst Robert Curtius, pubblica- cesso continuo di sempre nuovi adatta- ta nel 1948 ma alla quale l’autore aveva menti. In questa Weltgeschichte così con- iniziato a lavorare fin dal 1932. Resta a cepita assumono particolare importanza nostro avviso piuttosto singolare che, in le traduzioni, ma anche la raccolta di dati una considerazione della Weltliteratur, quantitativi sulla diffusione di determi- finisca per essere smarrita ogni indagine nate opere, ad esempio attraverso la loro di uno più specifico spazio europeo della presenza nella rete internazionale di bi- comunicazione letteraria, che Curtius e blioteche. Essa inoltre è intenzionalmen- Auerbach indagarono con un acume da te concepita come un patchwork di sin- non dimenticare. goli casi di studio, non ha quindi alcuna pretesa di esaustività, anche se questi casi Aldo Venturelli di studio si estendono in un arco tempo- rale che dal 1450 giunge attraverso otto densi capitoli fino a oggi. È evidente che Renata Gambino – Grazia Pulviren- solo sulla base dell’analisi di questi casi ti, La mente narrativa di Heinrich von di studio è possibile valutare meglio il Kleist, Mimesis, Milano-Udine 2018, pp. grande lavoro compiuto da Richter; un 158, € 14 lavoro indubbiamente originale, che me- rita quindi grande attenzione, e che que- Il volume si presenta in prima istanza sta recensione si limita esclusivamente a come un’indagine sulla poetologia klei- segnalare. Significativa comunque, nel stiana, definita nell’introduzione una contesto della discussione tra idea tradi- «innovativa concezione della narrazione zionale di Weltliteratur e NWL, l’osser- come veicolo di sapere sia sulla storia che vazione conclusiva di Richter in merito sull’essere umano, sia sul mondo fisico al superamento di un postcolonialismo che su quello morale» (p. 13). Tale conce- irrigiditosi in un culto esclusivo dell’alte- zione viene illustrata su un corpus di testi rità attraverso una nuova forma di uma- a prima vista provocatoriamente eteroge- nesimo, consapevole dei propri limiti, e neo: i saggi Über das Marionettentheater e quindi della difficoltà di proclamare va- Über die allmähliche Verfertigung der Ge- lori universali che spesso dimenticano la danken beim Reden, la recensione a più loro origine particolare e la loro intrinse- mani Empfindungen vor Friedrichs See- ca fragilità. lenlandschaft e la tragedia Penthesilea. 404
Un’impostazione molto stimolante fin buon diritto definire «l’età di Kleist», re- nelle sue premesse, dunque, che fa perno stituendo centralità alla figura intellet- sulla tesi della natura sperimentale della tuale dell’eccentrico per eccellenza. scrittura di Kleist: si tratterebbe di un in- Il taglio metodologico adottato per defesso sperimentare che investe campi la lettura dei saggi Über das Marionet- diversi coinvolgendo spunti provenienti tentheater e Über die allmähliche Verfer- dalle discipline più innovative dell’epoca tigung der Gedanken beim Reden e della (in particolare studi di scienze naturali, recensione Empfindungen vor Friedrichs soprattutto di fisica, ma anche di antro- Seelenlandschaft, esplicato nei dettagli pologia, filosofia), nonché provocazioni nel pregevole e denso capitolo 1 (Narra- provenienti dall’attualità storico-politica zione, mente e mondo), si avvale dei ri- in cui Kleist è, come si sa, profondamen- sultati delle scienze cognitive. Per la let- te coinvolto. tura di Penthesilea (capitolo 4) vengono ‘Sperimentale’ in questo senso è dun- mobilitati invece ambiti di ricerca ricon- que prima di tutto la cultura dell’epoca ducibili sostanzialmente ai cultural stu- in cui Kleist vive, un’epoca ricca di for- dies. Una pluralità di approcci metodo- ti tensioni intellettuali, contraddistinta logici che sicuramente rende conto della da una progettazione arditissima: di tali complessità dell’opera kleistiana, ma che tensioni e di tale progettazione Kleist re- comporta anche qualche discrepanza – cepisce e rielabora, pur non essendo un forse voluta – proprio nell’interpretazio- teorico (o forse proprio per questo), gli ne del dramma scelto come campione e spunti più dinamici (p. 13). Muoven- soprattutto della figura della protagoni- do dal presupposto di una «sorpren- sta. L’esperimento ‘algebrico’ compiuto dente conformità fra le manifestazioni sulle figure polari di Käthchen e di Pen- del mondo fisico e del mondo morale» thesilea, di cui è parola nel capitolo 2, (DKA, III, 537), Kleist è un narratore evidenzia, mi pare, un nodo tragico in- «alla disperata ricerca delle leggi cui ob- solubile, di natura sostanzialmente diver- bedisce la vita naturale, antropologica, sa rispetto al fallimento della regina delle sociale, storica, ma che scopre sempre Amazzoni – che mai perde la sua regalità solo l’opacità, l’oscurità del legame fra – nella battaglia contro lo straniero op- cause ed effetti» (p. 19). pressore su cui si concentra il capitolo 4. Coerentemente con queste premesse, Nel già citato capitolo 1 viene messa l’indagine condotta da Gambino e Pul- in luce la natura profondamente eversiva virenti non si concentra esclusivamente della strategia narrativa kleistiana, sia dal sull’opera kleistiana, ma ricostruisce in- punto di vista cognitivo (fluttuazione del- nanzitutto il complesso e variegato con- la focalizzazione, p. 25), sia dal punto di testo culturale in cui essa si inscrive, isti- vista ermeneutico (frattura della totalità tuendo ora un dialogo fitto e dinamico romantica di soggetto, mondo e linguag- (capitolo 2, La narrazione della scienza), gio, p. 32). Ne risultano due conseguen- ora un rapporto di contiguità (capitolo ze: per il primo aspetto viene evidenzia- 3, Dalla Mythosdebatte ai miti della mo- to il carattere aporetico del meccanismo dernità) tra le sperimentazioni dell’età narrativo kleistiano (pp. 19-20), per il classico-romantica e la sperimentazio- secondo si rileva una sorta di emancipa- ne kleistiana. Il volume, per certi versi, zione del linguaggio stesso, inteso come si raccomanda anche come studio mo- «materiale organico in cui si intrecciano nografico sulla rivoluzione dei saperi in la coscienza del soggetto, il pensare e l’a- quella che su questa base si potrebbe a gire tramite la parola» (p. 32). 405
Il capitolo 2 (La narrazione della scien- to al ‘contenuto’ delle figurazioni centra- za) racchiude a mio avviso il nucleo cen- li attraverso cui si articola l’esperimento trale del lavoro di Gambino e Pulvirenti. kleistiano sulla grazia, nella loro valenza Partendo da una breve rassegna sul si- metaforica. stema dei saperi nell’epoca classico-ro- Nel complesso viene qui teorizzata ed mantica, viene evidenziato l’interesse del esemplificata una procedura di analisi te- giovane Kleist per la fisica sperimentale, stuale che si rivela particolarmente con- un interesse che si depositerà, negli anni geniale alla scrittura kleistiana. Proprio successivi al 1801 (cioè dopo la cosiddet- nella processualità della scrittura, prima ta ‘crisi kantiana’), nella prassi narrativa ancora che nei temi scelti e nelle strategie dell’autore: «prende corpo una trasfor- narrative o nella costruzione dei dialoghi mazione dello studio scientifico in una teatrali, emerge il nodo fondamentale sperimentazione letteraria sulla mente e di tutta l’opera di Kleist, qui sintetizza- sulle sue capacità gnoseologiche, dando to come «l’opacità dell’essere e l’aporia così vita a una vera e propria poetologia della conoscenza». L’interesse di questo della conoscenza» (p. 48). Con questo approccio risiede anche nella sua appli- assunto il lavoro di Gambino e Pulvi- cabilità: se qui sono stati presi in esame renti si inscrive in un consistente filone testi di carattere saggistico, lo stesso ta- di studi inaugurato già negli anni Settan- glio metodologico darebbe sicuramente ta del Novecento (come segnalato dal- risultati di notevole spessore nell’analisi le autrici nel ricco apparato di note, in delle opere letterarie dell’autore. particolare nota 51), su cui innesta l’ap- Il terzo capitolo (Dalla Mythosdebat- porto delle scienze cognitive. Il risultato te ai miti della modernità) è volto a rico- di questo innesto è l’acuta analisi di al- struire il processo di riflessione filosofica cuni ‘esperimenti’ kleistiani sul rapporto e antropologica che ha condotto, con il fra linguaggio e pensiero, pubblicati nei Romanticismo, all’elaborazione del pro- «Berliner Abendblätter», in particolare getto di fondazione di una ‘nuova mito- Allerneuester Erziehungsplan e Über die logia’. Centrale in questo progetto è l’i- allmähliche Verfertigung der Gedanken potesi di una «Totalvorstellung» in cui i beim Reden. Interessanti in particolare le saperi delle scienze e della filosofia inte- osservazioni sulla corrispondenza fra or- ragiscono con i contenuti emozionali nel dine linguistico e ordine procedurale nel creare una «nuova umanità» – un’umani- primo scritto (p.52) e sulla coincidenza tà che assumerà poi i connotati utopici di di dimensione affettiva e dimensione co- una nuova nazione tedesca (p. 79). Kleist gnitiva nel discorso di Mirabeau ri-co- è partecipe di questa tensione progettua- struito in Über die allmähliche Verferti- le nell’intraprendere «l’esperimento poe- gung der Gedanken beim Reden. Anche tico di mettere in scena una Totalvorstel- Über das Marionettentheater si configura lung delle forze intellettuali e politiche come un esperimento sulla conoscenza, che governano il suo tempo» (p. 80), da «in relazione alla dimensione della cor- cui trae poi le incarnazioni mitologiche poreità, inscenata tramite la qualità per- dei suoi personaggi. Si tratterebbe quin- formativa del linguaggio, che incarna di, in sostanza, di una accezione di Total- in sé la qualità del movimento del cor- vostellung molto diversa rispetto a quella po della marionetta» (p. 57). Nell’anali- ipotizzata da Schelling, quale essa viene si compiuta su questo testo, tuttavia, la qui ricostruita, anzi, per certi versi, in performatività del linguaggio sembra di opposizione ad essa. Si sente qui la man- fatto rivestire un interesse minore rispet- canza di una esemplificazione sui testi 406
kleistiani, che risulterebbe di grande in- tati positivi dell’appartenenza allo stato teresse proprio perché, forse, rimarche- di natura, ma segnala una regressione di rebbe la distanza di Kleist rispetto all’u- cui l’autore evidenzia tutta la spavento- topia romantica. sa consequenzialità. Lo statuto del regno I capitoli 4 (La narrazione della politi- delle Amazzoni, a sua volta, che di questa ca) e 5 (La narrazione del mito) inquadra- regressione è corresponsabile, non viene no la tragedia Penthesilea nel contesto presentato dall’autore come risponden- della militanza antinapoleonica e, in ge- te alle leggi di natura, come testimoniato nerale, antifrancese di Kleist. Sono ben dal ruolo della Sacerdotessa. note le cifrature politiche diffuse in tut- In questa lettura il fallimento tragi- te le opere kleistiane, dal Kohlhaas fino a co dell’eroina mi pare venga ricondotto Käthchen, da Der zerbrochene Krug fino a una hybris simile in sostanza a quella ai pamphlet esplicitamente militanti e dell’eroe tragico tradizionale (p. 115: en- alla Hermannsschlacht. Qui, con l’ausilio trambe le regine ‘amazzoni’ e cacciatri- di una molteplicità di spunti interpreta- ci – Luise e Penthesilea – osano troppo tivi provenienti da vari ambiti degli stu- e accettano la loro rovina: Penthesilea di culturali, vengono messi in rilievo so- uccide se stessa compiendo una sorta di prattutto due aspetti: 1. La funzione di esperimento galvanico sulla psiche e tra- protesta politica antifrancese rivestita sformando il suo sentimento nell’arma dalla Parforcejagd durante le guerre na- che la uccide, Luise incontra Napoleone poleoniche; 2. Il carattere di «rousseauia- come ‘donna morta’). L’orrore suscitato na comunità primigenia, obbediente alle da Penthesilea nella sua stessa comuni- leggi di natura e alle regole biologiche tà, che nel finale si divarica nella liturgia della (loro) organizzazione autarchica» dell’esclusione e nel tentativo disperato (p. 102) del regno delle Amazzoni – in di reintegrazione attraverso la compas- contrapposizione alla ragion di stato che sione, testimonia di quella tragica ambi- governa la strategia aggressiva dei Gre- guità kleistiana, insomma di quella speri- ci. Sulla base di questi presupposti Pen- mentazione di cui è più volte parola nel thesilea si fa paladina di una aristocratica volume. ribellione contro gli invasori, guidando i Il capitolo 6 (La narrazione dell’im- suoi cani nella Parforcejagd finale contro maginazione), introdotto da alcune an- Achille. In quanto sovrana di uno sta- notazioni sull’ekphrasis come genere te- to ancora armonicamente ancorato alle stuale, è dedicato all’analisi del processo leggi di natura, Penthesilea diventa però messo in atto da Kleist nella lettura del soprattutto proiezione della figura più quadro Mönch am Meer di Caspar Da- amata e venerata nella Prussia dopo la vid Friedrich, esposto a Berlino nel 1810. catastrofe del 1806, la regina Luisa. Nell’analisi del contributo kleistiano alla Questa lettura del carattere della pro- recensione (pubblicata sotto il nome di tagonista, e quindi del dramma nel suo Brentano) viene ricostruito il procedi- complesso, suscita alcuni interrogativi. mento in virtù del quale il lettore – tra- Perché eliminare quegli aspetti di «ago- sformato in spettatore – viene trasposto, ne e ferocia» (p. 51) o, se vogliamo, di attraverso il quadro di Friedrich, all’in- «Glanz und Schmutz» che pure vengono terno dello scenario naturale che il qua- ritenuti – e sono – essenziali nella ‘nar- dro raffigura. L’attivazione della facoltà razione’ di Kleist? Nella caccia contro immaginativa del lettore/spettatore met- Achille l’assimilazione della protagoni- te in moto un’inedita dinamica di frui- sta alle sue cagne non riveste i conno- zione dell’oggetto artistico che consente 407
il recupero del sentimento del sublime. tano dalle manipolazioni mitologiche del Il potenziamento della facoltà immagina- suo centro, in maniera postcoloniale, vici- tiva, questa la tesi con cui si conclude il na all’affermazione delle periferie. Con la lavoro, fa sì che il lettore possa tentare di convinzione di dover includere l’Austria «superare i limiti e i confini del proprio tra le nazioni europee colonialiste, Ruth- potenziale cognitivo» rielaborando crea- ner struttura questo testo, che è contem- tivamente l’esperienza dell’inconoscibi- poraneamente ricerca e divulgazione, le. Questa ipotesi di lettura dell’ekphrasis come una guida per il lettore nella pro- kleistiana si ricollega idealmente, come spettiva del colonialismo non già come già accennato, al modello elaborato nel progetto ultramarino ma modus del rap- primo capitolo, di cui costituisce anzi porto tra centro e periferia. Perciò nel- un’esemplare applicazione. la prima parte del libro si forniscono gli Nelle pagine finali del volume emer- strumenti per leggere la dominazione ge dunque chiaramente il filo rosso che continentale asburgica come quella del collega i testi kleistiani selezionati, so- centro di un impero colonialista, appro- prattutto quelli saggistici, in un percor- fondendo poi l’incontro-scontro fra cen- so certo non lineare ma tanto più interes- tro e periferia coloniale, riflesso in alcuni sante per quegli aspetti di discontinuità testi della letteratura austriaca, ed infine che rivelano sottotraccia la presenza di focalizzandosi sul Kolonialismus als Kul- un fitto dialogo fra le voci diverse delle tur imposto dalla Corona sui territori due autrici. Nel complesso una originale della Bosnia-Erzegovina. Il testo solle- proposta di lettura non solo di questi te- cita numerosi spunti di riflessione volti sti, ma di tutta l’opera di Kleist, ricca di a orientare l’interesse critico del lettore spunti anche provocatori, sollecitati del verso un ulteriore approfondimento del resto da un autore sicuramente fra i più tema. provocatori della letteratura tedesca non L’Austria, mascherata prima da po- solo della sua epoca. tenza ‘gentile’ che occupava i territo- ri proteggendo l’integrità dei popoli e Giovanna Cermelli poi potenza modesta e sconfitta dopo le grandi guerre, si è costruita un man- tello mitologico così spesso da mettere Clemens Ruthner, Habsburgs ‘Dark a tacere la propria coscienza. Secondo Continent’. Postkoloniale Lektüren zur Ruthner lo si evince a partire dalla sto- österreichischen Literatur und Kultur im riografia: la maggior parte dei testi ri- langen 19. Jahrhundert, Narr Francke porta infatti un’immagine dell’Austria Attempto, Tübingen 2017, pp. 401, € 78 non aggressiva e priva di ambizioni co- loniali, un’eccezione tra le nazioni euro- Clemens Ruthner, professore presso il pee imperialiste, esasperata in concetti Trinity College di Dublino, con all’atti- come Mitteleuropa, proiezione utopica vo diversi studi nell’ambito della germa- di sé come luogo di incontro pacifico nistica e dei postcolonial studies, è legato tra culture, un’immagine cieca ma con- ai progetti di ricerca internazionali pro- vincente, diffusa anche tra altri popoli mossi dalla piattaforma Kakanien Revi- colonizzatori ‘indeboliti’, come il Por- sited, la quale ha come scopo quello di togallo. Tuttavia la verità ha comincia- dare ascolto a testi e voci dei territori re- to a venire a galla grazie, tra gli altri, a moti dell’ex impero asburgico, con l’in- ricercatori come Walter Sauer, che nel tento di rileggere la storia imperiale lon- suo studio K.u.k. kolonial (2002) rile- 408
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