Eccovi tutte le cose che dovete sapere sulla coppetta mestruale - Donnissima

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Eccovi tutte le cose che dovete sapere sulla coppetta mestruale - Donnissima
Eccovi tutte le cose che
dovete sapere sulla coppetta
mestruale
Eccovi la nostra guida con tutte le informazioni da sapere e
le nostre opinioni sulla coppetta mestruale: scoprite come si
usa, quali sono le controindicazioni e dove comprarla, anche
online!

Coppetta questa sconosciuta! In Italia molte donne – e non
solo le più tradizionaliste – guardano alle coppette per il
ciclo ancora con diffidenza e scetticismo. Al contrario, nel
mondo anglosassone, da cui provengono, sono ormai un vero e
proprio must utilizzato da tutte, giovani e mature.

Uno strumento che ha finalmente fatto dimenticare le
limitazioni avvertite durante i periodi del ciclo femminile.

E’ importante anche sottolineare che la coppetta mestruale è
un’alternativa eco-sostenibile ai classici assorbenti sia
interni che esterni, utilizzati mensilmente dalla gran parte
delle donne in età fertile.

Coppetta mestruale: cos’è e quali vantaggi ha
Parliamo di un piccolo calice a forma di imbuto fatta in
Eccovi tutte le cose che dovete sapere sulla coppetta mestruale - Donnissima
silicone anallergico (lungo circa 4-5cm, con diametro di 3
cm). Viene posizionata all’interno del canale vaginale
attraverso poche e semplici manovre, in modo da consentire la
raccolta del flusso invece che l’assorbimento.

Sono disponibili in 3 taglie differenti, grandi, medie e
piccole, da usare anche in funzione del proprio tipo di
flusso, dell’età e del fatto di aver già avuto bambini.
Alcune marche ne hanno solo due, il tipo A, più grande, e il
tipo B, più piccolo.

Diversamente da quanto accade per gli assorbenti
tradizionali, questa coppetta può essere riutilizzata più
volte.

Basterà lavarla con del sapone neutro e risciacquarla ad ogni
ricambio. Tra un ciclo e l’altro è opportuno sterilizzarla
all’inizio e alla fine.

Dura così per diversi anni, consentendo evidenti vantaggi
anche economici!

Se si pensa che l’unica spesa è l’acquisto della coppetta
(con un costo variabile, in genere, dai 15 ai 30 euro), come
vedremo in seguito, si tratta di un’invenzione davvero poco
dispendiosa. Ci guadagnano le donne e ci guadagna l’ambiente.

Un’alternativa ecologica
Già, perché si eliminano anche gli assorbenti, che sono
prodotti altamente inquinanti, a meno che non si decida di
passare a quelli biodegradabili (comunque dal costo elevato).
L’alternativa è data dagli assorbenti lavabili, che però ci
si deve impegnare a lavare ogni volta.

Infatti lo smaltimento degli assorbenti, che vanno gestiti
come rifiuti sanitari, è un problema ben noto e si può dire
irrisolto. Così come i pannolini dei bambini, non c’è
possibilità di riciclare questo materiale, ma solo di
distruggerlo.
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L’aspetto relativo alla comodità nei periodi del ciclo è un
altro aspetto positivo per chi indossa la coppetta. Ci si
dimentica di averla e non si prova alcun fastidio e cattivo
odore.

Se ben posizionata, non ci saranno perdite imbarazzanti e si
può continuare a frequentare palestra o piscina, perché non
si inzuppa d’acqua ed è invisibile.

Inoltre ci regala maggiore autonomia se si è in viaggio o in
vacanza al mare proprio in “quei” giorni.

Coppetta mestruale controindicazioni
Non viene trattata con sbiancanti o cloro e non contiene
sostanze allergeniche. E’ fatta in silicone, che impedisce lo
sviluppo di germi e batteri a contatto con le mucose, cosa
che avviene con gli assorbenti.

Tuttavia, non si esclude che possa provocare la sindrome da
shock tossico (TSS), una malattia infettiva grave, a volte
mortale, causata da una tossina batterica, ed associata
all’utilizzo prolungato degli assorbenti interni.

E’ caratterizzata da sintomi simili a quelli dell’influenza:
una febbre alta improvvisa, vomito, diarrea, vertigini,
eruzione cutanea, svenimenti. Se mai dovesse insorgere uno di
questi sintomi è bene toglierla subito e consultare un
medico.

Un’altra controindicazione riguardo alla coppetta è legato al
parto e a interventi chirurgici vaginali, o colposcopia. Per
questo motivo, è bene non utilizzata nelle 6 settimane
successive.

Coppetta mestruale: le opinioni dei ginecologi
Per ora non esistono controindicazioni generali nell’uso
della coppetta mestruale. Non sono riportati sindrome da
shock tossico in relazione al suo utilizzo, perché è fatta da
materiale non assorbente. Inoltre, la possibile insorgenza di
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endometriosi non è stata ritenuta valida.

In caso di infezione vaginale, è bene preferire gli
assorbenti esterni. L’uso della coppetta appare ben tollerato
anche da chi soffre di secchezza vaginale.

Si sconsiglia l’uso nei sei mesi successivi ad un parto
naturale, un aborto, una colposcopia o un intervento
chirurgico vaginale.

Coppetta mestruale: come si utilizza
Molte donne non sanno come inserirla correttamente e per
questo rinunciano al suo utilizzo, in realtà la coppetta è
estremamente semplice da mettere e da togliere.

Il tempo medio di utilizzo, anche per chi ha un flusso
abbondante è di circa 8 ore ed è importante scegliere il
modello giusto per le proprie esigenze. Potete indossarla
anche di notte, perché si può comunque utilizzare fino a un
massimo di 12 ore, senza avere perdite e fastidi. Questo
tempo così lungo permette di gestire il cambio e lo
svuotamento della coppetta a casa propria.

Evidente è la praticità per chi lavora o si trova fuori casa
per l’intera giornata.

L’aspetto che maggiormente discrimina i vari tipi di
coppette, oltre al colore ed a piccole variazioni di prezzo,
sta essenzialmente nella capacità e nelle dimensioni. Sta
quindi a ciascuna donna trovare il modello che più le si
adatta e con cui si troverà più a suo agio.

Inoltre è richiesta una certa dose di “abilità”
nell’inserimento ed estrazione che comunque si acquisisce con
la pratica fino a diventare quasi automatico.

Le istruzioni per l’uso
Si inserisce piegata per il lungo in vagina, e le piegature
sono varie. Potete trovare facili guide online, ma diciamo
che la più diffusa è quella a U, quando il bordo si piega in
due.

Poi la coppetta si aprirà da sola perché il bordo è sagomato
ma morbido.

Si può provare prima del ciclo per prendere padronanza del
gesto. S’inserisce la coppetta puntando verso il retto e si
fa ruotare in vagina per capire se si è aperta correttamente
ed è posizionata nel punto giusto, così da non dare fastidio
e generare perdite.

Suggerimento: il gambo è morbido ma si può regolare tagliando
con un paio di forbici per dargli la lunghezza perfetta per
il proprio corpo.

Per levarla, si fanno scorrere le dita lungo il gambo per
afferrare la base della coppetta, la si stringe per annullare
l’effetto sigillo e la si toglie facendo dei piccoli
movimenti da un lato all’altro, evitando di rovesciare il
contenuto.

Coppetta mestruale: prezzi
Per una coppetta si possono avere varie categorie di prezzo a
seconda che si voglia una marca molto conosciuta (Mooncup
costa dai 25 ai 30 euro) o una meno, come ad esempio la
Fleurcup (dai 15 ai 20 euro).

Comunque il risparmio per chi utilizza la coppetta è
evidente.

Facendo un paio di calcoli scopriamo che:

una donna nella sua vita fertile può arrivare ad usare circa
12.000 assorbenti esterni e tamponi interni
può spendere circa 2.400 euro (ipotizzando di usare una
scatola di 12 pezzi ad 1,50 euro e un cambio ogni 4 ore)
si può considerare che il numero massimo di coppette sia 10,
per un costo di 200 euro, ipotizzando un costo medio di 20
euro.
Coppetta mestruale: opinioni
Io la uso personalmente da almeno 5 anni e mi trovo molto
bene, comoda e pratica ed anche igienica. Potete comunque
scoprire dai commenti a questo articolo e ad altri di vari
siti come si sono trovate altre donne come voi, e in genere
sono tutti molto positivi. positive.

L’aspetto più pratico che rilevo è che posso usarla per fare
sport, anche a livello agonistico e per chi fa nuoto, come
me, è perfetta, perché ha un effetto sifone che la rende
praticamente stagna!

Coppetta mestruale: dove comprarla
Esistono ormai in commercio anche in Italia alcune versioni
di questa coppetta che presentano tra loro lievi differenze.

La più diffusa è la Mooncup, ma sono disponibili anche la
LadyCup, la Femmecup, la Miacup, la Just Cup e ancora altre.
Si trovano in vendita in Italia online o presso i negozi
specializzati in materiale eco-sanitario che spesso hanno
anche materiale per la eco-puericultura.

                                                 Tratto da: TuttoGreen
Quando           è     la        Festa           della
mamma?
Le date variano nel mondo, e anche le origini alla base della
Festa della mamma, che in Italia si festeggia la seconda
domenica di maggio

Arrivati a maggio, ogni anno, si vedono le vetrine dei negozi
pieni di motivi floreale, cuori e messaggi che invitano a
fare un regalo a tutte le mamme. E immancabilmente ci si
chiede: quand’è la festa della mamma?

La risposta è facile: la Festa della mamma è per tradizione
in Italia la seconda domenica del mese. Si celebra in tutto
il mondo, e, per quanto gli italiani siano spesso tacciati di
eccessivo attaccamento alla madre, hanno ereditato questa
festa, ma non l’hanno creata.

Il merito è della statunitense Anna Jarvis, che, celebrando
anche l’impegno civile della madre a favore di altre donne e
cogliendo precedenti suggestioni della stessa, si batté per
l’istituzione di una ricorrenza destinata a questo scopo.
Alla fine il Mother’s Day, partito di fatto da una
celebrazione privata, divenne festa federale, grazie a una
risoluzione congiunta approvata l’8 maggio 1914 dal Congresso
e poi mediante proclamazione presidenziale. Gli statunitensi
quindi festeggiano la seconda domenica di maggio la Festa
della mamma e noi con loro, ma non per tutti è così.

Gli inglesi, e gli irlandesi, ad esempio, festeggiano la
ricorrenza tre settimane prima di Pasqua, nella quarta
domenica di quaresima: per quanto ormai anche loro parlino di
Mother’s Day, a loro volta avevano la tradizione, secolare,
del Mothering Sunday, quel giorno in cui si, specialmente
servitori e lavoratori in trasferta, tornavano alla casa
materna. Si varia anche a seconda degli influssi culturali o
religiosi legati alla festa; a Panama, ad esempio, si
festeggia l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata.

                                                     Tratto da: WIRED
Sarah  Jessica Parker                                   ci
riprova con gli abiti                                   da
sposa
L’attrice di «Sex & The City» rilancia il matrimonio in
bianco e promette di trasformare la tradizione

Ironico destino quello della wedding designer, a cui si
chiede di essere sempre impeccabile nell’accontentare i sogni
esasperati di generazioni di spose. E, in questo senso, è
particolarmente ironico il destino di Sarah Jessica Parker,
che – dopo essersi sposata in nero con Matthew Broderick –
diventa stilista lanciando una collezione in total white.

SJP Bridal Collection

Nata dalla collaborazione con il retail Gilt, la collezione
(SJP Bridal Collection) è composta da dieci modelli
decisamente inaspettati. Avete ancora in mente il leggendario
vestito con cui l’attrice si è presentata alla New York City
Library per attendere Mr. Big nel primo film di Sex & The
City? Ebbene, scordatevelo. Nulla a che fare con le balene di
Vivienne Westwood, le linee di Dior o i sogni romantici di
Oscar de la Renta. Sarah Jessica Parker, Carrie per gli
amici, punta su una linea contemporanea e anticonvenzionale
che permette alle clienti di indossare l’abito anche in
occasioni formali all’infuori della cerimonia. Vi ricorda
qualcosa? Già, il tailleur vintage non firmato che ha scelto
per il «sì» decisivo del suo più famoso alter ego televisivo.

Una favola contemporanea

«Collaborare con Gilt nella mia prima linea di pret-a-porter
da sposa è stata un’opportunità che non potevo perdere» ha
dichiarato l’attrice, «è stato piuttosto divertente giocare
con colori, tessuti e dettagli per creare pezzi unici per
tutti i tipi di spose». Forme minimali, linee decise e mai
abbondanti, colori classici ma con una palette polverosa che
va dai bianchi ai rosa agli azzurri. E per chi volesse osare?
Immancabili il rosso e il nero! Senza dimenticare i prezzi,
dai 295 ai 2935 dollari, che lo rendono un sogno a portata di
tutti.

È finita l’era del barocco?

Un interrogativo, però, a questo punto ci attanaglia. Come
possiamo noi – freschi della sua partecipazione al Met Gala
di New York, memori degli abiti da sogno indossati al cinema
e in Tv e consci del suo infinito amore per la moda – credere
che proprio lei, la Carrie Bradshaw del nostro immaginario,
lasci gli eccessi e dichiari che less is more? In questo
caso, la risposta sta proprio nello straboccante circo di
cromie, volumi e texture, che travolge, lascia interdetti e
fa perdere di vista ciò che veramente conta: il nostro corpo,
perfetto così com’è. E, quindi, grazie Sarah Jessica Parker
per quest’ennesima lezione di stile.

                                                Tratto da: LaStampa.it
Cosmetici fai da te con olio
di cocco per capelli e corpo
Vi proponiamo alcune ricette di cosmetici fai da te con olio
di cocco da fare a casa: ecco uno scrub mani, un balsamo per
capelli, un eyeliner, una crema mani e un dentifricio.
L’olio di cocco è una delle più versatili sostanze naturali
giunte negli ultimi anni nei nostri negozi, ma le popolazioni
dei Paesi tropicali da secoli conoscono le proprietà
benefiche di quest’olio ricavato dalla polpa del cocco,
importanti sia sotto l’aspetto alimentare che sotto quello
cosmetico, e noi vogliamo darvi delle utili ricette di
cosmetici fai da te con olio di cocco, facili da preparare
perché utilizzano solo ingredienti casalinghi.

A livello cosmetico l’olio di cocco ha infatti numerosi
pregi, aiuta la bellezza della pelle del viso e del corpo, ha
risultati sorprendenti sui capelli, è ricco di vitamina E, è
antiossidante, elasticizzante e idratante. Rientra, quindi,
nella composizione di creme per le mani, per il viso, per il
corpo, nei prodotti per i capelli che aiuta a rendere lucenti
e a rafforzarli. E’ inoltre impiegato anche nel trattamento
di disturbi della pelle come psoriasi, eczemi, acne poiché
svolge un’azione antibatterica e protettiva della pelle.

Vediamo allora alcune ricette di cosmetici fai da te con olio
di cocco, semplici da fare e dai risultati efficaci: un
balsamo per nutrire i capelli, uno scrub per rendere più
morbida la pelle delle mani , un eyeliner per approfondire lo
sguardo., una crema mani per ammorbidire la pelle screpolata,
e persino un dentifricio!

Cosmetici fai da te con olio di cocco: balsamo per capelli
Per fare questo balsamo per capelli fragili e spenti, vi
servono:
1 tuorlo
1 cucchiaio di miele
4 cucchiaini d’olio di cocco
Preparazione. In una terrina battete un poco il tuorlo e
aggiungete gli altri ingrediente; amalgamate bene fino ad
ottenere un composto omogeneo. Stendete sui capelli e
lasciate in posa per 20 minuti. Risciacquate con acqua
tiepida e fate uno shampoo. Se avvertite un residuo d’odore,
sciacquare i capelli con dell’aceto bianco misto ad acqua. Si
conserva in un recipiente di vetro per 2 giorni in frigo.

Cosmetici fai da te con olio di cocco: scrub per le mani
In genere si parla di scrub per il corpo e per il viso,
esiste anche una ricetta fai-da-te per realizzare uno scrub
specifico per ammorbidire le mani.

1 cucchiaio di olio di cocco
30 gr di miele
30 gr di sale fino
30 gr di zucchero
1 cucchiaio di succo di limone
Preparazione. Mescolate insieme l’olio di cocco e il miele in
una terrina e in un’altra ciotola unite il sale, lo zucchero
e il limone e amalgamate bene. Versate il composto di olio e
miele nel composto a base di sale e zucchero, e rendete
omogeneo il tutto mescolando bene. Per utilizzare lo scrub
così ottenuto prelevate una noce con le dita spalmatela sulle
mani strofinando delicatamente, poi si elimina con l’acqua.
Si conserva in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente.

Cosmetici fai da te con olio di cocco: eyeliner naturale
Ecco una ricetta per realizzare in modo facile e rapido un
prodotto per il trucco, l’eyeliner naturale all’olio di cocco
senza ingredienti chimici.

2 cucchiai di olio di cocco
4 cucchiaio di aloe vera in gel
1-2 cucchiai di cacao amaro in polvere per l’eyeliner marrone
oppure 2 capsule di carbone attivo per l’eyeliner nero
Preparazione. Fate sciogliere l’olio di cocco in un
pentolino, e mescolatelo insieme all’aloe vera. Aggiungete la
polvere di cacao o il carbone vegetale a seconda che
desideriate l’eyeliner marrone o quello nero. Mescolate bene.
Una volta pronto applicate con un pennellino sottile. Si
conserva in un vasetto a chiusura ermetica.

Cosmetici fai da te con olio di cocco: dentifricio all’olio
di cocco
Gli ingredienti per fare il dentifricio all’olio di cocco
sono:

60 ml di olio di cocco
60 ml di argilla bentonite (detta anche argilla bianca)
40 ml di acqua minerale
2,5 ml di sale
10-15 gocce di olio essenziale di menta piperita
Preparazione: Mescolate insieme l’olio di cocco, l’argilla e
il sale in un piccolo recipiente, poi aggiungete un po’ di
acqua alla volta e lavorate il composto con un cucchiaio
aggiungendo ancora acqua fino a che non abbiate raggiunto la
consistenza di una crema. A questo punto aggiungete l’olio
essenziale di menta. Si utilizza come un normale dentifricio.

Cosmetici fai da te con olio di cocco: crema mani
Vediamo ora come fare una crema per le mani a base di olio di
cocco. Vi occorrono questi ingredienti:

70 ml di olio di cocco
20 ml di olio di jojoba (o di olio di mandorle dolci)
20 gr di cera d’api vergine grattugiata
5 gocce di o.e. di limone
5 gocce di o.e. di lavanda
Preparazione. Fate fondere a bagnomaria l’olio di cocco, di
jojoba o mandorle dolci e la cera d’api, mescolando bene
perché si amalgamino. Aggiungete gli olii essenziali, quindi
lasciate raffreddare e trasferite in frigorifero in modo che
solidifichi. Si conserva in luoghi scuri e asciutti per
alcuni mesi.

Eccovi anche tutte le altre ricette per fare una crema per le
mani fai da te.

E ce ne sarebbe altre, visti i tantissimi utilizzi in
cosmetica di questo olio prezioso e nutriente, ma potete
ispirarvi con altre ricette di bellezza con la nostra grande
guida ai cosmetici naturali fai da te.

                                                 Tratto da: TuttoGreen

PASTA ALLA PANTESCA
Su questo tipico piatto di pasta alla pantesca c’è da dire
semplicemente che non appena assaporato vi ritroverete
immersi nei profumi di un’isola unica al mondo.

Forse sono di parte ma penso che Pantelleria, con le sue
tradizioni enogastronomiche, gli ingredienti locali e la
cultura dei vari popoli che l’anno dominata, sia una delle
isole più seducenti del Mediterraneo.

INGREDIENTI PER QUATTRO PERSONE
400 grammi di spaghetti
6 sarde salate sciacquate e diliscate
olio e.v.o.
una cipolla
uno spicchio d’aglio
70 grammi di olive verdi snocciolate
30 grammi di capperi dissalati (possibilmente di Pantelleria)
300 grammi di pomodori maturi
un ciuffo di prezzemolo
un cucchiaino da caffè di origano
50 grammi pangrattato
sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO
Praticare dei taglietti in croce sul fondo dei pomodori ben
sciacquati e immergerli per pochi minuti in acqua bollente.
Scolarli immediatamente e metterli in una terrina contenente
acqua fredda e ghiaccio (io utilizzo le barrette termiche che
si usano per le borse frigo). Questo procedimento vi
permetterà di pelarli facilmente. Una volta pelati i pomodori
tagliateli a pezzi grossolanamente e metterli da parte.
Mettere in un padellino il pangrattato e farlo tostare,
facendo attenzione a non farlo bruciare. Quando sarà ben
dorato scendere dal fuoco, unire poco olio e mescolare bene
fin quando l’olio sarà assorbito del tutto.
Fare scaldare una padella con un po d’olio emulsionato con
poca acqua e farvi sciogliere le sarde salate; aggiungere
l’aglio e la cipolla tritati finemente e farli imbiondire,
facendo molta attenzione a non farli bruciare (se necessario
aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda). A questo punto
aggiungere le le olive tagliate a pezzettini, i capperi, il
pomodoro pelato e aggiustare di sale e pepe. Non appena il
pomodoro sarà appassito, cospargere la salsetta con l’origano
e il prezzemolo tritato finemente.
Cuocere la pasta e, quando sarà al dente, scolarla, versarla
nel condimento e spadellare insieme a un po d’olio e qualche
cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Infine amalgamare
con il pangrattato tostato e impiattare.

                                            Tratto da: Ricette di Sicilia
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